seguo da tempo i tuoi approfondimenti che trovo molto interessanti e spiegati in modo chiaro. Grazie (Subribed log time ago). A proposoto del problema dalle misura, mentre spiegavi, ho provato a sostituite alla parola elettrone la parola politico italiano e ho trovato che la descrizione calzasse a pennello. Proporrei un nuovo termine per la politica italiana degli ultimi decenni "elettronpolitic" o "elettropolitician"
: l'invenzione? grazie x esser tornato sul canale (in IT)❣️ il tuo video (10anni fa) sul principio d'indeterminazione di Heisenberg , test prodotto, ... è una lez di quantistica meravigliosa. parleresti dell'effetto Zenone? grazie❤️.
"L'invenzione?" Sì, l'invenzione è un processo principalmente di creazione, che ha quindi a che fare con "l'attualizzazione di qualcosa di potenziale". Se riteniamo che anche nei processi fisici il meccanismo di attualizzazione di ciò che è potenziale svolga un ruolo fondamentale, allora possiamo dire che l'invenzione non è una prerogativa solo di noi essere umani. Anche la materia-energia, continuamente, inventa (e in un certo senso cogita)... L'effetto Zenone quantistico (e il corrispondente paradosso di Zenone quantistico) è molto interessante, ma non è così evidente da trattare semplicemente. Ma terrò presente il tuo suggerimento. E grazie per l'apprezzamento. (Cavolo 10 anni fa...)
Grazie Massimiliano, finalmente un nuovo video. A proposito di effetto zenone, vorrei conoscere la tua opinione sulle ipotesi di Arp roguardo al solo redshift. Mi riferisco soprattutto a ciò che emerge da questo vecchio paper iopscience.iop.org/article/10.1086/305779/fulltext/37571.text.html
Ma è proprio questo il punto, reazione dell’osservazione nei confronti dell’osservato, dove al limite nucleare quantistico, le relative situazioni statistiche diventano “realmente” reciproche; una influenza l’altra costituendo una variabilità probabilistica intrinseca. Al solito i miei rispetti
Se ciò che osservo non è qualcosa di definito ma sono io a definirlo quando lo osservo che succede. Per esempio se osservo qualcosa che varia nel tempo come un campo che fluttua ciò diventerà qualcosa di definito solo nel momento in cui lo congelo in un istante specifico. Se osservo carasteristiche specifiche di un elettrone lo spin o la posizione spaziale rimangono comunque evento congelati nello spazio. Almeno non mi risulta che lo spin di un elettrone rimanga lo stesso considerato che non sono in grado di sperimentarlo scientificamente. Sbaglio ? Lo congelo in una situazione specifica e poi lo concettualizzo solo nella sua fase congelata. Non è nella natura del campo o dell' elettrone essere congelato in un istante per cui ma solo dopo io posso concettualizzarlo. Questo è uno dei comportamenti più umani possibili. L' altro comportamento umano lo vedo nella fisica quantistica. Nei calcoli probabilistici della fisica quantistica qualcosa si definisce solo nel momento in cui la funzione d' onda collassa. Di nuovo tramite le probabilità provo a definire uno stato specifico nel tempo di una particella elementare. Prima del collasso della funzione io ho un campo aperto alle svariate possibilità. Questo spiega secondo me il motivo per cui il gatto è sia vivo che morto che vivo e morto contemporaneamente. Prima del collasso della funzione io ho un ampio evento di possibilità. E' esattamente lo stesso atteggiamento umano che abbiamo guardando al futuro. Se guardo al futuro potrei fare molteplici cose e molteplici cose potrebbero succedere. Insomma a me sembra che parliamo sempre dei soliti aspetti umani appunto. Da un lato la nostra necessità di congelare un istante per formalizzarlo e dall' altro in quantistica ci poniamo nello stesso modo con cui immaginiamo il futuro. Poi abbiamo formalismi in grado di fare previsioni. Però questi atteggiamenti finiscono necessariamente per condizionare i risultati visto che sia la nostra percezione di un istante specifico che il nostro atteggiamento nel pensare al futuro sono intromissioni negli ambiti che andiamo ad osservare. Se la caverebbero benissimo anche senza di noi temo. Ciò che mi mette in difficoltà è che sia il congelamento di qualcosa che naturalmente si deve muovere o la previsione di un futuro sono aspetti oltre modo umani. E mi sembra altrettanto probabile che ciò che cerchiamo di comprendere possa andare oltre sia l' umano che le sue capicità percettive. Anche oltre i formalismi che oggi siamo in grado di creare. Insomma mi aspetterei più umiltà dalla fisca quantistica.
