Negli anni '80 la gente sentiva di avere tanti soldi a disposizione ed è per questo che vorrebbe tornarci, da quanto sento in giro. Purtroppo come ben dite non si rendono conto di essere stati fregati grandemente
@@konko7420 esatto avevo omesso di scriverlo e comunque è veramente una cosa noiosa doversi scontrare con queste persone che vengono a dirti "io negli anni 80 stavo benissimo, mi sono costruito pure la casa, voi invece non ci riuscirete mai... Dimmi se non si stava meglio allora rispetto ad oggi" Purtroppo la gente vede gli effetti momentanei e non quelli a lungo termine
@@18feedo Sul Topolino in effetti lessi che Paperino, tramite la Banda Bassotti, voleva svalutare il deposito di monete di Paperon de Paperoni. Solo che Paperon de Paperoni trasferì i forzieri nel villaggio dei Puffi, e l'unico a rimanere sul lastrico fu il povero Papaerino insieme ai 4 gonzi che lo seguivano
@@18feedo sul Topolino sono apparse molte storie, a cominciare da quelle di Carl Barks, che spiegano molto bene alcuni concetti economici, caro il mio complottista paranoico
Comunque dal minuto 30:00 il discorso non mi torna. Credo sia molto più complesso di quanto sia stato invece detto. Il valore della moneta, o meglio del suo scambio con altre monete, dipende soprattutto dalla tecnologia che quel tipo di popolazione possiede, dal tipo di macchinari che quella popolazione possiede, e dal tipo di desideri soprattutto, sottolineerei, che quella popolazione possiede.il valore, viene sempre dettato dai mercati dei capitali e dai rapporti di forza, perchè appunto si prosegue, masochisticamente all’interno della partita.
Con questo non voglio assolutamente dare un giudizio sulla verità delle tesi che vengono esposte, men che mai sulla preparazione delle persone che le espongono. Tuttavia, osservando un numero considerevole di dibattiti sul tema della moneta e del suo valore di scambio, mi rendo sempre più conto che quando si arriva ai principi primi che regolano questo tipo di condizioni/convenzioni, e che sono pertanto gerarchicamente più in alto dei loro aspetti tecnici, mi risulta sempre una carenza di argomentazioni sufficienti ad identificare e centrare il problema sotto ogni suo punto di vista; e parlo non solo “disciplinamente” legato all’economia, essendo l’economia a sua volta una disciplina che muove le sue mosse da dettami anche psicologici, strategici e fisici
Se si emette debito in valuta straniera si deve considerare il tasso di cambio delle due monete e il tasso di interesse nominale, se il tasso di cambio cresce positivamente più della crescita dei tassi di interesse allora si creerà un contesto inflazionistico, perché il tasso di cambio compensa e supera la variazione del tasso di interesse, al contrario di Sarà una contrazione deflazionistica. Ovviamente poi nello specifico il tasso di cambio di due valute dipende da moltissimi fattori, import export pil disoccupazione ecc
Avrei una domanda da ignorante. Ipotizziamo che viviamo in un mondo di fantasia e che la moneta sia la lira. L'inflazione è al 20%, il rendimento dei BOT al 17% e non possa fare investimenti in valuta o beni esteri. In questo caso è pensabile che i cittadini, tutti insieme, per salvare i propri risparmi, pensassero di investire in qualcosa di diverso. Faccio un esempio di fantasia: la casa di proprietà? I miei ricordi da ragazzo negli anni 80 mi dicono questo: i risparmi si investono nella casa. Poi non so se fosse vero, a quell'età preferivo giocare a pallone.
è sicuramente meglio che investirli in titoli a rendimento negativo, ma allo stesso tempo occorre tenere in considerazione che il valore di un bene immobile è in media meno volatile ma non per forza garantito nel tempo. Magari negli anni 80 sarebbe convenuto investire i propri soldi in una casa di proprietà in una zona con prospettiva di sviluppo - e conseguentemente di rendimento - più alta, ma non c'è sicurezza che in futuro la zona non possa perdere di valore per motivazioni di ogni genere, e la domanda media per quel bene in quel luogo si abbassi drasticamente portando l'investimento in perdita.
Sempre che si sappia che il valore di acquisto dell’immobile salirà ogni 2/3 mesi in misura di molto superiore all’inflazione; e che il mutuo per acquistarlo comporterà interessi molto elevati, che faranno salire ulteriormente il prezzo di acquisto.
