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Ogni volta sentire Galimberti parlare,su qualsiasi tema, è un piacere enorme. Fa impallidire la sua padronanza non solo della materia ma della vita. Avere questa coniugazione e non ridurla a semplice nozionismo è davvero una benedizione
Quanto contenuto in cosi poco tempo. Con quanta chiarezza si esprime Galimberti, sarei rimasta ore ad ascoltare. Grazie Luca per tuo utilissimo lavoro di divulgazione, e per l'eccellenza nella scelta di personaggi di grande rilievo.
Due passaggi a mio parere utilissimi: 1) IN RIFERIMENTO A COPPIE IN CRISI. "L'altro ha un aspetto positivo se, nei rapporti coniugali cominciassimo a togliere quell'aggettivo possessivo ("mia moglie", "mio marito"). Non c'è niente di mio in questo contesto. E' a causa del concetto per cui la moglie è mia che mi sento di fare di lei ciò che voglio. Bisognerebbe invece instaurare l'alterità, che l'altro è davvero un altro . Anche perchè dall'alterità nasce la CURIOSITA'. Riducendo la persona con cui vivo ad un contenuto della mia visione del mondo, alla fine non la guardo neanche più in faccia". 2) PERCHE' ALCUNI INDIVIDUI RESTANO "MAMMONI". "L'amore genitoriale è un amore verticale: madre, padre e figlio. I figli devono passare da questo amore INCONDIZIONATO (una madre farebbe di tutto per il figlio, anche andare in galera al suo posto) ad un amore coniugale, orizzontale, in cui è tutto CONDIZIONATO".
Davvero molto interessante caro Umberto, però una cosa: questa discussione è stata intrattenuta con un inter-locutore completamente sbagliato!! Tu NON puoi parlare di Violenza con uno che sembra un agnellino mansueto, un post-chirichetto strappato ad un seminario. Tu devi parlare di Violenza con un Violento!! Una che viva la condizione della violenza che la possieda e che ne sia posseduto che possibilmente abbia anche un buona base "pre-strutturata" ideologica forte!! Altrimenti ci limitiamo a fare i discorsetti di forma, ma che poi non comunicano quasi niente a nessuno.... entriamo nel vivo delle questioni, evitiamo la solita speculazione sugli argomenti, facendo permeare tutto alla nebbia offuscata del generalismo!
pensavo la stessa cosa anche se riflettevo sulle conseguenze delle teorie di incompletezza di Godel per quanto riguarda il comunicare verbalmente o fisicamente
In riferimento al tema centrale dell'intervista, la violenza, trovo che il discorso di Galimberti sia contraddittorio in una maniera interessante. - perchè risponde (correttamente) circa il fatto che la violenza è insita nell'uomo. - alla fine però riporta un fatto cruciale: i reduci di guerra. In particolare di quelle guerre dalla dubbia moralità, a partire da quella del Vietnam. Ebbene, sono noti a tutti i danni impressionanti subiti dai soldati sopravvissuti. Danni psicologici (da quella guerra mi pare si sia avuta una prima definizione di quello che è il "disturbo da stress post-traumatico"). Galimberti stesso parla di aver superato dei "limiti psichici". Ma la violenza non era insita nell'uomo? Questo mi porta ad avere una mia personale speranza, che è più una convinzione: l'uomo non è affatto impossibilitato ad una pacifica convivenza con l'altro. Sarà anche violento per natura, ma in una forma che andrebbe ripensata. Perchè quei limiti ci sono eccome e, superandoli, smettiamo di essere uomini in salute.
Per contestare e cristicare le parole che sono anche però osservazioni fatte sulla popolazione attuale , vi deve esser una altrettanto forte conoscenza dell'anomo umano che molti non hanno. Le sue parole sono assulutamente vere se si ha la possibilità di osservare il pensiero attuale e passato nei colloqui perosnali o psicologici. Trovo l'intervista utile per tutti tecnici o non che voglioni capire non solo cosa è o non è la violenza , ma approfondire il tema dei rapporti umani.
