Che cosa propone Pascal con la sua famosa “scommessa”? È un argomento che affronta il problema di Dio e dell’esistenza umana in modo insolito e assolutamente originale. In questo video cerco di esporla in modo chiaro ed esauriente. Per comprendere Pascal, dobbiamo ricordarci che abbiamo a che fare non solo con un filosofo, un teologo, un matematico, uno scienziato, ma anche un esperto giocatore. Per risolvere alcuni problemi nel gioco dei dadi, de Méré, un giocatore professionista, si rivolse a Blaise Pascal, che a sua volta sottopose le sue teorie a Pierre de Fermat. Ne scaturì un carteggio fondamentale che pone le basi del calcolo delle probabilità. Pascal, ispirato dalle tante ore passate al tavolo verde, è il primo ad applicare la stessa teoria anche al problema di Dio, aprendo, insieme a un dibattito acceso e mai sopito, anche la strada alla ricerca in diversi altri campi. Di fronte alle grandi questioni della vita, Pascal ci suggerisce di provare a guardare il mondo e la condizione umana non come farebbe Aristotele o Platone, o qualunque altro filosofo, ma come farebbe un giocatore che sa il fatto suo. Ringrazio il prof. Eugenio Montefusco, dell'Università La Sapienza di Roma, per la sua preziosa consulenza matematica.
Buona sera Padre mi piace tanto il suo modo di parlare riesco aseguirla . Ho una certa età poca istruzione.e possibile poter Parlare con Lei . La ringrazio tanto
Dunque lei sostiene che anche senza nessuna evidenza scientifica, per me l'unica capace di dare risposte esaurienti, e con solo un lavoro mentale fatto di deduzioni e di elaborazioni, l'uomo é capace di dimostrare l'esistenza di Dio? E allora perché non è possibile dimostrare l'esistenza di Zeus, di Orus, di Mitra, ecc...?
Innanzitutto complimenti per la spiegazione lucidissima sulla scommessa di Pascal, che nel tempo è stata ridotta al motto “se credi e sbagli non perdi nulla, se non credi e sbagli perdi tutto”. Come Lei ben dice tuttavia, ci sono svariate obiezioni che Pascal non ha considerato. Ho cercato il video che Lei cita su dette obiezioni, ma non l’ho trovato, quindi appongo qui le mie, da ingegnere razionale: 1) Quale Dio? Come dice Pascal “credere è agire”, ma religioni diverse richiedono comportamenti diversi, spesso in conflitto tra loro (a partire da “a che Dio credo?). Delle decine di migliaia di divinità inventate dall’uomo nella storia l’ateo le nega tutte mentre il cristiano (per esempio) ne riconosce solo una. Quindi alla fine si prendono lo stesso rischio, perché la conseguenza di sbagliare non è più zero, ma è altrettanto infinita: l’eterna dannazione della religione giusta. In altre parole, ogni religione può fare lo stesso calcolo con il proprio Dio, ma dovrebbe considerare nel calcolo il rischio infinito dell’eterna dannazione, nel caso in cui una delle altre migliaia di religioni sia quella giusta (è ovvio che non possono essere tutte giuste, visto che le definizioni sono mutualmente esclusive a partire dalla definizione di Dio). 2) La posta in gioco non è forzatamente finita. Il calcolo di Pascal contempla una posta in gioco finita, ma in In realtà si rischia di perdere l’unica occasione di trascorrere la vita in modo pieno e libero da costrizioni inventate centinaia o migliaia di anni fa. A questa cosa un giocatore potrebbe tranquillamente attribuire un valore infinito. A questo punto avremmo valore infinito sia in caso di vincita che di perdita (posta infinita contro vincita infinita). Quanto fa infinito diviso infinito? Potrei apporre altri numerosi punti, ma il commento è già lungo abbastanza. Comunque complimenti per la capacità oratoria e pedagogica.
Pascal (o mille altri teologi e filosofi) in questo gioco di probabilità esclude però la cosa più importante e cioè la "divina rivelazione", la quale a sua volta esclude categoricamente tutte le religioni, la filosofia e quant'altro, in quanto crea una relazione personale tra Dio e colui al quale Egli decida di rivelarsi, escludendo pertanto tutti gli altri, uguale cosa essi pensano o decidano di credere! La rivelazione, attraverso la sovranità e la grazia di Dio inaccessibile alla mente umana, taglia fuori tutti e con la sua luce divina investe solo i veri credenti i quali diventano essi stessi astri luminosi, mentre tutti gli altri restano semplicemente meteoriti!
@@francescoc9976 Certamente la limitata coscienza umana intrecciata con l’imperscrutabile saggezza di Dio, disarma la volontà di includere altri pensieri, filosofie e religioni, così da mantenere un rapporto puro ed esclusivo con la divinità. Da questo intreccio di pensieri umani e rivelazioni divine risulta il più nobile e intimo connubio con il propio io e la sua natura divina. Così da aggirare l’intelletto, permettendo alla fede di esprimersi nel modo più puro e sublime.
Se Dio avesse voluto rivelarsi a noi con un messaggio non ambiguo e impossibile da confondere con altri culti misterici del tempo, sarebbe esistito. E invece no, ha deciso di rivelarsi a noi in maniera indistinguibile da una qualsiasi rivelazione falsa del tempo, con modi del tempo e con le conoscenze e gli orrori morali del tempo. Come se fosse una invenzione unana cone le altre. Che birbacchione.
@@MarcoAmadori Mettiamola così: l’Homo Sapiens esiste da circa 200’000 anni, quindi il “messaggio” se lo sono già perso tutti quei poveri disgraziati nati nei primi 197’000 anni, o giù di lì. Poi il messaggio è stato “rivelato” in modo così efficiente, che dopo 3’000 anni circa solo il 16% della popolazione mondiale lo ha ricevuto. Gli altri disgraziati credono ancora a Shiva, Buddha, Allah, ecc. e bruceranno per sempre all’inferno. Vien da pensare che il messaggero sia quanto meno un po’ incompetente, ma è solo una mia illazione.
La scommessa di Pascal non funziona dal punto di vista morale, perché credere in Dio solo per timore che esista davvero non ti rende moralmente più vicino a Dio.
@@ivilandify assolutamente no, un uomo può essere moralmente integro anche senza credere in alcuna divinità. Anzi un ateo moralmente integro è da lodare molto di più rispetto ad un credente, dato che non ha obblighi verso Dio che gli impongono di compartarsi in un determinato modo, si comporta bene solo perché ritiene personalmente che la morale sia sinonimo di giustizia, senza aspettarsi nessuna ricompenza.
Non è del tutto vero, il cosiddetto "timor di Dio" può essere il primo passo verso una conoscenza più profonda della religione e in ogni caso un primo passo verso una vita più giusta. Certo, non è giusto fermarsi al timore, ma esso può essere una spinta decisiva per iniziare un cammino.
@@gabrielequaglia2022 non solo della vita religiosa, ma anche di ogni condotta di vita onesta. L uomo ha la coscienza che lo guida perciò ogni persona può discernere ciò che è bene da ciò che è male, per esempio tutti sanno che rubare è male ecc... partendo da questo presupposto, sapere che se vivo secondo coscienza sarò premiato e avere paura di non vivere secondo la coscienza perché sarò punito sono un buon punto di partenza per vivere una vita sempre più da giusti.
Salve, a mio parere per applicare un ragionamento del genere bisogna inquadrare meglio le conseguenze delle scelte. nell’esempio dell’interrogazione bisogna considerare che anche non studiano (dal punto di vista del ragazzo) si ha un guadagno: il tempo libero. I valori della seconda riga non possono quindi essere -1 e 0 ma dovrebbero essere un po’ più alti, è qui che sorge il problema: di quanto? bisogna (e questo è soggettivo) cercare di quantificare il valore che associamo al tempo libero e a una buona (o brutta) valutazione. Stessa cosa vale per la fede (sempre da un punto di vista “calcolatorio”): bisogna quantificare quanto valore attribuire all’impegno in una vita fedele senza garanzia dell’esistenza di dio, e quanto valore attribuite all’esistenza di Dio, tenendo anche conto della probabilità (in questo caso non credo si possa affermare che l’esistenza e la non esistenza di Dio abbiano entrambi il 50% di possibilità). Ben venga la conciliazione tra fede e scienza, ma la scienza non è in opinione, se viene usata va eseguita rigorosamente.
poi Dipende Anche dal tipo di contesto storico in cui si Vive e Anche dal tipo di Cultura che si ha. AD esempio nel Medioevo Visto che il livello Culturale e di Conoscenza medio ero in teoria più basso che oggi, credere in Dio dava dei Vantaggi Vedi re e imperatori che si credeva fossero un emanazione Di Dio in Terra Inoltre gli stessi Re e Imperatori temevano l'autorità del Papa , il quale Aveva il potere di scomunica .....e un Re scomunicato ero moltopiù debole a livello politico e Sociale. Infatti gli Inglesi per discostarsi dalle eventuali scomuniche del Papa , si sono " Inventati" la chiesa Anglicana Con a capo l'Arcivescovo di Canterbury , guarda caso designato dal Re in Carica...... dipende dai punti di Vista.
Ottima spiegazione, inoltre considerando l'esistenza (sul piano culturale) di almeno 3000 divinità, l'esistenza di QUEL Dio non ha il 50% bensì la metà di 1/3000 , ergo al massimo (e volendo trascurare le migliaia di altri ragionamenti che escludono la sua esistenza) lo 0.01667%
Esattamente: nell' esempio dell'interrogazione c'è un 25% di possibilità positiva (studiare e venir interrogato), 25% di possibilità negativa ( non studiare e venir interrogato) e 50% di possibilità neutra (che si studi o meno). Fossi un giocatore punterei sul non studiare che mi darebbe un punteggio neutro ed il tempo libero come extra.
@@Frunz15 bisognerebbe calcolare anche le abitudini del/della prof, ne becca uno o due a caso o va a tappeto, e poi, siamo a fine anno media del 3 anche se sgobbo l'insufficienza finale non me la toglie nessuno ( divento più colto mi sembra deboluccio come premio ) o sono in 5^ e se prendo un 8 vengo ammesso alla maturità col massimo dei voti in tutte le materie, oppure, interrogazione o meno quel giorno posso vedere la morosa con cui riesco ad incontrarmi solo una volta ogni 3 mesi o per la prima volta la squadra per cui tifo è in finale di Champions League, ho i biglietti e la partita si gioca pure nella mia città, all'opposto giornata piovosa con niente da fare, insomma ci sono un sacco di variabili che si possono anche mescolare.
Però se lo studente prende un brutto voto i genitori potrebbero punirlo, per esempio, non facendolo uscire con gli amici. Per cui un giorno di rinuncia a fronte di, per esempio, una settimana in casa risulta più vantaggioso. Non sò se può funzionare, ma per me è un altro fattore da considerare
Salve professore, volevo complimentarmi con lei per i suoi video, e le volevo dire anche che la frase che dice all'ultimo, partendo da studiare o non studiare andrebbe detta ogni giorno nelle aule delle scuole italiane dalle elementari alle superiori, tutte le mattine per far capire alle nuove generazioni l'importanza dello studio, che sarà riflesso nelle loro vite future. Perche già solo quella frase racchiude molto. GF.
Bellissimo video! Effettivamente non avevo mai sentito la "Scommessa di Pascal" spiegata così nel dettaglio, affascinante! Premetto che io credo però devo dire la sua argomentazione continua a non convincermi pienamente. Lei ha detto che il prossimo video a riguardo affronterà le principali obiezioni, quindi immagino avrò una risposta allora, però quello che mi lascia perplesso è che per una persona non credente il Dio cristiano (o comunque abramitico) di cui Pascal parla (perché dice che questo Dio garantisce immortalità e infinito benessere dopo la morte) è potenzialmente un'invenzione arbitraria. Da qui poi seguono obiezioni importanti, secondo me.
@@testimoneh2478 capisco il non condividere che sia una invenzione, ma trovo molto curioso il fatto che chiedi spiegazioni sul dubbio in sé, cioè non ti è chiara la mera ipotesi che per qualcuno possa essere un'invenzione arbitraria. Lo trovo strano, anzi no, direi "degno di nota"
@@testimoneh2478 che importanza ha "di chi" mi fido io? In assenza di prove restano le possibilità, è un concetto estremamente semplice. Trovo curioso che per qualcuno l'assenza di prove rappresenti una certezza talmente granitica da domandare "perché?" a qualcuno che mette sul piatto più di una ipotesi.
Caro Professore, complimenti per a sua bella analisi esposta con logica stringente , con un bellissimo italiano e con una voce piacevole e musicale ( sono un musicista). Amo molto Pascal ( non si dimentichi che, alla fine, è un mistico, oltre che loico) e ammetto da sempre l'esistenza di Dio che io indico come "Presenza ","Assenza" e "Ricerca". Senza ragionamenti , ho scelto Dio perché , quando è presente, sono felice. Ora , è chiaro che Pascal non vuole dimostrare l'esistenza di Dio , come Anselmo d'Aosta (Deus est quo maius cogitari nequit: Proslogio) e neppure accettare la risposta del monaco Gaunilone sull'isola perfetta, o i talleri di Kant. Cusano , geometricamente, aveva ben dimostrato che fra noi e Dio c'è un rapporto di incommensurabilità. Allora tutto il ragionamento si fonda " sull'agire", cioè sulla morale o etica, se si preferisce. Questo ,in ogni caso, comporta o che ci sia un'etica universale (Kant) o che si definisca cos'è il Bene(Platone, dal quale , del resto ,Kant deriva ) . Ma sappiamo che esistono morali diverse : già Agostino è in difficoltà alla domanda dei legionari romani , fattisi cristiani , se sia lecito uccidere il nemico. E' bene o male uccidere il nemico in guerra? Insomma ciò che è bene per uno, può essere male per un altro: se ognuno pensa che ciò che fa è un bene, ognuno deve avere un'idea diversa di Dio : il Dio inflessibile della Bibbia, o quello d'amore del Cristianesimo? Insomma, pe quanto si usino matematica, algoritmi e calcolo delle probabilità , il problema di Dio e del "ricovrarsi sotto le sue ali" restano un problema , che nessuno può o potrà mai risolvere. Caro Professore, ti ringrazio di cuore, perché il tuo modo di ragionare e di esporre mi piace tanto! Non posso fare a meno , anche se non c'entra, di terminare con la Propositio XV di Spinoza:" Quidquid est, in Deo est , et nihil sine Deo esse, neque concipi posset".(Etica) ,perché parlare di Dio fa sempre bene.
Io la vedo cosí: dio non esiste. Ognuno di noi é nato per culo, ognuno di noi ê cultutalmente vergine e strutturalmente povero e nudo alla nascita. Abbiamo tutti lo stesso diritto di decidere la nostra etica di comportamento personale e la via da percorrere. Certo é che matematicamente l'equilibrio migliore per vivere tutti bene fino all'ultimo giorno, senza subire dolore, ingiustizie prevaricazioni, sia quello di non farne ad altri. Quindi é matematico che uccidere sia sbagliato perché quando si viene uccisi o feriti si prova un oggettivo dolore. Noj mi serve una novella su un essere potente per capire questo principio di armonia. Anzi. E che subire obblighi o limitazioni al proprio modo di essere ê sbagliato. Vedi i temi sull'eros, i tabú, i gusti sessuali o le altre scelte di vita magari borderline ma innocue per gli altri. Dio serve solo ad impedire agli schiavi l'ambizione della libertà. E siccome non voglio essere opportunista, non fingeró di credere in Dio per convenienza e anzi. Se esistesse non potrebbe che essere colpevole di millenni di ingiustizia e violenza. Quindi no. Non mi vendo alla comodità di una religione. Bestemmio ogni giorno con la mia coscienza e va benissimo così.
Il discorso dell'Architetto in Matrix. Ciò che conta non sono le possibili opzioni, le cui conseguenze non sono controllabili o evitabili. Ciò che conta è "la scelta", ovvero il non rifuggire la responsabilità di fare una scelta consapevole, e per ciò stesso responsabile, indipendentemente dalle circostanze.
Grazie prof.❤️ Sei inimitabile! Il dono carismatico nel tuo esporre.. in abbinamento alla tua saggezza.. fanno tenere incollata la mia mente alle tue parole ricche di buon senso!
Grande argomentazione da parte di Pascal, sicuramente uno dei miei punti fermi che piano piano mi ha portato a riscoprire la fede. A dargli quella base di razionalità se vogliamo. Sono stato per molti anni scettico, nonostante che avessi esperienze indirette dell'esistenza di Dio da persone a me care. La fede mi ha reso una persona migliore su questo sono certo.
@@testimoneh2478 bah... L'ho conosciuto e l'ho abbandonato e la mia vita non è cambiata in peggio,anzi. Ora non ho più l'ossessione del peccato. Vivo e basta semplicemente.provare per credere
@@faustozambelli3984 Si è la posizione di comodo del senzaDio, pensare di vivere senza ...telecamere! Scusi ma che avrebbe fatto o detto Gesù per abbandonarlo? Non vuole porgere l'altra guancia?
@@testimoneh2478 cosa ha fatto?cosa non ha fatto è la domanda.su siamo seri;ognuno può credere a chi vuole ma non abbia la pretesa che sia l'unico è indispensabile. D'altra parte 2 millenni di assenza metterebbe il dubbio anche alla più dura cervice.
Il problema è la volontà di vincere le ns inclinazioni che ci fanno stare bene ma che non sono attinenti al messaggio cristiano, per una speranza sicuramente l'unica speranza , molto molto piu grande, ma alla quale per aderire dobbiamo accettare che il perdono sia certo (per chi non nasce santo) e condurre il ns corpo come fosse uno schiavo.... Come qualcuno diceva...
Ho molto apprezzato questo video dalla qualità tecnica , all' argomento trattato ben spiegato, anche se devo ammettere che non sono riuscito a seguire abbastanza fluidamente la descrizione relativa alle formule matematiche ma questo ovviamente per una mia innata rivalità verso la matematica...tralasciando ciò personalmente conoscevo in modo basic già questo concetto pascaliano poiché trattato in filosofia alle superiori e devo ammettere che con tutto il rispetto dovuto nei confronti della brillante mente del grande uomo di scienza il quale Pascal era, che vi ho sempre trovato dell'ovvietà in questo concetto poiché ritengo dovrebbe apparire abbastanza scontato che conviene in generale sempre scommettere se la posta in gioco è alta ,specie se parliamo di una questione come l'esistenza di Dio ,senza contare che il concetto rinchiuso in questo pensiero filosofico ,sembrano più le parole uscite dell'omelia di un sacerdote che le parole di un grande filosofo il quale Pascal era... Espresso questo mio condivisibile o meno parere personale ribadisco i complimenti per il video.
