Ciao Ale, quello che sto per scrivere non è alternativo ma tutt'al più da affiancare a quanto detto ed è il fatto che nella scuola superiore spesso non si tratta a dovere il mondo tecnico-scientifico e matematico, approssimando alcuni concetti, spiegando male altri e rendendo lo studente meno sensibile a queste materie. Questo lo dico perché spesso mi sono trovato a dare ripetizioni in ambito chimico e fisico a ragazzi e ragazze di vari istituti (licei e tecnici) dove le competenze generali in queste materie (chimica in primis) erano tutto sommato scarse. Inoltre dal punto di vista della chimica spesso capita che non venga insegnata da chimici veri e propri ma da altre figure, sicuramente preparate, ma che può portare ad un distaccamento dalla materia...e se il prof non ne è appassionato gli studenti difficilmente lo diventano
@@alessandrodeconcini-adc ciao Alessandro volevo chiederti se potessi fare un video recensione/revisione del libro il metodo geniale di deangeli che sembra molto interessante ma non so quanto valido, ti ringrazio
Non mi sono mai messo a fare una recensione ma è un buon libro, ci sono giusto un paio di cose su cui non concordo in pieno ma Giulio sa di quello che parla!
@@alessandrodeconcini-adcsono belle le facoltà scientifiche soltanto non bisogna essere dei geni per riuscirci? A me piacerebbe soltanto che ho paura😭.
Una mia professoressa di filosofia al liceo ci invitava a studiare STEM: "STEM sta per Scienze, Tecnologia, Economia, Matematica" Non conosceva neanche il significato dell'acronimo.
Lascio stare il resto del discorso perché è stato trattato più che sufficientemente nei commenti a me precedenti, ma che gli insegnati facciano ostracismo alle ragazze nelle materie scientifiche, come viene detto brevemente in 5:36 mi sembra semplice te assurdo essendo la stragrande maggioranza delle insegnati donne. È difficile che un’insegnate di matematica o fisica che ha conseguito studi stem discrimini contro le ragazze del suo stesso sesso che vogliono perseguire la sua medesima carriera. Non escludo che ciò possa succedere magari nei contesti più disagiati, ma se si vuole parlare dei bias di genere nella scuola, questi sono decisamente a svantaggio degli studenti di sesso maschile. Il femminismo, che si vorrebbe spacciare per egualitarismo, ma che in questi contesti è spesso una tifoseria di genere e poco altro, è ben più diffuso del maschilismo, ed essendo socialmente più accettato anche nelle sue forme più tossiche ti assicuro che sta facendo bei danni.
Non si tratta di ostruzionismo diretto, si tratta di stereotipo. Bambini e bambine incoraggiati in modo diverso a seconda del genere e delle materie. Cultura. Non è che la maestra ti dice "no, tu non puoi fare fisica", magari fosse così semplice. Non fare anche l'errore di elevare la tua esperienza a sistema. Purtroppo la maggior parte di queste problematiche avviene in fasce di popolazione diverse. Anche nella mia esperienza personale i miei insegnanti non facevano differenza, ma guarda, che ne so, le statistiche dell'impiego femminile al sud.
@@alessandrodeconcini-adcproprio perché non mi piace chi fa la sua esperienza sistema ho scritto il mio commento. Come ho detto, è possibilissimo che accada ancora in contesti un po’ più disagiati, ma non è che esistano solo quelli. Nel mio caso l’insegnante di differenze ne faceva eccome, ma erano differenze che la portarono a dire impunemente “in genere preferisco sgridare i ragazzi per SOLIDARIETÀ FEMMINILE”, e di storie del genere ne conosco a bizzeffe. Se si vogliono combattere le differenze lo si faccia da entrambe le parti, quetso dico
È interessante come tu in questo caso ma anche tantissimi altri partano sempre dal presupposto che chi parla di tematiche di genere lo faccia solo dal punto di vista femminile. Non è così, quantomeno non lo è per me. Gli stereotipi di genere sono un problema da tutte le parti e per ogni stereotipo femminile c'è n'è necessariamente uno maschile contrario. Il motivo per cui nel dibattito pubblico gli stereotipi femminili sono quelli che hanno avuto più rilevanza è che sono quelli che hanno avuto storicamente delle conseguenze più negative e più evidenti per gli individui. Ma ci sono eccome gli stereotipi maschili, e sono altrettanto sbagliati e da combattere. Combattere gli stereotipi di genere significa per forza di cosa combatterli da tutte le parti e in tutte le direzioni ed è veramente miope trasformare questa importantissima battaglia in uno scontro noi contro di loro.
@@alessandrodeconcini-adc ma quindi questa "insicurezza" impatta prevalentemente a livello adolescenziale come detto nel video o a livello infantile (scuola primaria)? Perché io ho seri dubbi che le professoresse stem delle scuole secondarie trattino in maniera differente maschi e femmine (tra l'altro privilegiando i maschi).
Da quel che ricordo nessuno mi ha mai incoraggiata, tutti gli adulti mi hanno sempre spinta verso percorsi formativi umanistici perciò alla fine la scienza è rimasta un semplice hobby.
Se c'è un gender gap nelle materie STEM, la soluzione del fornire la borsa di studio in quanto donna lo trovo discriminatorio e incoerente. Se, statisticamente, le donne non si iscrivono a queste facoltà non è colpa di nessuno, e non c'è un ostacolo concreto se non lo "stereotipo", che è qualcosa di aleatorio e non provabile. Nel mio ateneo (STEM) vedo molta parità, anzi, in certe facoltà c'è una maggioranza netta di donne. Peraltro non ho mai sentito da nessuno la frase "lo STEM è da uomini". Ma in generale, non credo ad alcuna "predisposizione biologica" di uno o dell'altro per questo tipo di discipline. Non vedo perché l'eventuale rappresentanza maggioritaria maschile in un settore lavorativo dovrebbe essere un problema. Si dovrebbero valutare esclusivamente le competenze, non gli stereotipi. Se ci fosse un settore quasi solo femminile e qualcuno si lamentasse, non gli direi "hai ragione, in quanto uomo dovrebbero darti la borsa di studio", ma direi "datti una svegliata e iscriviti anche tu, se ti piace" Come hai detto, la soluzione è la consapevolezza, e son d'accordo.
Sono d'accordissimo, studio matematica perché mi piace e non tentare invana di modificare le statistiche. Inoltre, per chi parla della differenza di salario, per me non ha senso considerare che le donne in media guadagnano meno, ma considerare gli eventuali casi in cui le donne guadagnano meno FACENDO LO STESSO LAVORO DI UN UOMO. Sono due cose ben diverse
Non ho mai apprezzato particolarmente il concetto di "quote rosa". Credo che sia molto meglio lavorare a livello culturale e di istruzione. D'altro canto penso che il ragionamento di chi propone queste "soluzioni" non sia che a lungo termine risolvano il problema, ma che smuovano un po le acque. Diverso però è il tema degli stereotipi. "Non è colpa di nessuno" non è un'argomentazione. Le spinte culturali e sociali sono concrete e si può decidere di modificarle quando le si ritiene scorrette o discriminatorie.
