Questo confronto mi è piaciuto. La posizione di Boldrin era molto meglio argomentata rispetto a quella di Felice, certamente data dalla lunga ed approfondita conoscenza personale. Mi fa molto piacere che ci siano dei pareri diversi perché così "usciamo" dalla nostra bolla di informazione Grazie Boldrin e Grazie Felice
Emanuele Felice: "Originario di Vasto, laureato in Economia all'Università di Bologna, ha conseguito il dottorato in Storia economica presso l’Università di Pisa e si è poi specializzato presso la London School of Economics, la Universitat Pompeu Fabra, la Harvard University. Dal 2019 è professore ordinario di Politica economica presso l'Università "G. D'Annunzio" di Chieti-Pescara[1]. In passato ha insegnato nelle Università di Bologna, Università di Siena, Università Pablo de Olavide di Siviglia, Universitat Autònoma de Barcelona. Nel 2015 e 2016 è stato editorialista per La Stampa, dal 2017 è editorialista per La Repubblica e L'Espresso". (Wikipedia) Sono sconvolto, la povertà' delle argomentazioni di questo professore, è assolutamente sconcertante. La sua tesi è condivisibile ma la sua argomentazione è praticamente inesistente. non capisco perché per criticare giustamente la mancanza di "democrazia liberale" bisogna infangare il CAPITALISMO
I fascisti e i liberisti sono due facce della stessa medaglia. I primi mirano ad abolire i diritti negativi (libertà individuale). I secondi mirano ad abolire i diritti positivi (sanità gratuita, istruzione gratuita, reddito di cittadinanza, pensioni, ecc ecc...). Dall'altro lato della barricata ci sono le persone umanamente decenti, che lottano per i diritti, senza fare distinzioni.
ma com'è che uno passato da LSE e Harvard poi finisce a Chieti-Pescara, che nelle graduatorie si classifica regolarmente tra i peggiori poli italiani? c'è qualcosa che non torna
laureato in economia e in storia economica e non sa neanche la definizione di capitalismo, e boldrin lo batte pure in storia dicendogli che capitalisti erano anche i romani
@@ClassicalMusicAndSoundtracks Io direi che comunismo e fascismo sono due facce della stessa medaglia. Quelli che porti come esempi di diritti positivi non sono diritti perché implicano il dovere di altre persone a pagarti quelle belle cose, il che se hai più di 18 anni è un problema perché avresti dovuto sviluppare un senso di responsabilità.
@@kenvischi1047 no, comunismo e fascismo non sono due facce della stessa medaglia, perché Marx diceva che il liberalismo era stata una svolta positiva per l'occidente ma che non era sufficiente. Per i fascisti invece il liberalismo è una piaga. Nel mondo purtroppo si è diffuso lo stalinismo e non il marxismo, per questo che i paesi socialisti erano e sono autoritari, ma la guida spirituale della sinistra occidentale è Marx e non Stalin. Comunque io non sono comunista, mi definisco liberalsocialista, ma era giusto per precisare. Non è che se una persona si oppone al liberismo significa che è comunista, ci sono varie correnti. È giusto che ci sia il dovere di pagare le tasse, perché le tasse redistribuiscono denaro. È appunto quello che si vuole ottenere. Il mercato non essendo etico crea elevati squilibri: è compito dello stato creare un minimo di equllibrio redistribuendo denaro. Non è vero che hai il diritto i tenere tutto quello che guadagni, perché anche gli altri devono mangiare, devono avere cure mediche, ecc ecc... I soldi che ti entrano nelle tasche non sono tuoi, sono solo in tuo temporaneo possesso: sono tuoi quelli che ti restano dopo aver pagato le tasse.
Di Felice sto leggendo e devo dire apprezzando il testo "Ascesa e declino. Storia economica d'Italia". Da questo video, però, noto una gran confusione sui concetti basilari del suo ragionamento e il prof. Boldrin ha fatto bene, per aiutare noi che lo ascoltiamo, a cercare una definizione delle parole che usa. Il problema, però, è drammaticamente italiano: c'è una forte ideologia di stampo post-marxista che spinge a trovare il "nemico" nel ragionamento di Felice. È il vizio ideologico marxista del capitale che si "impersonifica". Tant'è che per Maduro usa l'orrenda espressione "residuo della storia", quasi a voler sminuire la atrocità di quel macellaio. Non vorrei generalizzare, ma gli intellettuali di sinistra sono anti-storici, poiché ideologizzati (il prof. Boldrin da tempo sottolinea, correttamente, che TUTTA la storia umana è capitalista!) e di conseguenza hanno una visione distorta del presente: perché, scusandomi la battuta, bisogna essere palesemente ubriachi per dire che Putin, Salvini, ecc. sono "liberisti" :)
@@freedomordeath89 Il problema del discorso, a mio avviso, è proprio la "periodizzazione" rigida delle epoche e del comportamento degli individui, chiaramente di matrice hegeliana e marxista. Il mercantilismo o il capitalismo sono concetti che se vanno ben analizzati ci si accorge che hanno difficoltà di applicazione dei contesti storici e sono per l'appunto periodizzazioni concettuali: siamo sicuri che oggi non ci sia più mercantilismo, così come lamentava Smith nella sua WN o che nel XVI secolo non ci fosse capitalismo? Il capitalismo è "reale", ma ha delle componenti che mi spingono a dire che c'è sempre stato come "atteggiamento" umano. Poi bisogna vedere come lo si declina e quali sono le componenti che lo determinano rispetto ad altro. Il resto sono differenze tecnologiche e di movimento, come accennava Boldrin, ma non cambia la "sostanza" delle cose!
Una discreta tempesta di cazzate. Non solo tutta la storia dell'umanità non è capitalista ma c'è tutta una riflessione accademica antropologica che lo smentisce.
ma voi non avete sentito un chiarissimoo riferimento a Elio e le storie tese? "Quando si parla di capitalismo TUTTI HANNO PAURA DELL'ARMONICA!!!! " p.s. che meraviglia questi video... bravo Michele! non mollare!
Vedo il video solo adesso essendo iscritto da poco al canale. Il confronto è chiaramente impari, Boldrin (che conoscevo già) è una vecchia volpe con una cultura enorme alle spalle e sa perfettamente come condurre il gioco; ma anche facendo la tara alla situazione, se questo di Felice è il livello di un professore ordinario della nostra università pubblica, allora mi assale veramente lo sconforto per la china presa dalle nostre istituzioni. Ho un figlio di 15 anni che fa il classico, e a questo punto sto riflettendo sul fatto che non solo dovrà andarsene dall'Italia per avere un futuro lavorativo, ma bisognerà valutare anche la possibilità di un percorso di studi universitario all'estero. Qui sarebbe necessario fare tabula rasa, sicuramente meno doloroso che assistere al declino. Saluti e complimenti a Boldrin per il canale.
Da cittadino russo che ha un genitore con un'azienda in Russia, confermo che il mercato finge di essere libero, ma se vuoi uscire dalla media devi avere amicizie, non importa quanto sei bravo e competitivo economicamente
Ma cosa succede all'università di Pescara? Tra Bagnai e Felice la quantità di talenti in quella istituzione gli garantirà un'ottima nomea per l'eternità, complimenti al rettore!
Si ma sta volta ha proprio beccato uno che parla di economia per sentito dire. Cioè, sembra avere delle conoscenze storiche di livello più coerente al suo titolo, ma di economia sembra saperne davvero pari a quello che ne so io, che sono appena uscito da una scuola superiore
48:59. Pasolini non sopportava la massa in quanto tale e quando parlava di "società dei consumi" non la definiva un altro tipo fascismo ma un fenomeno sociale differente, facendo un discorso molto più paragonabile ai ragionamenti critici attuali su come tutti siano (apparentemente) diventati classe media e sulle conseguenze sociali della scomparsa di un'identità della classe operaia (tra i contemporanei che ho sentito negli anni, ricordo Owen Jones su questi temi). Questi signori che usano il suo nome, tra l'altro citato a cazzo come farebbe qualunque maturando di diciotto anni, per dare una sorta di "spessore" al loro discorso - che è di fondo un calderone di pensieri confusi (come dimostra, lasciando perdere i primi 31 minuti che sono praticamente inascoltabili, dal minuto 47:00 in poi) in cui buttano dentro tutto - sfruttano il nome di un artista la cui importanza va ricercata in termini di straripante umanismo e di onestà (e di anarchismo) intellettuale, e non va tradotta in termini di politica spicciola da bar. La mancanza di rispetto di questi signori in tal senso mi lascia allibita ogni volta, al contrario del Prof che ringrazio per le costanti parole di rispetto nei suoi confronti: il Prof capisce l'importanza del Pasolini artista e comunicatore e sa contestualizzare in modo onesto personalità di questo tipo. È pazzesco come questi signori riescano ogni volta a cadere perfettamente nel cliché delle citazioni a cazzo, delle frasi inconcludenti, dell'atteggiamento insofferente, altezzoso... lui, porello, doveva scrivere l'articolo da tremila caratteri, di certo non poteva perdersi in certi dettagli insignificanti. La chiudo qui, mi dispiace solo perché da questi video c'è poco da imparare, mentre se ci fosse la possibilità di avere un interlocutore all'altezza, qualcuno di critico ma capace di fare un ragionamento e di scremare le sciocchezze fastidiose di questo tipo, sarebbe tutta un'altra cosa. Qualche valido professore di Bologna con cui discutere non lo troviamo?
Interessanti discussione. Trovo assolutamente corretto distinguere il capitalismo (che può essere anche capitalismo di stato come nei sistemi collettivisti) dal liberalismo.
"Cosa c'entra l'autonomia differenziata con il liberismo?" "Boh, è così". Top professore. Segno subito in quale università insegna così da non rischiare di finirci mai
Vedo questo video solo ora: Felice parla di liberalismo come ne parlava Benedetto Croce, quindi come una dottrina solamente civile e morale, dall'altra parte Einaudi, invece, era del parere per cui la libertà economica (solo in Italia si usa il termine sciocco liberismo) e libertà civile fossero imprescendibili l'una dall'altra; per il resto Boldrin come sempre impeccabile e preciso, riguardo a Felice sta simpatico, ma meglio che parli d'altro, perchè non c'è peggior Socialista (in questo caso di destra) di Salvini.
Al minuto 26 ho sentito abbastanza. Questo giovane e confuso professore dalle deboli convinzioni non sarà finito a Pescara per caso. Mi dedico ad altro.
Non diciamo sciocchezze. È un eccellente storico ed ha anche collaborato con ospiti abituali del canale. Guardate che al di là del discorso sulle etichette alla fine la pensa come Boldrin sulla maggior parte delle cose.
Al minuto 29:30 si palesa tutta la incapacità di questo professore di Storia dell’economia, ora responsabile economico del Pd: “coloro che producono profitto devono essere ostacolati con una tassazione progressiva” Il concetto della tassazione progressiva dovrebbe essere per una idea di solidarietà sociale, non per ostacolare coloro che sono in grado di produrre profitti. Incredibile !
Secondo alcuni gli imprenditori producono profitti solo per loro stessi e sono perciò preferibili le aziende statali che producono profitti per la collettività.
Veniamo al punto fondamentale: c'è un problema infrastrutturale pesante. Ennesimo ospite di cui ho sentito metà delle parole. Mannaggia. Colloquio molto interessante.
Mi rivolgo al prof. Boldrin, ma anche a chiunque abbia voglia di rispondermi. Vorrei conoscere meglio la situazione cinese attuale, ci sono letture o risorse valide in merito?
La cifra della conversazione secondo me sta tutta nel problema delle definizioni, che par di capire siano qualcosa che in generale piacciono poco. Messo alle strette sulle definizioni, Felice ha dato le definizioni grossomodo corrette, da libro di testo, mi pare: il problema è che nel discorso pubblico a queste definizioni se ne sovrappongono delle altre, chiamiamole se vogliamo ingenue: il capitalismo è un sistema economico in cui sussistono grandi disuguaglianze di ricchezza tra individui, e il liberismo è un'attitudine politica ed economica che fa sì che queste disuguaglianze aumentino o non si riducano. Ora, è chiaro che queste non sono definizioni accettabili, per mille motivi validi, e fa bene Boldrin a riportare l'interlocutore al "vero" significato dei termini che si impiegano, perché è l'approccio che deve avere uno scienziato. Però contemporaneamente così facendo si espone alla critica di sviare il discorso per non andare alla radice del problema (che per esempio gli muoveva qualche giorno fa keynesblog su Twitter, accomunandolo a chi diceva che il comunismo reale non era il vero comunismo).
È un eccellente storico, non paragonatelo a quelli là. È uno dei non molti intellettuali che all'interno della sinistra italiana ragionano. Guardate che alla fine concorda con il prof su un sacco di cose...
