"Direi che la letteratura è sempre stata Fantastica. È cominciata con la cosmogonia, la mitologia, con i racconti di Dei e di mostri. All'inizio si parlava sempre di altri paesi, altri tempi. Ed era del tutto naturale. [...] La tradizione Fantastica è la vera tradizione essenziale della letteratura. L'altra è piuttosto cronaca, storia, non è letteratura. Il realismo è solo un episodio della letteratura". (Jorge L. Borges)
Nutro una profonda stima per Rialti, non solo in qualità di traduttore ma anche come divulgatore. Lo snobismo nei confronti del fantastico, qui in Italia, è fuori discussione e tu lo hai spiegato molto bene ma penso che intellettuali come lui - appassionati della narrativa di genere e al contempo conoscitori delle dinamiche dei salotti culturali e accademici (o sedicenti tali) - possano essere l'arma in più per scardinare, nel tempo e gradualmente, certi assurdi preconcetti. Solo il mio punto di vista, ovviamente.
Ah be', ci sarebbero tante cose da dire. Ben venga che un pubblico che finora non lo ha frequentato si imbatta nel fantastico, anche a costo di non stare lì a fare troppi distinguo. L'impressione è che (eventuale sponsorizzazione del volume in uscita a parte) l'autore dica al suo pubblico "Oh, si è fantastico... ma tranquilli, è di qualità" dimodoché il pubblico stesso non si senta troppo in colpa - ma il senso di colpa è come un sacco di mattoni, non devi fare altro che scaricarlo, salire sul palco e gridare che la corazzata Kotemkin è una c**ta pazzesca. Lo snobismo verso il fantastico, in Italia, secondo me cammina su almeno due gambe: il realismo socialista e quello cattolico o, meglio, la loro pretesa di essere l'unica forma d'arte possibile. Su quello di matrice cattolica - e penso di poterlo dire proprio da cattolico - credo che una possibile origine sia da rinvenirsi nella volontà clericale di mantenere, sul soprannaturale, una "riserva di giurisdizione", specie dopo la Controriforma: tutto ciò che esula dal mondo sensibile deve essere in qualche modo sotto il controllo o l'osservazione della Chiesa e del clero, in quanto detentori della lettura "corretta" dello spirituale. Non è forse un caso che il fantastico nei paesi latini abbia avuto uno sviluppo meno ampio e incisivo che nei paesi protestanti, dove l'approccio alla questione ha un'impronta più individuale - anche se ovviamente hanno un peso enorme altri fattori, come per esempio la capillarità, in quei paesi, di un'industria anche del divertimento, non necessariamente con fini edificanti o educativi.
Ho un mio parere sull'argomento e sull'articolo di Rialti pubblicato su Il Foglio. La "colpa" non è di Manzoni e della tradizione cristiana. Infatti c'è un intero filone cristiano di letteratura mistica che parla di estasi, visioni, possessioni diaboliche etc etc. che non ha niente a che fare col realismo o la realtà. Parlo di autrici come Caterina da Siena, Teresa d'Avila e di tanti altri. Ricordo ad esempio le descrizioni delle lotte con satana fatte da Gemma Galgani nelle sue memorie. Lo snobismo verso la letteratura fantastica è invece dovuto alla critica d'arte marxista. Secondo questa corrente interpretativa l'arte in ogni sua forma deve educate il popolo e quindi deve trattare di problematiche "reali". Non a caso negli anni 50 in Italia, l'arte astratta di pittori come Dorazio, Accardi, Perilli etc venne fortemente osteggiata dal PCI e dalla critica di formazione marxista. L'arte "buona e giusta" era quella di Guttuso, Migneco, Cantatore etc ossia quella che ritraeva pescatori o contadini al lavoro. Ecco da dove viene lo snobismo di un Nanni Moretti che citi nel video, nei confronti di molto cinema fantastico ed ecco spiegato anche il perché certa critica letteraria nostrana, tuttora non vede di buon occhio tutto ciò che è fantasy o weird.
Vero, bisognerebbe approfondire anche le responsabilità degli intellettuali marxisti. Ma restano quelle cattoliche. L'inquisizione non è sorta in difesa dell'immaginazione.
la colpa è di Benedetto Croce e della Einaudi iper-realista (quella che costringeva Levi (!) a usare uno pseudonimo quando scriveva sci-fi) che ha condizionato il dibattito letterario italiano dagli anni '50 fino agli '80
In Italia il lettore medio-colto, ovvero quello integrato nell'industria culturale, e destinatario dell'articolo di Rialti, alla fine è un po' un bambinone a cui, al contrario di quel che scriveva Lucrezio nel De Rerum Natura, il miele della fantasia e dell'immaginazione perché si convinca ad assumerlo gli va offerto cospargendo l'orlo della tazza dell'amaro succo del "vero e dell'utile".
Non ho letto l'articolo, grazie di averlo segnalato: mi auguro abbia citato Buzzati, a mio parere tra i più grandi autori di fantastico a livello mondiale, capace di prevenire anche molti autori d'oltreoceano. Ho l'impressione che oggi alcune grandi case editrici si siano accorte che nell'editoria indipendente il fantastico si sta affermando più che in passato e cerchino quindi di cavalcare l'onda, lanciando collane un po' ad minchiam, tra snobismo radical chic e richiami a firme di sicuro successo. Devo ancora capire se questo possa recare più danno o profitto alla fruizione del fantastico nel nostro Paese. In generale mi chiedo se, da parte dell'intellighenzia, non sarebbe meglio superare le distinzioni vagamente razziste tra italiano (o italico) e straniero, l'assurda dicotomia tra letteratura e narrativa di genere e impegnarsi a proporre semplicemente buone opere ai lettori, lasciando che siano loro a decidere se cercare mero intrattenimento o contenuti più profondi.