Qualità tecnica mica tanto, ma probabilmente il seguente messaggio non sarà molto chiaro se dici di essere così avverso alla matematica. Io lo metto lo stesso, è un papirone il cui riassunto è "è tutto sbagliato". Se dovessi voler spiegazioni più chiare posso provarci, fammi sapere
Però devi fornirle le controargomentazioni, perché sono fondamentali. L'intero problema è sbagliato, sin dalla definizione della domanda. Partiamo dall'inizio: La definizione dello SPAZIO DELLE POSSIBILITÀ non è fatta correttamente: le uniche due possibilità accettate sono a) nessun dio esiste e b) il dio cristiano (possibilmente cattolico) concepito da Pascal esiste. Ma qui stiamo già facendo delle assunzioni fortissime, impossibili da giustificare con argomentazioni che non assumano il risultato già di partenza. È una falsa dicotomia. Le possibili ipotesi dovrebbero essere o a) nessun dio esiste b) almeno un dio esiste OPPURE un numero infinito di ipotesi con tutte le possibili combinazioni di numero e caratteristiche di dei esistenti possibili. I due casi sono esattamente equivalenti, ma vanno trattati con strumenti matematici diversi su cui sorvoliamo [spazio campionario con variabile aleatoria continua]. In ogni caso, per spiegare perché la soluzione è sbagliata prendiamo il caso binario, che avrebbe lo stesso tipo di soluzione del problema non modificato (anche se implicazioni diverse, come mostrerò dopo): la tavola di verità 2×2 mostrata nel video. Bene: la soluzione ∞×quasi 0=∞ è matematicamente sbagliata o in alternativa comunque frutto di assunzioni prive di fondamento logico. Perché? Beh, perché non si può moltiplicare nulla per ∞, perché __non è un numero__! Al massimo è possibile far tendere la quantità a ±∞ per i "guadagni" e le "perdite", ma se vogliamo usare un'argomentazione di tipo logico-matematico non è possibile usare le regole dell'aritmetica ordinaria trattando ∞ come se fosse un numero. Allo stesso modo, "quasi 0 ma finito" può essere fatto tendere a 0. Di conseguenza, l'operazione fatta deve essere affrontata con un'operazione di limite, ma così facendo otteniamo una forma indeterminata del tipo ∞×0=? Il risultato dipende interamente dal modo in cui le due quantità tendono rispettivamente a ∞ e a 0, non è possibile dare un risultato generale senza avere questa informazione. Di conseguenza, il risultato potrebbe essere qualsiasi cosa, da 0 a ±∞ nei due rispettivi casi. Inoltre, potrebbero essere diversi nel caso "guadagni" e nel caso "danni". Con questo, ho mostrato come l'intera risoluzione del problema come proposto non è corretta. Ora, usando il secondo caso, mostro come cambiando la definizione del problema in modo da non compiere assunzioni nascoste porti ad un risultato del tutto differente. Il secondo caso è quello in cui le possibilità sono l'insieme della combinazione di qualsiasi numero e combinazione di caratteristiche di dei possibili. Partiamo dal caso semplificato, eliminando tutti i casi in cui il numero di dèi è maggiore di 1: vogliamo che le possibilità siano 0 dèi o 1 dio. In questo modo, possiamo esplorare lo spazio delle caratteristiche, per così dire. Nel problema originale, assumiamo che le caratteristiche del dio siano quelle di Dio; ma chi ci garantisce che sia questo il caso? Se invece il dio avesse, ad esempio, comandamenti differenti? Qualsiasi tipo di proprietà, fintanto che non incompatibile con le altre, andrebbe bene a priori. Abbiamo quindi un'infinità di possibilità diverse. Siccome non possiamo fare assunzioni speciali rispetto alla probabilità di ogni possibilità, dobbiamo assumere una distribuzione uniforme di probabilità. Prendiamo ora per ipotesi un dio che abbia le caratteristiche di Dio, ma invertite. Per semplificazione diciamo che scambiamo il risultato tra "guadagni" e "perdite", sostanzialmente in modo da ottenere una specie di anti-Dio. Dato che stiamo considerando tutte le possibili combinazioni e che la probabilità di ogni combinazione è la stessa, nel conteggio del valore atteso questi due elementi dello spazio campionario hanno esattamente valore uguale ed opposto; il valore atteso è dunque 0. Lo stesso vale per ogni altra possibilità che abbia valore atteso non nullo: siccome lo spazio in esame è isotropo per ipotesi, ad ogni dio con valore atteso non nullo corrisponde un altro dio di valore atteso uguale e opposto che lo annulla. Questo accade per qualsiasi numero di dèi possibile. Di conseguenza, il problema formulato cercando di eliminare la soluzione dalle "ipotesi nascoste" porta a un risultato drasticamente diverso. Come ho mostrato, comunque, ogni punto della questione è problematica: dalla formulazione del problema, alla restrizione erronea dello spazio delle ipotesi, all'abuso di notazione nel calcolo del valore atteso. Sarei interessato a sapere che ha detto il prof di matematica di questa cosa, perché è possibile (anzi probabile) che la mia conoscenza o comprensione della faccenda sia mancante in qualche punto.
Ateo convinto per me è praticamente un ossimoro. L'ateismo è la pura assenza di divinità, è la mancanza di una convinzione, non contiene affermazioni propositive a meno che non si tratti di ateismo gnostico (che però è demenziale)
🦊La scommessa di Pascal è un problema immaginario, è come una lotteria dove il primo premio è straordinario, ma solo nella testa di chi lo pensa. Si può immaginare la meravigliosa possibilità di vincere... ma non puoi comprare il biglietto. Nel frattempo devi vivere tutta la vita secondo le regole che ti impone il 'tabaccaio'. Che ci guadagna per il solo fatto di proporre la lotteria. 🦊
Vivere con Dio non e`solamente vivere secondo le regole. Quello e`un approccio infantile, senza offesa, ma diciamo un approccio da ``alimentazione da latte`` . Vivere con Dio vuol dire vivere una relazione profonda con il proprio creatore, piu`tempo passa e piu`ci si rende conto che quelle regole sembra che ci rendono schiavi, ma in realta`ci rendono liberi. Perche`come disse Gesu`: Chiunque commette il peccato e`schiavo del peccato. E ancora Pietro insegno`: Alcuni dicono di voi di essere schiavi, ma non si rendono conto che loro stessi sono schiavi della corruzione (del peccato). Daltronde se ci pensi, menzogna, odio, orgoglio, mancato rispetto per i genitori, pornografia, fumo, egoismo, sono tutte bestie feroci che consumano anche le persone che apparentemente pensano di essere buone. Cristo vuole fare 2 cose. 1. perdonarti, gratuitamente, tramite la fede in lui. 2. renderti una persona MIGLIORE e LIBERA, come? attraverso il cambiamento che lo Spirito Santo compie nella tua vita, attraverso il piccolo passo di fede di provare a seguire i suoi comandamenti GIUSTI. Dio ti benedica
@@davideverga2526 il problema è che avete paura di affrontare l'argomento, ma Dio è pronto a perdonarvi. Inoltre il tema Gesù Cristo, oggi è paragonabile orientativamente al tema Ufo. Cioè esiste ? non esiste? bah, qualcuno ha detto di si, ma io non ci credo, dove sarebbe se no? Il problema è anche la totale ignoranza delle Scritture che vi uscire totalmente fuori binario sul tema. Parlo da un punto di vista logico, non religioso. Non uscite fuori binario perchè dite : Ho letto, ci ho riflettuto, ho ascoltato, ho visitato chiese protestanti e non protestanti, ma ho scelto di no. Voi non volete ascoltare, ne leggere, ma pretendete di affiancare il tema dell'esistenza di Dio come al tema sull'esistenza degli alieni. Considerate la bibbia un insieme di storie e leggende ignorandone il contenuto. Studiando la bibbia, ma anche basterebbe il vangelo di Giovanni letto con attenzione (credo siano 40 pagine di libro classico), con un po' di storia del cristianesimo, e qualche epistola della patristica, per esempio le epistole di Giustino Martire, molto brevi, vi farebbe capire orientativamente di cosa si sta parlando. Di un movimento enorme che ha sconvolto la civiltà con fedeli pronti a morire piuttosto che rinunciare alla Fede in Cristo. come disse il Signore: Voi errate di molto perchè non conoscete né le Scritture e né la Potenza di Dio. Se non volete crederci con il cuore, e nemmeno con i miracoli, (anzi, come potreste sapere dei miracoli se ce li raccontiamo tra di noi in chiesa e voi non ci venite mai? dovremmo evangelizzare di piu, errore nostro) beh provate con la storia, con la logica. Vi capisco bene, al giorno d'oggi, scientifico, multiculturale, e materialista, il cristianesimo risulta solo l'ombra di uno di tanti alberi delle religioni del mondo. Vi capisco davvero, come potreste intenderlo senza immergervi dentro? Però ne vale della Vita o della Morte. Puoi dedicare 2 settimane della tua vita a pregare Dio per chiedergli se esiste? leggerti 40 pagine di vangelo, un po di storia, frequentare una comunità cristiana ? che poi, amico, che ci fai in questo video? Dio cerca anche te! un abbraccio
@@Quei78 "Di un movimento enorme che ha sconvolto la civiltà con fedeli pronti a morire piuttosto che rinunciare alla Fede in Cristo": Stai quindi asserendo che dio è stato inventato dall'uomo. Il tuo problema è sempre lo stesso: cerchi di dimostrare l'esistenza di dio ma allo stesso tempo lo consideri un dato acquisito. Ti informo poi che i cristiani rappresentano il 30% dei credenti, quindi di quale dio stiamo parlando? Risposta: del dio dei conquistatori, il dio venerato dai popoli che in suo nome si sono macchiati dei peggiori orrori contro l'umanità, e che lo hanno inventato per giustificare i loro crimini. Tu dovresti ben saperlo, visto che fai anche riferimento alla sua "potenza", come un predicatore televisivo americano.
@@davideverga2526 Ciao Davide, allora hai detto che siccome il cristianesimo e`subentrato di colpo allora l`hai considerato come invenzione umana. Giusto? Dio non e`stato inventato dall`uomo solo perche`Dio ha deciso che quello era il momento giusto per manifestarsi. Tutto qui, Dio ha stabilito di mandare suo Figlio proprio in quel periodo. I motivi possono essere vari ma diventerebbe un discorso molto lungo e fuori discorso. Non cerco di dimostrare l`esistenza di Dio, cerco innanzitutto di dimostrare che ha senso credere in Cristo Gesu`, valutare poi quanto ha senso e che cosa senti nel cuore, quello e`un altro discorso. Oggi purtroppo l`intero argomento chiamato Cristo Gesu`e `racchiuso in brevi stereotipi o pareri generati da quasi totale assenza di indagine, riflessione o esperienza. P.s. L`esperienza andrebbe fatta da adulti, non da bambini, come molti mi dicono: ``da bambino ero credente e ho fatto cresima ec ecc ma ora non credo piu```e l`esperienza andrebbe fatta in ambienti cristiani magari piu coerenti alle Scritture, come gli ambienti protestanti. Riguardo alle percentuali, Dio ci ha mandato a predicare il vangelo dappertutto, a pregare e ad amare. Non ci ha mandato a fare i matematici. Si ha senso capire le motivazioni per poter lavorarci su, pero`non il Vangelo non e`statistica ma Potenza di Dio. Potenza si, perche`nel nome di Gesu`i demoni sono liberati, le malattie spariscono, i disturbi ossessivi spariscono e le dipendenze si sciolgono. E gloria a Dio. Riguardo al perche`biblicamente ci siano episodi di violenza, nell`antico testamento, e`un tema trattato anche dal professore nel video. Molto complesso e dalle numerose sfumature teologiche .Guardati il video del professore, cerca su internet, o se vuoi ti dico che ne penso. Dio ti benedica. Ricordati che quando un giorno il Signore verra`, non dirgli: Tu non ti sei mai presentato a me.... perche`oggi, proprio oggi, Dio ti sta chiamando anche tramite me, debole messaggero! Cari saluti
Ho 2 osservazioni: Per le ultime formule, se inf e p hanno lo stesso grado di infinito e infinitesimo la inf x p + f1 x (1-p) - - - > 1 + f1. Ovviamente non rispettando la premessa 2 che hai detto alla fine Quindi se la probabilità p dell'esistenza di Dio tende tanto a 0 tanto quanto l'ipotetico guadagno che indichiamo con inf tende ad infinito allora il risultato tende a 1 + f1 che credo si possa tradurre come una vita più quello che ne ho guadagnato seppur la sua non esistenza (non so se questo ha un valore reale positivo o negativo o complesso per assurdo). Immaginando che il guadagno sia di grado maggiore rispetto a qualsiasi probabilità di esistenza, il ragionamento che hai fatto vale. La seconda cosa che volevo aggiungere è: questo discorso è valido se io suppongo l'esistenza di un unico grande Dio e mi chiedo se esiste o non esiste e che se esiste la mia ricompensa post mortem sarà infinita. Tutto ciò non posso metterlo in discussione nel senso che chiedersi se dopo la morte, ammessa l'esistenza di Dio, riceverò la ricompensa è "semplicemente" questione di fede ossia di fiducia nei suoi confronti. Oltre a questo però mi chiedo: se io entrassi il giorno seguente in aula e venissi a scoprire che in quello stesso giorno non ci sarebbe mai stato il professore che il giorno prima mi sono immaginato che ha detto che forse avrebbe interrogato ma al posto suo ve ne sono altri? Cioè questo schema può essere perfetto così se prendiamo in considerazione questo Dio ma può essere applicato a tantissime religioni e dunque non esclude nessuna delle altre. Pascal dunque non risponde pienamente neanche agli agnostici che credono che se una o più Divinità, nel senso di essenze senzienti e creatrici, esistono non è detto che sia quella delle religioni abramitiche. Posso essere d'accordo con Pascal ma mi sembra di giocare su un tavolo più grande di quello introdotto da lui. Ipoteticamente anche Zeus o Shiva possono essere Dei validi per me, per tanti o per tutti e nulla di ciò che so e conosco (che non è molto) mi può far escludere la loro esistenza o inesistenza o coesistenza.
Sì, sì, tutto bello e molto interessante. Ma torniamo con i piedi per terra! Il Dio di Pascal si basa su una scommessa, quindi da spazio all'idea che è conveniente credere. Il Dio cristiano vuole, invece, la fede, che non punta sulla probabilità e sulla convenienza, ma sulla fiducia incondizionata! Ma a parte tutti i discorsi più o meno filosofici, dobbiamo considerare il fatto dal punto di vista storico: siamo nel '600, in un'epoca dove l'esistenza di Dio non era praticamente nemmeno messa in discussione (sennò si faceva la fine di G. Bruno o Campanella, nel migliore dei casi). Giocare quindi era, in questo caso, plausibile e accettabile. Poniamo il caso che Pascal avesse dimostrato matematicamente che era vero il contrario; questa teoria l'avrebbe ancora espressa? Anche lui era un figlio del tempo. Oggi, dopo tre secoli, le cose non stanno più proprio così. La teoria dei giochi in parte vale (non tiene conto di un'infinità di variabili), ma in questo specifico caso vale molto molto meno. La scienza ha fatto progressi inimmaginabili solo fino a pochi decenni fa. Con buona pace dei filosofi-matematici.
Non posso credere di essermi perso per tutto questo tempo un canale come questo. Così abituato a seguire filosofi e apologisti americani e inglesi che avevo dato per scontato non ce ne fossero italiani.
Il problema di fondo della scommessa di Pascal è la vincita. La vincita, ossia vita eterna, felicità ecc. sono date come assodate, cosa che non si può presumere perché nessuno sa cosa ci sia dopo la morte, sono tutte presunzioni. Dunque, non avendo certezza della vincita, la scommessa diventa automaticamente sconveniente.
@@riccardoruberto2320 tutto dipende da come vivi la tua fede. Guardando le varie religioni hai molto da perdere, a partire dal bene più prezioso, il tempo.
@@riccardoruberto2320 se dai valore zero alla tua vita allora non perdi nulla. E dire che la tua vita vale zero rispetto all'infinito non ha senso, perchè non hai alcuna esperienza di cosa significhi esistere in un tempo infinito, quindi ragioni per pure astrazioni giusto per convincerti di quello che dici.
Perfettamente d’accordo. Se avessimo l’assoluta certezza che l’esistenza di Dio è collegata con la vita infinita e felice allora il teorema di Pascal è corretto. Purtroppo si basa su un assioma troppo cattolico. Se si mette in dubbio la vita infinita anche con l’esistenza di Dio il teorema crolla credo
@@Orsohobo io non perdo una vita se decido di scegliere di credere , perché semplicemente io non scommetto la mia vita , se vinci hai eterna vita di amore se perdi hai semplicemente vissuto rispettando i valori migliori che ogni essere umano dovrebbe avere;che si creda o meno
Lo sa prof, io ho avuto bisogno dell'insegnante di sostegno e non sono quasi mai andata alla lavagna, ma sono diventata colta grazie alla dedizione per me, dei miei insegnanti di sostegno e per l'amore alla lettura! Io devo solo ringraziarli!. Anche lei sa?.
Ho scoperto che sto facendo cassa. Ma non è tanto per motivi di possibile guadagno futuro illimitato ma perchè Dio mi ha svelato la sua presenza ed è quella di un padre amorevole.
Due settimane fa una ragazza che abita in provincia di Bologna come me, ragazza di 23 anni innamorata del suo ragazzo, con cui doveva andare a convivere, doveva iniziare a lavorare entusiasta dopo una settimana nel negozio di parrucchiera di sua madre. E partita per andare al mare di sera, verso le sette durante un sorpasso in autostrada, la 500 che guidava ha avuto un guasto, rimanendo ferma nella corsia di sorpasso, non ha fatto in tempo a scendere, impaurita ha chiamato il ragazzo, dietro è arrivata una macchina l ha centrata in pieno uccidendola sul colpo, quale padre amoroso farebbe una cosa del genere, un padre vero salva un figlio, non lo fa mettere in croce alla merce di soldati romani molto masochisti, e la stessa cosa ha fatto con questa ragazzina
wow è il primo video che guardo..e.. mi ha tenuto incollato al monito con un bel discorso il modo di porsi di parlare, tutto perfetto OTTIMO VIDEO, like e iscritto👍👍👍
Bellissimo video complimenti, però se mi permette vorrei far notare che anche il gatto e la volpe dicono a Pinocchio che piantando le monete nel campo dei miracoli (scommessa) sarebbe cresciuto un albero pieno di monete (premio esagerato). secondo il ragionamento di Pascal è conveniente per Pinocchio piantare le monete… perchè anche se ci fosse una percentuale minima che l’albero producesse monete, Pinocchio farebbe un grosso affare. Ma guarda caso il gatto e la volpe nottetempo dissotterrano le monete e le rubano a Pinocchio che rimane truffato. Questo discorso è equivalente per la religione, l’eterno benessere che dovrebbe dare un fantomatico Dio non può essere verificato. Quindi è proprio sbagliata l’impostazione iniziale di Pascal. In sostanza non essendo certo il premio non è mai conveniente scommettere in nessun caso.
Landolfi che era un giocatore incallito diceva che la metafora di pascal era indegna di uno schiavo. Credere in dio per scomessa è la peggiore blasfemia che esista.
Ho, uno può essere anche incallito giocatore, ma non significa che automaticamente abbia la mente di Pascal. Dimostralo e prenderò in serio esame le sue parole. Ciao.
@@antonioborga4809 le posso citare decine di geni che dicono stupidaggini. Lei mi dice che pascal fa eccezione oppure se il genio non dice mai stupidaggini io le potrei rispondere con Nietzsche e Marx che di stupidaggini ne hanno dette tante. Ma pascal non dice mai stupidaggini. Se lo dice lei. Cmq qualsiasi giocatore da Dostoevskij (si fida di fedor?) In giù le dirà che pensare che un giocatore incallito giochi per vincere è una emerita scempiaggine.
@@ventus68 Pascal - l'avrai intuito - ha la mia fiducia. Se ha detto delle emerite stupidaggini, non lo so. Non mi pronuncio se non so. E quindi non so se fa eccezione. Se dovessi scommettere direi che non fa eccezione. Ma da incompetente, valore zero. Il giocatore compulsivo è pane per la psichiatria, mentre la scommessa, così come presentata nel filmato, è intrigante. Vanno sentite anche le obiezioni, ma per il mio livello intellettivo, quello che viene detto è già impegnativo di suo. Piuttosto quel giudizio di Landolfi, sarebbe interessante se me lo sunteggiassi: perchè blasfemia? Non può esserlo, in linea di principio, in quanto Pascal poneva tutto il tema come parlasse da agnostico a degli agnostici. Ciao.
Complimenti per il discorso molto ben strutturato e articolato, ma ho un dubbio che non vedo mai trattare da nessuno riguardo a questa scommessa (forse ne ha parlato nell'altro video di cui parlava): La logica dietro questa scommessa si basa sul fatto che se Dio esiste, allora è quello cristiano. Questo elimina dalla radice tutte le altre possibili interpretazioni religiose. Se io scegliessi di credere in Dio e mi comportassi secondo i suoi comandamenti, potrei scoprire che lui alla fine esiste, ma non è quello cristiano e magari le regole che ho rispettato non porteranno alla vita eterna e felice, ma a pene e dolori senza fine. In tutto questo sto tralasciando il fatto che trovo particolarmente senza senso decidere di credere in Dio perché conveniente: se seguissimo la dottrina cristiana (e non solo), scopriremmo che Dio necessita di fede e amore incondizionato, non di credere semplicemente che esista perché ci conviene. Comunque, cmplimenti ancora per il video
Video molto bello, mi piace il ragionamento di Pascal. Secondo me però su questi temi noi esseri umani facciamo l’errore (siamo costretti a farlo) di pensare in modo duale. Siamo abituati a vedere le cose in modo duale: vero/falso, esiste/non esiste. Credo che su temi come ‘l’esistenza’ di Dio siamo limitati da questo pensiero. Dio potrebbe non stare da un lato o dall’altro della medaglia, ma potrebbe essere la medaglia intera. Probabilmente un paradosso per la nostra mente razionale. Detto questo, grazie per questo video. Non conoscevo la scommessa di Pascal :)
La mia impressione è che Pascal confonda l'infinito matematico con l'infinito trascendente. La mia sensibilità interiore mi porta a considerare differenti questi due infiniti. Quello matematico (di cui esistono anche gli infiniti di ordine superiore) può essere visto come un riflesso, una traccia dell'infinito trascendente, ma non so se è corretto inserire in formule matematiche l'infinito trascendente, cosa che fa Pascal, al posto di quello matematico (che rimane pur sempre un infinito immanente). Preferisco non fare scommesse e accettare quello che mi dice la mia sensibilità, e cioè che forse Dio esiste per le tracce che dà di sè nel pensiero umano, nell'arte, nel mondo fisico in cui siamo immersi, nella matematica (che pare sussistere in sè e per sè, e solo dopo diventa strumento per formalizzare, sempre in prima approssimazione, mai completamente, le leggi fisiche). In conclusione per me Pascal sta sbagliando nell'approccio. Anche lo zero che non è zero ma è un epsilon maggiore di zero anche da parte dell'ateo più incallito, è un numero generato della sensibilità umana, non è un numero inseribile in una formula matematica.
