Condivido ogni tua parola, Yasmina, e proprio per i motivi che hai espresso e soprattutto per l'importanza che ha la lentezza sono sempre stata contraria all'uso dei vari device a scuola, soprattutto per quanto riguarda l'insegnamento e l'apprendimento delle materie letterarie... I nostri ragazzi sono già sovrastimolati esternamente, penso che la scuola non dovrebbe mai perdere di vista il proprio obiettivo, appunto, come tu e Montale avete detto, il miglioramento dell'essere umano e la trasmissione di giusti valori. Grazie per questo bellissimo spunto di riflessione.
"Fate che il sogno divori la vostra vita, affinché la vita non divori il vostro sogno" « Faites que le rêve dévore votre vie afin que la vie ne dévore pas votre rêve » L'autore ? Quel "pazzo" visionario di Antoine de Saint Exupéry !
Invito a rileggere, per chiarirsi le idee, "Lasciatemi divertire" (1910), poesia di Aldo Palazzeschi dal titolo che è tutto un programma. A questo proposito raccomando vivamente la lettura di "Poesie" di Palazzeschi (purtroppo credo che l'edizione tascabile degli Oscar Mondadori non sia stata più ristampata)
Concordo pienamente. Palazzeschi, poi, spesso sbrigativamente classificato come futurista, avrebbe bisogno di una sana riscoperta. Della tascabile non so, ma è sempre reperibile il Meridiano.
Probabilmente il miglior video tuo che ho visto. Brava. Provo a buttare giù un mio commento al testo del discorso. Io penso che oggi Montale non avrebbe scritto questo testo. Tenendo conto, inoltre, come hai detto tu, che probabilmente oggi nessuno cagherebbe un Montale, non emergerebbe proprio dal mare magnum generale. Penso che questo discorso sia oltremodo importante per capire l'abisso che separa gli anni '70 a oggi... Io penso che la poesia vera (partendo dall'assunto, non dimostrabile, che si possa davvero attribuire tale aggettivo) sia, invece, una pratica in estinzione. Non perché sono pessimista ma perché ho bene in chiaro verso dove, secondo me, la razza umana si sta incamminando. Ci stiamo incamminando verso una realtà in cui la natura umana [in cui abita la poesia (so che non ti piace :-p, ma aimè)] si sta sempre più mescolando alla natura digitale. Una natura sempre più dominata dal "pensiero calcolante" e sempre meno dal "discreto" che necessita, come hai detto bene, la poesia. Naturalmente non è una cosa che avviene dall'oggi al domani...ma segni inequivocabili sono già sensibilmente in atto (a cominciare dalla sempre più evidente scomparsa della poesia che solo in parte è un segno del mercato...) Darwin diceva che noi deriviamo dalle scimmie...ma non ha mai detto che l'evoluzione si sarebbe fermata con l'uomo...eheheh Leggendo un testo di cui non ricordo il nome, ma che parlava di Alan Turing c'è questa citazione: "L'uomo è uno stadio evolutivo", c'è stato qualcosa prima dell'uomo...e ci sarà qualcosa dopo l'uomo. Montale non avrebbe, penso, neppure immaginato questa deriva (che non è nemmeno una deriva ma forse una necessità naturale...non so...) ecco perché io penso che oggi, con una nuova consapevolezza, non avrebbe certo scritto questo testo.
A Napoli io e i miei amici abbiamo formato un collettivo “La penna di Calliope” attraverso il quale organizziamo eventi di lettura per poeti e, benché nati da poco tempo, la risposta è positiva, soprattutto da parte di giovanissimi.
@@YasminaPani che bello per i puristi della grammatica non e' corretto, dovresti dire "come e' bello", me lo diceva una parente professoressa di latino nata all'inizio del secolo scorso
Cara Yasmina grazie per lo spunto; non sono mai stato un appassionato di poesia. Non potendo, però, non ammettere l'estrema correttezza e logia del tuo discorso, cercherò di accostarmi a questo mondo, per parte mia, assai vasto e sconosciuto. Grazie!
Grazie, Yasmina. Queste parole per me sono oro, una coccola per l'anima (se vogliamo chiamarla così). Attualissimo Montale, oggi possiamo davvero constatare tutto ciò di cui parlava. Resiste la poesia e resistiamo noi💪🏻
Ciao Yasmina. Grazie intanto del video. Il discorso sulle arti e il valore economico, mi ricorda la risposta di Pasolini durante la trasmissione del 1971, "III B facciamo l'appello", in cui gli si cercava di fare notare la contraddizione tra la sua produzione poetica e il fatto che ci guadagnasse, che diventasse anche esse materia di consumo. Pasolini rispondeva dicendo che, sì, in parte è vero ma la poesia che produce in realtà è una merce "inconsumabile", cioè, morirà lui, la società, il capitalismo ma la poesia rimarrà inconsumata. Biagi poi gli chiese allora perché Il Decamerone e Pasolini rispose che quando si invecchia, cala il futuro, calano i problemi, calano la speranza e la retorica e si è più allegri e così, prosegue, ho fatto l'opera di uno che è più allegro. Il Decamerone esprime quel suo momento. Da parte mia, penso, oltre a quello che ha detto Montale che mi sembra ragionevole e per cui non ho neanche le competenze per controbattere, che l'arte sia una esigenza dell'"anima", dell'io, e riflettevo, forse ingenuamente, che ai tempi di Dante, come ai tempi di Leopardi, la maggioranza delle persone fosse intanto analfabeta e poi molto impegnata a sopravvivere, più che a pensare all'otium latino, quindi, Dante, Petrarca, Leopardi, fino ad arrivare al 1900, non penso si rivolgessero a tutti, o no? Oggi, forse paradossalmente, l'avere reso l'arte fruibile potenzialmente a tutti, quindi aumentando il bacino di ascolto o di lettura, ha portato anche ad una diminuzione della qualità. Oltre al fatto, che oggi, un Dante morirebbe di fame perché non avrebbe senso la sua opera, come, oggi, nessun Papa si sognerebbe di finanziare una nuova "Cappella Sistina" o di fare costruire un nuovo Duomo di Milano, tanto meno il Colosseo, per le ingenti spese richieste. Con il 1900, l'arte pittorica è cambiata completamente, anche grazie all'influenza della scienza con il relativismo. Già Giovenale lamentava il panem et circenses. C'è da dire che all'epoca facevano andare a teatro gratis la gente, oggi propongono il grande fratello e compagnia cantante....
Certo: la poesia è sempre stata elitaria, letta da un pubblico ristrettissimo di sodali e di intenditori (o non letta proprio da nessuno). Oggi le cose stanno diversamente, ma perché il poeta cerca di arrivare a tutti, cioè appunto di vendere, e questo non è possibile - o meglio, è incompatibile con la poesia di qualità.
Scoprendo oggi il tuo canale,mi sono iscritto Una bella lettura della Poesia Rimarrà come sempre ricerca,interrogativo,necessità Verità Saluti da Panza d'ISCHIA 🎉
dottoressa, la seguo da pochissimo ma lei è stupefacente! grazie per i suoi contenuti, sono un'occasione di ricerca e di crescita per noi che noi ne usufriamo.
7:50 "La poesia mette in contatto la persona che legge con parti di sé che non sapeva di avere" questo è l'effetto straordinario e indescrivibile della poesia ben scritta; sento la stessa scoperta anche con alcuni testi di Carmen Consoli.
Ho letto la domanda e dopo un decimo di secondo ho visto la scollatura. Ho risposto "sì" 😂 Scherzi a parte, grazie per questo video. Ti seguo con interesse.
Bella riflessione, ottima scelta. Sulla questione della 'poesia necessaria', penso che la dimensione poetica di cui parla Montale travalichi la stessa letteratura, che vi sia cioè un'intenzione poetica profonda riscontrabile in molte fra le arti sorelle, una dimensione che va oltre la produzione e la commercializzazione, sconfinando nella 'necessità' del poeta di usare le arti per fare chiarezza prima di tutto dentro di sé. In questo senso può essere poetico un dipinto, una scultura una canzone, indipendentemente dal fatto che questo venda o no. Quel livello di approfondimento non ha prezzo, non potrebbe mai essere pagato abbastanza anche perché non ha termini di paragone con il mercato dell'arte usa e getta. Quando si mette l'arte nella techne, e quando si mette la poesia nell'arte. Bella riflessione, grazie.
Grazie Yasmina per il video di grande raffinatezza e, a titolo personale, per aver parlato in modo eccelso di poesia e in particolare di Montale, che io amo, leggo costantemente e che considero senza ombra di dubbio il più grande poeta del '900 italiano. Una grande lezione, la definizione della vera, grande poesia; una riflessione che andrebbe letta all'apertura di ogni anno scolastico come viatico per gli studenti se non delle medie (dove io cerco faticosamente di insegnare la meraviglia della poesia), almeno delle superiori. Tra l'altro il problema del ruolo della poesia è stato anche affrontato in modo molto interessante da Mario Luzi in un intervento in cui il poeta riflette su un ruolo che potremmo definire "salvifico" della poesia e sul fatto che la poesia non va valutata in base a ciò che ha fatto. Dice Luzi: "Quale sia lo stato delle cose, la condizione della salute umana, spirituale e culturale, l’ha detto la poesia. Eliot, Valéry, Montale, Rebora hanno dato senso alla condizione dell’uomo [...] Con difficoltà nel magma del secolo, quel che poteva la poesia l’ha fatto. Ha perseguito il sogno, continuamente deluso e continuamente ripreso, di un mondo meno ingiusto e perverso. Un mondo che, magari, potesse farci sperare in un uomo che si appartenga e non sia alieno a se stesso, quale invece rischierebbe di essere se la poesia cadesse in disgrazia. Chiediamoci allora, non che cosa ha fatto la poesia, ma cosa sarebbe il mondo senza di essa". Altro, e forse ancor più interessante intervento sul ruolo della poesia, fu fatto nel '60 da Saint-John Perse in occasione della consegna del Nobel, allorché il poeta e diplomatico francese non solo parla del ruolo della poesia nell'epoca post-bellica (ricordiamo che la sua posizione anti-nazista gli costò l'esilio durante i terribili anni di Vichy), ma riflette sui ruoli equivalenti di poesia e scienza, attraverso un'immagine bellissima: "Ma è il pensiero disinteressato di scienziati e poeti che è onorato, qui. E qui almeno una volta non guardateli come fratelli ostili: stanno esplorando lo stesso abisso, varia solo il loro modo di investigazione. [...] E da quella prima notte in cui due uomini nati ciechi presero le loro strade, uno equipaggiato coi mezzi scientifici, l’altro soccorso dalla visione delle immagini, chi dei due torna prima e più potentemente acceso da una breve intermittenza luminosa? La risposta non conta. Il mistero è comune, comunque." Abbiamo quindi un rimando al vero umanesimo, che non conosceva la distinzione tra scienze e lettere, laddove oggi si parla di materie umanistiche con una separazione della letteratura dalle scienze alquanto ottusa e volta ad una semplificazione di comodo ma priva di sostanza. Di altra pasta è la posizione, forse eccessiva ma anche travisata e troppo presa alla lettera, di Adorno, sulla fine della possibilità di fare poesia dopo Auschwitz. Resta comunque un problema molto interessante e attuale, che non muore con questi grandi autori e non cessa di generare domande.