C'è chi parla ( Umberto) e chi non ascolta( luca). Il giovane intervistatore continua a far domande sulle cause della violenza non afferrando che essa fa parte, in maniera costitutiva, della natura umana e che se ne sta ben acquattata nell'inconscio anche della persona più educata e simpatica. Pronta ad esplodere anche per cause del tutto futili. Chiedere il perché di questa esplosione di follia non è degno di uno psicologo che si rispetti ma degli insulsi giornalisti che intervistano i vicini di chi si è macchiato di una strage. La vera domanda è: -Perché questi fatti non avvengono più spesso? Nietzsche dice che quando l'uomo non può divorare gli altri divora se stesso. E Sartre dice che l'inferno sono gli altri. Uno che si definisce psicologo dovrebbe per lo meno sapere che il povero io, con tutta la sua pretesa razionalità, è una povera zattera che galleggia perigliosamente sull'oceano dell'inconscio e della follia, che in esso è contenuta.
+Iliade 21 grazie per il commento, mi spiace non avere trovato sul suo canale qualche intervista da lei condotta perché sono certo avrei potuto imparare molto
+Parliamo di Psicologia con Luca Mazzucchelli Mi piacerebbe cominciare da Lei, che è uno del mestiere , se gentilmente lo desidera, a fare interviste . Galimberti dice che dare un nome ai nostri stati emotivi basta a contenere il gesto della violenza che è la risposta primaria dell'uomo non civilizzato a tutto l'universo che esce fuori dai suoi confini. Come mai in un mondo che si va sempre più civilizzando e non dorme di notte per inventare sempre più diritti di giorno, la violenza non arretra nemmeno di un centimetro e prende vie sempre più globalizzate e sofisticate? L'educazione emotiva è la vera soluzione? O è un pannicello caldo ad un bubbone irrisolvibile? Osho dice che le vere domande sono quelle che non hanno risposte. Lei che ne pensa? La ringrazio della cortese attenzione e le chiedo perdono della vis polemica eccessiva contenuta nella mia precedente risposta.
+Iliade 21 Sono domande pertinenti, ma non possiedo una risposta all'altezza. Anche questo è uno dei motivi per cui ho intervistato Galimberti e altrove troverà anche Zimbardo (sottotitolata in italiano) il quale porta un punto di vista diverso: la violenza nasce nel sistema per via di un utilizzo disfunzionale del potere. In estrema sintesi io credo a quanto dice Galimberti, credo ci sia veramente bisogno di educazione alle emozioni. Probabilmente non basterà, certo ci vorrebbe maggiore "giustizia" nel mondo, ma sarebbe un primo passo per vedere (a lungo termine purtroppo) alcuni primi effetti positivi.
E vero io oh rischiato e mi sono trovata bene non avevo paura di cambiare lavoro bisogna essere positivi è và e la buona volonta è sicurezza e si migliora se tu dici se io cambio mi và male stai trancuillo che ti va male perché usi il lato negativo
I valori sono importantissimi, quelli personali. Da un punto di vista psicoterapeutico e che sento qui non si evince questo , anzi il contrario, e si evince solo il rimando a schemi precustituiti, che hanno un fondo di verità ma che poi diventano totalitarismo in quello che si vede qui. Cosi poi si va per la tangente fuori dalla vera cura della persona .... attenzione alla capacità dialettica, che fa perdere il contatto con la realtà
Galimberti e' un grande maestro,sui valori pero' si contraddisce. Prima dice che non considera importanti i valori perche', in verita', sono dei coefficienti sociali con cui una comunita' cerca di stare insieme con la minor conflittualita' possibile,in realta' gli anziani non riampiangono i valori ma la giovinezza e la sessualita' , poi dice che invece la cosa piu' importante e' creare le condizioni con la minor conflittualita' possibile.....e allora i valori sono importanti....in questo caso e' contraddittorio,probabilmente ha avuto un attimo di confusione. Poi anche l'affermazione per cui quando gli uomini incontrano gli Dei si scatena un putiferio e' contraddittoria. Prima dice che, attraverso gli Dei, i greci si tramandavano l'insegnamento dei sentimenti e poi che i greci insegnano che quando l'uomo incontra gli Dei si scatena sempre un putiferio,delle due una. Se gli uomini incontrano Dioniso si scatena un parapiglia sociale,se incontrano Apollo sono in contatto con la bellezza e se invece evocano Afrodite faranno l'amore o Ares diventeranno aggressivi, sono i vari aspetti delle deita',dipende dal Dio che incontri. Diciamo che in questo video era in giornata no.