@@alessandrodeconcini-adc Secondo me invece è corretto dire "non è colpa di nessuno", perché si vede la situazione come un problema e si addita lo "stereotipo" (non pervenuto, personalmente) come il colpevole. Non c'è soluzione migliore che fare educazione contro l'esclusione e la discriminazione, ma non mi sembra che le facoltà stiano ostacolando l'ingresso o discriminando al punto da dover intervenire economicamente. Non si parla di politica (dove la rappresentanza ha un senso) ma di scienza, ricerca e competenze dove, secondo me, sono più importanti le pari opportunità piuttosto che le pari quote. E questo fantasma dello stereotipo mi sembra un veicolo per una mossa politica piuttosto che un concreto problema sotto gli occhi di tutti, come succedeva un secolo fa.
@CattaShin lo stereotipo nella tua esperienza personale è non pervenuto. Il problema è che non esisti solo tu, la tua esperienza non fa statistica. Per altri e altre quello stereotipo invece è dannatamente reale. Non confondere il piano del diritto, delle leggi, delle opportunità "sulla carta" con il piano culturale. Non stiamo più parlando come 100 anni fa di discriminazioni a livello legale, ma di residui culturali e sociali, ben più complicati da gestire e superare. Le facoltà non ostacolano nulla, non è che sia in vigore l'apartheid o le leggi talebane. Ma esiste un sottotesto culturale ben preciso che porta a dei risultati negativi. Si tenta di contrastare quello, ma non è semplice e con grande probabilità devono passare le generazioni e si deve pian piano modificare l'educazione. Nel frattempo si fa quel che si può.
@CattaShin Tu dici che lo stereotipo culturale è non pervenuto. Nelle facoltà, sì, assolutamente. Ma fuori? Vedi, se l'intera organizzazione sociale si basa su una separazione dei ruoli per cui le donne sono le principali o uniche responsabili del lavoro di cura di casa e figli, e agli uomini si danno meno giorni di permesso per i figli, oppure in una coppia finisce che sia lei a sentirsi in "dovere" di scegliere un part-time perché le consente di conciliare lavoro e famiglia, ma non lui... quante pensi siano le donne disposte a dedicarsi al campo della ricerca scientifica, dove orari spesso non ce ne sono o, se ci sono, sono difficilmente compatibili con la cura di casa e figli? Quindi è vero che le facoltà non discriminano, ma se il mondo intorno va avnti dando per scontato che "ai bambini ci deve pensare la mamma", di certo non faciliti.
Sono una ragazza, sono sempre stata la migliore della classe in matematica e fisica e ora sto per laurearmi in matematica. Nella mia facoltà siamo metà ragazze e metà ragazzi, dunque perfettamente equilibrati. Sono contenta di aver scelto questa facoltà perché è ciò che mi piace, e tornando indietro lo rifarei altre mille volte. Questo per dire cosa? Che NESSUNO mi ha mai detto cose del tipo che la matematica è da maschi o robe simili, e per fortuna non ho mai ricevuto borse di studio (secondo me completamente insensate) per ragazze che studiano materie stem. Perché no, una borsa di studio per ragazze non attenua la disparità di genere, ma la amplifica influenzando le ragazze a fare qualcosa solo per soldi (e magari un qualcosa che non farebbero, perché non è la loro passione). Senza contare che nella mia facoltà siamo sì metà ragazze e metà ragazzi, ma le persone molto indietro e fuori corso sono quasi tutte ragazze. Siamo sicuri, dunque, che dire che molte ragazze dovrebbero iscriversi a facoltà stem stia causando più benefici che danni? Inoltre Ale hai parlato del fatto che il 23% dei ragazzi e il 16% delle ragazze è iscritto a facoltà stem, davvero sono due numeri così diversi? A me non pare. Detto ciò, la mia conclusione è che ognuno deve studiare ciò che gli/le piace, indipendentemente dagli stereotipi di genere, sia da una parte che dall'altra.
Continuando il discorso fatto nel mio 1⁰ commento penso che la migliore scelta sulla laurea sia quella suggerita da Elena cioè scegliere per ciò che si ha passione. Condivido anche l'opinione di Elena sulle differenze tra uomini e donne. Stiamo ancora a parlare di differenze "biologiche"? Dopo tutto quello che hanno dimostrato di saper fare le donne in tutti i settori? È probabile invece che ci siano fattori sociali e culturali che spingono le donne verso attività dove si possa conciliare meglio, forse, le esigenze di lavoro e quelle di madre. ____________ In conclusione vorrei aggiungere che in un mondo che cambia continuamente e velocemente e che sarà dominato dall'IA... è importantissimo STUDIARE SEMPRE DI PIÙ, sempre ai più alti livelli di istruzione ... per rimanere UOMINI LIBERI E INDIPENDENTI, con un Forte Pensiero Critico ... e non burattini manipolabili dall'intelligenza artificiale ... e .. da chi la controlla. (Corro il rischio di passare per un COMPLOTTISTA?)
Però un attimo, penso di aver ampiamente dimostrato quanto io sia a favore delle battaglie per la parità di genere, ma non bisogna diventare pseudoscientifici. Le differenze biologiche tra i generi in termini di tratti di personalità e inclinazioni esistono, questa non è un'opinione, è un fatto scientifico. Poi, quello che ci dice la ricerca è che queste differenze sono molto minori di quanto non vogliano gli stereotipi e seguono una distribuzione gaussiana, vale a dire che si fanno più marcate agli estremi e meno marcate nella media. Gli influssi sociali e culturali amplificano e distorcono queste differenze biologiche creando discriminazione, stereotipi e pregiudizi. Sono questi influssi che si devono contrastare, non la realtà delle differenze umane, che peraltro sono un valore assoluto, sarebbe un disastro essere tutti uguali.
@@alessandrodeconcini-adcsicuramente è vero che le differenze tra uomini e donne, in termini di tratti di personalità, esistono e che questi in termini di “intensità” risultino essere poca cosa. Sicuramente è anche vero che ci sarà in alcuni casi l’influenza dell’ambiente in base a retaggi mentali e bias cognitivi errati. Tuttavia, considerando le scelte compiute da una persona spesso come conseguenza diretta della sua personalità e che quest’ultima è data dall’interazione dei vari tratti tra loro, ecco che le differenze sebbene piccole prese singolarmente andranno nell’insieme a creare quadri estremamente differenti da persona a persona. Questo significa cioè che nel complesso l’insieme di piccole variazioni dei singoli tratti di personalità, dovuti al differente sviluppo sessuale, vanno a dare mediamente personalità piuttosto diverse e che quindi faranno sì che gli individui facciano scelte completamente diverse proprio in funzione quindi del differente sviluppo. Perché questo non dovrebbe bastare a giustificare anche grandi differenze nelle scelte? Sempre tenendo a mente che effettivamente è vero che ci sia una percentuale, però ad oggi credo non grande, di condizionamenti dovuti alla società
@alessandrodeconcini-adc Potresti spiegarmi meglio in che modo le differenze biologiche di genere si distribuiscono secondo una guassiana? Da che cosa sono rappresentati gli estremi in questo contesto? Grazie! Mi incuriosisce davvero.