Bello questo episodio, recuperato ora. Se ci fai caso, ciò che dici sulla letteratura italiana, questa tendenza di cui parli verso il vero(simile), è molto riflessa anche nel cinema e nelle serie tv. Guarda cosa esportiamo: storie di gang, criminali, mafie. Fatte anche bene, ok. Ma pochissimo fantastico se non nulla. Correggimi se sbaglio, ci mancherebbe.
Polemica parte due 😆 Scherzi a parte, volevo capire i motivi di questa rabbia che traspare dal tono. Nel senso, a me quest'antologia pare una bella notizia, il fatto che trovi spazio sui quotidiani un'altra bella notizia, fa parlare tanto di un genere spesso bistrattato e ne fa parlare in luoghi che prima non erano così aperti, e però pare che questa cosa non faccia contenti i puristi. Quindi volevo capire, è perché gli autori vengono dal mainstream? Perché difendono la letterarietà delle loro opere? Perché io dal video ho tratto questo, ma magari sbaglio
Il mainstream ha la pessima abitudine di affermare che le cose esistono solo quando entrano nel mainstream. E invece è lì che di solito cominciano a finire. Ma io ribadisco che spero l'antologia sia splendida. Solo non mi si venga a dire che non è "fantastico" in maniera cautelativa.
@@brokenstories Però permettimi, Flavio, non mi pare che nessuno di loro lo abbia mai detto. Se il pubblico e i grandi ambienti non si erano accorti dell'esistenza del movimento weird italiano, sarà mica colpa del pubblico e dei grandi ambienti, e magari anche del movimento weird italiano? Non capisco perché prendersela con chi non sta facendo altro che portare avanti la propria idea di letteratura, senza insultare nessuno, senza dire agli altri cosa è weird e cosa no, senza dirgli come definire i propri libri ma soltanto definendo se stessi
dopo il tuo scorso video sul tema mi sono documentato su questo "novo sconcertante italico" o quello che è......non mi era nuovo nella sostanza ma i riferimenti erano per l'appunto 2015-2018 quando si parlava di "new italian weird" o simile devo dire che all'epoca lessi e apprezzai molto alcuni di quei libri/autori.....avevo l'impressione all'epoca che semplicemente autori che scrivevano libri _strani_ trovassero collocazione presso editori fuori dalle nicchie tipo Einaudi, Saggiatore, Minimum Fax, Chiarelettere (beh Chiarelettere non è fuori dalle nicchie, la collana è mortissima l'editore quasi invisibile, diciamo solo non specializzato ecco) adesso non ho idea di chi ci sarà in quest'antologia, non trovo una lista autori, però l'impressione che avevo di quella gente là del 15-18 è che fossero sensibilità indipendenti, trasversalmente non tanto lontane più che vicine, e che sta presunta appartenenza fosse solo un tentativo di _agguantarli_ per _scaffalarli_ meglio se ne occupò anche Farhenheit per un po', li seguì, ne parlò.....poi arrivò l'ondata dei romanzi sui migranti e si spostarono i mirini sul sociale
Sul fantastico italiano e la sua storia si potrebbe parlare per ore: gli autori semidimenticati e snobbati fino agli anni Settanta (Buzzati, Landolfi, Bontempelli); i vari canoni (le antologie di Contini e di Calvino) e i loro rapporti con le teorie di Todorov e Freud; la condanna del genere considerato "escapista", privo di dimensione politica e ideologica; la condanna espressiva di Contini che selezionò un corpus di autori meritevoli, escludendone però molti altri. Per questi aspetti interessanti, si puó leggere l'introduzione di un bel volume di Stefano Lazzerin e altri autori: "Il fantastico italiano: bilancio critico e bibliografia commentata dal 1980 a oggi". Per quanto riguarda il tuo intervento, Flavio, concordo: certi discorsi sono fastidiosi e fuori tempo massimo. in Italia c'è Fanucci, Nord, Armenia, Newton Compton; c'è stato Giuseppe Lippi, c'è Urania, c'é Hypnos, c'é Alcatraz e tanti tanti altri. Per chi sapeva cercare e voleva leggere c'erano le edicole, le librerie più aperte, le fumetterie. Adesso che l'intrattenimento pop americano non ha più barriere ("Netflix è in 190 paesi" per citare una battuta proprio dall'ultimo film di Moretti), ora che King non è più semplicemente lo scrittore di best seller di consumo, l'editoria mainstream decide di surfare l'onda e cosa c'é di meglio che autoaffibbiarsi la paternità di un genere, chiamando a raccolta sempre gli stessi quattro autori che poi discettano in modo un tantinello snob su temi che eserciti di lettori divorano da decenni? So' arrivati loro...
@@brokenstories paragonare Calasso con Lippi o Viviani può significare solo non conoscere bene il catalogo Adelphi. Il lavoro di Viviani e Lippi nella fantascienza è importantissimo, cruciale, ma Calasso sta semplicemente su un altro pianeta, e ha un rilievo che trascende i confini Italiani e i generi. Forse quello di cui ha bisogno la parte frustrata della community weird è qualche lettura in più.
