Vabbè in Italia alla gente piace dire "andrà tutto bene" in modo vuoto e non non voler vedere le probabilità tetre così da imboccarsi le maniche ed evitarle. Siamo strafatti dall'ottimismo vuoto e abilissimi nel riuscire a non vedere i risultati deleteri di questo ottimismo pigro. Credo che in popolazioni più pragmatiche e abituate a pensare male per poi poter agire, l'horror strong piaccia di più. Poi ci sono altre popolazioni che esagerano con la visione tetra e cadono nel fatalismo e indolenza. Comunque concordo con tutto il tuo ottimo discorso.
Ahah! Passare in poche frasi dal black metal a don Matteo mi ha fatta morire 😂 Ad ogni modo i romanzi horror mainstream (anche se mi piacciono) favoriscono la trasgressione da salotto: per tenere assieme una società di massa bisogna darle in pasto un po' trasgressione per concederle un po' di catarsi e sublimare le sue pulsioni inconsce piu viscerali... Il popolino della massa non deve essere turbato più di tanto, va tenuto buono e fiducioso, altrimenti scoppia il caos!
Grazie, Flavio, per la menzione, ma in primo luogo per averci guidati a questa fondamentale riflessione - che hai condotto con la tua puntuale, raffinata lucidità. Riflessione che spero propaghi la necessità da parte di tutti noi di neutralizzare (be', diciamo ignorare) i recidivi scampoli del perbenismo, attualmente potenziati di nuova demenza, e spingere (come fai tu da tempo e altri comunicatori a tema) i libri degli editori coraggiosi. La formula kinghiana è perfetta per somministrare quella breve ora di libertà dagli arresti domiciliari della cultura istituzionale che, vuoi o non vuoi, finisce per influenzare il resto. I tentativi di rendere pop le correnti alternative per portare i lettori della narrativa “off” verso le major mi sembrano ancora timidi. Dal mio punto di vista, l'horror potrebbe benissimo tornare un costume di massa come nei '70-'80-primi '90, quando le orde del terrore disegnato, cinematico e letterario hanno dato l'assalto al mercato senza che qualcuno si sia posto a monte la domanda “che cosa vuole il pubblico?”. I cerchi nell'acqua si formano se qualcuno lancia il sasso... E, non in ultimo, spero che al più presto gli editor delle major inizino a studiare le categorie del fantastico e dell'irrazionale e la loro storia italiana, se vogliono farne tesoro (e non fuochi artificiali da parco amici).
Barker e Campbell i miei preferiti. Conosco lettori di King che detestano l'horror ma amano il "genere" Best Seller. Ho avuto allievi infognati con The walking dead che neanche sotto tortura avrebbero visto un qualsiasi film horror.
E' un sommo piacere ascoltarti.Potrei chiederti di parlare di DOSTOJEVSKI (in qualche modo questa tematica lui l'ha analizzata scavando negli abissi dell'animo umano).Grazie.Ti seguo e un abbraccio
Grazie, sei riuscito a definire bene come pochi una differenza sottile che pure era davanti agli occhi, ma troppo vicina per essere afferrata. Complimenti davvero
Bella riflessione Flavio. Mi hai ben spiegato perché non sono mai riuscito ad apprezzare King. Aggiungo un tassello al dialogo: in questa (necessaria) indagine della disperazione e del pessimismo metafisico, l'horror e, in particolare, il weird si avvicinano a quella che è considerata dal mercato librario la "Letteratura". Una restituzione non consolatoria del dolore e della condizione umana è avvicinata con benevolenza ai grandi romanzi di autofiction o di semi-fiction (vedi ad esempio Ellis), ma viene spesso maldigerita quando si combina con elementi di orrore sovrannaturale o cosmico. Credo che, riprendendo altri commenti, ci ci sia una sorta di strabismo tra le categorie dei leggenti: chi predilige la forma statisticamente non ama i contenuti legati al macabro, mentre chi predilige il macabro statisticamente non ama la forma elaborata che in qualche modo è richiesta da una attenta indagine dei recessi dell'animo. Da qui l'inevitabile marginalità, dal punto di vista di un editore mainstream, di certe opere. Ma le cose vanno cambiando...
Sono felice che tu abbia aperto questa discussione: io mi sono sempre sentita in difetto rispetto agli amici adoratori di King . Ho tentato due volte di iniziare "It" senza provare alcuna sensazione di paura o inquietudine ma solo noia mortale .... Pensavo fosse solo un problema di prosa ma forse ora capisco che si tratta peoprio dell' approccio "mainstream" dell'autore. Non ho dato chance ad altri volumi temendo la stessa delusione...
Comunque come diceva Flavio, King e poliedrico, se eventualmente dovessi leggere Pet sematary, potresti vedere che è probabilmente poco “mainatream”!🤔👍
Mi accodo alla tua impressione su king: anch’io ho provato ad approcciarmi a questo autore così idolatrato, ma … mi sono sempre ritirata (in realtà ho fatto solo 2/3 tentativi, mai portati a termine) senza avere mai provato alcuna sensazione orrorifica, bensì sempre e soltanto noia, noia, noia. E sentendomi sempre, ahimè, in colpa rispetto a tutti gli adoratori di questo scrittore, arrivando a pensare di non sapere leggere 😖
Bellissima analisi! Io ho amato molto King. Iniziai a leggerlo con It, che in pratica é un libro d'amore, un capitolo intero e minuzioso su ogni personaggio, l'amicizia tra di loro e come insieme affrontano il male... Come dici tu sono libri consolatori, scritti bene ma sempre e comunque con il lieto fine. Ora dopo aver letto tanto di tutto, King per quanto amato, non basta più, per cui grazie dei tuoi consigli per trovare autori senza inappaganti comfort. P.s. cosa pensi della Oates?