Ciao Ale, c'è una parte del discorso che mi ha lasciato qualche dubbio. Dici che il gap di gender nelle materie stem non è pienamente spiegabile tramite le differenze biologiche ma che viene anche da bias, pregiudizi e altro. Sai se sono state fatte ricerche su quest'ultimo punto? Per quelle biologiche so che è stata fatta più di una ricerca e il risultato è: più un paese punta all'uguaglianza a livello legislativo, più il gap tra uomo e donna AUMENTA! (riducendo le differenze socioculturali si amplificano quelle biologiche, proprio Peterson ne parla spessissimo). Per bias o pregiudizi ci sono studi che mostrano come contribuiscono al gap? Ciiiiaaaaoo :)
Eccolo: "Si fa sempre questo esempio perché ne ha parlato molto Peterson, magari ci farò un video in merito. Il problema di quegli studi è che non dimostrano una causalità né una correlazione. Quegli studi ti dicono che A - secondo alcuni parametri (soprattutto quelli di legge e iniziative ad hoc) la Svezia è molto avanti con la parità di genere. X - in Svezia aumenta il divario nelle scelte. I problemi sono 4: 1) Non c'è alcuna dimostrazione che A implichi X, né che A e X siano correlati. Può tranquillamente essere un caso. 2) Non sono studi ripetuti in ampia scala su tanti altri paesi, quindi non sappiamo se sia un fenomeno universale o localizzato. 3) I parametri che determinano l'avanzamento nella parità di genere sono limitati, nel senso che avere leggi avanzate e programmi inclusivi non per forza si traduce nell'eradicare stereotipi e resistenze culturali. È un passo avanti, ma sono tematiche molto più complesse e multifattoriali. 4) come tutti gli studi sociologici, non c'è controllo delle variabili, dunque non si possono escludere influssi di altri elementi, come ad esempio il fatto che la Svezia sia un paese molto conservatore."
@@alessandrodeconcini-adc eh vabbè dai, quello che dici è anche giusto per carità ma seguendo questi parametri dovremmo ignorare l’intera sociologia Intanto uno studio lo abbiamo
Nella mia testa, che vive nell'utopia, mi chiedo perché guardare le differenze di iscrizioni a facoltà stem tra uomini e donne. È come prendere un parametro a caso che divida le persone e trovare correlazioni con cose che non sono collegate...un po' come studiare la relazione tra chi porta gli occhiali e chi fa lettere. Capisco concretamente ci possano essere stereotipi alla base di questo gap. "Il Jordan Peterson della situazione" mi ha fatto tanto ridere
Certamente, ma perché ci dovrebbe essere una parità? La parità è da esigere quando un uomo e una donna fanno lo stesso lavoro, e pertanto devono essere pagati uguali. Non se fanno (statisticamente, per propensione) due lavori diversi
Con l'eccezione di qualche estremista non si discute del tema per avere una distribuzione esattamente identica tra i generi. Se ne discute per l'eguaglianza di opportunità, non di risultato. Significa che non mi interessa particolarmente che esistano differenze di distribuzione in sé, ma mi interessa molto se quelle differenze sono gonfiate da stereotipi di genere e influssi culturali. L'obiettivo finale è l'espressione libera dell'individuo.
@@alessandrodeconcini-adc tra borse di studio al femminile, incentivi universitari, e agevolazioni di tutti i tipi mi sembra difficile dire che ci sia uno svantaggio di opportunità a sfavore delle ragazze (tanto che le laureate sono ben più dei laureati, e che le quote blu nelle materie umanistiche non le mette nessuno). Che possano esistere stereotipi è sicuramente vero, ma tutto questo parlarne e rattoppare un ingiustizia con un altra misura ingiusta che guarda al sesso e non alle effettive capacità, siamo sicuri che possa fare alcun bene? Per me no. Semmai sta inasprendo ancor di più la problematica, accelerando un processo inevitabile e naturale in modo artificiale, finendo per vedere i numerini crescere, ma rallentando non poco il processo a livello societario. Tra l’altro proprio nella scuola ci sono problematiche maschili non indifferenti che vengono occultate perché non confacenti a questa narrativa del genere femminile sempre vittima tanto in voga
Boh c'è un collegamento poco logico giusto per fare marchetta, poi io non vedo sta grande mancanza di donne nelle aree stem semplicemente sono più presenti in alcune facoltà invece che altre e quelle che ci sono sono anche sempre nel top della classe e non mancano neanche professoresse, il gap lo fanno quelli che seguono certe facoltà solo per il salario e sono per lo più maschi ovviamente per come è fatta la società che va bene com'è
Alessandro ti chiedo di spiegare a quali differenze biologiche ti riferisci parlando di questo argomento. Che io sappia per quanto riguarda le abilità cognitive più certezze c'è un dibattito in corso, non sono la massima esperta di gender studies per carità, ma non avevo mai sentito di prove scientifiche che dimostrano l'inferiorità analitica delle donne.
Non sto ASSOLUTAMENTE parlando dell'intelligenza né delle abilità analitiche. Su questi aspetti non c'è alcun dibattito in realtà, l'intelligenza è assolutamente allo stesso livello così come le capacità analitiche. Quello di cui parlo sono LEGGERE (leggere eh) differenze a livello di preferenze e di interessi. Ci sono evidenze che uomini e donne abbiano qualche differenza nel tipo di materia che interessa loro studiare. Ma, ovviamente, queste differenze non giustificano gli stereotipi.
@@alessandrodeconcini-adc sono d accordo con te, ma anche l interesse degli uomini per le stem non credi sia socialmente indotto? Quando stavo alle superiori io (sono del 97 e studio matematica come seconda laurea) a nessuno fregava niente di scienza e matematica , oggi tutti futuri ingegneri o informatici (figure che rischiano di diventare molto inflazionate).
@kaioken939 sicuramente tutti gli interessi in generale sono influenzati da società e cultura, poco ma sicuro. Infatti, se ci pensi, questi stereotipi di genere lavorano sempre in entrambe le direzioni. Sono sempre discorsi complessi e multifattoriali.
@@alessandrodeconcini-adc quando andavo alle superiori e facevo le gare di matematica ero "sfigato, strano" e oggi sento fior fior di gente flexare il "problem solving forma mentis che da la matematica"... Sarà ma oggi l ingegnere è diventato il nuovo calciatore.
Il mio problema è che studio economia e statistica. Non è economia, ma economia e statistica, che sta a metà, o almeno credo. Il vero problema però è che ho deciso di mettermi in gioco e iscrivermi all’Uni a 32 anni. E quindi quando mi laureerò (considerando che dovrò fare anche la magistrale) le probabilità di essere assunta sono basse… 😢 che ne pensi?