Tutto torna matematicamente parlando, però sia chiaro, mantenendo queste regole del gioco e questi postulati. Vorrei però concentrarmi su un aspetto, che è esso stesso il fondamento del funzionamento intrinseco del gioco (che poi gioco non è perchè ha degli effetti totalizzanti sull’uomo e sul mondo), ovvero la “credibilitá”. Stiamo basando la nostra esistenza su una caratteristica per lo più emozionale dell’uomo (millenaria) che, attraverso modelli matematici (decisamente molto più recenti e arrogantemente imperfetti), cercano di modellarla, rendedola quantitativamente più vicina ad un valore numerico che identifichiamo con un rating od una percentuale nella disciplina economico-finanziaria. Senza entrare ora nel merito della funzione della scienza e della tecnica nella vita dell’uomo, per la quale vi esorto comunque a leggere approfonditamente a riguardo; osservando quanto detto, e accorgendosi di come, non educando l’uomo e le sue pulsioni prime fin dalla nascita a percorrere la strada del buon senso, del rispetto, della lealtá; si giunge allora inevitabilmente ad un meccanismo competitivo, dove prevale la menzogna per la sopravvivenza, ovvero il suo contrario. Come si fa notare opportunamente in questo dibattito, riacquisire la credibilitá una volta persa, anche se si è in buona fede è molto costoso. Questo termine costoso però, viene declinato sulla vita delle persone presenti e future. Sorgono dunque le quesitioni: Quanto è leale trovarsi a nascere in un Paese che, per via di una convenzione, e nonostante gli sforzi che si vogliano intraprendere, non può sollevarsi nè sollevare delle nuove innocenti vite ad una condizione di umana decenza? Oltremodo, come è possibile che, lo stesso gioco, basato appunto sulla credibilità, sia poi esso stesso, veicolatore, nonchè fagocitatore di tutte quelle risorse (monetarie e non) che potenzialmente dovrebbero essere dedicate appunto all’educazione alla credibilitá stessa? Quanto è paradossale ad esempio, dover stanziare delle risorse monetarie, acquisite tramite una credibilità non propria (per fare un esempio: la madre che deve educare il figlio, sulla cui testa grava un debito dato da un ente, che convenzionalmente viene indicato come Stato, il quale, per un ipotetico errore nella partita, si trova perciò a diffondere e perpetuare negli anni; che a volte superano addirittura la vita media dell’uomo, tale errore nei confronti di tutta quella che è poi la sua popolazione) avere una istruzione che educhi alla credibilità e ad altri fondamenti cardine, quando questa istruzione e quando gli stessi mezzi monetari, perseguono a loro volta un fine diverso, ovvero quello della massimizzazione del profitto o minimizzazione delle perdite? Infine, come è possibile sopravvivere in un sistema chiuso come lo è il nostro pianeta, quando partecipando alla partita, nel caso in cui si affondi in una posizione di svantaggio, per riprendersi bisognarà per giunta perseguire la produttività, ma tale produttivitá potrà esistere solo ed esclusivamente estraendo risorse che invece sono comuni e necessarie a tutti i partecipanti alla partita stessa, e per tali risorse verranno allora innescate delle limitazioni date da dazi o guerre? In ultima istanza, come è possibile dedicare le risorse necessarie per rispondere a queste domande, se esse stesse non sono parte integrante del processo atto nè a massimizzare il profitto nè a minimizzare le perdite nè tanto meno a garantire la sopravvivenza degli individui all’interno del gioco?
