Da ex fotografo mi ha toccato particolarmente questo video. Scattare in analogico era una sfida, come dice Paolo, dovevi vederla la fotografia, dovevi stare attento ad ogni dettaglio e anche quando usciva sfocata, ti accontentavi, non potevi tornare indietro, avevi perso l’istante. Oggi metti la modalità raffica e una almeno su 50 ti viene bene 😅
Io da ragazzo che scatta in digitale posso dire che è verissimo di come il digitale abbia reso la fotografia estremamente più semplice, con le ultime macchine che sono realmente dei computer con focus sull'occhio del soggetto infallibile e raffiche da far paura. Però ciononostante, credo che la bella foto vada ben oltre ciò che la macchina permette, dai una di quelle camere a una persona che non ha l'occhio per ricerca di una buona foto, non ha l'occhio per la composizione, non ha la capacità di analisi di ciò che ha intorno, e la foto esce uno schifo uguale, anzi, se prima te ne usciva una brutta, adesso cambia solo che te ne escono 50 :)
io capisco dire che la fotografia analogica sia più una sfida della fotografia digitale ma dire che 0metti in modalità raffica e una su 50 va bene mi pare estremamente svilente e riduttivo. Prova a chiedere ad un fotografo naturalista se ragiona così o ad uno che fa reportage
@@inderik8064 onestamente la naturalistica e ancor più il reportage esisteva anche con la pellicola, anzi forse il reportage è stato il primo campo di applicazione della fotografia. La differenza più eclatante al limite si è notata soprattutto nella fotografia naturalistica dove certe branche della stessa, leggi avifauna, trent'anni fa era appannaggio esclusivo di qualche decina di fotografi al mondo, mentre oggi invece sono è un genere a dir poco inflazionato! A questo punto due sono i casi: o sono diventati tutti bravi, oppure è diventato tutto molto più semplice e alla portata di tutti.
Caro Mario, anche se non conosco di persona Paolo (Lui in Molise, io in Emilia), credo che ci frequentiamo sui social da una 20ina di anni. Prima era CanonClub Italia, poi siamo passati su Juza forum, dove abbiamo combattuto con le stesse idee le solite discussioni da forum. Paolo è una persona competente, onesto e mite, di fotografia ne sà anche molto più di me, visto che io ero limitato solo a piccole stampe tanto da riempire un paio di valige. L'ho sempre stimato per la competenza e la caparbietà di resistere ancora con l'analogico. Io purtroppo sono passato al "LATO OSCURO DELLA FORZA" col digitale all'incirca dal 2000, anche se possiedo ancora 2 reflex a pellicola degli anni 80 della fuji oramai in soffitta. Siamo coetanei di età, ma con due strade diverse. Io prediligo ritratti, street ed eventi, lui da quel che so è più un naturalista. Su Juza siamo conosciuti io come PippoPoint mentre lui è PaoloMcmlx. Felicissimo di questa intervista, finalmente l'ho visto dal vivo e l'ho sentito parlare. Un saluto ad entrambi voi.
Ciao Giuseppe. Quando ho visto "Paolo" + "Canon" + "pellicola" + "Termoli" ho pensato: "ma sarà sicuramente PaoloMCMLX! Dopo anni che leggo i suoi post, mi fa piacere sentirlo di persona. Anch'io anni fa ero in CanonClub Italia e poi sono passato a Juzaphoto, dove sono iscritto con il nickname Okpj.
Paolo, un caro amico d'infanzia, non abito a Termoli ma questa bomboniera di città è la mia seconda patria, perche ci vive mia madre da oltre 40 anni. Con Paolo, tanti anni fa, agli esordi, abbiamo anche fatto qualche scatto insieme, passeggiando per il borgo vecchio e sul lungomare. Ritengo che Paolo sia un fotografo eccezionale, con un gusto per la cattura delle luci e la composizione delle immagini assolutamente non comune, laddove la narrazione lascia il posto alla fantasia, alla creatività di uno sguardo attento e pieno di emozioni. Ringrazio Mario Palladino per questa coinvolgente intervista.
Ascoltando Paolo ho riflettuto su quanto oggigiorno si sia persa quella magia, quella sensazione di scoperta dell'ignoto quando ci si avvicina alla fotografia (ma anche ad altri ambiti). Non voglio sembrare un boomer nostalgico ma è chiaro che internet, i social e la democratizzazione dei sistemi di ripresa abbiano tolto un po' di emotività e fattore umano che invece sono ancora ben presenti in persone come Potalivo. Promuovere di nuovo la fotografia come esperienza umana e magari pure comunitaria potrebbe essere un piccolo antidoto a questa deriva.
Da ex amatore della fotografia analogica con la mia Praktica ho trovato questo video interessante ed emozionante. E' proprio come dice Paolo: prima di fare uno scatto dovevi sentire che ne valeva veramente la pena, che il soggetto, la luce l'inquadrature, la foto insomma ti stava veramente chiamando. Un'approccio completamente diverso dal digitale quando hai solo 36 cartucce da sparare. E poi anche le uscite col compagno di scuola (che si chiamava anche lui Mario) più esperto che mi dava consigli e che aveva anche lo spazio per una piccola camera oscura casalinga, facevamo le stampe (in bianco e nero ovviamente). Che ricordi mi è scesa letteralmente la lacrima. Grazie Mario e soprattutto grazie Paolo!
Mi hai fatto tornare in mente la mia fanciullezza quando invitavamo a casa gli amici ed il mio papà preparava il telo ed i proiettori ed ore ed ore passavano a vedere le sue fotografie, per lo più foto del nostro ultimo viaggio, assolutamente amatoriali. Mi è tornato alla mente il suono del proiettore quando sposta il carrello, l'effetto delle dissolvenze sul telo.... Mi sono ricordato di quando prendevo in mano la sua canon e i suoi obiettivi e mi facevo spiegare e rispiegare cosa fosse il diaframma ed a cosa servisse, perché si usasse un tempo di scatto piuttosto che un altro. Non ho mai capito nulla (ero troppo piccolo), ma mi sentivo così grande con quell'aggeggio incomprensibile in mano. Oggi che il mio papà non c'è più da qualche mese, tutto questo mi ha fatto commuovere.
Grazie Mario, non nascondo di essermi commosso. Questa intervista mi ha riportato ai tempi del restauro audio con i nastri magnetici (e chi ne aveva mai visto uno... Io son dell'84...) periodo che ricordo con vero piacere... Sono rimasto colpito dal concetto "cerca di fare del tuo meglio con le limitazioni che il mezzo ti offre", oggi spesso ci perdiamo nei milioni di ritrovati tecnologici (strumentini, script, presets) e dimentichiamo lo scopo del nostro lavoro... Non posso fare a meno di fare il paragone con "la leggenda del pianista sull'oceano" nel momento in cui 900 resta sconvolto dalle infinite possibilità che ti lasciano le strade di New York.... Less Is more... Grazie ancora per questo contenuto!
Bellissima intervista a tratti molto toccante, una persona cosi semplice, che trasmette tanta saggezza, accompagnata da un pizzico di ironia, e altrettanta esperienza... Grazie Synergo per aver condiviso questo momento con noi 👏🏻
Da ragazzino vedevo mio padre con la sua macchina analogica che fotografava me e i miei fratelli, qualche paesaggio e scenari di vita familiare. Nonostante non fosse un vero e proprio fotografo riusciva a generare delle buone foto, a volte non proprio ottimali dal punto di vista tecnico ma tuttora sono negli album di famiglia. Adesso ho 34 anni, sono un amatore (forse anche meno!) e ho cominciare a scattare foto quando è nato mio figlio. E solo adesso capisco quanto deve essere stato soddisfacente per mio padre fare tutte quelle foto su pellicola, senza tutta la tecnologia che c’è oggi.
Giuro, brividi. L'umiltà di quest'uomo e la sua dedizione e passione mi commuovono nell'animo e mi muovono a fare di meglio nelle mie di passioni. Ho cominciato da poco meno di un annetto a scattare e sviluppare in analogico, ultimamente ho dovuto accantonare tutto per questioni di tempo e di lavoro. Questa intervista arriva come una ventata d'aria fresca. Grazie davvero Synergo.
Un'intervista come poche: interessante e romantica. Credo siano queste persone che portano dentro di loro le conoscenze e la saggezza di una disciplina artistica come la fotografia. Ho sinceramente ripensato a quando, da piccolo, uscivo con mio padre, la Canon e il rullino da 24. Vorrei tanto che una persona così fosse ospite fisso. Grazie a entrambi per il video meraviglioso
Intervista che tutti quelli che si affacciano nel magnifico mondo della fotografia dovrebbero vedere , la parte sui limiti di pellicola e dia ,ci fa capire quanto l'esposizione sia fondamentale, cosa che oggi con il digitale con la sua malleabilità, sta andando lentamente dimenticata . Veramente complimenti
Ho la fortuna di conoscere personalmente Paolo e in passato ho avuto la possibilità di vedere le sue splendide diapositive che sicuramente sono altra cosa dalle migliaia di immagini digitali che oramai vediamo tutti i giorni. È un fotoamatore , come ama definirsi lui, di altri tempi con una sensibilità e visione fotografica non da tutti. Un plauso anche a te Mario per la splendida video intervista e il bel montaggio fatto con le fotografie di Paolo. Remo.