Ragazzi per l'università non è mai tardi....io a 57 anni ho preso la laurea triennale in ingegneria industriale (ad UNIPV) ed ora ho fatto l'iscrizione alla magistrale. Come vedi non c'è limite di età
Complicato. Di base non mi ha mai convinto come sistema, ma capisco anche perché viene usato. A lungo termine è evidente che non possa essere una soluzione MA viene impiegato per rompere le barriere e smuovere le acque, diciamo, forzando un cambiamento che se lasciato a sé stesso impiegherebbe molto più tempo. Quindi ecco, non sono convinto al 100%, non mi piace particolarmente, non credo che dovrebbe trovare posto in una società matura, ma accetto che possa essere uno dei tanti strumenti da impiegare per migliorare le cose in una società che su queste tematiche è ancora molto molto indietro.
Il 90% degli insegnanti dell'età adolescenziale sono donne, le studentesse tendono ad avere voti più alti e meno ammonizioni per il comportamento (l'abbandono scolastico è un fenomeno prevalentemente maschile), però il sistema fa perdere sicurezza alle ragazze.😂 Ma l'opzione che le materie stem siano difficili e poco "naturali" e che le studentesse siano molto più propense a scegliere l'opzione "io voglio fare ciò che mi piace fare" non viene presa in considerazione? (Guarda un po' quello che piace fare a te piace anche a una marea di altre persone e quella professione ha un'offerta un pochino inflazionata).
Perché un divario così grande non può essere rappresentato da differenze biologiche? È risaputo la propensione del genere femminile per materie linguistiche e umanistiche, anche nei paesi considerati più avanti nella parità di genere si osserva questa differenza di scelte da parte del genere femminile. Anche se ognuno prova ad analizzare la propria carriera scolastica noterà questo divario di abilità tra generi, e non credo sia dovuto ad eventi esterni ma più alla naturale bravura e conseguente sviluppo dell’interesse
È importante in casi come questi usare bene le parole. Non è che "non può essere rappresentato da differenze biologiche", non c'è nessuna legge di natura che lo vieta. Poteva essere così. È che, semplicemente, non lo è. Gli studi di personalità e preferenza mostrano chiaramente delle differenze tra i generi, ma sono differenze che non giustificano il gap. Vale a dire che una base di differenza biologica c'è senza alcun dubbio, ma poi viene amplificata ed esagerata dagli aspetti culturali ed educativi. Questo accade tra l'altro non solo per le tematiche di genere, ma per mille altre caratteristiche. Pensa a quante differenze ci sono tra culture diverse nel modo di comportarsi, nelle scelte di carriera, nell'attitudine. Pensa a tutti gli stereotipi culturali ecc. Ci saranno sempre differenze di scelta, per forza, è la natura. Ma quello di cui si discute è di minimizzare l'impatto culturale e degli stereotipi su queste differenze di genere, per non creare disparità di opportunità e valorizzare il più possibile gli individui
@@alessandrodeconcini-adc Però appunto nei Paesi in cui questo gap culturale sta diminuendo, sta aumentando quello biologico portando così una maggiore differenza (parlo della Svezia per esempio)
@gianmena01 si fa sempre questo esempio perché ne ha parlato molto Peterson, magari ci farò un video in merito. Il problema di quegli studi è che non dimostrano una causalità né una correlazione. Quegli studi ti dicono che A - secondo alcuni parametri (soprattutto quelli di legge e iniziative ad hoc) la Svezia è molto avanti con la parità di genere. X - in Svezia aumenta il divario nelle scelte. I problemi sono 4: 1) Non c'è alcuna dimostrazione che A implichi X, né che A e X siano correlati. Può tranquillamente essere un caso. 2) Non sono studi ripetuti in ampia scala su tanti altri paesi, quindi non sappiamo se sia un fenomeno universale o localizzato. 3) I parametri che determinano l'avanzamento nella parità di genere sono limitati, nel senso che avere leggi avanzate e programmi inclusivi non per forza si traduce nell'eradicare stereotipi e resistenze culturali. È un passo avanti, ma sono tematiche molto più complesse e multifattoriali. 4) come tutti gli studi sociologici, non c'è controllo delle variabili, dunque non si possono escludere influssi di altri elementi, come ad esempio il fatto che la Svezia sia un paese molto conservatore.
Da studentessa di sociologia che ha appena letto questo studio ti correggo: il divario di lauree STEM non c'è ANCHE nei paesi con più uguaglianza di genere c'è PREVALENTEMENTE qui. Si è notato che mentre le competenze matematico-scientifiche sono bilanciate tra ragazzi e ragazze in tutto il mondo, la predisposizione individuale e la percentuale di donne laureate in STEM diminuisce con il migliorare della parità di genere. Ci sono alcune teorie, ma nessuna risposta generalmente condivisa sul perchè questo avvenga, quindi non penso che quello studio sia da prendere in considerazione in una conversazione alla buona nei commenti di un video (nonostante sia sicuramente un ottimo punto di partenza per altre riflessioni scientifiche). Ps: vorrei anche rassicurare che il calcolo della proporzione di donne in STEM è stato fatto in modo che il numero di donne laureate globalmente non possa incidere sui risultati, quindi è da escludere un banale errore statistico.
Ciao Alessandro, scusami per il disturbo, avrei bisogno di un tuo suggerimento. A breve inizierò una laurea magistrale in lingua inglese, mi consigli di fare in inglese anche gli schemi per studiare?
Ciao Alessandro. Volevo farti una domanda da studente di economia: tu considereresti le scienze economiche-aziendali, in termini di retribuzione e domanda di lavoro, al pari della materie STEM?
Ciao Ale, quello che sto per scrivere non è alternativo ma tutt'al più da affiancare a quanto detto ed è il fatto che nella scuola superiore spesso non si tratta a dovere il mondo tecnico-scientifico e matematico, approssimando alcuni concetti, spiegando male altri e rendendo lo studente meno sensibile a queste materie. Questo lo dico perché spesso mi sono trovato a dare ripetizioni in ambito chimico e fisico a ragazzi e ragazze di vari istituti (licei e tecnici) dove le competenze generali in queste materie (chimica in primis) erano tutto sommato scarse.
Inoltre dal punto di vista della chimica spesso capita che non venga insegnata da chimici veri e propri ma da altre figure, sicuramente preparate, ma che può portare ad un distaccamento dalla materia...e se il prof non ne è appassionato gli studenti difficilmente lo diventano
Vero sono d'accordo
Verissimo
@@alessandrodeconcini-adc ciao Alessandro volevo chiederti se potessi fare un video recensione/revisione del libro il metodo geniale di deangeli che sembra molto interessante ma non so quanto valido, ti ringrazio
Non mi sono mai messo a fare una recensione ma è un buon libro, ci sono giusto un paio di cose su cui non concordo in pieno ma Giulio sa di quello che parla!