grazie della spiegazione. puoi chiarire cosa succede quando cancello i dati relativi alle osservazioni effettuate? perché si riforma la figura di interferenza se distruggo i dati? sembrerebbe essere implicata più la presenza dell informazione sulla misura che l'osservazione in se. parrebbe che il collasso sia dovuto al fatto che da qualche parte sia disponibile il dato osservato. se nella doppia fenditura attivo i rilevatori ma non registro i dati della rilevazione si forma cmq la figura di interferenza. questo farebbe pensare a una natura 'digitale' della realtà, dei quantum bits che costruiscono il reale. troppo semplice?
Cosa intendi quando scrivi "cancellare i dati?". Attivare i rilevatori significa registrare i dati, perché è questo che fa un rilevatore. Il "dato" osservato non è comunque già disponibile prima della misura, viene creato al momento stesso della misura in modo perfettamente indeterministico.
Ottima analisi dell’impatto sui dati dell’atto di raccolta. Certo sappiamo esserci sempre un errore di misura, ma se ne tiene conto in statistica, ed appunto, come faceva ben notare, si attuano strategie per minimizzarlo. Ora mi dica: concorda con Kant e la sua dicotomia “cosa in se e punto di vista” oppure con Hegel: “non esiste la cosa in se ma unicamente i punti di vista”? Questo è un paradosso da sondare, non trova? La realtà esiste malgrado l’uomo o è inesistente poiché soltanto l’uomo con i suoi limiti la può sondare? Pare che Kant fini per abbracciare la posizione del suo allievo ed ammettere di essersi sbagliato. Trovo affascinante l’idea stessa che il reale sia insondabile e che noi si possa soltanto avere una visione sfocata ed approssimativa della realtà. Taluni concluderebbero che poiché non è nelle nostre corde la conoscenza del tutto, sia totalmente inutile l’affannarsi a conoscere. Taluni sarebbero tentati persino di dire che l’unico modo accettabile di conoscere il reale è con la speculazione filosofica o mistica; con i nostri strumenti cognitivi e con l’affinamento dei nostri sensi. Lei mi pare abbia un approccio a largo spettro. Io forse non concepisco la metafisica se non inquadrata nella realtà fisica. Potrei alimentare un mio bias di conferma, ma tendo ad abbracciare il dubbio celebrato da Brecht. Più la seguo e più mi incuriosisce la sua commistione fra fisica e filosofia.
La dimensione mistica ha più a che fare con l'esperienza diretta del reale... L'approccio filosofico e scientifico cercano invece di "toccare" il reale tramite lo strumento dell'intelletto (compatibilmente con i dati sperimentali). Il mio approccio, come fisico, è realista, ma non un realismo naïf, che vorrebbe rinchiudere il reale nell'esiguo teatro spaziotemporale. La "cosa fisica" esiste, ma non è una "cosa", cioè non è un oggetto spaziotemporale. Per questo si manifesta in modo differente a seconda dei contesti osservativi sperimentali (ogni contesto sperimentale è una sorta di punt di vista). Vasto soggetto.
Si tratta più che altro di rendersi conto che nei nostri processi osservativi esistono, in generale, sia degli aspetti "di creazione" che degli aspetti "di scoperta". La razionalità interviene ad un altro livello e non necessariamente deve "tarpare le ali" al genio. Può anche, semplicemente, essere "al suo servizio".
seguo da tempo i tuoi approfondimenti che trovo molto interessanti e spiegati in modo chiaro. Grazie (Subribed log time ago). A proposoto del problema dalle misura, mentre spiegavi, ho provato a sostituite alla parola elettrone la parola politico italiano e ho trovato che la descrizione calzasse a pennello. Proporrei un nuovo termine per la politica italiana degli ultimi decenni "elettronpolitic" o "elettropolitician"
Grazie dell'apprezzamento e, sì, comprendo bene la tua metafora.