Grazie Synergo per averci fatto conoscere questo Artista , è stato un bel regalo per lui e per noi . È stato un piacere ascoltarlo grazie anche al tuo montaggio coinvolgente e armonioso . 👏🏻
Lieto di avervi fatto conoscere un altro pezzetto della mia terra! Prossimamente vi porto a fare un giro a Uomomorto I, piccola frazione dell' hinterland molisano di cui ignoravo l'esistenza!
Bellissima intervista, ti ringrazio per aver condiviso con noi le parole del signor Potalivo. Ho trovato il tutto molto interessante anche per il fatto che io stesso da circa 3 anni fotografo in analogico (negativo), avendo solamente 21 anni rimango ancora molto inesperto ma posso dire che è una concezione distante dal digitale, è una fotografia lenta, tranquilla dove sai che anche imprimere una sola foto ha il suo prezzo e di conseguenza (non avendo chissà quali mezzi monetari) dai un peso ad ogni fotografia e tutto il processo da una soddisfazione unica
Grazie Mario per averci fatto conoscere il fotografo Paolo Potalivo. E' stata veramente una intervista interessante, ci fa riflettere su due aspetti direi, l'importanza della singola immagine, studiata, ragionata, ricercata. La capacità di "vedere" che non appartiene a tutti. E poi sulla sua semplicità ed umiltà, "l'importante è fare una fotografia soddisfacente per noi che l'abbiamo ripresa". Poi le immagini molto poetiche e nitide al tempo stesso.
Io vi incoraggio a fare questa prova! Queste piccole parentesi di analogico sono preziose perché si tramanda un sapere e una filosofia di vita. Proprio una bella idea quella di fare questa intervista, complimenti ad entrambi.
Bellissima intervista. Complimenti. Aspetto con grande interesse la prova della simulazione Velvia sulla XT4 da parte di Paolo. Penso che potrebbe rimanere piacevolmente sorpreso
Non sempre ma spesso mi ritrovo con Paolo per visionare insieme le sue diapositive. È sempre emozionante. Nell’intervista si nota la sua padronanza nonché conoscenza nel campo fotografico. Ho imparato tanto da Paolo, quando vivevo a Termoli mi capitava spesso di uscire con lui, anch’io scattavo in diapositive, con la differenza che Paolo usava le Canon io la Nikon😂. Complimenti per l’intervista.
Mario grazie! Per i tuoi contenuti meravigliosi, per farci scoprire questa gente straordinaria. Questo signore è evidentemente un maestro di vita. Che ci regala ben più di semplici perle sulla fotografia. E' la sua umiltà che insegna tanto. La sua postura mentale. La sua bellezza nello sguardo, nelle sue parole. La sua semplicità. Il gusto per le cose genuini e per i valori della vita (soprattutto quando fa riferimento al fatto che "un rullino costa" e bisogna saperselo godere con cura). Insomma... grazie. P.S. non vediamo l'ora di vedere il risultato della comparazione tra simulazione e pellicola vera.
Che bella intervista. Ogni tanto ci vuole qualcuno che ci ricordi che per essere felici nella vita non dobbiamo arrivare al premio pulitzer, ma semplicemente fare qualcosa che sia bella per noi e per gli amici che abbiamo intorno. Sono molto curioso di vedere il video con la simulazione di pellicola.
Stupenda intervista, per i nostalgici dell'analogico convertitisi al digitale è un colpo al cuore . Le foto sono bellissime ( il bianco nero dei papaveri è da esposizione).
Bellissima intervista fatta all'amico/compare Paolo.Complimenti ad entrambe.Mi è molto piaciuta.Dovreste farne altre per affrontare altri argomenti, perchè sapete bene che la fotografia è un campo infinito.Un caro saluto a voi.
Mio nonno era fotografo, tralasciando il discorso della pre-visualizzazione, cioè che conoscendo la macchina e la pellicola tu provavi a indovinare quello che stavi immortalando e come... io, da piccolo, lo vedevo anche ritoccare direttamente i negativi, si metteva con lenti di ingrandimento e altri strumenti e sistemava piccoli particolari, come un pittore su tela... Questa è un arte che mi dispiace non aver appreso e che si sta perdendo... Comunque il paragone tra la pellicola e la X-T4 sarebbe bello da vedere, ma di più sarebbe proprio bello vedere come Paolo Potalivo lavora proprio sul campo, e vedere quindi live la differenza di approccio iniziale tra la fotocamera "classica" e la digitale. Un abbraccio, video davvero magnifico... tra l'altro Paolo Potalivo sembra davvero carismatico, sarebbe vello vedere il video paragone solo perché c'è lui 😊
Grande Paolo, leggo sempre volentieri i suoi interventi su juza...anche se li sembra più pungente che nella realtà, dove mostra grande conoscenza espressa in semplicità. Cmq si per il confronto delle velvia, anche solo per sentirgli dire che non ci azzecca proprio niente con l'originale😉
Intervista davvero interessante, quando parlava si sentiva la passione per la fotografia, sarebbe bello il confronto tra la pellicola fuji e la simulazione pellicola della fuji.
Grazie per questo video che mi ha fatto riavvolgere il film della mia vita, dalla prima diapositiva scattata a 9 anni con una delle prime reflex della storia, una Exakta Varex con il diaframma "a preset" (lo aprivi tutto a mano per mettere a fuoco, poi lo richiudevi per scattare). E poi i primi anni di professione nell'audiovisivo, con le diapositive sincronizzate alla cassetta audio e, le multivisioni con più schermi affiancati o più proiettori su uno schermo (riversate su Ampex da 2" ci ho realizzato una serie di cartoni animati a basso costo per il broadcast). Dopo sono passato al video ed è tata una corsa vertiginosa attraverso il video analogico e quello digitale, fino a oggi. Con Paolo sono anche molto d'accordo che, nei lavori non commerciali, la foto la trovi (o ti trova lei). Di pellicola, invece, negli anni '80 se ne buttava un bel po' e c'era già il "bracketing".
Intervista stupenda da far vedere a chi si avvicina alla fotografia ma non solo. Con l'analogico si comprende tutto il processo fotografico il settore meccanico, ottico e chimico, fisico. Favorevole alla comparazione tra digitale e analogico.
Mario grazie per questo bel video, molto sincero e pieno di significato. Io da fotografo amatoriale lavoro sia in digitale che in analogico e mi sto attrezzando con una camera oscura che mi permetta di sperimentare e conoscere meglio il processo. La consapevolezza delle 36 pose effettivamente ti rende naturalmente più parsimonioso nello scatto però, almeno nel mio caso, ti aiuta a concentrarti sul soggetto e e il messaggio che si vuole trasmettere, perché ogni scatto aia LO scatto.
Ho iniziato a fotografare per professione con il digitale e ho passato gli ultimi 7 anni della mia vita nello studio di un grande fotografo pubblicitario di Napoli. Divenuto poi Grande Amico e che, da qualche mese, manca tanto a me e alla fotografia in generale. Lui ovviamente ha lavorato tantissimo in banco ottico su diapositiva 50 asa. Diciamo che per lui il formato al di sotto del "medio" non esisteva. Non avete idea di quante nozioni mi ha " passato ". Di quanti meravigliosi still life fatti con somme di flashate ho visto, ho visto fare e ho avuto l'immensa fortuna di partecipare nell'esecuzione. Un modo di ragionare, di approcciare alla fotografia di studio, che porto e porterò sempre con me e che durante ogni lavoro mi aiuta tantissimo.
Complimenti Mario e grazie per questo contributo,è sempre interessante ed emozionante sentire testimonianze di persone che “amano” la fotografia senza troppi fronzoli ma con una estrema conoscenza ed allo stesso tempo,umiltà.
