Campane del Duomo di Oderzo (TV) - PLENUM SOLENNE - SPECIALE NATALE 2021 (v.106)

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  • Опубликовано: 19 окт 2024

Комментарии • 18

  • @DiegoB.04
    @DiegoB.04  2 года назад +3

    Prezioso capitolo fornito dall’autore Otello Drusian, del suo libro relativo alla storia delle campane del Duomo di Oderzo:
    Inaugurazione delle campane
    Oderzo, 19 ottobre 1920
    Fratelli, oggi ricorre per Oderzo un avvenimento straordinario. Perché siamo numerosi più del solito, autorità e popolo in questo tempio che è il luogo più sacro, innanzi a Dio come in grande assemblea? Perché oggi una viva soddisfazione regna in noi tutti?
    Sono tornate dopo due anni e nove mesi le nostre campane. Ecco l'avvenimento atteso da lungo tempo. Gaudeamus in Domino! Sia giorno di festa!
    Il campanone così caro a noi tutti, la Marciora fatta di oro e di fede degli avi nostri, la Teresa, la Maria sono tra noi. Il giorno 14 agosto furono rifatte a Vittorio Veneto aere ex victoria col bronzo nemico, furono benedette e consacrate col sacro crisma come sentinelle del Signore. Il giorno 28 agosto accompagnate dal voto di noi tutti compirono il loro viaggio di ritorno. Quali rimembranze in voi specialmente che sotto il giogo nemico le avete viste partire! Le abbiamo ricevute con festa. Le abbiamo baciate e abbracciate come si abbraccia un fratello che arriva da lontano dopo molto tempo. Le abbiamo ricoperte di fiori, abbiamo gridato: siate le benvenute! Viva il Campanone, viva la Marciora, viva le nostre campane. Non sono esse di casa nostra, della nostra famiglia, della nostra città? Non prendono parte come dolci sorelle alle nostre gioie e alle nostre lacrime? Sono belle, sono grandi, sono armoniose. Le avete viste e le avete ammirate tutti quanti. Avete detto con intima soddisfazione: “Oh, finalmente! Senza campane il paese è morto”.
    Figlie dell'aria sono ascese sull'alta torre. Hanno già risposto al nostro saluto. Le avete intese ieri sera e stamattina. Hanno la voce squillante, armoniosa; cantano proprio bene! Per ben tre anni stettero mute. Al loro dolce saluto, al riudire dopo tanto correre di avvenimenti una voce così amica, chi non ha sentito un fremito nel cuore? Chi ricordando la tristezza dei tempi del loro esilio non ha pianto di consolazione? Gli Ebrei al ritorno dell'Arca Santa caduta in mano ai nemici celebrarono una grande festa e uscirono in grida altissime di gioia. Qualche cosa di simile non avviene anche in noi? Oh, torni cara a tutti questa festa! Suonate, suonate campane! Diffondete nei cuori, sulla città, nelle officine, nei campi, la santa letizia dei vostri concerti. Squillate la gioia di Dio e della nostra cara Patria. Mai come in questa occasione è superfluo un discorso. Le campane hanno parlato con voce più robusta e potente di qualunque oratore.
    Consentitemi solo brevi parole:
    Fu in tutti, o fratelli, il grande desiderio di aver presto le campane. Spesso chiedevate: “ quando verranno”? È in tutti viva la soddisfazione nel sentirle suonare a festa. Non è però tanto importante il fatto che suonino quanto l'intender bene il significato ed il valore di questo suono. Varrebbe la pena di preparare e fare eseguire con tanta cura un magnifico concerto di musica dei migliori nostri autori ad una schiera di sordi? Non suonerebbero invano i poveri artisti?
    Fratelli, la campana è una voce. È forte e potente più di quella dell'uomo; più di quella di ogni altro strumento. È una voce qualunque? No, voi lo sapete. Come Dio ha donato all'uomo una voce, così l'uomo ha inventato la campana per donare una voce al Signore. Il suono della campana è la voce di Dio. Suona la campana, parla il Signore! Se non avesse questo significato voi avreste desiderato tanto le vostre campane e oggi sareste così numerosi a celebrarne il ritorno?
    È la voce di Dio! Ebbene ascoltiamo che cosa ci dice questa voce. Se non ascoltassimo, se fossimo sordi a questa voce, meglio per noi che non parlasse affatto.
    Quando le campane risuonano al principio della giornata ci avvertono che l'occhio del Signore è aperto sulla nostra vita. Al cadere del sole, mentre tutto ritorna al silenzio, la campana non tace e in flebili note mormora: “ Tu sol non pieghi a sera, Signor degli anni eterni”. E ci invita a rendere grazie a Dio della giornata che ci ha concessa.
    Di festa è la voce di Dio che rivendica i giorni che sono suoi. Vivaci, gioconde, sollecite si abbandonano nella domenica e nelle feste a combattimenti armoniosi per invitarci al riposo, per dirci che dobbiamo consacrare una parte della nostra vita a Colui che ce l'ha donata. Che dobbiamo lasciare il lavoro e vestirci di festa, non per l'osteria o il vizio, ma per la famiglia e il Tempio dove Dio ci attende col cuore pieno di perdono e con le mani piene di grazie. Avete detto: “ora che abbiamo le campane sappiamo quando è festa”. Voglia Iddio che sappiate tutti quando è festa e i giorni del Signore abbiano ad essere meno profanati.
    È la voce di Dio nelle tempeste che ci invita alla preghiera. È il grido d'allarme nei flagelli delle invasioni che invita i cristiani a tutte le abnegazioni della carità e del patriottismo. È la voce di Dio nei giorni del dolore che si unisce alle nostre lacrime, che piange con noi sopra la tomba dei nostri cari e innalza i cuori con le promesse della fede.
    Poste tra il cielo e la terra esse ci rivolgono senza interruzione la parola della sapienza eterna: “O uomini, io grido verso di voi. Ascoltatemi, perché vi dico grandi cose. O viri ad vos clamito audite me quoniam de magnis rebus locutura sum”.
    Piacerà a tutti questa musica? La musica si apprezza secondo il gusto. Chi ha un cattivo gusto non apprezza ciò che è bello. Nel tempo della decadenza la migliore musica non era tenuta in nessun conto. Non gustate o fratelli, questa musica delle campane, questa parola della sapienza eterna o peggio vi dà noia e fastidio? Segno di cattivo gusto, segno di decadenza! Conviene rifare l'educazione con migliori maestri.
    Amate o fratelli le campane e ascoltate la loro voce.
    Fratelli, le nostre campane hanno ancora un altro significato tutto speciale e ben grande, per il quale sono a noi tutti particolarmente care. Esse sono ancora la voce della nostra diletta Patria e ci ricordano della Patria con grido speciale i giorni tristi del dolore e i giorni lieti della vittoria.
    Il 27 novembre 1916 alle 12.00 una squadra di soldati austriaci saliva sul campanile per un'opera sacrilega. Molti di voi presenti avete inteso quei colpi che ferivano nello stesso tempo i bronzi sacri e i vostri cuori.
    Quelle campane che erano offerte a Dio dalla fede dei vostri avi, che avevano accompagnato i vostri cari alla tomba; che invitavano con soave armonia le anime dei fedeli alla dolcezza della preghiera cristiana diventarono strumento micidiale di morte, diventarono cannoni e granate per colpire i vostri figli che il Piave divideva. Sul campanile muto e deserto crepitava sinistramente di tanto in tanto in luogo delle campane una mitragliatrice. Oh, tristi giorni della guerra!
    Ma chi può impunemente alzare la mano su cosa sacra che appartiene al Signore? Il nemico commise il sacrilegio compiuto da Baldassarre Re dei Babilonesi che profanò i vasi sacri rubati al Tempio di Gerusalemme dal Re Nabucco. La stessa notte fu ucciso ed il suo regno fu distrutto. La stessa sorte ebbe il nemico. E i cannoni del nemico servono oggi per rifare le campane. Hostis ad aere revixi. Esse, le campane, ci ripetono esultanti: siamo risorte, siamo quelle di un tempo, ed oggi con le lodi di Dio innalziamo un inno di giubilo alla nostra patria.
    Non vi è suono più caro. Venezia, Milano, Roma hanno campane più grandiose, più armoniose, ma nessuna con voce più cara o più gloriosa delle nostre.
    Ed ora suonate campane! La nobile città di cui siete parte ha voluto che foste grandi e belle affinché aveste a parlare nobilmente a nome di Dio e della Patria. Suonate per Iddio e suonate per la Patria.
    Suonate per la Patria, siate le interpreti dei suoi gemiti, dei suoi allarmi, delle sue speranze, delle sue gioie, dei suoi trionfi, dei suoi ringraziamenti.
    Ripetete alla Patria nostra che Iddio vuole donare virtù, grandezza e gloria al suo popolo e benedirlo con il gran dono della pace.
    Dominus virtutem dabit populo suo. Dominus populo suo dabit pacem.