Mi sei così piaciuta, che ti dedico questi miei versi, per stare in tema: PAROLE Le mie parole ti baciano Le faccio uscire oblique Per raggiungerti ovunque Alcune le ho comprate Al mercatino dell'usato Dicono, le più affidabili Altre me le hanno prestate Librerie, mentori, amanti Le ho riscattate proprio tutte Diventano tue se le ascolti Se vuoi possiamo giocare Me le rilanci come la palla Del nostro puerile amore. C G
Ciao Yasmina. Non ho visto il video ieri, perché mi sono addormentato. È un periodo in cui sono molto stanco. Comunque, come puoi immaginare, non ho studiato Montale e sento questo discorso per la prima volta. La riflessione è molto bella e immortale.
La vera poesia si "sente", con tutti i sensi, ma la possiamo percepire solo quando ricominciamo ad emozionarci davanti a un tramonto e non davanti a un cellulare.
Yasmina, questo è uno dei tuoi video più belli e interessanti, e la cosa è ancora più notevole visto che sono sempre tutti molto belli e interessanti. Da artista (pittura), non posso che concordare su tutta la linea con quanto dite tu e Montale (l'arte come prodotto mercificato, la spettacolarizzazione e l'originalità come cifre obbligate per emergere, e l'emergere proprio come obiettivo primario, ecc: tematiche che come immaginerai valevano per la poesia cinquant'anni fa ma che anche oggi, e probabilmente ancora di più, valgono per l'arte visiva nell'era social di Instagram e affini). Sono particolarmente colpito dalla modernità e dalla "preveggenza" di Montale, il cui discorso sembra porsi, leggendone stralci decontestualizzati, come un'analisi lucidissima e tutt'ora attualissima, quasi fosse scritta oggi per descrivere lo stato dell'arte, e anzi forse oggi ancor più calzante che mezzo secolo fa, in quanto quello che lui notava in embrione ai suoi tempi, oggi sembra essersi concretizzato all'ennesima potenza, rivelandosi di un'allarmante lungimiranza di pasoliniana precisione. Il che mi porta a una riflessione, o per meglio dire un dubbio, che ti rivolgo: quanto questi processi degenerativi sono "reali", e sono pertanto avvistati e denunciati già sul loro nascere da grandi intellettuali quali Montale o Pasolini, e quanto invece la loro identificazione si potrebbe ascrivere (erroneamente, ma con un cinismo che parzialmente potrebbe avere un fondo di verità) al filone "o tempora o mores" che è appunto vecchio quanto il mondo, e per il quale ogni generazione ormai matura tende ad intravedere così spesso segni di decadenza per il futuro (o di impoverimento nel presente)? Grazie ancora per il video!
Il biasimo dei tempi correnti e il rimpianto di quelli passati sono certo sempre presenti in ogni epoca: lo diceva Dante, lo diceva Leopardi, lo diciamo noi. In questo caso però non si tratta di questo, secondo me, ma di un'analisi oggettiva di un cambiamento reale nel modo di concepire l'arte: la società di massa non è mai esistita prima, il nostro sistema economico per come è attualmente è una assoluta novità, quindi è vero che in questo caso ci troviamo davanti a un modo di fare arte che prima era sconosciuto. E che sia un'arte di qualità inferiore è difficile da discutere!
@@YasminaPani Grazie della risposta, che condivido in pieno. Auspichiamo che, come dicevi anche tu, qualche scintilla sia sempre destinata ad emergere nonostante tutto.
Ti sembrerà un commento fuori contesto, ma guardando un video che parla di poesia, mi trovo a considerare che accanto a me ho effettivamente poesia e, anche se capita di scontrarci, sono molto innamorato della mia compagna. Grazie.
Condivido l'aspetto per cui oggi più che mai nella cività industrializzata l'uomo si alieni da se stesso, ovvero l'uomo rivolga le proprie energie al mercato e non ottenga in cambio altro che ricompense illusorie. Oggi più che mai, nella necessità disperata di ritrovare se stesso l'uomo si rivolge all'arte, alla poesia e alla musica, ma finisce comunque per trattare tutto come mero oggetto di consumo.
Per argomenti e tono della voce con la quale esponi sono sempre video interessanti. In piu, sperando di non essere offensivo una donna bella quanto affascinante
Certo, è possibile - nell'attuale Puranche epoca - scriver poesia; che ne incapace - fosse Montale, mica vuol dire - non più lo sia! Vuol dir soltanto, - che a quello là mancavan tecnica, - capacità. Quando, ad esempio, - mi metto al piano e il contrappunto - trovo invertibile difficil, mica - dico: " è impossibile!" Son io incapace, - non ho la mano, Non un Paisiello, - non un Rossini sono, ma l'ultimo - sol dei cretini
Io non sono nel campo della letteratura ma in quello delle arti figurative e devo dire che condivido queste osservazioni. Mentre parlavo mi è venuto in mente un parallelismo col cibo. La poesia, l'arte, la letteratura che abbiamo è come un cibo di scarsa qualità, te lo mangi e sopravvivi certo, ma, non sei felice. Questo è il costante senso di vuoto nel quale siamo condannati a vivere. Comunque ogni epoca ha il suo cruccio.
LA CAREZZA In ogni angolo di buio nascondiglio in cui far tana al tuono di bombardamento conforto e anelito mi fu quella carezza che mi solcasti in viso prima di morire Ancor fanciulla, ancor non dedita al ricordo non comprendendone la sua mancanza a fondo nel turbinio di lutto e dolce leggerezza ne feci icona da adorar nel mio profondo Per ogni dove, in ogni man l'ho poi cercata perfin nell'uomo che ha trovato in me l'amore ma rare furon le carezze che ho donato per il terror ch'essa fuggisse dal mio cuore A tuo ricordo serbo, unica reliquia la somiglianza in bianco e nero del tuo volto che bacio e sfioro a mo' di fievole blandizia con il timor che quell'inchiostro venga sciolto Financo vecchia, qui costretta nel mio letto da vita madida di malattia e oblio talvolta bramo come bomba la carezza che mi riunisca a te nel Cielo, padre mio
Senza Poesia la vita, il Mondo, l'amore rischia di diventare un inutile sforzo tecnico, un corpo fisico da automa, non il meraviglioso dispiegarsi dell' incontro tra carne e spirito...
Sentendo la descrizione che Montale fa di come alcuni poeti si adeguano alla comunicazione di massa e alla civiltà dei consumi, mi è venuta in mente la musica trap.......
Prova ad andare ad un poetry slam. Lì diventa facile concentrarsi, o per come le poesie sono scritte o per come sono recitate, oltre che per il fatto in sé che non sei tu a doverle leggere , ma sono i poeti che le fanno sentire a te.
Assolutamente d’accordo. Il problema è che non vedo oggi negli adolescenti la stessa passione che ho vissuto io che sono degli anni 70, per poeti come Montale e Levi e altri che mi hanno portato ad amare la poesia come forma d’arte e che a mio avviso rappresenta l’eleganza per definizione insita nell’arte
seguo con immenso interesse i tuoi video che trovo davvero straordinari..Ho solo un piccolo appunto..se me lo consenti. NON tagliare le pause! Non omologarti anche tu, ti prego. Da te abbiamo bisogno di "tempo", di "pausa" , di "riflessione" non di ..velocità! Un caro saluto.
Abbiamo bisogno della poesia quindi andremo a cercarla quindi si creerà una domanda di questo bene che i poeti colmeranno. La “logica di mercato” è soltanto un modo di interpretare e spiegare il tentativo degli esseri umani di cercare di soddisfare i propri bisogni. Non è nulla di perverso, è solo una teoria. 16:37
@@YasminaPani anche io tendo a pensare cosí. In fondo peró credo sia sbagliato generalizzare su cosa siano i bisogni indotti: ognuno ha i suoi e se Tizio pensa che la poesia sia un bisogno indotto e lo spazzolino elettrico uno reale ha ragione tanto quanto ne ho io, che penso il contrario. Credo sia da saputellə (;P) decidere cosa siano i bisogni indotti.
La contrapposizione inesistente nell’umanesimo tra scienza e materie umanistiche era dovuta al fatto che la scienza non era scienza. Non bisogna farsi ingannare dall’uguaglianza del termine. La scienza umanistica era un indagine sulla natura, in senso lato, basata sul puro ragionamento umano senza particolari strumenti e senza l’esperimento, e quindi la componente empirica. Due elementi fondamentali per la scienza moderna. Sono altresì contro l’idea di un arte “inutile” perché significa asservire ogni forma d’arte all’interno del concetto di utile propria dell’economia, di una parte della filosofia, ecc. La poesia è utile, anzi utilissima, ma in un senso diverso dall’utile di cui sopra. La poesia e le altre forme d’arte dovrebbero proporre un’idea di utile diversa dal resto perché altrimenti vorrebbe dire che l’arte si prostra di fronte al paradigma dominante del nostro tempo. “L’arte per l’arte”, molto di moda proprio nel periodo in cui s’iniziava a sentire la forte spinta dell’utile economico e “materiale”, ritengo sia un messaggio dannoso per la stessa arte. È un messaggio puramente reazionario. Io scrivo poesie, o almeno provo a farlo, perché penso sia utile per la mia vita, tanto quanto perseguire altri obiettivi più facilmente raggiungibili e lucrosi. Sono d’accordissimo che la poesia sia l’unica arte esistente intima e discreta, la quale indirizza il suo messaggio al singolo. In una società di massa in cui ogni arte è ormai al servizio di milioni di persone (si veda la musica, la pittura, la scultura, il cinema, ecc.), l’arte è l’unica ad avere ancora uno status individuale. Grazie per il video!
