Piccoli consigli bibliografici Marcel Mauss, Saggio sul dono. David Graeber, Il Debito. Pierre Clastres, Le società contro lo stato. Andrea Staid, Contro la gerarchia e il dominio. M. Sahlins, L’ECONOMIA DELL’ETÀ DELLA PIETRA. AA.VV, Dono, dunque siamo.
Godelier è un personaggio fondamentale dell'antropologia e per quanto riguarda i progressi fatti nella ricerca negli ultimi decenni in antropologia economica.
Grazie per la lezione! Riflettendo sul fatto dell'economia circolare penso che, così inteso, il dono rappresenti comunque un gesto individualista. Secondo questo concetto come potrei infatti donare qualcosa a qualcuno che so non poter essere in grado di ricambiare il mio gesto?
Grazie a te Alessandro per la riflessione. Non credo si possa parlare di economia del dono come gesto individualista, anche se criticabile genera una relazione comunitaria. Dare, ricevere, restituire. Queste tre leggi ci dicono che così si crea un circolo, perché il dono è come un filo che tesse una relazione tra persone diverse, anche tra persone che non si conoscono. Si crea un legame, un senso di solidarietà e alla fine ognuno sa che riceve più di quello che ha dato. Poi certo come sostiene anche Graeber (semplificando in modo rozzo il suo pensiero) la condivisione supera il concetto di dono. Nel celebre libro L’eschimese, lo scrittore Peter Freuchen ci racconta come un giorno, dopo essere tornato a casa affamato in seguito a un’infruttuosa spedizione di caccia al tricheco, trovò un cacciatore a cui la caccia era andata bene che gli aveva prontamente donato vari chili di carne. Lo ringraziò profusamente. Quello obiettò indignato: qui nel nostro paese siamo esseri umani. E siccome siamo umani ci aiutiamo a vicenda. Non ci piace sentire qualcuno che dice grazie. Quel che io prendo oggi, tu lo prendi domani. Qui diciamo che i doni rendono schiavi e la frusta rende cani
Ciao Andrea. Prima di tutto volevo ringraziarti per queste lezioni pubbliche. Poi volevo chiederti se avessi voglia di segnare i riferimenti bibliografici nei commenti.
Da questa prospettiva il dono è certamente qualcosa di auspicabile. A volte però se ne fa un uso subdolo affinché il destinatario del dono si senta in obbligo di ricambiare
non é affatto subdolo, ma é parte dell'atto stesso del dono. Io mi aspetto che qualcuno doni qualcosa a me, e tu altrettanto, e noi tutti altrettanto. Cosi accade (accadrebbe) che tutti ricevono qualcosa da altri. Subdolo sarebbe quando tu lo fai per manipolare la mia volontá e ottenere qualcosa che non potrei donare. Sarebbe un tentativo SUBDOLO di cogliere maggior frutti dal "mio albero dei doni", cogliere frutti si chiama < s-fruttare>.
La cosa interessante sta proprio nel non fare una valutazione di valore dal mio punto di vista, donare e condividere per il piacere di farlo e sentirsi parte di una comunitá di relazioni e mutuo appoggio.
Caro Andrea, non so se parli di Dono con cognizione a 360 gradi, ma é la forma economica chiamata Comunismo. Non so se sei arrivato alla stessa conclusione di Marx ed Engels attraverso gli studi antropologici, oppure se sei stato " influenzato" dal Marxismo. In ogni caso le conclusioni sul Dono sono eccellenti e auspicabili. Anche perché a ben vedere non ci sono alternative future per l'umanitá. Marx amava concludere i suoi scritti con < o Comunismo o Barbarie> . E se ben ci guardiamo attorno le barbarie sono all'ordine del giorno. Un esempio? Quale definizione per una societá di umani che spende piu risorse per uccidersi che per aiutarsi? Definiremmo Homo sapiens un umano che passa piu tempo a costruire mazze chiodate piuttosto che raccogliere bacche per alimentarsi? (ogni riferimento ai sofisticati marchingegni da guerra é puramente casuale). ---------------------------------------- Secondo i parametri del sistema delle merci o capitalismo, anche il valore di una vita ha un prezzo, in Italia circa 5 milioni. Ora prendiamo aereo da guerra, si puo' paragonare al costo di 40 fino a 1000 vite perse. Se poi consideriamo che é stato costruito per uccidere altre migliaia di vite il bilancio negativo sale ancora di piu. E ora un dato differente: ogni anno nel mondo muoiono 90 milioni di esseri umani a causa della loro mancanza di denaro. Non possono comprare il cibo e nemmeno coltivare la terra dato che é stata tutta espropriata. Vengono costretti a vivere in zone semi desertiche e cosi ovviamente costretti a morire. Ebbene, quello che ci preoccupa é che da una parte si buttano enormi risorse e dall'altra milioni di esseri umani non possono accedere alle risorse. Se fossimo degli alieni in visita sul pianeta e osservassimo tale comportamento come degli antropologhi alieni, credo che saremmo molto sorpresi dalla specie umana. Catalogandoci come una specie imbarazzante, se ne andrebbero , ponendo sulla mappa stellare un divieto di accesso alla Terra, con scritto su < attenzione specie pericolosa in via di estinzione, non avvicinarsi> .
Piccoli consigli bibliografici
Marcel Mauss, Saggio sul dono.
David Graeber, Il Debito.
Pierre Clastres, Le società contro lo stato.
Andrea Staid, Contro la gerarchia e il dominio.
M. Sahlins, L’ECONOMIA DELL’ETÀ DELLA PIETRA.
AA.VV, Dono, dunque siamo.