Secondo me e' stata fatta un'analisi molto realistica che vale per l'horror in generale in tutte le sue forme trattandosi appunto di un genere dove si puo', o per meglio si dire potrebbe, narrare qualsiasi cosa evitando le censure piu' dirette (anche se in passato non era affatto cosi'). Di fatto le major dalla musica, cinema alla narrativa vogliono guadagnare in maniera immediata e sicura evitando tutta una serie di problematiche o scandali (laddove non siano pre-programmati) e come giustamente e' stato detto, pretende compromessi contrattuali molto rigidi. A me King piaceva e ogni tanto lo rileggo volentieri ma si tratta di uno scrittore la cui narrativa e' molto legata ad un approccio quasi teenageriale e un po' ingenuo dell'orrore, descrive scoperte, stupori, morbosita' con un simpatico stile giovanile (almeno secondo me). Barker era completamente diverso e quasi l'opposto infatti da un certo punto di vista splatter/gruesome era molto hardcore e di conseguenza o lo amavi o lo odiavi senza contare tutto il pantheon infinito e poco filologico che aveva creato (tra quadri, libri e film c'era da perdersi). In sintesi la scelta dell'autore imho in questo contesto e' poco opinabilabile a fare la differenza son sempre le opere che parlano da sole. PS: Per il cenone di natale si consiglia sempre "Aske" di Burzum come sottofondo mentre per la "giornata mondiale dell'uomo" "Hammer smashed face" dei citati Cannibal Corpse :)
Sempre vissuto King come chi parla del male insito in ognuno di noi ma anche della possibilità di superarlo o per lo meno combatterlo. Le frasi ad hoc sono americane come lo spirito dei libri. son percorsi di terapia. dagli anni novanta, dall'incidente poi, ha ceduto salvo qualche chicca. ma i primi, tra alcol e droga sono psicologicamente dei manuali di terapia (shining ad esempio non lo dico solo io, ma descrive alcolismo in maniera perfetta)
Un altra stimolante riflessione, grazie! Per quanto riguarda King, sono perfettamente d’accordo e quell’atmosfera da “in fondo siamo brava gente” di cui parli si condensa nella caratterizzazione di molti protagonisti dei suoi romanzi: simpatiche canaglie … in fondo brave persone
Io mi pongo una domanda. Premetto che quando una storia mi dá un senso di impossibilità di "bel finale" non riesco ad apprezzarlo fino in fondo, per intenderci i film di zombie li evito come la peste... E forse è per questo che, nonostante gli incubi che mi ha dato, il LIBRO di WWZombies mi è piaciuto. Ci si risolleva alla fine, malamente con un sacco di casini intorno ma si riprende. E mi rendo conto che mi contraddico perché amo Lovecraft in cui assai raramente se ne esce vivi, o sani mentalmente. Però la domanda che faccio è: che cos'è un bel finale? Ecco, Don Matteo (in chiave horror per esempio, ma anche come detective) non lo guarderei mai, troppo rassicurante, troppo ridicolo. Di norma, il bel finale è quello in cui il bene vince sul male e si è tutti lindi e puliti? Tutto andrà più che bene? È quello che detesto, anche più della "umanità che bastardi! Non c'è scampo una volta giunti sull'abisso!". Da un certo punto di vista se l'eroe, che è pure la migliore persona del mondo, vince sul male ma non ne esce bene, magari violato nel corpo e nell'intimo, avviato ad una vita da alcoolizzato o drogato perché non ce la fa a risollevarsi da ciò che ha passato, pur se amato da tutti, ecco questo non è tecnicamente un bel finale MA è più logico, più umano e (per me) più apprezzabile di tanti Don Matteo o Padre Brown... Un horror alla Don Matteo non è rassicurante, è una presa in giro. Al di là del come sia scritto (perché potrebbe anche essere ben scritto, con bei personaggi, lo si può ipotizzare) sarebbe una cosa ridicola e meno credibile di un "coso" alto km con le ali sbrindellate, la faccia da polipo e che viene trapassato da una nave... E i personaggi di King tutto sommato sono così: se toccano il male è lo sconfiggono pur uscendone vivi non sono né saranno più gli stessi. Ed io accetto questo, mi conforta in qualche modo, forse per il sacrificio? Forse perché qualcuno così potrebbe non essermi nuovo? Non so ma tiro un sospiro di sollievo prima di vedere i bombardamenti del mondo reale.
C'è davvero ancora qualcuno che pensa che la grande editoria italiana non chieda compromessi mainstream in qualsiasi ambito? Mica è solo questione di horror - capisco che era l'argomento del panel, ma il problema è ovunque. Anche questo è raccontarsi le fiabe. Sorprende sorprenda. Il fatto che ogni tanto facciano cose lodevoli (Draghi Mondadori, ad esempio) non cambia il panorama. E Musolino arriva dove arriva pubblicato da? Anche io sono d'accordo con te, Flavio, che raccontarcela non è il caso. Applicando una logica più realista, non alla Don Matteo, alla grande editoria, mi sento di dire godiamoci il suo stato di forma molliccio. Presto sarà ancora peggio.
A mio parere c’è una questione di forma e una di contenuti. A livello formale il mainstream cerca sempre più un linguaggio facile, prevedibile, molto vicino all’oralità quotidiana. A livello di contenuto cerca storie rassicuranti. Ma l’horror, se fatto bene, fa paura, terrorizza. Se di media intensità, inquieta e destabilizza. Non rassicura affatto e non deve farlo. Anche a livello formale l'horror spesso spiazza e, in questo caso, lo deve fare, perché il sovvertimento del conosciuto passa anche attraverso le parole, la loro scelta, la loro disposizione. Il mix di questi due livelli crea opere impegnative e in cui non si resta mai passivi come lettori. King, (quello dei romanzi non quello dei racconti), è rassicurante a livello di contenuto e brillantemente classico a livello formale. Riscontra l’ammirazione degli appassionati di horror perché è sincero e perché è un gran narratore. Riscontra l’ammirazione dei lettori che non leggono horror perché dà il brivido, ma poi ti rassicura sempre e perché è un gran narratore. In Italia il problema è, secondo me, ancora il primato morale del realismo su ogni altro genere. Infatti la letteratura nera, i delitti, i crimini vendono tantissimo, pur contenendo storie spesso atroci. Poi certo c'é il paradosso, perchè il realismo spesso non è affatto tale (Don Matteo)!