@@subarukronos non mi piace dare giudizi alle persone. Ma se tu in veste di esperto ti presenti a disquisire con un tuo pari grado(boldrin mi perdoni l'accostamento) e noi dall'alto della nostra scarsa conoscenza in materia, desiderosi di apprendere, ci poniamo in religioso ascolto, beh non dico tanto, ma mettere tre parole in fila di senso compiuto si può esigere o é chiedere troppo. Io ad un certo punto ho provato imbarazzo al suo posto, e a dire il vero mi ha fatto anche un po' pena.
Sarebbe interessante una chiacchierata su questi temi ed oltre con Christian Raimo e anche sul suo ultimo libro sull'identità italiana. Ne verrebbe fuori qualcosa di (più) interessante
L'unica utilità di questo video sta nel fatto di mostrare cosa si possa intendere in Italia per "storico dell'economia" e "ordinario di politica economica". Per il resto, ci sono solo gli imbarazzanti balbettii di uno che non sa niente di niente e rimastica solo vecchia e inservibile fuffa retorica. Spero che lo scopo del Prof (quello vero) sia esattamente questo, se no non c'è ragione di realizzare cose come questa.
Ma Felice, ma scusa tanto... [Il tu è dovuto a questioni anagrafiche (ci portiamo un anno), di parziale formazione (la parte storiografica) e di parziali comuni origini (da parte materna sono abruzzese, anche se nato e vissuto al nord Italia e fuori)]. 'Liberismo' è termine che sostanzialmente non esiste al di fuori dell'Italia - e lo sai bene, non fosse altro che per le tue esperienze all'estero. Da storico: ma come si fa, nel 2019, passata l'epoca Croce-Einaudi, se il fine non è quello di avere come unico riferimento il provincialismo italiano, a usare termini e concetti - non solo questo, ovviamente - a cazzo? So bene, per esperienza personale, che buona parte degli storici, italiani in particolare, di economia vera e propria non sa una mazza che non siano rimasugli di una vaga eredità para-marxista, polanyiana (Karl, non Michael), o che non provenga da qualche sociologo (raramente da qualche economista, che non abbia scritto saggi per largo pubblico, tipo Krugman, Stiglitz, ecc.), ugualmente digiuno di economia in senso proprio. So bene anche che, in genere, in quell'ambiente tutto ciò che è 'a destra' (semplifichiamo così) di Keynes e del New Liberalism non viene nemmeno considerato 'liberalismo' (tant'è che per accettare anche solo Popper, il 'liberale' Bosetti ha dovuto trasformarlo in socialdemocratico ad uso e consumo della propria area politica di riferimento). Di conseguenza, una tale leggerezza me la sarei aspettata da uno - pessimo e oltremodo ideologizzato - storico 'puro', che ha sempre - tranne eccezioni - in bocca il 'neoliberismo', o da un allievo di qualche sociologo tipo Gallino, non da chi ha formazione in Economics. Scusa eh, lo dico perché - e, ripeto, sono uno storico e un archeologo di formazione, non un economista - dopo 30-40 secondi dall'inizio del tuo intervento, l'istinto era quello di stoppare la visione senza pietà... In ogni caso, istruttivo ed utile confronto Boldrin (ho messo a tacere l'istinto e ho proseguito fino alla fine + like). Un saluto
@@freedomordeath89 Intanto, ti ringrazio infinitamente per l'intervento civile e dialogico, ultimamente è cosa più unica che rara. Cerco di rispondere, partendo sempre dal presupposto che non ho - come nessuno ha - la verità in tasca e men che meno sono a conoscenza di soluzioni pragmatiche a problemi universali (che nemmeno mi pongo, quelli li lascio a chi vuole giocare alle guerre cosmiche o a chi si illude di poter costruire il paradiso in terra) che non siano semplicistiche, retoriche, puramente ideologiche e insomma fuffa. Che il termine non esista al di fuori è un fatto. Che esistano dibattiti in parte simili è vero, ma fuori è più ostico dare per scontata la distinzione/scissione mentre in Italia è storicamente 'moneta corrente' (e secondo me tale cultura che gli è cresciuta attorno, a sinistra e a destra, è una bella causa che ha contribuito al fallimento di un paese). Inoltre, ed è un punto che ha una sua importanza, tale distinzione (posto che sia possibile, e per me è sostanzialmente nulla) esiste come cosa ovvia solo all'interno di un'area politica precisa e solo da un certo periodo in poi. Quindi, liberissimi tutti di adottarla, non di farla passare come fatto assodato: è semplicemente scorretto poiché tutto da dimostrare, filosoficamente, storicamente, economicamente, a livello di teoria e pratica politica, ecc. Ma venendo al punto realmente importante (tirata troppo per le lunghe, quella di cui sopra diventa fuffa), sono d'accordo sul fatto che le tensioni vadano ricomposte e che spetti principalmente alla politica poiché, se ha una utilità in contesto democratico-liberale, è proprio quella di ricomporre conflitti evitando che sfocino in rivolte, rivoluzioni e guerre civili. Però, se la politica cavalca e alimenta i bias dell'elettorato offrendone altrettanti in cambio, senza l'ausilio di solide e realistiche analisi e con strumenti e policy altrettanto deboli e dimostratesi disastrose, non vedo quali soluzioni possa trovare che non siano retorica, demagogia e fallimenti tipo quelli attribuibili alle ideologie fringe alle quali ti riferisci. Tu dici che questo 'sistema' non soddisfa la maggior della popolazione. Dove? E perché? E in che modo? Questa popolazione se non vuol solo giocare alla rivoluzione o semplicemente spartirsi i sussidi ai quali non ha accesso (sussidi a imprese, famiglie, categorie lavorative, ecc.: il corporativismo al quale accenni, alla fine), dovrebbe chiarire cosa vuole. La povertà assoluta è scesa per la prima volta sotto il 10%, a livello mondiale. Cina, ma anche India, e altri paesi emergenti ed ex-emergenti, hanno goduto di una 'redistribuzione' di ricchezza senza pari. Allora chi è scontento? Chi alza di più la voce e una parte della popolazione occidentale che vive in quel pezzo di mondo - comunque ricco - abituato a crescere (e quindi anche ad aumentare spesa pubblica come se non ci fosse un domani) in passato - in assenza di sostanziale competizione globale - ad altri ritmi rispetto agli attuali. Beh, ma quel periodo è finito da 40 anni. Molti (paesi, e singoli all'interno degli stessi), pur tra mille problemi, se ne sono accorti ed hanno cercato di reagire. L'Italia e qualcun altro no. All'interno di questa popolazione poi, chi si lamenta di più? Chi è rimasto indietro non solo per sfiga ma per scelta (che gli è stata resa possibile)?Forse chi, pur avendone le possibilità peraltro, ha scelto di non formarsi? Forse chi è stato abituato a fare lo stesso mestiere per 30-40 anni e lo ha mantenuto per elemosina e a spese altrui, non avendo imparato nel frattempo nemmeno uno straccio d'inglese o a usare un semplice pc, e così ha educato i propri figli? Forse chi ha continuato a stare sul mercato solo perché sussidiato? O chi ha mantenuto un minimo di reddito solo perché cassintegrato? Esattamente, visto che non stiamo parlando di bimbi del Burundi o solo di chi è caduto in disgrazia, per quale motivo chi si è adattato dovrebbe pagare per chi ancora oggi si rifiuta di farlo perché 'è mio diritto' o 'la società mi deve', ecc.? Di cose da fare quindi, e mi limito all'Italia visto quanto sopra a proposito delle guerre cosmiche, ce ne sarebbero a iosa, dalla formazione-istruzione alla spesa all'efficienza della PA e del sistema di Welfare all'allentamento del controllo diretto e indiretto del PIL da parte dello Stato, ecc. Dubito però (e la reazione alla riforma Fornero, pur con i suoi limiti, ne è una dimostrazione) che realisticamente possano andare nella direzione sperata da chi continua a vivere in un mondo finito 40 anni fa (ed ha enormi problemi di analfabetismo funzionale in tutti i campi, dalla lingua alla matematica, dalla storia all'economia: ultimi posti, non ricordo se OCSE o solo Europa, per cultura economico-finanziaria, e gli accademici non sfuggono alla regola, peraltro) e a chiedere le stesse cose nello stesso modo, indisponibile a farsi carico innanzitutto delle proprie responsabilità personali, inclusa quella della propria vita e delle proprie scelte (da cui libertà, peraltro, pur con tutti i suoi limiti). Un modello sociale alternativo? Quale? Attuabile in che modo? Ciao
A me tutte ste etichette mi creano una gran confusione, e secondo me molti le utilizzano in maniera impropria e confusionaria. basterebbe semplicemente parlare di libero mercato o libera concorrenza. Eh basta..co ste complicazioni del ca...
Ottima conversazione. Questa volta ho apprezzato molto il Prof. Boldrin. Anche se non lo seguo quando parla di rosso-brunismo. Capisco che sia umano tendere a ricondurre le fenomenologie a schemi mentali che ci siamo costruiti, ma io dubito che la definizione sia corretta. C’è una complessità nei movimenti leghisti e 5-stelle che sfugge ai più e credo che vada spiegata con una rottura degli schemi, non come una riproposizione di schemi antichi...
Una gran confusione in testa ha questo ragazzo. Voleva sollevare interesse pubblico usando termini rivestiti di inquinamento ideologico e molto confusi: come capitalismo e diritti umani. Ma in verità è solo un artifizio retorico perché correttamente avrebbe dovuto usare i termini sistema di mercato e liberalismo. Infatti è molto semplice criticare il capitalismo e invocare i diritti umani. Un po' piu difficile per lui e per il suo sistema di riferimento culturale è criticare il sistema di mercato e invocare il liberalismo. Infatti Michele ce lo ha dovuto trascinare!
Sono a 22.47 min di proiezione ed ancora la posizione di Emanuele Felice mi è completamente oscura. Non sto letteralmente comprendendo il contenuto e la definizione delle sue categorie; continuo nella speranza che un argomentato raggio chiarificatore proietti un po' di luce su queste nebbiose ed oscure classificazioni.
Abbiate, a dire il vero. Non abbiamo impegnato 13 minuti a definirlo, dopo 13 minuti ci abbiamo rinunciato. Almeno per quanto mi riguarda. Ma forse lei sa darmi una definizione precisa di capitalismo che non corrisponda a "una % positiva dei mezzi di produzione e' di proprieta' privata". Attendo curioso.
@@MicheleBoldrin Professore vedo che lei la butta sulla matita rosso blu. Touché. La prossima volta starò molto più attento. Mi scorderò di essere su un social dove prevale la comunicazione "quasi " orale e cercherò di essere più formale.L'incertezza della definizione alla quale accennavo rende aleatorie anche le elaborazioni e analisi sulla situazione politica ed economica. Personalmente sono d'accordo con lei, come accade quasi sempre, quando ho la possibilità di seguirla. Un cordiale saluto e buon fine settimana.
si' lo so che certe cose non dimostrano nulla ... ma qualcosa vogliono pur dire : consumare1 v. tr. [dal lat. consumĕre (v. consumere), ravvicinato, già nel lat. tardo, per la coniug. a consummare (v. consumare2)]. - 1. a. Logorare, finire a poco a poco con l’uso: c. la roba, i polsi della camicia, il fondo dei calzoni; prov., è meglio consumar le scarpe che le lenzuola. b. Ridurre al nulla un bene, un prodotto adoperandolo per particolari necessità, per il soddisfacimento di proprî bisogni, o in genere sfruttarlo per un uso determinato ... il "consumismo" non ha un buon etimo
Interessante la previsione, peraltro logica e lucida sulla visione storica del puntinismo fatta dal professore in conseguenza dei fatti di oggi in Ucraina ,mi preoccupa l’atteggiamento così superficiale e parziale di un giovane studioso italiano …davvero mi preoccupa !
Tra l'altro (ma questa è solo una mia impressione basata esclusivamente su quello che mi pare di vedere nel mondo) a me sembra il contrario di quello che ha detto: la crescita economica è quasi sempre accompagnata, quantomeno, da una maggior richiesta di diffusione dei poteri a più livelli. Se aumenta il benessere delle masse, le masse chiederanno di occuparsi sempre più attivamente della cosa pubblica.
Le argomentazioni di Felice mi paiono alquanto confuse e deboli. Michele è diverse spanne sopra, ma parecchie. Argomentazioni, profondità di analisi, logiche... no contest.
Anche se trovo a tratti odioso il modo costante di impostare l'intera base del discorso sulle definizioni, credo questa sia una delle poche volte in cui Boldrin abbia fatto bene a partire da questo approccio pedante per poter cercare di "grattare la superficie" nella speranza di un punto in comune. Con tutta onestà trovo modesta la posizione del professore Felice, che mi è apparso poco nitido già a partire dai concetti di base e molto in difficoltà nel poter esprimere le sue posizioni non appena gli veniva dato spazio di parola. Forse Boldrin trova sempre gli avversari sbagliati, ma sta di fatto che queste persone sono sempre molto deboli nell'argomentare tutto ciò che è di loro pertinenza.
