Voglio, voglio morire, piuttosto ch'il mioo mal venga a scoprire. Oh, disgrazia fatale! Quanto più miran gl'occhi il suo bel volto più tien la bocca il mio desir sepolto; chi rimedio non ha taccia il suo male. Non resti di mirar chi non ha sorte, né può da sí bel ciel venir la morte. La bella donna mia sovente miro ed ella a me volge pietoso il guardo, quasi che voglia dire: "Pallesa il tuo martire" ché ben s'accorge che mi struggo e ardo. Ma io voglio morire piuttosto ch'il mio mal venga a scoprire. L'erbetta, ch'al cader di fredda brina languida il capo inchina, all'apprir del sole lieta verdeggia più di quel che suole: tal io, s'alcun timor mi gela il core, all'apparir di lei prendo vigore. Ma io voglio morire pittosto ch'il mio mal venga a scoprire. Deh, getta l'arco poderoso e l'armi, Amor, e lascia omai di saettarmi! Se non per amor mio fallo per onor tuo, superbo dio, perché gloria non è d'un guerrier forte uccider un che sta vicino a morte.
Voglio, voglio morire,
piuttosto ch'il mioo mal venga a scoprire.
Oh, disgrazia fatale!
Quanto più miran gl'occhi il suo bel volto
più tien la bocca il mio desir sepolto;
chi rimedio non ha taccia il suo male.
Non resti di mirar chi non ha sorte,
né può da sí bel ciel venir la morte.
La bella donna mia sovente miro
ed ella a me volge pietoso il guardo,
quasi che voglia dire:
"Pallesa il tuo martire"
ché ben s'accorge che mi struggo e ardo.
Ma io voglio morire
piuttosto ch'il mio mal venga a scoprire.
L'erbetta, ch'al cader di fredda brina
languida il capo inchina,
all'apprir del sole
lieta verdeggia più di quel che suole:
tal io, s'alcun timor mi gela il core,
all'apparir di lei prendo vigore.
Ma io voglio morire
pittosto ch'il mio mal venga a scoprire.
Deh, getta l'arco poderoso e l'armi,
Amor, e lascia omai di saettarmi!
Se non per amor mio
fallo per onor tuo, superbo dio,
perché gloria non è d'un guerrier forte
uccider un che sta vicino a morte.