Non e' sufficiente secondo me affermare che le forme di arte di oggi vengono ridotte a merce. Il rischio e' quello di arrivare ad una visione della vita dove tutto deve essere spiegabile dal punto di vista scientifico, misurabile dal punto di vista statistico e controllabile dal punto di vista tecnico. E anche l'arte ne risente. L'arte invece e' sempre stata vista come qualcosa di non bene determinabile, di mistico (o anche semplicemente misterioso) in un certo senso.
Lentezza, bisogno, inutilità, poesia. Quattro parole che, chissà perché, mi stanno accompagnando da qualche mese. Questo video sembra un segno del destino.
La domanda da "Porci" non è se in un mondo dove tutto viene mercificato ha ancora senso scrivere o leggere poesie, ma se ha senso credere ai premi letterari o scientifici. Già perché soprattutto i premi sono al servizio del mercato e della geopolitica
Non è sempre vero che la poesia non abbia un committente, se guardiamo alla musica che non possiamo ritenere non poetica, il committente è necessario, a maggior ragione con la pittura e l'architettura, ma pure quella che si fa con le parole ha anche avuto in diversi casi storici un costrutto che è stato commissionato, in senso celebrativo certo, ma con risultati egregi anche se non massimi risultati.
Ad alcuni piace la poesia Ad alcuni - cioè non a tutti. E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza. Senza contare le scuole, dove è un obbligo, e i poeti stessi, ce ne saranno forse due su mille. Piace - ma piace anche la pasta in brodo, piacciono i complimenti e il colore azzurro, piace una vecchia sciarpa, piace averla vinta, piace accarezzare un cane. La poesia - ma cos'è mai la poesia? Più d'una risposta incerta è stata già data in proposito. Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo Come alla salvezza di un corrimano. Wislawa Szymborska
La Poesia - di cui basterebbe ricordare l'etimologia per rinfrescarci le idee e rinnovare il nostro afflato, la nostra curiosità e la nostra stessa poetica - è L'ARTE somma per definizione perché, al contario ad esempio di Musica e Danza, si avvale "solo" della parola; parola che a sua volta ci rimanda al Logos. Parola grazie e tramite la quale individualmente o collettivamente, l'essere umano puo' lambire alte vette intellettuali, morali e spirituali, come sprofondare nell'abisso di un indicibile orrore, che a sua volta alimenterà nouve tragedie. Vi siete mai chiesti perché, a tutte le latitudini e in tutte le epoche l'acerrimo nemico e il più temuto avversario del dittatore di turno non sia mai stato il comandante in capo delle armate avversarie, ma IL POETA, colui del quale si voleva cancellare la VOCE con tutti i mezzi possibili ? VOCE che pero' rimanre INALTERATA e INALETRABILE salvo quando si pretende strumentalizzarne i contenuti per altri fini ? In un'epoca in cui - come io sostengo da tempo - l'immaginario individuale e collettivo è stato contaminato (come si direbbe in Linguistica, giusto Yasmina ?) dalle tonnellate di storytelling pubblicitario e televisivo in tutto il mondo occidentalizzato tale da produrre le STESSE modificazioni e le stesse abitudini in idiomi diversi da loro, LA POESIA è quanto mai NECESSARIA.
La contrapposizione tra "utile" ed "inutile" ricorda i concetti latini di "otium" e "negotium". "Otium" non aveva assolutamente un significato negativo in latino!
La poesia è possibile. Deve esser possibile. A volte, nel suo dover essere che non ha bisogno di divenire, la poesia è anche eroica, e povera la letteratura che ha bisogno di eroi. Difatti lo stesso Montale accennava ad una divisione di fatto, anche se non di diritto, tra poesia e poesia. Davvero impossibile, perché ammorbante (e non passi esami e concorsi, se non la sai) invece, è certa critica letteraria alle poesie, il cui nome, purtroppo, è e sarà sempre Legione. Se nemico c'è della poesia, non è tanto la non poesia del mondo: quella, anzi, di solito, è beneducata e ha sete di poesia, accordando ascolto e accoglienza a chi non dà grandi componimenti, bensì quelle poesie che il mondo riesce a cogliere, né di più né di meno. L'ostilità maggiore, chi fa poesia, la riceve, semmai, da colleghi e (sedicente) dotto pubblico. Anzi, il mondo non della cultura è quasi sempre migliore dell'educazione posticcia delle persone colte, che hanno l'anima diventata randagia dalla scolarizzazione irta di scorrettezze e scottature,, ben peggiore del selvatico genuino e leale della vera ingenuità. L
Non concordo affatto, la critica letteraria è necessaria per studiare la letteratura e comprenderla. Semplicemente è un momento altro rispetto alla lettura e fruizione del testo.
@@YasminaPani A me è capitato di leggere le poesie di Franco Fortini, nella traduzione di un amico, peraltro glottologo di quelli veri (uno degli ultimi allievi di Polozky) ma se avessi letto, come poi incautamente ho fatto, la critica letteraria prima dell'autore, come si fa in Italia al liceo (anzi, di fatto ti chiedevano solo quella, quando t'interrogavano e avevi voglia di spiegare l'autore: dovevi ripetere le opinioni delle opinioni di autori allineati di partito, o passavi da ignorante, e questo è gravissimo e disincentiva non solo a far poesia, ma, semplicemente, a riflettere, neanche -che parolone! - a pensare), mai e poi mai mi sarei avventurato ad aprire un libro di Fortini,: letta la critica, ne usciva davvero l'immagine rabelaisiana di un bel tessuto ma orlato di mer_a, come le Pandette ma con le glosse pestilenziali del d'Accursio. In tutta onestà non ribatto alla risposta di Jasmina Pani: semmai le chiedo un supplemento di attenzione, e rifletto su queste cose: 1) nessuno di quelli che fa critica delle poesie altrui ha mai scritto nulla di decente di proprio (ma questo è davvero poco male: chi sa fa, chi non sa insegna, chi non sa neanche insegnare fa critica); 2) gli stessi critici che oggi elogiano con espressioni ostrogotee altisonanti gli autori, con robe tipo "lacerti teoretici da avellere" o "la condensazione dei nuclei immaginativi" o altre trovatacce simili, sono le stesse persone che, appena l'autore pubblicava, si prodigavano a fargli tante belle stroncature, finché non ricevevano segnalazione opposta, di leccarlo invece che morderlo, e questo sì che è grave. Perché significa che, sotto sotto, la critica non ha il senso del gusto: non serve a discernere un autore di caratura da un imbrattacarte. Non che la critica debba essere critica del gusto, ma neanche esserne priva: perché ci vuole poco a diventare guide cieche che accecano chi le segue. Sicuramente Jasmina Pani ha letto più critica di me, ma non credo che il discorso che ho fatto non le torni, anche se, chiaramente, non concorderà. La critica, è chiaro, non ha più colpe di quelle che già ha, ma, di sicuro, non ha contribuito a incentivare la poesia e chi la fa: semmai a imbozzolarla in tante parole astruse, come quando si mettono le opere d'arte nei musei perché di fatto la società odierna odia il bello (e quindi lo ingabbiamo, come si fa per proteggere il cameraman dagli squali) che sarebbe ancora poco male, ma, soprattutto, sono fine a se stesse,. E questo sì che è grave, perché fine a se stessa non è neanche la preghiera, che richiede atti di fede, figuriamoci la critica che dovrebbe essere un atto di studio per aumentare la conoscenza circa l'autore e l'opera e, invece, è un cincischiare col cibo letterario. Col risultato che c'è la fame di sapere, aver sapore, mentre il finto studio è un guastatore di sapidità intellettuale. Vabbé, ho finito con la superca__ola. L.
Ciao. Non mi esprimo sulla questione perché non sono competente e aggiungerei solo rumore. Mi hai fatto peró venire in mente quello che disse Harold Pinter, il celebre drammaturgo inglese vincitore del Nobel per la letteratura nel 2005, se non ricordo male, durante una intervista. Raccontava di come agli inizi della carriera, era stato stroncato dai critici i quali dicevano che non si capiva niente di quello che scriveva, dileggiandolo per l'assurditá delle sue opere. Poi Pinter, aggiunse che anni dopo lui veniva celebrato come il piû grande drammaturgo vivente. Concluse, dicendo, con la sua solita ironia, fintamente sorpreso: "Eppure i miei scritti sono gli stessi di allora, non ho cambiato neppure una virgola"...Poi naturalmente c'è il giudizio di Carmelo Bene, che non considerava proprio i critici,anche perché agli inizi lo avevano stroncato. C'è una famosa osservazione che fece, disse che ci vuole un altro poeta e un altro artista per capire un poeta e un artista e poi che i critici lavorano dalle 22 a mezzanotte, in due ore non potevano condensare quello che lui provava ora per ora.@@luigisauchelli6292
Credo che i reading di poesia siano l'unica vera soluzione per aiutare la fratellanza tra i popoli. Mi spiego meglio. La poesia è roba da nonni, un linguaggio che se non incorporato e ibridato all'interno di forme espressive moderne è, giustamente, percepito come qualcosa da circoscrivere al passato. Le esperienze più atroci sono i reading di poesia, probabilmente se disponessero un centinaio di lettori di poesie lungo la striscia di Gaza , israeliani e palestinesi troverebbero, dopo 80 anni, un punto di incontro "ma che è sta m€rda?". Discorso analogo per il confine russo ucraino, smettete di mandare aiuti umanitari e materiale bellico, mandate sedicenti poeti.
Carissima Yasmina , intanto vedo con piacere che stiamo per sfondare la soglia dei 25000 iscritti e la stessa youtube ti apprezza sempre più , tanto da inserirti a tradimento la sua solita pubblicità del menga e questo credo proprio sia un ottimo segno . Ma tu meriti ben altro cara , tanto altro ... tutto quello che desideri ... Non sempre ho il tempo di lasciare dei commenti ai tuoi post ma ti assicuro che li apprezzo sempre tantissimo . In particolare amo tantissimo la poesia , anche se devo dire che distinguerla dalla prosa a volte è difficile , se non addirittura superficiale e inutile . Ti saluto segnalandoti una grande artista che non c'è più ma è sempre nei miei pensieri Dorothy Porter . LA MASCHERA DI SCIMMIA è il libro che me l'ha fatta conoscere e mi ha definitivamente convinto dell'inutilita' e talvolta dell'impossibilità di distinguere la prosa dalla poesia . Già in questa direzione mi avevano spinto la grande Wislawa Szimborska e il nostro Umberto Eco coi suoi scritti giovanili . Un abbraccio
Montale è molto importante nella poesia. Ehi, quei tuoi capelli rossi sono naturali? Se la risposta è sì, va bene, ha il colore di un addio del tramonto, dell'inizio della notte, lo scarlatto di una rosa tenera e selvatica, il bacio delle labbra truccate... Quel blu che indossi è più poetico di qualsiasi altro vestito, ti sta bene. Per quanto riguarda il tuo video sì, la poesia è preziosa e Montale è un grande autore.