Obiezione molto intelligente. In effetti il problema più grosso della scommessa (e uno dei concetti più difficili della matematica) è la definizione di "infinito" e le regole che lo riguardano. Tuttavia, se intendiamo correttamente Pascal, il suo intento è quello di offrire un algoritmo che rappresenti le regole dell'agire pratico razionale. In altre parole: se agiamo per uno scopo o un fine, cioè se agiamo in modo intenzionale, allora l'azione migliore è sempre quella che permette di ottenere il risultato valutato come maggiore. In pratica, umanamente parlando, quell'infinito non sarà mai infinito ma un numero tendente a infinito. Quel valore che tende a infinito è il "Dio" che regola le nostre azioni. Non si tratta infatti di una dimostrazione dell'esistenza di Dio, ma della sua necessità (e razionalità) per guidare le azioni umane. Qualcosa di simile al postulato della ragion pratica di Kant.
Grazie Prof! Un ottimo video per invogliare a scommettere anche gli irriducibili scettici. Forse! Per me che la matematica è sempre risultata lontana, è piú semplice scommettere sull' imprescindibile Bellezza del Creato dal suo Creatore. E anche sul fatto che se ancora esiste questo, come pure il genere umano, significa che non dipende da noi, visto il nostro impegnarci alla distruzione! Buona estate, Prof! Saluti. Brunella
ma scettici cosa? non c'e' nessun motivo plausibile per credere in un essere superiore che ha creato tutto ahahahahahahh se poi ci vuoi credere tanto perche' nel caso non si sa mai.. fate ridere
@@beaconeersofthesevenmaps3467 si, puoi cercare le prove di cui hai bisogno per crederci ...ma se non vedi quelle giá evidenti, sará difficile che le troverai, secondo i tuoi schemi...comunque, buon lavoro! Ciao
@@papillion3338 credere non è conoscere. Ripeto: prove evidenti oggettive, misurazioni ripetibili, dimostrazioni inconfutabili. Tutto il resto sono costruzioni soggettive indimostrabili. "Non è sufficiente godere della meraviglia di uno splendido giardino senza doversi per forza immaginare che vi siano delle fate in esso?" - cit.
@@beaconeersofthesevenmaps3467 ripeto: continua a cercare le tue prove inconfutabili ecc...conoscere Cristo è frutto della fede non il contrario...la tua fede ti ha salvato, ha sempre detto, e non la tua conoscenza ti ha salvato/ ti salva...del resto, hai ascoltato il video del Prof. E Pascal: fai la tua scommessa. Io l ho fatta! Ciao
questo finché si considera valida la possibile esistenza di un solo dio, cosa succede se ci aggiungiamo altre divinità sulle quali scommettere, e se consideriamo che le scommesse non possono essere cumulative? non scommettere o puntare su uno degli dei? naturalmente dobbiamo considerarli tutti (non possiamo certo essere così presuntuosi da considerare valide le alternative attuali), e quindi includere tutti i pantheon esistiti ed esistenti. considerando che ci sono anche divinità antitetiche a dio (i demoni, satana, le divinità mesopotamiche citate nella bibbia che un credente avrebbe dovuto rifutare), la scommessa andrebbe ricalcolata con le migliaia di opzioni - considerando anche la dannazione eterna, o la rinascita. bisognerebbe includere anche altri credi: le superstizioni e la magia, ad esempio: entrambe mettono in gioco un premio, andrebbero incluse e calcolate. il buon giocatore, a fronte di migliaia di offerte, si rende conto che a troppi conviene il ruolo del banco.
Buongiorno Prof. E' la prima volta che le scrivo, non amo commentare, infatti la mia vuole essere più una domanda. E' corretto ragionare sempre in ottica futura? Perché la religione continua a dirci che bisogna credere per un guadagno futuro quando lo stesso Gesù ci parla oserei dire banalmente, di un guadagno immediato. Gesù ci parla della realizzazione del regno non in futuro ma nell'immediato. Come giustamente voi chiudete il discorso dicendo: "e se il prof non interriogasse mai? Beh, voi sareste comunque guadagnato in cultura, sareste persone migliori". Non è questo quello che si dovrebbe pensare? Meditare, fare discernimento, studiare, essere più spirituali e meno impulsivi, vivere l'uno per l'altro, non ci aiuterebbe DA SUBITO, a vivere una vita più felice, a "realizzare il regno" promesso da Cristo? Io non studio per l'interrogazione ma lo faccio per me e ci guadagno a prescindere. Secondo me è tempo di trascendere Pascal e questo genere di discorsi, che ne pensa?
Tutto si basa, che vi sia solo una strada veramente buona da seguire e le altre siano solo dei surrogati, ma chi lo dice è colui che vuole che la sua strada fideistica venga messa in cima a tutte le altre, in quanto si è convinto a tal punto che sia quella migliore e quella che li ha dato di più, cosi espande questo suo concetto personale della "cima di felicità" anche agli altri (mi ha aiutato più di ogni altra strada, dovresti percorrerla anche tu!), peccato che siamo tutti differenti e che se una cosa porta beneficio ad una persona non è detto che la porti anche ad un'altra, anzi potrebbe fare il contrario, e ciò che a te porta felicità ad un altro potrebbe portare adirittura frustrazione. Il problema ancora maggiore si basa sulla deriva dell'ignoranza, dove pongo che se una cosa non esiste=nessun vantaggio o svantaggio, mentre se qualcosa esistesse=attribuisco ad essa un vantaggio personale, dopodiché trasformo la considerazione personale in qualcosa di generale estendendo il mio concetto a tutti, dimenticando che sono partito da una considerazione personale che dovrebbe rimanere tale, visto che si è formata su qualcosa che solo per me è certo!
L'esperienza dell 'Assoluto, per quanto esperita singolarmente in quanto a trasformazione e non come a esperienza di vita generica, è qualcosa di molto esteso in varie tradizioni e culture del mondo, tutt' altro che individuale e isolata. Il Cristianesimo é una decodificazione e esplicazione di questa esperienza. Al di là che si ritenga vera o meno, dire che l'esperienza mistica sia una prospettiva personale è rinnegare millenni di tradizioni profonde come la Storia.
Ovvio che ci sia solo una strada, non potrebbe esser in altro modo, (Efesini 4:5, 6) _...un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo; 6 un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce mediante tutti ed è in tutti._ Questo Signore disse che la "strada" fosse stretta ed angusta quella che porta alla vita, larga è spaziosa quella che porta alla distruzione, non all'inferno... Dante ha fatto un sacco di danni!
Io posso sempre scegliere di studiare il 50% delle pagine, e uscire comunque a farmi una passeggiata più breve. Mi assumo un rischio. Questa opzione non viene presa in considerazione?
Vorrei poter avere la trascrizione di quanto detto nel video, perchè è riuscito con parole semplici e ben ponderate ad esprimere concetti molto profondi ed interessanti.... che riassumerei cosí: Non importa se Dio esiste o meno, o dimostrare con certezza la Sua esistenza o meno (cosa impossibile)..., importa vivere come se esistesse ... se lo facessimo tutti, il mondo sarebbe indubbiamente migliore, e quindi, al di la della posta in gioco, solo questo dovrebbe convincere le persone intelligenti su dove puntare. Una grande e profonda riflessione...
@@teomartini1105 Non capisco il senso e il fine di domande così sterili. Se sei ateo, è una tua scelta, se hai conflitti con il Signore, è una problematica che devi risolverti da solo.
Ma per poter scommettere bisogna conoscere le regole del gioco: dire dio esiste (volutamente minuscolo) non dà le regole, a meno che si supponga che l'unico dio esistente sia quello cattolico-cristiano... e se fosse Manitù? Avrei scommesso senza conoscere le regole di quel dio, quindi avrei comunque perso in partenza. Per cui bisogna prima conoscere le regole del gioco, ma conoscendole si conosce se esiste un dio e quale è, quindi finita la scommessa.
rispetto totalmente la teoria e la trovo molto ben spiegata e affascinante. solo che se credere=agire non mi trovate totalmente d'accordo: una persona può agire a causa di molti motivi non per forza perché crede nella religione, non tutte le azioni o i pensieri sono necessariamente legati ad un credo ma, secondo me dato che sono ateo, a delle cause che porteranno a suddette conseguenze.
Secondo Pascal il problema di Dio si può risolvere sul piano pratico proprio perché Dio è il "punto di fuga" della prospettiva nella quale consideriamo il valore delle nostre azioni. In questo senso precede Kant, che rifiuta si possa giungere a Dio con la speculazione, ma solo assumendolo come postulato della ragione pratica, cioè come il presupposto necessario di ogni agire umano. Tuttavia Pascal sposa una morale finalistica (non un imperativo categorico razionale) e dunque Dio diventa il fine di tutte le azioni più che l'autorità dalla quale emana una legge universale. "Scommettere" significa allora "agire secondo un sistema di valori", preferito proprio perché valutato più "conveniente" al proprio fine. Credere dunque equivale ad "agire in situazione di incertezza sperando in qualcosa". Una definizione dii "fede" che non differisce molto da quella classica.
@@Bellaprof prof secondo me si può agire anche sperando in qualcosa di bello dopo una suddetta azione, non per forza bisogna essere motivati nella speranza di qualcosa di bello come Dio. magari agiamo per cercare di ottenere qualcosa di bello nella nostra vita. ci sono molti altri punti di fuga oltre a Dio
Riferendomi al minuto 20:20 c'é da dire che matematicamente se l'esistenza di dio fosse un numero piccolo, talmente piccolo da essere un infinitesimo dello stesso grado o superiore della "infinità" che si vincerebbe scommettendo su dio, allora la scommessa potrebbe anche essere finita o persino un numero tendente a zero.
Più che alla scommessa di Pascal mi sembra che questo gioco assomigli alla famosa truffa del principe nigeriano (mandami 5000€ per sbloccare un fondo da 5 milioni): il punto non è quale sia la possibilità che ho di vincere ma se il premio esiste o no. Manca quindi una premessa fondamentale per iniziare la scommessa
Enrico, è più di un anno che lavoro a questo secondo video. Ho trovato tanta di quella roba che non riesco a condensarlo in pochi minuti. Ma forse dovrei decidermi a buttarlo giù come viene....
Peccato che il buon Pascal, da uomo occidentale, considerasse solo il Dio cristiano. Bisogna poi specificare in che cosa consista concretamente scommettere su Dio: non si tratta di soldi, ma di impostare la propria vita secondo un insieme di regole, prescrizioni ecc. E ora veniamo al punto: su quale Dio stiamo scommettendo tra le migliaia di dei venerati dall'uomo nel presente e nel passato? Perché vedi caro Pascal, nella maggior parte dei casi scommettere su un dio (cioè vivere una vita basta su alcuni valori ecc.) significa scommettere contro migliaia di altri. Come la mettiamo? Questa è solo un obiezione logica. Tralascio lo squallore di una etica e di una morale basate solo sulla paura di perdere una scommessa...
Bel video ! Ma, come la vedo io, non è cosi razionale di pensare che il gioco sia "50% - 50%". Il problema non è tanto scommetere sul' esistenza di Dio ma sulle diverse possibile implicazioni del'esistenza di Dio. Ci sarrebe "Dio1, Dio2, Dio3, Dio 4, Dio5, etc.", contro "nonDio". O pure, non conoscendo totalmente il mondo palpabile, ci potrebbero essere pure "nonDio1, nonDio2, nonDio3, etc." Un altro punto da sottolineare è che, anche se uno crede in Dio, è difficile agire secondo la nostra fede perchè quel tipo di azione richiede una maggior sofferenza (anche se bilanciata con momenti di più grande beatitudine). Detto questo, dal mio punto di vista, la sofferenza (anche se non da cercare) è giusto non fuggirla. In fatti, più la sofferenza è grande, più la resistenza della vita è grande (solo i morti non soffrono). Aldilà di ogni fede, è una scelta molto naturale e saggia di seguire il massimo gradiante di vita. Continuamente, c'è la scelta tra "ucidere parte di me stesso per non soffrire", "soffrire per salvare tutto quello che è vita in me". L'altra difficoltà (nel scegliere il massimo gradiante di vita) è imparare a riconoscere quello che è vita. Per questo, serve la contemplazione delle virtu che sono le colonne della vita. L'irrazionalità delle emozioni/desideri del corpo possono diventare razionali a traverso l'instinto di fuggire la sofferenza (il cervello puo' sempre giustificare qualunque cosa). La fede appare allora irrazionale perchè deve lottare contro una razionalità che è irrazionale originalmente. Penso che questo sia un'altro discorso che puo' aiutare un uomo "razionale" ad accetare la fede. Vi invito pure a leggere un articolo in inglese sul concetto di "unicità" e intelligenza: giovanni-navajo.medium.com/from-intelligence-or-the-pla-to-the-concept-of-oneness-96d67b1a08e2 In questo articolo, la mia conclusione è che l'ateismo è spesso assurdo perchè, se fosse assoluto, ci sarrebe già naturalmente un concetto di Dio unico.
l'errore sta nel dare per scontato che il non studiare dia per forza come esito voto negativo, ma la vita non ha risultati certi come la matematica. Su alcuni argomenti basta letteralmente stare attenti in classe per portare a casa la sufficienza, di conseguenza uno può non studiare e scamparla lo stesso. Viviamo nell'illusione che il nostro modo di vivere abbia un senso logico.
che ci sia qualcosa di inspiegabile e che va oltre la nostra logica e comprensione mi pare ovvio.. non ci vuole un genio. ma una volta accettato questo fattore un dio non aggiunge niente.. e' una congettura come un'altra.. e il fatto che sia una teoria abbracciata da molti non cambia minimamente il risultato..
@@VapingBad93 ma infatti venivo incontro al tuo discorso riguardo l'illusione che viviamo in qualcosa di logico ;).. sto tizio e' un po' confuso anche secondo me ahhahahaha
Voglio scrivere anche io la mia: secondo me il problema maggiore di questo tipo di discussioni (e in generale della discussione filosofica) è che spesso ci si perde dietro alle parole dell'interlocutore, portando magari argomenti interessanti, ma che conducono lontano dal punto centrale della questione. Discutere infatti sul significato teologico di "timor di Dio" può essere interessante ma non è propriamente pertinente l'oggetto del contendere. Andando quindi al fulcro della questione, la scommessa di Pascal può essere al più un utile strumento spirituale per il credente (se intesa correttamente) ma non ha senso a livello teologico. Il credente può infatti trarre uno stimolo etico se ragiona sul fatto che fare il bene ha comunque senso e che l'eventuale ricompensa nell'aldilà è al più un regalo non dovuto ma ciò non toglie che a livello teologico non ha senso un ragionamento utilitaristico che fonda il credere solo sull'utilità che se ne può trarre. Perdersi quindi nei ragionamenti riguardo al significato di timore di Dio fatto da molti utenti è out of scope perché le parole utilizzate in questo caso non cambiano la logica fondante la scommessa di Pascal. Nel caso a qualcuno interessasse leggere qualche mio pensiero (senza che abbia pretese di insegnare alcunché) lascio il link al mio blog → ilcercatoredisenso.blogspot.com/ buona serata a tutti
L'equazione è però un poco più complessa di così: bisogna considerare che non c'è una sola religione, sono centinaia e, come dice Homer Simpson, pregando il dio sbagliato si corre il rischio di farlo solo arrabbiare sempre di più :D :D :D
ciao prf. io per cultura non sono un giocatore, non scommetto mai...figuriamoci sull'esistenza di un dio, sul resto le mie decisioni sono prese in base a ciò che ritengo giuste e sopra tutto in base alle esperienze passate, a mio rischio e pericolo, del resto questa, in fondo è la vera essenza della vita stessa. cercare di porsi al di sopra di essa cercando uno scopo, porta inevitabilmente alla propria estinzione, io penso che l'unico modo che ha la razza umana di sopravvivere a sa stesso è accettare quello che si è cercando di vivere in armonia con l'universo perché siamo noi stessi l'universo e proprio non riuscite a fare a meno di un creatore che vi possa un giorno beatificare potete cercare il vostro dio in tutte le cose che vi circondano, "infinite vite su infiniti mondi" cercando poi di non essere arrostiti a Campo dei Fiori.... un abbraccio!
vorrei far notare questo: che si da per scontata l'esistenza di un guadagno certo in questa scommessa. invero la scommessa è (come minimo) duplice: non solo tra "dio c'è" e "dio non c'è", ma anche tra "dio è onesto" e "dio è un truffatore" poiché, razionalmente, non c'è modo di desumere con certezza che dio sia realmente onesto solo perché egli si auto-afferma "Dio", in quanto dio sarebbe "Dio" solo se fosse "onesto", altrimenti sarebbe semplicemente un "dio mentitore". Il rapporto rischio/rendimento cambia drasticamente; "dio esiste" può essere, al 50%, "ed è onesto" o "ed è mentitore", e lo schema di Pascal subisce una variazione non indifferente (sebbene non sia così nell'ipotesi, comunque irrazionale e quantomai forzata, che il presunto guadagno sia "infinito"). per concludere, ma si fa per ridere... se "dio esiste ed è onesto", premierebbe mai qualcuno che ha scommesso a suo favore con la mira di un guadagno, ovvero di un egoistico desiderio personale di speranza e/o salvezza? per trovare risposta a ciò basta leggere la bibbia... o anche semplicemente nel vostro cuore (ormai irrimediabilmente corrotto; spero mi si perdoni tale ultima fastidiosa digressione del tutto arbitraria). non divento migliore solo studiando la materia di un prof. che fa giochetti logici sporchi nello stile di Paolo di Tarso nelle Lettere a Tito (vedi: paradosso del mentitore) per il quale dimostra di non potermi fidare del suo giudizio, ma anche passando la giornata a studiare una materia del tutto differente dalla sua o anche semplicemente andando a giocare con gli amici, alla faccia del prof.
interessante... MA se uno fa il "bravo" solo per paura della punizione divina o perché pretende una ricompensa, è sicuramente meno meritevole della ricompensa, rispetto a qualcuno che fa il "bravo" perché lo sente giusto. si tratta di essere una persona "cattiva" al guinzaglio, e il guinzaglio è la promessa dell'aldilà
Secondo me il problema deve essere affrontato con meno postulazioni possibili, perché quando si tratta di questo tipo di problemi le ipotesi possono essere determinanti ai fini della tesi, per esempio Anselmo d'Aosta inseriva l'esistenza tra gli attributi di Dio e questo gli garantiva una dimostrazione banalissima. Secondo me in questo caso non si può escludere a priori che la probabilità dell'esistenza di Dio sia legata alla definizione di Dio e quindi alla posta in gioco. Mi rendo conto che Pascal non voleva rischiare di calcolare la probabilità dell'esistenza di un Dio soggettivo (che è un ossimoro nel pensiero di Pascal), tuttavia non è neanche detto che Dio in quanto essere esistente sia associabile all'esistenza della vita eterna dopo la morte, questo è solo un preconcetto umano. Una entità è descrivibile secondo la logica matematica come un sistema di condizioni e la incompatibilità di tale sistema coincide con l'impossibilità dell'esistenza di quella entità. Tenendo presente quanto detto, una divinità che ci offre la vita eterna dopo la morte è praticamente un dio che a meno di qualche piccola differenza è sostanzialmente il Dio cristiano, ma tale Dio, così come è definito, equivale ad un sistema con infinite condizioni da soddisfare che è incompatibile, perché il Dio cristiano posside tutti gli attributi positivi. Ma è chiaro che più condizioni deve soddisfare e più è improbabile che il sistema sia compatibile. Con un banale passaggio al limite è possibile far tendere la probabilità a zero mentre il guadagno tende a infinito, ma qualunque matematico sa che questa è una forma indeterminata che non può essere contemplata se non si conosce la dipendenza funzionale che lega p ed f, o viceversa, quindi il ragionamento di Pascal in questo caso perde di significato. Secondo me il ragionamento è viziato, così come nella dimostrazione ontologica di Anselmo, da ipotesi troppo arbitrarie imposte proprio al fine di ottenere la tesi desiderata.
non sono sicuro di averti capito, totalmente capito. Più sicuro lo sono con la tua affermazione finale, "..... al fine di ottenere la tesi desiderata " , tentazione comune a tutti, nessuno escluso. O sbaglio? Tu, come ti poni? Puoi essere un giudice obiettivo di te stesso? Come lo sai e lo provi? Alla fine, semplificando, mi pare che la tua sia solo una opinione, come tutte le opinioni: valore zero. Per buontemponi. Ma sono conscio dei miei enormi limiti. E che sbaglio e purtroppo, quando ci cado, non mi rendo conto ( altrimenti non lo farei ). E tu? Ciao.
@@antonioborga4809 che vuole che le dica? Questo è ciò che penso. La mia non voleva essere la rivelazione di chissà quale verità assoluta, dico solo che sicuramente, e non ci vuole un genio a capirlo, Pascal si è lasciato guidare troppo dalla fede e troppo poco dalla ragione, cosa che un filosofo non dovrebbe fare. Ciò non toglie che la produzione intellettuale di Pascal debba essere studiata, specialmente la parte scientifica. È anche vero che le mie argomentazioni matematiche sfruttano nozioni di calcolo infinitesimale che verranno sviluppate da Cauchy, Lagrange, De L'Hospital (Bernuolli) ecc... solo nel secolo successivo. Pascal era un genio ma poiché non era onnisciente non aveva previsto che una nuova branca della matematica sarebbe nata un secolo dopo e che questa sarebbe stata usata per smontare le sue argomentazioni sulla scommessa circa l'esistenza di un dio cristiano o pseudo-cristiano.