E’ proprio a causa di questo problema che quando voglio leggere qualcosa capace di spaventarmi, io non leggo horror ma gotico, soprattutto quello degli anni 70/80/90
Non sono un vero appassionato di horror, ma ho letto.molti romanzi di questo genere che a mio parere rientra nel "fantastico" ed è in questo termine che, sempre a mio parere, esprime le sue opere migliori. Clive Barker tra gli autori moderni ha questa caratteristica è un horror duro, disturbante con una originale connotazione fantastica, che in certi casi avrebbe dovuto forse sviluppare ancora di più. I Supplizianti e Gioco Dannato sono invenzioni e opere originalissime. King invece fa un horror che non riesce a entusiasmarmi, anche se alcuni racconti e romanzi sono piacevoli, perché è legato al quotidiano , nasce da esso , è realistico. Molti lettori cercano questo. HPL è un mostro sacro, potente, visionario e quindi a fortissima impronta fantastica. Appartiene a un epoca in cui i generi non erano così distinti. Tra i contemporanei non trovo horror di rilievo. Grandi delusioni Tremblay e ancora peggio S. Graham... Trovo invece molto.piacevoli e adrenalinici autori di zombie horror come Brooks, Wellington, Louriero...oppure classici di fantascienza inglese come Windham, J.Herbert, ecc.. Per gli italiano ho seguito i tuoi consigli Flavio e ho apprezzato molto Musolino... L'horror dovrebbe sorprendere sempre , essere come i titoli dei pulp anni 30 e 40... Grazie delle recensioni sempre interessanti😊
@@joetown7431 Anch’io, a parte qualche eccezione, ho un difficile rapporto con Kink per non parlare della difficoltà nel trovare dei buoni horror italiani. Di recente ho letto “Gli Angeli di Lucifero” di Fabio Carcano, ma a parte alcune scene e’ più un thriller esoterico con riferimenti a fatti storici
@@alessandrobevilacqua3752 Anche io ho letto il libro di Carcano...è un noir con tinte horor esoteriche ...e ambientazione milanese, anche gli altri romanzi Carcano sono di questo tipo, piacevoli , ma cerco opere più originali ....
La paura è una grande passione, se è vera deve essere smisurata e crescente. Di paura si deve morire. Il resto sono piccoli turbamenti, spaventi da salotto, schizzi di sangue da pulire con un fazzolettino. L'abisso non ha comodi gradini -Stefano Benni
Ottima analisi, forse è la migliore che hai fatto da quando ti seguo.Un paio di cose le voglio aggiungere però:Don Matteo non è stato calato dall'alto , è lì ed ha successo (ahimè)perché il nostro paese ha un certo retaggio culturale . King è li ma sta' nel solco tracciato da:Poe, Lovecraft, Bradbury,Matheson... Ps L'etichette che vengono appiccicate addosso a un autore sono come una galera."King :il re dell'horror".niente di più sbagliato ,king scrive anche Horror ma è una minima parte ,nei suoi libri è predominante l'elemento soprannaturale e poi tante altre cose come :amicizia, amore,odio ,ironia ... Ps2Il libro più Horror di King per me è pet semetary o dovrei dire il più disturbante? E come si può definire l'horror im maniera chiara è soddisfacente? Tra i film più Horror che ho visto c'e:"Rosemary baby"dove di truculento c'è ben poco
Mi pare fosse stato già affrontato l'argomento. È uguale per tutte le arti, che sia cinema, letteratura o quant'altro non fa differenza: i più vogliono essere rassicurati. Mi pare lo scrissi in un commento tempo fa che, ad esempio, i film che sbancano il botteghino sono sempre quelli in cui lo spettatore conosce già il finale, il quale è chiaramente un lieto fine. Amo i libri di King, e ritengo sia uno dei rari casi in cui la fama è direttamente proporzionale al talento. Ma se vende così tanto, è proprio perché, come dici tu, alla fine è rassicurante.
1. Grazie per aver citato i Cannibal Corpse. 2. La parola che cercavi e non trovavi è forse "redimersi". 3. Su questo legame tra commerciabilità e mancanza di radicalità di visione ricordo un saggio di Valerio Evangelisti: lui diceva che c'è la narrativa di genere e poi c'è il "genere carino". Se interessa, cerco il testo. 4. Su King credo che tu colga un punto importante, ma non sono certo di concordare sulle premesse. Intanto, non mi sembra giusto considerare l'intera opera di King assieme. E secondo me nelle opere migliori quella che descrive King non è affatto una società rassicurante dove avresti piacere di tornare. È un posto rassicurante se sei un maschio bianco etero (voglio dire, non oggi che questa precisazione andrebbe di moda: trenta, trentacinque anni fa). Sono assolutamente d'accordo sul fatto che la cifra di King sia l'amore per l'umanità ma non sul fatto che, per questo, ogni singolo essere umano tranne quello che rappresenta il male sia visto bonariamente in quello che fa. Ha dei motivi per agire, certo, ma la motivazione non va confusa con una giustificazione. Anzi, il fatto stesso che, dal loro punto di vista anche Gerald che prova a violentare Jesse, anche Derry, quella cittadina dove la prima cosa che succede è una aggressione omofoba, si possano spiegare col normale maschilismo col normale razzismo con la normale omofobia, e il bullo aveva un padre abusante, non getta sulla nostra società una luce molto più inquietante del semplice pensare che il male venga da una creatura aliena caduta sulla terra? 5. Anche il banalissimo Misery finisce per dire questo: nella società del successo non puoi avere successo senza creare bisogni fasulli e poi rimanere schiavo di una platea che si aspetta che tu li soddisfi. Qui il protagonista è un maschio bianco etero, ma la normalità è tutt'altro che rassicurante. 6. Mi è scappato il termine "la nostra società". Tu hai detto "la realtà". Sarebbe tutto da discutere il rapporto tra la realtà e la società umana: la realtà in cui siamo immersi è in larga parte questa società, ma non coincide con essa. Non tutto è un costrutto sociale. Una delle cose di King che generano turbamento (ripeto: del King migliore, non di tutto King) è proprio la fine del sogno illuminista per cui, dato che siamo tutti in fondo brave persone, possiamo metterci d'accordo e con un atto di volontà superare il razzismo, la violenza di genere, il rampantismo ecc. Se anche lo facessimo, ci dice King, i mostri del passato finirebbero per riemergere. In fondo, anche Philip K. Dick, o a maggior ragione Vonnegut amavano alla follia (per il primo dei due letteralmente alla follia) l'umanità, e questo non ha impedito loro di rappresentare una realtà che sfugge da tutti i lati. Che ne pensi?