Violenza e sessualità sono attributi dell'inconscio, provengono dall'Es secondo Freud, ora Galimberti li attribuisce al sacro. Lo trovo un concetto impreciso, per non dire proprio sbagliato, così formulato può creare molta confusione.
+umberto petrosino Credo che Galimberti sia ben consapevole che provengono dall'Es e in qualche modo lo asserisca in questa stessa intervista,e che proprio venendo ''proiettati sul grande schermo'' del mito religioso violenza e sessualita' potessero permettere la costituzione di comunita',di poleis.
+Giovanni Mannelli2 Cito alla lettera Galimberti: "il sacro è il luogo della massima violenza, della sessualità selvaggia, sacra è la guerra dove non funzionano più i codici" e "quando dico dei dico sacro, dico violenza, dico indifferenziato", quindi, perlomeno in questa intervista, Galimberti associa il sacro all'Es. Questa associazione nasce proprio da una indifferenziata concezione dell'inconscio, dove tutto ciò che è inconscio lo si associa al mondo delle pulsioni sessuali e aggressive. E' una visione di derivazione freudiana che non condivido.
+Giovanni Mannelli2 Jung e il suo più ampio concetto di libido, altri lavori interessanti e non riduzionisti sono quelli dello psichiatra italiano Roberto Assagioli
Bene... Però già ha la voce rauca sarà per il fumo ... Ma non capisco perché parla troppo veloce e a labbra strette ... Se apre la bocca a parlare migliora molto ...
la violenza è un gesto, gesto che nasce da una frustrazione e le frustrazioni vengono create dalla nascita in poi, è insito l'istinto di sopravvivenza, non certo la violenza, sono frustrato e devo dare le colpe della mia frustrazione, credo di avere un nemico da combattere o credo di poter usare chi è più debole a mio piacimento, se non ragiono sfogo in modo violento e con chi capita, è mancanza di intelligenza, poco uso della logica oltre che mancanza di gestione delle emozioni.
non sono d'accordo con molte cose dette sui giovani e sulla violenza. Essendoci state sempre guerre ed essendo la violenza sempre presente nella storia dell'uomo che senso ha differenziare questo tempo dagli altri. Poi le disgrazie nelle famiglie spesso vengono compiuti da persone adulte, tipo i femminicidi sono spesso compiuti da uomini di mezza età. Sono d'accordo per quanto riguarda le mamme e l'attaccamento patologico nei confronti dei figli, la mancanza di capacità educative per quanto riguarda le emozioni che hanno la maggior parte di loro(sia per mia esperienza sia in molti altri contesti che ho avuto la sfortuna di vedere, affermo questo) , e sono d'accordo sulla questione dei valori.Questi vengono sempre citati a sproposito per quanto riguarda l'educazione, spesso per colpevolizzare i giovani di non averli. Quando in verità è solo nella comprensione emotiva della vera relazione genitori- figli che si può creare pace nell'individuo. Nel sentirsi amati si può imparare ad amare ,non in altri modi e se i giovani non si sentono amati è perchè hanno ragione; non lo sono(la maggior parte). Non si può pensare che nella pressione psicologica, nell'indottrinamento di regole si può veramente ricercare il giusto rispetto. Un'altra cosa su cui non sono d'accordo con Galimberti è la questione dell'istinto di morte. Secondo me è l'odio che porta a determinate azioni, ed essendo anche questo un sentimento si può imparare, parte da emozioni più basilari come la rabbia e la paura e sfocia in azioni finalizzate alla morte.
