Ottimo video con spiegazioni chiare e complete! Le foto e i video che accompagnano le spiegazioni sono un ottimo completamento delle varie spiegazioni! Ottimo!!! Bravo Massimo e Grazie a Luciano!!
Video molto interessante ascoltato con piacere! Avevo una domanda, eventualmente da rivolgere a Luciano Cicognani, ma l’inizio del periodo del bramito o l’inizio della caduta dei palchi risentono del cambiamento climatico? Mi spiego meglio...essendo sempre più prolungato il caldo a fine estate e meno fredde le giornate a febbraio/marzo è plausibile che questi due periodi si spostino più in là nel tempo? O semplicemente il loro inizio dipende da ritmi circadiani legati alla componente ormonale che varia con il variare della durata del giorno e della notte? (e quindi come anticipato in relazione a testosterone e somatotropina) Un’altra domanda anche legata ai palchi, il colore del palco sotto il velluto è quindi bianco? Il marrone deriva unicamente dal tipo di corteccia su cui sfregano i palchi stessi? Grazie in anticipo
Grazie per l'apprezzamento. Personalmente ritengo che tutte le creature siano influenzate dai cambiamenti climatici, cervi compresi. Ma non volendo dare risposte fuori posto, giro la tua domanda a Luciano 😉
Ciao Isaia! Alla prima domanda hai già dato la risposta da solo: sono i ritmi circadiani a determinare i cicli ormonali; direi quindi che più o meno caldo, possa determinare una maggiore o minore attività (così come il maltempo), ma ad oggi non risultano spostamenti significativi e distanti nei cicli biologici annuali, sia dei maschi, sia delle femmine. Il colore del palco sotto al velluto è quello di un osso, quindi biancastro o al più giallognolo; la caduta del velluto determina di per se una colorazione dei palchi (conseguente al sangue ed a brandelli di velluto che restano attaccati ai palchi e si seccano sopra. La colorazione definitiva viene invece determinata dai tipi di pianta su cui sfregano i palchi per pulirli ma anche e soprattutto per affilarne le punte. Grazie dei complimenti, anche a nome di Massimo; le tue ipotesi denotano comunque una preparazione non da principiante, quindi complimenti anche a te!
@@lucianocicognani8363 chiedo perdono per il ritardo nel leggere la risposta ma non mi era arrivata alcuna notifica e non sono entrato a controllare! Grazie innanzitutto per la risposta esaustiva e aver eliminato questo mio dubbio, anche riguardo la colorazione del palco. Grazie anche per i complimenti, studio in una magistrale di biologia (3+2) e per poter lavorare, si spera un giorno, in questo ambito...sempre avuto la passione per questo animale e per la montagna in generale! Un saluto!
Sulla popolazione stabile avrei qualche dubbio, probabilmente la caccia di selezione nella provincia di Forlì-Cesena esercitata dal 2011 ha determinato senza dubbio una diminuzione del cervo fuori dall'area protetta, situazione colta anche dai locali. All'interno del Parco probabilmente il calo è meno sensibile ma sicuramente non siamo più ai livelli di 10 anni fa. Anche l'attività di bramito è meno "concitata" probabilmente dovuto alla minor concorrenza. Video ben fatto, complimenti.
I dati riportati da Luciano Cicognani sono frutto di analisi sul campo, quindi ritengo siano piuttosto affidabili. Grazie per i complimenti, che ricambio: bello il tuo canale, mi sono appena iscritto 👌
Rimanendo in tema demografico i dati sono riscontrabili anche nel Piano Annuale Opertivo: nella provincia di Forlì-Cesena nell 2011 i danni riconducibili al cervo liquidati alle attività agricole erano di circa 36.000 €, anno in cui aprirono la caccia di selezione, nel 2016 i danni liquidati sono stati appena 7.500 €, pari a ben un 80% in meno. Il cervo è senza dubbio diminuito e noto che la tendenza è mantenere la caccia con una quota capi piuttosto incisiva a mio modesto modo di vedere le cose. Detto questo nulla da dire il video e l'intervista sono davvero ben fatte! p.s. Ok ti scrivo in privato.