Osservando la questione da questo punto di vista, mi viene da dire che sarebbe allora opportuno, per quanto paradossale, che tutti i partecipanti avessero qualche nozione di base di “imprenditoria”, e conoscessero a fondo le differenze fra strategia e tattica. Solo coloro i quali avranno una struttura psicologica adeguata, accompagnata da delle competenze necessarie potranno giocare al gioco (per quanto possa poi effettivamente convenirgli); tutti i restanti dovranno invece adottare un meccanismo differente rispetto a quello al quale invece, sfortunatamente, tutti quanti si sono adeguati; ovvero quello di domanda-offerta. Ció non toglie però diverse problematiche. Se in un sistema chiuso alcuni vorranno giocare a quella famigerata partita, qualcuno di questi inevitabilmente, si troverà prima o poi in posizione di svantaggio, ed inizierá il circolo vizioso, menzognero e di sfruttamento delle risosrse descritto prima (almeno all’attuale stato delle cose), condizione questa, che andrà ad incidere anche sugli altri abitanti interni al sistema chiuso, ma esterni ai partecipanti. Questo perchè il gioco è intrinsecamente orientato verso tale direzione. Io non conosco, ad oggi una strategia adeguata per uscirne (ho una mia opinione su una ipotetica), e mi rendo conto che vista l’informazione incompleta generale su questo argomento, vista l’avidità e visti gli interessi, viste le potenze militari e conseguentemente osservata la paura nei confronti di questi ultimi, nonchè nella miseria e nella fame; forse una rivoluzione improvvisa non è cosa buona. D’altro canto però, una tattica iniziale la immagino, ed una pandemia globale in qualche modo avrebbe potuto giocare a favore, poichè ci ha regalato la condizione dell’ arresto della partita. Ipotizzio un trattato mondiale, come quelli esistiti tra le varie guerre e che ponga più vincoli, iniziando ad esempio dal mercato immobiliare che non dovrá più rientrare nel meccanismo domanda-offerta; un altro potrebbe essere l’arrestarsi di un progresso veloce, incontrollato ed ingiustificato, fin quando non saranno risolti alcuni problemi fondamentali nel mondo, come l’esistenza di Paesi senza beni primari. Questa ultima tattica potrà ad esempio essere perseguita, arrestando progetti di conquista dello spazio come la Nasa, frontiere esagerate della scienza, soprattutto in campo medico, qundo ancora non si conoscono le cure a malattie antiche; semplicemente perchè non inerenti alle necessità dell’uomo e frutto solo di processi psicologici incontrollati che accentrano le risorse inadeguatamente. Anche questi esercizi non dovranno più essere legati ai mercati dei capitali, le loro necessitá di ulteriori tecnologie (qualora necessarie), dovranno essere perseguite con altri meccanismo, tra i quali anche quello del semplice baratto. Infatti, gli uomini dedicati a questo tipo di risorse non dovranno avere desideri di grandezza ingiustificata, e allo stesso tempo dovranno essere aiutati successivamente nei loro bisogni privati e anche in qualche loro svizio. Si badi bene che non è da ritenersi incredula una professione con questi valori. Ricordo infatti che un esempio quotidiano calzante lo si può trovare tra le istituzioni religiose, le organizzazioni senza scopo di lucro, le comunità o altre associazioni; ovvero entitá guidate da persone devote che ogni mese, ogni anno alimentano il funzionamento dell’entitá armonicamente. Non è dunque esclusa la possibilitá che anche attività produttive potenzialmente molto remunerative e quindi, a loro volta, potenzialmente molto soggette ai deliri dell’ uomo, non siano proprio esse candidate ad essere socialmente distribuite in un meccanismo fisso e non variabile come quello dei mercati e quindi del profitto. Infine avenzerei l’ipotesi di ridurre la grandezza degli stati. L’uomo è molto differente l’uno dall’altro e le sue differenze vanno conservere. Come qualsiasi essere vivente, manifesta dei limiti nel suo diffondersi nel territorio, ragion per cui non credo sia sano mantenere dei governi di territori molto grandi.
Anche al minuto 34, per quanto poi effettivamente possa verificarsi la questione di limitazione e di tassazione, facciamo sempre riferimento ad un tipo di popolazione, con uno Stato in grado solo di pensare a fini egoistici; e mi trovo in disaccordo. Ritorniamo al discorso che intrinsecamente questo meccanismo ha delle falle psicologiche, che esso stesso non permette di modificare, perché proprio da queste si autoalimenta, ovvero nel proprio egoismo. Non capisco perché non potrebbero esistere delle persone al governo diveramente intente ad attuare meccanismi diversi da quelli appunti spiegati.