Mi ritrovo molto nel finale di questo discorso, che è il motivo per cui in vita mia ho letto pochissimo horror e sinceramente non ho voglia di leggerne. Se ho voglia di guardare il lato marcio della realtà mi basta la cronaca, mi basta esistere per provare ansia. Perché spendere soldi e tempo libero per provare, magari pure amplificato, quel medesimo disagio? Per sentirmi ripetere "la realtà può fare schifo e anche tu puoi fare veramente tanto schifo"?
interessante questa ipotesi che il "re dell'horror" non sia horror....così argomentata è la prima volta che la sento...e mi suona bene; non posso dire di condividerla perché non ho mai letto King (se non i primi Bachmann, quelli su Urania) però ha senso, è convincente
Credo che la situazione di King sia un po' quella che anche Zero Calcare fece presente durante un'intervista. Il parallelo è abbastanza calzante: Zero Calcare vive interamente di fumetti in un paese come l'Italia, ma quando gli domandarono come fosse essere il "Più bravo" lui rispose "Io non sono il più bravo, sono quello a cui va meglio". Io adoro King e sono un grande appassionato delle sue storie e della SUA storia, ma ci sono altri scrittori (alcuni già nominati da Flavio nel video, ma anche alle volte dallo stesso King) del genere Horror che lo "battono", ma che comunque non hanno il suo successo in termini di incassi e popolarità.
Grande Flavio ottima disamina e credo che la situazione con questo politically correct finto perbenista non potrà che peggiorare. Io che son cresciuto con pane Lovecraft e i Cenobiti o Michael Mayers puoi immaginare l'effetto che roba alla Don Matteo può avere su di me: disturbante. Ottima disamina su King. Lui vende perché è un bravissimo scrittore ma gli horror che ha scritto si possono contare sulle dita di una mano. Alla fine tra decine libri ci lascia un unico iconico personaggio: IT. Tuttavia la stessa cosa l'ha realizzata Barker con i Cenobiti benché con una produzione letteraria enormemente inferiore a King. Alla fine w l'horror w la fantascienza e chi se ne del mainstream ecco perché mi sto dedicando al recupero di libri vecchi... nei nuovi non c'è spazio per me a parte rare eccezioni 😂
@@antonioalfredoguidi4450 si certo per semetary e tra questi tuttavia non c'è un personaggio particolare che si è radicato nell'immaginario collettivo come IT o i Cenobiti, intendevo in questo senso.
Quando ci hai chiesto di attivare i neuroni,mi hai destabilizzato.Comunque che non ci fosse totale libertà di scrivere tutto quel che si vuole è tautologico.Non sono d'accordo che sia il grande pubblico che non voglia essere "ferito" ma piuttosto non si debba superare la fatidica linea rossa che in questo caso è invisibile ma può essere intuita dove più o meno si trova.Il fatto che al pubblico piacciano personaggi disturbati e disturbanti che vivono in un mondo senza un apparente via di risoluzione è un fatto.Il caso do Matteo ,credo che sia per via di un fattore generazionale (i15enni non guardano don Matteo,ma guardano horror e serie "violente". Sull Italia perbenista alla eccesso stride con una democrazia matura,e sembra piuttosto un rapporto tra classe dominante carrierista e bulimica di potere, e sudditi poco intelligenti,bambineshi.Si smussano gli angoli perché nessuno possa disturbare troppo.
Più Musolino (che vinca cavolo!!), più Ligotti, più Ketchum, più Barker, più, più, insomma, più coerenza e appunto meno paletti. Quando un Don Matteo qualsiasi capirà che girando il Crocefisso il mondo non finirà, allora forse diventerà più umano di quello che pensa di essere. AMEN.
Lucio Besana Uber alles in primis. Le case editrici "grandi" Major.. a me pare che siano pure peggiorate. (se possibile), che tristezza di gente, Del resto pensano al bene psicologico delle masse di imberbi e ingenui lettori..esercitano il loro disinteressato lavoro pedagogico..o no? Su King, non posso che darti completamente ragione (a parte pochissime eccezioni della sua produzione..vedi Carrie). Poi, e forse mi sbaglio, di case editrici medie o piccole c'è ne sono rimaste poche per poter compensare almeno in parte, la missione moralizzatrice/rassicurante delle case editrici maggiori.. Tra i non rassicuranti, e appena uscito il nuovo Ligotti, (nuovo si fa per dire in originale è uscito nel 2014) ancora per IL Saggiatore, ma trattasi di eccezzione che non fa testo. p.s. Don Matteo è Horror, dammi retta, e veramente inquietante, io lo darei vietato ai maggiori di 95 anni..Cordiali Saluti
Vabbè in Italia alla gente piace dire "andrà tutto bene" in modo vuoto e non non voler vedere le probabilità tetre così da imboccarsi le maniche ed evitarle. Siamo strafatti dall'ottimismo vuoto e abilissimi nel riuscire a non vedere i risultati deleteri di questo ottimismo pigro. Credo che in popolazioni più pragmatiche e abituate a pensare male per poi poter agire, l'horror strong piaccia di più. Poi ci sono altre popolazioni che esagerano con la visione tetra e cadono nel fatalismo e indolenza. Comunque concordo con tutto il tuo ottimo discorso.
Ahah! Passare in poche frasi dal black metal a don Matteo mi ha fatta morire 😂
Ad ogni modo i romanzi horror mainstream (anche se mi piacciono) favoriscono la trasgressione da salotto: per tenere assieme una società di massa bisogna darle in pasto un po' trasgressione per concederle un po' di catarsi e sublimare le sue pulsioni inconsce piu viscerali... Il popolino della massa non deve essere turbato più di tanto, va tenuto buono e fiducioso, altrimenti scoppia il caos!