Ciao Riccardo; discorso interessante il tuo, che meriterebbe approfondimenti. La valutazione della consistenza effettuata mediante analisi dei danni, non è molto affidabile, in quanto nelle aree di recente espansione, difficilmente i danni sono attribuiti correttamente (anche per una mancata o iniziale gestione). Allo stesso modo le aree occupate recentemente non vengono monitorate col censimento al bramito ... ma col sistema del conteggio a vista sul primo verde; entrambi i metodi presentano problematiche, ma il problema maggiore è che la quantificazione "ufficiale" viene data solo dal conteggio al bramito (questioni di confrontabilità nei vari comprensori dell'Acater orientale). Per aree di recente espansione e stabilizzazione, non intendo zone a frequentazione saltuaria, ma le aree nei comuni di Predappio, Meldola e Castrocaro .. dove da alcuni anni ci sono popolazioni stabili con cicli biologici completi. Anche semplicemente analizzando i dati dei maschi bramenti, nel 2011 ne sono stati contattati 235 ... nel 2020 ne risultano censiti 248, questo nonostante il mancato monitoraggio da parte del PNFC e nonostante il mancato conteggio delle aree di bassa collina che ho citato prima. Indubbiamente hai ragione sul fatto che, almeno a impressione, nel territorio del Parco sembrano in diminuzione, occorre però considerare che quando non c'erano aree riproduttive nei territori esterni, la caratteristica dell'areale "pulsante" si manifestava in modo molto evidente e la fase riproduttiva di gran parte dei cervi, si svolgeva dentro i confini del Parco. Grazie per aver creato l'occasione di questo bello scambio di opinioni
Video e sito molto interessanti. Mi sono iscritto subito. Una osservazione. Nel video si parla di cervi presenti nelle Foreste Casentinesi e in altre aree dell'Italia centrale e nel Bosco della Mesola . Ma quelli della Mesola sono cervi italici ( 300 esemplari) gli unici veri ed ultimi sopravvissuti della specie .TUTTI GLI ALTRI SONO CERVI EUROPEI introdotti in italia in maniera massiccia dopo la fine della seconda guerra mondiale e che sono in grande espansione e che quindi riducono l''abitat del cervo italico. Per questa ragione e per il rischio di infezioni negli esemplari del Bosco della Mesola ( ripeto sono solo 300 ) è stata varata l' OPERAZIONE CERVO ITALICO da parte dell'Ente gestione Parco della Mesola , dei Carabinieri Forestali, del WWF dell'Università di Siena e della Riserva Naturale Regionale delle Serre ( in Calabria) e per il triennio 2023/2025 verranno spostati ogni anno 20 esemplari dal Bosco della Mesola alla Riserva Naturale Regionale delle Serre ( in Calabria). I primi 20 esemplari sono stati già spostati per questo 2023. Poi gli altri , 20 alla volta nei prossimi 2 anni . Ne hanno parlato tutti i media nazionali. Per cui i cervi del documentario purtroppo sono europei e non italici. Un caro saluto.
Grazie per le dettagliate informazioni Nicola. In effetti nel casentino i cervi sono scomparsi, per ovvi motivi, durante il periodo della seconda guerra mondiale, poi reintrodotti dal centro europa (prevalentemente Germania, in base alle mie informazioni). Comunque sono bellissimi 😉
Grazie è stato molto interessante , informazioni preziose e precise …..
Luciano è davvero in gamba 😉
Ottimo video con spiegazioni chiare e complete! Le foto e i video che accompagnano le spiegazioni sono un ottimo completamento delle varie spiegazioni! Ottimo!!! Bravo Massimo e Grazie a Luciano!!
Grazie Santo, in effetti ho rotto le scatole a parecchia gente per avere foto e video. Luciano è un grande!