Non so cosa mi indigna di più, se pensare che il bel Emanuele Felice sia un Economista o che sia il Responsabile Economico del PD.....se i cavalli sono questi, dove volgiamo andare mi verrebbe da dire, ma chi lo ha raccomandato?
Argomentazioni abbastanza deboli e confuse per un docente universitario, imbarazzante il tentativo di definire il capitalismo, ho inteso tra con molta fatica ( colpa mia ) che il giovane prof fosse critico nei confronti di un capitalismo contemporaneo assolutamente a-etico e a-morale il cui unico obbiettivo è massimizzare i profitti. Suppongo. Gianluca terza media operaio
Leggo critiche a Felice in base all'ateneo presso il quale lavora e relative 'influenze' bagnaiane, rinaldiane, ecc. Siamo seri, però. Io ho criticato qui nei mie interventi tanto l'articolo quanto la vaghezza mostrata nel video, ma accomunarlo a Bagnai o Rinaldi è ingeneroso e infondato. Dopodiché, può attirarsi - secondo me comprensibilmente nel caso specifico, tanto nel metodo quanto nel merito - tutte le critiche del mondo, ma non su pregiudizi 'pescaresi' o 'rinaldiani' (pure la Bocconi purtroppo ha avuto ed ha alcuni docenti che si sono fatti e si fanno certe uscite 'da denuncia' a livello Bagnai o quasi). E' anche vero, del resto, che il livello del dibattito a sinistra spesso è questo (estraggo gli argomenti da replica di Mazzetti a intervento di Felice, Espresso di un anno fa reperibile on line - e mi perdonino i protagonisti se lo trovo un dibattito desolante e fantasioso...): gli effetti del neoliberismo (che a me pare un caso di storia dell'ideologia più che strettamente economica, e di debolissima lettura che scambia spesso causa ed effetto); keynesismo: ritorno al passato o meno; 35, 15 ore o meno e redistribuzione del lavoro.
Ho letto tutti i commenti e concordo in pieno con quanto hai scritto, qui e in precedenza. Ho cercato l'articolo dell'Espresso, discussione allucinante!
Com'è possibile che un professore ordinario di storia economica non sappia dare una seppur minima definizione di "capitalismo"? La risposta data da Felice me la aspetto da uno studente poco preparato al primo anno di università, non da un accademico
Rispondendo con Friedman si sarebbe potuto far notare al prof Felice quanto il liberismo economico sia condizione necessaria ma non sufficiente allo sviluppo della democrazia....in altre parole non ci si dovrebbe preoccupare del capitalismo senza democrazia giacchè esso ne è premessa necessaria...
scusi ma, se il capitalismo è condizione necessaria, ma non sufficiente, della democrazia... vuol dire appunto che ci può essere il capitalismo senza democrazia (mentre non ci può essere democrazia senza capitalismo). Questo vuol dire quello che lei ha appena scritto, seguendo Friedman. Almeno la logica ;)
@@EmanueleFelice precisamente prof...ergo perchè si preoccupa esclusivamente del capitalismo senza democrazia quando esso possiede una forma(limitata) di pluralismo mentre non cita e non si preoccupa(per dirla con Boldrin) di gente come Maduro o del pupazzetto nordcoreano...?Ad es Hong Kong possiede un'alta libertà economica ma istituzionalmente non è libera...crede sia più preoccupante la Korea del nord e/o la Cina oppure Hong Kong?P.s ho apprezzato le sue argomentazioni sulla quantità di Pil intermediata dal Gov italiano pur non condividendole
Professore Boldrin, non metta piede all'Unipiskarese, ho paura per la sua incolumità. Questo ha delle stizze come baffino; ero rimasto al 'liberale di sinistra', c'è una nuova categoria 'social liberale'?
Vorrei provare ad andare incontro a Felice. Il capitalismo in sé non è negativo, ma quando un regime illiberale passa ad una economia capitalista (come ex Urss e Cina) passa dall'essere totalmente ostracizzato dal mondo liberale (occidente) all'essere un partner con dei problemi sui diritti civili, che fa un'enorme differenza. In passato questo passaggio veniva visto positivamente, perchè si pensava che una volta integrati nel mercato libero poi automaticamente anche i regimi dietro a queste economie sarebbero poi caduti, sotto le richieste di una popolazione più ricca e in cerca di quei diritti già in possessi di noi occidentali. In realtà invece sta succedendo (e credo sia questo il discorso cardine di Felice) che un capitalismo privo di regole sociali/liberali ( una Cina senza sindacati e con un'informazione totalmente pilotata ) può essere più efficace rispetto al capitalismo liberale al punto che di fronte alla scelta dell'essere più ricchi rinunciando a qualche diritto, le persone siano in questo tentate. Trump può essere una chiara espressione di questo, ovvero dell'efficacia 'populista' di un politico capace di sacrificare diritti anche storici per ottenere un ritorno economico, cosa che nel suo piccolissimo fa anche salvini, e credo che sia questo un elemento di preoccupazione tutt'altro che sciocco.
Sì, il punto è quello. Non è sciocco. Al limite non è nulla di nuovo, di casi di varia 'ibridazione', se così si può dire, ne abbiamo visti (non so, Pinochet) e ne vediamo (mi viene in mente una rassegna di case studies contenuta in un saggio di 4-5 anni fa - parte in italiano, parte in inglese - incentrato proprio sulla questione in oggetto: Economia di mercato e democrazia. Un rapporto controverso). Però l'ammucchiata tra Salvini, Trump, Putin uniti dal 'liberismo' (anzi, elementi di 'liberismo') mi pare debole a dir poco. Scientificamente proprio. E l'intento mi pare esclusivamente a vantaggio della polemica politica, e quindi ideologico, più che un tentativo di divulgare analisi fondate su seria ricerca scientifica (posso capire, condivido l'intenzione e l'avversione per il governo in carica, ma per nulla il mezzo e il metodo). L'utilizzo della terminologia è a questo proposito rivelatrice, a me pare. Potremmo indagare più seriamente, ma ripeto non è nulla di nuovo, il rapporto tra istituzioni economiche (elementi di economia di mercato) e istituzioni politiche ovvero assenza di democrazia liberale. E quindi? La differenza tra le istituzioni politiche (ma pure economiche) italiane o americane e russe o cinesi mi porta a domandarmi: il problema italiano o il contesto trumpiano che ci azzeccano con quello russo o cinese? Cosa li lega? Davvero vogliamo sostenere che dalla Russia alla Cina a Trump a Salvini, ciò che li lega sono 'elementi di libbberismo selvaggio' in mancanza di 'diritti'? Che poi che diamine vuol dire nel caso italiano e americano? Troppo liberismo senza liberalismo? Di nuovo, ma che diavolo significa? Si danno per scontate a) una definizione di 'liberismo' per nulla condivisa e poi del tutto italiana; b) una scissione schizofrenica tra liberalismo e 'liberismo' tutta italiana anche questa e comunque tutta interna alla 'sinistra' (o alla destra 'sociale', reazionaria, ecc.), e di conseguenza una definizione di 'liberalismo' per nulla condivisa (e in ogni caso figuriamoci se potrà essercene una condivisa); c) si vuol dimostrare che tale supposta scissione si rifletta in Salvini o in Trump o in Putin, dando quindi per scontato il loro 'liberismo' (o elementi di 'liberismo'... tipo? La flat tax in deficit? Ma davvero o stiamo cazzeggiando?). Altre lettere dell'alfabeto che lascio perdere. Non voglio essere offensivo, ma un economista che mi fa una roba del genere francamente... E' fuffa, un ragionamento fuffologico avvitato su sé stesso, fortemente autoreferenziale e quindi di scarsa utilità, che cerca di dimostrare una serie di punti che a mio avviso non si trovano né in Trump, né in Salvini, ecc., ma solo nella testa di chi scrive.
@@-Carlo- Rispondendo alla prima parte in cui parli di ibridazione, vorrei farti notare che il 'nuovo' puoi trovarlo nella valenza del paese che esprime l'ibridazione. Un conto sono piccole economie assoggettate poi alla macro area americana, ben altro sono Cina e Russia. Direi che è la 'massa economica' che rende il momento di 'ibridazione' nuovo. Rispetto alla seconda parte diventa un poco complesso perchè esprimi un giudizio categorico, che se ti va potrei provare ad argomentare così, semplificando un poco. Quando Felice spiega che 'liberismo' è un'economia privata della componente 'liberale' e che quindi vede nel mercato, e quindi nella ricchezza, il solo parametro a cui dare valore (definizione non rigettata da Michele), in cosa si possono definire liberisti i vari salvini, Trump, Putin e Xi? In tutti quei propositi per cui ricevono consenso ( per quelli in democrazia poi potere, per i dittatori libertà di mantenere il potere) e che ottengono mettendo la ricchezza come valore assoluto, come appunto la definizione di 'liberismo'. Faccio un esempio concreto. Quando salvini indica nell'immigrato il nemico e fa incetta di voti in questo su cosa si basa? Si basa che la popolazione è disposta per essere più ricca ( è falso, ma salvini è bravo a farlo credere vero ) a rinunciare ad un diritto umano che consiste nel soccorrere persone che rischiano la vita, e diventa questa cosa 'popolarmente' efficace quando la società in cui vivi ti dice che la ricchezza (il mercato) viene prima di tutto. E' su questo che come vedi poggia sul fattore economico ma è totalmente una cosa sociale, che il 'liberismo' diventa il grimaldello per i populismi su cui poggiano i vari soggetti di cui parliamo, e che si accomunano in questo, non certo in provvedimenti economici di dubbia efficacia come tasse piatte, protezionismi di mercato o statalizzazioni che chiaramente non sono 'liberisti', ma che diventano tali quando vengono proposti per essere fonte di 'ricchezza economica', ed in quanto tale prioritarie su tutto, diritti compresi.
@@DrugoDoc Sulla prima parte: sì, il Cile non è la Russia né la Cina. Con 'non nuovo' intendo che non è argomento nuovo il 'modello' cinese o quello russo, tant'è che sui rapporti tra (elementi di) economia di mercato e istituzioni politiche (e grado di 'liberaldemocrazia' diffuso) esistono già letteratura e dati in merito. Ma non è una critica eh (di che, poi?), solo una constatazione. Sulla seconda parte: ok, capisco. E non ti sembra un ragionamento fallace sul quale impostare una solida analisi? Perché 'liberismo' e non egoismo? O avidità? O menefreghismo? O stupidità? La scelta, a mio modo di vedere, è totalmente arbitraria, autoreferenziale (parla a una parte politica ben precisa) e 'ideologica'. A questo punto, quella roba lì e le promesse-politiche salviniane potrei chiamarle, invece che 'liberiste', nazionaliste-protezioniste-mercantiliste (Italy first), oppure nazional-socialiste (tecnicamente, non nel senso dell'analogia storica), o bolscevico-nazional-comuniste, o stataliste. Del resto, ci sono 'elementi' di tutto ciò, come e in base a cosa estraggo elementi di 'liberismo' - senza nemmeno essere in grado di delimitare una definizione vagamente accettabile - e decido che quelli sono centrali e costituiscono la vera questione dirimente e caratterizzante e il resto no? Come, se non con un'operazione puramente ideologica?
@@-Carlo- Perchè con liberismo posso indicare un modello economico/politico che è ben diverso da fattori come avidità ed egoismo che indicano atteggiamenti umani, e quindi sociali, su cui i modelli economici e politici interagiscono e sfruttano ma che son cose ben diverse. Come sarebbe ben diverso parlare di statalismo o socialismo, perchè in questo caso parliamo di modelli che 'fanno leva' non sull'egoismo economico ma sull'assistenzialismo, con problemi in quest'ultimo caso ben diversi da quelli di cui parliamo qui, sebbene gravi e presenti. Facendo qualche esempio, quando salvini parla di 'quota 100' non è liberista ma socialista, e sfrutta il consenso che ottiene in questo sottraendo risorse economiche alle generazioni future che è chiaramente un problema, ma di natura ben diversa rispetto all'esempio precedente sull'immigrazione. Stessa col m5s, che ha fatto leva sull' egoismo economico con la retorica della politica di bassa qualità ma a basso costo, o coi famosi 'taxi del mare' pre salviniani, e poi ha sfruttato l'assistenzialismo col reddito di cittadinanza. Perchè quindi ritengo non sia un'operazione puramente ideologica? Principalmente perchè mi sembra un modo coerente per discernere atteggiamenti e sistemi ben diversi, e quindi un buon aiuto alla comprensione delle cose; in secondo luogo perchè non parteggiando per nessuno dei due estremi mi sento tutelato dall'essere spinto nell'ideologia, e se Felice avesse parlato di un pericolo di un ritorno allo statalismo/socialismo mi sarei unito al coro di consenso che ci sarebbe stato, e lo posso dire perchè altrimenti difficilmente sarei iscritto al canale di Michele. :-)
Non sono un esperto e forse dico qualcosa di stupido. Ma il termine liberismo non è una prerogativa esclusiva della lingua italiana? Cosa c'entra Smith?