@@alexromano1810 mi piace il tuo modo di ragionare, ma - mi ripeto - sono conscio dei miei enormi limiti anche rispetto a te. Oggi non sappiamo - ti vengo dietro - quello che altri sapranno fra 100 anni, non siamo onniscienti e, come è sempre avvenuto, anche oggi non sappiamo se quello che affermiamo ( anche quello che è... sicuro ) è... sicuro. Proprio i filosofi sono stati quelli che ci hanno tolto ogni speranza di sicurezza, di verità. Alla scienza la verità non interessa e fa bene a non interessarsi. La passione, dici tu, lo ha condizionato e sono d'accordo. Ma era un giocatore; senza passione non lo sei e tutto viene visto in questa prospettiva. Anche il ragionamento. D'altro canto proprio la ragione si è squalificata clamorosamente. Tutti " ragionano " anche qui in Italia eppure .... siamo sempre più divisi. No, decisamente la ragione io non la uso per cercare Dio. La usa chi NON vuole trovarlo. Ma potrei sbagliarmi, forse per.... eccesso. Ciao.
C è un forte squilibrio in questa "scommessa". Da una parte la possibilità di perdere qualcosa dall altra il cosiddetto "cazzeggio*. Nella realtà però non è così. Qualsiasi dubbio si insinua per la nostra difficoltà di valutare bene i pesi delle possibili conseguenze delle nostre scelte. Potrei rischiare di prendere un 2 in storia e magari avere la possibilità di recuperare che perdermi l esperienza adolescenziale più formativa della mia vita... In quel caso, le probabilità sarebbero dalla mia parte. Questione di punti di vista.
“Il punto di vista”, secondo Pascal, è il valore che assegnamo alle diverse possibilità. È prorio il meccanismo della decisione che ci riporta alla realtà. Se anche avessimo uno schema più complesso, come quello di una roulette, puntando su un numero di fatto si punterebbe contro tutti gli altri. Alla fine, perciò, ogni scelta si oppone alle sue alternative.
Dissento notevolmente sulla questione, ma sarebbe troppo lungo entrare nel merito di tutti gli errori argomentativi. Rimando quindi alla lunga disamina "La scommessa di Pascal - Credere in dio per inferno e paradiso?" di Osasapere, sempre su youtube, che analizza in maniera estremamente approfondita la questione. Tra l'altro si tratta di una persona estremamente disponibile ad un confronto, nel caso.
Credere in un dio, qualunque cosa possa rappresentare, è irrazionale a prescindere. Sfortunatamente, con le sue conclusioni, Pascal ha rivelato tutta la sua irrazionalità, toppando alla grande.
Anche ciò che è irrazionale può essere reale. Perché la realtà spesso è proprio irrazionale e priva di logica. Esattamente come l'esistenza della vita stessa. Questa non ha un senso di esistere. Perciò non si può biasimare chi crede in un dio definendolo irrazionale. L'argomento va trattato sul punto di vista dell'esperienza e non della gnoseologia
Consiglio la visione dei video dei dibattiti tra Richard Dawkins e il matematico credente John Lennox, estremamente istruttivi su come ragionano atei e credenti.
Per uno scettico questo ragionamento è assurdo, perchè basato su assunti indimostrabili quali: - c'è un premio - c'è un modo di vivere la vita che ti permette di raggiungere il premio - Dio mantenga le promesse - Tu sappia qual è la via per vincere la scommessa - Basti l'intenzione di voler seguire la via, non conoscendola, per ottenere il premio - il premio sia infinito Per non sapere nulla di Dio bisogna assumerne davvero tante di cose per poter partecipare a questa scommessa.
Bel canale, complimenti. Solo che non trovo il secondo video di approfondimento, quello che dovrebbe illustrare le obiezioni più famose. Io sarei d’accordo con Pascal, sebbene mi sembra di ravvisare un vizio di fondo. Cioè, se Dio c’è, c’è sempre ed ovunque, anche per chi non ci crede. L’infinito è un destino di tutti, a prescindere, e chi crede in Dio non per questo evita la sofferenza. La posta in palio - vita eterna? - sembra destinata a tutti, anche a chi scommette sul contrario. La questione sembra risolversi, senza scomodare la logica matematica, in un’asserzione lapalissiana: conviene vivere nutrendo fede e speranza in qualcosa, piuttosto che il contrario. Altra considerazione: ammettendo l’ottica per la quale raccoglieremo ciò che seminiamo, ci sono atei che di fatto vivono spontaneamente in sintonia con leggi spirituali molto più di alcuni credenti. Forse, più che capire quale scommessa inevitabilmente facciamo a monte, sarebbe interessante vedere come decidiamo di utilizzare il nostro libero arbitrio, ammesso che esso esista. ❤️
Il problema della scommessa è che assume un Dio con delle specifiche caratteristiche, mentre anche ammettendo l'esistenza di una divinità non è detto che questa segua le caratteristiche attribuite dalla religione su cui hai "scommesso"... Magari credere nella divinità sbagliata ti porterebbe ad una eternità di penitenza e già lì il gioco si sballa visto che a quel punto sul tavolo non hai solo potenziali vincite infinite ma anche perdite infinite, poi posso anche postulare un dio che ricompensa lo scetticismo ed in tal caso sarebbe l'ateo a ottenere una eternità di felicità e così via con infinite variazioni di divinità che cambiano le regole del gioco... Insomma con l'infinità di possibilità alla fine il ragionamento apparentemente logico di Pascal crolla.
Buongiorno, Ma di quale Dio si parla? Cioè che tipo di moneta è racchiusa nella mano? Io posso giocare la mia moneta, esempio l’euro, per poi “vincere” un rublo. La probabilità di vincere la “mia” moneta non viene tenuta in considerazione. Ovvero La probabilità che esista il “mio” Dio non viene tenuta in considerazione. Il tema dovrebbe essere: esiste un Dio? Si o No, e se esiste, esiste proprio il mio? Che condiziona i miei comportamenti? Oppure ne esiste un altro diverso, e quindi devo adottare un comportamento diverso. Pascal dà per scontato l’esistenza o meno del Dio Cristiano, senza tenere in conto il numero infinito di Dei che l’uomo si è inventato in migliaia di anni. Sicuramente conviene giocare, ma cosa? che tipo moneta puntare, cioè la mia unica vita come la devo vivere? Che tipo di vita condurre? Cambia in funzione del Dio che suppongo esista. Grazie
nel primo layer del gioco non capisco perchè si dà per scontato che l'infinito=felicità, perchè non tollerare l'ipotesi che si accetta una fine in pace con se stessi e felici per ciò che è stato?
Bisogna ricordare agli ignoranti di fede e teologia che la scommessa di Pascal è una provocazione razionale e non c'entra nulla con la vera fede in Dio . Si crede e si ottiene la beatitudine già in questa vita altrimenti la fede è solo un interesse personale che si realizza dopo la morte. Quindi il credente non scommette vivendo male questa vita ma crede che questa vita sia già il preludio alla beatitudine eterna.
Riferendomi alla questione di Dio e non dell'aspetto matematico della questione, la ragione ci dice chiaramente che perlomeno il Dio cristiano è impossibile (improbabilissimo? 🤔) che esista. E così tutti gli altri pupazzetti e personaggi delle altre religioni rivelate o politeiste. Che L'esistenza di Dio poi sia un speranza di felicità, questa è una supposizione di Pascal. Gli atei non sono meno felici dei credenti. Poi vorrei proporre una riflessione sulla limitatezza delle nostre capacità di comprendere la vita e la morte (e tutti i grandi perché). Siamo proprio sicuri sicuro che la logica binaria sia la migliore per capire l'Unverso? Capisco che questa logica ci sta dando tanti frutti... Ma anche la teoria Newtoniana li diede, tanto da essere ancora utilizzata anche se Einstein è andato oltre. Secondo me la prima cosa da fare, da filosofo, è mettere in discussione l'entità ed i significati dietro in dato, non trattarlo come "già dato" (scusate il gioco di parole) e farci i calcoli sopra. Cosa si intende per "Dio" o "non Dio", per esempio? Approfondendo queste cose secondo me si arriva a capire che non esistono sono 0 e 1. Che risposta sarebbe, ad esempio, essere panteisti? Che cosa significa "Dio o non Dio" in chiave sociologica e non spirituale? In definitiva Pascal ha utilizzato un dato non matematico come pretesto per uno studio matematico. Grazie per il video interessantissimo 😊🙏
Questa regola può essere applicata a qualunque desiderio che l'uomo ha. Quindi ognuno ricava la sua felicità da ciò in cui crede (non necessariamente un dio). Complimenti alla sua capacità di insegnamento. I suoi alunni, se sono svegli, le saranno sempre riconoscenti.
Errore proff... gli algoritmi di youtube vengono impostati in base alle categorie e percentuali e non alle probabilità casuali. Se io vedessi, in percentuale, sempre video musicali questa piattaforma memorizza le mie scelte e preferenze ed è qui che gli algoritmi preimpostati entrano in gioco. Come? Con la ricerca. Se io totalizzo un tot di X, pari o superiore alla media di ciò che vedo allora la ricerca, durante la mia digitizzaziine, cerca lettera per lettera non solo quello che mi interessa cercare ma in questo caso aggancia suggerimenti (floating log) che potrebbero rientrare nel logaritmo primario... insomma, X sta a 1 come L sta a Y%. C'è però un'eccezione... io lo chiamo errore. Tra i vari log ci sono dei vuoti dove possono essere inserite altre stringhe non attinenti perché non si tratta di un circuito chiuso ma bensi l'opposto, infatti, di tanto in tanto la piattaforma mi infila argomenti che me ne possono fregare altamente ma che per un errore di calcolo.... eccolo che si infila l'intruso... lo sai perché? Ti porto un esempio. Hai un bicchiere completamente pieno che basterebbe una giccia per farlo travasare, ok? Ora, se ci mettessi un ago il bicchiere trasborderebbe ma ciò non avviene per un principio matematico molto semplice... aggiungendo 1 e poi dividendolo all'infinito quell'1 diventa talmente piccolo da non creare scompiglio... ecco come funzionano gli algoritmi di youtube... in pratica infilano un dito in c*** alla balena che nemmeno se ne accorge. Ora, il tuo video è intrigante da un certo punto di vista ma onestamente non rientra nei miei interessi né primari né centesimali quindi, perdonami, che cassarola ci fa in primo piano? Questa è una domanda che non può avere rispiste perché il caos è ovunque... nespà? 😆
A RUclips interessa la sua reazione. Lei ha visto il video e lo ha commentato. Quindi nessun errore dell'algoritmo. Almeno non in questo caso, a quanto vedo. Sarà pure come dice lei sul caos, ma allora sono io a domandarmi: che ci fa qui?
...sono convinto che il messaggio del Cristo sia illuminante e rifletta una sapienza di natura non umana. Nonostante le mie conversazioni, mi piacerebbe ascoltare anche la 2 parte del video. Credo che risulti una preparazione piuttosto impegnativa. Un saluto
Mi fa venire in mente l'argomento del fisico matematico David Ruelle a proposito del libero arbitrio. Qual'è l'atteggiamento più razionale verso il libero arbitrio? Credere che lo abbiamo. Perchè se lo abbiamo allora siamo nel giusto, mentre se non lo abbiamo non siamo comunque noi a decidere di crederci o non crederci, per cui non fa differenza. [Naturalmente credere di NON avere il libero arbitrio rende totalmente priva di senso qualunque cosa diciamo, perchè - non avendo libero arbitrio - letteralmente "non stiamo dicendo niente", come un orologio a cucù, che sappiamo non avere libero arbitrio. Qualcuno dà retta alle argomentazioni di un orologio a cucù? Chi crede che non abbiamo il libero arbitrio dovrebbe semplicemente tacere e godersi la sua non-libertà, non cercare di convincere gli altri che non hanno libero arbitrio, come se fossero però liberi di cambiare idea ascoltando lui]
Non mi pongo al livello di Pascal però penso che ciò non è applicabile perché cosa significa Dio e pro e contro. Per i cristiani è il regno dei cieli per l'infinito? Per il buddista cosa è? Per un satanista? Perché se esiste un Dio e non è il Dio che speravi? Cosa significa credere in Dio? Quale dei molti Dei del presente e del passato? E se credo negli alieni come mio Dio, in cosa è la scommessa? E se io credessi su un Dio che non è un Dio ma è l'uomo o la natura, non è dire che sono già un Dio. Se credo è scommetto su me stesso per il quale mi sento un Dio. Sembrano vaneggiamenti di un pazzo, ma da parte mia fermiamoci su quanto è più concreto e immaginabile.
Pascal piega la matematica e la statistica alla sua opinione personale. Non per tutti la `vita eterna` ha un valore che tende all'infinito. Per molti é più importante il `qui e ora`. Tutto il ragionamento non tiene conto del valore che si dà al guadagno, e invece punta sul tipo di scommettitore (ateo, credente o agnostico) ma non é un modo corretto per misurare la scommessa.
Quindi , in parole povere , credere non costa niente ed allora perchè non farlo ? Poi una volta dall'altra parte , se Dio c'è , la vincita sarà massima . Se Dio non c'è , la perdita sarà minima . Perciò , tutto sommato , conviene . Ho capito bene ?
Il problema non è se Dio esiste ma cosa farà lui per noi, ammettiamo che scommetto quindi viene fuori che Dio esiste che Dio esce fuori? come la vedo io Dio esiste quindi ci ha creato perché dovrebbe fare altro per noi? Se Dio avesse voluto una vita migliore per noi ci avrebbe. Creato già con una vita migliore. Si capisce che Dio così ci voleva così ci ha creati la vera scommessa e accettare questo.
Salve bel video, chiariamo però non basta credere che Dio esiste, non è una consapevole conversione. Solo decidendo di incamminarci nella direzione che ci fa tornare bambini ci aprirà le porte a Dio
La vita è meravigliosa, godetevela. Tutti a pensare a cosa guadagno dopo la morte, e nessuno a pensare al tempo, cioè alla cosa più preziosa che perdiamo prima della morte ad andare dietro a tutte queste assurde elucubrazioni su realtà indimostrabili. Il tempo, la cosa più preziosa e che nessuno ci ridarà mai indietro.
Tu sovrapponi - irrazionalmente - la cosa più preziosa con le tue opinioni, non dimostrate. Tu pretendi di pensare che tutti quelli che non fanno come fai tu e il tempo.... lo perdono ( per es. a pensare a... ) in altro, sono stupidi spreconi. Non si divertono! Non usano la ragione. Proprio invece quelli che pensano " oltre " quello che pensi tu, il tempo lo valutano anche di più, lo ritengono ancora più prezioso, preziosissimo ( superlativo assoluto ). Tu, se lo sprechi, che danno ti fai? Hai una meta da raggiungere? Hai qualche scopo? Hai un " dovere " che ti spinge? In realtà il tempo, a ben vedere, per te non può alcun valore, nessuna preziosità. Solo illusione. Vieni dal nulla, sei nulla, ritorni al nulla: davvero ti stai illudendo alla grande. Con sicurezza. L'altra posizione potrebbe essere come la tua ( ...elucubrazioni ); è possibile, ma non è sicura. Quale la più ragionevole? Ciao.
@@antonioborga4809 tu continua pure a guardare oltre, continua. Poi facci sapere cosa hai visto. Io guardo qui, c'è tanto da approfondire su questa terra che il tuo oltre sinceramente lo lascio a te.
@@user-se7vm4xs9i insomma, non riesci a vedere oltre il tuo naso. Ti sto dicendo che io guardo qui, come fai tu e lo faccio con estremo ( superlativo assoluto ) interesse perchè ne ho motivo, ho uno scopo, ho un obiettivo. Tu non ce l'hai e dunque - razionalmente - non hai nulla da fare, nulla da approfondire ma solo illusioni, create da te oppure ( molto più probabile ) suggerite da altri, illusi a loro volta. Io potrei essere un illuso, ma non è sicuro come lo sono le tue illusioni. Sicure, come sono sicure le leggi fisiche. Ciao.
@@antonioborga4809 il mio scopo è essere felice qui ed ora. E nel bene dei miei cari e in ciò che faccio tutti i giorni per rendere migliori gli altri e me trovo il senso della mia esistenza. Senso che mi rende felice. Per dare senso non mi serve niente altro.
@@user-se7vm4xs9i e mi sta bene, benissimo, questo che dici, perchè è anche il mio pensiero. Ma noi siamo uomini perchè usiamo la ragione. Senza di questa... non lo siamo. Ora, la ragione ci chiede sempre di " giustificare " quello che facciamo. Giustificare es. quel " bene dei miei cari " ( cos'è il bene? ) che solo 80 anni fa era di gasare gli ebrei.... Tu costruisci la tua casa - bella come la mia! - sulla sabbia. Speriamo non arrivi la piena... Ciao
Non penso che le "carte in tavolo" presentate in questo video siano abbastanza(differisco in opinione da Pascal) . Non c'è una dualtia di scelta, dio o non dio. DIO può variare così tanto dal punto che gli atei non vivranno in eterno o che anch'essi vengano accettati in paradiso: ciò crea il presupposto per iinfinite variabili di dio che destabilizzano subito l'interita del argomento.
Riguardo dopo un anno e aggiungo 17:27 L'argomento è valido solamente - ANCHE - se la vita eterna esiste veramente 😃 i profeti potrebbero anche aver frainteso " "le parole" di una fonte umanamente inarrivabile, inconcepibile "
Che cosa propone Pascal con la sua famosa “scommessa”? È un argomento che affronta il problema di Dio e dell’esistenza umana in modo insolito e assolutamente originale. In questo video cerco di esporla in modo chiaro ed esauriente.
Per comprendere Pascal, dobbiamo ricordarci che abbiamo a che fare non solo con un filosofo, un teologo, un matematico, uno scienziato, ma anche un esperto giocatore.
Per risolvere alcuni problemi nel gioco dei dadi, de Méré, un giocatore professionista, si rivolse a Blaise Pascal, che a sua volta sottopose le sue teorie a Pierre de Fermat. Ne scaturì un carteggio fondamentale che pone le basi del calcolo delle probabilità.
Pascal, ispirato dalle tante ore passate al tavolo verde, è il primo ad applicare la stessa teoria anche al problema di Dio, aprendo, insieme a un dibattito acceso e mai sopito, anche la strada alla ricerca in diversi altri campi.
Di fronte alle grandi questioni della vita, Pascal ci suggerisce di provare a guardare il mondo e la condizione umana non come farebbe Aristotele o Platone, o qualunque altro filosofo, ma come farebbe un giocatore che sa il fatto suo.
Ringrazio il prof. Eugenio Montefusco, dell'Università La Sapienza di Roma, per la sua preziosa consulenza matematica.
Complimenti e grazie!
Buona sera Padre mi piace tanto il suo modo di parlare riesco aseguirla .
Ho una certa età poca istruzione.e possibile poter
Parlare con Lei .
La ringrazio tanto
Dunque lei sostiene che anche senza nessuna evidenza scientifica, per me l'unica capace di dare risposte esaurienti, e con solo un lavoro mentale fatto di deduzioni e di elaborazioni, l'uomo é capace di dimostrare l'esistenza di Dio? E allora perché non è possibile dimostrare l'esistenza di Zeus, di Orus, di Mitra, ecc...?
@@ColombaNapoletana sostengo, innanzitutto e sempre, che prima bisogna vedere il video
@@Bellaprof Ho letto il suo commento. Nel video dice cose diverse?
Innanzitutto complimenti per la spiegazione lucidissima sulla scommessa di Pascal, che nel tempo è stata ridotta al motto “se credi e sbagli non perdi nulla, se non credi e sbagli perdi tutto”. Come Lei ben dice tuttavia, ci sono svariate obiezioni che Pascal non ha considerato. Ho cercato il video che Lei cita su dette obiezioni, ma non l’ho trovato, quindi appongo qui le mie, da ingegnere razionale:
1) Quale Dio? Come dice Pascal “credere è agire”, ma religioni diverse richiedono comportamenti diversi, spesso in conflitto tra loro (a partire da “a che Dio credo?). Delle decine di migliaia di divinità inventate dall’uomo nella storia l’ateo le nega tutte mentre il cristiano (per esempio) ne riconosce solo una. Quindi alla fine si prendono lo stesso rischio, perché la conseguenza di sbagliare non è più zero, ma è altrettanto infinita: l’eterna dannazione della religione giusta. In altre parole, ogni religione può fare lo stesso calcolo con il proprio Dio, ma dovrebbe considerare nel calcolo il rischio infinito dell’eterna dannazione, nel caso in cui una delle altre migliaia di religioni sia quella giusta (è ovvio che non possono essere tutte giuste, visto che le definizioni sono mutualmente esclusive a partire dalla definizione di Dio).
2) La posta in gioco non è forzatamente finita. Il calcolo di Pascal contempla una posta in gioco finita, ma in In realtà si rischia di perdere l’unica occasione di trascorrere la vita in modo pieno e libero da costrizioni inventate centinaia o migliaia di anni fa. A questa cosa un giocatore potrebbe tranquillamente attribuire un valore infinito. A questo punto avremmo valore infinito sia in caso di vincita che di perdita (posta infinita contro vincita infinita). Quanto fa infinito diviso infinito?