Grazie, Flavio, per la menzione, ma in primo luogo per averci guidati a questa fondamentale riflessione - che hai condotto con la tua puntuale, raffinata lucidità. Riflessione che spero propaghi la necessità da parte di tutti noi di neutralizzare (be', diciamo ignorare) i recidivi scampoli del perbenismo, attualmente potenziati di nuova demenza, e spingere (come fai tu da tempo e altri comunicatori a tema) i libri degli editori coraggiosi. La formula kinghiana è perfetta per somministrare quella breve ora di libertà dagli arresti domiciliari della cultura istituzionale che, vuoi o non vuoi, finisce per influenzare il resto. I tentativi di rendere pop le correnti alternative per portare i lettori della narrativa “off” verso le major mi sembrano ancora timidi. Dal mio punto di vista, l'horror potrebbe benissimo tornare un costume di massa come nei '70-'80-primi '90, quando le orde del terrore disegnato, cinematico e letterario hanno dato l'assalto al mercato senza che qualcuno si sia posto a monte la domanda “che cosa vuole il pubblico?”. I cerchi nell'acqua si formano se qualcuno lancia il sasso... E, non in ultimo, spero che al più presto gli editor delle major inizino a studiare le categorie del fantastico e dell'irrazionale e la loro storia italiana, se vogliono farne tesoro (e non fuochi artificiali da parco amici).
Barker e Campbell i miei preferiti. Conosco lettori di King che detestano l'horror ma amano il "genere" Best Seller. Ho avuto allievi infognati con The walking dead che neanche sotto tortura avrebbero visto un qualsiasi film horror.
E' un sommo piacere ascoltarti.Potrei chiederti di parlare di DOSTOJEVSKI (in qualche modo questa tematica lui l'ha analizzata scavando negli abissi dell'animo umano).Grazie.Ti seguo e un abbraccio
Grazie, sei riuscito a definire bene come pochi una differenza sottile che pure era davanti agli occhi, ma troppo vicina per essere afferrata. Complimenti davvero
l'espressione "quel che c'è dentro quando apri un essere umano" ti qualifica Barkeriano
Bello questo video Flavio👍
Era proprio il video che ti dicevo avresti dovuto fare appunto sul cosiddetto Horror mainstream!!👍👍
io ascolto la community :-)
Bella riflessione Flavio. Mi hai ben spiegato perché non sono mai riuscito ad apprezzare King.
Aggiungo un tassello al dialogo: in questa (necessaria) indagine della disperazione e del pessimismo metafisico, l'horror e, in particolare, il weird si avvicinano a quella che è considerata dal mercato librario la "Letteratura". Una restituzione non consolatoria del dolore e della condizione umana è avvicinata con benevolenza ai grandi romanzi di autofiction o di semi-fiction (vedi ad esempio Ellis), ma viene spesso maldigerita quando si combina con elementi di orrore sovrannaturale o cosmico. Credo che, riprendendo altri commenti, ci ci sia una sorta di strabismo tra le categorie dei leggenti: chi predilige la forma statisticamente non ama i contenuti legati al macabro, mentre chi predilige il macabro statisticamente non ama la forma elaborata che in qualche modo è richiesta da una attenta indagine dei recessi dell'animo. Da qui l'inevitabile marginalità, dal punto di vista di un editore mainstream, di certe opere.
Ma le cose vanno cambiando...
Sono felice che tu abbia aperto questa discussione: io mi sono sempre sentita in difetto rispetto agli amici adoratori di King . Ho tentato due volte di iniziare "It" senza provare alcuna sensazione di paura o inquietudine ma solo noia mortale .... Pensavo fosse solo un problema di prosa ma forse ora capisco che si tratta peoprio dell' approccio "mainstream" dell'autore. Non ho dato chance ad altri volumi temendo la stessa delusione...
Comunque come diceva Flavio, King e poliedrico, se eventualmente dovessi leggere Pet sematary, potresti vedere che è probabilmente poco “mainatream”!🤔👍
Va bene allora questa sara' la mia seconda opportunita' a King ! Grazie del suggerimento :)
Mi accodo alla tua impressione su king: anch’io ho provato ad approcciarmi a questo autore così idolatrato, ma … mi sono sempre ritirata (in realtà ho fatto solo 2/3 tentativi, mai portati a termine) senza avere mai provato alcuna sensazione orrorifica, bensì sempre e soltanto noia, noia, noia. E sentendomi sempre, ahimè, in colpa rispetto a tutti gli adoratori di questo scrittore, arrivando a pensare di non sapere leggere 😖
Bellissima analisi!
Io ho amato molto King.
Iniziai a leggerlo con It, che in pratica é un libro d'amore, un capitolo intero e minuzioso su ogni personaggio, l'amicizia tra di loro e come insieme affrontano il male...
Come dici tu sono libri consolatori, scritti bene ma sempre e comunque con il lieto fine.
Ora dopo aver letto tanto di tutto, King per quanto amato, non basta più, per cui grazie dei tuoi consigli per trovare autori senza inappaganti comfort.
P.s. cosa pensi della Oates?
Che dovrei leggerla...
@@brokenstories zombie é breve e notevole.
Secondo me e' stata fatta un'analisi molto realistica che vale per l'horror in generale in tutte le sue forme trattandosi appunto di un genere dove si puo', o per meglio si dire potrebbe, narrare qualsiasi cosa evitando le censure piu' dirette (anche se in passato non era affatto cosi'). Di fatto le major dalla musica, cinema alla narrativa vogliono guadagnare in maniera immediata e sicura evitando tutta una serie di problematiche o scandali (laddove non siano pre-programmati) e come giustamente e' stato detto, pretende compromessi contrattuali molto rigidi. A me King piaceva e ogni tanto lo rileggo volentieri ma si tratta di uno scrittore la cui narrativa e' molto legata ad un approccio quasi teenageriale e un po' ingenuo dell'orrore, descrive scoperte, stupori, morbosita' con un simpatico stile giovanile (almeno secondo me). Barker era completamente diverso e quasi l'opposto infatti da un certo punto di vista splatter/gruesome era molto hardcore e di conseguenza o lo amavi o lo odiavi senza contare tutto il pantheon infinito e poco filologico che aveva creato (tra quadri, libri e film c'era da perdersi). In sintesi la scelta dell'autore imho in questo contesto e' poco opinabilabile a fare la differenza son sempre le opere che parlano da sole. PS: Per il cenone di natale si consiglia sempre "Aske" di Burzum come sottofondo mentre per la "giornata mondiale dell'uomo" "Hammer smashed face" dei citati Cannibal Corpse :)
Sempre vissuto King come chi parla del male insito in ognuno di noi ma anche della possibilità di superarlo o per lo meno combatterlo. Le frasi ad hoc sono americane come lo spirito dei libri. son percorsi di terapia. dagli anni novanta, dall'incidente poi, ha ceduto salvo qualche chicca.
ma i primi, tra alcol e droga sono psicologicamente dei manuali di terapia (shining ad esempio non lo dico solo io, ma descrive alcolismo in maniera perfetta)
15:10 ...e mi è subito partita in testa una versione poco rassicurante id "BABY SHARK"
mi piace la tua riflessione su S. K. complimenti.