Io fotografo da 4 anni circa e nell'ultimo dopo aver trovato una macchina olympus a 10€ da un rigattiere mi sono incuriosito e mi sono immerso nel mondo analogico. Quello che mi fa provare la pellicola è una sensazione diversa, ogni foto è più preziosa se devi farne poche e calibrarle prima dello scatto. Inoltre non so perché, ma i ricordi che riesco a immortalare sulla pellicola acquistano un valore, sarà l'aspetto antico e indefinito (contro la precisione e affilatezza degli scatti digitali), oppure l'anima che ogni pellicola ha impressa in sé a priori, fatto sta che mi rendono felice e non smetterò di scattarne
Ciao Mario e Paolo! premetto che è la prima volta che commento sotto un tuo video perché quest'argomento mi tocca personalmente, ma ti seguo in tutte le tue mille forme da quasi metà della mia vita trovando sempre ispirazione e anche molte risate! quindi grazie. Inizio dicendo che ho 22 anni e nel cassetto della scrivania ho sempre qualche SD e almeno un pugno di pellicole fresche. Per me personalmente l'analogico non è una nostalgia, sono 100% nativo digitale, è una scelta, un modo per cambiare prospettiva, per rallentare e cambiare atteggiamento. La fotografia è la mia passione più grande e la esploro ogni giorno da anni. Il digitale e l'analogico li vedo come una coppia che si complementa, tra la versatilità e la potenza della tecnologia moderna e la riflessione, la dilatazione temporale, lo slow-down e la pace che ti impone l'analogico. Non preferisco ne l'uno ne l'altro, li vedo come due facce della stessa medaglia. Un'altra cosa che ti impone forzatamente l'analogico è la tattilità. Ogni frame, 135, medio o grande formato che sia, è qualcosa di fisico. Spesso mi capita di sviluppare in casa i miei negativi e quando poi guardo le 36 pose derivate da uno shooting sono consapevole che ognuna di quelle foto è stata tra le mie mani, toccata, bagnata, asciugata e tagliata passando tra le mie dita. Questo lo trovo meraviglioso, dà tutto un peso e valore diverso a ogni foto. Per nulla togliere alla versatilità del digitale, che scatto comunque con piacere. Mi è piaciuta molto la visione di Paolo e ho assolutamente ADORATO il concetto dell'immagine che si viene a creare durante la transizione, d'ora in poi integrerò questo concetto nella mia visione fotografica. L'unico appunto che ho da fare è su una frase che ha detto Paolo: "nessuno si interessa più a queste cose", NON È VEROOO! Paolo, c'è una community di migliaia di persone, giovani, affiatati e affamati di recuperare/preservare tutte queste nozioni che si rischiano di perdere con la transizione digitale. Le tue conoscenze sono oro! e tantissima gente sicuramente vorrebbe che tu le condividessi aggiungendo un tassello al puzzle che si sta ricostruendo in questi anni sull'analogico. Scusa il papiro ahaha ma la passione fa fare questo e altro, e sono certo che lo sai bene! Grazie mille di queste perle come sempre.
Guarda, credo che Paolo si riferisca al fatto che ormai lo scatto analogico sia un po' una differenza rispetto alla inflaziona tissima foto digitale. Se ci si mette dentro anche tutta la foltissima schiera di fotografi da smartphone, è chiaro che ormai la cosa stia andando a morire. Anche se io sono sicuro che ci sarà un ritorno a queste cose, a questo approccio e a questi valori. Perché non si tratta soltanto del risultato della foto. Non è una questione di cosa sia meglio in termini di risultato, ma anche di piacere personale nello sviluppare, nel doversi rapportare con un numero limitato di scatti, del poter, come giustamente dici, toccare con mano. Non è un caso se, nonostante l'avvento di Ikea, ci sono ancora tante persone che fanno bricolage e un tavolino per il salotto se lo costruiscono con le loro mani. Io sono in un periodo della mia vita in cui sono costretto a correre, perché devo produrre cose. Per me non sarebbe concepibile girare in pellicola o scattare in pellicola, perché produrre immagini è il mio mestiere e il digitale mi fa lavorare molto più rapidamente senza rinunciare alla qualità. Ma sono sicuro che se domani vincessi alla lotteria e avessi il pieno controllo di tutto il mio tempo, mi metterei a scattare in pellicola e, probabilmente, mi comprerei anche una piccola cinepresa 16 mm
@@SynergoAltrocinema Sono pienamente d'accordo con te. Io da pochissimo sto iniziando a lavorare con la fotografia, per ora qualche giorno a settimana, sperando in futuro di farlo diventare un lavoro a tempo pieno, e chiaramente quando devi portare a casa un lavoro e consegnarlo, il digitale è una risorsa preziosa come l'oro. Faccio foto sportiva a livello lavorativo e non saprei da che parte farmi se dovessi fare questo lavoro in analogico con tutte quelle limitazioni. Spero in futuro di riuscire in qualche modo a integrare la mia passione analogica con il mio lavoro, ho aperto un piccolo canale yt qualche settimana fa che tratta queste cose e spero di vederlo crescere piano piano per condividere quello che sto imparando da persone come Paolo nel corso degli anni. E sono d'accordo anche sul fatto che ci sarà un ritorno, in parte è già in corso ma purtroppo si vedono più stock di pellicola a cui viene interrotta la produzione che fili d'erba ahahah Speriamo più che altro in un futuro bilanciato dove chi vuole scattare in digitale lo possa fare e soprattutto, chi vorrà approcciarsi all'analogico avrà le risorse/conoscenze per farlo e scegliere a propria libertà e gusto! Grazie ancora per tutti i contenuti che porti. P.S. appena avrò finito di leggere, lascerò la recensione della raccolta di racconti su amazon! :)
complimenti Mario bellissima intervista e non e da tutti ripercorrere un pò di storia analogico, io sono più giovane di Paolo ma prima del digitale la foto analogica la scattavo anche io non solo con rullini da 36 ma anche da 120 pro,...ecco in analogico la foto prima di scattarla era già stampata nella tua mente quindi immaginavi già come sarebbe stata la foto e li che si vedeva anche il vero professionista, invece adesso ne fati 3 o 4 di foto e cambi un pò i tempi e i diaframmi, be comunque vecchi ricordi.....😊
Ciao Mario, gran bella intervista e gran bella persona il Sig. Paolo...molto interessante il suo punto di vista. ...e alla fine mi sono anche iscritto al tuo canale 😁
Intervista molto interessante. Io ho cominciato a scattare in digitale e un pò alla volta mi sono appassionata all'analogico, se non fosse per i costi, scatterei molto di più a pellicola, soprattutto con le mie due medio formato. Belle le foto di Paolo Potalivo. Spero scattiate assieme, ti stupirai della bellezza delle foto analogiche. Io scatto Fujifilm e ho provato a fare una comparazione tra foto fatte con la pellicola Acros e la stessa simulazione pellicola in macchina e la pellicola vince. Parere personale. Aspetto altri video come questo. Rosaria
Sicuramente un bel video, davvero una bella intervista…la soddisfazione che hai quando vedi le foto che hai fatto in analogico è davvero grande! Da poco mi sono affacciato a questo mondo, un po’ per curiosità un po’ perché la macchina che uso era di mio padre…credo che la scelta del soggetto ricada su qualcosa di unico, che magari non vedrai mai più o quantomeno con difficoltà…
Bellissima intervista e sì ci vuole il confronto "Fuji pellicola vs digitale"; sarebbe divertente anche se per qualche scatto vi scambiaste macchina così da vedere per Mario come si adatta la conoscenza ottenuta col digitale sull'analogico e viceversa per l'osspite, in più con le sue ghiere credo che la XT-4 si potrebbe rivelare particolarmente intuitiva nelle impostazioni anche per chi è abituato col solo analogico
Un’intervista bellissima, grazie a te e a Rocco. È stato veramente interessantissimo, mi ritrovo d’accordo con molte cose che Paolo dice, come il fatto di “vedere” già la fotografia prima di scattare, insomma, ragionare un attimo prima di dare il click. E anche vero che con il digitale si ha la possibilità di fare molti più scatti e di sbagliare molto di più senza spendere cifre astronomiche. Mi piacerebbe vedere il video con le differenze tra la pellicola reale e quella simulata della xt4.
Per capire fino in fondo le parole di Paolo ed il senso profondo dei suoi discorsi andrebbe vista almeno una diapositiva. Così si capirebbe che l'inevitabile _Progresso_ non è sempre migliorativo, anzi.... Credo che nelle case dei più giovani non esistano praticamente più fotografie stampate, tutto risiede nei dispositivi dove inevitabilmente si perderanno e con esse la memoria visiva del passato. Cosa rende visibili ai nostri occhi ciò che ci circonda? La luce, la pellicola, la diapositiva catturano quel momento di luce e con la stessa luce ce la restituiscono così come l'abbiamo vista, un attimo congelato, una frazione di tempo imbrigliata in 24x36mm. Neanche lontanamente un bit, un sensore uno sterile schermo si avvicinerà mai a ciò che è racchiuso in una minuscola diapositiva. Il digitale sta fagocitando tutto, la fotografia come la musica sono andate, avanti il prossimo.
Beh Vincenzo hai perfettamente ragione: nulla restituisce la LUCE così come è in grado di fare la diapositiva. Purtroppo non ho la possibilità di attrezzarmi per la retroproiezioner per una banalissima questione di spazio, altrimenti a Mario mostrerei qualcosa che davvero poche persone, al mondo, hanno potuto sperimentare compiutamente.