Ad esempio, la forma di coercizione, qui dichiarata, potrebbe essere osservata da un altro punto di vista. Mi spiego meglio, se per qualche motivo esterno lo Stato si è trovato in una posizione di svantaggio, rispetto alle regole del gioco, un senso di comunità, atto a migliorare successivamente la condizione di tutti i partecipanti al gioco, che in questo caso indicano i cittadini nella figura dello Stato in svantaggio. In tal maniera potrebbero appunto convenire nel non investire i capitali all’estero, quindi non perseguire un profitto egoista, allo scopo di attendere una nuova sollevazione del profilo di rischio della nazione (sempre rimanendo all’interno della partita ma giocando d’astuzia, o meglio, collaborando). In totale accordo con quella che può essere identificata come un avere propria definizione di nazione-comunità. Questa metodologia scientifica, di utilizzare sempre le caratteristiche definite all’inizio della partita è un coltello a due lame. Perché da un punto di vista matematico, ti permette di avere una chiara definizione dei ruoli e quindi di costruire i modelli che poi appunto sono utilizzati per modellare la realtà; ricordiamoci però che la modellazione interviene sempre da un processo logico mentale dell’uomo, che è limitato, e non è detto (e questo lo si può notare dall’evoluzione della scienza che confuta le sue stesse tesi), Che sia valido nella misura in cui tiene in considerazione tutte le variabili del gioco, o proprio di quei giochi paralleli (reamemte esistenti) che non sono presi in considerazione. Da un altro punto di vista quindi pecca di superbia, e se questa superbia viene utilizzata per creare degli organismi certificatori, oppure un credo comune orientato a screditare altri punti di vista, diventa un’arma di autodistruzione
Detto ciò investire in Won coreani è complicato provare per credere ad aprire un deposito in Won come del resto anche provare a comprare direttamente azioni coreane.... bisogna passare dagli adr
Una disoccupazione nei Paesi periferici è strutturalmente connessa all'organizzazione dell'Ue/Uem: i Paesi periferici,penalizzati da un tasso di cambio reale sfavorevole (= moneta unica) che origina squilibri commerciali strutturali(=indebitamento estero) , tentano di riallineare la bilancia commerciale (= recupero di competitività) attraverso una riduzione del costo del lavoro ( = abbassamento dei salari e dei stipendi) possibile solo in presenza di alti tassi di disoccupazione (= basso potere contrattuale dei lavoratori). I Paesi periferici sono strutturalmente costretti ad attuare politiche di deflazione salariale al fine di tentare di riequilibrare la loro bilancia commerciale (= riduzione dell'indebitamento estero) attraverso un aumento (sperato) delle esportazioni e una diminuzione certa delle importazioni (= minori acquisti di prodotti non nazionali a causa della riduzione del potere d'acquisto dei cittadini). L'euro è un progetto criminale in quanto si sapeva dall'inizio che la moneta unica( = deflazione salariale ) avrebbe generato povertà, miseria e degrado sociale,tuttavia si è comunque deciso di intraprendere questa strada in quanto il benessere della popolazione non costituiva una priorità.
Stato emette titoli invece di moneta per rimettere in circolo risparmio privato. BC compratore di titoli non piazzati e il passivo dello Stato è attivo della BC e quindi sostanzialmente non c’è nessun problema (per un Paese come l’Italia)
È sicuro di vivere in Italia, sul pianeta Terra? Quando lo Stato italiano faceva (in parte) quello che lei suggerisce, ogni anno pagavamo una tassa addizionale sul reddito. Si chiamava inflazione, al tasso del 20%. Per piacere, non lo faccia sapere a Sgorbi né a Sbagliai.
@@Explorer2277 questo è vero in parte, tuttavia bisognerebbe essere precisi e raccontarla tutta, cioè che il 20% da te citato (in realtà poco meno) è avvenuto nel 74 periodo tra l'altro di crisi petrolifera,e poi nel 1980.Io non nego che questa ipotesi possa verificarsi anche in futuro (se si abbandona l'unione monetaria) però non bisogna nemmeno generalizzare troppo.
guntig : se l’Italia degli anni ‘70/80 non le sembrasse pertinente, perché non investe in lire turche o, meglio ancora, in sovranissimi pesos argentini (in quest’ultimo caso, evitando le emissioni in $, un po’ meno care). Se lo farà, lo faccia sapere. Potrebbe ricevere in premio un bel gruzzolo di mini-sgorbi...
@@Explorer2277 ha citato due economie non avanzate,la prego di non farmi ridere. Un consiglio: ascolti tutte le campane e non solo quella che più le è congeniale, vedrà che le si aprirà un mondo che nemmeno poteva immaginare. Reputo chiusa la discussione, detesto perdere tempo con i commedianti come lei, saluti e buona disintossicazione.
Bellissimo risveglio. Chiarissima spiegazione anche per gli ignoranti come me. Top quality
Seguo questo canale da quando era ancora sul canale di Boldrin. Mi avete cambiato la vita. Grazie Prof, due pesi massimi.
Siete stati fortissimi. Chiari, semplici e dritti al punto, anche per un somarello in questo campo come me.
Imperdibile l'appuntamento Lippi&Friends!non ho studiato economia, ma tutto chiaro...cristallino!
grazie
Grazie della possibilità di "rinfrescare" quanto studiato da giovane.
Per fortuna esiste questo canale.
Voglio essere noioso: GRAZIE
Adoro i video dal taglio divulgativo. Complimenti, davvero chiaro.
Grande qualità, grazie
Grazie, molto interessante
Negli anni '80 la gente sentiva di avere tanti soldi a disposizione ed è per questo che vorrebbe tornarci, da quanto sento in giro. Purtroppo come ben dite non si rendono conto di essere stati fregati grandemente
il problema è che siamo stati fregati NOI per i soldi che LORO avevano negli anni '80... :(
@@konko7420 stavo per farlo io questo commento ma mi hai anticipato....