Quanti commenti vedo che dicono che il professore galimberti dice stronzate, vorrei vedere dove hanno studiato questi cervelloni, che commentano, come fossero sapienti.
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Ogni volta sentire Galimberti parlare,su qualsiasi tema, è un piacere enorme. Fa impallidire la sua padronanza non solo della materia ma della vita. Avere questa coniugazione e non ridurla a semplice nozionismo è davvero una benedizione
Avere questa coniugazione e nn ridurla a semplice nozionismo..... bellissimo
Quanto contenuto in cosi poco tempo. Con quanta chiarezza si esprime Galimberti, sarei rimasta ore ad ascoltare. Grazie Luca per tuo utilissimo lavoro di divulgazione, e per l'eccellenza nella scelta di personaggi di grande rilievo.
+Sylvie Pansiot grazie a te per notare il grande lavoro che sta dietro pochi minuti di video, Luca
Interessantissimo! Complimenti e grazie per il lavoro prezioso di divulgazione che fai.
+L'orto verticale grazie ;-)
Quanto mi piacerebbe stringere la mano ad Umberto. Grazie per aver caricato il video :)
+TheGiubani A te per averlo visto e per condividerlo, a presto ;-)
Molto interessante (come sempre quando Galimberti parla).
Grazie ;)
+Daniele Dallorto concordo! a presto, Luca
Caspita che Personalità! Estremamente interessante!!!
Parole dense di significati..che uomo meraviglioso
grazie❤
Bellissima intervista, grazie Luca!
+Monica Gigante A te, a presto ;-)
grazie
Vorrei sapere perché ogni tanto viene accelerata la conversazione? In omaggio alla Legge sociale della velocità?
Ma mi faccia il piacere!!
Galimberti é chiarissimo
Due passaggi a mio parere utilissimi:
1) IN RIFERIMENTO A COPPIE IN CRISI.
"L'altro ha un aspetto positivo se, nei rapporti coniugali cominciassimo a togliere quell'aggettivo possessivo ("mia moglie", "mio marito"). Non c'è niente di mio in questo contesto. E' a causa del concetto per cui la moglie è mia che mi sento di fare di lei ciò che voglio. Bisognerebbe invece instaurare l'alterità, che l'altro è davvero un altro .
Anche perchè dall'alterità nasce la CURIOSITA'. Riducendo la persona con cui vivo ad un contenuto della mia visione del mondo, alla fine non la guardo neanche più in faccia".
2) PERCHE' ALCUNI INDIVIDUI RESTANO "MAMMONI".
"L'amore genitoriale è un amore verticale: madre, padre e figlio. I figli devono passare da questo amore INCONDIZIONATO (una madre farebbe di tutto per il figlio, anche andare in galera al suo posto) ad un amore coniugale, orizzontale, in cui è tutto CONDIZIONATO".
Davvero molto interessante caro Umberto, però una cosa: questa discussione è stata intrattenuta con un inter-locutore completamente sbagliato!! Tu NON puoi parlare di Violenza con uno che sembra un agnellino mansueto, un post-chirichetto strappato ad un seminario. Tu devi parlare di Violenza con un Violento!! Una che viva la condizione della violenza che la possieda e che ne sia posseduto che possibilmente abbia anche un buona base "pre-strutturata" ideologica forte!! Altrimenti ci limitiamo a fare i discorsetti di forma, ma che poi non comunicano quasi niente a nessuno.... entriamo nel vivo delle questioni, evitiamo la solita speculazione sugli argomenti, facendo permeare tutto alla nebbia offuscata del generalismo!
pensavo la stessa cosa anche se riflettevo sulle conseguenze delle teorie di incompletezza di Godel per quanto riguarda il comunicare verbalmente o fisicamente
In riferimento al tema centrale dell'intervista, la violenza, trovo che il discorso di Galimberti sia contraddittorio in una maniera interessante.