Bellissima intervista!!! L'analogico è come la musica Rock, potrà avere dei cali nel corso del tempo, ma poi ritorna, non muorirà mai!!! Spielberg Nolan Tarantino tutti registi sconosciuti che hanno fatto filmini da poche lire, preferiscono girare film a pellicola ancora oggi nel 2022, con costi e sbattimenti enormemente superiori al digitale, sono solo dei nostalgici? Certo la pellicola poi viene digitalizzata e il montaggio viene fatto in digitale, mentre la pellicola andrebbe vista al cinema con un proiettore, come fossero diapositive in movimento Sarebbe bello un tuo confronto fra film girati a pellicola e in digitale, non tanto per l aspetto tecnico, ma per il fatto che i registi sopramenzionati, dichiarano che il clima che si forma fra i collaboratori quando si gira a pellicola genera quella tensione positiva che porta lo staff alla massima concentrazione e a dare il meglio di se in per ogni scena, ogni inquadratura, per qualsiasi dettaglio, proprio perchè non ci si può permettere di sbagliare, l'analogico ti costringe a rallentare, riflettere per prendere le scelte migliori, nulla può essere lasciato al caso, così lo è anche in fotografia, descritto molto bene da quella bella persona da te intervistata ❤️ Il dogitale è solo economico facile, veloce e pratico, chi ha abbandonato la pellicola lo ha fatto per ragioni economiche, il digitale non ha apportato nessuna evoluzione alla cinematografia/fotografia, è solo pratico veloce e facile da usare, non ha portato nessun miglioramento alla creatività e visione del cinematografo o fotografo, sono solo mie opinioni ci mancherebbe, tuttavia basta guardare i risultati oggettivi per rendersene conto, basta osservare l'ovvio.
Guarda, in fotografia è un conto, al cinema un altro. Anche perché gran parte del panorama cinematografico deve essere per forza di cose digitalizzato per poter accogliere gli effetti visivi. Non si tratta più di tagliare la pellicola per rimanere in quello stesso ambiente, ma di fare comunque una "traduzione". È vero che ci sono grandi registi che usano ancora la pellicola, ma è altrettanto vero che ci sono storici direttori della fotografia che hanno abbracciato totalmente il digitale. Ora, se un film come Roma, girato su Alexa 65, possa avere qualcosa da invidiare alla pellicola può essere un argomento di discussione, ma non c'è dubbio che si tratti di un'immagine di tutto rispetto. Sfido chiunque a guardare un film come Skyfall e a permettersi di rimpiangere la pellicola. Sfido chiunque a dare un'occhiata a 1917 E pensare che sia stata una cattiva idea girare in digitale.
Ciao Mario, bella intervista davvero. C'è molta saggezza e consapevolezza fotografica dietro quelle parole. Se provaste a stampare le foto potreste farla quella prova, perché no? Alla fine è una cosa fatta per gioco
Bellissima intervista, anche se mi lascia con una certa amarezza, è evidente che traspare un qualche tipo di antagonismo nel digitale e nella tecnologia.... la gente oggi si appassiona alla fotografia esattamente come ha fatto lui, in circoli oggi qui circoli si chiamano gruppi fb, telegram e whatsapp dove come una volta si faceva a chi ce l'ha più grosso e più costoso e dove come una volta c'è sempre quello veramente appassionato che ti spiega per bene come fare. E chiaramente conoscere persone con cui condividere questa passione oggi è molto più semplice che allora... ripeto bellissime foto, bellissima intervista ma questo antagonismo nel digitale mi lascia l'amaro in bocca.
Personalmente non provo nessuna forma di antagonismo nei confronti del digitale, oltretutto questo antagonismo si baserebbe sul nulla perché visto lo strapotere del digitale la mia sarebbe non solo una battaglia di retroguardia... ma sarebbe anche combattuta con archi e frecce contrapposti agli ICBM... quindi stupida prima ancora che inutile. Per i circoli invece siamo perfettamente d'accordo sul fatto che essi, oggi, sono sostituiti dai gruppi sui social, e siamo anche d'accordo che le dinamiche dei gruppi sono sempre le stesse, ma è anche vero che in un circolo fotografico tradizionale ci si guarda in faccia... quindi la gara a chi ce l'ha più grosso finisce subito perchê: in primis c'è l'evidenza dei fatti; e in secundis non c'è la tastiera al cui riparo atteggiarsi a LEONE indomabile quando si è solo una povera pecorella smarrita!
Bellissimo video intervista molto professionale, complimenti. Sì, aspetto il confronto velvia, grazie, magari potresti coinvolgere Gianluca Bocci o il suo amico Nikonisti
...ho iniziato negli anni ottanta con la Kodak Ektachrome 64 asa e la Kodachrome 25 da mandare a Milano o Roma per essere sviluppate ed intelaiate... per poi proseguire per decenni con la Fuji Velvia 50 ... poesia pura ...la prima reflex fu la Canon AE1 Program... la mia ultima reflex analogica é stata la Canon EOS 3 del 1998 venduta nel 2008 per la 5D Mark II ...che altro dire ... comunque é vero a prescindere dal mezzo bisogna saper vedere...
Riguardo ai limiti della fotografia (6:00 circa), io per esempio ho iniziato a scattare con una compatta con un piccolo sensore, tuttavia una ottima lente, la Lumix LX5 acquistata a 100 euro. Il limite più grande, gli iso (massimo massimo 800iso, poi rumere e grana si sprecavano), ma aveva un sensore di tipo CCD che restituiva ottimi colori. Quando si riusciva a tirare fuori una bella foto, i 10 megapixel e tutti i limiti tecnici passavano in secondo posto, e si apprezzava di più il risultato. La piango ancora, perché rendeva divertente cercare la foto bella, sapendo come colmare i limiti dell'hardware, ovviamente molte volte non riuscendoci.
Sembrano passati secoli da quando si facevano le foto solo nelle occasioni importanti, si portava il rullino a sviluppare poi si aspettava e infine si apriva la busta con le immagini. Almeno le fotografie ti restavano, ora il 90% finiscono nel dimenticatoio della memoria digitale. Vorrei avere più foto di quando ero giovane ma una volta era costoso usare la macchina fotografica!
In realtà è possibile fare un confronto QUASI ad armi pari tramite un procedimento chiamato fotorestituzione su pellicola. In pratica si mette il rullino (negativo o diapositiva) in uno scanner e si imprimono le immagini digitali fotogramma per fotogramma. Fatto ciò si sviluppa il rullino e si ottiene una copia su diapositiva. Il polaroid propalette 8000 è uno dei tanti ma se ti interessa approfondire la questione questo forse potrebbe essere uno spunto interessante. Ad ogni modo questo video mi ha fatto sentire meno solo. Mi sono avvicinato alla fotografia abbastanza tardi e la pellicola mi ha aiutato molto perché le macchine sono molto più robuste ed economiche e per qualche strano motivo le persone si sentono molto meno in soggezione quando vedono una vecchia macchina magari di dimensioni più minute nonostante facciano un casino infernale quando vai a scattare.
Da ex fotografo mi ha toccato particolarmente questo video.
Scattare in analogico era una sfida, come dice Paolo, dovevi vederla la fotografia, dovevi stare attento ad ogni dettaglio e anche quando usciva sfocata, ti accontentavi, non potevi tornare indietro, avevi perso l’istante.
Oggi metti la modalità raffica e una almeno su 50 ti viene bene 😅
Io da ragazzo che scatta in digitale posso dire che è verissimo di come il digitale abbia reso la fotografia estremamente più semplice, con le ultime macchine che sono realmente dei computer con focus sull'occhio del soggetto infallibile e raffiche da far paura. Però ciononostante, credo che la bella foto vada ben oltre ciò che la macchina permette, dai una di quelle camere a una persona che non ha l'occhio per ricerca di una buona foto, non ha l'occhio per la composizione, non ha la capacità di analisi di ciò che ha intorno, e la foto esce uno schifo uguale, anzi, se prima te ne usciva una brutta, adesso cambia solo che te ne escono 50 :)
io capisco dire che la fotografia analogica sia più una sfida della fotografia digitale ma dire che 0metti in modalità raffica e una su 50 va bene mi pare estremamente svilente e riduttivo. Prova a chiedere ad un fotografo naturalista se ragiona così o ad uno che fa reportage
@@inderik8064 Prova a chiedere ad un fotografo sportivo, poi fammi sapere!
@@inderik8064 onestamente la naturalistica e ancor più il reportage esisteva anche con la pellicola, anzi forse il reportage è stato il primo campo di applicazione della fotografia.
La differenza più eclatante al limite si è notata soprattutto nella fotografia naturalistica dove certe branche della stessa, leggi avifauna, trent'anni fa era appannaggio esclusivo di qualche decina di fotografi al mondo, mentre oggi invece sono è un genere a dir poco inflazionato!
A questo punto due sono i casi: o sono diventati tutti bravi, oppure è diventato tutto molto più semplice e alla portata di tutti.
Penso sia una delle interviste più interessanti che abbia visto. Mi ha lasciato un senso di nostalgia incredibile.
Caro Mario, anche se non conosco di persona Paolo (Lui in Molise, io in Emilia), credo che ci frequentiamo sui social da una 20ina di anni.
Prima era CanonClub Italia, poi siamo passati su Juza forum, dove abbiamo combattuto con le stesse idee le solite discussioni da forum.