@@brokenstories beh Calasso ha un ruolo riconosciuto a livello mondiale, sia per la sua opera di mitografo con libri incredibili come Ka, Le nozze di Cadmo e Armonia, L'Ardore, ecc., sia per l'opera d'arte unica che è il catalogo Adelphi. Due cose che gli hanno fatto sfiorare più volte il Nobel per la Letteratura. Lippi e Viviani sono dei miti per chiunque ami la fantascienza in Italia --- e non c'è dubbio che non abbiano la fama che meritano a causa del pregiudizio contro la sci-fi --- ma sono dei bravissimi editor e curatori come ce ne sono in ogni paese e in ogni fase storica. Calasso è stato un genio al rango delle massime menti di ogni tempo. Gioca nel campionato di chi sta sui libri di Storia oltre che in quelli di Letteratura. Riconoscere questi valori non è snob. Se poi si confronta, che so, P. Kettridge, Jr. con il Calasso scrittore, allora sì che siamo su un'altra galassia proprio.
mi vengono due riflessioni 1 (e questa è per me ricorrente) tutto ciò che è letterario in italia (minuscola) deve avere la lettura di ambientazione sociale reale e/o realista....e se appena prova a non esserlo deve avere un livello metaforico e/o allegorico che ce la riporti.....lo stile in sè, la storia in sè come valore stanno sulle etichette dei detersivi da sempre faccio mia quella uscita di quel regista noto accusato di disimpegno "se avevo da mandarti un messaggio ti scrivevo un telegramma" (credo sia Samuel Fuller non sono riuscito a verificare)
peccato che Rialti sia letteralmente la persona che in Italia ha fatto di più per far uscire il fantastico dal ghetto. Alla fine questa polemica, che speravo producesse contenuti interessanti, dimostra solo che chi è invisibile nella maggior parte dei casi lo merita perché non ha le capacità di farsi notare, ma solo di bofonchiare sui social.
Super interessante! Grazie! Hai dato un sacco di spunti per scavare nella nostra storia e per capire perché il fantastico è così maltrattato qui da noi. Dove potrei trovare più informazioni sulla situazione (e la "storia") del fantastico in Italia? In ogni caso, grazie mille!
Ho iniziato a seguire da una settimana i tuoi video e li sto apprezzando molto. Sono un poco più giovane di te (classe 91), ma mi sono ritrovato in un sacco nelle cose che dici. Anche io mi sono avvicinato alla scrittura grazie a Stephen King quando ero ancora un ragazzino e da allora mi ci sono dedicato sperando di trasformarla, un giorno, in qualcosa di più concreto. Purtroppo, anche se non sono immerso nel settore, anche io avevo già sperimentato la "pessima reputazione" del fantasy, dell'horror e del weird (e dell'inventato in generale) ed è una cosa che mi rattrista enormemente visto che, per la maggiore, mi dedico a quel genere di letteratura.
Ma basta guardare i premi letterari in Italia :hai mai visto premiato un libro fantasy/horror /weird? No, solo libri "Seri" che nella stragrande maggioranza dei casi dopo un paio di settimane nessuno ricorda più, come se non fossero mai stati scritti. Hai ragione a dire che l'Italia è un paese bigotto, dove la cosidetta élite culturale(che presiede le giurie letterarie o che comunque ha un peso nelle tendenze culturali) è zeppa di parrucconi. Tempo fa ha cominciato a girare un po' dappertutto la parola resilienza e nelle radio, nelle tv, nei giornali c'è stata una rincorsa affannosa a infilare questa parola in ogni dove, solo per far vedere che la si conosceva. Spesso veniva infilata in un contesto di frase talmente avulso alla parola stessa che sembrava un tentativo goffo e patetico come quello delle sorelle di cenerentola. Questo è solo un esempio del bigottume che imperversa nel nostro Paese. Ps per me Moby Dick è weird!
Il cosidetto "dibattito" era uscito per L’indiscreto sul Novo Sconcertante Italico ! ! . Egregio dottor Flavio Troisi lei è stato molto chiaro nell'esporre e commentare con chiarezza et estremissima moderazione il dicutibillissimo articolo su Il Foglio e su tutta l'ipocrisia (oltre allo snobismo) che aleggia nella testa di costoro.p.s. L'ira di Cthulhu porebbe abbattersi presto per punire gli italici spocchiosi (o forse è da tempo che si è manifestatata nei nostri lidi) p.p.s. 2 congli non richiesti Bruno Schulz con Le botteghe color cannella e un film italiano che nulla ha a che vedere con il Novo Sconcertante Italico (ahahah mi scusi a me fa ridere assai questa amena definizione.) Titolo film italico Piove di Paolo Strippoli girato con pochi spicci ma che ha parecchi spunti interessanti. Mi scuso per la lungaggine.
La butto così. Ho un piccolo dubbio che questa "intellettualizzazione" all'italiana del weird non tiri fuori i soliti sboroni (che mai prima avrebbero degnato di attenzione il weird) che inizieranno a designare ciò che weird è e ciò che non lo è. Gli autori "validi" da quelli che non lo sono. E un po' come quando uscirono i vari film del Marvel Universe (nel bene e nel male...) dove persone che solo il giorno prima non avrebbero potuto distinguere DC da Marvel o chi fosse Spiderman, andavano a pontificare (partendo SOLO dai film) su questo o quel personaggio o su questa o quella storia, ad altri che sapevano a memoria vitamorteemiracoli degli X Men o di Cap America, per dire.
Ricordo una storia. Qualche anno fa la rivista di Mondadori "Nuovi Argomenti" fece un numero sci-fi. Il curatore chiamò autori a suo piacimento dei quali quasi nessuno era un autore sci-fi. Il sottobosco sci-fi italiano si incazzò. Ben presto però cominciarono a scannarsi tra loro, come micro-tribù in guerra, perché in fondo non erano d'accordo su nulla. Men che meno su chi di loro doveva andare su "Nuovi Argomenti". Ricorda qualcosa?