@@YasminaPani Incredibile. Pensavo fosse reale. I tuoi capelli hanno ancora stile. Sapevano imitare i capelli rossi. Il colore blu è reale ed è venuto molto bene nel video.
Eugenio Montale, da 'Ossi di Seppia '. Il finale della poesia ' Corno Inglese ' il vento che nasce e muore nell'ora che lenta s'annera suonasse te pure stasera scordato strumento, cuore. La poesia non potrà morire. Abbiamo scordato il cuore? O il cuore deve essere riaccordato? Questo ci dice Eugenio Montale.
Piccola domanda polemica da scienziato umanista 😉 A Montale non posso più porla, ma a te sì: non sarebbe prima il caso di chiedersi cosa è veramente la poesia (o l'arte in generale) e solo poi chiedersi se sia ancora possibile?
Nel 1975 era un altro tempo. Oggi è ancora possibile la poesia che non sia tragica? Quando scopro che non ci si stupisce più e non ci si inorridisce dell'aborto, dalla parte di persone nonostante tutto sensibilissime e acute, non riesco a capacitarmi, cado dalle nuvole e provo un'immensa amarezza e delusione. Come sottrarre gli animi dall'onda senza fine di disincanto cinico che ne incombe da queste disillusioni? Riesco a far capire cosa intendo e provo?
Questo discorso di Montale si ricollega secondo me alle ambizioni di molte persone di mezza età, che stanche del lavoro e della vita frenetica di città, sognano quando andranno in pensione, di prendersi una villa in campagna, coltivare l'orto, leggersi un libro. Praticamente la loro vita gli fa così schifo da illudersi che facendo esattamente l'opposto di come vivono ora, saranno felici. Sentono che gli manca la vita lenta, riflessiva, introspettiva. E forse per alleviare un po' questa frustrazione non sanno che gli basterebbe un po' di poesia
Credi che il rap possa essere assimilato ad una moderna forma di poesia? Molti rapper scrivono pezzi per bisogno, qualcuno diventa famoso con la spettacolarizzazione dei brani, ma non c'è solo quello. Alcuni brani hanno aiutato molti giovani a capire se stessi, rivedendosi nelle parole del rapper e magari, han colto un messaggio che non era palese inizialmente, ma solo dopo aver ascoltato più volte un brano.
Il rap è musica, quindi non è poesia: sono cose diverse in modo sostanziale, per quanto ovviamente un cantante si serva degli strumenti stilistici e retorici tipici della poesia.
Se io sono genuinamente uguale identico a un altro artista e produco le stesse cose, la stessa arte, la legge della domanda e dell'offerta mi impone di non produrre arte nel mio modo tipico e personale per non sovrapporre il mio diritto d'autore al suo. La democrazia difende il diritto d'autore dell'individuo in virtù del fatto che gli uomini sono tutti uguali. Cioè dato che siamo uguali dobbiamo cercare di essere diversi 😂😢
@@YasminaPani il diritto d'autore conserva l'indotto che uno trae dalla propria fantasia spinto dalla domanda. Quindi la domanda spreme la fantasia e il diritto d'autore la cristallizza. Oggi se io pensassi le stesse note di Bach o Mozart, se immaginassi le stesse pennellate di Brandt, non potrei farci soldi a parte venderle come copie. Non sarebbe come spremere la fantasia, non trarresti nulla di più di ciò che è stato già prodotto e nessuna protezione arriverebbe dallo stato verso la tua fantasia nonostante anni di studio e duro lavoro (stiamo immaginando che tu sia proprio identico a Mozart, cosa impossibile ma non inimmaginabile, quindi se si può immaginare è un pensiero che influisce sulla realtà) Alla fine avresti dato tutte le tue energie per essere come mozart ma ne esci con dei soldi solo se arrivi ad essere meglio. Altrimenti appena capisci cosa chiede la domanda ti conviene cambiare strada prima o darti alla didattica (che è sempre cosa buona e giusta, genera indotto, paga le tasse, crea domanda e offerta) ma non è esattamente arte. Cit. Ivano Fossati: "Oggi chiamano filosofi sè stessi, gli insegnanti di Filosofia"
@@danieledalmonte7560 mi hai fatto venire in mente due celeberrimi falsari, Wolfgang Beltracchi, che poi era uno pseudonimo e Han van Meegeren , che era specializzato nelle opere di Vermeer. Le loro storie hanno dell'incredibile: Beltracchi non si limitava a fare delle copie, ma creava dal nulla dei falsi d'autore, come se fossero stati fatti dall'autore reale. Insieme alla moglie, cercava tele e pigmenti che fossero perfettamente coerenti con l'epoca cui sarebbero dovuti essere attributi. E' stato calcolato che abbia dipinti più di 300 quadri, venduti anche a musei e collezionisti e forse alcuni di questi, sono ignari di avere un falso. Fu beccato, perché usò un pizzico di titanio, che non era riportato sulla scatola della pittura e che non poteva esistere ai tempi del vero autore. La cosa curiosa, è che uscito di galera, si mise in proprio e cominciò a dipingere opere proprie, facendo ancora un sacco di soldi, stavolta legalmente. Per Van Meederen c'è invece un aneddoto curioso. Era riuscito a vendere dei falsi persino a Goering. Nel maggio del 1945 fu arrestato con l’accusa di aver collaborato con i nazisti. Processato in Olanda due anni dopo, riuscì ad evitare l'ergastolo riconoscendo la sua professione di falsario che mise in atto dipingendo, nell'aula del tribunale, un Gesù nel tempio. Morì il 30 dicembre del 1947, peraltro lasciando in eredità i tanti dubbi che tuttora perseguitano gli studiosi quando si accingono a pubblicare studi sulla pittura olandese del Seicento. Volevo chiudere con una battuta, riallacciandomi alla musica: i Greta Van Fleet sono tecnicamente ineccepibili, ma mi domando per quanto tempo andranno avanti a fare i cosplayer dei Led Zeppelin....il chitarrista ha le stesse identiche movenze di Jimmy Page...
Neanche la vita in fin dei conti serve a nulla: la sopravvivenza è un istinto esattamente come la poesia (e l'arte più in generale). Lo stesso concetto di utilità è una categoria parzialmente mentale e non è assoluto in nessun senso.
Condivido ogni tua parola, Yasmina, e proprio per i motivi che hai espresso e soprattutto per l'importanza che ha la lentezza sono sempre stata contraria all'uso dei vari device a scuola, soprattutto per quanto riguarda l'insegnamento e l'apprendimento delle materie letterarie... I nostri ragazzi sono già sovrastimolati esternamente, penso che la scuola non dovrebbe mai perdere di vista il proprio obiettivo, appunto, come tu e Montale avete detto, il miglioramento dell'essere umano e la trasmissione di giusti valori. Grazie per questo bellissimo spunto di riflessione.
La penso allo stesso modo: bisogna insegnare anche a usare gli strumenti digitali, ma non devono essere onnipresenti
Lezione preziosa, da conservare.
Scrivere poesie, leggere poesie, affinché l’abitudine non soppianti il sogno … …
"Fate che il sogno divori la vostra vita, affinché la vita non divori il vostro sogno"
« Faites que le rêve dévore votre vie afin que la vie ne dévore pas votre rêve »
L'autore ? Quel "pazzo" visionario di Antoine de Saint Exupéry !
Grazie per il ricordo di Saint-Exupéry. “… piace la notte ascoltare le stelle.” (Il Piccolo Principe)@@taf44tt8io
Grazie per il ricordo di Saint-Exupéry.
Invito a rileggere, per chiarirsi le idee, "Lasciatemi divertire" (1910), poesia di Aldo Palazzeschi dal titolo che è tutto un programma. A questo proposito raccomando vivamente la lettura di "Poesie" di Palazzeschi (purtroppo credo che l'edizione tascabile degli Oscar Mondadori non sia stata più ristampata)
Concordo pienamente. Palazzeschi, poi, spesso sbrigativamente classificato come futurista, avrebbe bisogno di una sana riscoperta. Della tascabile non so, ma è sempre reperibile il Meridiano.
@@valeriotorchio: segnalo l'interpretazione straordinaria che dà nel proprio canale Alessandro Piron nel recitare la poesia in questione.
Probabilmente il miglior video tuo che ho visto. Brava.
Provo a buttare giù un mio commento al testo del discorso. Io penso che oggi Montale non avrebbe scritto questo testo. Tenendo conto, inoltre, come hai detto tu, che probabilmente oggi nessuno cagherebbe un Montale, non emergerebbe proprio dal mare magnum generale.
Penso che questo discorso sia oltremodo importante per capire l'abisso che separa gli anni '70 a oggi...
Io penso che la poesia vera (partendo dall'assunto, non dimostrabile, che si possa davvero attribuire tale aggettivo) sia, invece, una pratica in estinzione. Non perché sono pessimista ma perché ho bene in chiaro verso dove, secondo me, la razza umana si sta incamminando.
Ci stiamo incamminando verso una realtà in cui la natura umana [in cui abita la poesia (so che non ti piace :-p, ma aimè)] si sta sempre più mescolando alla natura digitale. Una natura sempre più dominata dal "pensiero calcolante" e sempre meno dal "discreto" che necessita, come hai detto bene, la poesia.
Naturalmente non è una cosa che avviene dall'oggi al domani...ma segni inequivocabili sono già sensibilmente in atto (a cominciare dalla sempre più evidente scomparsa della poesia che solo in parte è un segno del mercato...)
Darwin diceva che noi deriviamo dalle scimmie...ma non ha mai detto che l'evoluzione si sarebbe fermata con l'uomo...eheheh
Leggendo un testo di cui non ricordo il nome, ma che parlava di Alan Turing c'è questa citazione: "L'uomo è uno stadio evolutivo", c'è stato qualcosa prima dell'uomo...e ci sarà qualcosa dopo l'uomo.