@@alessandrodeconcini-adcsono belle le facoltà scientifiche soltanto non bisogna essere dei geni per riuscirci? A me piacerebbe soltanto che ho paura😭.
Una mia professoressa di filosofia al liceo ci invitava a studiare STEM:
"STEM sta per Scienze, Tecnologia, Economia, Matematica"
Non conosceva neanche il significato dell'acronimo.
LoL . Però il consiglio era buono dai, economia è alla pari delle stem in termini di salari e occupazione
Lascio stare il resto del discorso perché è stato trattato più che sufficientemente nei commenti a me precedenti, ma che gli insegnati facciano ostracismo alle ragazze nelle materie scientifiche, come viene detto brevemente in 5:36 mi sembra semplice te assurdo essendo la stragrande maggioranza delle insegnati donne. È difficile che un’insegnate di matematica o fisica che ha conseguito studi stem discrimini contro le ragazze del suo stesso sesso che vogliono perseguire la sua medesima carriera. Non escludo che ciò possa succedere magari nei contesti più disagiati, ma se si vuole parlare dei bias di genere nella scuola, questi sono decisamente a svantaggio degli studenti di sesso maschile. Il femminismo, che si vorrebbe spacciare per egualitarismo, ma che in questi contesti è spesso una tifoseria di genere e poco altro, è ben più diffuso del maschilismo, ed essendo socialmente più accettato anche nelle sue forme più tossiche ti assicuro che sta facendo bei danni.
Non si tratta di ostruzionismo diretto, si tratta di stereotipo. Bambini e bambine incoraggiati in modo diverso a seconda del genere e delle materie. Cultura. Non è che la maestra ti dice "no, tu non puoi fare fisica", magari fosse così semplice.
Non fare anche l'errore di elevare la tua esperienza a sistema. Purtroppo la maggior parte di queste problematiche avviene in fasce di popolazione diverse.
Anche nella mia esperienza personale i miei insegnanti non facevano differenza, ma guarda, che ne so, le statistiche dell'impiego femminile al sud.
@@alessandrodeconcini-adcproprio perché non mi piace chi fa la sua esperienza sistema ho scritto il mio commento. Come ho detto, è possibilissimo che accada ancora in contesti un po’ più disagiati, ma non è che esistano solo quelli. Nel mio caso l’insegnante di differenze ne faceva eccome, ma erano differenze che la portarono a dire impunemente “in genere preferisco sgridare i ragazzi per SOLIDARIETÀ FEMMINILE”, e di storie del genere ne conosco a bizzeffe. Se si vogliono combattere le differenze lo si faccia da entrambe le parti, quetso dico
È interessante come tu in questo caso ma anche tantissimi altri partano sempre dal presupposto che chi parla di tematiche di genere lo faccia solo dal punto di vista femminile.
Non è così, quantomeno non lo è per me.
Gli stereotipi di genere sono un problema da tutte le parti e per ogni stereotipo femminile c'è n'è necessariamente uno maschile contrario.
Il motivo per cui nel dibattito pubblico gli stereotipi femminili sono quelli che hanno avuto più rilevanza è che sono quelli che hanno avuto storicamente delle conseguenze più negative e più evidenti per gli individui. Ma ci sono eccome gli stereotipi maschili, e sono altrettanto sbagliati e da combattere.
Combattere gli stereotipi di genere significa per forza di cosa combatterli da tutte le parti e in tutte le direzioni ed è veramente miope trasformare questa importantissima battaglia in uno scontro noi contro di loro.
@@alessandrodeconcini-adc ma quindi questa "insicurezza" impatta prevalentemente a livello adolescenziale come detto nel video o a livello infantile (scuola primaria)?
Perché io ho seri dubbi che le professoresse stem delle scuole secondarie trattino in maniera differente maschi e femmine (tra l'altro privilegiando i maschi).
E io che mi aspettavo una lista delle migliori facoltà STEM e perché 🤣🤣🤣
C'è un video sulle migliori università se vuoi
È un video marchetta
No. È un video con un suo contenuto. E poi ha una sponsorizzazione.
Da quel che ricordo nessuno mi ha mai incoraggiata, tutti gli adulti mi hanno sempre spinta verso percorsi formativi umanistici perciò alla fine la scienza è rimasta un semplice hobby.
Infatti si vedono i risultati
Non c'è niente di meglio che guardare ADC mentre si è malati a letto 💪
Ti droghi forte amico 😂
Se c'è un gender gap nelle materie STEM, la soluzione del fornire la borsa di studio in quanto donna lo trovo discriminatorio e incoerente. Se, statisticamente, le donne non si iscrivono a queste facoltà non è colpa di nessuno, e non c'è un ostacolo concreto se non lo "stereotipo", che è qualcosa di aleatorio e non provabile.
Nel mio ateneo (STEM) vedo molta parità, anzi, in certe facoltà c'è una maggioranza netta di donne. Peraltro non ho mai sentito da nessuno la frase "lo STEM è da uomini". Ma in generale, non credo ad alcuna "predisposizione biologica" di uno o dell'altro per questo tipo di discipline.
Non vedo perché l'eventuale rappresentanza maggioritaria maschile in un settore lavorativo dovrebbe essere un problema. Si dovrebbero valutare esclusivamente le competenze, non gli stereotipi. Se ci fosse un settore quasi solo femminile e qualcuno si lamentasse, non gli direi "hai ragione, in quanto uomo dovrebbero darti la borsa di studio", ma direi "datti una svegliata e iscriviti anche tu, se ti piace"
Come hai detto, la soluzione è la consapevolezza, e son d'accordo.
Sono d'accordissimo, studio matematica perché mi piace e non tentare invana di modificare le statistiche. Inoltre, per chi parla della differenza di salario, per me non ha senso considerare che le donne in media guadagnano meno, ma considerare gli eventuali casi in cui le donne guadagnano meno FACENDO LO STESSO LAVORO DI UN UOMO. Sono due cose ben diverse
Non ho mai apprezzato particolarmente il concetto di "quote rosa". Credo che sia molto meglio lavorare a livello culturale e di istruzione.
D'altro canto penso che il ragionamento di chi propone queste "soluzioni" non sia che a lungo termine risolvano il problema, ma che smuovano un po le acque.
Diverso però è il tema degli stereotipi. "Non è colpa di nessuno" non è un'argomentazione. Le spinte culturali e sociali sono concrete e si può decidere di modificarle quando le si ritiene scorrette o discriminatorie.
@@alessandrodeconcini-adc Secondo me invece è corretto dire "non è colpa di nessuno", perché si vede la situazione come un problema e si addita lo "stereotipo" (non pervenuto, personalmente) come il colpevole.
Non c'è soluzione migliore che fare educazione contro l'esclusione e la discriminazione, ma non mi sembra che le facoltà stiano ostacolando l'ingresso o discriminando al punto da dover intervenire economicamente.