Potrei apporre altri numerosi punti, ma il commento è già lungo abbastanza. Comunque complimenti per la capacità oratoria e pedagogica.
Pascal (o mille altri teologi e filosofi) in questo gioco di probabilità esclude però la cosa più importante e cioè la "divina rivelazione", la quale a sua volta esclude categoricamente tutte le religioni, la filosofia e quant'altro, in quanto crea una relazione personale tra Dio e colui al quale Egli decida di rivelarsi, escludendo pertanto tutti gli altri, uguale cosa essi pensano o decidano di credere! La rivelazione, attraverso la sovranità e la grazia di Dio inaccessibile alla mente umana, taglia fuori tutti e con la sua luce divina investe solo i veri credenti i quali diventano essi stessi astri luminosi, mentre tutti gli altri restano semplicemente meteoriti!
@@francescoc9976 Certamente la limitata coscienza umana intrecciata con l’imperscrutabile saggezza di Dio, disarma la volontà di includere altri pensieri, filosofie e religioni, così da mantenere un rapporto puro ed esclusivo con la divinità. Da questo intreccio di pensieri umani e rivelazioni divine risulta il più nobile e intimo connubio con il propio io e la sua natura divina. Così da aggirare l’intelletto, permettendo alla fede di esprimersi nel modo più puro e sublime.
Se Dio avesse voluto rivelarsi a noi con un messaggio non ambiguo e impossibile da confondere con altri culti misterici del tempo, sarebbe esistito.
E invece no, ha deciso di rivelarsi a noi in maniera indistinguibile da una qualsiasi rivelazione falsa del tempo, con modi del tempo e con le conoscenze e gli orrori morali del tempo. Come se fosse una invenzione unana cone le altre. Che birbacchione.
@@MarcoAmadori Mettiamola così: l’Homo Sapiens esiste da circa 200’000 anni, quindi il “messaggio” se lo sono già perso tutti quei poveri disgraziati nati nei primi 197’000 anni, o giù di lì. Poi il messaggio è stato “rivelato” in modo così efficiente, che dopo 3’000 anni circa solo il 16% della popolazione mondiale lo ha ricevuto. Gli altri disgraziati credono ancora a Shiva, Buddha, Allah, ecc. e bruceranno per sempre all’inferno. Vien da pensare che il messaggero sia quanto meno un po’ incompetente, ma è solo una mia illazione.
@@Marco_Balmelli è un Dio onnipotente al 99%, ma non è capace di comunicare e ha bisogno di soldi.
La scommessa di Pascal non funziona dal punto di vista morale, perché credere in Dio solo per timore che esista davvero non ti rende moralmente più vicino a Dio.
Non esiste per questo esiste...
È semplice
@@ivilandify assolutamente no, un uomo può essere moralmente integro anche senza credere in alcuna divinità.
Anzi un ateo moralmente integro è da lodare molto di più rispetto ad un credente, dato che non ha obblighi verso Dio che gli impongono di compartarsi in un determinato modo, si comporta bene solo perché ritiene personalmente che la morale sia sinonimo di giustizia, senza aspettarsi nessuna ricompenza.
Non è del tutto vero, il cosiddetto "timor di Dio" può essere il primo passo verso una conoscenza più profonda della religione e in ogni caso un primo passo verso una vita più giusta. Certo, non è giusto fermarsi al timore, ma esso può essere una spinta decisiva per iniziare un cammino.
@@marcomafessoni2946 ma questo ragionamento parte dal presupposto indimostrabile che la vita religiosa sia più giusta
@@gabrielequaglia2022 non solo della vita religiosa, ma anche di ogni condotta di vita onesta. L uomo ha la coscienza che lo guida perciò ogni persona può discernere ciò che è bene da ciò che è male, per esempio tutti sanno che rubare è male ecc... partendo da questo presupposto, sapere che se vivo secondo coscienza sarò premiato e avere paura di non vivere secondo la coscienza perché sarò punito sono un buon punto di partenza per vivere una vita sempre più da giusti.
Salve, a mio parere per applicare un ragionamento del genere bisogna inquadrare meglio le conseguenze delle scelte.
nell’esempio dell’interrogazione bisogna considerare che anche non studiano (dal punto di vista del ragazzo) si ha un guadagno: il tempo libero. I valori della seconda riga non possono quindi essere -1 e 0 ma dovrebbero essere un po’ più alti, è qui che sorge il problema: di quanto? bisogna (e questo è soggettivo) cercare di quantificare il valore che associamo al tempo libero e a una buona (o brutta) valutazione. Stessa cosa vale per la fede (sempre da un punto di vista “calcolatorio”): bisogna quantificare quanto valore attribuire all’impegno in una vita fedele senza garanzia dell’esistenza di dio, e quanto valore attribuite all’esistenza di Dio, tenendo anche conto della probabilità (in questo caso non credo si possa affermare che l’esistenza e la non esistenza di Dio abbiano entrambi il 50% di possibilità).
Ben venga la conciliazione tra fede e scienza, ma la scienza non è in opinione, se viene usata va eseguita rigorosamente.
poi Dipende Anche dal tipo di contesto storico in cui si Vive e Anche dal tipo di Cultura che si ha.
AD esempio nel Medioevo Visto che il livello Culturale e di Conoscenza medio ero in teoria più basso che oggi, credere in Dio dava dei Vantaggi Vedi re e imperatori che si credeva fossero un emanazione Di Dio in Terra Inoltre gli stessi Re e Imperatori temevano l'autorità del Papa , il quale Aveva il potere di scomunica .....e un Re scomunicato ero moltopiù debole a livello politico e Sociale.
Infatti gli Inglesi per discostarsi dalle eventuali scomuniche del Papa , si sono " Inventati" la chiesa Anglicana Con a capo l'Arcivescovo di Canterbury , guarda caso designato dal Re in Carica......
dipende dai punti di Vista.
Ottima spiegazione, inoltre considerando l'esistenza (sul piano culturale) di almeno 3000 divinità, l'esistenza di QUEL Dio non ha il 50% bensì la metà di 1/3000 , ergo al massimo (e volendo trascurare le migliaia di altri ragionamenti che escludono la sua esistenza) lo 0.01667%
Esattamente: nell' esempio dell'interrogazione c'è un 25% di possibilità positiva (studiare e venir interrogato), 25% di possibilità negativa ( non studiare e venir interrogato) e 50% di possibilità neutra (che si studi o meno). Fossi un giocatore punterei sul non studiare che mi darebbe un punteggio neutro ed il tempo libero come extra.
@@Frunz15 bisognerebbe calcolare anche le abitudini del/della prof, ne becca uno o due a caso o va a tappeto, e poi, siamo a fine anno media del 3 anche se sgobbo l'insufficienza finale non me la toglie nessuno ( divento più colto mi sembra deboluccio come premio ) o sono in 5^ e se prendo un 8 vengo ammesso alla maturità col massimo dei voti in tutte le materie, oppure, interrogazione o meno quel giorno posso vedere la morosa con cui riesco ad incontrarmi solo una volta ogni 3 mesi o per la prima volta la squadra per cui tifo è in finale di Champions League, ho i biglietti e la partita si gioca pure nella mia città, all'opposto giornata piovosa con niente da fare, insomma ci sono un sacco di variabili che si possono anche mescolare.
Però se lo studente prende un brutto voto i genitori potrebbero punirlo, per esempio, non facendolo uscire con gli amici. Per cui un giorno di rinuncia a fronte di, per esempio, una settimana in casa risulta più vantaggioso. Non sò se può funzionare, ma per me è un altro fattore da considerare
Grazie Prof. Veramente ben spiegato, mi ci voleva una bella ripassata dopo anni che non riprendevo l'argomento.
Salve professore, volevo complimentarmi con lei per i suoi video, e le volevo dire anche che la frase che dice all'ultimo, partendo da studiare o non studiare andrebbe detta ogni giorno nelle aule delle scuole italiane dalle elementari alle superiori, tutte le mattine per far capire alle nuove generazioni l'importanza dello studio, che sarà riflesso nelle loro vite future. Perche già solo quella frase racchiude molto. GF.
È troppo chiedere entrambe
Davvero molto interessante. (Bellissimo il finale! Studiare, studiare sempre :) bella prof!)
esatto, studiare, studiare sempre... magari anche un po di probabilità ;) la matematica è complessa, non basta un'equazione di 3 termini.
Bellissimo video! Effettivamente non avevo mai sentito la "Scommessa di Pascal" spiegata così nel dettaglio, affascinante!
Premetto che io credo però devo dire la sua argomentazione continua a non convincermi pienamente. Lei ha detto che il prossimo video a riguardo affronterà le principali obiezioni, quindi immagino avrò una risposta allora, però quello che mi lascia perplesso è che per una persona non credente il Dio cristiano (o comunque abramitico) di cui Pascal parla (perché dice che questo Dio garantisce immortalità e infinito benessere dopo la morte) è potenzialmente un'invenzione arbitraria.
Da qui poi seguono obiezioni importanti, secondo me.
-...è potenzialmente un'invenzione arbitraria._ E perché?
@@testimoneh2478 capisco il non condividere che sia una invenzione, ma trovo molto curioso il fatto che chiedi spiegazioni sul dubbio in sé, cioè non ti è chiara la mera ipotesi che per qualcuno possa essere un'invenzione arbitraria.
Lo trovo strano, anzi no, direi "degno di nota"
@@LucaCapuozzo sarebbe un'invenzione poiché non è provata ma che prove avrebbe lei in merito? Di chi si fida lei?
@@testimoneh2478 che importanza ha "di chi" mi fido io?
In assenza di prove restano le possibilità, è un concetto estremamente semplice.
Trovo curioso che per qualcuno l'assenza di prove rappresenti una certezza talmente granitica da domandare "perché?" a qualcuno che mette sul piatto più di una ipotesi.
@@LucaCapuozzo Si possibilità! Che sia invenzione è:
1) probabile o possibile?
2) improbabile o impossibile?
Non penso siano entrambe le cose.
Caro Professore, complimenti per a sua bella analisi esposta con logica stringente , con un bellissimo italiano e con una voce piacevole e musicale ( sono un musicista). Amo molto Pascal ( non si dimentichi che, alla fine, è un mistico, oltre che loico) e ammetto da sempre l'esistenza di Dio che io indico come "Presenza ","Assenza" e "Ricerca". Senza ragionamenti , ho scelto Dio perché , quando è presente, sono felice. Ora , è chiaro che Pascal non vuole dimostrare l'esistenza di Dio , come Anselmo d'Aosta (Deus est quo maius cogitari nequit: Proslogio) e neppure accettare la risposta del monaco Gaunilone sull'isola perfetta, o i talleri di Kant. Cusano , geometricamente, aveva ben dimostrato che fra noi e Dio c'è un rapporto di incommensurabilità. Allora tutto il ragionamento si fonda " sull'agire", cioè sulla morale o etica, se si preferisce. Questo ,in ogni caso, comporta o che ci sia un'etica universale (Kant) o che si definisca cos'è il Bene(Platone, dal quale , del resto ,Kant deriva ) . Ma sappiamo che esistono morali diverse : già Agostino è in difficoltà alla domanda dei legionari romani , fattisi cristiani , se sia lecito uccidere il nemico. E' bene o male uccidere il nemico in guerra? Insomma ciò che è bene per uno, può essere male per un altro: se ognuno pensa che ciò che fa è un bene, ognuno deve avere un'idea diversa di Dio : il Dio inflessibile della Bibbia, o quello d'amore del Cristianesimo? Insomma, pe quanto si usino matematica, algoritmi e calcolo delle probabilità , il problema di Dio e del "ricovrarsi sotto le sue ali" restano un problema , che nessuno può o potrà mai risolvere. Caro Professore, ti ringrazio di cuore, perché il tuo modo di ragionare e di esporre mi piace tanto! Non posso fare a meno , anche se non c'entra, di terminare con la Propositio XV di Spinoza:" Quidquid est, in Deo est , et nihil sine Deo esse, neque concipi posset".(Etica) ,perché parlare di Dio fa sempre bene.
Io la vedo cosí: dio non esiste. Ognuno di noi é nato per culo, ognuno di noi ê cultutalmente vergine e strutturalmente povero e nudo alla nascita. Abbiamo tutti lo stesso diritto di decidere la nostra etica di comportamento personale e la via da percorrere.
Certo é che matematicamente l'equilibrio migliore per vivere tutti bene fino all'ultimo giorno, senza subire dolore, ingiustizie prevaricazioni, sia quello di non farne ad altri. Quindi é matematico che uccidere sia sbagliato perché quando si viene uccisi o feriti si prova un oggettivo dolore. Noj mi serve una novella su un essere potente per capire questo principio di armonia. Anzi. E che subire obblighi o limitazioni al proprio modo di essere ê sbagliato. Vedi i temi sull'eros, i tabú, i gusti sessuali o le altre scelte di vita magari borderline ma innocue per gli altri. Dio serve solo ad impedire agli schiavi l'ambizione della libertà. E siccome non voglio essere opportunista, non fingeró di credere in Dio per convenienza e anzi. Se esistesse non potrebbe che essere colpevole di millenni di ingiustizia e violenza. Quindi no. Non mi vendo alla comodità di una religione. Bestemmio ogni giorno con la mia coscienza e va benissimo così.
@@Il-tempio-di-Delfo SE Dio non esiste cosa bestemmi e perché?
Il discorso dell'Architetto in Matrix. Ciò che conta non sono le possibili opzioni, le cui conseguenze non sono controllabili o evitabili. Ciò che conta è "la scelta", ovvero il non rifuggire la responsabilità di fare una scelta consapevole, e per ciò stesso responsabile, indipendentemente dalle circostanze.
Grazie prof.❤️ Sei inimitabile!
Il dono carismatico nel tuo esporre.. in abbinamento alla tua saggezza.. fanno tenere incollata la mia mente alle tue parole ricche di buon senso!
Grande argomentazione da parte di Pascal, sicuramente uno dei miei punti fermi che piano piano mi ha portato a riscoprire la fede. A dargli quella base di razionalità se vogliamo. Sono stato per molti anni scettico, nonostante che avessi esperienze indirette dell'esistenza di Dio da persone a me care. La fede mi ha reso una persona migliore su questo sono certo.
in che modo ti ha reso migliore?
@@faustozambelli3984 Se conoscerà Gesù non potrà che migliorare la sua e la vita di altri.
@@testimoneh2478 bah...
L'ho conosciuto e l'ho abbandonato e la mia vita non è cambiata in peggio,anzi.
Ora non ho più l'ossessione del peccato.
Vivo e basta semplicemente.provare per credere
@@faustozambelli3984 Si è la posizione di comodo del senzaDio, pensare di vivere senza ...telecamere!
Scusi ma che avrebbe fatto o detto Gesù per abbandonarlo? Non vuole porgere l'altra guancia?
@@testimoneh2478 cosa ha fatto?cosa non ha fatto è la domanda.su siamo seri;ognuno può credere a chi vuole ma non abbia la pretesa che sia l'unico è indispensabile.
D'altra parte 2 millenni di assenza metterebbe il dubbio anche alla più dura cervice.
Il problema è la volontà di vincere le ns inclinazioni che ci fanno stare bene ma che non sono attinenti al messaggio cristiano, per una speranza sicuramente l'unica speranza , molto molto piu grande, ma alla quale per aderire dobbiamo accettare che il perdono sia certo (per chi non nasce santo) e condurre il ns corpo come fosse uno schiavo.... Come qualcuno diceva...
Ho molto apprezzato questo video dalla qualità tecnica , all' argomento trattato ben spiegato, anche se devo ammettere che non sono riuscito a seguire abbastanza fluidamente la descrizione relativa alle formule matematiche ma questo ovviamente per una mia innata rivalità verso la matematica...tralasciando ciò personalmente conoscevo in modo basic già questo concetto pascaliano poiché trattato in filosofia alle superiori e devo ammettere che con tutto il rispetto dovuto nei confronti della brillante mente del grande uomo di scienza il quale Pascal era, che vi ho sempre trovato dell'ovvietà in questo concetto poiché ritengo dovrebbe apparire abbastanza scontato che conviene in generale sempre scommettere se la posta in gioco è alta ,specie se parliamo di una questione come l'esistenza di Dio ,senza contare che il concetto rinchiuso in questo pensiero filosofico ,sembrano più le parole uscite dell'omelia di un sacerdote che le parole di un grande filosofo il quale Pascal era...
Espresso questo mio condivisibile o meno parere personale ribadisco i complimenti per il video.
Qualità tecnica mica tanto, ma probabilmente il seguente messaggio non sarà molto chiaro se dici di essere così avverso alla matematica.
Io lo metto lo stesso, è un papirone il cui riassunto è "è tutto sbagliato".
Se dovessi voler spiegazioni più chiare posso provarci, fammi sapere
Però devi fornirle le controargomentazioni, perché sono fondamentali.
L'intero problema è sbagliato, sin dalla definizione della domanda.
Partiamo dall'inizio:
La definizione dello SPAZIO DELLE POSSIBILITÀ non è fatta correttamente: le uniche due possibilità accettate sono a) nessun dio esiste e b) il dio cristiano (possibilmente cattolico) concepito da Pascal esiste. Ma qui stiamo già facendo delle assunzioni fortissime, impossibili da giustificare con argomentazioni che non assumano il risultato già di partenza. È una falsa dicotomia. Le possibili ipotesi dovrebbero essere o a) nessun dio esiste b) almeno un dio esiste OPPURE un numero infinito di ipotesi con tutte le possibili combinazioni di numero e caratteristiche di dei esistenti possibili. I due casi sono esattamente equivalenti, ma vanno trattati con strumenti matematici diversi su cui sorvoliamo [spazio campionario con variabile aleatoria continua].
In ogni caso, per spiegare perché la soluzione è sbagliata prendiamo il caso binario, che avrebbe lo stesso tipo di soluzione del problema non modificato (anche se implicazioni diverse, come mostrerò dopo): la tavola di verità 2×2 mostrata nel video.
Bene: la soluzione ∞×quasi 0=∞ è matematicamente sbagliata o in alternativa comunque frutto di assunzioni prive di fondamento logico. Perché? Beh, perché non si può moltiplicare nulla per ∞, perché __non è un numero__! Al massimo è possibile far tendere la quantità a ±∞ per i "guadagni" e le "perdite", ma se vogliamo usare un'argomentazione di tipo logico-matematico non è possibile usare le regole dell'aritmetica ordinaria trattando ∞ come se fosse un numero.
Allo stesso modo, "quasi 0 ma finito" può essere fatto tendere a 0.
Di conseguenza, l'operazione fatta deve essere affrontata con un'operazione di limite, ma così facendo otteniamo una forma indeterminata del tipo
∞×0=?
Il risultato dipende interamente dal modo in cui le due quantità tendono rispettivamente a ∞ e a 0, non è possibile dare un risultato generale senza avere questa informazione. Di conseguenza, il risultato potrebbe essere qualsiasi cosa, da 0 a ±∞ nei due rispettivi casi. Inoltre, potrebbero essere diversi nel caso "guadagni" e nel caso "danni". Con questo, ho mostrato come l'intera risoluzione del problema come proposto non è corretta.
Ora, usando il secondo caso, mostro come cambiando la definizione del problema in modo da non compiere assunzioni nascoste porti ad un risultato del tutto differente.
Il secondo caso è quello in cui le possibilità sono l'insieme della combinazione di qualsiasi numero e combinazione di caratteristiche di dei possibili.
Partiamo dal caso semplificato, eliminando tutti i casi in cui il numero di dèi è maggiore di 1: vogliamo che le possibilità siano 0 dèi o 1 dio. In questo modo, possiamo esplorare lo spazio delle caratteristiche, per così dire.
Nel problema originale, assumiamo che le caratteristiche del dio siano quelle di Dio; ma chi ci garantisce che sia questo il caso? Se invece il dio avesse, ad esempio, comandamenti differenti? Qualsiasi tipo di proprietà, fintanto che non incompatibile con le altre, andrebbe bene a priori. Abbiamo quindi un'infinità di possibilità diverse. Siccome non possiamo fare assunzioni speciali rispetto alla probabilità di ogni possibilità, dobbiamo assumere una distribuzione uniforme di probabilità.
Prendiamo ora per ipotesi un dio che abbia le caratteristiche di Dio, ma invertite. Per semplificazione diciamo che scambiamo il risultato tra "guadagni" e "perdite", sostanzialmente in modo da ottenere una specie di anti-Dio.
Dato che stiamo considerando tutte le possibili combinazioni e che la probabilità di ogni combinazione è la stessa, nel conteggio del valore atteso questi due elementi dello spazio campionario hanno esattamente valore uguale ed opposto; il valore atteso è dunque 0.
Lo stesso vale per ogni altra possibilità che abbia valore atteso non nullo: siccome lo spazio in esame è isotropo per ipotesi, ad ogni dio con valore atteso non nullo corrisponde un altro dio di valore atteso uguale e opposto che lo annulla.
Questo accade per qualsiasi numero di dèi possibile.
Di conseguenza, il problema formulato cercando di eliminare la soluzione dalle "ipotesi nascoste" porta a un risultato drasticamente diverso.