Paolo è una persona competente, onesto e mite, di fotografia ne sà anche molto più di me, visto che io ero limitato solo a piccole stampe tanto da riempire un paio di valige.
L'ho sempre stimato per la competenza e la caparbietà di resistere ancora con l'analogico. Io purtroppo sono passato al "LATO OSCURO DELLA FORZA" col digitale all'incirca dal 2000, anche se possiedo ancora 2 reflex a pellicola degli anni 80 della fuji oramai in soffitta.
Siamo coetanei di età, ma con due strade diverse. Io prediligo ritratti, street ed eventi, lui da quel che so è più un naturalista.
Su Juza siamo conosciuti io come PippoPoint mentre lui è PaoloMcmlx.
Felicissimo di questa intervista, finalmente l'ho visto dal vivo e l'ho sentito parlare. Un saluto ad entrambi voi.
Ciao Giuseppe. Quando ho visto "Paolo" + "Canon" + "pellicola" + "Termoli" ho pensato: "ma sarà sicuramente PaoloMCMLX! Dopo anni che leggo i suoi post, mi fa piacere sentirlo di persona. Anch'io anni fa ero in CanonClub Italia e poi sono passato a Juzaphoto, dove sono iscritto con il nickname Okpj.
Paolo, un caro amico d'infanzia, non abito a Termoli ma questa bomboniera di città è la mia seconda patria, perche ci vive mia madre da oltre 40 anni. Con Paolo, tanti anni fa, agli esordi, abbiamo anche fatto qualche scatto insieme, passeggiando per il borgo vecchio e sul lungomare. Ritengo che Paolo sia un fotografo eccezionale, con un gusto per la cattura delle luci e la composizione delle immagini assolutamente non comune, laddove la narrazione lascia il posto alla fantasia, alla creatività di uno sguardo attento e pieno di emozioni.
Ringrazio Mario Palladino per questa coinvolgente intervista.
Ascoltando Paolo ho riflettuto su quanto oggigiorno si sia persa quella magia, quella sensazione di scoperta dell'ignoto quando ci si avvicina alla fotografia (ma anche ad altri ambiti). Non voglio sembrare un boomer nostalgico ma è chiaro che internet, i social e la democratizzazione dei sistemi di ripresa abbiano tolto un po' di emotività e fattore umano che invece sono ancora ben presenti in persone come Potalivo. Promuovere di nuovo la fotografia come esperienza umana e magari pure comunitaria potrebbe essere un piccolo antidoto a questa deriva.
Non dobbiamo perdere la fotografia analogica
che bell'atmosfera c'è in questo video
Le diapositive fotografiche hanno dei colori e un contrasto magnifico, rendono qualunque cosa stupenda. Costano un casino però
Questo video è incredibile, ispirazione infinita. Ho pianto per la bellezza di alcune diapositive, grazie a tutti e due
Da ex amatore della fotografia analogica con la mia Praktica ho trovato questo video interessante ed emozionante.
E' proprio come dice Paolo: prima di fare uno scatto dovevi sentire che ne valeva veramente la pena, che il soggetto, la luce l'inquadrature, la foto insomma ti stava veramente chiamando. Un'approccio completamente diverso dal digitale quando hai solo 36 cartucce da sparare. E poi anche le uscite col compagno di scuola (che si chiamava anche lui Mario) più esperto che mi dava consigli e che aveva anche lo spazio per una piccola camera oscura casalinga, facevamo le stampe (in bianco e nero ovviamente).
Che ricordi mi è scesa letteralmente la lacrima.
Grazie Mario e soprattutto grazie Paolo!
Mi hai fatto tornare in mente la mia fanciullezza quando invitavamo a casa gli amici ed il mio papà preparava il telo ed i proiettori ed ore ed ore passavano a vedere le sue fotografie, per lo più foto del nostro ultimo viaggio, assolutamente amatoriali. Mi è tornato alla mente il suono del proiettore quando sposta il carrello, l'effetto delle dissolvenze sul telo.... Mi sono ricordato di quando prendevo in mano la sua canon e i suoi obiettivi e mi facevo spiegare e rispiegare cosa fosse il diaframma ed a cosa servisse, perché si usasse un tempo di scatto piuttosto che un altro. Non ho mai capito nulla (ero troppo piccolo), ma mi sentivo così grande con quell'aggeggio incomprensibile in mano.
Oggi che il mio papà non c'è più da qualche mese, tutto questo mi ha fatto commuovere.
Grazie Mario, non nascondo di essermi commosso. Questa intervista mi ha riportato ai tempi del restauro audio con i nastri magnetici (e chi ne aveva mai visto uno... Io son dell'84...) periodo che ricordo con vero piacere... Sono rimasto colpito dal concetto "cerca di fare del tuo meglio con le limitazioni che il mezzo ti offre", oggi spesso ci perdiamo nei milioni di ritrovati tecnologici (strumentini, script, presets) e dimentichiamo lo scopo del nostro lavoro... Non posso fare a meno di fare il paragone con "la leggenda del pianista sull'oceano" nel momento in cui 900 resta sconvolto dalle infinite possibilità che ti lasciano le strade di New York.... Less Is more... Grazie ancora per questo contenuto!
Bellissima intervista a tratti molto toccante, una persona cosi semplice, che trasmette tanta saggezza, accompagnata da un pizzico di ironia, e altrettanta esperienza...
Grazie Synergo per aver condiviso questo momento con noi 👏🏻
Da ragazzino vedevo mio padre con la sua macchina analogica che fotografava me e i miei fratelli, qualche paesaggio e scenari di vita familiare. Nonostante non fosse un vero e proprio fotografo riusciva a generare delle buone foto, a volte non proprio ottimali dal punto di vista tecnico ma tuttora sono negli album di famiglia.
Adesso ho 34 anni, sono un amatore (forse anche meno!) e ho cominciare a scattare foto quando è nato mio figlio. E solo adesso capisco quanto deve essere stato soddisfacente per mio padre fare tutte quelle foto su pellicola, senza tutta la tecnologia che c’è oggi.
Molto interessante questa intervista, complimenti per la realizzazione e complimenti a Paolo per le foto.
Molto gentile, grazie.
Contenuto molto molto bello. Hai trovato la chiave giusta per questa intervista, sei un grande.
Giuro, brividi. L'umiltà di quest'uomo e la sua dedizione e passione mi commuovono nell'animo e mi muovono a fare di meglio nelle mie di passioni. Ho cominciato da poco meno di un annetto a scattare e sviluppare in analogico, ultimamente ho dovuto accantonare tutto per questioni di tempo e di lavoro.
Questa intervista arriva come una ventata d'aria fresca. Grazie davvero Synergo.
Wow che personaggio interessante. Starei ore ad ascoltarlo.
Un'intervista come poche: interessante e romantica. Credo siano queste persone che portano dentro di loro le conoscenze e la saggezza di una disciplina artistica come la fotografia.
Ho sinceramente ripensato a quando, da piccolo, uscivo con mio padre, la Canon e il rullino da 24.
Vorrei tanto che una persona così fosse ospite fisso. Grazie a entrambi per il video meraviglioso
Intervista che tutti quelli che si affacciano nel magnifico mondo della fotografia dovrebbero vedere , la parte sui limiti di pellicola e dia ,ci fa capire quanto l'esposizione sia fondamentale, cosa che oggi con il digitale con la sua malleabilità, sta andando lentamente dimenticata . Veramente complimenti
Ho la fortuna di conoscere personalmente Paolo e in passato ho avuto la possibilità di vedere le sue splendide diapositive che sicuramente sono altra cosa dalle migliaia di immagini digitali che oramai vediamo tutti i giorni.
È un fotoamatore , come ama definirsi lui, di altri tempi con una sensibilità e visione fotografica non da tutti.
Un plauso anche a te Mario per la splendida video intervista e il bel montaggio fatto con le fotografie di Paolo.
Remo.
Grazie Synergo per averci fatto conoscere questo Artista , è stato un bel regalo per lui e per noi . È stato un piacere ascoltarlo grazie anche al tuo montaggio coinvolgente e armonioso . 👏🏻
Lieto di avervi fatto conoscere un altro pezzetto della mia terra! Prossimamente vi porto a fare un giro a Uomomorto I, piccola frazione dell' hinterland molisano di cui ignoravo l'esistenza!
Bellissima intervista, ti ringrazio per aver condiviso con noi le parole del signor Potalivo. Ho trovato il tutto molto interessante anche per il fatto che io stesso da circa 3 anni fotografo in analogico (negativo), avendo solamente 21 anni rimango ancora molto inesperto ma posso dire che è una concezione distante dal digitale, è una fotografia lenta, tranquilla dove sai che anche imprimere una sola foto ha il suo prezzo e di conseguenza (non avendo chissà quali mezzi monetari) dai un peso ad ogni fotografia e tutto il processo da una soddisfazione unica
Grazie Mario per averci fatto conoscere il fotografo Paolo Potalivo. E' stata veramente una intervista interessante, ci fa riflettere su due aspetti direi, l'importanza della singola immagine, studiata, ragionata, ricercata. La capacità di "vedere" che non appartiene a tutti. E poi sulla sua semplicità ed umiltà, "l'importante è fare una fotografia soddisfacente per noi che l'abbiamo ripresa". Poi le immagini molto poetiche e nitide al tempo stesso.