@@konko7420 esatto avevo omesso di scriverlo e comunque è veramente una cosa noiosa doversi scontrare con queste persone che vengono a dirti "io negli anni 80 stavo benissimo, mi sono costruito pure la casa, voi invece non ci riuscirete mai... Dimmi se non si stava meglio allora rispetto ad oggi"
Purtroppo la gente vede gli effetti momentanei e non quelli a lungo termine
Ottimo! Finalmente un po' di chiarezza. Grazie.
Mio commento tattico, poi ascolto con calma
Complimenti puntata interessantissima e temi spiegati in maniera semplice e chiara. Grazie.
Molto chiaro, grazie!
Grandissimi
Questo andrebbe messo in loop in cuffia a Borghi&Bagnai costretti da una camicia di forza
Lezione magnifica. Il prof. Lippi al top!
Qualità
Il prof Lippi sarebbe perfetto per superquark
Grazie Signori.
Trattazione chiara ed efficace. Grazie
Prof. Panizza: Argentina ha perseguito politiche economiche...hmm..sub-ottime
Un signore
Ecco un pò di risposte per le argomentazioni dei deliranti della moneta sovrana
Deliranti della moneta sovrana?? Torna a leggere il Topolino va, che è meglio.
@@18feedo Sul Topolino in effetti lessi che Paperino, tramite la Banda Bassotti, voleva svalutare il deposito di monete di Paperon de Paperoni.
Solo che Paperon de Paperoni trasferì i forzieri nel villaggio dei Puffi, e l'unico a rimanere sul lastrico fu il povero Papaerino insieme ai 4 gonzi che lo seguivano
@@18feedo sul Topolino sono apparse molte storie, a cominciare da quelle di Carl Barks, che spiegano molto bene alcuni concetti economici, caro il mio complottista paranoico
Primo!
Qualche riferimento bibliografico, giusto per curiosità, sarebbe apprezzato:)
Solita interazione obbligata
Comunque dal minuto 30:00 il discorso non mi torna. Credo sia molto più complesso di quanto sia stato invece detto. Il valore della moneta, o meglio del suo scambio con altre monete, dipende soprattutto dalla tecnologia che quel tipo di popolazione possiede, dal tipo di macchinari che quella popolazione possiede, e dal tipo di desideri soprattutto, sottolineerei, che quella popolazione possiede.il valore, viene sempre dettato dai mercati dei capitali e dai rapporti di forza, perchè appunto si prosegue, masochisticamente all’interno della partita.
Con questo non voglio assolutamente dare un giudizio sulla verità delle tesi che vengono esposte, men che mai sulla preparazione delle persone che le espongono. Tuttavia, osservando un numero considerevole di dibattiti sul tema della moneta e del suo valore di scambio, mi rendo sempre più conto che quando si arriva ai principi primi che regolano questo tipo di condizioni/convenzioni, e che sono pertanto gerarchicamente più in alto dei loro aspetti tecnici, mi risulta sempre una carenza di argomentazioni sufficienti ad identificare e centrare il problema sotto ogni suo punto di vista; e parlo non solo “disciplinamente” legato all’economia, essendo l’economia a sua volta una disciplina che muove le sue mosse da dettami anche psicologici, strategici e fisici
Se si emette debito in valuta straniera si deve considerare il tasso di cambio delle due monete e il tasso di interesse nominale, se il tasso di cambio cresce positivamente più della crescita dei tassi di interesse allora si creerà un contesto inflazionistico, perché il tasso di cambio compensa e supera la variazione del tasso di interesse, al contrario di Sarà una contrazione deflazionistica. Ovviamente poi nello specifico il tasso di cambio di due valute dipende da moltissimi fattori, import export pil disoccupazione ecc
Avrei una domanda da ignorante. Ipotizziamo che viviamo in un mondo di fantasia e che la moneta sia la lira. L'inflazione è al 20%, il rendimento dei BOT al 17% e non possa fare investimenti in valuta o beni esteri. In questo caso è pensabile che i cittadini, tutti insieme, per salvare i propri risparmi, pensassero di investire in qualcosa di diverso. Faccio un esempio di fantasia: la casa di proprietà?
I miei ricordi da ragazzo negli anni 80 mi dicono questo: i risparmi si investono nella casa. Poi non so se fosse vero, a quell'età preferivo giocare a pallone.