Ma quindi i "lettori weird" diventeranno "lettori sconcertanti"? 😁 Non so, a me articoli come questo fanno sempre passare la voglia anche solo di interessarmi a un argomento. Come se davvero non ci fosse la volontà di far progredire il panorama culturale italiano (anzi, a volte sembra che esista una volontà tesa proprio a NON farlo progredire, a mantenere lo status quo). Immagino che in certi ambienti temano di perdere introiti se la letteratura di evasione iniziasse davvero a essere trattata con rispetto (e non solo come mezzo per far scucire soldi alle giovani generazioni, come sta succedendo di recente). Qualche anno fa ho letto un suo articolo sulla sua traduzione di Morgan. Da quello che ha scritto ho avuto l'impressione che avesse ritradotto la Bibbia dall'aramaico parlato con una mano legata dietro la schiena, un occhio bendato, con penna e calamaio e con la benedizione del Papa (ricordo distintamente di aver pensato "Hai solo tradotto un fantasy, stai calmo"). Sembrava quasi che tradurre un fantasy sia una delle fatiche di Ercole e che necessiti di riflessioni profonde sul senso della vita...
Ciao! L'altra volta avevo concesso il beneficio del dubbio, ma qua il dubbio viene a me, ovvero che sia una presa di posizione un po' frutto di rabbia. Prima di tutto perché alla luce di questo e altri articoli, appare ora chiaro che Rialti non si riferisce al weird degli epigoni italiani di Lovecraft, ma a tutt'altro. E poi... nel sottobosco degli scrittori più o meno realizzati [eufemismo] che imitano HPL dall'Italia, si è mai visto questo livello di analisi critica? Mi pare di no. Allora a volte farebbe meglio a tutti una onesta presa di coscienza. Soprattutto agli autori che ti seguono e che magari si gioverebbero di più di una prospettiva onesta ed ecumenica che di un settarismo che oggi come oggi mi pare sconfitto da Rialti (vedi anche questo, che immagino tu abbia letto www.iltascabile.com/letterature/altra-nuova-letteratura/?fbclid=IwAR0SqITAhG40YBdB0AFQaFKTaR4hd6FHzepgOsPGwjtBj0cGH_BxMSNV4zM ) specie perché in seguito alle (giuste) proteste, Bompiani ha tolto quel fatale "PRIMA" dai comunicati stampa successivi... Definire "snob" la preparazione e la cultura è un seppuku psichico.
@@brokenstories A conti fatti e a palle ferme, fermo restando che il comunicato stampa Bompiani conteneva una falsità, dopo aver letto le varie polemiche su FB, le risposte varie, e i video dei varicanali, riassumerei la vicenda così: Rialti fa infuriare autori irrilevanti perché li fa specchiare sulla loro irrilevanza, non tanto o non solo editoriale, ma anche narrativa e critica. Peccato, era un'occasione per produrre testi di valore che ribattessero punto su punto. Ma mi pare a questo punto dimostrato che la parte della community weird che si è indignata non è in grado di farlo, immagino per eccessive lacune teoriche e stilistiche, così come non è in grado di mettersi d'accordo su quali sarebbero gli autori italiani più rappresentativi da difendere e valorizzare.
@@brokenstories me ne guardo bene, sono per le autoproduzioni. Quelle vere, che creano i loro canali alternativi di distribuzione e vendita. Non quelle che stanno in coda per uno slot bompiani.
ERRATA CORRIGE: Funetta, non Pedretta.
Avevo pensato ad Alessandro Kresta Pedretta
"Direi che la letteratura è sempre stata Fantastica. È cominciata con la cosmogonia, la mitologia, con i racconti di Dei e di mostri. All'inizio si parlava sempre di altri paesi, altri tempi. Ed era del tutto naturale. [...] La tradizione Fantastica è la vera tradizione essenziale della letteratura. L'altra è piuttosto cronaca, storia, non è letteratura. Il realismo è solo un episodio della letteratura". (Jorge L. Borges)
Nutro una profonda stima per Rialti, non solo in qualità di traduttore ma anche come divulgatore. Lo snobismo nei confronti del fantastico, qui in Italia, è fuori discussione e tu lo hai spiegato molto bene ma penso che intellettuali come lui - appassionati della narrativa di genere e al contempo conoscitori delle dinamiche dei salotti culturali e accademici (o sedicenti tali) - possano essere l'arma in più per scardinare, nel tempo e gradualmente, certi assurdi preconcetti. Solo il mio punto di vista, ovviamente.
Rispetto per Rialti, tanto è vero che lo si legge e discute. Ho pure speso 2.50 per comprare IL FOGLIO.
Ah be', ci sarebbero tante cose da dire. Ben venga che un pubblico che finora non lo ha frequentato si imbatta nel fantastico, anche a costo di non stare lì a fare troppi distinguo. L'impressione è che (eventuale sponsorizzazione del volume in uscita a parte) l'autore dica al suo pubblico "Oh, si è fantastico... ma tranquilli, è di qualità" dimodoché il pubblico stesso non si senta troppo in colpa - ma il senso di colpa è come un sacco di mattoni, non devi fare altro che scaricarlo, salire sul palco e gridare che la corazzata Kotemkin è una c**ta pazzesca. Lo snobismo verso il fantastico, in Italia, secondo me cammina su almeno due gambe: il realismo socialista e quello cattolico o, meglio, la loro pretesa di essere l'unica forma d'arte possibile. Su quello di matrice cattolica - e penso di poterlo dire proprio da cattolico - credo che una possibile origine sia da rinvenirsi nella volontà clericale di mantenere, sul soprannaturale, una "riserva di giurisdizione", specie dopo la Controriforma: tutto ciò che esula dal mondo sensibile deve essere in qualche modo sotto il controllo o l'osservazione della Chiesa e del clero, in quanto detentori della lettura "corretta" dello spirituale. Non è forse un caso che il fantastico nei paesi latini abbia avuto uno sviluppo meno ampio e incisivo che nei paesi protestanti, dove l'approccio alla questione ha un'impronta più individuale - anche se ovviamente hanno un peso enorme altri fattori, come per esempio la capillarità, in quei paesi, di un'industria anche del divertimento, non necessariamente con fini edificanti o educativi.