@@EmanueleFelice Ma non è scontato, né tanto meno distinzione condivisa, e in contrapposizione spesso a politiche tipicamente trumpiane o salviniane. Inoltre, in questo caso, correrebbe l'obbligo di dichiarare esplicitamente la propria adesione ad una specifica linea interpretativa (che scinde liberalismo economico e liberalismo tout-court e di cui ognuno valuterà la bontà), e di conseguenza sarebbero inaccettabili definizioni del tipo 'il liberismo è ciò che tutti sanno che cosa sia', che mi è parsa implicita.
@@-Carlo- ma la mia "linea interpretativa" non è di scinderli. Io dico: attenzione, perché quello che noi credevamo andasse sempre insieme, oggi si separa... nel senso che la libertà economica pensa di poter fare a meno della libertà politica (e l'oppressione politica si proclama paladina della libertà economica). Peraltro questa separazione c'era già prima, in qualche caso (il Cile di Pinochet), ma oggi è molto più significativa - e dalle conseguenze anche più gravi, con la crescita delle potenzialità del progresso tecnologico. Il punto, poi, non è nemmeno necessariamente il liberismo. Francamente sono alcuni che si sono impuntati su questo termine, critici perché io ho detto che Salvini, Putin e Trump hanno dei tratti liberisti. Se ne può discutere, e ne abbiamo discusso, ma mi interessa fino a un certo punto. Anche se Trump, Putin e Salvini non fossero per niente liberisti, il problema rimane uguale. E il problema è il capitalismo (più ampio del liberismo), portatore di crescita economica, che si separa dalla democrazia liberale (cioé dal liberalismo).
@@EmanueleFelice Sul punto, non nuovo appunto, sono del tutto d'accordo. Così come ritengo anch'io assolutamente pericolosa, o rischiosa meglio, la diffusione e l'impianto di una selezione di istituzioni (diciamo di economia più o meno di mercato, non mi viene altra espressione...) tralasciando le altre (e senza adeguata 'tradizione' alle spalle), stile supermarket istituzionale; e la diffusione dell'idea che tutto ciò sia possibile e funzioni in modo scontato, seguendo lo stesso percorso 'occidentale'. Di scontato e automatico non c'è nulla (questa sì può trasformarsi in pericolosa ideologia). Ma mi viene in mente anche la Turchia, la Georgia, gli Emirati, le tigri asiatiche nei '90, Uzbekistan, Kazakistan, e Caucaso e Asia centrale in generale, ecc. D'altro canto, la via non è univoca, ci sono anche esempi maggiormente positivi seppur non perfetti, allo stato attuale: Corea, Singapore, Taiwan, la stessa Thailandia...
Ho pena per gli studenti del sig. Felice, un livello di preparazione bassissimo ed ogni volta che viene interrogato su qualcosa di specifico risponde con dei luoghi comuni
ciao michele, sulla questione della sinistra e l'età pensionabile ci sono politici ed economisti contro l'abbassamento dell'età pensionabile, ad esempio paul krugman o stiglizt, anche io mi definisco di sinistra e sono contro, la definisco una politica dannosa
@@EmanueleFelice Ahahah un po' ideologici, forse. Non te la prendere, alla fine ci piaci! D'altro livello rispetto ai pagliacci rossobrunati. Sono curioso di vederti ulteriormente su questo canale. :)
@@christiancristof491 no no, non me la prendo: e poi l'ideologia, intesa come visione del mondo, non mi dispiace. Ci tengo però a non essere confuso con i rossobruni o con i sovranisti, dato che mi sento agli antipodi da loro (e forse qui si è generata un po' di confusione, involontariamente, per via della mia affiliazione universitaria)
@@EmanueleFelice ammetto che non mi è affatto piaciuto, molto vago e sul fatto di Maduro non le fa onore, lei è prima di tutto una scienziato sociale e saltarlo non è una cosa di buona fede. Comunque è interessante sentire una campana diversa di tanto intanto. Spero partecipi a qualche altra conversazione!
@@EmanueleFelice prof ... fidandomi che l'account non sia falso e quindi convinto di parlare con lei ... ho sempre avuto una perplessita' che qui le manifesto ... la questione e' il disprezzo del sovranismo .... e qui mi chiedo : come mai chi disprezza il sovranismo nazionale ( lega etc ) poi invece apprezza tutte le politiche sovraniste che sono promosse dall'europa ( chiusura dei confini , limitazione all'importazione di beni etc ) ... non trovate sia un po' ridicolo opporsi a certe politiche quando proposte da partiti nazionali salvo poi sposarle in pieno quando portate dalla "nazione" europa ... non vedete che l'europeismo e' un sovranismo applicato ad una nazione diversa da quelle "tradizionali" la ringrazio nella sperata risposta , saluti
Alla fine credo questo... puoi leggere e scrivere tutti i libri e articoli di questo mondo, ma se non riesci a spiegare cos’è il capitalismo in maniera lineare per un ascoltatore inesperto, non posso prenderti sul serio... Una persona che comprendere in toto concetti complessi sa anche semplificarli e adattare la comunicazione a tutti i diversi strati di persone, dall’adolescente che affronta questo argomento per la prima volta all’ intellettuale specializzato nel settore.
Mi sembra che a Boldrin manchino categorie interpretative al di fuori di quelle economiche su cui è ovviamente molto ferrato. Argomentazioni a sostegno: - mettere a confronto diretto la rivoluzione francese e quella americana senza considerare la storia passata, il tessuto sociale coinvolto attivamente nelle rivoluzioni e il contesto culturale e intellettuale mi sembra un'operazione decisamente riduttiva e fuorviante; - mi aspettavo che concetti come capitalismo, liberalismo, liberismo fossero già pienamente assodati considerando i titoli di studio che ha e tutta la letteratura mondiale che esiste su di essi. Dirò di più, è anche giusto scavare e problematizzare su di essi (visto che sono concetti che si apprendono magari troppo rigidamente alle scuole medie), ma non è ciò a cui ho assistito in questo confronto, in cui l'approccio è stato essenzialmente distruttivo ("Ma cos'è questo capitalismo? Che vuol dire liberismo e liberalismo?") e non analitico costruttivo. In sostanza, è un peccato che abbiate perso gran parte della live a cavillare su definizioni piuttosto che affrontare seriamente l'argomento, perché si è persa l'opportunità di un confronto interessante.
A Scienze Politiche ti infarciscono di nozioni come al ragazzo qua senza prendere veramente casi reali. L'Italia è un paese al 70% corporativista ed al 30% con libero mercato. Secondo me è proprio sbagliato tentare di distinguere il mondo tra liberisti e non poichè non esistono sistemi completamente liberisti ne completamente corporativisti/nazionalisti. Inoltre mi sembrano tutti definizioni che si attengono ad un tempo dove era necessario creare categorie per pensare delle teorie, magari oggi è necessario crearne di nuove per descrivere l'oggi. Non sono un esperto di economia quindi lascio la parola a chi di competenza...
bisognerebbe forse chiederlo ai nativi americani (secondo diversi calcoli, decine di milioni di persone sterminate) quanto bene gli abbia portato la democrazia proclamata dalla Costituzione Americana. Magari anche ai vari paesi Sud Americani ridotti a Repubbliche delle banane dagli sfruttamenti delle multinazionali della frutta USA.. E più recentemente al casino che da Bush in poi gli USA hanno portato in Medio Oriente, specificamente in Irak , ma poi anche in Libia e altrove (basta che ci fosse petrolio). Tutto l' entusiasmo di Boldrin per quella Costituzione e per il modo in cui viene applicata, mi lascia francamente basito. Ammesso e non concesso che persegua il bene dei cittadini americani (ma le sacche di miseria ed i ghetti di violenza ed isolamento presenti un pò ovunque negli States, me ne fanno dubitare), lo fa a scapito del resto del Mondo, soggiogato economicamente, e quando non basta, con le armi.
Ammazza che asfaltata. Mi piace il modo di Boldrin. Prima passa dieci minuti a farlo parlare. Poi lo asfalta punto per punto. Tra l'altro non si capisce nemmeno che significato vuole dare il Prof. Felice
Il fatto che questo ragazzo incapace di definire il capitalismo e di produrre correlazioni basiche sia diventato professore ordinario di storia economica é l'indice del declino della realtá accademica italiana.
Mi credi che io ch ho 19 anni e non sono mai stato un secchione sarei riuscito a tenere testa a felice in questo dibattito ... raga professore ordinario... professore ordinario... vergogna , vergogna a chi l ha messo li . Ne so più io e non mi capacito di come possa essere ordinario in storia economica.
Questo Felice mi fa tenerezza, come fa un accademico ad essere così schiavo dei pregiudizi e/o dei bias tipici dell'intellettuale di sinistra? Davanti ad una conduzione della discussione molto razionale e corretta, si mostrano evidenti i discorsi retorici...
Credo che questo format possa diventare una categoria porno
Ahaha quando fai breccia in quelle categorizzazioni hai vinto,
@@fedegufedegu
Big Money in arrivo XD
Sì in pratica l'ha scopato per un'ora
Questo confronto mi è piaciuto. La posizione di Boldrin era molto meglio argomentata rispetto a quella di Felice, certamente data dalla lunga ed approfondita conoscenza personale. Mi fa molto piacere che ci siano dei pareri diversi perché così "usciamo" dalla nostra bolla di informazione
Grazie Boldrin e Grazie Felice
Bel commento
Emanuele Felice: "Originario di Vasto, laureato in Economia all'Università di Bologna, ha conseguito il dottorato in Storia economica presso l’Università di Pisa e si è poi specializzato presso la London School of Economics, la Universitat Pompeu Fabra, la Harvard University.
Dal 2019 è professore ordinario di Politica economica presso l'Università "G. D'Annunzio" di Chieti-Pescara[1]. In passato ha insegnato nelle Università di Bologna, Università di Siena, Università Pablo de Olavide di Siviglia, Universitat Autònoma de Barcelona.
Nel 2015 e 2016 è stato editorialista per La Stampa, dal 2017 è editorialista per La Repubblica e L'Espresso". (Wikipedia)
Sono sconvolto, la povertà' delle argomentazioni di questo professore, è assolutamente sconcertante.
La sua tesi è condivisibile ma la sua argomentazione è praticamente inesistente.
non capisco perché per criticare giustamente la mancanza di "democrazia liberale" bisogna infangare il CAPITALISMO
I fascisti e i liberisti sono due facce della stessa medaglia.
I primi mirano ad abolire i diritti negativi (libertà individuale).
I secondi mirano ad abolire i diritti positivi (sanità gratuita, istruzione gratuita, reddito di cittadinanza, pensioni, ecc ecc...).
Dall'altro lato della barricata ci sono le persone umanamente decenti, che lottano per i diritti, senza fare distinzioni.
ma com'è che uno passato da LSE e Harvard poi finisce a Chieti-Pescara, che nelle graduatorie si classifica regolarmente tra i peggiori poli italiani? c'è qualcosa che non torna
laureato in economia e in storia economica e non sa neanche la definizione di capitalismo, e boldrin lo batte pure in storia dicendogli che capitalisti erano anche i romani
@@ClassicalMusicAndSoundtracks Io direi che comunismo e fascismo sono due facce della stessa medaglia.
Quelli che porti come esempi di diritti positivi non sono diritti perché implicano il dovere di altre persone a pagarti quelle belle cose, il che se hai più di 18 anni è un problema perché avresti dovuto sviluppare un senso di responsabilità.
@@kenvischi1047 no, comunismo e fascismo non sono due facce della stessa medaglia, perché Marx diceva che il liberalismo era stata una svolta positiva per l'occidente ma che non era sufficiente. Per i fascisti invece il liberalismo è una piaga.
Nel mondo purtroppo si è diffuso lo stalinismo e non il marxismo, per questo che i paesi socialisti erano e sono autoritari, ma la guida spirituale della sinistra occidentale è Marx e non Stalin.
Comunque io non sono comunista, mi definisco liberalsocialista, ma era giusto per precisare. Non è che se una persona si oppone al liberismo significa che è comunista, ci sono varie correnti.
È giusto che ci sia il dovere di pagare le tasse, perché le tasse redistribuiscono denaro. È appunto quello che si vuole ottenere. Il mercato non essendo etico crea elevati squilibri: è compito dello stato creare un minimo di equllibrio redistribuendo denaro.