Un altra stimolante riflessione, grazie! Per quanto riguarda King, sono perfettamente d’accordo e quell’atmosfera da “in fondo siamo brava gente” di cui parli si condensa nella caratterizzazione di molti protagonisti dei suoi romanzi: simpatiche canaglie … in fondo brave persone
Sì però è sempre stato così, non è una sua prerogativa degli ultimi anni per vendere di più.
@@cecilia8585 vero
Io mi pongo una domanda.
Premetto che quando una storia mi dá un senso di impossibilità di "bel finale" non riesco ad apprezzarlo fino in fondo, per intenderci i film di zombie li evito come la peste... E forse è per questo che, nonostante gli incubi che mi ha dato, il LIBRO di WWZombies mi è piaciuto. Ci si risolleva alla fine, malamente con un sacco di casini intorno ma si riprende.
E mi rendo conto che mi contraddico perché amo Lovecraft in cui assai raramente se ne esce vivi, o sani mentalmente.
Però la domanda che faccio è: che cos'è un bel finale?
Ecco, Don Matteo (in chiave horror per esempio, ma anche come detective) non lo guarderei mai, troppo rassicurante, troppo ridicolo.
Di norma, il bel finale è quello in cui il bene vince sul male e si è tutti lindi e puliti? Tutto andrà più che bene?
È quello che detesto, anche più della "umanità che bastardi! Non c'è scampo una volta giunti sull'abisso!".
Da un certo punto di vista se l'eroe, che è pure la migliore persona del mondo, vince sul male ma non ne esce bene, magari violato nel corpo e nell'intimo, avviato ad una vita da alcoolizzato o drogato perché non ce la fa a risollevarsi da ciò che ha passato, pur se amato da tutti, ecco questo non è tecnicamente un bel finale MA è più logico, più umano e (per me) più apprezzabile di tanti Don Matteo o Padre Brown... Un horror alla Don Matteo non è rassicurante, è una presa in giro. Al di là del come sia scritto (perché potrebbe anche essere ben scritto, con bei personaggi, lo si può ipotizzare) sarebbe una cosa ridicola e meno credibile di un "coso" alto km con le ali sbrindellate, la faccia da polipo e che viene trapassato da una nave...
E i personaggi di King tutto sommato sono così: se toccano il male è lo sconfiggono pur uscendone vivi non sono né saranno più gli stessi. Ed io accetto questo, mi conforta in qualche modo, forse per il sacrificio? Forse perché qualcuno così potrebbe non essermi nuovo? Non so ma tiro un sospiro di sollievo prima di vedere i bombardamenti del mondo reale.
C'è davvero ancora qualcuno che pensa che la grande editoria italiana non chieda compromessi mainstream in qualsiasi ambito? Mica è solo questione di horror - capisco che era l'argomento del panel, ma il problema è ovunque. Anche questo è raccontarsi le fiabe. Sorprende sorprenda. Il fatto che ogni tanto facciano cose lodevoli (Draghi Mondadori, ad esempio) non cambia il panorama. E Musolino arriva dove arriva pubblicato da?
Anche io sono d'accordo con te, Flavio, che raccontarcela non è il caso. Applicando una logica più realista, non alla Don Matteo, alla grande editoria, mi sento di dire godiamoci il suo stato di forma molliccio. Presto sarà ancora peggio.
Death metal per famiglie 😂 bellissimo.
Flavio, non c'entra col tema: nel video vedo il secondo volumone di Oscar draghi di HPL, è uscito?
No, è sempre il primo con copertina retroversa.
grazie!@@brokenstories
A mio parere c’è una questione di forma e una di contenuti.
A livello formale il mainstream cerca sempre più un linguaggio facile, prevedibile, molto vicino all’oralità quotidiana. A livello di contenuto cerca storie rassicuranti. Ma l’horror, se fatto bene, fa paura, terrorizza. Se di media intensità, inquieta e destabilizza. Non rassicura affatto e non deve farlo.
Anche a livello formale l'horror spesso spiazza e, in questo caso, lo deve fare, perché il sovvertimento del conosciuto passa anche attraverso le parole, la loro scelta, la loro disposizione.
Il mix di questi due livelli crea opere impegnative e in cui non si resta mai passivi come lettori. King, (quello dei romanzi non quello dei racconti), è rassicurante a livello di contenuto e brillantemente classico a livello formale. Riscontra l’ammirazione degli appassionati di horror perché è sincero e perché è un gran narratore. Riscontra l’ammirazione dei lettori che non leggono horror perché dà il brivido, ma poi ti rassicura sempre e perché è un gran narratore. In Italia il problema è, secondo me, ancora il primato morale del realismo su ogni altro genere. Infatti la letteratura nera, i delitti, i crimini vendono tantissimo, pur contenendo storie spesso atroci. Poi certo c'é il paradosso, perchè il realismo spesso non è affatto tale (Don Matteo)!