Montale non avrebbe, penso, neppure immaginato questa deriva (che non è nemmeno una deriva ma forse una necessità naturale...non so...) ecco perché io penso che oggi, con una nuova consapevolezza, non avrebbe certo scritto questo testo.
A Napoli io e i miei amici abbiamo formato un collettivo “La penna di Calliope” attraverso il quale organizziamo eventi di lettura per poeti e, benché nati da poco tempo, la risposta è positiva, soprattutto da parte di giovanissimi.
Che bello!
@@YasminaPani che bello per i puristi della grammatica non e' corretto, dovresti dire "come e' bello", me lo diceva una parente professoressa di latino nata all'inizio del secolo scorso
Che bravi!
Possono partecipare aspiranti poeti da tutta Italia? Anche dialettali? Grazie.
@@stefanor.1771c'era un'ignoranza colossale nella vecchia scuola.
Cara Yasmina grazie per lo spunto; non sono mai stato un appassionato di poesia. Non potendo, però, non ammettere l'estrema correttezza e logia del tuo discorso, cercherò di accostarmi a questo mondo, per parte mia, assai vasto e sconosciuto. Grazie!
Mi fa piacere
ottimi argomenti, e soprattutto ben esposti
Grazie, Yasmina. Queste parole per me sono oro, una coccola per l'anima (se vogliamo chiamarla così). Attualissimo Montale, oggi possiamo davvero constatare tutto ciò di cui parlava. Resiste la poesia e resistiamo noi💪🏻
Grazie del coraggio di dire ciò ch'è giusto dire.
Ciao Yasmina. Grazie intanto del video. Il discorso sulle arti e il valore economico, mi ricorda la risposta di Pasolini durante la trasmissione del 1971, "III B facciamo l'appello", in cui gli si cercava di fare notare la contraddizione tra la sua produzione poetica e il fatto che ci guadagnasse, che diventasse anche esse materia di consumo. Pasolini rispondeva dicendo che, sì, in parte è vero ma la poesia che produce in realtà è una merce "inconsumabile", cioè, morirà lui, la società, il capitalismo ma la poesia rimarrà inconsumata. Biagi poi gli chiese allora perché Il Decamerone e Pasolini rispose che quando si invecchia, cala il futuro, calano i problemi, calano la speranza e la retorica e si è più allegri e così, prosegue, ho fatto l'opera di uno che è più allegro. Il Decamerone esprime quel suo momento. Da parte mia, penso, oltre a quello che ha detto Montale che mi sembra ragionevole e per cui non ho neanche le competenze per controbattere, che l'arte sia una esigenza dell'"anima", dell'io, e riflettevo, forse ingenuamente, che ai tempi di Dante, come ai tempi di Leopardi, la maggioranza delle persone fosse intanto analfabeta e poi molto impegnata a sopravvivere, più che a pensare all'otium latino, quindi, Dante, Petrarca, Leopardi, fino ad arrivare al 1900, non penso si rivolgessero a tutti, o no? Oggi, forse paradossalmente, l'avere reso l'arte fruibile potenzialmente a tutti, quindi aumentando il bacino di ascolto o di lettura, ha portato anche ad una diminuzione della qualità. Oltre al fatto, che oggi, un Dante morirebbe di fame perché non avrebbe senso la sua opera, come, oggi, nessun Papa si sognerebbe di finanziare una nuova "Cappella Sistina" o di fare costruire un nuovo Duomo di Milano, tanto meno il Colosseo, per le ingenti spese richieste. Con il 1900, l'arte pittorica è cambiata completamente, anche grazie all'influenza della scienza con il relativismo. Già Giovenale lamentava il panem et circenses. C'è da dire che all'epoca facevano andare a teatro gratis la gente, oggi propongono il grande fratello e compagnia cantante....
Riflessioni molto interessanti, grazie!
Certo: la poesia è sempre stata elitaria, letta da un pubblico ristrettissimo di sodali e di intenditori (o non letta proprio da nessuno). Oggi le cose stanno diversamente, ma perché il poeta cerca di arrivare a tutti, cioè appunto di vendere, e questo non è possibile - o meglio, è incompatibile con la poesia di qualità.
Grazie mille per elargite bellezza intellettuale e verità, intesa come qualcosa che é vera oggi come lo sarà tra 300 anni
Scoprendo oggi il tuo canale,mi sono iscritto Una bella lettura della Poesia Rimarrà come sempre ricerca,interrogativo,necessità Verità Saluti da Panza d'ISCHIA 🎉
Grande Yasmina! Bel video e grandissime le parole di Montale. L'argomento mi ha riportato alla mente anche "Elogio dell'ozio" di Bertran Russel.
dottoressa, la seguo da pochissimo ma lei è stupefacente! grazie per i suoi contenuti, sono un'occasione di ricerca e di crescita per noi che noi ne usufriamo.
Grazie mille
Preziose riflessioni. Grazie
Grazie sempre Yasmina !❤
7:50 "La poesia mette in contatto la persona che legge con parti di sé che non sapeva di avere" questo è l'effetto straordinario e indescrivibile della poesia ben scritta; sento la stessa scoperta anche con alcuni testi di Carmen Consoli.
La canzone è sempre una forma d'arte, del resto
Ho letto la domanda e dopo un decimo di secondo ho visto la scollatura. Ho risposto "sì" 😂
Scherzi a parte, grazie per questo video. Ti seguo con interesse.
Farei vedere e ascoltare il video ai miei alunni di terza media ma, a causa della scollatura, non so se sia il caso😅
Per quanto mi riguarda in me sorge poesia ogni volta che vedo la tua scollatura 😂 ad ogni modo discorso interessante e piacevole 😊
Adoro questo canale, dotta, senza peli sulla lingua, con uno spirito critico, e anche di bella presenza
Bella riflessione, ottima scelta. Sulla questione della 'poesia necessaria', penso che la dimensione poetica di cui parla Montale travalichi la stessa letteratura, che vi sia cioè un'intenzione poetica profonda riscontrabile in molte fra le arti sorelle, una dimensione che va oltre la produzione e la commercializzazione, sconfinando nella 'necessità' del poeta di usare le arti per fare chiarezza prima di tutto dentro di sé. In questo senso può essere poetico un dipinto, una scultura una canzone, indipendentemente dal fatto che questo venda o no. Quel livello di approfondimento non ha prezzo, non potrebbe mai essere pagato abbastanza anche perché non ha termini di paragone con il mercato dell'arte usa e getta. Quando si mette l'arte nella techne, e quando si mette la poesia nell'arte. Bella riflessione, grazie.
Mi piace molto il discorso che hai fatto, e soprattutto, ciò che hai detto nel finale del video.
Grazie, come sempre! Anche per questa nota di speranza che oggi ci hai regalato!
Un tuo video su The Waste Land di Eliot sarebbe bellissimo, e sicuramente utile a dischiudere un testo per molti oscuro e ostile.
Lo farò!
@@YasminaPanisì Yasmina, per favore, l'ho studiato tutto nel corso di letteratura inglese molti anni fa e ne sono infatuata. Rileggiamolo insieme!
Grazie Yasmina per il video di grande raffinatezza e, a titolo personale, per aver parlato in modo eccelso di poesia e in particolare di Montale, che io amo, leggo costantemente e che considero senza ombra di dubbio il più grande poeta del '900 italiano. Una grande lezione, la definizione della vera, grande poesia; una riflessione che andrebbe letta all'apertura di ogni anno scolastico come viatico per gli studenti se non delle medie (dove io cerco faticosamente di insegnare la meraviglia della poesia), almeno delle superiori.
Tra l'altro il problema del ruolo della poesia è stato anche affrontato in modo molto interessante da Mario Luzi in un intervento in cui il poeta riflette su un ruolo che potremmo definire "salvifico" della poesia e sul fatto che la poesia non va valutata in base a ciò che ha fatto. Dice Luzi: "Quale sia lo stato delle cose, la condizione della salute umana, spirituale e culturale, l’ha detto la poesia. Eliot, Valéry, Montale, Rebora hanno dato senso alla condizione dell’uomo [...] Con difficoltà nel magma del secolo, quel che poteva la poesia l’ha fatto. Ha perseguito il sogno, continuamente deluso e continuamente ripreso, di un mondo meno ingiusto e perverso. Un mondo che, magari, potesse farci sperare in un uomo che si appartenga e non sia alieno a se stesso, quale invece rischierebbe di essere se la poesia cadesse in disgrazia. Chiediamoci allora, non che cosa ha fatto la poesia, ma cosa sarebbe il mondo senza di essa".
Altro, e forse ancor più interessante intervento sul ruolo della poesia, fu fatto nel '60 da Saint-John Perse in occasione della consegna del Nobel, allorché il poeta e diplomatico francese non solo parla del ruolo della poesia nell'epoca post-bellica (ricordiamo che la sua posizione anti-nazista gli costò l'esilio durante i terribili anni di Vichy), ma riflette sui ruoli equivalenti di poesia e scienza, attraverso un'immagine bellissima: "Ma è il pensiero disinteressato di scienziati e poeti che è onorato, qui. E qui almeno una volta non guardateli come fratelli ostili: stanno esplorando lo stesso abisso, varia solo il loro modo di investigazione. [...] E da quella prima notte in cui due uomini nati ciechi presero le loro strade, uno equipaggiato coi mezzi scientifici, l’altro soccorso dalla visione delle immagini, chi dei due torna prima e più potentemente acceso da una breve intermittenza luminosa? La risposta non conta. Il mistero è comune, comunque."
Abbiamo quindi un rimando al vero umanesimo, che non conosceva la distinzione tra scienze e lettere, laddove oggi si parla di materie umanistiche con una separazione della letteratura dalle scienze alquanto ottusa e volta ad una semplificazione di comodo ma priva di sostanza.
Di altra pasta è la posizione, forse eccessiva ma anche travisata e troppo presa alla lettera, di Adorno, sulla fine della possibilità di fare poesia dopo Auschwitz.
Resta comunque un problema molto interessante e attuale, che non muore con questi grandi autori e non cessa di generare domande.
Ti ringrazio molto per questo commento!
Mi sei così piaciuta, che ti dedico questi miei versi, per stare in tema:
PAROLE
Le mie parole ti baciano
Le faccio uscire oblique
Per raggiungerti ovunque
Alcune le ho comprate
Al mercatino dell'usato
Dicono, le più affidabili
Altre me le hanno prestate
Librerie, mentori, amanti
Le ho riscattate proprio tutte
Diventano tue se le ascolti
Se vuoi possiamo giocare
Me le rilanci come la palla
Del nostro puerile amore.