Il mio nuovo video preferito del canale
Io vi incoraggio a fare questa prova! Queste piccole parentesi di analogico sono preziose perché si tramanda un sapere e una filosofia di vita. Proprio una bella idea quella di fare questa intervista, complimenti ad entrambi.
Meraviglioso..
Bellissima intervista. Complimenti. Aspetto con grande interesse la prova della simulazione Velvia sulla XT4 da parte di Paolo. Penso che potrebbe rimanere piacevolmente sorpreso
Non sempre ma spesso mi ritrovo con Paolo per visionare insieme le sue diapositive. È sempre emozionante. Nell’intervista si nota la sua padronanza nonché conoscenza nel campo fotografico. Ho imparato tanto da Paolo, quando vivevo a Termoli mi capitava spesso di uscire con lui, anch’io scattavo in diapositive, con la differenza che Paolo usava le Canon io la Nikon😂. Complimenti per l’intervista.
Mario grazie! Per i tuoi contenuti meravigliosi, per farci scoprire questa gente straordinaria. Questo signore è evidentemente un maestro di vita. Che ci regala ben più di semplici perle sulla fotografia. E' la sua umiltà che insegna tanto. La sua postura mentale. La sua bellezza nello sguardo, nelle sue parole. La sua semplicità. Il gusto per le cose genuini e per i valori della vita (soprattutto quando fa riferimento al fatto che "un rullino costa" e bisogna saperselo godere con cura). Insomma... grazie.
P.S. non vediamo l'ora di vedere il risultato della comparazione tra simulazione e pellicola vera.
Che bella intervista. Ogni tanto ci vuole qualcuno che ci ricordi che per essere felici nella vita non dobbiamo arrivare al premio pulitzer, ma semplicemente fare qualcosa che sia bella per noi e per gli amici che abbiamo intorno.
Sono molto curioso di vedere il video con la simulazione di pellicola.
bellissimo video, fotografare con la velvia era gioia e sfida allo stesso tempo. Nostalgia
"La cosa difficile è vederla la fotografia!" Chiosa di un video splendido in tutti i sensi
si, una bella intervista e questa frase è la degna conclusione!
Molto bella questa intervista , molto "umana" , bravissimo.
Complimenti per l'intervista e per la passione che Paolo porta con sé e sa trasmettere.
Rimango in attesa assolutamente del video con la xt4!
Favorevole alla comparazione Digitale/Analogico! 😃
E ad altre interviste sulla fotografia! Ahah
Stupenda intervista, per i nostalgici dell'analogico convertitisi al digitale è un colpo al cuore . Le foto sono bellissime ( il bianco nero dei papaveri è da esposizione).
Bellissima persona da imparare alla grande oltre alla fotografia 👏👏
Bravissimo Paolo
Grazie Fabrizio
wow, che bello, che passione, che belle foto, si fatelo sto paragone !
Bellissima intervista fatta all'amico/compare Paolo.Complimenti ad entrambe.Mi è molto piaciuta.Dovreste farne altre per affrontare altri argomenti, perchè sapete bene che la fotografia è un campo infinito.Un caro saluto a voi.
Mio nonno era fotografo, tralasciando il discorso della pre-visualizzazione, cioè che conoscendo la macchina e la pellicola tu provavi a indovinare quello che stavi immortalando e come... io, da piccolo, lo vedevo anche ritoccare direttamente i negativi, si metteva con lenti di ingrandimento e altri strumenti e sistemava piccoli particolari, come un pittore su tela... Questa è un arte che mi dispiace non aver appreso e che si sta perdendo... Comunque il paragone tra la pellicola e la X-T4 sarebbe bello da vedere, ma di più sarebbe proprio bello vedere come Paolo Potalivo lavora proprio sul campo, e vedere quindi live la differenza di approccio iniziale tra la fotocamera "classica" e la digitale.
Un abbraccio, video davvero magnifico... tra l'altro Paolo Potalivo sembra davvero carismatico, sarebbe vello vedere il video paragone solo perché c'è lui 😊
Grande Paolo, leggo sempre volentieri i suoi interventi su juza...anche se li sembra più pungente che nella realtà, dove mostra grande conoscenza espressa in semplicità. Cmq si per il confronto delle velvia, anche solo per sentirgli dire che non ci azzecca proprio niente con l'originale😉
Bella questa intervista, bravo Mario.
È inutile: la cultura e l'approccio fotografico fanno la differenza generazionale.
Ottimo documento, interessantissimo.
Grazie!
Adoro il mondo analogico e sono veramente curioso di vedere altri video che toccano questo tema e perché no, un domani anche sotto lato video…
Intervista davvero interessante, quando parlava si sentiva la passione per la fotografia, sarebbe bello il confronto tra la pellicola fuji e la simulazione pellicola della fuji.
Grazie per questo video che mi ha fatto riavvolgere il film della mia vita, dalla prima diapositiva scattata a 9 anni con una delle prime reflex della storia, una Exakta Varex con il diaframma "a preset" (lo aprivi tutto a mano per mettere a fuoco, poi lo richiudevi per scattare). E poi i primi anni di professione nell'audiovisivo, con le diapositive sincronizzate alla cassetta audio e, le multivisioni con più schermi affiancati o più proiettori su uno schermo (riversate su Ampex da 2" ci ho realizzato una serie di cartoni animati a basso costo per il broadcast). Dopo sono passato al video ed è tata una corsa vertiginosa attraverso il video analogico e quello digitale, fino a oggi. Con Paolo sono anche molto d'accordo che, nei lavori non commerciali, la foto la trovi (o ti trova lei). Di pellicola, invece, negli anni '80 se ne buttava un bel po' e c'era già il "bracketing".
Tre euro al colpo :)
Complimenti per il video, bellissimo e bel mini format di intervista. Urge il seguito di questo video.. complimenti ancora
Bellissima intervista
Interessantissimo! Aspetto il video con la X-T4
Piango è troppo emozionante
Bravo Mario! Mi piace molto questa intervista e SI, andate assolutamente a “giocare”!
Intervista stupenda da far vedere a chi si avvicina alla fotografia ma non solo.
Con l'analogico si comprende tutto il processo fotografico il settore meccanico, ottico e chimico, fisico. Favorevole alla comparazione tra digitale e analogico.
Aspetto il prossimo video con Paolo!
Mario grazie per questo bel video, molto sincero e pieno di significato. Io da fotografo amatoriale lavoro sia in digitale che in analogico e mi sto attrezzando con una camera oscura che mi permetta di sperimentare e conoscere meglio il processo. La consapevolezza delle 36 pose effettivamente ti rende naturalmente più parsimonioso nello scatto però, almeno nel mio caso, ti aiuta a concentrarti sul soggetto e e il messaggio che si vuole trasmettere, perché ogni scatto aia LO scatto.
siiiii vogliamo il confronto!
Questo video ha della poesia, a tratti romantico... 🎞️📷
Ho iniziato a fotografare per professione con il digitale e ho passato gli ultimi 7 anni della mia vita nello studio di un grande fotografo pubblicitario di Napoli. Divenuto poi Grande Amico e che, da qualche mese, manca tanto a me e alla fotografia in generale. Lui ovviamente ha lavorato tantissimo in banco ottico su diapositiva 50 asa. Diciamo che per lui il formato al di sotto del "medio" non esisteva. Non avete idea di quante nozioni mi ha " passato ". Di quanti meravigliosi still life fatti con somme di flashate ho visto, ho visto fare e ho avuto l'immensa fortuna di partecipare nell'esecuzione. Un modo di ragionare, di approcciare alla fotografia di studio, che porto e porterò sempre con me e che durante ogni lavoro mi aiuta tantissimo.
Complimenti Mario e grazie per questo contributo,è sempre interessante ed emozionante sentire testimonianze di persone che “amano” la fotografia senza troppi fronzoli ma con una estrema conoscenza ed allo stesso tempo,umiltà.
è volato come niente questo video, davvero bello... vada per il gioco, da ignorante in materia sarei davvero curioso
Io fotografo da 4 anni circa e nell'ultimo dopo aver trovato una macchina olympus a 10€ da un rigattiere mi sono incuriosito e mi sono immerso nel mondo analogico. Quello che mi fa provare la pellicola è una sensazione diversa, ogni foto è più preziosa se devi farne poche e calibrarle prima dello scatto. Inoltre non so perché, ma i ricordi che riesco a immortalare sulla pellicola acquistano un valore, sarà l'aspetto antico e indefinito (contro la precisione e affilatezza degli scatti digitali), oppure l'anima che ogni pellicola ha impressa in sé a priori, fatto sta che mi rendono felice e non smetterò di scattarne
Interessantissima la strategia della terza immagine. Grazie per questo contenuto!