Non è vero che hai il diritto i tenere tutto quello che guadagni, perché anche gli altri devono mangiare, devono avere cure mediche, ecc ecc...
I soldi che ti entrano nelle tasche non sono tuoi, sono solo in tuo temporaneo possesso: sono tuoi quelli che ti restano dopo aver pagato le tasse.
L'immagine di copertina del video è meravigliosa :)
Qui si toccano vette Himalayane : sostituiamo il FIL al PIL come il Bhutan.
Di Felice sto leggendo e devo dire apprezzando il testo "Ascesa e declino. Storia economica d'Italia". Da questo video, però, noto una gran confusione sui concetti basilari del suo ragionamento e il prof. Boldrin ha fatto bene, per aiutare noi che lo ascoltiamo, a cercare una definizione delle parole che usa. Il problema, però, è drammaticamente italiano: c'è una forte ideologia di stampo post-marxista che spinge a trovare il "nemico" nel ragionamento di Felice. È il vizio ideologico marxista del capitale che si "impersonifica". Tant'è che per Maduro usa l'orrenda espressione "residuo della storia", quasi a voler sminuire la atrocità di quel macellaio. Non vorrei generalizzare, ma gli intellettuali di sinistra sono anti-storici, poiché ideologizzati (il prof. Boldrin da tempo sottolinea, correttamente, che TUTTA la storia umana è capitalista!) e di conseguenza hanno una visione distorta del presente: perché, scusandomi la battuta, bisogna essere palesemente ubriachi per dire che Putin, Salvini, ecc. sono "liberisti" :)
@@freedomordeath89 Il problema del discorso, a mio avviso, è proprio la "periodizzazione" rigida delle epoche e del comportamento degli individui, chiaramente di matrice hegeliana e marxista. Il mercantilismo o il capitalismo sono concetti che se vanno ben analizzati ci si accorge che hanno difficoltà di applicazione dei contesti storici e sono per l'appunto periodizzazioni concettuali: siamo sicuri che oggi non ci sia più mercantilismo, così come lamentava Smith nella sua WN o che nel XVI secolo non ci fosse capitalismo? Il capitalismo è "reale", ma ha delle componenti che mi spingono a dire che c'è sempre stato come "atteggiamento" umano. Poi bisogna vedere come lo si declina e quali sono le componenti che lo determinano rispetto ad altro. Il resto sono differenze tecnologiche e di movimento, come accennava Boldrin, ma non cambia la "sostanza" delle cose!
se gli storici di sinistra sono ideologizzati quelli destra cosa sono?
Una discreta tempesta di cazzate. Non solo tutta la storia dell'umanità non è capitalista ma c'è tutta una riflessione accademica antropologica che lo smentisce.
ma voi non avete sentito un chiarissimoo riferimento a Elio e le storie tese?
"Quando si parla di capitalismo TUTTI HANNO PAURA DELL'ARMONICA!!!! "
p.s. che meraviglia questi video... bravo Michele! non mollare!
Vedo il video solo adesso essendo iscritto da poco al canale.
Il confronto è chiaramente impari, Boldrin (che conoscevo già) è una vecchia volpe con una cultura enorme alle spalle e sa perfettamente come condurre il gioco; ma anche facendo la tara alla situazione, se questo di Felice è il livello di un professore ordinario della nostra università pubblica, allora mi assale veramente lo sconforto per la china presa dalle nostre istituzioni. Ho un figlio di 15 anni che fa il classico, e a questo punto sto riflettendo sul fatto che non solo dovrà andarsene dall'Italia per avere un futuro lavorativo, ma bisognerà valutare anche la possibilità di un percorso di studi universitario all'estero. Qui sarebbe necessario fare tabula rasa, sicuramente meno doloroso che assistere al declino. Saluti e complimenti a Boldrin per il canale.
Da cittadino russo che ha un genitore con un'azienda in Russia, confermo che il mercato finge di essere libero, ma se vuoi uscire dalla media devi avere amicizie, non importa quanto sei bravo e competitivo economicamente
Purtroppo è vero
Michele stoico come sempre. Grazie ancora.
Al minuto 19:35 quando il professore ha esordito dicendo: “che c...o c’entra Putin con il liberismo?” ho iniziato davvero a divertirmi.
Climax spettacolare
Ma si rende conto che attualmente viviamo nel periodo dove è maggiormente diffusa la democrazia in tutta la storia?
Ma cosa succede all'università di Pescara? Tra Bagnai e Felice la quantità di talenti in quella istituzione gli garantirà un'ottima nomea per l'eternità, complimenti al rettore!
Lol :D
Belli questi incontri in cui questi economisti ideologici si squagliano come neve al sole. Sono confronti utili. Grazie, professore.
Prof. Boldrin, dove la trova tutta questa pazienza?
Per carità, non fargli passare la voglia ♥️
Si ma sta volta ha proprio beccato uno che parla di economia per sentito dire.
Cioè, sembra avere delle conoscenze storiche di livello più coerente al suo titolo, ma di economia sembra saperne davvero pari a quello che ne so io, che sono appena uscito da una scuola superiore
Se non intitolavate Felice - Boldrin avrei creduto di vedere Spal - Real Madrid.
Al ventesimo minuto ho come l'impressione che questo video sarà un'ora ad insegnare ad Emanuele la base della Horseshoe Theory.
Vabbè dai era un bravo ragazzo alla fine.
@@alessandronavone6731 LOL
Bellissimo video, prof. In formissima: la vacanza le fa bene. Immagino solo la difficoltà dei suoi alunni...
Tra noi c'e'qualcuno che lo ha avuto come professore??
Si prospetta un video interessantissimo!
48:59. Pasolini non sopportava la massa in quanto tale e quando parlava di "società dei consumi" non la definiva un altro tipo fascismo ma un fenomeno sociale differente, facendo un discorso molto più paragonabile ai ragionamenti critici attuali su come tutti siano (apparentemente) diventati classe media e sulle conseguenze sociali della scomparsa di un'identità della classe operaia (tra i contemporanei che ho sentito negli anni, ricordo Owen Jones su questi temi). Questi signori che usano il suo nome, tra l'altro citato a cazzo come farebbe qualunque maturando di diciotto anni, per dare una sorta di "spessore" al loro discorso - che è di fondo un calderone di pensieri confusi (come dimostra, lasciando perdere i primi 31 minuti che sono praticamente inascoltabili, dal minuto 47:00 in poi) in cui buttano dentro tutto - sfruttano il nome di un artista la cui importanza va ricercata in termini di straripante umanismo e di onestà (e di anarchismo) intellettuale, e non va tradotta in termini di politica spicciola da bar. La mancanza di rispetto di questi signori in tal senso mi lascia allibita ogni volta, al contrario del Prof che ringrazio per le costanti parole di rispetto nei suoi confronti: il Prof capisce l'importanza del Pasolini artista e comunicatore e sa contestualizzare in modo onesto personalità di questo tipo. È pazzesco come questi signori riescano ogni volta a cadere perfettamente nel cliché delle citazioni a cazzo, delle frasi inconcludenti, dell'atteggiamento insofferente, altezzoso... lui, porello, doveva scrivere l'articolo da tremila caratteri, di certo non poteva perdersi in certi dettagli insignificanti. La chiudo qui, mi dispiace solo perché da questi video c'è poco da imparare, mentre se ci fosse la possibilità di avere un interlocutore all'altezza, qualcuno di critico ma capace di fare un ragionamento e di scremare le sciocchezze fastidiose di questo tipo, sarebbe tutta un'altra cosa. Qualche valido professore di Bologna con cui discutere non lo troviamo?
Concordo appieno :)
Fai filosofia per caso?
Dal minuto 38 si incomincia a capire il punto di vista dell’ospite
Ottimo confronto, strategicamente prezioso, nell'ottica della missione di informazione/formazione di LiberiOltre, stavolta con obiettivo l'altra parte
Interessanti discussione. Trovo assolutamente corretto distinguere il capitalismo (che può essere anche capitalismo di stato come nei sistemi collettivisti) dal liberalismo.
Immenso Prof. Boldrin oltre sul piano economico anche in storia indubbiamente ha un'altra marcia ... APPLAUSI
Minuto 7:00 “che cos'è il capitalismo?” “Ehm... insomma... ehm... mah...”
I comunisti sono sempre confusi anche tra loro su cosa sia 'sto capitalismo.
@@christiancristof491 perché non sanno cosa sia, se sapessero di economia non sarebbero comunisti
"Cosa c'entra l'autonomia differenziata con il liberismo?" "Boh, è così". Top professore. Segno subito in quale università insegna così da non rischiare di finirci mai
in certi momenti sembra un esame in cui il docente (Boldrin ovviamente) interroga uno studente nemmeno troppo preparato
Vedo questo video solo ora: Felice parla di liberalismo come ne parlava Benedetto Croce, quindi come una dottrina solamente civile e morale, dall'altra parte Einaudi, invece, era del parere per cui la libertà economica (solo in Italia si usa il termine sciocco liberismo) e libertà civile fossero imprescendibili l'una dall'altra; per il resto Boldrin come sempre impeccabile e preciso, riguardo a Felice sta simpatico, ma meglio che parli d'altro, perchè non c'è peggior Socialista (in questo caso di destra) di Salvini.
Al minuto 26 ho sentito abbastanza. Questo giovane e confuso professore dalle deboli convinzioni non sarà finito a Pescara per caso. Mi dedico ad altro.
Plinio Perin per me 15 minuti sono stati più che sufficienti
Non diciamo sciocchezze. È un eccellente storico ed ha anche collaborato con ospiti abituali del canale. Guardate che al di là del discorso sulle etichette alla fine la pensa come Boldrin sulla maggior parte delle cose.
Al minuto 29:30 si palesa tutta la incapacità di questo professore di Storia dell’economia, ora responsabile economico del Pd: “coloro che producono profitto devono essere ostacolati con una tassazione progressiva” Il concetto della tassazione progressiva dovrebbe essere per una idea di solidarietà sociale, non per ostacolare coloro che sono in grado di produrre profitti. Incredibile !
Secondo alcuni gli imprenditori producono profitti solo per loro stessi e sono perciò preferibili le aziende statali che producono profitti per la collettività.
Veniamo al punto fondamentale: c'è un problema infrastrutturale pesante. Ennesimo ospite di cui ho sentito metà delle parole. Mannaggia.
Colloquio molto interessante.
Emanuele felice pare abbia ricoperto il ruolo di protagonista nel nuovo film di DUNE.
Mi rivolgo al prof. Boldrin, ma anche a chiunque abbia voglia di rispondermi. Vorrei conoscere meglio la situazione cinese attuale, ci sono letture o risorse valide in merito?
Video assolutamente istruttivo
6:40 prima domanda e già il buon Felice si è perso.
Il povero Emanuele c'ha provato, ma la retorica studentesca degli anni '60-70 dovremmo veramente abbandonarla: non per male, ma non funge...
La cifra della conversazione secondo me sta tutta nel problema delle definizioni, che par di capire siano qualcosa che in generale piacciono poco. Messo alle strette sulle definizioni, Felice ha dato le definizioni grossomodo corrette, da libro di testo, mi pare: il problema è che nel discorso pubblico a queste definizioni se ne sovrappongono delle altre, chiamiamole se vogliamo ingenue: il capitalismo è un sistema economico in cui sussistono grandi disuguaglianze di ricchezza tra individui, e il liberismo è un'attitudine politica ed economica che fa sì che queste disuguaglianze aumentino o non si riducano. Ora, è chiaro che queste non sono definizioni accettabili, per mille motivi validi, e fa bene Boldrin a riportare l'interlocutore al "vero" significato dei termini che si impiegano, perché è l'approccio che deve avere uno scienziato. Però contemporaneamente così facendo si espone alla critica di sviare il discorso per non andare alla radice del problema (che per esempio gli muoveva qualche giorno fa keynesblog su Twitter, accomunandolo a chi diceva che il comunismo reale non era il vero comunismo).
Ha un chè di Emiliano Brancaccio, non trovate? Sarà per la voce......
Comunque questo non se può senti..se Putin è liberista io sono Winston Churchill, e se costui è ordinario di politica economica siamo messi male.
Pescara..come un certo Bagnai? Coincidenze?
Daniele Confalonieri direi di no..fino al 2018 anche Rinaldi insegnava li..
È un eccellente storico, non paragonatelo a quelli là. È uno dei non molti intellettuali che all'interno della sinistra italiana ragionano. Guardate che alla fine concorda con il prof su un sacco di cose...
@@subarukronos non mi piace dare giudizi alle persone. Ma se tu in veste di esperto ti presenti a disquisire con un tuo pari grado(boldrin mi perdoni l'accostamento) e noi dall'alto della nostra scarsa conoscenza in materia, desiderosi di apprendere, ci poniamo in religioso ascolto, beh non dico tanto, ma mettere tre parole in fila di senso compiuto si può esigere o é chiedere troppo. Io ad un certo punto ho provato imbarazzo al suo posto, e a dire il vero mi ha fatto anche un po' pena.