Ho un mio parere sull'argomento e sull'articolo di Rialti pubblicato su Il Foglio. La "colpa" non è di Manzoni e della tradizione cristiana. Infatti c'è un intero filone cristiano di letteratura mistica che parla di estasi, visioni, possessioni diaboliche etc etc. che non ha niente a che fare col realismo o la realtà. Parlo di autrici come Caterina da Siena, Teresa d'Avila e di tanti altri. Ricordo ad esempio le descrizioni delle lotte con satana fatte da Gemma Galgani nelle sue memorie. Lo snobismo verso la letteratura fantastica è invece dovuto alla critica d'arte marxista. Secondo questa corrente interpretativa l'arte in ogni sua forma deve educate il popolo e quindi deve trattare di problematiche "reali". Non a caso negli anni 50 in Italia, l'arte astratta di pittori come Dorazio, Accardi, Perilli etc venne fortemente osteggiata dal PCI e dalla critica di formazione marxista. L'arte "buona e giusta" era quella di Guttuso, Migneco, Cantatore etc ossia quella che ritraeva pescatori o contadini al lavoro. Ecco da dove viene lo snobismo di un Nanni Moretti che citi nel video, nei confronti di molto cinema fantastico ed ecco spiegato anche il perché certa critica letteraria nostrana, tuttora non vede di buon occhio tutto ciò che è fantasy o weird.
Vero, bisognerebbe approfondire anche le responsabilità degli intellettuali marxisti. Ma restano quelle cattoliche. L'inquisizione non è sorta in difesa dell'immaginazione.
la colpa è di Benedetto Croce e della Einaudi iper-realista (quella che costringeva Levi (!) a usare uno pseudonimo quando scriveva sci-fi) che ha condizionato il dibattito letterario italiano dagli anni '50 fino agli '80
Dorazio Accardi Perilli erano della stessa area politica, come i/ le migliori artisti/e successivi/e
@@user-fb1jy9qo4n30:36
In Italia il lettore medio-colto, ovvero quello integrato nell'industria culturale, e destinatario dell'articolo di Rialti, alla fine è un po' un bambinone a cui, al contrario di quel che scriveva Lucrezio nel De Rerum Natura, il miele della fantasia e dell'immaginazione perché si convinca ad assumerlo gli va offerto cospargendo l'orlo della tazza dell'amaro succo del "vero e dell'utile".
:-) Questa è notevole.
Non ho letto l'articolo, grazie di averlo segnalato: mi auguro abbia citato Buzzati, a mio parere tra i più grandi autori di fantastico a livello mondiale, capace di prevenire anche molti autori d'oltreoceano. Ho l'impressione che oggi alcune grandi case editrici si siano accorte che nell'editoria indipendente il fantastico si sta affermando più che in passato e cerchino quindi di cavalcare l'onda, lanciando collane un po' ad minchiam, tra snobismo radical chic e richiami a firme di sicuro successo. Devo ancora capire se questo possa recare più danno o profitto alla fruizione del fantastico nel nostro Paese. In generale mi chiedo se, da parte dell'intellighenzia, non sarebbe meglio superare le distinzioni vagamente razziste tra italiano (o italico) e straniero, l'assurda dicotomia tra letteratura e narrativa di genere e impegnarsi a proporre semplicemente buone opere ai lettori, lasciando che siano loro a decidere se cercare mero intrattenimento o contenuti più profondi.
Bello questo episodio, recuperato ora. Se ci fai caso, ciò che dici sulla letteratura italiana, questa tendenza di cui parli verso il vero(simile), è molto riflessa anche nel cinema e nelle serie tv. Guarda cosa esportiamo: storie di gang, criminali, mafie. Fatte anche bene, ok. Ma pochissimo fantastico se non nulla. Correggimi se sbaglio, ci mancherebbe.
"92 minuti ininterrotti di applausi" 👏 e comunque, meglio avere mezzo John Carpenter che 10 Nanni Moretti 😂
Anche Moretti ha il suo perché. Ma ai suoi film preferisco le clip dei suoi film.
@@brokenstories Ma certo, la mia era una provocazione (per quanto non del tutto priva di fondamento 😁)
Polemica parte due 😆
Scherzi a parte, volevo capire i motivi di questa rabbia che traspare dal tono. Nel senso, a me quest'antologia pare una bella notizia, il fatto che trovi spazio sui quotidiani un'altra bella notizia, fa parlare tanto di un genere spesso bistrattato e ne fa parlare in luoghi che prima non erano così aperti, e però pare che questa cosa non faccia contenti i puristi. Quindi volevo capire, è perché gli autori vengono dal mainstream? Perché difendono la letterarietà delle loro opere? Perché io dal video ho tratto questo, ma magari sbaglio
Il mainstream ha la pessima abitudine di affermare che le cose esistono solo quando entrano nel mainstream. E invece è lì che di solito cominciano a finire. Ma io ribadisco che spero l'antologia sia splendida. Solo non mi si venga a dire che non è "fantastico" in maniera cautelativa.