Autarchica soprattutto...
Complimenti! Non aggiungo altro.
Si ovvio fatelo...secondo me quello che farà la differenza sarà il suo approccio alla fotografia
Io direi che quelle foto potrebbero tranquillamente vincere qualche premio !
Ciao Mario e Paolo! premetto che è la prima volta che commento sotto un tuo video perché quest'argomento mi tocca personalmente, ma ti seguo in tutte le tue mille forme da quasi metà della mia vita trovando sempre ispirazione e anche molte risate! quindi grazie.
Inizio dicendo che ho 22 anni e nel cassetto della scrivania ho sempre qualche SD e almeno un pugno di pellicole fresche. Per me personalmente l'analogico non è una nostalgia, sono 100% nativo digitale, è una scelta, un modo per cambiare prospettiva, per rallentare e cambiare atteggiamento. La fotografia è la mia passione più grande e la esploro ogni giorno da anni. Il digitale e l'analogico li vedo come una coppia che si complementa, tra la versatilità e la potenza della tecnologia moderna e la riflessione, la dilatazione temporale, lo slow-down e la pace che ti impone l'analogico. Non preferisco ne l'uno ne l'altro, li vedo come due facce della stessa medaglia.
Un'altra cosa che ti impone forzatamente l'analogico è la tattilità. Ogni frame, 135, medio o grande formato che sia, è qualcosa di fisico. Spesso mi capita di sviluppare in casa i miei negativi e quando poi guardo le 36 pose derivate da uno shooting sono consapevole che ognuna di quelle foto è stata tra le mie mani, toccata, bagnata, asciugata e tagliata passando tra le mie dita. Questo lo trovo meraviglioso, dà tutto un peso e valore diverso a ogni foto. Per nulla togliere alla versatilità del digitale, che scatto comunque con piacere.
Mi è piaciuta molto la visione di Paolo e ho assolutamente ADORATO il concetto dell'immagine che si viene a creare durante la transizione, d'ora in poi integrerò questo concetto nella mia visione fotografica. L'unico appunto che ho da fare è su una frase che ha detto Paolo: "nessuno si interessa più a queste cose", NON È VEROOO! Paolo, c'è una community di migliaia di persone, giovani, affiatati e affamati di recuperare/preservare tutte queste nozioni che si rischiano di perdere con la transizione digitale. Le tue conoscenze sono oro! e tantissima gente sicuramente vorrebbe che tu le condividessi aggiungendo un tassello al puzzle che si sta ricostruendo in questi anni sull'analogico.
Scusa il papiro ahaha ma la passione fa fare questo e altro, e sono certo che lo sai bene! Grazie mille di queste perle come sempre.
Guarda, credo che Paolo si riferisca al fatto che ormai lo scatto analogico sia un po' una differenza rispetto alla inflaziona tissima foto digitale. Se ci si mette dentro anche tutta la foltissima schiera di fotografi da smartphone, è chiaro che ormai la cosa stia andando a morire. Anche se io sono sicuro che ci sarà un ritorno a queste cose, a questo approccio e a questi valori. Perché non si tratta soltanto del risultato della foto. Non è una questione di cosa sia meglio in termini di risultato, ma anche di piacere personale nello sviluppare, nel doversi rapportare con un numero limitato di scatti, del poter, come giustamente dici, toccare con mano. Non è un caso se, nonostante l'avvento di Ikea, ci sono ancora tante persone che fanno bricolage e un tavolino per il salotto se lo costruiscono con le loro mani. Io sono in un periodo della mia vita in cui sono costretto a correre, perché devo produrre cose. Per me non sarebbe concepibile girare in pellicola o scattare in pellicola, perché produrre immagini è il mio mestiere e il digitale mi fa lavorare molto più rapidamente senza rinunciare alla qualità. Ma sono sicuro che se domani vincessi alla lotteria e avessi il pieno controllo di tutto il mio tempo, mi metterei a scattare in pellicola e, probabilmente, mi comprerei anche una piccola cinepresa 16 mm
@@SynergoAltrocinema Sono pienamente d'accordo con te. Io da pochissimo sto iniziando a lavorare con la fotografia, per ora qualche giorno a settimana, sperando in futuro di farlo diventare un lavoro a tempo pieno, e chiaramente quando devi portare a casa un lavoro e consegnarlo, il digitale è una risorsa preziosa come l'oro. Faccio foto sportiva a livello lavorativo e non saprei da che parte farmi se dovessi fare questo lavoro in analogico con tutte quelle limitazioni. Spero in futuro di riuscire in qualche modo a integrare la mia passione analogica con il mio lavoro, ho aperto un piccolo canale yt qualche settimana fa che tratta queste cose e spero di vederlo crescere piano piano per condividere quello che sto imparando da persone come Paolo nel corso degli anni. E sono d'accordo anche sul fatto che ci sarà un ritorno, in parte è già in corso ma purtroppo si vedono più stock di pellicola a cui viene interrotta la produzione che fili d'erba ahahah Speriamo più che altro in un futuro bilanciato dove chi vuole scattare in digitale lo possa fare e soprattutto, chi vorrà approcciarsi all'analogico avrà le risorse/conoscenze per farlo e scegliere a propria libertà e gusto! Grazie ancora per tutti i contenuti che porti.
P.S. appena avrò finito di leggere, lascerò la recensione della raccolta di racconti su amazon! :)
complimenti Mario bellissima intervista e non e da tutti ripercorrere un pò di storia analogico, io sono più giovane di Paolo ma prima del digitale la foto analogica la scattavo anche io non solo con rullini da 36 ma anche da 120 pro,...ecco in analogico la foto prima di scattarla era già stampata nella tua mente quindi immaginavi già come sarebbe stata la foto e li che si vedeva anche il vero professionista, invece adesso ne fati 3 o 4 di foto e cambi un pò i tempi e i diaframmi, be comunque vecchi ricordi.....😊
Video bellissimo complimenti
Giochino interessante!
Bellissimo video Syne!
Ho iniziato, imparato e amato scattare foto in analogico, grazie per questo video
Ciao Mario, gran bella intervista e gran bella persona il Sig. Paolo...molto interessante il suo punto di vista. ...e alla fine mi sono anche iscritto al tuo canale 😁
Intervista molto interessante. Io ho cominciato a scattare in digitale e un pò alla volta mi sono appassionata all'analogico, se non fosse per i costi, scatterei molto di più a pellicola, soprattutto con le mie due medio formato. Belle le foto di Paolo Potalivo. Spero scattiate assieme, ti stupirai della bellezza delle foto analogiche. Io scatto Fujifilm e ho provato a fare una comparazione tra foto fatte con la pellicola Acros e la stessa simulazione pellicola in macchina e la pellicola vince. Parere personale. Aspetto altri video come questo. Rosaria
Sarei curioso di vedere altri contenuti con Paolo che possano dare ancora più ispirazione e profondità, è stata in intervista bellissima
Sicuramente un bel video, davvero una bella intervista…la soddisfazione che hai quando vedi le foto che hai fatto in analogico è davvero grande! Da poco mi sono affacciato a questo mondo, un po’ per curiosità un po’ perché la macchina che uso era di mio padre…credo che la scelta del soggetto ricada su qualcosa di unico, che magari non vedrai mai più o quantomeno con difficoltà…
G R A Z I E !
bellissima intervista!
Bellissimo video, e bellissime anche le foto!
Un paragone Velvia film vs digitale sarebbe oltremodo interessante
Bellissima intervista e sì ci vuole il confronto "Fuji pellicola vs digitale"; sarebbe divertente anche se per qualche scatto vi scambiaste macchina così da vedere per Mario come si adatta la conoscenza ottenuta col digitale sull'analogico e viceversa per l'osspite, in più con le sue ghiere credo che la XT-4 si potrebbe rivelare particolarmente intuitiva nelle impostazioni anche per chi è abituato col solo analogico
Io ho fatto un video confronto tra Kodak Ektar e Nikon D850
Un’intervista bellissima, grazie a te e a Rocco. È stato veramente interessantissimo, mi ritrovo d’accordo con molte cose che Paolo dice, come il fatto di “vedere” già la fotografia prima di scattare, insomma, ragionare un attimo prima di dare il click. E anche vero che con il digitale si ha la possibilità di fare molti più scatti e di sbagliare molto di più senza spendere cifre astronomiche.
Mi piacerebbe vedere il video con le differenze tra la pellicola reale e quella simulata della xt4.
Per capire fino in fondo le parole di Paolo ed il senso profondo dei suoi discorsi andrebbe vista almeno una diapositiva. Così si capirebbe che l'inevitabile _Progresso_ non è sempre migliorativo, anzi.... Credo che nelle case dei più giovani non esistano praticamente più fotografie stampate, tutto risiede nei dispositivi dove inevitabilmente si perderanno e con esse la memoria visiva del passato. Cosa rende visibili ai nostri occhi ciò che ci circonda? La luce, la pellicola, la diapositiva catturano quel momento di luce e con la stessa luce ce la restituiscono così come l'abbiamo vista, un attimo congelato, una frazione di tempo imbrigliata in 24x36mm. Neanche lontanamente un bit, un sensore uno sterile schermo si avvicinerà mai a ciò che è racchiuso in una minuscola diapositiva. Il digitale sta fagocitando tutto, la fotografia come la musica sono andate, avanti il prossimo.