Non si parla di politica (dove la rappresentanza ha un senso) ma di scienza, ricerca e competenze dove, secondo me, sono più importanti le pari opportunità piuttosto che le pari quote. E questo fantasma dello stereotipo mi sembra un veicolo per una mossa politica piuttosto che un concreto problema sotto gli occhi di tutti, come succedeva un secolo fa.
@CattaShin lo stereotipo nella tua esperienza personale è non pervenuto.
Il problema è che non esisti solo tu, la tua esperienza non fa statistica. Per altri e altre quello stereotipo invece è dannatamente reale.
Non confondere il piano del diritto, delle leggi, delle opportunità "sulla carta" con il piano culturale. Non stiamo più parlando come 100 anni fa di discriminazioni a livello legale, ma di residui culturali e sociali, ben più complicati da gestire e superare.
Le facoltà non ostacolano nulla, non è che sia in vigore l'apartheid o le leggi talebane. Ma esiste un sottotesto culturale ben preciso che porta a dei risultati negativi. Si tenta di contrastare quello, ma non è semplice e con grande probabilità devono passare le generazioni e si deve pian piano modificare l'educazione. Nel frattempo si fa quel che si può.
@CattaShin Tu dici che lo stereotipo culturale è non pervenuto. Nelle facoltà, sì, assolutamente. Ma fuori? Vedi, se l'intera organizzazione sociale si basa su una separazione dei ruoli per cui le donne sono le principali o uniche responsabili del lavoro di cura di casa e figli, e agli uomini si danno meno giorni di permesso per i figli, oppure in una coppia finisce che sia lei a sentirsi in "dovere" di scegliere un part-time perché le consente di conciliare lavoro e famiglia, ma non lui... quante pensi siano le donne disposte a dedicarsi al campo della ricerca scientifica, dove orari spesso non ce ne sono o, se ci sono, sono difficilmente compatibili con la cura di casa e figli?
Quindi è vero che le facoltà non discriminano, ma se il mondo intorno va avnti dando per scontato che "ai bambini ci deve pensare la mamma", di certo non faciliti.
Sono una ragazza, sono sempre stata la migliore della classe in matematica e fisica e ora sto per laurearmi in matematica. Nella mia facoltà siamo metà ragazze e metà ragazzi, dunque perfettamente equilibrati. Sono contenta di aver scelto questa facoltà perché è ciò che mi piace, e tornando indietro lo rifarei altre mille volte. Questo per dire cosa? Che NESSUNO mi ha mai detto cose del tipo che la matematica è da maschi o robe simili, e per fortuna non ho mai ricevuto borse di studio (secondo me completamente insensate) per ragazze che studiano materie stem. Perché no, una borsa di studio per ragazze non attenua la disparità di genere, ma la amplifica influenzando le ragazze a fare qualcosa solo per soldi (e magari un qualcosa che non farebbero, perché non è la loro passione). Senza contare che nella mia facoltà siamo sì metà ragazze e metà ragazzi, ma le persone molto indietro e fuori corso sono quasi tutte ragazze. Siamo sicuri, dunque, che dire che molte ragazze dovrebbero iscriversi a facoltà stem stia causando più benefici che danni? Inoltre Ale hai parlato del fatto che il 23% dei ragazzi e il 16% delle ragazze è iscritto a facoltà stem, davvero sono due numeri così diversi? A me non pare.
Detto ciò, la mia conclusione è che ognuno deve studiare ciò che gli/le piace, indipendentemente dagli stereotipi di genere, sia da una parte che dall'altra.
Continuando il discorso fatto nel mio 1⁰ commento penso che la migliore scelta sulla laurea sia quella suggerita da Elena cioè scegliere per ciò che si ha passione.
Condivido anche l'opinione di Elena sulle differenze tra uomini e donne. Stiamo ancora a parlare di differenze "biologiche"?
Dopo tutto quello che hanno dimostrato di saper fare le donne in tutti i settori?
È probabile invece che ci siano fattori sociali e culturali che spingono le donne verso attività dove si possa conciliare meglio, forse, le esigenze di lavoro e quelle di madre.
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In conclusione vorrei aggiungere che in un mondo che cambia continuamente e velocemente e che sarà dominato dall'IA... è importantissimo STUDIARE SEMPRE DI PIÙ, sempre ai più alti livelli di istruzione ... per rimanere UOMINI LIBERI E INDIPENDENTI, con un Forte Pensiero Critico ... e non burattini manipolabili dall'intelligenza artificiale ... e .. da chi la controlla.
(Corro il rischio di passare per un COMPLOTTISTA?)
Vero, la cosa più importante è studiare e aggiornarsi, secondo le proprie attitudini
Però un attimo, penso di aver ampiamente dimostrato quanto io sia a favore delle battaglie per la parità di genere, ma non bisogna diventare pseudoscientifici.
Le differenze biologiche tra i generi in termini di tratti di personalità e inclinazioni esistono, questa non è un'opinione, è un fatto scientifico.
Poi, quello che ci dice la ricerca è che queste differenze sono molto minori di quanto non vogliano gli stereotipi e seguono una distribuzione gaussiana, vale a dire che si fanno più marcate agli estremi e meno marcate nella media.
Gli influssi sociali e culturali amplificano e distorcono queste differenze biologiche creando discriminazione, stereotipi e pregiudizi. Sono questi influssi che si devono contrastare, non la realtà delle differenze umane, che peraltro sono un valore assoluto, sarebbe un disastro essere tutti uguali.
@@alessandrodeconcini-adcsicuramente è vero che le differenze tra uomini e donne, in termini di tratti di personalità, esistono e che questi in termini di “intensità” risultino essere poca cosa.
Sicuramente è anche vero che ci sarà in alcuni casi l’influenza dell’ambiente in base a retaggi mentali e bias cognitivi errati.
Tuttavia, considerando le scelte compiute da una persona spesso come conseguenza diretta della sua personalità e che quest’ultima è data dall’interazione dei vari tratti tra loro, ecco che le differenze sebbene piccole prese singolarmente andranno nell’insieme a creare quadri estremamente differenti da persona a persona.
Questo significa cioè che nel complesso l’insieme di piccole variazioni dei singoli tratti di personalità, dovuti al differente sviluppo sessuale, vanno a dare mediamente personalità piuttosto diverse e che quindi faranno sì che gli individui facciano scelte completamente diverse proprio in funzione quindi del differente sviluppo.
Perché questo non dovrebbe bastare a giustificare anche grandi differenze nelle scelte? Sempre tenendo a mente che effettivamente è vero che ci sia una percentuale, però ad oggi credo non grande, di condizionamenti dovuti alla società
@alessandrodeconcini-adc Potresti spiegarmi meglio in che modo le differenze biologiche di genere si distribuiscono secondo una guassiana? Da che cosa sono rappresentati gli estremi in questo contesto? Grazie! Mi incuriosisce davvero.