è sicuramente meglio che investirli in titoli a rendimento negativo, ma allo stesso tempo occorre tenere in considerazione che il valore di un bene immobile è in media meno volatile ma non per forza garantito nel tempo. Magari negli anni 80 sarebbe convenuto investire i propri soldi in una casa di proprietà in una zona con prospettiva di sviluppo - e conseguentemente di rendimento - più alta, ma non c'è sicurezza che in futuro la zona non possa perdere di valore per motivazioni di ogni genere, e la domanda media per quel bene in quel luogo si abbassi drasticamente portando l'investimento in perdita.
Sempre che si sappia che il valore di acquisto dell’immobile salirà ogni 2/3 mesi in misura di molto superiore all’inflazione; e che il mutuo per acquistarlo comporterà interessi molto elevati, che faranno salire ulteriormente il prezzo di acquisto.
Tutto torna matematicamente parlando, però sia chiaro, mantenendo queste regole del gioco e questi postulati. Vorrei però concentrarmi su un aspetto, che è esso stesso il fondamento del funzionamento intrinseco del gioco (che poi gioco non è perchè ha degli effetti totalizzanti sull’uomo e sul mondo), ovvero la “credibilitá”. Stiamo basando la nostra esistenza su una caratteristica per lo più emozionale dell’uomo (millenaria) che, attraverso modelli matematici (decisamente molto più recenti e arrogantemente imperfetti), cercano di modellarla, rendedola quantitativamente più vicina ad un valore numerico che identifichiamo con un rating od una percentuale nella disciplina economico-finanziaria. Senza entrare ora nel merito della funzione della scienza e della tecnica nella vita dell’uomo, per la quale vi esorto comunque a leggere approfonditamente a riguardo; osservando quanto detto, e accorgendosi di come, non educando l’uomo e le sue pulsioni prime fin dalla nascita a percorrere la strada del buon senso, del rispetto, della lealtá; si giunge allora inevitabilmente ad un meccanismo competitivo, dove prevale la menzogna per la sopravvivenza, ovvero il suo contrario. Come si fa notare opportunamente in questo dibattito, riacquisire la credibilitá una volta persa, anche se si è in buona fede è molto costoso. Questo termine costoso però, viene declinato sulla vita delle persone presenti e future. Sorgono dunque le quesitioni:
Quanto è leale trovarsi a nascere in un Paese che, per via di una convenzione, e nonostante gli sforzi che si vogliano intraprendere, non può sollevarsi nè sollevare delle nuove innocenti vite ad una condizione di umana decenza?
Oltremodo, come è possibile che, lo stesso gioco, basato appunto sulla credibilità, sia poi esso stesso, veicolatore, nonchè fagocitatore di tutte quelle risorse (monetarie e non) che potenzialmente dovrebbero essere dedicate appunto all’educazione alla credibilitá stessa? Quanto è paradossale ad esempio, dover stanziare delle risorse monetarie, acquisite tramite una credibilità non propria (per fare un esempio: la madre che deve educare il figlio, sulla cui testa grava un debito dato da un ente, che convenzionalmente viene indicato come Stato, il quale, per un ipotetico errore nella partita, si trova perciò a diffondere e perpetuare negli anni; che a volte superano addirittura la vita media dell’uomo, tale errore nei confronti di tutta quella che è poi la sua popolazione) avere una istruzione che educhi alla credibilità e ad altri fondamenti cardine, quando questa istruzione e quando gli stessi mezzi monetari, perseguono a loro volta un fine diverso, ovvero quello della massimizzazione del profitto o minimizzazione delle perdite?
Infine, come è possibile sopravvivere in un sistema chiuso come lo è il nostro pianeta, quando partecipando alla partita, nel caso in cui si affondi in una posizione di svantaggio, per riprendersi bisognarà per giunta perseguire la produttività, ma tale produttivitá potrà esistere solo ed esclusivamente estraendo risorse che invece sono comuni e necessarie a tutti i partecipanti alla partita stessa, e per tali risorse verranno allora innescate delle limitazioni date da dazi o guerre?
In ultima istanza, come è possibile dedicare le risorse necessarie per rispondere a queste domande, se esse stesse non sono parte integrante del processo atto nè a massimizzare il profitto nè a minimizzare le perdite nè tanto meno a garantire la sopravvivenza degli individui all’interno del gioco?
Osservando la questione da questo punto di vista, mi viene da dire che sarebbe allora opportuno, per quanto paradossale, che tutti i partecipanti avessero qualche nozione di base di “imprenditoria”, e conoscessero a fondo le differenze fra strategia e tattica.