Come ho mostrato, comunque, ogni punto della questione è problematica: dalla formulazione del problema, alla restrizione erronea dello spazio delle ipotesi, all'abuso di notazione nel calcolo del valore atteso.
Sarei interessato a sapere che ha detto il prof di matematica di questa cosa, perché è possibile (anzi probabile) che la mia conoscenza o comprensione della faccenda sia mancante in qualche punto.
Caro professore, sono un ateo convinto e un giocatore amatoriale. Il suo video è illuminante, ad avercene di prof. di religione come lei, complimenti!
Ateo convinto per me è praticamente un ossimoro. L'ateismo è la pura assenza di divinità, è la mancanza di una convinzione, non contiene affermazioni propositive a meno che non si tratti di ateismo gnostico (che però è demenziale)
🦊La scommessa di Pascal è un problema immaginario, è come una lotteria dove il primo premio è straordinario, ma solo nella testa di chi lo pensa.
Si può immaginare la meravigliosa possibilità di vincere... ma non puoi comprare il biglietto. Nel frattempo devi vivere tutta la vita secondo le regole
che ti impone il 'tabaccaio'. Che ci guadagna per il solo fatto di proporre la lotteria. 🦊
Vivere con Dio non e`solamente vivere secondo le regole. Quello e`un approccio infantile, senza offesa, ma diciamo un approccio da ``alimentazione da latte`` . Vivere con Dio vuol dire vivere una relazione profonda con il proprio creatore, piu`tempo passa e piu`ci si rende conto che quelle regole sembra che ci rendono schiavi, ma in realta`ci rendono liberi. Perche`come disse Gesu`: Chiunque commette il peccato e`schiavo del peccato. E ancora Pietro insegno`: Alcuni dicono di voi di essere schiavi, ma non si rendono conto che loro stessi sono schiavi della corruzione (del peccato). Daltronde se ci pensi, menzogna, odio, orgoglio, mancato rispetto per i genitori, pornografia, fumo, egoismo, sono tutte bestie feroci che consumano anche le persone che apparentemente pensano di essere buone. Cristo vuole fare 2 cose. 1. perdonarti, gratuitamente, tramite la fede in lui. 2. renderti una persona MIGLIORE e LIBERA, come? attraverso il cambiamento che lo Spirito Santo compie nella tua vita, attraverso il piccolo passo di fede di provare a seguire i suoi comandamenti GIUSTI. Dio ti benedica
@@Quei78 risposta illogica e senza senso. Non puoi argomentare che ha senso scommettere su dio dando per scontata la sua esistenza.
@@davideverga2526 il problema è che avete paura di affrontare l'argomento, ma Dio è pronto a perdonarvi. Inoltre il tema Gesù Cristo, oggi è paragonabile orientativamente al tema Ufo. Cioè esiste ? non esiste? bah, qualcuno ha detto di si, ma io non ci credo, dove sarebbe se no? Il problema è anche la totale ignoranza delle Scritture che vi uscire totalmente fuori binario sul tema. Parlo da un punto di vista logico, non religioso. Non uscite fuori binario perchè dite : Ho letto, ci ho riflettuto, ho ascoltato, ho visitato chiese protestanti e non protestanti, ma ho scelto di no. Voi non volete ascoltare, ne leggere, ma pretendete di affiancare il tema dell'esistenza di Dio come al tema sull'esistenza degli alieni. Considerate la bibbia un insieme di storie e leggende ignorandone il contenuto. Studiando la bibbia, ma anche basterebbe il vangelo di Giovanni letto con attenzione (credo siano 40 pagine di libro classico), con un po' di storia del cristianesimo, e qualche epistola della patristica, per esempio le epistole di Giustino Martire, molto brevi, vi farebbe capire orientativamente di cosa si sta parlando. Di un movimento enorme che ha sconvolto la civiltà con fedeli pronti a morire piuttosto che rinunciare alla Fede in Cristo. come disse il Signore: Voi errate di molto perchè non conoscete né le Scritture e né la Potenza di Dio. Se non volete crederci con il cuore, e nemmeno con i miracoli, (anzi, come potreste sapere dei miracoli se ce li raccontiamo tra di noi in chiesa e voi non ci venite mai? dovremmo evangelizzare di piu, errore nostro) beh provate con la storia, con la logica. Vi capisco bene, al giorno d'oggi, scientifico, multiculturale, e materialista, il cristianesimo risulta solo l'ombra di uno di tanti alberi delle religioni del mondo. Vi capisco davvero, come potreste intenderlo senza immergervi dentro? Però ne vale della Vita o della Morte. Puoi dedicare 2 settimane della tua vita a pregare Dio per chiedergli se esiste? leggerti 40 pagine di vangelo, un po di storia, frequentare una comunità cristiana ? che poi, amico, che ci fai in questo video? Dio cerca anche te! un abbraccio
@@Quei78 "Di un movimento enorme che ha sconvolto la civiltà con fedeli pronti a morire piuttosto che rinunciare alla Fede in Cristo": Stai quindi asserendo che dio è stato inventato dall'uomo.
Il tuo problema è sempre lo stesso: cerchi di dimostrare l'esistenza di dio ma allo stesso tempo lo consideri un dato acquisito. Ti informo poi che i cristiani rappresentano il 30% dei credenti, quindi di quale dio stiamo parlando? Risposta: del dio dei conquistatori, il dio venerato dai popoli che in suo nome si sono macchiati dei peggiori orrori contro l'umanità, e che lo hanno inventato per giustificare i loro crimini. Tu dovresti ben saperlo, visto che fai anche riferimento alla sua "potenza", come un predicatore televisivo americano.
@@davideverga2526 Ciao Davide, allora hai detto che siccome il cristianesimo e`subentrato di colpo allora l`hai considerato come invenzione umana. Giusto? Dio non e`stato inventato dall`uomo solo perche`Dio ha deciso che quello era il momento giusto per manifestarsi. Tutto qui, Dio ha stabilito di mandare suo Figlio proprio in quel periodo. I motivi possono essere vari ma diventerebbe un discorso molto lungo e fuori discorso. Non cerco di dimostrare l`esistenza di Dio, cerco innanzitutto di dimostrare che ha senso credere in Cristo Gesu`, valutare poi quanto ha senso e che cosa senti nel cuore, quello e`un altro discorso. Oggi purtroppo l`intero argomento chiamato Cristo Gesu`e `racchiuso in brevi stereotipi o pareri generati da quasi totale assenza di indagine, riflessione o esperienza. P.s. L`esperienza andrebbe fatta da adulti, non da bambini, come molti mi dicono: ``da bambino ero credente e ho fatto cresima ec ecc ma ora non credo piu```e l`esperienza andrebbe fatta in ambienti cristiani magari piu coerenti alle Scritture, come gli ambienti protestanti. Riguardo alle percentuali, Dio ci ha mandato a predicare il vangelo dappertutto, a pregare e ad amare. Non ci ha mandato a fare i matematici. Si ha senso capire le motivazioni per poter lavorarci su, pero`non il Vangelo non e`statistica ma Potenza di Dio. Potenza si, perche`nel nome di Gesu`i demoni sono liberati, le malattie spariscono, i disturbi ossessivi spariscono e le dipendenze si sciolgono. E gloria a Dio. Riguardo al perche`biblicamente ci siano episodi di violenza, nell`antico testamento, e`un tema trattato anche dal professore nel video. Molto complesso e dalle numerose sfumature teologiche .Guardati il video del professore, cerca su internet, o se vuoi ti dico che ne penso. Dio ti benedica. Ricordati che quando un giorno il Signore verra`, non dirgli: Tu non ti sei mai presentato a me.... perche`oggi, proprio oggi, Dio ti sta chiamando anche tramite me, debole messaggero! Cari saluti
"giocarsi tutto sarebbe perfino l'unica cosa ragionevole da fare" Bella davvero Prof👏👏👏
Eppure nel gioco d'azzardo l'unico modo per vincere è non giocare.
@@anonimo6603 ...se non giocare fosse finire nel nulla conviene giocare
Ho 2 osservazioni:
Per le ultime formule, se inf e p hanno lo stesso grado di infinito e infinitesimo la inf x p + f1 x (1-p) - - - > 1 + f1. Ovviamente non rispettando la premessa 2 che hai detto alla fine
Quindi se la probabilità p dell'esistenza di Dio tende tanto a 0 tanto quanto l'ipotetico guadagno che indichiamo con inf tende ad infinito allora il risultato tende a 1 + f1 che credo si possa tradurre come una vita più quello che ne ho guadagnato seppur la sua non esistenza (non so se questo ha un valore reale positivo o negativo o complesso per assurdo). Immaginando che il guadagno sia di grado maggiore rispetto a qualsiasi probabilità di esistenza, il ragionamento che hai fatto vale.
La seconda cosa che volevo aggiungere è: questo discorso è valido se io suppongo l'esistenza di un unico grande Dio e mi chiedo se esiste o non esiste e che se esiste la mia ricompensa post mortem sarà infinita.
Tutto ciò non posso metterlo in discussione nel senso che chiedersi se dopo la morte, ammessa l'esistenza di Dio, riceverò la ricompensa è "semplicemente" questione di fede ossia di fiducia nei suoi confronti. Oltre a questo però mi chiedo: se io entrassi il giorno seguente in aula e venissi a scoprire che in quello stesso giorno non ci sarebbe mai stato il professore che il giorno prima mi sono immaginato che ha detto che forse avrebbe interrogato ma al posto suo ve ne sono altri?
Cioè questo schema può essere perfetto così se prendiamo in considerazione questo Dio ma può essere applicato a tantissime religioni e dunque non esclude nessuna delle altre. Pascal dunque non risponde pienamente neanche agli agnostici che credono che se una o più Divinità, nel senso di essenze senzienti e creatrici, esistono non è detto che sia quella delle religioni abramitiche.
Posso essere d'accordo con Pascal ma mi sembra di giocare su un tavolo più grande di quello introdotto da lui. Ipoteticamente anche Zeus o Shiva possono essere Dei validi per me, per tanti o per tutti e nulla di ciò che so e conosco (che non è molto) mi può far escludere la loro esistenza o inesistenza o coesistenza.
Ottima riflessione, senza ovviamente i commenti dei credenti, che avanzano come piccioni ignari sulla scacchiera.
Sì, sì, tutto bello e molto interessante. Ma torniamo con i piedi per terra! Il Dio di Pascal si basa su una scommessa, quindi da spazio all'idea che è conveniente credere. Il Dio cristiano vuole, invece, la fede, che non punta sulla probabilità e sulla convenienza, ma sulla fiducia incondizionata! Ma a parte tutti i discorsi più o meno filosofici, dobbiamo considerare il fatto dal punto di vista storico: siamo nel '600, in un'epoca dove l'esistenza di Dio non era praticamente nemmeno messa in discussione (sennò si faceva la fine di G. Bruno o Campanella, nel migliore dei casi). Giocare quindi era, in questo caso, plausibile e accettabile. Poniamo il caso che Pascal avesse dimostrato matematicamente che era vero il contrario; questa teoria l'avrebbe ancora espressa? Anche lui era un figlio del tempo. Oggi, dopo tre secoli, le cose non stanno più proprio così. La teoria dei giochi in parte vale (non tiene conto di un'infinità di variabili), ma in questo specifico caso vale molto molto meno. La scienza ha fatto progressi inimmaginabili solo fino a pochi decenni fa. Con buona pace dei filosofi-matematici.
Grazie! Video che non è un doppione dell'altro video su Pascal ma è un approfondimento che fa bene al cervello e al cuore. Grazie!
Grazie Marzia.
Non posso credere di essermi perso per tutto questo tempo un canale come questo. Così abituato a seguire filosofi e apologisti americani e inglesi che avevo dato per scontato non ce ne fossero italiani.
Sono felice di aver trovato questo video e di essermi iscritto: non c'è nulla da perdere e c'è un infinito da guadagnare, cosa di più?
Il problema di fondo della scommessa di Pascal è la vincita. La vincita, ossia vita eterna, felicità ecc. sono date come assodate, cosa che non si può presumere perché nessuno sa cosa ci sia dopo la morte, sono tutte presunzioni. Dunque, non avendo certezza della vincita, la scommessa diventa automaticamente sconveniente.
Non è sconveniente , se scommetto di credere non perdi nulla
@@riccardoruberto2320 tutto dipende da come vivi la tua fede. Guardando le varie religioni hai molto da perdere, a partire dal bene più prezioso, il tempo.
@@riccardoruberto2320 se dai valore zero alla tua vita allora non perdi nulla. E dire che la tua vita vale zero rispetto all'infinito non ha senso, perchè non hai alcuna esperienza di cosa significhi esistere in un tempo infinito, quindi ragioni per pure astrazioni giusto per convincerti di quello che dici.
Perfettamente d’accordo.
Se avessimo l’assoluta certezza che l’esistenza di Dio è collegata con la vita infinita e felice allora il teorema di Pascal è corretto.
Purtroppo si basa su un assioma troppo cattolico. Se si mette in dubbio la vita infinita anche con l’esistenza di Dio il teorema crolla credo
@@Orsohobo io non perdo una vita se decido di scegliere di credere , perché semplicemente io non scommetto la mia vita , se vinci hai eterna vita di amore se perdi hai semplicemente vissuto rispettando i valori migliori che ogni essere umano dovrebbe avere;che si creda o meno
Le ragioni del cuore spiegate con la matematica , vale sempre la pena scommettere sull' infinito,grazie prof
Se si tratta d'amore, attenta a non scottarsi e non si butti giù!
Al gioco della vita, tanti giovani hanno perso la vita in incidenti o per droga o per suicidio!
Lo sa prof, io ho avuto bisogno dell'insegnante di sostegno e non sono quasi mai andata alla lavagna, ma sono diventata colta grazie alla dedizione per me, dei miei insegnanti di sostegno e per l'amore alla lettura! Io devo solo ringraziarli!. Anche lei sa?.
Ho scoperto che sto facendo cassa. Ma non è tanto per motivi di possibile guadagno futuro illimitato ma perchè Dio mi ha svelato la sua presenza ed è quella di un padre amorevole.
Bravo
Amen
Eh?
Due settimane fa una ragazza che abita in provincia di Bologna come me, ragazza di 23 anni innamorata del suo ragazzo, con cui doveva andare a convivere, doveva iniziare a lavorare entusiasta dopo una settimana nel negozio di parrucchiera di sua madre. E partita per andare al mare di sera, verso le sette durante un sorpasso in autostrada, la 500 che guidava ha avuto un guasto, rimanendo ferma nella corsia di sorpasso, non ha fatto in tempo a scendere, impaurita ha chiamato il ragazzo, dietro è arrivata una macchina l ha centrata in pieno uccidendola sul colpo, quale padre amoroso farebbe una cosa del genere, un padre vero salva un figlio, non lo fa mettere in croce alla merce di soldati romani molto masochisti, e la stessa cosa ha fatto con questa ragazzina
@@anotherlogictobelieve9544 leggi la fine
wow è il primo video che guardo..e.. mi ha tenuto incollato al monito con un bel discorso il modo di porsi di parlare, tutto perfetto OTTIMO VIDEO, like e iscritto👍👍👍
Bellissimo video complimenti, però se mi permette vorrei far notare che anche il gatto e la volpe dicono a Pinocchio che piantando le monete nel campo dei miracoli (scommessa) sarebbe cresciuto un albero pieno di monete (premio esagerato). secondo il ragionamento di Pascal è conveniente per Pinocchio piantare le monete… perchè anche se ci fosse una percentuale minima che l’albero producesse monete, Pinocchio farebbe un grosso affare. Ma guarda caso il gatto e la volpe nottetempo dissotterrano le monete e le rubano a Pinocchio che rimane truffato. Questo discorso è equivalente per la religione, l’eterno benessere che dovrebbe dare un fantomatico Dio non può essere verificato. Quindi è proprio sbagliata l’impostazione iniziale di Pascal. In sostanza non essendo certo il premio non è mai conveniente scommettere in nessun caso.
Se sei sicuro che Dio non c'è non scommetti. Il gioco è per chi è dubbioso = agnostico
Complimenti per la spiegazione.. molto attraente e coerente.. grazie prof 👍
Lei e' un divulgatore straordinario. Grazie per avermi spiegato una cosa che conoscevo male.
Grazie per l upload.
Landolfi che era un giocatore incallito diceva che la metafora di pascal era indegna di uno schiavo. Credere in dio per scomessa è la peggiore blasfemia che esista.
Ho, uno può essere anche incallito giocatore, ma non significa che automaticamente abbia la mente di Pascal. Dimostralo e prenderò in serio esame le sue parole.
Ciao.
@@antonioborga4809 le posso citare decine di geni che dicono stupidaggini. Lei mi dice che pascal fa eccezione oppure se il genio non dice mai stupidaggini io le potrei rispondere con Nietzsche e Marx che di stupidaggini ne hanno dette tante. Ma pascal non dice mai stupidaggini. Se lo dice lei. Cmq qualsiasi giocatore da Dostoevskij (si fida di fedor?) In giù le dirà che pensare che un giocatore incallito giochi per vincere è una emerita scempiaggine.
@@ventus68 Pascal - l'avrai intuito - ha la mia fiducia. Se ha detto delle emerite stupidaggini, non lo so. Non mi pronuncio se non so. E quindi non so se fa eccezione. Se dovessi scommettere direi che non fa eccezione. Ma da incompetente, valore zero.
Il giocatore compulsivo è pane per la psichiatria, mentre la scommessa, così come presentata nel filmato, è intrigante. Vanno sentite anche le obiezioni, ma per il mio livello intellettivo, quello che viene detto è già impegnativo di suo.
Piuttosto quel giudizio di Landolfi, sarebbe interessante se me lo sunteggiassi: perchè blasfemia? Non può esserlo, in linea di principio, in quanto Pascal poneva tutto il tema come parlasse da agnostico a degli agnostici.
Ciao.
Dove posso trovare l'altro video sulle obiezioni?
Complimenti per il discorso molto ben strutturato e articolato, ma ho un dubbio che non vedo mai trattare da nessuno riguardo a questa scommessa (forse ne ha parlato nell'altro video di cui parlava):
La logica dietro questa scommessa si basa sul fatto che se Dio esiste, allora è quello cristiano. Questo elimina dalla radice tutte le altre possibili interpretazioni religiose. Se io scegliessi di credere in Dio e mi comportassi secondo i suoi comandamenti, potrei scoprire che lui alla fine esiste, ma non è quello cristiano e magari le regole che ho rispettato non porteranno alla vita eterna e felice, ma a pene e dolori senza fine.
In tutto questo sto tralasciando il fatto che trovo particolarmente senza senso decidere di credere in Dio perché conveniente: se seguissimo la dottrina cristiana (e non solo), scopriremmo che Dio necessita di fede e amore incondizionato, non di credere semplicemente che esista perché ci conviene.
Comunque, cmplimenti ancora per il video
Grazie. Anche se argomento difficile per le mie conoscenze, sono riuscita a seguirla nel senso concreto. 💪
PS: la musica è proprio necessaria? 🙃
Video molto bello, mi piace il ragionamento di Pascal.
Secondo me però su questi temi noi esseri umani facciamo l’errore (siamo costretti a farlo) di pensare in modo duale.
Siamo abituati a vedere le cose in modo duale: vero/falso, esiste/non esiste.
Credo che su temi come ‘l’esistenza’ di Dio siamo limitati da questo pensiero.
Dio potrebbe non stare da un lato o dall’altro della medaglia, ma potrebbe essere la medaglia intera. Probabilmente un paradosso per la nostra mente razionale.
Detto questo, grazie per questo video.
Non conoscevo la scommessa di Pascal :)
La mia impressione è che Pascal confonda l'infinito matematico con l'infinito trascendente. La mia sensibilità interiore mi porta a considerare differenti questi due infiniti. Quello matematico (di cui esistono anche gli infiniti di ordine superiore) può essere visto come un riflesso, una traccia dell'infinito trascendente, ma non so se è corretto inserire in formule matematiche l'infinito trascendente, cosa che fa Pascal, al posto di quello matematico (che rimane pur sempre un infinito immanente). Preferisco non fare scommesse e accettare quello che mi dice la mia sensibilità, e cioè che forse Dio esiste per le tracce che dà di sè nel pensiero umano, nell'arte, nel mondo fisico in cui siamo immersi, nella matematica (che pare sussistere in sè e per sè, e solo dopo diventa strumento per formalizzare, sempre in prima approssimazione, mai completamente, le leggi fisiche). In conclusione per me Pascal sta sbagliando nell'approccio. Anche lo zero che non è zero ma è un epsilon maggiore di zero anche da parte dell'ateo più incallito, è un numero generato della sensibilità umana, non è un numero inseribile in una formula matematica.