@@brokenstories Però permettimi, Flavio, non mi pare che nessuno di loro lo abbia mai detto. Se il pubblico e i grandi ambienti non si erano accorti dell'esistenza del movimento weird italiano, sarà mica colpa del pubblico e dei grandi ambienti, e magari anche del movimento weird italiano? Non capisco perché prendersela con chi non sta facendo altro che portare avanti la propria idea di letteratura, senza insultare nessuno, senza dire agli altri cosa è weird e cosa no, senza dirgli come definire i propri libri ma soltanto definendo se stessi
dopo il tuo scorso video sul tema mi sono documentato su questo "novo sconcertante italico" o quello che è......non mi era nuovo nella sostanza ma i riferimenti erano per l'appunto 2015-2018 quando si parlava di "new italian weird" o simile
devo dire che all'epoca lessi e apprezzai molto alcuni di quei libri/autori.....avevo l'impressione all'epoca che semplicemente autori che scrivevano libri _strani_ trovassero collocazione presso editori fuori dalle nicchie tipo Einaudi, Saggiatore, Minimum Fax, Chiarelettere (beh Chiarelettere non è fuori dalle nicchie, la collana è mortissima l'editore quasi invisibile, diciamo solo non specializzato ecco)
adesso non ho idea di chi ci sarà in quest'antologia, non trovo una lista autori, però l'impressione che avevo di quella gente là del 15-18 è che fossero sensibilità indipendenti, trasversalmente non tanto lontane più che vicine, e che sta presunta appartenenza fosse solo un tentativo di _agguantarli_ per _scaffalarli_ meglio
se ne occupò anche Farhenheit per un po', li seguì, ne parlò.....poi arrivò l'ondata dei romanzi sui migranti e si spostarono i mirini sul sociale
Niente contro gli autori.
Lasciamo il weird snob a chi dice che i libri che non si trovano in libreria non esistono! Ottimo approfondimento come sempre, complimenti. 👏
Libri di Sangue ha fatto un video ignorantone e un po' brutto come tono ma che andava dritto al punto.
Punto, punto e virgola, due punti. "Fai vedere che abbondiamo." (cit.)
Sul fantastico italiano e la sua storia si potrebbe parlare per ore: gli autori semidimenticati e snobbati fino agli anni Settanta (Buzzati, Landolfi, Bontempelli); i vari canoni (le antologie di Contini e di Calvino) e i loro rapporti con le teorie di Todorov e Freud; la condanna del genere considerato "escapista", privo di dimensione politica e ideologica; la condanna espressiva di Contini che selezionò un corpus di autori meritevoli, escludendone però molti altri. Per questi aspetti interessanti, si puó leggere l'introduzione di un bel volume di Stefano Lazzerin e altri autori: "Il fantastico italiano: bilancio critico e bibliografia commentata dal 1980 a oggi".
Per quanto riguarda il tuo intervento, Flavio, concordo: certi discorsi sono fastidiosi e fuori tempo massimo. in Italia c'è Fanucci, Nord, Armenia, Newton Compton; c'è stato Giuseppe Lippi, c'è Urania, c'é Hypnos, c'é Alcatraz e tanti tanti altri. Per chi sapeva cercare e voleva leggere c'erano le edicole, le librerie più aperte, le fumetterie. Adesso che l'intrattenimento pop americano non ha più barriere ("Netflix è in 190 paesi" per citare una battuta proprio dall'ultimo film di Moretti), ora che King non è più semplicemente lo scrittore di best seller di consumo, l'editoria mainstream decide di surfare l'onda e cosa c'é di meglio che autoaffibbiarsi la paternità di un genere, chiamando a raccolta sempre gli stessi quattro autori che poi discettano in modo un tantinello snob su temi che eserciti di lettori divorano da decenni? So' arrivati loro...
S', mi pare un grande autoaffibbiamento. Calasso sì, Lippi, Viviani e tanti altri no?
@@brokenstories paragonare Calasso con Lippi o Viviani può significare solo non conoscere bene il catalogo Adelphi. Il lavoro di Viviani e Lippi nella fantascienza è importantissimo, cruciale, ma Calasso sta semplicemente su un altro pianeta, e ha un rilievo che trascende i confini Italiani e i generi. Forse quello di cui ha bisogno la parte frustrata della community weird è qualche lettura in più.
@@user-fb1jy9qo4n eh, adesso però stai cominciando a diventare snob anche tu. Un altro pianeta addirittura.
@@brokenstories beh Calasso ha un ruolo riconosciuto a livello mondiale, sia per la sua opera di mitografo con libri incredibili come Ka, Le nozze di Cadmo e Armonia, L'Ardore, ecc., sia per l'opera d'arte unica che è il catalogo Adelphi. Due cose che gli hanno fatto sfiorare più volte il Nobel per la Letteratura. Lippi e Viviani sono dei miti per chiunque ami la fantascienza in Italia --- e non c'è dubbio che non abbiano la fama che meritano a causa del pregiudizio contro la sci-fi --- ma sono dei bravissimi editor e curatori come ce ne sono in ogni paese e in ogni fase storica. Calasso è stato un genio al rango delle massime menti di ogni tempo. Gioca nel campionato di chi sta sui libri di Storia oltre che in quelli di Letteratura. Riconoscere questi valori non è snob.