Bel video! Spiegato bene e facile da seguire! 👍
Grazie Andrea 🙂
Video molto interessante ascoltato con piacere!
Avevo una domanda, eventualmente da rivolgere a Luciano Cicognani, ma l’inizio del periodo del bramito o l’inizio della caduta dei palchi risentono del cambiamento climatico? Mi spiego meglio...essendo sempre più prolungato il caldo a fine estate e meno fredde le giornate a febbraio/marzo è plausibile che questi due periodi si spostino più in là nel tempo? O semplicemente il loro inizio dipende da ritmi circadiani legati alla componente ormonale che varia con il variare della durata del giorno e della notte? (e quindi come anticipato in relazione a testosterone e somatotropina)
Un’altra domanda anche legata ai palchi, il colore del palco sotto il velluto è quindi bianco? Il marrone deriva unicamente dal tipo di corteccia su cui sfregano i palchi stessi?
Grazie in anticipo
Grazie per l'apprezzamento. Personalmente ritengo che tutte le creature siano influenzate dai cambiamenti climatici, cervi compresi. Ma non volendo dare risposte fuori posto, giro la tua domanda a Luciano 😉
@@Trafoglieenuvole Grazie mille!
Ciao Isaia! Alla prima domanda hai già dato la risposta da solo: sono i ritmi circadiani a determinare i cicli ormonali; direi quindi che più o meno caldo, possa determinare una maggiore o minore attività (così come il maltempo), ma ad oggi non risultano spostamenti significativi e distanti nei cicli biologici annuali, sia dei maschi, sia delle femmine. Il colore del palco sotto al velluto è quello di un osso, quindi biancastro o al più giallognolo; la caduta del velluto determina di per se una colorazione dei palchi (conseguente al sangue ed a brandelli di velluto che restano attaccati ai palchi e si seccano sopra. La colorazione definitiva viene invece determinata dai tipi di pianta su cui sfregano i palchi per pulirli ma anche e soprattutto per affilarne le punte. Grazie dei complimenti, anche a nome di Massimo; le tue ipotesi denotano comunque una preparazione non da principiante, quindi complimenti anche a te!
@@lucianocicognani8363 chiedo perdono per il ritardo nel leggere la risposta ma non mi era arrivata alcuna notifica e non sono entrato a controllare!
Grazie innanzitutto per la risposta esaustiva e aver eliminato questo mio dubbio, anche riguardo la colorazione del palco.
Grazie anche per i complimenti, studio in una magistrale di biologia (3+2) e per poter lavorare, si spera un giorno, in questo ambito...sempre avuto la passione per questo animale e per la montagna in generale!
Un saluto!
Complimenti a Massimo per il bel video!
Grazie!
Bel video Complimenti davvero molto utile
Grazie!
Bel video, grazie a te e a Luciano.
Io ho fatto davvero poco, Luciano è la Star: in materia di ungulati non si batte!
Sulla popolazione stabile avrei qualche dubbio, probabilmente la caccia di selezione nella provincia di Forlì-Cesena esercitata dal 2011 ha determinato senza dubbio una diminuzione del cervo fuori dall'area protetta, situazione colta anche dai locali. All'interno del Parco probabilmente il calo è meno sensibile ma sicuramente non siamo più ai livelli di 10 anni fa. Anche l'attività di bramito è meno "concitata" probabilmente dovuto alla minor concorrenza. Video ben fatto, complimenti.
I dati riportati da Luciano Cicognani sono frutto di analisi sul campo, quindi ritengo siano piuttosto affidabili. Grazie per i complimenti, che ricambio: bello il tuo canale, mi sono appena iscritto 👌
Ho apprezzato le tue foto e il tuo canale. Mi piacerebbe contattarti in privato, puoi scrivermi alla mail foglienuvole@yahoo.com? Grazie
Rimanendo in tema demografico i dati sono riscontrabili anche nel Piano Annuale Opertivo: nella provincia di Forlì-Cesena nell 2011 i danni riconducibili al cervo liquidati alle attività agricole erano di circa 36.000 €, anno in cui aprirono la caccia di selezione, nel 2016 i danni liquidati sono stati appena 7.500 €, pari a ben un 80% in meno.