C G
Complimenti a te Yasmina, il tuo sapere spazia in ogni campo, sei davvero amorevole. 👏👏
Ciao Yasmina. Non ho visto il video ieri, perché mi sono addormentato. È un periodo in cui sono molto stanco. Comunque, come puoi immaginare, non ho studiato Montale e sento questo discorso per la prima volta. La riflessione è molto bella e immortale.
Grazie 🙂
Grazie.Bellissima lezione. Sei davvero brava e coinvolgente.
Video mirabile, guardandolo e ascoltandolo mi sono accorto che ne avevo bisogno... Stracondivido poi il tuo giudizio su "The Waste Land"...
Video meraviglioso! ❤
Grazie ♥️
La vera poesia si "sente", con tutti i sensi, ma la possiamo percepire solo quando ricominciamo ad emozionarci davanti a un tramonto e non davanti a un cellulare.
Bah
Yasmina, questo è uno dei tuoi video più belli e interessanti, e la cosa è ancora più notevole visto che sono sempre tutti molto belli e interessanti. Da artista (pittura), non posso che concordare su tutta la linea con quanto dite tu e Montale (l'arte come prodotto mercificato, la spettacolarizzazione e l'originalità come cifre obbligate per emergere, e l'emergere proprio come obiettivo primario, ecc: tematiche che come immaginerai valevano per la poesia cinquant'anni fa ma che anche oggi, e probabilmente ancora di più, valgono per l'arte visiva nell'era social di Instagram e affini). Sono particolarmente colpito dalla modernità e dalla "preveggenza" di Montale, il cui discorso sembra porsi, leggendone stralci decontestualizzati, come un'analisi lucidissima e tutt'ora attualissima, quasi fosse scritta oggi per descrivere lo stato dell'arte, e anzi forse oggi ancor più calzante che mezzo secolo fa, in quanto quello che lui notava in embrione ai suoi tempi, oggi sembra essersi concretizzato all'ennesima potenza, rivelandosi di un'allarmante lungimiranza di pasoliniana precisione. Il che mi porta a una riflessione, o per meglio dire un dubbio, che ti rivolgo: quanto questi processi degenerativi sono "reali", e sono pertanto avvistati e denunciati già sul loro nascere da grandi intellettuali quali Montale o Pasolini, e quanto invece la loro identificazione si potrebbe ascrivere (erroneamente, ma con un cinismo che parzialmente potrebbe avere un fondo di verità) al filone "o tempora o mores" che è appunto vecchio quanto il mondo, e per il quale ogni generazione ormai matura tende ad intravedere così spesso segni di decadenza per il futuro (o di impoverimento nel presente)? Grazie ancora per il video!
Il biasimo dei tempi correnti e il rimpianto di quelli passati sono certo sempre presenti in ogni epoca: lo diceva Dante, lo diceva Leopardi, lo diciamo noi. In questo caso però non si tratta di questo, secondo me, ma di un'analisi oggettiva di un cambiamento reale nel modo di concepire l'arte: la società di massa non è mai esistita prima, il nostro sistema economico per come è attualmente è una assoluta novità, quindi è vero che in questo caso ci troviamo davanti a un modo di fare arte che prima era sconosciuto. E che sia un'arte di qualità inferiore è difficile da discutere!
@@YasminaPani Grazie della risposta, che condivido in pieno. Auspichiamo che, come dicevi anche tu, qualche scintilla sia sempre destinata ad emergere nonostante tutto.
Sei bella, esprimi bellezza e parli di bellezza 🌟✨🌼
Grazie di tutto yasmina quello che fai e' assolutamente necessario .
Montale veramente lungimirante ed ottima analisi complementare da parte tua! Davvero un bel video. Grazie per averlo condiviso.
Coi tempi de: "schwa" "asterischi" che corrono, anche la poesia deve essere salvaguardata: senza ombra di dubbio.
Ti sembrerà un commento fuori contesto, ma guardando un video che parla di poesia, mi trovo a considerare che accanto a me ho effettivamente poesia e, anche se capita di scontrarci, sono molto innamorato della mia compagna. Grazie.
Grazie.
Grazie, Yasmina.
Si direbbe quasi arte senz'anima. Dobbiamo ritrovare la forza vivificatrice che ha abbandonato l'arte come l'uomo.
Al di là dei contenuti io rimarrei ad ascoltarla per ore.
"siamo in tanti" grazie Y
Condivido l'aspetto per cui oggi più che mai nella cività industrializzata l'uomo si alieni da se stesso, ovvero l'uomo rivolga le proprie energie al mercato e non ottenga in cambio altro che ricompense illusorie.
Oggi più che mai, nella necessità disperata di ritrovare se stesso l'uomo si rivolge all'arte, alla poesia e alla musica, ma finisce comunque per trattare tutto come mero oggetto di consumo.
Per argomenti e tono della voce con la quale esponi sono sempre video interessanti. In piu, sperando di non essere offensivo una donna bella quanto affascinante
“pieno di merito, ma poeticamente abita l'uomo su questa terra”
Grazie!
Ciao Yasmina, sarebbe molto bello poter vedere un tuo video dove consigli o recensisci qualche poeta contemporaneo ❤️
Lo farò sicuramente
@@YasminaPani non vediamo l'ora 🫶
Certo, è possibile - nell'attuale
Puranche epoca - scriver poesia;
che ne incapace - fosse Montale,
mica vuol dire - non più lo sia!
Vuol dir soltanto, - che a quello là
mancavan tecnica, - capacità.
Quando, ad esempio, - mi metto al piano
e il contrappunto - trovo invertibile
difficil, mica - dico: " è impossibile!"
Son io incapace, - non ho la mano,
Non un Paisiello, - non un Rossini
sono, ma l'ultimo - sol dei cretini
Io non sono nel campo della letteratura ma in quello delle arti figurative e devo dire che condivido queste osservazioni. Mentre parlavo mi è venuto in mente un parallelismo col cibo. La poesia, l'arte, la letteratura che abbiamo è come un cibo di scarsa qualità, te lo mangi e sopravvivi certo, ma, non sei felice. Questo è il costante senso di vuoto nel quale siamo condannati a vivere. Comunque ogni epoca ha il suo cruccio.
Ottimo paragone
Grazie Yasmina.
C'è tanto poesia nello scirvere e nel parlare a difesa della poesia.❤
LA CAREZZA
In ogni angolo di buio nascondiglio
in cui far tana al tuono di bombardamento
conforto e anelito mi fu quella carezza
che mi solcasti in viso prima di morire
Ancor fanciulla, ancor non dedita al ricordo
non comprendendone la sua mancanza a fondo
nel turbinio di lutto e dolce leggerezza
ne feci icona da adorar nel mio profondo
Per ogni dove, in ogni man l'ho poi cercata
perfin nell'uomo che ha trovato in me l'amore
ma rare furon le carezze che ho donato
per il terror ch'essa fuggisse dal mio cuore
A tuo ricordo serbo, unica reliquia
la somiglianza in bianco e nero del tuo volto
che bacio e sfioro a mo' di fievole blandizia
con il timor che quell'inchiostro venga sciolto
Financo vecchia, qui costretta nel mio letto
da vita madida di malattia e oblio
talvolta bramo come bomba la carezza
che mi riunisca a te nel Cielo, padre mio
Senza Poesia la vita, il Mondo, l'amore rischia di diventare un inutile sforzo tecnico, un corpo fisico da automa, non il meraviglioso dispiegarsi dell' incontro tra carne e spirito...
ma vai a c4g4r3
13:48 io sicuramente!!
Penso un po’ tutti lo desiderano?
Sentendo la descrizione che Montale fa di come alcuni poeti si adeguano alla comunicazione di massa e alla civiltà dei consumi, mi è venuta in mente la musica trap.......
Non è sempre facile concentrarsi sulla poesia.
Prova ad andare ad un poetry slam. Lì diventa facile concentrarsi, o per come le poesie sono scritte o per come sono recitate, oltre che per il fatto in sé che non sei tu a doverle leggere , ma sono i poeti che le fanno sentire a te.
La poesia si trasforma si evolve ma è sempre presente.
Abbiamo perduto l’eleganza dell’arte in tutte le sue forme
Non è vero, semplicemente dobbiamo cercarla
Assolutamente d’accordo. Il problema è che non vedo oggi negli adolescenti la stessa passione che ho vissuto io che sono degli anni 70, per poeti come Montale e Levi e altri che mi hanno portato ad amare la poesia come forma d’arte e che a mio avviso rappresenta l’eleganza per definizione insita nell’arte
Applausi 👏
Video eccezionale
Non avrai scritto e letto una poesia, ma mi fai pensare; anche al mio bisogno interno di comporre musica e sul perche' continuo a farlo.
Credo proprio che sia molto simile
Ottimo video come sempre; l'unica cosa è che avresti potuto pure leggere tutto il testo prima e poi commentarlo punto per punto dopo
Io non son brava a leggere
L'essere perfetto non esis...🫠🙏🏻😍
seguo con immenso interesse i tuoi video che trovo davvero straordinari..Ho solo un piccolo appunto..se me lo consenti. NON tagliare le pause! Non omologarti anche tu, ti prego. Da te abbiamo bisogno di "tempo", di "pausa" , di "riflessione" non di ..velocità! Un caro saluto.
Io non taglio le pause 😅 ma che in un video ci siano dei tagli è inevitabile, perché sbaglio, o parlo troppo e devo ridurre ecc
@@YasminaPani grazie!
@@YasminaPaniPer me vai benissimo così: ad ognuno il suo stile secondo le proprie esigenze.
Yasmina omologata? 😂😂😂 Siamo seri! ❤
Abbiamo bisogno della poesia quindi andremo a cercarla quindi si creerà una domanda di questo bene che i poeti colmeranno. La “logica di mercato” è soltanto un modo di interpretare e spiegare il tentativo degli esseri umani di cercare di soddisfare i propri bisogni. Non è nulla di perverso, è solo una teoria. 16:37
No, in realtà, perché il punto del nostro sistema è che gran parte dei bisogni che sentiamo sono fasulli, indotti
@@YasminaPani anche io tendo a pensare cosí. In fondo peró credo sia sbagliato generalizzare su cosa siano i bisogni indotti: ognuno ha i suoi e se Tizio pensa che la poesia sia un bisogno indotto e lo spazzolino elettrico uno reale ha ragione tanto quanto ne ho io, che penso il contrario. Credo sia da saputellə (;P) decidere cosa siano i bisogni indotti.
