034 Maria Soresina legge la Divina Commedia Inferno XXV, 16-151; XXVI, 1-12

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  • Опубликовано: 13 сен 2024
  • Inferno XXV, 16-151
    Inferno XXVI, 1-12
    “Io non li conoscea”.
    “Taccia Lucano… Taccia Ovidio”.
    Quale rapporto tra le metamorfosi e il furto?
    “Godi, Fiorenza…”.

Комментарии • 10

  • @eomguel9017
    @eomguel9017 3 года назад +2

    Straordinaria come sempre Maria! Le sue spegazione fanno che capire la Commedia sia mille volte più facile :)

  • @tittimarino501
    @tittimarino501 3 года назад

    Grazie sempre!🌹🌹🌹

  • @susannavecchioni7252
    @susannavecchioni7252 2 года назад +3

    Professoressa buonasera, volevo chiederle un parere riguardo un' interpretazione che ho letto riguardo il " vanto" di Dante rispetto ai poeti classici citati. La scrivo così come l' ho letta e aspetto con interesse il suo gentile riscontro:
    "L'orgogliosa affermazione della propria bravura è, in ogni caso, conseguente al discorso sulla fama che aveva occupato buona parte del Canto precedente e che aveva dominato la faticosa scalata lungo la parete della VI Bolgia: Virgilio aveva spronato Dante a darsi da fare per acquistare la fama, senza la quale la vita dell'uomo non ha molto valore, e qui tale fama si concretizza come quella poetica, che Dante a buon diritto può reclamare come l'autore di una straordinaria opera di poesia. In quest'ottica l'affermazione della propria superiorità sui poeti antichi si spiega perfettamente e non pare in contrasto col pensiero per cui la fama mondana è solo un soffio di vento, destinato a passare rapidamente (cfr. Purg., XI, 100 ss.): quella è la fama legata ad opere unicamente terrene, la fama che Dante si attende è quella imperitura che deriva da un'opera (la Commedia) che egli scrive sotto dettatura divina, su un tema mai trattato prima d'ora."
    Grazie di cuore e buona serata

    • @ilibridimariasoresina4540
      @ilibridimariasoresina4540  2 года назад +1

      Gentile Susanna,
      in linea di massima sono d’accordo. Non c’è dubbio che questa “affermazione della propria bravura è conseguente al discorso sulla fama che aveva occupato buona parte del canto precedente”. E non c’è dubbio che “la fama che Dante si attende è quella imperitura che deriva da un'opera (la Commedia) che egli scrive sotto dettatura divina”. Questo è vero, ma, a mio avviso, non sono questi pezzi di bravura i versi scritti “sotto dettatura divina”. E non sono loro che gli hanno procurato “fama imperitura”. Non pensa così anche lei?

    • @susannavecchioni7252
      @susannavecchioni7252 2 года назад +2

      Concordo Professoressa, intuitivamente mi viene da pensare che siamo all' Inferno, il primo grado iniziatico verso lo stato superiore dell' essere che si completerà in Paradiso, presumo che la " comprensione" del concetto di fama è, ora, ancora acerba. Continuo a seguirla con interesse. Grazie per il suo tempo.

  • @albakiaras
    @albakiaras Год назад

    21:33 può essere Buoso da Dovara?

    • @ilibridimariasoresina4540
      @ilibridimariasoresina4540  Год назад

      No, perché, quando arriverà alla puntata 43 (e al canto XXXII) leggerà:
      “Io vidi”, potrai dir, ”quel da Duera
      là dove i peccatori stanno freschi”.
      e questo è identificato da tutti con Buoso da Duera (o Dovera, o Dovara come scrive lei), che Dante mette tra i traditori.

    • @albakiaras
      @albakiaras Год назад

      @@ilibridimariasoresina4540 grazie! pensavo fosse una sorta di "anticipazione". l'interlocutore vorrebbe che Buoso fosse lì e invece è in un'altra bolgia😀

    • @ilibridimariasoresina4540
      @ilibridimariasoresina4540  Год назад

      Cara Chiara, è davvero simpatico il suo “vorrebbe che fosse lì”… Il fatto è che è lì. Così intendono tutti i commentatori e questa volta non ho motivo di contestarli: il Buoso è quello che è diventato serpente. Il problema è: quale Buoso? Non quello da Dovera che è in un’altra bolgia. C’è un motivo per cui lei pensa che l’interlocutore vorrebbe ci fosse lì il Buoso da Dovera?