- perchè risponde (correttamente) circa il fatto che la violenza è insita nell'uomo.
- alla fine però riporta un fatto cruciale: i reduci di guerra. In particolare di quelle guerre dalla dubbia moralità, a partire da quella del Vietnam. Ebbene, sono noti a tutti i danni impressionanti subiti dai soldati sopravvissuti. Danni psicologici (da quella guerra mi pare si sia avuta una prima definizione di quello che è il "disturbo da stress post-traumatico"). Galimberti stesso parla di aver superato dei "limiti psichici". Ma la violenza non era insita nell'uomo?
Questo mi porta ad avere una mia personale speranza, che è più una convinzione: l'uomo non è affatto impossibilitato ad una pacifica convivenza con l'altro. Sarà anche violento per natura, ma in una forma che andrebbe ripensata. Perchè quei limiti ci sono eccome e, superandoli, smettiamo di essere uomini in salute.
Per contestare e cristicare le parole che sono anche però osservazioni fatte sulla popolazione attuale , vi deve esser una altrettanto forte conoscenza dell'anomo umano che molti non hanno. Le sue parole sono assulutamente vere se si ha la possibilità di osservare il pensiero attuale e passato nei colloqui perosnali o psicologici. Trovo l'intervista utile per tutti tecnici o non che voglioni capire non solo cosa è o non è la violenza , ma approfondire il tema dei rapporti umani.
C'è chi parla ( Umberto) e chi non ascolta( luca).
Il giovane intervistatore continua a far domande sulle cause della violenza non afferrando che essa fa parte, in maniera costitutiva, della natura umana e che se ne sta ben acquattata nell'inconscio anche della persona più educata e simpatica.
Pronta ad esplodere anche per cause del tutto futili.
Chiedere il perché di questa esplosione di follia non è degno di uno psicologo che si rispetti ma degli insulsi giornalisti che intervistano i vicini di chi si è macchiato di una strage.
La vera domanda è:
-Perché questi fatti non avvengono più spesso?
Nietzsche dice che quando l'uomo non può divorare gli altri divora se stesso.
E Sartre dice che l'inferno sono gli altri.
Uno che si definisce psicologo dovrebbe per lo meno sapere che il povero io, con tutta la sua pretesa razionalità, è una povera zattera che galleggia perigliosamente sull'oceano dell'inconscio e della follia, che in esso è contenuta.
+Iliade 21 grazie per il commento, mi spiace non avere trovato sul suo canale qualche intervista da lei condotta perché sono certo avrei potuto imparare molto
+Parliamo di Psicologia con Luca Mazzucchelli
Mi piacerebbe cominciare da Lei, che è uno del mestiere , se gentilmente lo desidera, a fare interviste .
Galimberti dice che dare un nome ai nostri stati emotivi basta a contenere il gesto della violenza che è la risposta primaria dell'uomo non civilizzato a tutto l'universo che esce fuori dai suoi confini.
Come mai in un mondo che si va sempre più civilizzando e non dorme di notte per inventare sempre più diritti di giorno, la violenza non arretra nemmeno di un centimetro e prende vie sempre più globalizzate e sofisticate?
L'educazione emotiva è la vera soluzione?
O è un pannicello caldo ad un bubbone irrisolvibile?
Osho dice che le vere domande sono quelle che non hanno risposte.
Lei che ne pensa?
La ringrazio della cortese attenzione e le chiedo perdono della vis polemica eccessiva contenuta nella mia precedente risposta.
+Iliade 21 Sono domande pertinenti, ma non possiedo una risposta all'altezza. Anche questo è uno dei motivi per cui ho intervistato Galimberti e altrove troverà anche Zimbardo (sottotitolata in italiano) il quale porta un punto di vista diverso: la violenza nasce nel sistema per via di un utilizzo disfunzionale del potere. In estrema sintesi io credo a quanto dice Galimberti, credo ci sia veramente bisogno di educazione alle emozioni. Probabilmente non basterà, certo ci vorrebbe maggiore "giustizia" nel mondo, ma sarebbe un primo passo per vedere (a lungo termine purtroppo) alcuni primi effetti positivi.