Mille grazie 👍
Grazie a te per l'ascolto!
Ottimo video, veramente molto chiaro e che fa venire una gran voglia di approfondire ... 😊
Ti ringrazio Paolo per l'apprezzamento.
Grazie. Finalmente chiari fenomeni strani.
Grazie dell'apprezzamento.
: l'invenzione?
grazie x esser tornato sul canale (in IT)❣️ il tuo video (10anni fa) sul principio d'indeterminazione di Heisenberg , test prodotto, ... è una lez di quantistica meravigliosa.
parleresti dell'effetto Zenone?
grazie❤️.
"L'invenzione?" Sì, l'invenzione è un processo principalmente di creazione, che ha quindi a che fare con "l'attualizzazione di qualcosa di potenziale". Se riteniamo che anche nei processi fisici il meccanismo di attualizzazione di ciò che è potenziale svolga un ruolo fondamentale, allora possiamo dire che l'invenzione non è una prerogativa solo di noi essere umani. Anche la materia-energia, continuamente, inventa (e in un certo senso cogita)... L'effetto Zenone quantistico (e il corrispondente paradosso di Zenone quantistico) è molto interessante, ma non è così evidente da trattare semplicemente. Ma terrò presente il tuo suggerimento. E grazie per l'apprezzamento. (Cavolo 10 anni fa...)
@@autoricerca grazie, spero a presto! 🥂🎲🎲🥰
Grazie per questo video 🙂
Grazie a te Gemma, per l'interesse.
L'effetto heisembug lo vedo quando porto la mia macchina dall'elettrauto 😂😃
Grazie Massimiliano, finalmente un nuovo video. A proposito di effetto zenone, vorrei conoscere la tua opinione sulle ipotesi di Arp roguardo al solo redshift.
Mi riferisco soprattutto a ciò che emerge da questo vecchio paper
iopscience.iop.org/article/10.1086/305779/fulltext/37571.text.html
Ma è proprio questo il punto, reazione dell’osservazione nei confronti dell’osservato, dove al limite nucleare quantistico, le relative situazioni statistiche diventano “realmente” reciproche; una influenza l’altra costituendo una variabilità probabilistica intrinseca. Al solito i miei rispetti
Se ciò che osservo non è qualcosa di definito ma sono io a definirlo quando lo osservo che succede. Per esempio se osservo qualcosa che varia nel tempo come un campo che fluttua ciò diventerà qualcosa di definito solo nel momento in cui lo congelo in un istante specifico. Se osservo carasteristiche specifiche di un elettrone lo spin o la posizione spaziale rimangono comunque evento congelati nello spazio. Almeno non mi risulta che lo spin di un elettrone rimanga lo stesso considerato che non sono in grado di sperimentarlo scientificamente. Sbaglio ? Lo congelo in una situazione specifica e poi lo concettualizzo solo nella sua fase congelata. Non è nella natura del campo o dell' elettrone essere congelato in un istante per cui ma solo dopo io posso concettualizzarlo. Questo è uno dei comportamenti più umani possibili. L' altro comportamento umano lo vedo nella fisica quantistica. Nei calcoli probabilistici della fisica quantistica qualcosa si definisce solo nel momento in cui la funzione d' onda collassa. Di nuovo tramite le probabilità provo a definire uno stato specifico nel tempo di una particella elementare. Prima del collasso della funzione io ho un campo aperto alle svariate possibilità. Questo spiega secondo me il motivo per cui il gatto è sia vivo che morto che vivo e morto contemporaneamente. Prima del collasso della funzione io ho un ampio evento di possibilità. E' esattamente lo stesso atteggiamento umano che abbiamo guardando al futuro. Se guardo al futuro potrei fare molteplici cose e molteplici cose potrebbero succedere. Insomma a me sembra che parliamo sempre dei soliti aspetti umani appunto. Da un lato la nostra necessità di congelare un istante per formalizzarlo e dall' altro in quantistica ci poniamo nello stesso modo con cui immaginiamo il futuro. Poi abbiamo formalismi in grado di fare previsioni. Però questi atteggiamenti finiscono necessariamente per condizionare i risultati visto che sia la nostra percezione di un istante specifico che il nostro atteggiamento nel pensare al futuro sono intromissioni negli ambiti che andiamo ad osservare. Se la caverebbero benissimo anche senza di noi temo. Ciò che mi mette in difficoltà è che sia il congelamento di qualcosa che naturalmente si deve muovere o la previsione di un futuro sono aspetti oltre modo umani. E mi sembra altrettanto probabile che ciò che cerchiamo di comprendere possa andare oltre sia l' umano che le sue capicità percettive. Anche oltre i formalismi che oggi siamo in grado di creare. Insomma mi aspetterei più umiltà dalla fisca quantistica.
