Bellissime lezioni dalle quali emerge la sua originaria passione per la filosofia, non come mera esposizione teorica e astratta, di un dire che racconta (come molti credono erroneamente la filosofia sia), ma come una immanente esperienza che fa della filosofia e della esperienza dell'essere in un mondo, una cooriginarietà.
L'idea dunque comme continuo processo dialettico, che nel suo movimento diventa permanente nel proprio movimento. Ma, in fondo, l'oggettività resta ancorata nella soggettività autoriflessiva...Quindi si resta comunque in un idealismo, differente da quello kantiano, mi a che resta, mi sembra, comunque fondato sul soggetto...In un certo senso, m'uomo come essere pensante resta comunque dentro la sua soggettività, che, anche se sostanziale e auto riflessiva, esce da se stessa per ritornare a se medesima.
E ciò fa di Hegel un moderno. La razionalità oggettiva dei Greci si è fatta autoriflessiva. Questo è, in effetti, il grande programma hegeliano: conciliare il primato greco dell'oggetto col primato moderno del soggetto. Ma alla fine rimane un'ultima, resistente, struttura soggettiva in Hegel, nonostante tutte le critiche al soggettivismo moderno e all'idealismo trascendentale. L'assoluto è autoriflessivo, certo un'autoriflessività "oggettiva" e non più individuale, ma quella riflessività svela la propria radice soggettivista: perché per Hegel l'assoluto può essere solo autoriflessivo ed autoriferito (in caso contrario perderebbe la sua assolutezza, dipendendo da altro).
Credo di aver capito che tutte le categorie considerate nell'intelletto, alla maniera di Kant, non permettano al concetto di Essere che non sia un rimbalzare tra di esse. Questo, per Hegel, renderebbe necessaria l'elevazione al Concetto puro, dove ritroverebbero la loro sostanzialita' nell' Autoriflessione. Dunque, l'essenza di Dio, insostanziata tra le categorie dell'Intelletto, risplenderebbe come Concetto puro che si autoriflette: naturalmente, non avendo tralasciato il suo porsi in relazione vivendo i 3 stadi della Dialettica hegeliana. Tuttavia, probabilmente io sono ancora nell'errore! Grazie, professore! 👍
Bellissime lezioni dalle quali emerge la sua originaria passione per la filosofia, non come mera esposizione teorica e astratta, di un dire che racconta (come molti credono erroneamente la filosofia sia), ma come una immanente esperienza che fa della filosofia e della esperienza dell'essere in un mondo, una cooriginarietà.
Ciò che consente alla sostanza di stare è il suo autoriflettersi. Questa caratteristica è la caratteristica del pensiero. => conclusione 11:50
Quale sarà l’essenza dell’essere? (ndr. è la domanda che avvia il secondo libro) 6:30
La razionalità e la logicità del reale è già un concetto greco.
L'idea dunque comme continuo processo dialettico, che nel suo movimento diventa permanente nel proprio movimento. Ma, in fondo, l'oggettività resta ancorata nella soggettività autoriflessiva...Quindi si resta comunque in un idealismo, differente da quello kantiano, mi a che resta, mi sembra, comunque fondato sul soggetto...In un certo senso, m'uomo come essere pensante resta comunque dentro la sua soggettività, che, anche se sostanziale e auto riflessiva, esce da se stessa per ritornare a se medesima.
E ciò fa di Hegel un moderno. La razionalità oggettiva dei Greci si è fatta autoriflessiva. Questo è, in effetti, il grande programma hegeliano: conciliare il primato greco dell'oggetto col primato moderno del soggetto. Ma alla fine rimane un'ultima, resistente, struttura soggettiva in Hegel, nonostante tutte le critiche al soggettivismo moderno e all'idealismo trascendentale. L'assoluto è autoriflessivo, certo un'autoriflessività "oggettiva" e non più individuale, ma quella riflessività svela la propria radice soggettivista: perché per Hegel l'assoluto può essere solo autoriflessivo ed autoriferito (in caso contrario perderebbe la sua assolutezza, dipendendo da altro).
@@luciocortella6131 La ringrazio moltissimo per la Sua gentile risposta. Sono d' accordo con Lei! Cordiali saluti
Credo di aver capito che tutte le categorie considerate nell'intelletto, alla maniera di Kant, non permettano al concetto di Essere che non sia un rimbalzare tra di esse.
Questo, per Hegel, renderebbe necessaria l'elevazione al Concetto puro, dove ritroverebbero la loro sostanzialita' nell' Autoriflessione.
Dunque, l'essenza di Dio, insostanziata tra le categorie dell'Intelletto, risplenderebbe come Concetto puro che si autoriflette:
naturalmente, non avendo tralasciato il suo porsi in relazione vivendo i 3 stadi della Dialettica hegeliana.
Tuttavia, probabilmente io sono ancora nell'errore!
Grazie, professore! 👍