Sarebbe interessante una chiacchierata su questi temi ed oltre con Christian Raimo e anche sul suo ultimo libro sull'identità italiana. Ne verrebbe fuori qualcosa di (più) interessante
un like all'arte maieutica e all'empatia dimostrata dal lato destro dello schermo...ma dopo le 11:30 non ce l'ho piu' fatta
Comunque tra quei 17 che vogliono bene alla Fornero ci sono anche io!
E altri 16 mila Followers di questo canale ;)
Cos'è questo, un episodio crossover? (Cit.) Grazie ai prof!
Ehi ma quello non è il cavallo di Horsin' Around? (Cit.)
Ahaha grande commento
Solo a me sembra che il giornalista non aveva argomenti?
Non e' un giornalista. E' l'ex responsabile economico del PD!
@@MicheleBoldrin ancora meglio allora
Credo che il confronto si commenti da solo
Quando mi viene storpiato Pasolini in questo modo mi sale una sciabbarabba...
Forse Emanuele dovrebbe rileggiersi Pier Paolo
L'unica utilità di questo video sta nel fatto di mostrare cosa si possa intendere in Italia per "storico dell'economia" e "ordinario di politica economica". Per il resto, ci sono solo gli imbarazzanti balbettii di uno che non sa niente di niente e rimastica solo vecchia e inservibile fuffa retorica. Spero che lo scopo del Prof (quello vero) sia esattamente questo, se no non c'è ragione di realizzare cose come questa.
Alla fine (vedasi dal 46' minuto in avanti) Emanuele Felice riesce a parlare più diffusamente e Boldrin condivide qualcosa delle sue affermazioni
"Voglio cercare di arrivare al punto"...
Tradotto:
"Voglio sinceramente evitare di incazzarmi...."
A distanza di anni, sentendo anche la parte di Putin, mi rendo conto del fatto che il tizio non sapesse di cosa stesse parlando
Ma Felice, ma scusa tanto... [Il tu è dovuto a questioni anagrafiche (ci portiamo un anno), di parziale formazione (la parte storiografica) e di parziali comuni origini (da parte materna sono abruzzese, anche se nato e vissuto al nord Italia e fuori)]. 'Liberismo' è termine che sostanzialmente non esiste al di fuori dell'Italia - e lo sai bene, non fosse altro che per le tue esperienze all'estero. Da storico: ma come si fa, nel 2019, passata l'epoca Croce-Einaudi, se il fine non è quello di avere come unico riferimento il provincialismo italiano, a usare termini e concetti - non solo questo, ovviamente - a cazzo? So bene, per esperienza personale, che buona parte degli storici, italiani in particolare, di economia vera e propria non sa una mazza che non siano rimasugli di una vaga eredità para-marxista, polanyiana (Karl, non Michael), o che non provenga da qualche sociologo (raramente da qualche economista, che non abbia scritto saggi per largo pubblico, tipo Krugman, Stiglitz, ecc.), ugualmente digiuno di economia in senso proprio. So bene anche che, in genere, in quell'ambiente tutto ciò che è 'a destra' (semplifichiamo così) di Keynes e del New Liberalism non viene nemmeno considerato 'liberalismo' (tant'è che per accettare anche solo Popper, il 'liberale' Bosetti ha dovuto trasformarlo in socialdemocratico ad uso e consumo della propria area politica di riferimento). Di conseguenza, una tale leggerezza me la sarei aspettata da uno - pessimo e oltremodo ideologizzato - storico 'puro', che ha sempre - tranne eccezioni - in bocca il 'neoliberismo', o da un allievo di qualche sociologo tipo Gallino, non da chi ha formazione in Economics. Scusa eh, lo dico perché - e, ripeto, sono uno storico e un archeologo di formazione, non un economista - dopo 30-40 secondi dall'inizio del tuo intervento, l'istinto era quello di stoppare la visione senza pietà... In ogni caso, istruttivo ed utile confronto Boldrin (ho messo a tacere l'istinto e ho proseguito fino alla fine + like). Un saluto
@@freedomordeath89
Intanto,
ti ringrazio infinitamente per l'intervento civile e dialogico, ultimamente è cosa più unica che rara. Cerco di rispondere, partendo sempre dal presupposto che non ho - come nessuno ha - la verità in tasca e men che meno sono a conoscenza di soluzioni pragmatiche a problemi universali (che nemmeno mi pongo, quelli li lascio a chi vuole giocare alle guerre cosmiche o a chi si illude di poter costruire il paradiso in terra) che non siano semplicistiche, retoriche, puramente ideologiche e insomma fuffa.
Che il termine non esista al di fuori è un fatto. Che esistano dibattiti in parte simili è vero, ma fuori è più ostico dare per scontata la distinzione/scissione mentre in Italia è storicamente 'moneta corrente' (e secondo me tale cultura che gli è cresciuta attorno, a sinistra e a destra, è una bella causa che ha contribuito al fallimento di un paese). Inoltre, ed è un punto che ha una sua importanza, tale distinzione (posto che sia possibile, e per me è sostanzialmente nulla) esiste come cosa ovvia solo all'interno di un'area politica precisa e solo da un certo periodo in poi. Quindi, liberissimi tutti di adottarla, non di farla passare come fatto assodato: è semplicemente scorretto poiché tutto da dimostrare, filosoficamente, storicamente, economicamente, a livello di teoria e pratica politica, ecc.
Ma venendo al punto realmente importante (tirata troppo per le lunghe, quella di cui sopra diventa fuffa), sono d'accordo sul fatto che le tensioni vadano ricomposte e che spetti principalmente alla politica poiché, se ha una utilità in contesto democratico-liberale, è proprio quella di ricomporre conflitti evitando che sfocino in rivolte, rivoluzioni e guerre civili. Però, se la politica cavalca e alimenta i bias dell'elettorato offrendone altrettanti in cambio, senza l'ausilio di solide e realistiche analisi e con strumenti e policy altrettanto deboli e dimostratesi disastrose, non vedo quali soluzioni possa trovare che non siano retorica, demagogia e fallimenti tipo quelli attribuibili alle ideologie fringe alle quali ti riferisci.
Tu dici che questo 'sistema' non soddisfa la maggior della popolazione. Dove? E perché? E in che modo? Questa popolazione se non vuol solo giocare alla rivoluzione o semplicemente spartirsi i sussidi ai quali non ha accesso (sussidi a imprese, famiglie, categorie lavorative, ecc.: il corporativismo al quale accenni, alla fine), dovrebbe chiarire cosa vuole. La povertà assoluta è scesa per la prima volta sotto il 10%, a livello mondiale. Cina, ma anche India, e altri paesi emergenti ed ex-emergenti, hanno goduto di una 'redistribuzione' di ricchezza senza pari. Allora chi è scontento? Chi alza di più la voce e una parte della popolazione occidentale che vive in quel pezzo di mondo - comunque ricco - abituato a crescere (e quindi anche ad aumentare spesa pubblica come se non ci fosse un domani) in passato - in assenza di sostanziale competizione globale - ad altri ritmi rispetto agli attuali. Beh, ma quel periodo è finito da 40 anni. Molti (paesi, e singoli all'interno degli stessi), pur tra mille problemi, se ne sono accorti ed hanno cercato di reagire. L'Italia e qualcun altro no.
All'interno di questa popolazione poi, chi si lamenta di più? Chi è rimasto indietro non solo per sfiga ma per scelta (che gli è stata resa possibile)?Forse chi, pur avendone le possibilità peraltro, ha scelto di non formarsi? Forse chi è stato abituato a fare lo stesso mestiere per 30-40 anni e lo ha mantenuto per elemosina e a spese altrui, non avendo imparato nel frattempo nemmeno uno straccio d'inglese o a usare un semplice pc, e così ha educato i propri figli? Forse chi ha continuato a stare sul mercato solo perché sussidiato? O chi ha mantenuto un minimo di reddito solo perché cassintegrato? Esattamente, visto che non stiamo parlando di bimbi del Burundi o solo di chi è caduto in disgrazia, per quale motivo chi si è adattato dovrebbe pagare per chi ancora oggi si rifiuta di farlo perché 'è mio diritto' o 'la società mi deve', ecc.?
Di cose da fare quindi, e mi limito all'Italia visto quanto sopra a proposito delle guerre cosmiche, ce ne sarebbero a iosa, dalla formazione-istruzione alla spesa all'efficienza della PA e del sistema di Welfare all'allentamento del controllo diretto e indiretto del PIL da parte dello Stato, ecc. Dubito però (e la reazione alla riforma Fornero, pur con i suoi limiti, ne è una dimostrazione) che realisticamente possano andare nella direzione sperata da chi continua a vivere in un mondo finito 40 anni fa (ed ha enormi problemi di analfabetismo funzionale in tutti i campi, dalla lingua alla matematica, dalla storia all'economia: ultimi posti, non ricordo se OCSE o solo Europa, per cultura economico-finanziaria, e gli accademici non sfuggono alla regola, peraltro) e a chiedere le stesse cose nello stesso modo, indisponibile a farsi carico innanzitutto delle proprie responsabilità personali, inclusa quella della propria vita e delle proprie scelte (da cui libertà, peraltro, pur con tutti i suoi limiti). Un modello sociale alternativo? Quale? Attuabile in che modo?
Ciao
A me tutte ste etichette mi creano una gran confusione, e secondo me molti le utilizzano in maniera impropria e confusionaria. basterebbe semplicemente parlare di libero mercato o libera concorrenza. Eh basta..co ste complicazioni del ca...
Ottima conversazione. Questa volta ho apprezzato molto il Prof. Boldrin. Anche se non lo seguo quando parla di rosso-brunismo. Capisco che sia umano tendere a ricondurre le fenomenologie a schemi mentali che ci siamo costruiti, ma io dubito che la definizione sia corretta. C’è una complessità nei movimenti leghisti e 5-stelle che sfugge ai più e credo che vada spiegata con una rottura degli schemi, non come una riproposizione di schemi antichi...
E questo è uno dei maitre a penser della sinistra? Mammamia, confusione totale;
Una gran confusione in testa ha questo ragazzo. Voleva sollevare interesse pubblico usando termini rivestiti di inquinamento ideologico e molto confusi: come capitalismo e diritti umani. Ma in verità è solo un artifizio retorico perché correttamente avrebbe dovuto usare i termini sistema di mercato e liberalismo. Infatti è molto semplice criticare il capitalismo e invocare i diritti umani. Un po' piu difficile per lui e per il suo sistema di riferimento culturale è criticare il sistema di mercato e invocare il liberalismo. Infatti Michele ce lo ha dovuto trascinare!
Sono a 22.47 min di proiezione ed ancora la posizione di Emanuele Felice mi è completamente oscura. Non sto letteralmente comprendendo il contenuto e la definizione delle sue categorie; continuo nella speranza che un argomentato raggio chiarificatore proietti un po' di luce su queste nebbiose ed oscure classificazioni.
Senza voler essere ne polemico ne offensivo. Ma sono meravigliato che avete impegnato 13 minuti per definire cosa è capitalismo.
Abbiate, a dire il vero. Non abbiamo impegnato 13 minuti a definirlo, dopo 13 minuti ci abbiamo rinunciato. Almeno per quanto mi riguarda.
Ma forse lei sa darmi una definizione precisa di capitalismo che non corrisponda a "una % positiva dei mezzi di produzione e' di proprieta' privata". Attendo curioso.
@@MicheleBoldrin Professore vedo che lei la butta sulla matita rosso blu. Touché. La prossima volta starò molto più attento. Mi scorderò di essere su un social dove prevale la comunicazione "quasi " orale e cercherò di essere più formale.L'incertezza della definizione alla quale accennavo rende aleatorie anche le elaborazioni e analisi sulla situazione politica ed economica. Personalmente sono d'accordo con lei, come accade quasi sempre, quando ho la possibilità di seguirla. Un cordiale saluto e buon fine settimana.
si' lo so che certe cose non dimostrano nulla ... ma qualcosa vogliono pur dire : consumare1 v. tr. [dal lat. consumĕre (v. consumere), ravvicinato, già nel lat. tardo, per la coniug. a consummare (v. consumare2)]. - 1. a. Logorare, finire a poco a poco con l’uso: c. la roba, i polsi della camicia, il fondo dei calzoni; prov., è meglio consumar le scarpe che le lenzuola. b. Ridurre al nulla un bene, un prodotto adoperandolo per particolari necessità, per il soddisfacimento di proprî bisogni, o in genere sfruttarlo per un uso determinato ... il "consumismo" non ha un buon etimo
Interessante la previsione, peraltro logica e lucida sulla visione storica del puntinismo fatta dal professore in conseguenza dei fatti di oggi in Ucraina ,mi preoccupa l’atteggiamento così superficiale e parziale di un giovane studioso italiano …davvero mi preoccupa !