Ciao Ale, c'è una parte del discorso che mi ha lasciato qualche dubbio. Dici che il gap di gender nelle materie stem non è pienamente spiegabile tramite le differenze biologiche ma che viene anche da bias, pregiudizi e altro. Sai se sono state fatte ricerche su quest'ultimo punto? Per quelle biologiche so che è stata fatta più di una ricerca e il risultato è: più un paese punta all'uguaglianza a livello legislativo, più il gap tra uomo e donna AUMENTA! (riducendo le differenze socioculturali si amplificano quelle biologiche, proprio Peterson ne parla spessissimo). Per bias o pregiudizi ci sono studi che mostrano come contribuiscono al gap? Ciiiiaaaaoo :)
Vero, lo studio scandivano
Ho risposto in altri commenti spiegando perché quegli studi (che conosco) non vogliono dire quello che molti pensano vogliano dire.
@@alessandrodeconcini-adc puoi copiarlo anche qua sotto per favore ?
Eccolo:
"Si fa sempre questo esempio perché ne ha parlato molto Peterson, magari ci farò un video in merito.
Il problema di quegli studi è che non dimostrano una causalità né una correlazione.
Quegli studi ti dicono che
A - secondo alcuni parametri (soprattutto quelli di legge e iniziative ad hoc) la Svezia è molto avanti con la parità di genere.
X - in Svezia aumenta il divario nelle scelte.
I problemi sono 4:
1) Non c'è alcuna dimostrazione che A implichi X, né che A e X siano correlati. Può tranquillamente essere un caso.
2) Non sono studi ripetuti in ampia scala su tanti altri paesi, quindi non sappiamo se sia un fenomeno universale o localizzato.
3) I parametri che determinano l'avanzamento nella parità di genere sono limitati, nel senso che avere leggi avanzate e programmi inclusivi non per forza si traduce nell'eradicare stereotipi e resistenze culturali. È un passo avanti, ma sono tematiche molto più complesse e multifattoriali.
4) come tutti gli studi sociologici, non c'è controllo delle variabili, dunque non si possono escludere influssi di altri elementi, come ad esempio il fatto che la Svezia sia un paese molto conservatore."
@@alessandrodeconcini-adc eh vabbè dai, quello che dici è anche giusto per carità ma seguendo questi parametri dovremmo ignorare l’intera sociologia
Intanto uno studio lo abbiamo
Nella mia testa, che vive nell'utopia, mi chiedo perché guardare le differenze di iscrizioni a facoltà stem tra uomini e donne. È come prendere un parametro a caso che divida le persone e trovare correlazioni con cose che non sono collegate...un po' come studiare la relazione tra chi porta gli occhiali e chi fa lettere.
Capisco concretamente ci possano essere stereotipi alla base di questo gap.
"Il Jordan Peterson della situazione" mi ha fatto tanto ridere
Sono pienamente d'accordo, non ha alcun senso.
La ragione credo sia perché poi questo divario si riflette nelle differenze nei livelli di occupazione e di reddito tra i due generi.
Certamente, ma perché ci dovrebbe essere una parità? La parità è da esigere quando un uomo e una donna fanno lo stesso lavoro, e pertanto devono essere pagati uguali. Non se fanno (statisticamente, per propensione) due lavori diversi
Con l'eccezione di qualche estremista non si discute del tema per avere una distribuzione esattamente identica tra i generi.
Se ne discute per l'eguaglianza di opportunità, non di risultato.
Significa che non mi interessa particolarmente che esistano differenze di distribuzione in sé, ma mi interessa molto se quelle differenze sono gonfiate da stereotipi di genere e influssi culturali.
L'obiettivo finale è l'espressione libera dell'individuo.
@@alessandrodeconcini-adc tra borse di studio al femminile, incentivi universitari, e agevolazioni di tutti i tipi mi sembra difficile dire che ci sia uno svantaggio di opportunità a sfavore delle ragazze (tanto che le laureate sono ben più dei laureati, e che le quote blu nelle materie umanistiche non le mette nessuno). Che possano esistere stereotipi è sicuramente vero, ma tutto questo parlarne e rattoppare un ingiustizia con un altra misura ingiusta che guarda al sesso e non alle effettive capacità, siamo sicuri che possa fare alcun bene? Per me no. Semmai sta inasprendo ancor di più la problematica, accelerando un processo inevitabile e naturale in modo artificiale, finendo per vedere i numerini crescere, ma rallentando non poco il processo a livello societario. Tra l’altro proprio nella scuola ci sono problematiche maschili non indifferenti che vengono occultate perché non confacenti a questa narrativa del genere femminile sempre vittima tanto in voga
Fun fuct: una volta il lavoro di programmatore era più femminile.
Vedi il primo programmatore che in realtà è una programmatrice
Corretto. Un indizio in più del fatto che gli influssi culturali sono potenti
Boh c'è un collegamento poco logico giusto per fare marchetta, poi io non vedo sta grande mancanza di donne nelle aree stem semplicemente sono più presenti in alcune facoltà invece che altre e quelle che ci sono sono anche sempre nel top della classe e non mancano neanche professoresse, il gap lo fanno quelli che seguono certe facoltà solo per il salario e sono per lo più maschi ovviamente per come è fatta la società che va bene com'è
Alessandro ti chiedo di spiegare a quali differenze biologiche ti riferisci parlando di questo argomento. Che io sappia per quanto riguarda le abilità cognitive più certezze c'è un dibattito in corso, non sono la massima esperta di gender studies per carità, ma non avevo mai sentito di prove scientifiche che dimostrano l'inferiorità analitica delle donne.
Non sto ASSOLUTAMENTE parlando dell'intelligenza né delle abilità analitiche.
Su questi aspetti non c'è alcun dibattito in realtà, l'intelligenza è assolutamente allo stesso livello così come le capacità analitiche.
Quello di cui parlo sono LEGGERE (leggere eh) differenze a livello di preferenze e di interessi. Ci sono evidenze che uomini e donne abbiano qualche differenza nel tipo di materia che interessa loro studiare.
Ma, ovviamente, queste differenze non giustificano gli stereotipi.
@@alessandrodeconcini-adc sono d accordo con te, ma anche l interesse degli uomini per le stem non credi sia socialmente indotto?
Quando stavo alle superiori io (sono del 97 e studio matematica come seconda laurea) a nessuno fregava niente di scienza e matematica , oggi tutti futuri ingegneri o informatici (figure che rischiano di diventare molto inflazionate).
@kaioken939 sicuramente tutti gli interessi in generale sono influenzati da società e cultura, poco ma sicuro.
Infatti, se ci pensi, questi stereotipi di genere lavorano sempre in entrambe le direzioni.
Sono sempre discorsi complessi e multifattoriali.
@@alessandrodeconcini-adc quando andavo alle superiori e facevo le gare di matematica ero "sfigato, strano" e oggi sento fior fior di gente flexare il "problem solving forma mentis che da la matematica"...
Sarà ma oggi l ingegnere è diventato il nuovo calciatore.