Obiezione molto intelligente. In effetti il problema più grosso della scommessa (e uno dei concetti più difficili della matematica) è la definizione di "infinito" e le regole che lo riguardano. Tuttavia, se intendiamo correttamente Pascal, il suo intento è quello di offrire un algoritmo che rappresenti le regole dell'agire pratico razionale. In altre parole: se agiamo per uno scopo o un fine, cioè se agiamo in modo intenzionale, allora l'azione migliore è sempre quella che permette di ottenere il risultato valutato come maggiore. In pratica, umanamente parlando, quell'infinito non sarà mai infinito ma un numero tendente a infinito. Quel valore che tende a infinito è il "Dio" che regola le nostre azioni. Non si tratta infatti di una dimostrazione dell'esistenza di Dio, ma della sua necessità (e razionalità) per guidare le azioni umane. Qualcosa di simile al postulato della ragion pratica di Kant.
Grazie Prof!
Un ottimo video per invogliare a scommettere anche gli irriducibili scettici. Forse!
Per me che la matematica è sempre risultata lontana, è piú semplice scommettere sull' imprescindibile Bellezza del Creato dal suo Creatore.
E anche sul fatto che se ancora esiste questo, come pure il genere umano, significa che non dipende da noi, visto il nostro impegnarci alla distruzione! Buona estate, Prof!
Saluti. Brunella
ma scettici cosa? non c'e' nessun motivo plausibile per credere in un essere superiore che ha creato tutto ahahahahahahh se poi ci vuoi credere tanto perche' nel caso non si sa mai.. fate ridere
Bisogna prima provare l'esistenza del creatore
@@beaconeersofthesevenmaps3467 si, puoi cercare le prove di cui hai bisogno per crederci ...ma se non vedi quelle giá evidenti, sará difficile che le troverai, secondo i tuoi schemi...comunque, buon lavoro! Ciao
@@papillion3338 credere non è conoscere. Ripeto: prove evidenti oggettive, misurazioni ripetibili, dimostrazioni inconfutabili. Tutto il resto sono costruzioni soggettive indimostrabili. "Non è sufficiente godere della meraviglia di uno splendido giardino senza doversi per forza immaginare che vi siano delle fate in esso?" - cit.
@@beaconeersofthesevenmaps3467 ripeto: continua a cercare le tue prove inconfutabili ecc...conoscere Cristo è frutto della fede non il contrario...la tua fede ti ha salvato, ha sempre detto, e non la tua conoscenza ti ha salvato/ ti salva...del resto, hai ascoltato il video del Prof. E Pascal: fai la tua scommessa. Io l ho fatta! Ciao
questo finché si considera valida la possibile esistenza di un solo dio, cosa succede se ci aggiungiamo altre divinità sulle quali scommettere, e se consideriamo che le scommesse non possono essere cumulative? non scommettere o puntare su uno degli dei? naturalmente dobbiamo considerarli tutti (non possiamo certo essere così presuntuosi da considerare valide le alternative attuali), e quindi includere tutti i pantheon esistiti ed esistenti. considerando che ci sono anche divinità antitetiche a dio (i demoni, satana, le divinità mesopotamiche citate nella bibbia che un credente avrebbe dovuto rifutare), la scommessa andrebbe ricalcolata con le migliaia di opzioni - considerando anche la dannazione eterna, o la rinascita. bisognerebbe includere anche altri credi: le superstizioni e la magia, ad esempio: entrambe mettono in gioco un premio, andrebbero incluse e calcolate.
il buon giocatore, a fronte di migliaia di offerte, si rende conto che a troppi conviene il ruolo del banco.
Prof ma il video sulle critiche?
Buongiorno Prof. E' la prima volta che le scrivo, non amo commentare, infatti la mia vuole essere più una domanda. E' corretto ragionare sempre in ottica futura? Perché la religione continua a dirci che bisogna credere per un guadagno futuro quando lo stesso Gesù ci parla oserei dire banalmente, di un guadagno immediato. Gesù ci parla della realizzazione del regno non in futuro ma nell'immediato. Come giustamente voi chiudete il discorso dicendo: "e se il prof non interriogasse mai? Beh, voi sareste comunque guadagnato in cultura, sareste persone migliori". Non è questo quello che si dovrebbe pensare? Meditare, fare discernimento, studiare, essere più spirituali e meno impulsivi, vivere l'uno per l'altro, non ci aiuterebbe DA SUBITO, a vivere una vita più felice, a "realizzare il regno" promesso da Cristo? Io non studio per l'interrogazione ma lo faccio per me e ci guadagno a prescindere. Secondo me è tempo di trascendere Pascal e questo genere di discorsi, che ne pensa?
Tutto si basa, che vi sia solo una strada veramente buona da seguire e le altre siano solo dei surrogati, ma chi lo dice è colui che vuole che la sua strada fideistica venga messa in cima a tutte le altre, in quanto si è convinto a tal punto che sia quella migliore e quella che li ha dato di più, cosi espande questo suo concetto personale della "cima di felicità" anche agli altri (mi ha aiutato più di ogni altra strada, dovresti percorrerla anche tu!), peccato che siamo tutti differenti e che se una cosa porta beneficio ad una persona non è detto che la porti anche ad un'altra, anzi potrebbe fare il contrario, e ciò che a te porta felicità ad un altro potrebbe portare adirittura frustrazione.
Il problema ancora maggiore si basa sulla deriva dell'ignoranza, dove pongo che se una cosa non esiste=nessun vantaggio o svantaggio, mentre se qualcosa esistesse=attribuisco ad essa un vantaggio personale, dopodiché trasformo la considerazione personale in qualcosa di generale estendendo il mio concetto a tutti, dimenticando che sono partito da una considerazione personale che dovrebbe rimanere tale, visto che si è formata su qualcosa che solo per me è certo!
L'esperienza dell 'Assoluto, per quanto esperita singolarmente in quanto a trasformazione e non come a esperienza di vita generica, è qualcosa di molto esteso in varie tradizioni e culture del mondo, tutt' altro che individuale e isolata. Il Cristianesimo é una decodificazione e esplicazione di questa esperienza. Al di là che si ritenga vera o meno, dire che l'esperienza mistica sia una prospettiva personale è rinnegare millenni di tradizioni profonde come la Storia.
Ovvio che ci sia solo una strada, non potrebbe esser in altro modo, (Efesini 4:5, 6) _...un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo; 6 un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce mediante tutti ed è in tutti._
Questo Signore disse che la "strada" fosse stretta ed angusta quella che porta alla vita, larga è spaziosa quella che porta alla distruzione, non all'inferno... Dante ha fatto un sacco di danni!
@@lorenzodesantis7548 Ha detto:
_-...dire che l'esperienza mistica sia una prospettiva personale..._ perché no?
Io posso sempre scegliere di studiare il 50% delle pagine, e uscire comunque a farmi una passeggiata più breve. Mi assumo un rischio. Questa opzione non viene presa in considerazione?
Vorrei poter avere la trascrizione di quanto detto nel video, perchè è riuscito con parole semplici e ben ponderate ad esprimere concetti molto profondi ed interessanti.... che riassumerei cosí: Non importa se Dio esiste o meno, o dimostrare con certezza la Sua esistenza o meno (cosa impossibile)..., importa vivere come se esistesse ... se lo facessimo tutti, il mondo sarebbe indubbiamente migliore, e quindi, al di la della posta in gioco, solo questo dovrebbe convincere le persone intelligenti su dove puntare. Una grande e profonda riflessione...
bellaprof.blog/2021/10/03/la-vita-e-un-gioco-la-scommessa-di-pascal-spiegata-bene/
Wow!!! Idea geniale e realizzazione del video perfetta del prof!!! Sapete se ha pubblicato il video sulle confutazioni? Non riesco a trovarlo
Video e narrazione strepitosi
Molto bello! Complimenti per la spiegazione e per come è stato costruito. Io punto tutto sull'esistenza di Dio :-)
E Dio dovrebbe puntare sulla tua, di esistenza?
@@teomartini1105 Dio punta sull'esistenza di tutti.
@@lorenzoleone8983 Te lo ha detto lui personalmente ?
@@teomartini1105 Non capisco il senso e il fine di domande così sterili.
Se sei ateo, è una tua scelta, se hai conflitti con il Signore, è una problematica che devi risolverti da solo.
Dio esiste semplicemente perché l'uomo l'ha creato... a propria immagine e somiglianza❕
Ma per poter scommettere bisogna conoscere le regole del gioco: dire dio esiste (volutamente minuscolo) non dà le regole, a meno che si supponga che l'unico dio esistente sia quello cattolico-cristiano... e se fosse Manitù? Avrei scommesso senza conoscere le regole di quel dio, quindi avrei comunque perso in partenza. Per cui bisogna prima conoscere le regole del gioco, ma conoscendole si conosce se esiste un dio e quale è, quindi finita la scommessa.
rispetto totalmente la teoria e la trovo molto ben spiegata e affascinante. solo che se credere=agire non mi trovate totalmente d'accordo: una persona può agire a causa di molti motivi non per forza perché crede nella religione, non tutte le azioni o i pensieri sono necessariamente legati ad un credo ma, secondo me dato che sono ateo, a delle cause che porteranno a suddette conseguenze.
Secondo Pascal il problema di Dio si può risolvere sul piano pratico proprio perché Dio è il "punto di fuga" della prospettiva nella quale consideriamo il valore delle nostre azioni. In questo senso precede Kant, che rifiuta si possa giungere a Dio con la speculazione, ma solo assumendolo come postulato della ragione pratica, cioè come il presupposto necessario di ogni agire umano. Tuttavia Pascal sposa una morale finalistica (non un imperativo categorico razionale) e dunque Dio diventa il fine di tutte le azioni più che l'autorità dalla quale emana una legge universale. "Scommettere" significa allora "agire secondo un sistema di valori", preferito proprio perché valutato più "conveniente" al proprio fine. Credere dunque equivale ad "agire in situazione di incertezza sperando in qualcosa". Una definizione dii "fede" che non differisce molto da quella classica.
@@Bellaprof prof secondo me si può agire anche sperando in qualcosa di bello dopo una suddetta azione, non per forza bisogna essere motivati nella speranza di qualcosa di bello come Dio. magari agiamo per cercare di ottenere qualcosa di bello nella nostra vita. ci sono molti altri punti di fuga oltre a Dio
Riferendomi al minuto 20:20 c'é da dire che matematicamente se l'esistenza di dio fosse un numero piccolo, talmente piccolo da essere un infinitesimo dello stesso grado o superiore della "infinità" che si vincerebbe scommettendo su dio, allora la scommessa potrebbe anche essere finita o persino un numero tendente a zero.
Bella, prof! L'algoritmo di RUclips ha regalato al canale un nuovo iscritto!
Grazie! Spero di essere all’altezza.
Dove si trova il video sulle critiche alla scommessa di Pascal?
È ancora sulla mia scrivania, ahimè… ma arriva
Più che alla scommessa di Pascal mi sembra che questo gioco assomigli alla famosa truffa del principe nigeriano (mandami 5000€ per sbloccare un fondo da 5 milioni): il punto non è quale sia la possibilità che ho di vincere ma se il premio esiste o no. Manca quindi una premessa fondamentale per iniziare la scommessa
Grazie Prof!! Le sue lezioni sono sempre davvero interessanti e stimolanti!! Ma... Il secondo video promesso?? Lo aspettiamo! Grazie
Enrico, è più di un anno che lavoro a questo secondo video. Ho trovato tanta di quella roba che non riesco a condensarlo in pochi minuti. Ma forse dovrei decidermi a buttarlo giù come viene....
@@Bellaprof Grazie Prof! Aspettiamo fiduciosi!!
Peccato che il buon Pascal, da uomo occidentale, considerasse solo il Dio cristiano. Bisogna poi specificare in che cosa consista concretamente scommettere su Dio: non si tratta di soldi, ma di impostare la propria vita secondo un insieme di regole, prescrizioni ecc. E ora veniamo al punto: su quale Dio stiamo scommettendo tra le migliaia di dei venerati dall'uomo nel presente e nel passato? Perché vedi caro Pascal, nella maggior parte dei casi scommettere su un dio (cioè vivere una vita basta su alcuni valori ecc.) significa scommettere contro migliaia di altri. Come la mettiamo? Questa è solo un obiezione logica. Tralascio lo squallore di una etica e di una morale basate solo sulla paura di perdere una scommessa...
Bel video ! Ma, come la vedo io, non è cosi razionale di pensare che il gioco sia "50% - 50%". Il problema non è tanto scommetere sul' esistenza di Dio ma sulle diverse possibile implicazioni del'esistenza di Dio. Ci sarrebe "Dio1, Dio2, Dio3, Dio 4, Dio5, etc.", contro "nonDio". O pure, non conoscendo totalmente il mondo palpabile, ci potrebbero essere pure "nonDio1, nonDio2, nonDio3, etc."
Un altro punto da sottolineare è che, anche se uno crede in Dio, è difficile agire secondo la nostra fede perchè quel tipo di azione richiede una maggior sofferenza (anche se bilanciata con momenti di più grande beatitudine).
Detto questo, dal mio punto di vista, la sofferenza (anche se non da cercare) è giusto non fuggirla. In fatti, più la sofferenza è grande, più la resistenza della vita è grande (solo i morti non soffrono). Aldilà di ogni fede, è una scelta molto naturale e saggia di seguire il massimo gradiante di vita. Continuamente, c'è la scelta tra "ucidere parte di me stesso per non soffrire", "soffrire per salvare tutto quello che è vita in me".
L'altra difficoltà (nel scegliere il massimo gradiante di vita) è imparare a riconoscere quello che è vita. Per questo, serve la contemplazione delle virtu che sono le colonne della vita.
L'irrazionalità delle emozioni/desideri del corpo possono diventare razionali a traverso l'instinto di fuggire la sofferenza (il cervello puo' sempre giustificare qualunque cosa). La fede appare allora irrazionale perchè deve lottare contro una razionalità che è irrazionale originalmente. Penso che questo sia un'altro discorso che puo' aiutare un uomo "razionale" ad accetare la fede.
Vi invito pure a leggere un articolo in inglese sul concetto di "unicità" e intelligenza: giovanni-navajo.medium.com/from-intelligence-or-the-pla-to-the-concept-of-oneness-96d67b1a08e2 In questo articolo, la mia conclusione è che l'ateismo è spesso assurdo perchè, se fosse assoluto, ci sarrebe già naturalmente un concetto di Dio unico.
l'errore sta nel dare per scontato che il non studiare dia per forza come esito voto negativo, ma la vita non ha risultati certi come la matematica.
Su alcuni argomenti basta letteralmente stare attenti in classe per portare a casa la sufficienza, di conseguenza uno può non studiare e scamparla lo stesso.
Viviamo nell'illusione che il nostro modo di vivere abbia un senso logico.
che ci sia qualcosa di inspiegabile e che va oltre la nostra logica e comprensione mi pare ovvio.. non ci vuole un genio. ma una volta accettato questo fattore un dio non aggiunge niente.. e' una congettura come un'altra.. e il fatto che sia una teoria abbracciata da molti non cambia minimamente il risultato..
@@milanforever7014 guarda che non devi convincere me che dio non esiste, ma sto tizio
@@VapingBad93 ma infatti venivo incontro al tuo discorso riguardo l'illusione che viviamo in qualcosa di logico ;).. sto tizio e' un po' confuso anche secondo me ahhahahaha
Ovviamente non mi sono sorbito tutto il pippone ,quindi in sostanza le conclusioni sarebbero?
Voglio scrivere anche io la mia: secondo me il problema maggiore di questo tipo di discussioni (e in generale della discussione filosofica) è che spesso ci si perde dietro alle parole dell'interlocutore, portando magari argomenti interessanti, ma che conducono lontano dal punto centrale della questione.
Discutere infatti sul significato teologico di "timor di Dio" può essere interessante ma non è propriamente pertinente l'oggetto del contendere.
Andando quindi al fulcro della questione, la scommessa di Pascal può essere al più un utile strumento spirituale per il credente (se intesa correttamente) ma non ha senso a livello teologico.
Il credente può infatti trarre uno stimolo etico se ragiona sul fatto che fare il bene ha comunque senso e che l'eventuale ricompensa nell'aldilà è al più un regalo non dovuto ma ciò non toglie che a livello teologico non ha senso un ragionamento utilitaristico che fonda il credere solo sull'utilità che se ne può trarre.
Perdersi quindi nei ragionamenti riguardo al significato di timore di Dio fatto da molti utenti è out of scope perché le parole utilizzate in questo caso non cambiano la logica fondante la scommessa di Pascal.
Nel caso a qualcuno interessasse leggere qualche mio pensiero (senza che abbia pretese di insegnare alcunché) lascio il link al mio blog → ilcercatoredisenso.blogspot.com/
buona serata a tutti
Complimenti... davvero bravo a spiegare e far capire le cose
L'equazione è però un poco più complessa di così: bisogna considerare che non c'è una sola religione, sono centinaia e, come dice Homer Simpson, pregando il dio sbagliato si corre il rischio di farlo solo arrabbiare sempre di più :D :D :D
ciao prf. io per cultura non sono un giocatore, non scommetto mai...figuriamoci sull'esistenza di un dio, sul resto le mie decisioni sono prese in base a ciò che ritengo giuste e sopra tutto in base alle esperienze passate, a mio rischio e pericolo, del resto questa, in fondo è la vera essenza della vita stessa. cercare di porsi al di sopra di essa cercando uno scopo, porta inevitabilmente alla propria estinzione, io penso che l'unico modo che ha la razza umana di sopravvivere a sa stesso è accettare quello che si è cercando di vivere in armonia con l'universo perché siamo noi stessi l'universo e proprio non riuscite a fare a meno di un creatore che vi possa un giorno beatificare potete cercare il vostro dio in tutte le cose che vi circondano, "infinite vite su infiniti mondi" cercando poi di non essere arrostiti a Campo dei Fiori.... un abbraccio!
vorrei far notare questo: che si da per scontata l'esistenza di un guadagno certo in questa scommessa.
invero la scommessa è (come minimo) duplice: non solo tra "dio c'è" e "dio non c'è", ma anche tra "dio è onesto" e "dio è un truffatore" poiché, razionalmente, non c'è modo di desumere con certezza che dio sia realmente onesto solo perché egli si auto-afferma "Dio", in quanto dio sarebbe "Dio" solo se fosse "onesto", altrimenti sarebbe semplicemente un "dio mentitore".
Il rapporto rischio/rendimento cambia drasticamente; "dio esiste" può essere, al 50%, "ed è onesto" o "ed è mentitore", e lo schema di Pascal subisce una variazione non indifferente (sebbene non sia così nell'ipotesi, comunque irrazionale e quantomai forzata, che il presunto guadagno sia "infinito").
per concludere, ma si fa per ridere... se "dio esiste ed è onesto", premierebbe mai qualcuno che ha scommesso a suo favore con la mira di un guadagno, ovvero di un egoistico desiderio personale di speranza e/o salvezza? per trovare risposta a ciò basta leggere la bibbia... o anche semplicemente nel vostro cuore (ormai irrimediabilmente corrotto; spero mi si perdoni tale ultima fastidiosa digressione del tutto arbitraria).
non divento migliore solo studiando la materia di un prof. che fa giochetti logici sporchi nello stile di Paolo di Tarso nelle Lettere a Tito (vedi: paradosso del mentitore) per il quale dimostra di non potermi fidare del suo giudizio, ma anche passando la giornata a studiare una materia del tutto differente dalla sua o anche semplicemente andando a giocare con gli amici, alla faccia del prof.
interessante...
MA
se uno fa il "bravo" solo per paura della punizione divina o perché pretende una ricompensa, è sicuramente meno meritevole della ricompensa, rispetto a qualcuno che fa il "bravo" perché lo sente giusto.
si tratta di essere una persona "cattiva" al guinzaglio, e il guinzaglio è la promessa dell'aldilà
Su ciò di cui non si può parlare, è bene tacere.Ogni tentativo di tentare altri percorsi ne rafforza la
Fondatezza
Secondo me il problema deve essere affrontato con meno postulazioni possibili, perché quando si tratta di questo tipo di problemi le ipotesi possono essere determinanti ai fini della tesi, per esempio Anselmo d'Aosta inseriva l'esistenza tra gli attributi di Dio e questo gli garantiva una dimostrazione banalissima. Secondo me in questo caso non si può escludere a priori che la probabilità dell'esistenza di Dio sia legata alla definizione di Dio e quindi alla posta in gioco. Mi rendo conto che Pascal non voleva rischiare di calcolare la probabilità dell'esistenza di un Dio soggettivo (che è un ossimoro nel pensiero di Pascal), tuttavia non è neanche detto che Dio in quanto essere esistente sia associabile all'esistenza della vita eterna dopo la morte, questo è solo un preconcetto umano. Una entità è descrivibile secondo la logica matematica come un sistema di condizioni e la incompatibilità di tale sistema coincide con l'impossibilità dell'esistenza di quella entità. Tenendo presente quanto detto, una divinità che ci offre la vita eterna dopo la morte è praticamente un dio che a meno di qualche piccola differenza è sostanzialmente il Dio cristiano, ma tale Dio, così come è definito, equivale ad un sistema con infinite condizioni da soddisfare che è incompatibile, perché il Dio cristiano posside tutti gli attributi positivi. Ma è chiaro che più condizioni deve soddisfare e più è improbabile che il sistema sia compatibile. Con un banale passaggio al limite è possibile far tendere la probabilità a zero mentre il guadagno tende a infinito, ma qualunque matematico sa che questa è una forma indeterminata che non può essere contemplata se non si conosce la dipendenza funzionale che lega p ed f, o viceversa, quindi il ragionamento di Pascal in questo caso perde di significato. Secondo me il ragionamento è viziato, così come nella dimostrazione ontologica di Anselmo, da ipotesi troppo arbitrarie imposte proprio al fine di ottenere la tesi desiderata.
non sono sicuro di averti capito, totalmente capito. Più sicuro lo sono con la tua affermazione finale, "..... al fine di ottenere la tesi desiderata " , tentazione comune a tutti, nessuno escluso. O sbaglio?