Avesse detto Pinochet probabilmente avremmo capito subito il punto del discorso. Con Putin e Salvini i primi 30 minuti sono stati difficili xD
Non avrebbe avuto senso uguale il tutto ma almeno avremmo capito, vero.
@@christiancristof491 concordo 🤣
Tra l'altro (ma questa è solo una mia impressione basata esclusivamente su quello che mi pare di vedere nel mondo) a me sembra il contrario di quello che ha detto: la crescita economica è quasi sempre accompagnata, quantomeno, da una maggior richiesta di diffusione dei poteri a più livelli. Se aumenta il benessere delle masse, le masse chiederanno di occuparsi sempre più attivamente della cosa pubblica.
Alla fine ho capito cosa voleva dire. Ci sta.
Non sono un economista, ma ho l'impressione che Felice confonda il capitalismo con gli effetti dell'industrializzazione
Le argomentazioni di Felice mi paiono alquanto confuse e deboli. Michele è diverse spanne sopra, ma parecchie. Argomentazioni, profondità di analisi, logiche... no contest.
Prof. Boldrin, sei un geniale sadico! 😅
"Poche idee, ma confuse" direbbe Flaiano...
Anche se trovo a tratti odioso il modo costante di impostare l'intera base del discorso sulle definizioni, credo questa sia una delle poche volte in cui Boldrin abbia fatto bene a partire da questo approccio pedante per poter cercare di "grattare la superficie" nella speranza di un punto in comune. Con tutta onestà trovo modesta la posizione del professore Felice, che mi è apparso poco nitido già a partire dai concetti di base e molto in difficoltà nel poter esprimere le sue posizioni non appena gli veniva dato spazio di parola. Forse Boldrin trova sempre gli avversari sbagliati, ma sta di fatto che queste persone sono sempre molto deboli nell'argomentare tutto ciò che è di loro pertinenza.
15:20 sguardo vuoto sulla sinistra
Non so cosa mi indigna di più, se pensare che il bel Emanuele Felice sia un Economista o che sia il Responsabile Economico del PD.....se i cavalli sono questi, dove volgiamo andare mi verrebbe da dire, ma chi lo ha raccomandato?
Si può definire il capitalismo come quel sistema culturale secondo cui il denaro serve per fare denaro?
Insomma, il goal non è più la ricchezza in sé (come per i faraoni, per i nobili romani, per i signori feudali), ma il capitale.
Emanuele Felice rischiamo di trovarcelo presidente del consiglio in un prossimo futuro.
18, Michele! Elsa a me piace!
19
Argomentazioni abbastanza deboli e confuse per un docente universitario, imbarazzante il tentativo di definire il capitalismo, ho inteso tra con molta fatica ( colpa mia ) che il giovane prof fosse critico nei confronti di un capitalismo contemporaneo assolutamente a-etico e a-morale il cui unico obbiettivo è massimizzare i profitti. Suppongo.
Gianluca terza media operaio
Docente Università Pescara.
OK.
Leggo critiche a Felice in base all'ateneo presso il quale lavora e relative 'influenze' bagnaiane, rinaldiane, ecc. Siamo seri, però. Io ho criticato qui nei mie interventi tanto l'articolo quanto la vaghezza mostrata nel video, ma accomunarlo a Bagnai o Rinaldi è ingeneroso e infondato. Dopodiché, può attirarsi - secondo me comprensibilmente nel caso specifico, tanto nel metodo quanto nel merito - tutte le critiche del mondo, ma non su pregiudizi 'pescaresi' o 'rinaldiani' (pure la Bocconi purtroppo ha avuto ed ha alcuni docenti che si sono fatti e si fanno certe uscite 'da denuncia' a livello Bagnai o quasi).
E' anche vero, del resto, che il livello del dibattito a sinistra spesso è questo (estraggo gli argomenti da replica di Mazzetti a intervento di Felice, Espresso di un anno fa reperibile on line - e mi perdonino i protagonisti se lo trovo un dibattito desolante e fantasioso...): gli effetti del neoliberismo (che a me pare un caso di storia dell'ideologia più che strettamente economica, e di debolissima lettura che scambia spesso causa ed effetto); keynesismo: ritorno al passato o meno; 35, 15 ore o meno e redistribuzione del lavoro.
Ho letto tutti i commenti e concordo in pieno con quanto hai scritto, qui e in precedenza. Ho cercato l'articolo dell'Espresso, discussione allucinante!
Com'è possibile che un professore ordinario di storia economica non sappia dare una seppur minima definizione di "capitalismo"? La risposta data da Felice me la aspetto da uno studente poco preparato al primo anno di università, non da un accademico
Rispondendo con Friedman si sarebbe potuto far notare al prof Felice quanto il liberismo economico sia condizione necessaria ma non sufficiente allo sviluppo della democrazia....in altre parole non ci si dovrebbe preoccupare del capitalismo senza democrazia giacchè esso ne è premessa necessaria...
scusi ma, se il capitalismo è condizione necessaria, ma non sufficiente, della democrazia... vuol dire appunto che ci può essere il capitalismo senza democrazia (mentre non ci può essere democrazia senza capitalismo). Questo vuol dire quello che lei ha appena scritto, seguendo Friedman. Almeno la logica ;)
@@EmanueleFelice precisamente prof...ergo perchè si preoccupa esclusivamente del capitalismo senza democrazia quando esso possiede una forma(limitata) di pluralismo mentre non cita e non si preoccupa(per dirla con Boldrin) di gente come Maduro o del pupazzetto nordcoreano...?Ad es Hong Kong possiede un'alta libertà economica ma istituzionalmente non è libera...crede sia più preoccupante la Korea del nord e/o la Cina oppure Hong Kong?P.s ho apprezzato le sue argomentazioni sulla quantità di Pil intermediata dal Gov italiano pur non condividendole
Sono a metá video e Boldrin sta ancora smontando il titolo dell'articolo di Felice. 🤣
Professore Boldrin, non metta piede all'Unipiskarese, ho paura per la sua incolumità. Questo ha delle stizze come baffino; ero rimasto al 'liberale di sinistra', c'è una nuova categoria 'social liberale'?
Vorrei provare ad andare incontro a Felice. Il capitalismo in sé non è negativo, ma quando un regime illiberale passa ad una economia capitalista (come ex Urss e Cina) passa dall'essere totalmente ostracizzato dal mondo liberale (occidente) all'essere un partner con dei problemi sui diritti civili, che fa un'enorme differenza. In passato questo passaggio veniva visto positivamente, perchè si pensava che una volta integrati nel mercato libero poi automaticamente anche i regimi dietro a queste economie sarebbero poi caduti, sotto le richieste di una popolazione più ricca e in cerca di quei diritti già in possessi di noi occidentali. In realtà invece sta succedendo (e credo sia questo il discorso cardine di Felice) che un capitalismo privo di regole sociali/liberali ( una Cina senza sindacati e con un'informazione totalmente pilotata ) può essere più efficace rispetto al capitalismo liberale al punto che di fronte alla scelta dell'essere più ricchi rinunciando a qualche diritto, le persone siano in questo tentate. Trump può essere una chiara espressione di questo, ovvero dell'efficacia 'populista' di un politico capace di sacrificare diritti anche storici per ottenere un ritorno economico, cosa che nel suo piccolissimo fa anche salvini, e credo che sia questo un elemento di preoccupazione tutt'altro che sciocco.
Sì, il punto è quello. Non è sciocco. Al limite non è nulla di nuovo, di casi di varia 'ibridazione', se così si può dire, ne abbiamo visti (non so, Pinochet) e ne vediamo (mi viene in mente una rassegna di case studies contenuta in un saggio di 4-5 anni fa - parte in italiano, parte in inglese - incentrato proprio sulla questione in oggetto: Economia di mercato e democrazia. Un rapporto controverso). Però l'ammucchiata tra Salvini, Trump, Putin uniti dal 'liberismo' (anzi, elementi di 'liberismo') mi pare debole a dir poco. Scientificamente proprio. E l'intento mi pare esclusivamente a vantaggio della polemica politica, e quindi ideologico, più che un tentativo di divulgare analisi fondate su seria ricerca scientifica (posso capire, condivido l'intenzione e l'avversione per il governo in carica, ma per nulla il mezzo e il metodo). L'utilizzo della terminologia è a questo proposito rivelatrice, a me pare. Potremmo indagare più seriamente, ma ripeto non è nulla di nuovo, il rapporto tra istituzioni economiche (elementi di economia di mercato) e istituzioni politiche ovvero assenza di democrazia liberale. E quindi? La differenza tra le istituzioni politiche (ma pure economiche) italiane o americane e russe o cinesi mi porta a domandarmi: il problema italiano o il contesto trumpiano che ci azzeccano con quello russo o cinese? Cosa li lega? Davvero vogliamo sostenere che dalla Russia alla Cina a Trump a Salvini, ciò che li lega sono 'elementi di libbberismo selvaggio' in mancanza di 'diritti'? Che poi che diamine vuol dire nel caso italiano e americano? Troppo liberismo senza liberalismo? Di nuovo, ma che diavolo significa? Si danno per scontate a) una definizione di 'liberismo' per nulla condivisa e poi del tutto italiana; b) una scissione schizofrenica tra liberalismo e 'liberismo' tutta italiana anche questa e comunque tutta interna alla 'sinistra' (o alla destra 'sociale', reazionaria, ecc.), e di conseguenza una definizione di 'liberalismo' per nulla condivisa (e in ogni caso figuriamoci se potrà essercene una condivisa); c) si vuol dimostrare che tale supposta scissione si rifletta in Salvini o in Trump o in Putin, dando quindi per scontato il loro 'liberismo' (o elementi di 'liberismo'... tipo? La flat tax in deficit? Ma davvero o stiamo cazzeggiando?). Altre lettere dell'alfabeto che lascio perdere. Non voglio essere offensivo, ma un economista che mi fa una roba del genere francamente... E' fuffa, un ragionamento fuffologico avvitato su sé stesso, fortemente autoreferenziale e quindi di scarsa utilità, che cerca di dimostrare una serie di punti che a mio avviso non si trovano né in Trump, né in Salvini, ecc., ma solo nella testa di chi scrive.
@@-Carlo- Rispondendo alla prima parte in cui parli di ibridazione, vorrei farti notare che il 'nuovo' puoi trovarlo nella valenza del paese che esprime l'ibridazione. Un conto sono piccole economie assoggettate poi alla macro area americana, ben altro sono Cina e Russia. Direi che è la 'massa economica' che rende il momento di 'ibridazione' nuovo. Rispetto alla seconda parte diventa un poco complesso perchè esprimi un giudizio categorico, che se ti va potrei provare ad argomentare così, semplificando un poco. Quando Felice spiega che 'liberismo' è un'economia privata della componente 'liberale' e che quindi vede nel mercato, e quindi nella ricchezza, il solo parametro a cui dare valore (definizione non rigettata da Michele), in cosa si possono definire liberisti i vari salvini, Trump, Putin e Xi? In tutti quei propositi per cui ricevono consenso ( per quelli in democrazia poi potere, per i dittatori libertà di mantenere il potere) e che ottengono mettendo la ricchezza come valore assoluto, come appunto la definizione di 'liberismo'. Faccio un esempio concreto. Quando salvini indica nell'immigrato il nemico e fa incetta di voti in questo su cosa si basa? Si basa che la popolazione è disposta per essere più ricca ( è falso, ma salvini è bravo a farlo credere vero ) a rinunciare ad un diritto umano che consiste nel soccorrere persone che rischiano la vita, e diventa questa cosa 'popolarmente' efficace quando la società in cui vivi ti dice che la ricchezza (il mercato) viene prima di tutto. E' su questo che come vedi poggia sul fattore economico ma è totalmente una cosa sociale, che il 'liberismo' diventa il grimaldello per i populismi su cui poggiano i vari soggetti di cui parliamo, e che si accomunano in questo, non certo in provvedimenti economici di dubbia efficacia come tasse piatte, protezionismi di mercato o statalizzazioni che chiaramente non sono 'liberisti', ma che diventano tali quando vengono proposti per essere fonte di 'ricchezza economica', ed in quanto tale prioritarie su tutto, diritti compresi.