"non siamo abituati", ma io mi sto abituando e ho ripreso in mano Baudelaire, Sanguineti, Bukowski, Dylan Thomas.
Ottimo!
Splendida lettura.
La contrapposizione inesistente nell’umanesimo tra scienza e materie umanistiche era dovuta al fatto che la scienza non era scienza. Non bisogna farsi ingannare dall’uguaglianza del termine. La scienza umanistica era un indagine sulla natura, in senso lato, basata sul puro ragionamento umano senza particolari strumenti e senza l’esperimento, e quindi la componente empirica. Due elementi fondamentali per la scienza moderna.
Sono altresì contro l’idea di un arte “inutile” perché significa asservire ogni forma d’arte all’interno del concetto di utile propria dell’economia, di una parte della filosofia, ecc. La poesia è utile, anzi utilissima, ma in un senso diverso dall’utile di cui sopra. La poesia e le altre forme d’arte dovrebbero proporre un’idea di utile diversa dal resto perché altrimenti vorrebbe dire che l’arte si prostra di fronte al paradigma dominante del nostro tempo. “L’arte per l’arte”, molto di moda proprio nel periodo in cui s’iniziava a sentire la forte spinta dell’utile economico e “materiale”, ritengo sia un messaggio dannoso per la stessa arte. È un messaggio puramente reazionario. Io scrivo poesie, o almeno provo a farlo, perché penso sia utile per la mia vita, tanto quanto perseguire altri obiettivi più facilmente raggiungibili e lucrosi. Sono d’accordissimo che la poesia sia l’unica arte esistente intima e discreta, la quale indirizza il suo messaggio al singolo. In una società di massa in cui ogni arte è ormai al servizio di milioni di persone (si veda la musica, la pittura, la scultura, il cinema, ecc.), l’arte è l’unica ad avere ancora uno status individuale.
Grazie per il video!
Non e' sufficiente secondo me affermare che le forme di arte di oggi vengono ridotte a merce. Il rischio e' quello di arrivare ad una visione della vita dove tutto deve essere spiegabile dal punto di vista scientifico, misurabile dal punto di vista statistico e controllabile dal punto di vista tecnico. E anche l'arte ne risente. L'arte invece e' sempre stata vista come qualcosa di non bene determinabile, di mistico (o anche semplicemente misterioso) in un certo senso.
Ti seguo sempre ho ascoltato tutto il video ma ho sempre guardato in basso.
Tu sei poesia
Lentezza, bisogno, inutilità, poesia. Quattro parole che, chissà perché, mi stanno accompagnando da qualche mese. Questo video sembra un segno del destino.
Non potrei farne a meno. Se dovessi smettere di scrivere, smetterei di vivere e mi limiterei ad esistere. Per poi perir.
Sandalia è 'Impronta di un Dio che si s'incontra con Nostra Mater Natura
Generando Le Meraviglie di Questa Vita Sarda, Sardare.
-___-
Io vedo una relazione fra poesia e simbologia. Sbaglio?
La domanda da "Porci" non è se in un mondo dove tutto viene mercificato ha ancora senso scrivere o leggere poesie, ma se ha senso credere ai premi letterari o scientifici. Già perché soprattutto i premi sono al servizio del mercato e della geopolitica
Beh questo c'entra poco, la poesia se ne infischia dei premi e va avanti da sola
@@YasminaPani infatti, la poesia se ne infischia pure di essere popolare, esiste finché la sensibilità umana riesce ad esprimersi
Non è sempre vero che la poesia non abbia un committente, se guardiamo alla musica che non possiamo ritenere non poetica, il committente è necessario, a maggior ragione con la pittura e l'architettura, ma pure quella che si fa con le parole ha anche avuto in diversi casi storici un costrutto che è stato commissionato, in senso celebrativo certo, ma con risultati egregi anche se non massimi risultati.
La musica non è poesia, è una forma d'arte totalmente diversa!
Ad alcuni piace la poesia
Ad alcuni -
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.
Piace -
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.
La poesia -
ma cos'è mai la poesia?
Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
Come alla salvezza di un corrimano.
Wislawa Szymborska
Ne abbiamo parlato alcuni giorni fa in classe!
La Poesia - di cui basterebbe ricordare l'etimologia per rinfrescarci le idee e rinnovare il nostro afflato, la nostra curiosità e la nostra stessa poetica - è L'ARTE somma per definizione perché, al contario ad esempio di Musica e Danza, si avvale "solo" della parola; parola che a sua volta ci rimanda al Logos. Parola grazie e tramite la quale individualmente o collettivamente, l'essere umano puo' lambire alte vette intellettuali, morali e spirituali, come sprofondare nell'abisso di un indicibile orrore, che a sua volta alimenterà nouve tragedie.
Vi siete mai chiesti perché, a tutte le latitudini e in tutte le epoche l'acerrimo nemico e il più temuto avversario del dittatore di turno non sia mai stato il comandante in capo delle armate avversarie, ma IL POETA, colui del quale si voleva cancellare la VOCE con tutti i mezzi possibili ? VOCE che pero' rimanre INALTERATA e INALETRABILE salvo quando si pretende strumentalizzarne i contenuti per altri fini ?
In un'epoca in cui - come io sostengo da tempo - l'immaginario individuale e collettivo è stato contaminato (come si direbbe in Linguistica, giusto Yasmina ?) dalle tonnellate di storytelling pubblicitario e televisivo in tutto il mondo occidentalizzato tale da produrre le STESSE modificazioni e le stesse abitudini in idiomi diversi da loro, LA POESIA è quanto mai NECESSARIA.
Che donna affascinante...
Grazie
I tuoi video sono come aprire la finestra in una stanza con l'aria viziata. Grazie.
Grazie mille
"In proposito" o "a proposito"? Grazie.
Dipende dalla frase
La contrapposizione tra "utile" ed "inutile" ricorda i concetti latini di "otium" e "negotium". "Otium" non aveva assolutamente un significato negativo in latino!
Certo
La poesia è possibile. Deve esser possibile. A volte, nel suo dover essere che non ha bisogno di divenire, la poesia è anche eroica, e povera la letteratura che ha bisogno di eroi. Difatti lo stesso Montale accennava ad una divisione di fatto, anche se non di diritto, tra poesia e poesia.
Davvero impossibile, perché ammorbante (e non passi esami e concorsi, se non la sai) invece, è certa critica letteraria alle poesie, il cui nome, purtroppo, è e sarà sempre Legione.
Se nemico c'è della poesia, non è tanto la non poesia del mondo: quella, anzi, di solito, è beneducata e ha sete di poesia, accordando ascolto e accoglienza a chi non dà grandi componimenti, bensì quelle poesie che il mondo riesce a cogliere, né di più né di meno.
L'ostilità maggiore, chi fa poesia, la riceve, semmai, da colleghi e (sedicente) dotto pubblico. Anzi, il mondo non della cultura è quasi sempre migliore dell'educazione posticcia delle persone colte, che hanno l'anima diventata randagia dalla scolarizzazione irta di scorrettezze e scottature,, ben peggiore del selvatico genuino e leale della vera ingenuità. L
Non concordo affatto, la critica letteraria è necessaria per studiare la letteratura e comprenderla. Semplicemente è un momento altro rispetto alla lettura e fruizione del testo.
@@YasminaPani A me è capitato di leggere le poesie di Franco Fortini, nella traduzione di un amico, peraltro glottologo di quelli veri (uno degli ultimi allievi di Polozky) ma se avessi letto, come poi incautamente ho fatto, la critica letteraria prima dell'autore, come si fa in Italia al liceo (anzi, di fatto ti chiedevano solo quella, quando t'interrogavano e avevi voglia di spiegare l'autore: dovevi ripetere le opinioni delle opinioni di autori allineati di partito, o passavi da ignorante, e questo è gravissimo e disincentiva non solo a far poesia, ma, semplicemente, a riflettere, neanche -che parolone! - a pensare), mai e poi mai mi sarei avventurato ad aprire un libro di Fortini,: letta la critica, ne usciva davvero l'immagine rabelaisiana di un bel tessuto ma orlato di mer_a, come le Pandette ma con le glosse pestilenziali del d'Accursio.
In tutta onestà non ribatto alla risposta di Jasmina Pani: semmai le chiedo un supplemento di attenzione, e rifletto su queste cose: 1) nessuno di quelli che fa critica delle poesie altrui ha mai scritto nulla di decente di proprio (ma questo è davvero poco male: chi sa fa, chi non sa insegna, chi non sa neanche insegnare fa critica); 2) gli stessi critici che oggi elogiano con espressioni ostrogotee altisonanti gli autori, con robe tipo "lacerti teoretici da avellere" o "la condensazione dei nuclei immaginativi" o altre trovatacce simili, sono le stesse persone che, appena l'autore pubblicava, si prodigavano a fargli tante belle stroncature, finché non ricevevano segnalazione opposta, di leccarlo invece che morderlo, e questo sì che è grave. Perché significa che, sotto sotto, la critica non ha il senso del gusto: non serve a discernere un autore di caratura da un imbrattacarte. Non che la critica debba essere critica del gusto, ma neanche esserne priva: perché ci vuole poco a diventare guide cieche che accecano chi le segue. Sicuramente Jasmina Pani ha letto più critica di me, ma non credo che il discorso che ho fatto non le torni, anche se, chiaramente, non concorderà.
La critica, è chiaro, non ha più colpe di quelle che già ha, ma, di sicuro, non ha contribuito a incentivare la poesia e chi la fa: semmai a imbozzolarla in tante parole astruse, come quando si mettono le opere d'arte nei musei perché di fatto la società odierna odia il bello (e quindi lo ingabbiamo, come si fa per proteggere il cameraman dagli squali) che sarebbe ancora poco male, ma, soprattutto, sono fine a se stesse,. E questo sì che è grave, perché fine a se stessa non è neanche la preghiera, che richiede atti di fede, figuriamoci la critica che dovrebbe essere un atto di studio per aumentare la conoscenza circa l'autore e l'opera e, invece, è un cincischiare col cibo letterario. Col risultato che c'è la fame di sapere, aver sapore, mentre il finto studio è un guastatore di sapidità intellettuale. Vabbé, ho finito con la superca__ola. L.