grazie della spiegazione. puoi chiarire cosa succede quando cancello i dati relativi alle osservazioni effettuate? perché si riforma la figura di interferenza se distruggo i dati? sembrerebbe essere implicata più la presenza dell informazione sulla misura che l'osservazione in se. parrebbe che il collasso sia dovuto al fatto che da qualche parte sia disponibile il dato osservato. se nella doppia fenditura attivo i rilevatori ma non registro i dati della rilevazione si forma cmq la figura di interferenza. questo farebbe pensare a una natura 'digitale' della realtà, dei quantum bits che costruiscono il reale. troppo semplice?
Cosa intendi quando scrivi "cancellare i dati?". Attivare i rilevatori significa registrare i dati, perché è questo che fa un rilevatore. Il "dato" osservato non è comunque già disponibile prima della misura, viene creato al momento stesso della misura in modo perfettamente indeterministico.
Ridendo e scherzando ne ho tre copie.
Ottima analisi dell’impatto sui dati dell’atto di raccolta. Certo sappiamo esserci sempre un errore di misura, ma se ne tiene conto in statistica, ed appunto, come faceva ben notare, si attuano strategie per minimizzarlo. Ora mi dica: concorda con Kant e la sua dicotomia “cosa in se e punto di vista” oppure con Hegel: “non esiste la cosa in se ma unicamente i punti di vista”? Questo è un paradosso da sondare, non trova? La realtà esiste malgrado l’uomo o è inesistente poiché soltanto l’uomo con i suoi limiti la può sondare? Pare che Kant fini per abbracciare la posizione del suo allievo ed ammettere di essersi sbagliato. Trovo affascinante l’idea stessa che il reale sia insondabile e che noi si possa soltanto avere una visione sfocata ed approssimativa della realtà. Taluni concluderebbero che poiché non è nelle nostre corde la conoscenza del tutto, sia totalmente inutile l’affannarsi a conoscere. Taluni sarebbero tentati persino di dire che l’unico modo accettabile di conoscere il reale è con la speculazione filosofica o mistica; con i nostri strumenti cognitivi e con l’affinamento dei nostri sensi. Lei mi pare abbia un approccio a largo spettro. Io forse non concepisco la metafisica se non inquadrata nella realtà fisica. Potrei alimentare un mio bias di conferma, ma tendo ad abbracciare il dubbio celebrato da Brecht. Più la seguo e più mi incuriosisce la sua commistione fra fisica e filosofia.
La dimensione mistica ha più a che fare con l'esperienza diretta del reale... L'approccio filosofico e scientifico cercano invece di "toccare" il reale tramite lo strumento dell'intelletto (compatibilmente con i dati sperimentali). Il mio approccio, come fisico, è realista, ma non un realismo naïf, che vorrebbe rinchiudere il reale nell'esiguo teatro spaziotemporale. La "cosa fisica" esiste, ma non è una "cosa", cioè non è un oggetto spaziotemporale. Per questo si manifesta in modo differente a seconda dei contesti osservativi sperimentali (ogni contesto sperimentale è una sorta di punt di vista). Vasto soggetto.
Quindi questo esperimento rivela che le cose accadono nella spontaneità come vuole il creato creativo e la razionalità abolisce il genio.
Si tratta più che altro di rendersi conto che nei nostri processi osservativi esistono, in generale, sia degli aspetti "di creazione" che degli aspetti "di scoperta". La razionalità interviene ad un altro livello e non necessariamente deve "tarpare le ali" al genio. Può anche, semplicemente, essere "al suo servizio".