Il cervo è senza dubbio diminuito e noto che la tendenza è mantenere la caccia con una quota capi piuttosto incisiva a mio modesto modo di vedere le cose.
Detto questo nulla da dire il video e l'intervista sono davvero ben fatte!
p.s. Ok ti scrivo in privato.
Ciao Riccardo; discorso interessante il tuo, che meriterebbe approfondimenti. La valutazione della consistenza effettuata mediante analisi dei danni, non è molto affidabile, in quanto nelle aree di recente espansione, difficilmente i danni sono attribuiti correttamente (anche per una mancata o iniziale gestione). Allo stesso modo le aree occupate recentemente non vengono monitorate col censimento al bramito ... ma col sistema del conteggio a vista sul primo verde; entrambi i metodi presentano problematiche, ma il problema maggiore è che la quantificazione "ufficiale" viene data solo dal conteggio al bramito (questioni di confrontabilità nei vari comprensori dell'Acater orientale). Per aree di recente espansione e stabilizzazione, non intendo zone a frequentazione saltuaria, ma le aree nei comuni di Predappio, Meldola e Castrocaro .. dove da alcuni anni ci sono popolazioni stabili con cicli biologici completi. Anche semplicemente analizzando i dati dei maschi bramenti, nel 2011 ne sono stati contattati 235 ... nel 2020 ne risultano censiti 248, questo nonostante il mancato monitoraggio da parte del PNFC e nonostante il mancato conteggio delle aree di bassa collina che ho citato prima. Indubbiamente hai ragione sul fatto che, almeno a impressione, nel territorio del Parco sembrano in diminuzione, occorre però considerare che quando non c'erano aree riproduttive nei territori esterni, la caratteristica dell'areale "pulsante" si manifestava in modo molto evidente e la fase riproduttiva di gran parte dei cervi, si svolgeva dentro i confini del Parco. Grazie per aver creato l'occasione di questo bello scambio di opinioni
Video e sito molto interessanti. Mi sono iscritto subito. Una osservazione. Nel video si parla di cervi presenti nelle Foreste Casentinesi e in altre aree dell'Italia centrale e nel Bosco della Mesola . Ma quelli della Mesola sono cervi italici ( 300 esemplari) gli unici veri ed ultimi sopravvissuti della specie .TUTTI GLI ALTRI SONO CERVI EUROPEI introdotti in italia in maniera massiccia dopo la fine della seconda guerra mondiale e che sono in grande espansione e che quindi riducono l''abitat del cervo italico. Per questa ragione e per il rischio di infezioni negli esemplari del Bosco della Mesola ( ripeto sono solo 300 ) è stata varata l' OPERAZIONE CERVO ITALICO da parte dell'Ente gestione Parco della Mesola , dei Carabinieri Forestali, del WWF dell'Università di Siena e della Riserva Naturale Regionale delle Serre ( in Calabria) e per il triennio 2023/2025 verranno spostati ogni anno 20 esemplari dal Bosco della Mesola alla Riserva Naturale Regionale delle Serre ( in Calabria). I primi 20 esemplari sono stati già spostati per questo 2023. Poi gli altri , 20 alla volta nei prossimi 2 anni . Ne hanno parlato tutti i media nazionali. Per cui i cervi del documentario purtroppo sono europei e non italici. Un caro saluto.
Grazie per le dettagliate informazioni Nicola. In effetti nel casentino i cervi sono scomparsi, per ovvi motivi, durante il periodo della seconda guerra mondiale, poi reintrodotti dal centro europa (prevalentemente Germania, in base alle mie informazioni). Comunque sono bellissimi 😉