Grazie Andrea! Suggerisco vivamente per i più esperti e le più esperte la lettura di Maurice Godelier, Enigma del dono.
Godelier è un personaggio fondamentale dell'antropologia e per quanto riguarda i progressi fatti nella ricerca negli ultimi decenni in antropologia economica.
@@niccolocasens5896 grazie concordo pienamente con il tuo consiglio
Grazie per la lezione! Riflettendo sul fatto dell'economia circolare penso che, così inteso, il dono rappresenti comunque un gesto individualista. Secondo questo concetto come potrei infatti donare qualcosa a qualcuno che so non poter essere in grado di ricambiare il mio gesto?
Grazie a te Alessandro per la riflessione. Non credo si possa parlare di economia del dono come gesto individualista, anche se criticabile genera una relazione comunitaria. Dare, ricevere,
restituire.
Queste tre leggi ci dicono che così si crea
un circolo, perché il dono è come un filo che
tesse una relazione tra persone diverse, anche
tra persone che non si conoscono. Si crea un legame, un senso di solidarietà e alla fine ognuno sa che riceve più di
quello che ha dato. Poi certo come sostiene anche Graeber (semplificando in modo rozzo il suo pensiero) la condivisione supera il concetto di dono. Nel
celebre libro L’eschimese, lo scrittore Peter
Freuchen ci racconta come un giorno, dopo
essere tornato a casa affamato in seguito a
un’infruttuosa spedizione di caccia al tricheco,
trovò un cacciatore a cui la caccia era andata
bene che gli aveva prontamente donato
vari chili di carne. Lo ringraziò profusamente.
Quello obiettò indignato: qui nel nostro paese
siamo esseri umani. E siccome siamo umani
ci aiutiamo a vicenda. Non ci piace sentire
qualcuno che dice grazie. Quel che io prendo
oggi, tu lo prendi domani. Qui diciamo che i
doni rendono schiavi e la frusta rende cani
Purtroppo si sente molto basso e si fa fatica a seguire peccato
buongiorno, io vedo il DONO come tu doni il tuo tempo a me e altri, e noi facciamo la stessa cosa con altre persone
Ciao Andrea. Prima di tutto volevo ringraziarti per queste lezioni pubbliche. Poi volevo chiederti se avessi voglia di segnare i riferimenti bibliografici nei commenti.
Ciao Matilde li sto per caricare, per le altre lezioni li trovi nei commenti, grazie.
Spinoza è un antropologo?
Da questa prospettiva il dono è certamente qualcosa di auspicabile. A volte però se ne fa un uso subdolo affinché il destinatario del dono si senta in obbligo di ricambiare
non é affatto subdolo, ma é parte dell'atto stesso del dono. Io mi aspetto che qualcuno doni qualcosa a me, e tu altrettanto, e noi tutti altrettanto. Cosi accade (accadrebbe) che tutti ricevono qualcosa da altri. Subdolo sarebbe quando tu lo fai per manipolare la mia volontá e ottenere qualcosa che non potrei donare. Sarebbe un tentativo SUBDOLO di cogliere maggior frutti dal "mio albero dei doni", cogliere frutti si chiama < s-fruttare>.
E se il mio dono non equivale a quello dell'altro?
La cosa interessante sta proprio nel non fare una valutazione di valore dal mio punto di vista, donare e condividere per il piacere di farlo e sentirsi parte di una comunitá di relazioni e mutuo appoggio.
Caro Andrea, non so se parli di Dono con cognizione a 360 gradi, ma é la forma economica chiamata Comunismo. Non so se sei arrivato alla stessa conclusione di Marx ed Engels attraverso gli studi antropologici, oppure se sei stato " influenzato" dal Marxismo. In ogni caso le conclusioni sul Dono sono eccellenti e auspicabili. Anche perché a ben vedere non ci sono alternative future per l'umanitá.
Marx amava concludere i suoi scritti con < o Comunismo o Barbarie> . E se ben ci guardiamo attorno le barbarie sono all'ordine del giorno.
Un esempio? Quale definizione per una societá di umani che spende piu risorse per uccidersi che per aiutarsi?
Definiremmo Homo sapiens un umano che passa piu tempo a costruire mazze chiodate piuttosto che raccogliere bacche per alimentarsi?
(ogni riferimento ai sofisticati marchingegni da guerra é puramente casuale).
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Secondo i parametri del sistema delle merci o capitalismo, anche il valore di una vita ha un prezzo, in Italia circa 5 milioni. Ora prendiamo aereo da guerra, si puo' paragonare al costo di 40 fino a 1000 vite perse. Se poi consideriamo che é stato costruito per uccidere altre migliaia di vite il bilancio negativo sale ancora di piu.
E ora un dato differente: ogni anno nel mondo muoiono 90 milioni di esseri umani a causa della loro mancanza di denaro. Non possono comprare il cibo e nemmeno coltivare la terra dato che é stata tutta espropriata. Vengono costretti a vivere in zone semi desertiche e cosi ovviamente costretti a morire.
Ebbene, quello che ci preoccupa é che da una parte si buttano enormi risorse e dall'altra milioni di esseri umani non possono accedere alle risorse. Se fossimo degli alieni in visita sul pianeta e osservassimo tale comportamento come degli antropologhi alieni, credo che saremmo molto sorpresi dalla specie umana. Catalogandoci come una specie imbarazzante, se ne andrebbero , ponendo sulla mappa stellare un divieto di accesso alla Terra, con scritto su < attenzione specie pericolosa in via di estinzione, non avvicinarsi> .