E’ proprio a causa di questo problema che quando voglio leggere qualcosa capace di spaventarmi, io non leggo horror ma gotico, soprattutto quello degli anni 70/80/90
Non sono un vero appassionato di horror, ma ho letto.molti romanzi di questo genere che a mio parere rientra nel "fantastico" ed è in questo termine che, sempre a mio parere, esprime le sue opere migliori. Clive Barker tra gli autori moderni ha questa caratteristica è un horror duro, disturbante con una originale connotazione fantastica, che in certi casi avrebbe dovuto forse sviluppare ancora di più. I Supplizianti e Gioco Dannato sono invenzioni e opere originalissime. King invece fa un horror che non riesce a entusiasmarmi, anche se alcuni racconti e romanzi sono piacevoli, perché è legato al quotidiano , nasce da esso , è realistico. Molti lettori cercano questo. HPL è un mostro sacro, potente, visionario e quindi a fortissima impronta fantastica. Appartiene a un epoca in cui i generi non erano così distinti. Tra i contemporanei non trovo horror di rilievo. Grandi delusioni Tremblay e ancora peggio S. Graham... Trovo invece molto.piacevoli e adrenalinici autori di zombie horror come Brooks, Wellington, Louriero...oppure classici di fantascienza inglese come Windham, J.Herbert, ecc.. Per gli italiano ho seguito i tuoi consigli Flavio e ho apprezzato molto Musolino... L'horror dovrebbe sorprendere sempre , essere come i titoli dei pulp anni 30 e 40... Grazie delle recensioni sempre interessanti😊
@@joetown7431 Anch’io, a parte qualche eccezione, ho un difficile rapporto con Kink per non parlare della difficoltà nel trovare dei buoni horror italiani. Di recente ho letto “Gli Angeli di Lucifero” di Fabio Carcano, ma a parte alcune scene e’ più un thriller esoterico con riferimenti a fatti storici
@@alessandrobevilacqua3752 Anche io ho letto il libro di Carcano...è un noir con tinte horor esoteriche ...e ambientazione milanese, anche gli altri romanzi Carcano sono di questo tipo, piacevoli , ma cerco opere più originali ....
@@joetown7431 Ti capisco perfettamente dato che sono nella tua stessa situazione
La paura è una grande passione, se è vera deve essere smisurata e crescente. Di paura si deve morire. Il resto sono piccoli turbamenti, spaventi da salotto, schizzi di sangue da pulire con un fazzolettino. L'abisso non ha comodi gradini
-Stefano Benni
Ottima analisi, forse è la migliore che hai fatto da quando ti seguo.Un paio di cose le voglio aggiungere però:Don Matteo non è stato calato dall'alto , è lì ed ha successo (ahimè)perché il nostro paese ha un certo retaggio culturale . King è li ma sta' nel solco tracciato da:Poe, Lovecraft, Bradbury,Matheson...
Ps L'etichette che vengono appiccicate addosso a un autore sono come una galera."King :il re dell'horror".niente di più sbagliato ,king scrive anche Horror ma è una minima parte ,nei suoi libri è predominante l'elemento soprannaturale e poi tante altre cose come :amicizia, amore,odio ,ironia ...
Ps2Il libro più Horror di King per me è pet semetary o dovrei dire il più disturbante?
E come si può definire l'horror im maniera chiara è soddisfacente?
Tra i film più Horror che ho visto c'e:"Rosemary baby"dove di truculento c'è ben poco
Ma il film e prima ancora il romanzo ti lasciano con un amaro in bocca... La visione del mondo che ne emerge non è esattamente consolatoria.
Mi pare fosse stato già affrontato l'argomento. È uguale per tutte le arti, che sia cinema, letteratura o quant'altro non fa differenza: i più vogliono essere rassicurati. Mi pare lo scrissi in un commento tempo fa che, ad esempio, i film che sbancano il botteghino sono sempre quelli in cui lo spettatore conosce già il finale, il quale è chiaramente un lieto fine. Amo i libri di King, e ritengo sia uno dei rari casi in cui la fama è direttamente proporzionale al talento. Ma se vende così tanto, è proprio perché, come dici tu, alla fine è rassicurante.
Ps: quando hai nominato i Cannibal Corpse mi sono commosso.
1. Grazie per aver citato i Cannibal Corpse.
2. La parola che cercavi e non trovavi è forse "redimersi".
3. Su questo legame tra commerciabilità e mancanza di radicalità di visione ricordo un saggio di Valerio Evangelisti: lui diceva che c'è la narrativa di genere e poi c'è il "genere carino". Se interessa, cerco il testo.
4. Su King credo che tu colga un punto importante, ma non sono certo di concordare sulle premesse. Intanto, non mi sembra giusto considerare l'intera opera di King assieme. E secondo me nelle opere migliori quella che descrive King non è affatto una società rassicurante dove avresti piacere di tornare. È un posto rassicurante se sei un maschio bianco etero (voglio dire, non oggi che questa precisazione andrebbe di moda: trenta, trentacinque anni fa). Sono assolutamente d'accordo sul fatto che la cifra di King sia l'amore per l'umanità ma non sul fatto che, per questo, ogni singolo essere umano tranne quello che rappresenta il male sia visto bonariamente in quello che fa. Ha dei motivi per agire, certo, ma la motivazione non va confusa con una giustificazione. Anzi, il fatto stesso che, dal loro punto di vista anche Gerald che prova a violentare Jesse, anche Derry, quella cittadina dove la prima cosa che succede è una aggressione omofoba, si possano spiegare col normale maschilismo col normale razzismo con la normale omofobia, e il bullo aveva un padre abusante, non getta sulla nostra società una luce molto più inquietante del semplice pensare che il male venga da una creatura aliena caduta sulla terra?
5. Anche il banalissimo Misery finisce per dire questo: nella società del successo non puoi avere successo senza creare bisogni fasulli e poi rimanere schiavo di una platea che si aspetta che tu li soddisfi. Qui il protagonista è un maschio bianco etero, ma la normalità è tutt'altro che rassicurante.
6. Mi è scappato il termine "la nostra società". Tu hai detto "la realtà". Sarebbe tutto da discutere il rapporto tra la realtà e la società umana: la realtà in cui siamo immersi è in larga parte questa società, ma non coincide con essa. Non tutto è un costrutto sociale. Una delle cose di King che generano turbamento (ripeto: del King migliore, non di tutto King) è proprio la fine del sogno illuminista per cui, dato che siamo tutti in fondo brave persone, possiamo metterci d'accordo e con un atto di volontà superare il razzismo, la violenza di genere, il rampantismo ecc. Se anche lo facessimo, ci dice King, i mostri del passato finirebbero per riemergere. In fondo, anche Philip K. Dick, o a maggior ragione Vonnegut amavano alla follia (per il primo dei due letteralmente alla follia) l'umanità, e questo non ha impedito loro di rappresentare una realtà che sfugge da tutti i lati.