Se poi si confronta, che so, P. Kettridge, Jr. con il Calasso scrittore, allora sì che siamo su un'altra galassia proprio.
mi vengono due riflessioni
1 (e questa è per me ricorrente)
tutto ciò che è letterario in italia (minuscola) deve avere la lettura di ambientazione sociale reale e/o realista....e se appena prova a non esserlo deve avere un livello metaforico e/o allegorico che ce la riporti.....lo stile in sè, la storia in sè come valore stanno sulle etichette dei detersivi
da sempre faccio mia quella uscita di quel regista noto accusato di disimpegno "se avevo da mandarti un messaggio ti scrivevo un telegramma" (credo sia Samuel Fuller non sono riuscito a verificare)
peccato che Rialti sia letteralmente la persona che in Italia ha fatto di più per far uscire il fantastico dal ghetto. Alla fine questa polemica, che speravo producesse contenuti interessanti, dimostra solo che chi è invisibile nella maggior parte dei casi lo merita perché non ha le capacità di farsi notare, ma solo di bofonchiare sui social.
Rumiko Marin dixit.
"Cioè tutta l'evoluzione della storia e ha un suo filo rosso che è il cristianesimo, se questo non è fantasy io non so che cosa lo sia !" 😉👍
Aforismi improvvisati.
Super interessante! Grazie! Hai dato un sacco di spunti per scavare nella nostra storia e per capire perché il fantastico è così maltrattato qui da noi. Dove potrei trovare più informazioni sulla situazione (e la "storia") del fantastico in Italia? In ogni caso, grazie mille!
Ciao, Dimitri, questo è un compendio niente male: amzn.to/3IW6zjw
@@brokenstories 🖤
Ho iniziato a seguire da una settimana i tuoi video e li sto apprezzando molto. Sono un poco più giovane di te (classe 91), ma mi sono ritrovato in un sacco nelle cose che dici. Anche io mi sono avvicinato alla scrittura grazie a Stephen King quando ero ancora un ragazzino e da allora mi ci sono dedicato sperando di trasformarla, un giorno, in qualcosa di più concreto.
Purtroppo, anche se non sono immerso nel settore, anche io avevo già sperimentato la "pessima reputazione" del fantasy, dell'horror e del weird (e dell'inventato in generale) ed è una cosa che mi rattrista enormemente visto che, per la maggiore, mi dedico a quel genere di letteratura.
Grazie e benvenuto. Questo non è il Maine...
Mi piace questo format, la rassegna stampa di broken stories. Lo vorrei nuovamente
Ma basta guardare i premi letterari in Italia :hai mai visto premiato un libro fantasy/horror /weird? No, solo libri "Seri" che nella stragrande maggioranza dei casi dopo un paio di settimane nessuno ricorda più, come se non fossero mai stati scritti. Hai ragione a dire che l'Italia è un paese bigotto, dove la cosidetta élite culturale(che presiede le giurie letterarie o che comunque ha un peso nelle tendenze culturali) è zeppa di parrucconi. Tempo fa ha cominciato a girare un po' dappertutto la parola resilienza e nelle radio, nelle tv, nei giornali c'è stata una rincorsa affannosa a infilare questa parola in ogni dove, solo per far vedere che la si conosceva. Spesso veniva infilata in un contesto di frase talmente avulso alla parola stessa che sembrava un tentativo goffo e patetico come quello delle sorelle di cenerentola. Questo è solo un esempio del bigottume che imperversa nel nostro Paese.
Ps per me Moby Dick è weird!
questa è verità, ma la bigotteria non c'entra una cippa, c'entra l'influenza di benedetto croce e il realismo einaudiano degli anni 50-60-70
Non sempre è aut aut. A volte è sic atque.
Moretti non gli arriva ai tacchi della scarpe alla Bigelow.
Fa cose completamente diverse.
L'articolo non avrà citato il libro in uscita, ma ha tutta l'aria di essere un mezzo marchettone.
E' un'impressione.
Mi piacerebbe molto approfondire il discorso su Manzoni, Croce e Calvino. In che modo hanno fatto ostruzione alla diffusione del fantastico in Italia?
Richiederebbe una ricerca articolata, le informazioni sono sparpagliate fra testi, note, accenni...
Noncuranza culturale ai piani alti... esattamente così.
Calvino anche no....personalmente val più un alluce di Landolfi che tutte le _leggerezze americane_ di Calvino.....personalmente eh.....
rettifico, _una blatta_ di Landolfi
non c'è dubbio. La pietra lunare vero grande weird italico.
Ok Flà, ma stai calmo 😂
e gesso.
Direi che arriva tardissimo, new italiano Epic se ne parla da un bel po'
Il cosidetto "dibattito" era uscito per L’indiscreto sul Novo Sconcertante Italico ! ! . Egregio dottor Flavio Troisi lei è stato molto chiaro nell'esporre e commentare con chiarezza et estremissima moderazione il dicutibillissimo articolo su Il Foglio e su tutta l'ipocrisia (oltre allo snobismo) che aleggia nella testa di costoro.p.s. L'ira di Cthulhu porebbe abbattersi presto per punire gli italici spocchiosi (o forse è da tempo che si è manifestatata nei nostri lidi) p.p.s. 2 congli non richiesti Bruno Schulz con Le botteghe color cannella e un film italiano che nulla ha a che vedere con il Novo Sconcertante Italico (ahahah mi scusi a me fa ridere assai questa amena definizione.) Titolo film italico Piove di Paolo Strippoli girato con pochi spicci ma che ha parecchi spunti interessanti. Mi scuso per la lungaggine.
Nessuna lungaggine, grazie dell'intervento e degli spunti.
La butto così.