Beh Vincenzo hai perfettamente ragione: nulla restituisce la LUCE così come è in grado di fare la diapositiva.
Purtroppo non ho la possibilità di attrezzarmi per la retroproiezioner per una banalissima questione di spazio, altrimenti a Mario mostrerei qualcosa che davvero poche persone, al mondo, hanno potuto sperimentare compiutamente.
Bellissimo!
Ha ragione, anche in digitale, è difficile vedere la fotografia, ed è meglio farla bene prima anche se puoi fare tutte le correzioni che vuoi
bel video, speriamo nel prossimo sulla serie! : )
tempismo perfetto, ho trovato giorni fa una canon analogica nelle cianfrusaglie di famiglia
grazie mario
Paolo è talmente termolese che come l'ho ascoltato ho pensato "cazzo ma è minchiari però synergi sta a bocca chiusa". In ogni caso bella intervista
assolutamente siii
Bellissima intervista!!!
L'analogico è come la musica Rock, potrà avere dei cali nel corso del tempo, ma poi ritorna, non muorirà mai!!!
Spielberg Nolan Tarantino tutti registi sconosciuti che hanno fatto filmini da poche lire, preferiscono girare film a pellicola ancora oggi nel 2022, con costi e sbattimenti enormemente superiori al digitale, sono solo dei nostalgici?
Certo la pellicola poi viene digitalizzata e il montaggio viene fatto in digitale, mentre la pellicola andrebbe vista al cinema con un proiettore, come fossero diapositive in movimento
Sarebbe bello un tuo confronto fra film girati a pellicola e in digitale, non tanto per l aspetto tecnico, ma per il fatto che i registi sopramenzionati, dichiarano che il clima che si forma fra i collaboratori quando si gira a pellicola genera quella tensione positiva che porta lo staff alla massima concentrazione e a dare il meglio di se in per ogni scena, ogni inquadratura, per qualsiasi dettaglio, proprio perchè non ci si può permettere di sbagliare, l'analogico ti costringe a rallentare, riflettere per prendere le scelte migliori, nulla può essere lasciato al caso, così lo è anche in fotografia, descritto molto bene da quella bella persona da te intervistata ❤️
Il dogitale è solo economico facile, veloce e pratico, chi ha abbandonato la pellicola lo ha fatto per ragioni economiche, il digitale non ha apportato nessuna evoluzione alla cinematografia/fotografia, è solo pratico veloce e facile da usare, non ha portato nessun miglioramento alla creatività e visione del cinematografo o fotografo, sono solo mie opinioni ci mancherebbe, tuttavia basta guardare i risultati oggettivi per rendersene conto, basta osservare l'ovvio.
Guarda, in fotografia è un conto, al cinema un altro. Anche perché gran parte del panorama cinematografico deve essere per forza di cose digitalizzato per poter accogliere gli effetti visivi. Non si tratta più di tagliare la pellicola per rimanere in quello stesso ambiente, ma di fare comunque una "traduzione". È vero che ci sono grandi registi che usano ancora la pellicola, ma è altrettanto vero che ci sono storici direttori della fotografia che hanno abbracciato totalmente il digitale. Ora, se un film come Roma, girato su Alexa 65, possa avere qualcosa da invidiare alla pellicola può essere un argomento di discussione, ma non c'è dubbio che si tratti di un'immagine di tutto rispetto. Sfido chiunque a guardare un film come Skyfall e a permettersi di rimpiangere la pellicola. Sfido chiunque a dare un'occhiata a 1917 E pensare che sia stata una cattiva idea girare in digitale.
Bel video, spero di vedere anche quello della comparativa: pellicola vs digitale.
Ciao Mario, bella intervista davvero. C'è molta saggezza e consapevolezza fotografica dietro quelle parole. Se provaste a stampare le foto potreste farla quella prova, perché no? Alla fine è una cosa fatta per gioco
Bellissima intervista, anche se mi lascia con una certa amarezza, è evidente che traspare un qualche tipo di antagonismo nel digitale e nella tecnologia.... la gente oggi si appassiona alla fotografia esattamente come ha fatto lui, in circoli oggi qui circoli si chiamano gruppi fb, telegram e whatsapp dove come una volta si faceva a chi ce l'ha più grosso e più costoso e dove come una volta c'è sempre quello veramente appassionato che ti spiega per bene come fare. E chiaramente conoscere persone con cui condividere questa passione oggi è molto più semplice che allora... ripeto bellissime foto, bellissima intervista ma questo antagonismo nel digitale mi lascia l'amaro in bocca.
Io non ho visto alcun antagonismo, semplicemente lui la racconta per come l'ha vissuta, probabilmente nemmeno sa dei gruppi fb etc.
Personalmente non provo nessuna forma di antagonismo nei confronti del digitale, oltretutto questo antagonismo si baserebbe sul nulla perché visto lo strapotere del digitale la mia sarebbe non solo una battaglia di retroguardia... ma sarebbe anche combattuta con archi e frecce contrapposti agli ICBM... quindi stupida prima ancora che inutile.
Per i circoli invece siamo perfettamente d'accordo sul fatto che essi, oggi, sono sostituiti dai gruppi sui social, e siamo anche d'accordo che le dinamiche dei gruppi sono sempre le stesse, ma è anche vero che in un circolo fotografico tradizionale ci si guarda in faccia... quindi la gara a chi ce l'ha più grosso finisce subito perchê: in primis c'è l'evidenza dei fatti; e in secundis non c'è la tastiera al cui riparo atteggiarsi a LEONE indomabile quando si è solo una povera pecorella smarrita!
Spettacolare!
Bellissimo video intervista molto professionale, complimenti. Sì, aspetto il confronto velvia, grazie, magari potresti coinvolgere Gianluca Bocci o il suo amico Nikonisti
Bellissimo
Faccio spesso paragoni simili, uso lo stesso obiettivo su nikon a pellicola è digitale (la nikon lo consente).
Grazie, video davvero illuminante
...ho iniziato negli anni ottanta con la Kodak Ektachrome 64 asa e la Kodachrome 25 da mandare a Milano o Roma per essere sviluppate ed intelaiate... per poi proseguire per decenni con la Fuji Velvia 50 ... poesia pura ...la prima reflex fu la Canon AE1 Program... la mia ultima reflex analogica é stata la Canon EOS 3 del 1998 venduta nel 2008 per la 5D Mark II ...che altro dire ... comunque é vero a prescindere dal mezzo bisogna saper vedere...
Riguardo ai limiti della fotografia (6:00 circa), io per esempio ho iniziato a scattare con una compatta con un piccolo sensore, tuttavia una ottima lente, la Lumix LX5 acquistata a 100 euro. Il limite più grande, gli iso (massimo massimo 800iso, poi rumere e grana si sprecavano), ma aveva un sensore di tipo CCD che restituiva ottimi colori. Quando si riusciva a tirare fuori una bella foto, i 10 megapixel e tutti i limiti tecnici passavano in secondo posto, e si apprezzava di più il risultato. La piango ancora, perché rendeva divertente cercare la foto bella, sapendo come colmare i limiti dell'hardware, ovviamente molte volte non riuscendoci.
Comunque la potenza di emozioni che da l’analogico difficilmente si ottiene con il digitale. Parere mio ovviamente.
Sembrano passati secoli da quando si facevano le foto solo nelle occasioni importanti, si portava il rullino a sviluppare poi si aspettava e infine si apriva la busta con le immagini. Almeno le fotografie ti restavano, ora il 90% finiscono nel dimenticatoio della memoria digitale. Vorrei avere più foto di quando ero giovane ma una volta era costoso usare la macchina fotografica!
Magia
In realtà è possibile fare un confronto QUASI ad armi pari tramite un procedimento chiamato fotorestituzione su pellicola. In pratica si mette il rullino (negativo o diapositiva) in uno scanner e si imprimono le immagini digitali fotogramma per fotogramma. Fatto ciò si sviluppa il rullino e si ottiene una copia su diapositiva. Il polaroid propalette 8000 è uno dei tanti ma se ti interessa approfondire la questione questo forse potrebbe essere uno spunto interessante.
Ad ogni modo questo video mi ha fatto sentire meno solo. Mi sono avvicinato alla fotografia abbastanza tardi e la pellicola mi ha aiutato molto perché le macchine sono molto più robuste ed economiche e per qualche strano motivo le persone si sentono molto meno in soggezione quando vedono una vecchia macchina magari di dimensioni più minute nonostante facciano un casino infernale quando vai a scattare.
il gioco con la fuji sarebbe sicuramente divertente da vedere, spero avvenga presto