Che ne pensi?
Come ho detto, King è uno scrittore difficilmente incasellabile. Contiene molti scrittori.
@@brokenstoriesCome Bradbury e Matheson?
Mi ritrovo molto nel finale di questo discorso, che è il motivo per cui in vita mia ho letto pochissimo horror e sinceramente non ho voglia di leggerne.
Se ho voglia di guardare il lato marcio della realtà mi basta la cronaca, mi basta esistere per provare ansia. Perché spendere soldi e tempo libero per provare, magari pure amplificato, quel medesimo disagio? Per sentirmi ripetere "la realtà può fare schifo e anche tu puoi fare veramente tanto schifo"?
posizione lecita, ci mancherebbe
interessante questa ipotesi che il "re dell'horror" non sia horror....così argomentata è la prima volta che la sento...e mi suona bene; non posso dire di condividerla perché non ho mai letto King (se non i primi Bachmann, quelli su Urania) però ha senso, è convincente
Attenzione, ho detto che è horror mainstream...
Credo che la situazione di King sia un po' quella che anche Zero Calcare fece presente durante un'intervista. Il parallelo è abbastanza calzante: Zero Calcare vive interamente di fumetti in un paese come l'Italia, ma quando gli domandarono come fosse essere il "Più bravo" lui rispose "Io non sono il più bravo, sono quello a cui va meglio". Io adoro King e sono un grande appassionato delle sue storie e della SUA storia, ma ci sono altri scrittori (alcuni già nominati da Flavio nel video, ma anche alle volte dallo stesso King) del genere Horror che lo "battono", ma che comunque non hanno il suo successo in termini di incassi e popolarità.
Forse il king di pet cemtary,la lunga marcia e ossessione e quello che sta fuori dal mainstream sei d'accordo flavio?
Oh, yes!
Grande Flavio ottima disamina e credo che la situazione con questo politically correct finto perbenista non potrà che peggiorare. Io che son cresciuto con pane Lovecraft e i Cenobiti o Michael Mayers puoi immaginare l'effetto che roba alla Don Matteo può avere su di me: disturbante. Ottima disamina su King. Lui vende perché è un bravissimo scrittore ma gli horror che ha scritto si possono contare sulle dita di una mano. Alla fine tra decine libri ci lascia un unico iconico personaggio: IT. Tuttavia la stessa cosa l'ha realizzata Barker con i Cenobiti benché con una produzione letteraria enormemente inferiore a King. Alla fine w l'horror w la fantascienza e chi se ne del mainstream ecco perché mi sto dedicando al recupero di libri vecchi... nei nuovi non c'è spazio per me a parte rare eccezioni 😂
Ci sarebbe eventualmente anche Pet semetary che a detta dello stesso King sarebbe il suo romanzo più horror!!😛👍
@@antonioalfredoguidi4450 si certo per semetary e tra questi tuttavia non c'è un personaggio particolare che si è radicato nell'immaginario collettivo come IT o i Cenobiti, intendevo in questo senso.
Solo un appunto, in Italia è esistito per noi ragazzi di allora Dylan Dog!!🤔🙂
Eccome
Ma quindi l'Italia è un paese dove vige la pretesa della narrativa del vero applicata attraverso un'immagine totalmente fantastica dello stesso? 🤣
In pratica...
Quando ci hai chiesto di attivare i neuroni,mi hai destabilizzato.Comunque che non ci fosse totale libertà di scrivere tutto quel che si vuole è tautologico.Non sono d'accordo che sia il grande pubblico che non voglia essere "ferito" ma piuttosto non si debba superare la fatidica linea rossa che in questo caso è invisibile ma può essere intuita dove più o meno si trova.Il fatto che al pubblico piacciano personaggi disturbati e disturbanti che vivono in un mondo senza un apparente via di risoluzione è un fatto.Il caso do Matteo ,credo che sia per via di un fattore generazionale (i15enni non guardano don Matteo,ma guardano horror e serie "violente". Sull Italia perbenista alla eccesso stride con una democrazia matura,e sembra piuttosto un rapporto tra classe dominante carrierista e bulimica di potere, e sudditi poco intelligenti,bambineshi.Si smussano gli angoli perché nessuno possa disturbare troppo.
Io amo King, ma di Don Matteo avrò visto una puntata nemmeno intera.
Più Musolino (che vinca cavolo!!), più Ligotti, più Ketchum, più Barker, più, più, insomma, più coerenza e appunto meno paletti.
Quando un Don Matteo qualsiasi capirà che girando il Crocefisso il mondo non finirà, allora forse diventerà più umano di quello che pensa di essere.
AMEN.
L'Italia è il paese della Locura. Nel senso Borisiano del termine.
Io non capisco perché lo si chiama Steven King, quando invece si chiama Stephen, King. Mah. Misteri della 😝 lingua.
Gli americani pronunciano Stephen "Stiven".
@@brokenstories okkeii
Lucio Besana Uber alles in primis. Le case editrici "grandi" Major.. a me pare che siano pure peggiorate. (se possibile), che tristezza di gente, Del resto pensano al bene psicologico delle masse di imberbi e ingenui lettori..esercitano il loro disinteressato lavoro pedagogico..o no? Su King, non posso che darti completamente ragione (a parte pochissime eccezioni della sua produzione..vedi Carrie). Poi, e forse mi sbaglio, di case editrici medie o piccole c'è ne sono rimaste poche per poter compensare almeno in parte, la missione moralizzatrice/rassicurante delle case editrici maggiori.. Tra i non rassicuranti, e appena uscito il nuovo Ligotti, (nuovo si fa per dire in originale è uscito nel 2014) ancora per IL Saggiatore, ma trattasi di eccezzione che non fa testo. p.s. Don Matteo è Horror, dammi retta, e veramente inquietante, io lo darei vietato ai maggiori di 95 anni..Cordiali Saluti