Ho un piccolo dubbio che questa "intellettualizzazione" all'italiana del weird non tiri fuori i soliti sboroni (che mai prima avrebbero degnato di attenzione il weird) che inizieranno a designare ciò che weird è e ciò che non lo è. Gli autori "validi" da quelli che non lo sono.
E un po' come quando uscirono i vari film del Marvel Universe (nel bene e nel male...) dove persone che solo il giorno prima non avrebbero potuto distinguere DC da Marvel o chi fosse Spiderman, andavano a pontificare (partendo SOLO dai film) su questo o quel personaggio o su questa o quella storia, ad altri che sapevano a memoria vitamorteemiracoli degli X Men o di Cap America, per dire.
Ricordo una storia. Qualche anno fa la rivista di Mondadori "Nuovi Argomenti" fece un numero sci-fi. Il curatore chiamò autori a suo piacimento dei quali quasi nessuno era un autore sci-fi. Il sottobosco sci-fi italiano si incazzò. Ben presto però cominciarono a scannarsi tra loro, come micro-tribù in guerra, perché in fondo non erano d'accordo su nulla. Men che meno su chi di loro doveva andare su "Nuovi Argomenti". Ricorda qualcosa?
Nel sottobosco ci sono tanti insetti. Ma gli insetti ci sono dappertutto, occhio.
Italico suona più da Ventennio di italiano. Sarà un caso? :)
Non ci vedo del fascismo, no.
Sei stato un signore, Flavio!
Si meriterebbero una marea di contumelie questi compagnucci del quartierino dalla spocchia francamente insopportabile!
Le contumelie no. Si discute.
Ma quindi i "lettori weird" diventeranno "lettori sconcertanti"? 😁
Non so, a me articoli come questo fanno sempre passare la voglia anche solo di interessarmi a un argomento. Come se davvero non ci fosse la volontà di far progredire il panorama culturale italiano (anzi, a volte sembra che esista una volontà tesa proprio a NON farlo progredire, a mantenere lo status quo). Immagino che in certi ambienti temano di perdere introiti se la letteratura di evasione iniziasse davvero a essere trattata con rispetto (e non solo come mezzo per far scucire soldi alle giovani generazioni, come sta succedendo di recente).
Qualche anno fa ho letto un suo articolo sulla sua traduzione di Morgan.
Da quello che ha scritto ho avuto l'impressione che avesse ritradotto la Bibbia dall'aramaico parlato con una mano legata dietro la schiena, un occhio bendato, con penna e calamaio e con la benedizione del Papa (ricordo distintamente di aver pensato "Hai solo tradotto un fantasy, stai calmo").
Sembrava quasi che tradurre un fantasy sia una delle fatiche di Ercole e che necessiti di riflessioni profonde sul senso della vita...
Quelli che scoprono il weird leggendo "Il foglio" saranno gli stessi che hanno scoperto il rock a Sanremo coi Maneskin.
@@stefanomontesano2010 spero che scoprano un weird più degno rispetto al "rock" che hanno scoperto a Sanremo
Sottoscrivo anche le pause.
Ciao! L'altra volta avevo concesso il beneficio del dubbio, ma qua il dubbio viene a me, ovvero che sia una presa di posizione un po' frutto di rabbia. Prima di tutto perché alla luce di questo e altri articoli, appare ora chiaro che Rialti non si riferisce al weird degli epigoni italiani di Lovecraft, ma a tutt'altro. E poi... nel sottobosco degli scrittori più o meno realizzati [eufemismo] che imitano HPL dall'Italia, si è mai visto questo livello di analisi critica? Mi pare di no. Allora a volte farebbe meglio a tutti una onesta presa di coscienza. Soprattutto agli autori che ti seguono e che magari si gioverebbero di più di una prospettiva onesta ed ecumenica che di un settarismo che oggi come oggi mi pare sconfitto da Rialti (vedi anche questo, che immagino tu abbia letto www.iltascabile.com/letterature/altra-nuova-letteratura/?fbclid=IwAR0SqITAhG40YBdB0AFQaFKTaR4hd6FHzepgOsPGwjtBj0cGH_BxMSNV4zM ) specie perché in seguito alle (giuste) proteste, Bompiani ha tolto quel fatale "PRIMA" dai comunicati stampa successivi... Definire "snob" la preparazione e la cultura è un seppuku psichico.
E definirla frutto di rabbia?
@@brokenstories A conti fatti e a palle ferme, fermo restando che il comunicato stampa Bompiani conteneva una falsità, dopo aver letto le varie polemiche su FB, le risposte varie, e i video dei varicanali, riassumerei la vicenda così: Rialti fa infuriare autori irrilevanti perché li fa specchiare sulla loro irrilevanza, non tanto o non solo editoriale, ma anche narrativa e critica.
Peccato, era un'occasione per produrre testi di valore che ribattessero punto su punto. Ma mi pare a questo punto dimostrato che la parte della community weird che si è indignata non è in grado di farlo, immagino per eccessive lacune teoriche e stilistiche, così come non è in grado di mettersi d'accordo su quali sarebbero gli autori italiani più rappresentativi da difendere e valorizzare.
@@user-fb1jy9qo4n quindi la teoria della invidia sociale. Mi pare deludente. Domanda: sei un autore della antologia Bompiani?
@@brokenstories me ne guardo bene, sono per le autoproduzioni. Quelle vere, che creano i loro canali alternativi di distribuzione e vendita. Non quelle che stanno in coda per uno slot bompiani.
@@brokenstories cmq io una cosa voglio vedè: un articolo cazzuto fatto bene che fa un quadro del weird italiano alternativo alle teorie de Rialti.