Solo coloro i quali avranno una struttura psicologica adeguata, accompagnata da delle competenze necessarie potranno giocare al gioco (per quanto possa poi effettivamente convenirgli); tutti i restanti dovranno invece adottare un meccanismo differente rispetto a quello al quale invece, sfortunatamente, tutti quanti si sono adeguati; ovvero quello di domanda-offerta. Ció non toglie però diverse problematiche. Se in un sistema chiuso alcuni vorranno giocare a quella famigerata partita, qualcuno di questi inevitabilmente, si troverà prima o poi in posizione di svantaggio, ed inizierá il circolo vizioso, menzognero e di sfruttamento delle risosrse descritto prima (almeno all’attuale stato delle cose), condizione questa, che andrà ad incidere anche sugli altri abitanti interni al sistema chiuso, ma esterni ai partecipanti. Questo perchè il gioco è intrinsecamente orientato verso tale direzione. Io non conosco, ad oggi una strategia adeguata per uscirne (ho una mia opinione su una ipotetica), e mi rendo conto che vista l’informazione incompleta generale su questo argomento, vista l’avidità e visti gli interessi, viste le potenze militari e conseguentemente osservata la paura nei confronti di questi ultimi, nonchè nella miseria e nella fame; forse una rivoluzione improvvisa non è cosa buona. D’altro canto però, una tattica iniziale la immagino, ed una pandemia globale in qualche modo avrebbe potuto giocare a favore, poichè ci ha regalato la condizione dell’ arresto della partita. Ipotizzio un trattato mondiale, come quelli esistiti tra le varie guerre e che ponga più vincoli, iniziando ad esempio dal mercato immobiliare che non dovrá più rientrare nel meccanismo domanda-offerta; un altro potrebbe essere l’arrestarsi di un progresso veloce, incontrollato ed ingiustificato, fin quando non saranno risolti alcuni problemi fondamentali nel mondo, come l’esistenza di Paesi senza beni primari. Questa ultima tattica potrà ad esempio essere perseguita, arrestando progetti di conquista dello spazio come la Nasa, frontiere esagerate della scienza, soprattutto in campo medico, qundo ancora non si conoscono le cure a malattie antiche; semplicemente perchè non inerenti alle necessità dell’uomo e frutto solo di processi psicologici incontrollati che accentrano le risorse inadeguatamente. Anche questi esercizi non dovranno più essere legati ai mercati dei capitali, le loro necessitá di ulteriori tecnologie (qualora necessarie), dovranno essere perseguite con altri meccanismo, tra i quali anche quello del semplice baratto. Infatti, gli uomini dedicati a questo tipo di risorse non dovranno avere desideri di grandezza ingiustificata, e allo stesso tempo dovranno essere aiutati successivamente nei loro bisogni privati e anche in qualche loro svizio. Si badi bene che non è da ritenersi incredula una professione con questi valori. Ricordo infatti che un esempio quotidiano calzante lo si può trovare tra le istituzioni religiose, le organizzazioni senza scopo di lucro, le comunità o altre associazioni; ovvero entitá guidate da persone devote che ogni mese, ogni anno alimentano il funzionamento dell’entitá armonicamente. Non è dunque esclusa la possibilitá che anche attività produttive potenzialmente molto remunerative e quindi, a loro volta, potenzialmente molto soggette ai deliri dell’ uomo, non siano proprio esse candidate ad essere socialmente distribuite in un meccanismo fisso e non variabile come quello dei mercati e quindi del profitto. Infine avenzerei l’ipotesi di ridurre la grandezza degli stati. L’uomo è molto differente l’uno dall’altro e le sue differenze vanno conservere. Come qualsiasi essere vivente, manifesta dei limiti nel suo diffondersi nel territorio, ragion per cui non credo sia sano mantenere dei governi di territori molto grandi.
Anche al minuto 34, per quanto poi effettivamente possa verificarsi la questione di limitazione e di tassazione, facciamo sempre riferimento ad un tipo di popolazione, con uno Stato in grado solo di pensare a fini egoistici; e mi trovo in disaccordo. Ritorniamo al discorso che intrinsecamente questo meccanismo ha delle falle psicologiche, che esso stesso non permette di modificare, perché proprio da queste si autoalimenta, ovvero nel proprio egoismo. Non capisco perché non potrebbero esistere delle persone al governo diveramente intente ad attuare meccanismi diversi da quelli appunti spiegati.