Ciao. Non mi esprimo sulla questione perché non sono competente e aggiungerei solo rumore. Mi hai fatto peró venire in mente quello che disse Harold Pinter, il celebre drammaturgo inglese vincitore del Nobel per la letteratura nel 2005, se non ricordo male, durante una intervista. Raccontava di come agli inizi della carriera, era stato stroncato dai critici i quali dicevano che non si capiva niente di quello che scriveva, dileggiandolo per l'assurditá delle sue opere. Poi Pinter, aggiunse che anni dopo lui veniva celebrato come il piû grande drammaturgo vivente. Concluse, dicendo, con la sua solita ironia, fintamente sorpreso: "Eppure i miei scritti sono gli stessi di allora, non ho cambiato neppure una virgola"...Poi naturalmente c'è il giudizio di Carmelo Bene, che non considerava proprio i critici,anche perché agli inizi lo avevano stroncato. C'è una famosa osservazione che fece, disse che ci vuole un altro poeta e un altro artista per capire un poeta e un artista e poi che i critici lavorano dalle 22 a mezzanotte, in due ore non potevano condensare quello che lui provava ora per ora.@@luigisauchelli6292
Credo che i reading di poesia siano l'unica vera soluzione per aiutare la fratellanza tra i popoli. Mi spiego meglio. La poesia è roba da nonni, un linguaggio che se non incorporato e ibridato all'interno di forme espressive moderne è, giustamente, percepito come qualcosa da circoscrivere al passato. Le esperienze più atroci sono i reading di poesia, probabilmente se disponessero un centinaio di lettori di poesie lungo la striscia di Gaza , israeliani e palestinesi troverebbero, dopo 80 anni, un punto di incontro "ma che è sta m€rda?". Discorso analogo per il confine russo ucraino, smettete di mandare aiuti umanitari e materiale bellico, mandate sedicenti poeti.
Carissima Yasmina , intanto vedo con piacere che stiamo per sfondare la soglia dei 25000 iscritti e la stessa youtube ti apprezza sempre più , tanto da inserirti a tradimento la sua solita pubblicità del menga e questo credo proprio sia un ottimo segno . Ma tu meriti ben altro cara , tanto altro ... tutto quello che desideri ...
Non sempre ho il tempo di lasciare dei commenti ai tuoi post ma ti assicuro che li apprezzo sempre tantissimo . In particolare amo tantissimo la poesia , anche se devo dire che distinguerla dalla prosa a volte è difficile , se non addirittura superficiale e inutile .
Ti saluto segnalandoti una grande artista che non c'è più ma è sempre nei miei pensieri Dorothy Porter . LA MASCHERA DI SCIMMIA è il libro che me l'ha fatta conoscere e mi ha definitivamente convinto dell'inutilita' e talvolta dell'impossibilità di distinguere la prosa dalla poesia . Già in questa direzione mi avevano spinto la grande Wislawa Szimborska e il nostro Umberto Eco coi suoi scritti giovanili .
Un abbraccio
Io ti dedicherei sempre poesie....per la tua cultura intelligenza bellezza❤
Scusa Y ti ho rallentat a 0.75😂❤
Hai fatto bene
Montale è molto importante nella poesia. Ehi, quei tuoi capelli rossi sono naturali? Se la risposta è sì, va bene, ha il colore di un addio del tramonto, dell'inizio della notte, lo scarlatto di una rosa tenera e selvatica, il bacio delle labbra truccate... Quel blu che indossi è più poetico di qualsiasi altro vestito, ti sta bene. Per quanto riguarda il tuo video sì, la poesia è preziosa e Montale è un grande autore.
Son finti, mi spiace 😂
@@YasminaPani Incredibile. Pensavo fosse reale. I tuoi capelli hanno ancora stile. Sapevano imitare i capelli rossi. Il colore blu è reale ed è venuto molto bene nel video.
Siamo in tanti [...] Ma davvero? Esiste anche oggi una poesia decente? Attendo suggerimenti.
Eugenio Montale, da 'Ossi di Seppia '. Il finale della poesia ' Corno Inglese '
il vento che nasce e muore nell'ora che lenta s'annera suonasse te pure stasera scordato strumento, cuore.
La poesia non potrà morire. Abbiamo scordato il cuore? O il cuore deve essere riaccordato? Questo ci dice Eugenio Montale.
Piccola domanda polemica da scienziato umanista 😉
A Montale non posso più porla, ma a te sì: non sarebbe prima il caso di chiedersi cosa è veramente la poesia (o l'arte in generale) e solo poi chiedersi se sia ancora possibile?
Beh qui Montale lo dà per scontato, e in realtà implicitamente risponde alla domanda quando distingue la vera poesia da quella performativa
Nel 1975 era un altro tempo. Oggi è ancora possibile la poesia che non sia tragica? Quando scopro che non ci si stupisce più e non ci si inorridisce dell'aborto, dalla parte di persone nonostante tutto sensibilissime e acute, non riesco a capacitarmi, cado dalle nuvole e provo un'immensa amarezza e delusione. Come sottrarre gli animi dall'onda senza fine di disincanto cinico che ne incombe da queste disillusioni? Riesco a far capire cosa intendo e provo?
Ai guru della scrittura in rete e ai maestri di scrittura creativa questo contenuto non piace.
Questo discorso di Montale si ricollega secondo me alle ambizioni di molte persone di mezza età, che stanche del lavoro e della vita frenetica di città, sognano quando andranno in pensione, di prendersi una villa in campagna, coltivare l'orto, leggersi un libro. Praticamente la loro vita gli fa così schifo da illudersi che facendo esattamente l'opposto di come vivono ora, saranno felici. Sentono che gli manca la vita lenta, riflessiva, introspettiva. E forse per alleviare un po' questa frustrazione non sanno che gli basterebbe un po' di poesia
Bastare non credo, ma aiutare sì
Credi che il rap possa essere assimilato ad una moderna forma di poesia?
Molti rapper scrivono pezzi per bisogno, qualcuno diventa famoso con la spettacolarizzazione dei brani, ma non c'è solo quello. Alcuni brani hanno aiutato molti giovani a capire se stessi, rivedendosi nelle parole del rapper e magari, han colto un messaggio che non era palese inizialmente, ma solo dopo aver ascoltato più volte un brano.
Il rap è musica, quindi non è poesia: sono cose diverse in modo sostanziale, per quanto ovviamente un cantante si serva degli strumenti stilistici e retorici tipici della poesia.
@@YasminaPani Che il rap sia musica è un assunto, temo, falso.
Yasmina Pani: imparare segandosi.
Bravo
Se io sono genuinamente uguale identico a un altro artista e produco le stesse cose, la stessa arte, la legge della domanda e dell'offerta mi impone di non produrre arte nel mio modo tipico e personale per non sovrapporre il mio diritto d'autore al suo. La democrazia difende il diritto d'autore dell'individuo in virtù del fatto che gli uomini sono tutti uguali. Cioè dato che siamo uguali dobbiamo cercare di essere diversi 😂😢
Il diritto d'autore non c'entra con l'originalità, ma forse non ho capito il commento
@@YasminaPani ma neanch'io guarda
@@YasminaPani il diritto d'autore conserva l'indotto che uno trae dalla propria fantasia spinto dalla domanda. Quindi la domanda spreme la fantasia e il diritto d'autore la cristallizza. Oggi se io pensassi le stesse note di Bach o Mozart, se immaginassi le stesse pennellate di Brandt, non potrei farci soldi a parte venderle come copie. Non sarebbe come spremere la fantasia, non trarresti nulla di più di ciò che è stato già prodotto e nessuna protezione arriverebbe dallo stato verso la tua fantasia nonostante anni di studio e duro lavoro (stiamo immaginando che tu sia proprio identico a Mozart, cosa impossibile ma non inimmaginabile, quindi se si può immaginare è un pensiero che influisce sulla realtà)
Alla fine avresti dato tutte le tue energie per essere come mozart ma ne esci con dei soldi solo se arrivi ad essere meglio. Altrimenti appena capisci cosa chiede la domanda ti conviene cambiare strada prima o darti alla didattica (che è sempre cosa buona e giusta, genera indotto, paga le tasse, crea domanda e offerta) ma non è esattamente arte. Cit. Ivano Fossati: "Oggi chiamano filosofi sè stessi, gli insegnanti di Filosofia"
@@danieledalmonte7560 mi hai fatto venire in mente due celeberrimi falsari, Wolfgang Beltracchi, che poi era uno pseudonimo e Han van Meegeren , che era specializzato nelle opere di Vermeer. Le loro storie hanno dell'incredibile: Beltracchi non si limitava a fare delle copie, ma creava dal nulla dei falsi d'autore, come se fossero stati fatti dall'autore reale. Insieme alla moglie, cercava tele e pigmenti che fossero perfettamente coerenti con l'epoca cui sarebbero dovuti essere attributi. E' stato calcolato che abbia dipinti più di 300 quadri, venduti anche a musei e collezionisti e forse alcuni di questi, sono ignari di avere un falso. Fu beccato, perché usò un pizzico di titanio, che non era riportato sulla scatola della pittura e che non poteva esistere ai tempi del vero autore. La cosa curiosa, è che uscito di galera, si mise in proprio e cominciò a dipingere opere proprie, facendo ancora un sacco di soldi, stavolta legalmente. Per Van Meederen c'è invece un aneddoto curioso. Era riuscito a vendere dei falsi persino a Goering. Nel maggio del 1945 fu arrestato con l’accusa di aver collaborato con i nazisti. Processato in Olanda due anni dopo, riuscì ad evitare l'ergastolo riconoscendo la sua professione di falsario che mise in atto dipingendo, nell'aula del tribunale, un Gesù nel tempio. Morì il 30 dicembre del 1947, peraltro lasciando in eredità i tanti dubbi che tuttora perseguitano gli studiosi quando si accingono a pubblicare studi sulla pittura olandese del Seicento. Volevo chiudere con una battuta, riallacciandomi alla musica: i Greta Van Fleet sono tecnicamente ineccepibili, ma mi domando per quanto tempo andranno avanti a fare i cosplayer dei Led Zeppelin....il chitarrista ha le stesse identiche movenze di Jimmy Page...
La poesia non serve a nulla, puro esercizio di stile per cercare di sembrare superiore.
Neanche la vita in fin dei conti serve a nulla: la sopravvivenza è un istinto esattamente come la poesia (e l'arte più in generale). Lo stesso concetto di utilità è una categoria parzialmente mentale e non è assoluto in nessun senso.
Che non serva a nulla l'ho detto io (o meglio, Montale) in primis. Sulle ragioni mi sa che ti sei perso dei pezzi