+Parliamo di Psicologia con Luca Mazzucchelli
preciso....educazione alle emozioni
Esauriente. Grazie
E vero io oh rischiato e mi sono trovata bene non avevo paura di cambiare lavoro bisogna essere positivi è và e la buona volonta è sicurezza e si migliora se tu dici se io cambio mi và male stai trancuillo che ti va male perché usi il lato negativo
ascolta anche I TEMI DELL'UMANO: A.Valloni/ A. Cipollone "Filosofia e Natura"
D'accordissimo con la teoria sullo sgretolamento delle capacità innate di kantiana memoria.
I valori sono importantissimi, quelli personali. Da un punto di vista psicoterapeutico e che sento qui non si evince questo , anzi il contrario, e si evince solo il rimando a schemi precustituiti, che hanno un fondo di verità ma che poi diventano totalitarismo in quello che si vede qui. Cosi poi si va per la tangente fuori dalla vera cura della persona .... attenzione alla capacità dialettica, che fa perdere il contatto con la realtà
comunque grazie
Galimberti ...
Galimberti e' un grande maestro,sui valori pero' si contraddisce.
Prima dice che non considera importanti i valori perche', in verita', sono dei coefficienti sociali con cui una comunita' cerca di stare insieme con la minor conflittualita' possibile,in realta' gli anziani non riampiangono i valori ma la giovinezza e la sessualita' , poi dice che invece la cosa piu' importante e' creare le condizioni con la minor conflittualita' possibile.....e allora i valori sono importanti....in questo caso e' contraddittorio,probabilmente ha avuto un attimo di confusione.
Poi anche l'affermazione per cui quando gli uomini incontrano gli Dei si scatena un putiferio e' contraddittoria.
Prima dice che, attraverso gli Dei, i greci si tramandavano l'insegnamento dei sentimenti e poi che i greci insegnano che quando l'uomo incontra gli Dei si scatena sempre un putiferio,delle due una.
Se gli uomini incontrano Dioniso si scatena un parapiglia sociale,se incontrano Apollo sono in contatto con la bellezza e se invece evocano Afrodite faranno l'amore o Ares diventeranno aggressivi, sono i vari aspetti delle deita',dipende dal Dio che incontri.
Diciamo che in questo video era in giornata no.
Un pozzo di cultura
Personalme nn capisco xché la politica non si affida ad un risorsa del genere
Grande Luca
ciao
Giorgio Piccinino
+giorgio piccinino Mitico Giorgio! un abbraccio ;-)
Violenza e sessualità sono attributi dell'inconscio, provengono dall'Es secondo Freud, ora Galimberti li attribuisce al sacro. Lo trovo un concetto impreciso, per non dire proprio sbagliato, così formulato può creare molta confusione.
+umberto petrosino Credo che Galimberti sia ben consapevole che provengono dall'Es e in qualche modo lo asserisca in questa stessa intervista,e che proprio venendo ''proiettati sul grande schermo'' del mito religioso violenza e sessualita' potessero permettere la costituzione di comunita',di poleis.
+Giovanni Mannelli2 Cito alla lettera Galimberti: "il sacro è il luogo della massima violenza, della sessualità selvaggia, sacra è la guerra dove non funzionano più i codici" e "quando dico dei dico sacro, dico violenza, dico indifferenziato", quindi, perlomeno in questa intervista, Galimberti associa il sacro all'Es. Questa associazione nasce proprio da una indifferenziata concezione dell'inconscio, dove tutto ciò che è inconscio lo si associa al mondo delle pulsioni sessuali e aggressive. E' una visione di derivazione freudiana che non condivido.
+umberto petrosino Lei si basa sul lavoro di qualcun'altro,tipo Lacan,nella determinazione dell'inconscio?