Ad esempio, la forma di coercizione, qui dichiarata, potrebbe essere osservata da un altro punto di vista. Mi spiego meglio, se per qualche motivo esterno lo Stato si è trovato in una posizione di svantaggio, rispetto alle regole del gioco, un senso di comunità, atto a migliorare successivamente la condizione di tutti i partecipanti al gioco, che in questo
caso indicano i cittadini nella figura dello Stato in svantaggio. In tal maniera potrebbero appunto convenire nel non investire i capitali all’estero, quindi non perseguire un profitto egoista, allo scopo di attendere una nuova sollevazione del profilo di rischio della nazione (sempre rimanendo all’interno della partita ma giocando d’astuzia, o meglio, collaborando). In totale accordo con quella che può essere identificata come un avere propria definizione di nazione-comunità.
Questa metodologia scientifica, di utilizzare sempre le caratteristiche definite all’inizio della partita è un coltello a due lame. Perché da un punto di vista matematico, ti permette di avere una chiara definizione dei ruoli e quindi di costruire i modelli che poi appunto sono utilizzati per modellare la realtà; ricordiamoci però che la modellazione interviene sempre da un processo logico mentale dell’uomo, che è limitato, e non è detto (e questo lo si può notare dall’evoluzione della scienza che confuta le sue stesse tesi), Che sia valido nella misura in cui tiene in considerazione tutte le variabili del gioco, o proprio di quei giochi paralleli (reamemte esistenti) che non sono presi in considerazione. Da un altro punto di vista quindi pecca di superbia, e se questa superbia viene utilizzata per creare degli organismi certificatori, oppure un credo comune orientato a screditare altri punti di vista, diventa un’arma di autodistruzione
Detto ciò investire in Won coreani è complicato provare per credere ad aprire un deposito in Won come del resto anche provare a comprare direttamente azioni coreane.... bisogna passare dagli adr
Cristallini.
Meno male che Lippi c'è
Una disoccupazione nei Paesi periferici è strutturalmente connessa all'organizzazione dell'Ue/Uem: i Paesi periferici,penalizzati da un tasso di cambio reale sfavorevole (= moneta unica) che origina squilibri commerciali strutturali(=indebitamento estero) , tentano di riallineare la bilancia commerciale (= recupero di competitività) attraverso una riduzione del costo del lavoro ( = abbassamento dei salari e dei stipendi) possibile solo in presenza di alti tassi di disoccupazione (= basso potere contrattuale dei lavoratori).
I Paesi periferici sono strutturalmente costretti ad attuare politiche di deflazione salariale al fine di tentare di riequilibrare la loro bilancia commerciale (= riduzione dell'indebitamento estero) attraverso un aumento (sperato) delle esportazioni e una diminuzione certa delle importazioni (= minori acquisti di prodotti non nazionali a causa della riduzione del potere d'acquisto dei cittadini).
L'euro è un progetto criminale in quanto si sapeva dall'inizio che la moneta unica( = deflazione salariale ) avrebbe generato povertà, miseria e degrado sociale,tuttavia si è comunque deciso di intraprendere questa strada in quanto il benessere della popolazione non costituiva una priorità.
Stato emette titoli invece di moneta per rimettere in circolo risparmio privato. BC compratore di titoli non piazzati e il passivo dello Stato è attivo della BC e quindi sostanzialmente non c’è nessun problema (per un Paese come l’Italia)
Perché, cosa ha un paese come l'Italia?
È sicuro di vivere in Italia, sul pianeta Terra? Quando lo Stato italiano faceva (in parte) quello che lei suggerisce, ogni anno pagavamo una tassa addizionale sul reddito. Si chiamava inflazione, al tasso del 20%. Per piacere, non lo faccia sapere a Sgorbi né a Sbagliai.
@@Explorer2277 questo è vero in parte, tuttavia bisognerebbe essere precisi e raccontarla tutta, cioè che il 20% da te citato (in realtà poco meno) è avvenuto nel 74 periodo tra l'altro di crisi petrolifera,e poi nel 1980.Io non nego che questa ipotesi possa verificarsi anche in futuro (se si abbandona l'unione monetaria) però non bisogna nemmeno generalizzare troppo.
guntig : se l’Italia degli anni ‘70/80 non le sembrasse pertinente, perché non investe in lire turche o, meglio ancora, in sovranissimi pesos argentini (in quest’ultimo caso, evitando le emissioni in $, un po’ meno care). Se lo farà, lo faccia sapere. Potrebbe ricevere in premio un bel gruzzolo di mini-sgorbi...
@@Explorer2277 ha citato due economie non avanzate,la prego di non farmi ridere. Un consiglio: ascolti tutte le campane e non solo quella che più le è congeniale, vedrà che le si aprirà un mondo che nemmeno poteva immaginare. Reputo chiusa la discussione, detesto perdere tempo con i commedianti come lei, saluti e buona disintossicazione.