Tu, come ti poni? Puoi essere un giudice obiettivo di te stesso? Come lo sai e lo provi?
Alla fine, semplificando, mi pare che la tua sia solo una opinione, come tutte le opinioni: valore zero. Per buontemponi.
Ma sono conscio dei miei enormi limiti. E che sbaglio e purtroppo, quando ci cado, non mi rendo conto ( altrimenti non lo farei ). E tu?
Ciao.
@@antonioborga4809 che vuole che le dica? Questo è ciò che penso. La mia non voleva essere la rivelazione di chissà quale verità assoluta, dico solo che sicuramente, e non ci vuole un genio a capirlo, Pascal si è lasciato guidare troppo dalla fede e troppo poco dalla ragione, cosa che un filosofo non dovrebbe fare. Ciò non toglie che la produzione intellettuale di Pascal debba essere studiata, specialmente la parte scientifica. È anche vero che le mie argomentazioni matematiche sfruttano nozioni di calcolo infinitesimale che verranno sviluppate da Cauchy, Lagrange, De L'Hospital (Bernuolli) ecc... solo nel secolo successivo. Pascal era un genio ma poiché non era onnisciente non aveva previsto che una nuova branca della matematica sarebbe nata un secolo dopo e che questa sarebbe stata usata per smontare le sue argomentazioni sulla scommessa circa l'esistenza di un dio cristiano o pseudo-cristiano.
@@alexromano1810 mi piace il tuo modo di ragionare, ma - mi ripeto - sono conscio dei miei enormi limiti anche rispetto a te. Oggi non sappiamo - ti vengo dietro - quello che altri sapranno fra 100 anni, non siamo onniscienti e, come è sempre avvenuto, anche oggi non sappiamo se quello che affermiamo ( anche quello che è... sicuro ) è... sicuro.
Proprio i filosofi sono stati quelli che ci hanno tolto ogni speranza di sicurezza, di verità.
Alla scienza la verità non interessa e fa bene a non interessarsi.
La passione, dici tu, lo ha condizionato e sono d'accordo. Ma era un giocatore; senza passione non lo sei e tutto viene visto in questa prospettiva. Anche il ragionamento.
D'altro canto proprio la ragione si è squalificata clamorosamente. Tutti " ragionano " anche qui in Italia eppure .... siamo sempre più divisi.
No, decisamente la ragione io non la uso per cercare Dio.
La usa chi NON vuole trovarlo. Ma potrei sbagliarmi, forse per.... eccesso.
Ciao.
C è un forte squilibrio in questa "scommessa". Da una parte la possibilità di perdere qualcosa dall altra il cosiddetto "cazzeggio*. Nella realtà però non è così. Qualsiasi dubbio si insinua per la nostra difficoltà di valutare bene i pesi delle possibili conseguenze delle nostre scelte. Potrei rischiare di prendere un 2 in storia e magari avere la possibilità di recuperare che perdermi l esperienza adolescenziale più formativa della mia vita... In quel caso, le probabilità sarebbero dalla mia parte. Questione di punti di vista.
“Il punto di vista”, secondo Pascal, è il valore che assegnamo alle diverse possibilità. È prorio il meccanismo della decisione che ci riporta alla realtà. Se anche avessimo uno schema più complesso, come quello di una roulette, puntando su un numero di fatto si punterebbe contro tutti gli altri. Alla fine, perciò, ogni scelta si oppone alle sue alternative.
Complimenti
Stupendo!
Dissento notevolmente sulla questione, ma sarebbe troppo lungo entrare nel merito di tutti gli errori argomentativi.
Rimando quindi alla lunga disamina "La scommessa di Pascal - Credere in dio per inferno e paradiso?" di Osasapere, sempre su youtube, che analizza in maniera estremamente approfondita la questione. Tra l'altro si tratta di una persona estremamente disponibile ad un confronto, nel caso.
Credere in un dio, qualunque cosa possa rappresentare, è irrazionale a prescindere. Sfortunatamente, con le sue conclusioni, Pascal ha rivelato tutta la sua irrazionalità, toppando alla grande.
Anche ciò che è irrazionale può essere reale. Perché la realtà spesso è proprio irrazionale e priva di logica. Esattamente come l'esistenza della vita stessa. Questa non ha un senso di esistere. Perciò non si può biasimare chi crede in un dio definendolo irrazionale. L'argomento va trattato sul punto di vista dell'esperienza e non della gnoseologia
Leggete il capitolo sulla scommessa di Pascal nel libro di Dawkins l'illusione di Dio
Consiglio la visione dei video dei dibattiti tra Richard Dawkins e il matematico credente John Lennox, estremamente istruttivi su come ragionano atei e credenti.
Guardi su RUclips come William Lane Craig Debate cucina Richard Dawkins
Veramente interessante ascoltarla! Iscritto!
E' un'argomentazione molto interessante quella di Pascal. Noi siamo credenti ma per uno scettico questo ragionamento potrebbe servire
Per uno scettico questo ragionamento è assurdo, perchè basato su assunti indimostrabili quali:
- c'è un premio
- c'è un modo di vivere la vita che ti permette di raggiungere il premio
- Dio mantenga le promesse
- Tu sappia qual è la via per vincere la scommessa
- Basti l'intenzione di voler seguire la via, non conoscendola, per ottenere il premio
- il premio sia infinito
Per non sapere nulla di Dio bisogna assumerne davvero tante di cose per poter partecipare a questa scommessa.
Bel canale, complimenti. Solo che non trovo il secondo video di approfondimento, quello che dovrebbe illustrare le obiezioni più famose. Io sarei d’accordo con Pascal, sebbene mi sembra di ravvisare un vizio di fondo. Cioè, se Dio c’è, c’è sempre ed ovunque, anche per chi non ci crede. L’infinito è un destino di tutti, a prescindere, e chi crede in Dio non per questo evita la sofferenza. La posta in palio - vita eterna? - sembra destinata a tutti, anche a chi scommette sul contrario.
La questione sembra risolversi, senza scomodare la logica matematica, in un’asserzione lapalissiana: conviene vivere nutrendo fede e speranza in qualcosa, piuttosto che il contrario.
Altra considerazione: ammettendo l’ottica per la quale raccoglieremo ciò che seminiamo, ci sono atei che di fatto vivono spontaneamente in sintonia con leggi spirituali molto più di alcuni credenti.
Forse, più che capire quale scommessa inevitabilmente facciamo a monte, sarebbe interessante vedere come decidiamo di utilizzare il nostro libero arbitrio, ammesso che esso esista. ❤️
Bellissima spiegazione. Grazie
Il problema della scommessa è che assume un Dio con delle specifiche caratteristiche, mentre anche ammettendo l'esistenza di una divinità non è detto che questa segua le caratteristiche attribuite dalla religione su cui hai "scommesso"... Magari credere nella divinità sbagliata ti porterebbe ad una eternità di penitenza e già lì il gioco si sballa visto che a quel punto sul tavolo non hai solo potenziali vincite infinite ma anche perdite infinite, poi posso anche postulare un dio che ricompensa lo scetticismo ed in tal caso sarebbe l'ateo a ottenere una eternità di felicità e così via con infinite variazioni di divinità che cambiano le regole del gioco... Insomma con l'infinità di possibilità alla fine il ragionamento apparentemente logico di Pascal crolla.
A prof, ma ci sta consigliando di seguire gli insegnamenti di uno che ha passato gran parte della sua vita nei tavoli da gioco 🤔???
Buongiorno, Ma di quale Dio si parla? Cioè che tipo di moneta è racchiusa nella mano? Io posso giocare la mia moneta, esempio l’euro, per poi “vincere” un rublo. La probabilità di vincere la “mia” moneta non viene tenuta in considerazione. Ovvero La probabilità che esista il “mio” Dio non viene tenuta in considerazione. Il tema dovrebbe essere: esiste un Dio? Si o No, e se esiste, esiste proprio il mio? Che condiziona i miei comportamenti? Oppure ne esiste un altro diverso, e quindi devo adottare un comportamento diverso. Pascal dà per scontato l’esistenza o meno del Dio Cristiano, senza tenere in conto il numero infinito di Dei che l’uomo si è inventato in migliaia di anni. Sicuramente conviene giocare, ma cosa? che tipo moneta puntare, cioè la mia unica vita come la devo vivere? Che tipo di vita condurre? Cambia in funzione del Dio che suppongo esista. Grazie
nel primo layer del gioco non capisco perchè si dà per scontato che l'infinito=felicità, perchè non tollerare l'ipotesi che si accetta una fine in pace con se stessi e felici per ciò che è stato?
Bisogna ricordare agli ignoranti di fede e teologia che la scommessa di Pascal è una provocazione razionale e non c'entra nulla con la vera fede in Dio . Si crede e si ottiene la beatitudine già in questa vita altrimenti la fede è solo un interesse personale che si realizza dopo la morte. Quindi il credente non scommette vivendo male questa vita ma crede che questa vita sia già il preludio alla beatitudine eterna.
Riferendomi alla questione di Dio e non dell'aspetto matematico della questione, la ragione ci dice chiaramente che perlomeno il Dio cristiano è impossibile (improbabilissimo? 🤔) che esista. E così tutti gli altri pupazzetti e personaggi delle altre religioni rivelate o politeiste. Che L'esistenza di Dio poi sia un speranza di felicità, questa è una supposizione di Pascal. Gli atei non sono meno felici dei credenti.
Poi vorrei proporre una riflessione sulla limitatezza delle nostre capacità di comprendere la vita e la morte (e tutti i grandi perché). Siamo proprio sicuri sicuro che la logica binaria sia la migliore per capire l'Unverso? Capisco che questa logica ci sta dando tanti frutti... Ma anche la teoria Newtoniana li diede, tanto da essere ancora utilizzata anche se Einstein è andato oltre.
Secondo me la prima cosa da fare, da filosofo, è mettere in discussione l'entità ed i significati dietro in dato, non trattarlo come "già dato" (scusate il gioco di parole) e farci i calcoli sopra. Cosa si intende per "Dio" o "non Dio", per esempio? Approfondendo queste cose secondo me si arriva a capire che non esistono sono 0 e 1. Che risposta sarebbe, ad esempio, essere panteisti? Che cosa significa "Dio o non Dio" in chiave sociologica e non spirituale?
In definitiva Pascal ha utilizzato un dato non matematico come pretesto per uno studio matematico.
Grazie per il video interessantissimo 😊🙏
Ciao a tutti. Quindi si potrebbe dire che Dio è uguale a 0?
Questa regola può essere applicata a qualunque desiderio che l'uomo ha. Quindi ognuno ricava la sua felicità da ciò in cui crede (non necessariamente un dio). Complimenti alla sua capacità di insegnamento. I suoi alunni, se sono svegli, le saranno sempre riconoscenti.
Ma quello che credere in Dio ti da non è una cosa qualsiasi... occhio!
@@ermenegildoluponi3184 Può illuminarmi? Per cortesia.
@@valterfasani3947 si legga i vangeli e capirà che non sono come topolino
C' è chi ha scritto che chi non adora Dio finisce per adorare tutto il resto.
È una grande verità: l' uomo è fatto per adorare e così succede.
@@paolabrunazzi3353 Il termine adorare non fa parte del mio vocabolario.
Errore proff... gli algoritmi di youtube vengono impostati in base alle categorie e percentuali e non alle probabilità casuali. Se io vedessi, in percentuale, sempre video musicali questa piattaforma memorizza le mie scelte e preferenze ed è qui che gli algoritmi preimpostati entrano in gioco. Come? Con la ricerca. Se io totalizzo un tot di X, pari o superiore alla media di ciò che vedo allora la ricerca, durante la mia digitizzaziine, cerca lettera per lettera non solo quello che mi interessa cercare ma in questo caso aggancia suggerimenti (floating log) che potrebbero rientrare nel logaritmo primario... insomma, X sta a 1 come L sta a Y%. C'è però un'eccezione... io lo chiamo errore. Tra i vari log ci sono dei vuoti dove possono essere inserite altre stringhe non attinenti perché non si tratta di un circuito chiuso ma bensi l'opposto, infatti, di tanto in tanto la piattaforma mi infila argomenti che me ne possono fregare altamente ma che per un errore di calcolo.... eccolo che si infila l'intruso... lo sai perché? Ti porto un esempio.
Hai un bicchiere completamente pieno che basterebbe una giccia per farlo travasare, ok? Ora, se ci mettessi un ago il bicchiere trasborderebbe ma ciò non avviene per un principio matematico molto semplice... aggiungendo 1 e poi dividendolo all'infinito quell'1 diventa talmente piccolo da non creare scompiglio... ecco come funzionano gli algoritmi di youtube... in pratica infilano un dito in c*** alla balena che nemmeno se ne accorge.
Ora, il tuo video è intrigante da un certo punto di vista ma onestamente non rientra nei miei interessi né primari né centesimali quindi, perdonami, che cassarola ci fa in primo piano? Questa è una domanda che non può avere rispiste perché il caos è ovunque... nespà? 😆
A RUclips interessa la sua reazione. Lei ha visto il video e lo ha commentato. Quindi nessun errore dell'algoritmo. Almeno non in questo caso, a quanto vedo. Sarà pure come dice lei sul caos, ma allora sono io a domandarmi: che ci fa qui?
Ma la seconda parte con le opposizioni?
In arrivo, anche se in ritardo…
...sono convinto che il messaggio del Cristo sia illuminante e rifletta una sapienza di natura non umana. Nonostante le mie conversazioni, mi piacerebbe ascoltare anche la 2 parte del video. Credo che risulti una preparazione piuttosto impegnativa. Un saluto
mettiamo in relazione Pascal con il pensiero di Feuerbach?
Mi fa venire in mente l'argomento del fisico matematico David Ruelle a proposito del libero arbitrio.
Qual'è l'atteggiamento più razionale verso il libero arbitrio? Credere che lo abbiamo. Perchè se lo abbiamo allora siamo nel giusto, mentre se non lo abbiamo non siamo comunque noi a decidere di crederci o non crederci, per cui non fa differenza.
[Naturalmente credere di NON avere il libero arbitrio rende totalmente priva di senso qualunque cosa diciamo, perchè - non avendo libero arbitrio - letteralmente "non stiamo dicendo niente", come un orologio a cucù, che sappiamo non avere libero arbitrio. Qualcuno dà retta alle argomentazioni di un orologio a cucù? Chi crede che non abbiamo il libero arbitrio dovrebbe semplicemente tacere e godersi la sua non-libertà, non cercare di convincere gli altri che non hanno libero arbitrio, come se fossero però liberi di cambiare idea ascoltando lui]
Non mi pongo al livello di Pascal però penso che ciò non è applicabile perché cosa significa Dio e pro e contro. Per i cristiani è il regno dei cieli per l'infinito? Per il buddista cosa è? Per un satanista? Perché se esiste un Dio e non è il Dio che speravi? Cosa significa credere in Dio? Quale dei molti Dei del presente e del passato? E se credo negli alieni come mio Dio, in cosa è la scommessa? E se io credessi su un Dio che non è un Dio ma è l'uomo o la natura, non è dire che sono già un Dio. Se credo è scommetto su me stesso per il quale mi sento un Dio. Sembrano vaneggiamenti di un pazzo, ma da parte mia fermiamoci su quanto è più concreto e immaginabile.
Pascal piega la matematica e la statistica alla sua opinione personale. Non per tutti la `vita eterna` ha un valore che tende all'infinito. Per molti é più importante il `qui e ora`. Tutto il ragionamento non tiene conto del valore che si dà al guadagno, e invece punta sul tipo di scommettitore (ateo, credente o agnostico) ma non é un modo corretto per misurare la scommessa.
Quindi , in parole povere , credere non costa niente ed allora perchè non farlo ? Poi una volta dall'altra parte , se Dio c'è , la vincita sarà massima . Se Dio non c'è , la perdita sarà minima . Perciò , tutto sommato , conviene . Ho capito bene ?
Il problema non è se Dio esiste ma cosa farà lui per noi, ammettiamo che scommetto quindi viene fuori che Dio esiste che Dio esce fuori? come la vedo io Dio esiste quindi ci ha creato perché dovrebbe fare altro per noi? Se Dio avesse voluto una vita migliore per noi ci avrebbe. Creato già con una vita migliore. Si capisce che Dio così ci voleva così ci ha creati la vera scommessa e accettare questo.
Salve bel video, chiariamo però non basta credere che Dio esiste, non è una consapevole conversione. Solo decidendo di incamminarci nella direzione che ci fa tornare bambini ci aprirà le porte a Dio
Dopo questa sua esposizione le faccio una domanda concreta:" come mai ogni essere vivente per "vivere " deve uccidere un altro essere vivente?
La vita è meravigliosa, godetevela. Tutti a pensare a cosa guadagno dopo la morte, e nessuno a pensare al tempo, cioè alla cosa più preziosa che perdiamo prima della morte ad andare dietro a tutte queste assurde elucubrazioni su realtà indimostrabili. Il tempo, la cosa più preziosa e che nessuno ci ridarà mai indietro.
Tu sovrapponi - irrazionalmente - la cosa più preziosa con le tue opinioni, non dimostrate. Tu pretendi di pensare che tutti quelli che non fanno come fai tu e il tempo.... lo perdono ( per es. a pensare a... ) in altro, sono stupidi spreconi. Non si divertono! Non usano la ragione.
Proprio invece quelli che pensano " oltre " quello che pensi tu, il tempo lo valutano anche di più, lo ritengono ancora più prezioso, preziosissimo ( superlativo assoluto ). Tu, se lo sprechi, che danno ti fai? Hai una meta da raggiungere? Hai qualche scopo? Hai un " dovere " che ti spinge? In realtà il tempo, a ben vedere, per te non può alcun valore, nessuna preziosità. Solo illusione. Vieni dal nulla, sei nulla, ritorni al nulla: davvero ti stai illudendo alla grande. Con sicurezza.
L'altra posizione potrebbe essere come la tua ( ...elucubrazioni ); è possibile, ma non è sicura. Quale la più ragionevole?
Ciao.
@@antonioborga4809 tu continua pure a guardare oltre, continua. Poi facci sapere cosa hai visto. Io guardo qui, c'è tanto da approfondire su questa terra che il tuo oltre sinceramente lo lascio a te.
@@user-se7vm4xs9i insomma, non riesci a vedere oltre il tuo naso. Ti sto dicendo che io guardo qui, come fai tu e lo faccio con estremo ( superlativo assoluto ) interesse perchè ne ho motivo, ho uno scopo, ho un obiettivo. Tu non ce l'hai e dunque - razionalmente - non hai nulla da fare, nulla da approfondire ma solo illusioni, create da te oppure ( molto più probabile ) suggerite da altri, illusi a loro volta.
Io potrei essere un illuso, ma non è sicuro come lo sono le tue illusioni. Sicure, come sono sicure le leggi fisiche.
Ciao.
@@antonioborga4809 il mio scopo è essere felice qui ed ora. E nel bene dei miei cari e in ciò che faccio tutti i giorni per rendere migliori gli altri e me trovo il senso della mia esistenza. Senso che mi rende felice. Per dare senso non mi serve niente altro.
@@user-se7vm4xs9i e mi sta bene, benissimo, questo che dici, perchè è anche il mio pensiero.
Ma noi siamo uomini perchè usiamo la ragione. Senza di questa... non lo siamo.
Ora, la ragione ci chiede sempre di " giustificare " quello che facciamo. Giustificare es. quel " bene dei miei cari " ( cos'è il bene? ) che solo 80 anni fa era di gasare gli ebrei....
Tu costruisci la tua casa - bella come la mia! - sulla sabbia. Speriamo non arrivi la piena...
Ciao
Bellissimo video. Bravo
Molto interessante! Grazie
Da quanto detto al punto 6,53 fino a 7, 10 Pascal sembra essere agnostico; sappiamo però che era credente. Come ha fatto a superare l'agnosticsmo?
L’argomento della scommessa parte da un agnosticismo metodologico.
Per quanto riguarda la sua vita personale, Pascal stesso racconta che a cambiargli la vita fu una genuina esperienza mistica.
Non penso che le "carte in tavolo" presentate in questo video siano abbastanza(differisco in opinione da Pascal) . Non c'è una dualtia di scelta, dio o non dio.
DIO può variare così tanto dal punto che gli atei non vivranno in eterno o che anch'essi vengano accettati in paradiso: ciò crea il presupposto per iinfinite variabili di dio che destabilizzano subito l'interita del argomento.
Riguardo dopo un anno e aggiungo
17:27 L'argomento è valido solamente - ANCHE -
se la vita eterna esiste veramente 😃
i profeti potrebbero anche aver frainteso
" "le parole" di una fonte umanamente inarrivabile, inconcepibile "