@@DrugoDoc Sulla prima parte: sì, il Cile non è la Russia né la Cina. Con 'non nuovo' intendo che non è argomento nuovo il 'modello' cinese o quello russo, tant'è che sui rapporti tra (elementi di) economia di mercato e istituzioni politiche (e grado di 'liberaldemocrazia' diffuso) esistono già letteratura e dati in merito. Ma non è una critica eh (di che, poi?), solo una constatazione. Sulla seconda parte: ok, capisco. E non ti sembra un ragionamento fallace sul quale impostare una solida analisi? Perché 'liberismo' e non egoismo? O avidità? O menefreghismo? O stupidità? La scelta, a mio modo di vedere, è totalmente arbitraria, autoreferenziale (parla a una parte politica ben precisa) e 'ideologica'. A questo punto, quella roba lì e le promesse-politiche salviniane potrei chiamarle, invece che 'liberiste', nazionaliste-protezioniste-mercantiliste (Italy first), oppure nazional-socialiste (tecnicamente, non nel senso dell'analogia storica), o bolscevico-nazional-comuniste, o stataliste. Del resto, ci sono 'elementi' di tutto ciò, come e in base a cosa estraggo elementi di 'liberismo' - senza nemmeno essere in grado di delimitare una definizione vagamente accettabile - e decido che quelli sono centrali e costituiscono la vera questione dirimente e caratterizzante e il resto no? Come, se non con un'operazione puramente ideologica?
@@-Carlo- Perchè con liberismo posso indicare un modello economico/politico che è ben diverso da fattori come avidità ed egoismo che indicano atteggiamenti umani, e quindi sociali, su cui i modelli economici e politici interagiscono e sfruttano ma che son cose ben diverse. Come sarebbe ben diverso parlare di statalismo o socialismo, perchè in questo caso parliamo di modelli che 'fanno leva' non sull'egoismo economico ma sull'assistenzialismo, con problemi in quest'ultimo caso ben diversi da quelli di cui parliamo qui, sebbene gravi e presenti. Facendo qualche esempio, quando salvini parla di 'quota 100' non è liberista ma socialista, e sfrutta il consenso che ottiene in questo sottraendo risorse economiche alle generazioni future che è chiaramente un problema, ma di natura ben diversa rispetto all'esempio precedente sull'immigrazione. Stessa col m5s, che ha fatto leva sull' egoismo economico con la retorica della politica di bassa qualità ma a basso costo, o coi famosi 'taxi del mare' pre salviniani, e poi ha sfruttato l'assistenzialismo col reddito di cittadinanza. Perchè quindi ritengo non sia un'operazione puramente ideologica? Principalmente perchè mi sembra un modo coerente per discernere atteggiamenti e sistemi ben diversi, e quindi un buon aiuto alla comprensione delle cose; in secondo luogo perchè non parteggiando per nessuno dei due estremi mi sento tutelato dall'essere spinto nell'ideologia, e se Felice avesse parlato di un pericolo di un ritorno allo statalismo/socialismo mi sarei unito al coro di consenso che ci sarebbe stato, e lo posso dire perchè altrimenti difficilmente sarei iscritto al canale di Michele. :-)
Masterpiece
Mi pare che Emanuele Felice sia un po confuso su certi argomenti e certe definizioni....
Il prof felice è prof solo perché suo padre è un altro prof felice
Non sono un esperto e forse dico qualcosa di stupido. Ma il termine liberismo non è una prerogativa esclusiva della lingua italiana? Cosa c'entra Smith?
ma anche in inglese lo chiameremmo "economic liberalism" (non "liberalism" e basta)
@@EmanueleFelice Ma non è scontato, né tanto meno distinzione condivisa, e in contrapposizione spesso a politiche tipicamente trumpiane o salviniane. Inoltre, in questo caso, correrebbe l'obbligo di dichiarare esplicitamente la propria adesione ad una specifica linea interpretativa (che scinde liberalismo economico e liberalismo tout-court e di cui ognuno valuterà la bontà), e di conseguenza sarebbero inaccettabili definizioni del tipo 'il liberismo è ciò che tutti sanno che cosa sia', che mi è parsa implicita.
@@-Carlo- ma la mia "linea interpretativa" non è di scinderli. Io dico: attenzione, perché quello che noi credevamo andasse sempre insieme, oggi si separa... nel senso che la libertà economica pensa di poter fare a meno della libertà politica (e l'oppressione politica si proclama paladina della libertà economica). Peraltro questa separazione c'era già prima, in qualche caso (il Cile di Pinochet), ma oggi è molto più significativa - e dalle conseguenze anche più gravi, con la crescita delle potenzialità del progresso tecnologico. Il punto, poi, non è nemmeno necessariamente il liberismo. Francamente sono alcuni che si sono impuntati su questo termine, critici perché io ho detto che Salvini, Putin e Trump hanno dei tratti liberisti. Se ne può discutere, e ne abbiamo discusso, ma mi interessa fino a un certo punto. Anche se Trump, Putin e Salvini non fossero per niente liberisti, il problema rimane uguale. E il problema è il capitalismo (più ampio del liberismo), portatore di crescita economica, che si separa dalla democrazia liberale (cioé dal liberalismo).
@@EmanueleFelice Sul punto, non nuovo appunto, sono del tutto d'accordo. Così come ritengo anch'io assolutamente pericolosa, o rischiosa meglio, la diffusione e l'impianto di una selezione di istituzioni (diciamo di economia più o meno di mercato, non mi viene altra espressione...) tralasciando le altre (e senza adeguata 'tradizione' alle spalle), stile supermarket istituzionale; e la diffusione dell'idea che tutto ciò sia possibile e funzioni in modo scontato, seguendo lo stesso percorso 'occidentale'. Di scontato e automatico non c'è nulla (questa sì può trasformarsi in pericolosa ideologia). Ma mi viene in mente anche la Turchia, la Georgia, gli Emirati, le tigri asiatiche nei '90, Uzbekistan, Kazakistan, e Caucaso e Asia centrale in generale, ecc. D'altro canto, la via non è univoca, ci sono anche esempi maggiormente positivi seppur non perfetti, allo stato attuale: Corea, Singapore, Taiwan, la stessa Thailandia...
Ho pena per gli studenti del sig. Felice, un livello di preparazione bassissimo ed ogni volta che viene interrogato su qualcosa di specifico risponde con dei luoghi comuni
Quanta fatica discutere con chi ha idee confuse!
ciao michele, sulla questione della sinistra e l'età pensionabile ci sono politici ed economisti contro l'abbassamento dell'età pensionabile, ad esempio paul krugman o stiglizt, anche io mi definisco di sinistra e sono contro, la definisco una politica dannosa
Minuto 48: "la Cina sta iniziando a essere tecnologicamente innovativa". Buon giooooornooooo
eh sì, dovrebbe informarsi
@@EmanueleFelice E' giusto una ventina d'anni che è "tecnologicamente innovativa"
Che fatica con questi. Non si riesce ad andare oltre 3 etichette di cui non sanno spiegare il significato
... "questi" in che senso?
@@EmanueleFelice Ahahah un po' ideologici, forse. Non te la prendere, alla fine ci piaci! D'altro livello rispetto ai pagliacci rossobrunati. Sono curioso di vederti ulteriormente su questo canale. :)
@@christiancristof491 no no, non me la prendo: e poi l'ideologia, intesa come visione del mondo, non mi dispiace. Ci tengo però a non essere confuso con i rossobruni o con i sovranisti, dato che mi sento agli antipodi da loro (e forse qui si è generata un po' di confusione, involontariamente, per via della mia affiliazione universitaria)
@@EmanueleFelice ammetto che non mi è affatto piaciuto, molto vago e sul fatto di Maduro non le fa onore, lei è prima di tutto una scienziato sociale e saltarlo non è una cosa di buona fede. Comunque è interessante sentire una campana diversa di tanto intanto. Spero partecipi a qualche altra conversazione!
@@EmanueleFelice prof ... fidandomi che l'account non sia falso e quindi convinto di parlare con lei ... ho sempre avuto una perplessita' che qui le manifesto ... la questione e' il disprezzo del sovranismo .... e qui mi chiedo : come mai chi disprezza il sovranismo nazionale ( lega etc ) poi invece apprezza tutte le politiche sovraniste che sono promosse dall'europa ( chiusura dei confini , limitazione all'importazione di beni etc ) ... non trovate sia un po' ridicolo opporsi a certe politiche quando proposte da partiti nazionali salvo poi sposarle in pieno quando portate dalla "nazione" europa ... non vedete che l'europeismo e' un sovranismo applicato ad una nazione diversa da quelle "tradizionali"
la ringrazio nella sperata risposta , saluti
Ma dove è l’articolo?
La Repubblica.
Alla fine credo questo... puoi leggere e scrivere tutti i libri e articoli di questo mondo, ma se non riesci a spiegare cos’è il capitalismo in maniera lineare per un ascoltatore inesperto, non posso prenderti sul serio...
Una persona che comprendere in toto concetti complessi sa anche semplificarli e adattare la comunicazione a tutti i diversi strati di persone, dall’adolescente che affronta questo argomento per la prima volta all’ intellettuale specializzato nel settore.
la casa di papel muta
Mi sembra che a Boldrin manchino categorie interpretative al di fuori di quelle economiche su cui è ovviamente molto ferrato.
Argomentazioni a sostegno:
- mettere a confronto diretto la rivoluzione francese e quella americana senza considerare la storia passata, il tessuto sociale coinvolto attivamente nelle rivoluzioni e il contesto culturale e intellettuale mi sembra un'operazione decisamente riduttiva e fuorviante;
- mi aspettavo che concetti come capitalismo, liberalismo, liberismo fossero già pienamente assodati considerando i titoli di studio che ha e tutta la letteratura mondiale che esiste su di essi. Dirò di più, è anche giusto scavare e problematizzare su di essi (visto che sono concetti che si apprendono magari troppo rigidamente alle scuole medie), ma non è ciò a cui ho assistito in questo confronto, in cui l'approccio è stato essenzialmente distruttivo ("Ma cos'è questo capitalismo? Che vuol dire liberismo e liberalismo?") e non analitico costruttivo.
In sostanza, è un peccato che abbiate perso gran parte della live a cavillare su definizioni piuttosto che affrontare seriamente l'argomento, perché si è persa l'opportunità di un confronto interessante.
Tutti gli ismi si espongono a confusioni estreme e il Prof Emanuale mi sembra chiaramente annaspare ……
A Scienze Politiche ti infarciscono di nozioni come al ragazzo qua senza prendere veramente casi reali. L'Italia è un paese al 70% corporativista ed al 30% con libero mercato. Secondo me è proprio sbagliato tentare di distinguere il mondo tra liberisti e non poichè non esistono sistemi completamente liberisti ne completamente corporativisti/nazionalisti. Inoltre mi sembrano tutti definizioni che si attengono ad un tempo dove era necessario creare categorie per pensare delle teorie, magari oggi è necessario crearne di nuove per descrivere l'oggi. Non sono un esperto di economia quindi lascio la parola a chi di competenza...
bisognerebbe forse chiederlo ai nativi americani (secondo diversi calcoli, decine di milioni di persone sterminate) quanto bene gli abbia portato la democrazia proclamata dalla Costituzione Americana. Magari anche ai vari paesi Sud Americani ridotti a Repubbliche delle banane dagli sfruttamenti delle multinazionali della frutta USA.. E più recentemente al casino che da Bush in poi gli USA hanno portato in Medio Oriente, specificamente in Irak , ma poi anche in Libia e altrove (basta che ci fosse petrolio). Tutto l' entusiasmo di Boldrin per quella Costituzione e per il modo in cui viene applicata, mi lascia francamente basito. Ammesso e non concesso che persegua il bene dei cittadini americani (ma le sacche di miseria ed i ghetti di violenza ed isolamento presenti un pò ovunque negli States, me ne fanno dubitare), lo fa a scapito del resto del Mondo, soggiogato economicamente, e quando non basta, con le armi.
boldrin lo avrebbe affossato anche se non avesse studiato economia, semplicemente con l'esperienza
Ammazza che asfaltata. Mi piace il modo di Boldrin. Prima passa dieci minuti a farlo parlare. Poi lo asfalta punto per punto. Tra l'altro non si capisce nemmeno che significato vuole dare il Prof. Felice
Il fatto che questo ragazzo incapace di definire il capitalismo e di produrre correlazioni basiche sia diventato professore ordinario di storia economica é l'indice del declino della realtá accademica italiana.
Mi credi che io ch ho 19 anni e non sono mai stato un secchione sarei riuscito a tenere testa a felice in questo dibattito ... raga professore ordinario... professore ordinario... vergogna , vergogna a chi l ha messo li . Ne so più io e non mi capacito di come possa essere ordinario in storia economica.
Questo Felice mi fa tenerezza, come fa un accademico ad essere così schiavo dei pregiudizi e/o dei bias tipici dell'intellettuale di sinistra?
Davanti ad una conduzione della discussione molto razionale e corretta, si mostrano evidenti i discorsi retorici...
Sto tipo mi fa ridere di suo per il modo di esprimersi pressappochista. Poi a 38:30 ha raggiunto l'acme con quella molletta in mano.
Non c credo che questo insegna e scrive libri ed editoriali. C’è stato un errore, uno scambio di persona. Dico sul serio.