@@kaioken939 più o meno, molto meglio un mondo di ingegneri che uno di calciatori però 😂
Il mio problema è che studio economia e statistica. Non è economia, ma economia e statistica, che sta a metà, o almeno credo.
Il vero problema però è che ho deciso di mettermi in gioco e iscrivermi all’Uni a 32 anni. E quindi quando mi laureerò (considerando che dovrò fare anche la magistrale) le probabilità di essere assunta sono basse… 😢 che ne pensi?
Penso che sia un'ottima facoltà. Non mollare e non farti prendere dai dubbi sul futuro, sicuramente con la laurea avrai più probabilità di lavoro 💪🔥
@@alessandrodeconcini-adcGrazie per la risposta! Mollare? Mai! 💪💪
Ragazzi per l'università non è mai tardi....io a 57 anni ho preso la laurea triennale in ingegneria industriale (ad UNIPV) ed ora ho fatto l'iscrizione alla magistrale. Come vedi non c'è limite di età
Piccolo dubbio innocuo: "Che ne pensi delle quote rosa?" positive o negative?
Complicato. Di base non mi ha mai convinto come sistema, ma capisco anche perché viene usato.
A lungo termine è evidente che non possa essere una soluzione MA viene impiegato per rompere le barriere e smuovere le acque, diciamo, forzando un cambiamento che se lasciato a sé stesso impiegherebbe molto più tempo.
Quindi ecco, non sono convinto al 100%, non mi piace particolarmente, non credo che dovrebbe trovare posto in una società matura, ma accetto che possa essere uno dei tanti strumenti da impiegare per migliorare le cose in una società che su queste tematiche è ancora molto molto indietro.
Ciao Alessandro, volevo chiederti se hai intenzione di fare una reaction al nuovo video di huberman riguardo lo studio
Vorrei ma è lunghissimo ho paura verrebbe una roba di 4 ore 🤣
Il 90% degli insegnanti dell'età adolescenziale sono donne, le studentesse tendono ad avere voti più alti e meno ammonizioni per il comportamento (l'abbandono scolastico è un fenomeno prevalentemente maschile), però il sistema fa perdere sicurezza alle ragazze.😂
Ma l'opzione che le materie stem siano difficili e poco "naturali" e che le studentesse siano molto più propense a scegliere l'opzione "io voglio fare ciò che mi piace fare" non viene presa in considerazione? (Guarda un po' quello che piace fare a te piace anche a una marea di altre persone e quella professione ha un'offerta un pochino inflazionata).
Perché un divario così grande non può essere rappresentato da differenze biologiche? È risaputo la propensione del genere femminile per materie linguistiche e umanistiche, anche nei paesi considerati più avanti nella parità di genere si osserva questa differenza di scelte da parte del genere femminile. Anche se ognuno prova ad analizzare la propria carriera scolastica noterà questo divario di abilità tra generi, e non credo sia dovuto ad eventi esterni ma più alla naturale bravura e conseguente sviluppo dell’interesse
È importante in casi come questi usare bene le parole.
Non è che "non può essere rappresentato da differenze biologiche", non c'è nessuna legge di natura che lo vieta. Poteva essere così.
È che, semplicemente, non lo è.
Gli studi di personalità e preferenza mostrano chiaramente delle differenze tra i generi, ma sono differenze che non giustificano il gap.
Vale a dire che una base di differenza biologica c'è senza alcun dubbio, ma poi viene amplificata ed esagerata dagli aspetti culturali ed educativi. Questo accade tra l'altro non solo per le tematiche di genere, ma per mille altre caratteristiche.
Pensa a quante differenze ci sono tra culture diverse nel modo di comportarsi, nelle scelte di carriera, nell'attitudine. Pensa a tutti gli stereotipi culturali ecc.
Ci saranno sempre differenze di scelta, per forza, è la natura. Ma quello di cui si discute è di minimizzare l'impatto culturale e degli stereotipi su queste differenze di genere, per non creare disparità di opportunità e valorizzare il più possibile gli individui
@@alessandrodeconcini-adc Però appunto nei Paesi in cui questo gap culturale sta diminuendo, sta aumentando quello biologico portando così una maggiore differenza (parlo della Svezia per esempio)
@gianmena01 si fa sempre questo esempio perché ne ha parlato molto Peterson, magari ci farò un video in merito.
Il problema di quegli studi è che non dimostrano una causalità né una correlazione.
Quegli studi ti dicono che
A - secondo alcuni parametri (soprattutto quelli di legge e iniziative ad hoc) la Svezia è molto avanti con la parità di genere.
X - in Svezia aumenta il divario nelle scelte.
I problemi sono 4:
1) Non c'è alcuna dimostrazione che A implichi X, né che A e X siano correlati. Può tranquillamente essere un caso.
2) Non sono studi ripetuti in ampia scala su tanti altri paesi, quindi non sappiamo se sia un fenomeno universale o localizzato.
3) I parametri che determinano l'avanzamento nella parità di genere sono limitati, nel senso che avere leggi avanzate e programmi inclusivi non per forza si traduce nell'eradicare stereotipi e resistenze culturali. È un passo avanti, ma sono tematiche molto più complesse e multifattoriali.
4) come tutti gli studi sociologici, non c'è controllo delle variabili, dunque non si possono escludere influssi di altri elementi, come ad esempio il fatto che la Svezia sia un paese molto conservatore.
@@alessandrodeconcini-adc grazie della risposta, sarebbe interessante un video a riguardo
Da studentessa di sociologia che ha appena letto questo studio ti correggo: il divario di lauree STEM non c'è ANCHE nei paesi con più uguaglianza di genere c'è PREVALENTEMENTE qui. Si è notato che mentre le competenze matematico-scientifiche sono bilanciate tra ragazzi e ragazze in tutto il mondo, la predisposizione individuale e la percentuale di donne laureate in STEM diminuisce con il migliorare della parità di genere. Ci sono alcune teorie, ma nessuna risposta generalmente condivisa sul perchè questo avvenga, quindi non penso che quello studio sia da prendere in considerazione in una conversazione alla buona nei commenti di un video (nonostante sia sicuramente un ottimo punto di partenza per altre riflessioni scientifiche).
Ps: vorrei anche rassicurare che il calcolo della proporzione di donne in STEM è stato fatto in modo che il numero di donne laureate globalmente non possa incidere sui risultati, quindi è da escludere un banale errore statistico.
Ciao Alessandro, scusami per il disturbo, avrei bisogno di un tuo suggerimento. A breve inizierò una laurea magistrale in lingua inglese, mi consigli di fare in inglese anche gli schemi per studiare?
Se ci riesci io farei tutto in inglese 💪💪
@@alessandrodeconcini-adc Grazie mille, meno male che ci sei tu!
Ciao Alessandro. Volevo farti una domanda da studente di economia: tu considereresti le scienze economiche-aziendali, in termini di retribuzione e domanda di lavoro, al pari della materie STEM?
Ad oggi sì, almeno a livello occupazionale