+Giovanni Mannelli2 Jung e il suo più ampio concetto di libido, altri lavori interessanti e non riduzionisti sono quelli dello psichiatra italiano Roberto Assagioli
"Solo i morti hanno visto la fine della guerra" non è una frase di Platone, è una falsa attribuzione... strano che il prof. ci sia caduto...
Bene...
Però già ha la voce rauca sarà per il fumo ... Ma non capisco perché parla troppo veloce e a labbra strette ...
Se apre la bocca a parlare migliora molto ...
la violenza è un gesto, gesto che nasce da una frustrazione e le frustrazioni vengono create dalla nascita in poi, è insito l'istinto di sopravvivenza, non certo la violenza, sono frustrato e devo dare le colpe della mia frustrazione, credo di avere un nemico da combattere o credo di poter usare chi è più debole a mio piacimento, se non ragiono sfogo in modo violento e con chi capita, è mancanza di intelligenza, poco uso della logica oltre che mancanza di gestione delle emozioni.
Si ma ... "tu" e "prof" insieme non si possono sentire ... non serve la scuola si sente da se che "stride"
Sono d'accordo, dare del ''lei'' è anche una forma di rispetto.
Giustizia. Giustizia. Giustizia. Giustizia. Giustizia. Giustizia. Oppure. Per. Te. È. Troppo. Troppo. Difficile. Da. Capire. Caro. IL. Mio. Intelligent one. Greco. !!!!!!!! In. Ogni. Caso. Ti. Ricordo. Che. I. Tuoi. Tanto. Amati. Greci. Non. Andavano. Tanto. Per. IL. Sottile. Ed. Erano. Barbari. Anche. Se. Chiamavano. Barbari. Gli. Altri. !!!!!!!!!!
non sono d'accordo con molte cose dette sui giovani e sulla violenza. Essendoci state sempre guerre ed essendo la violenza sempre presente nella storia dell'uomo che senso ha differenziare questo tempo dagli altri. Poi le disgrazie nelle famiglie spesso vengono compiuti da persone adulte, tipo i femminicidi sono spesso compiuti da uomini di mezza età. Sono d'accordo per quanto riguarda le mamme e l'attaccamento patologico nei confronti dei figli, la mancanza di capacità educative per quanto riguarda le emozioni che hanno la maggior parte di loro(sia per mia esperienza sia in molti altri contesti che ho avuto la sfortuna di vedere, affermo questo) , e sono d'accordo sulla questione dei valori.Questi vengono sempre citati a sproposito per quanto riguarda l'educazione, spesso per colpevolizzare i giovani di non averli. Quando in verità è solo nella comprensione emotiva della vera relazione genitori- figli che si può creare pace nell'individuo. Nel sentirsi amati si può imparare ad amare ,non in altri modi e se i giovani non si sentono amati è perchè hanno ragione; non lo sono(la maggior parte). Non si può pensare che nella pressione psicologica, nell'indottrinamento di regole si può veramente ricercare il giusto rispetto. Un'altra cosa su cui non sono d'accordo con Galimberti è la questione dell'istinto di morte. Secondo me è l'odio che porta a determinate azioni, ed essendo anche questo un sentimento si può imparare, parte da emozioni più basilari come la rabbia e la paura e sfocia in azioni finalizzate alla morte.
Che mito!
Fact checking: "solo i morti hanno visto la fine della guerra" non è una frase di Platone.
☺
E chi è Galimberti?
Un sogno
Quanti commenti vedo che dicono che il professore galimberti dice stronzate, vorrei vedere dove hanno studiato questi cervelloni, che commentano, come fossero sapienti.
Chissà quanti soldi avrà speso in tutti quei libri:)
Parla a labbra chiuse...
I vecchi non sono a disagio perché hanno perso dei valori e anche se non lo dicono hanno perso giovinezza è sessualità
great, galimberti is out of discussion
Tutti i figli sono figli di DIO cioè di nessuno