  • @albe05
    @albe05 2 года назад +2

    Molto belle! Bel video e buon Natale!

    • @DiegoB.04
      @DiegoB.04  2 года назад

      Proprio così! Grazie altrettanto!

  • @cavallino1712
    @cavallino1712 2 года назад +3

    Molto belle, buon Natale!

    • @DiegoB.04
      @DiegoB.04  2 года назад +1

      Decisamente, grazie anche a te!

  • @campanaro64
    @campanaro64 2 года назад +1

    Che belle

  • @campanaro3889
    @campanaro3889 2 года назад +2

    Finalmente si sente il plenum. Bellissimo video e Buon Natale

    • @DiegoB.04
      @DiegoB.04  2 года назад

      Proprio così, grazie mille ed altrettanto a te!

  • @Sassolino06
    @Sassolino06 2 года назад +3

    Buon Natale!

    • @DiegoB.04
      @DiegoB.04  2 года назад +1

      Grazie mille, anche a te!

  • @bellringerdairics4797
    @bellringerdairics4797 2 года назад +2

    Belle le campane. Bel video. Buon Natale! 🎄.

  • @campanaro3040
    @campanaro3040 2 года назад +2

    Buon natale Diego!

    • @DiegoB.04
      @DiegoB.04  2 года назад +1

      Grazie altrettanto!

  • @campanedelpolesineenonsolo710
    @campanedelpolesineenonsolo710 2 года назад +1

    Molto belle, la fotocopia di queste ruclips.net/video/vi8073cBX5o/видео.html

    • @DiegoB.04
      @DiegoB.04  2 года назад

      Vero, anche se queste di Oderzo sono più valide di timbro e di armonici.