Credo che una buona parte delle selezioni in Italia oggi si faccia calcolando bene il "costo" di una persona. Più che a formazione e a capacità si punta a quello. Partendo da una scarsità di domanda e ad un surplus di offerta chi ha il coltello dalla parte del manico è sempre l'azienda che seleziona. Nel corso della mia carriera lavorativa ne ho viste di ogni. La cosa più surreale è stata una selezione per una figura di un certo profilo in una grande azienda di trasporto internazionale. Mi hanno fatto un primo colloquio conoscitivo. Un secondo colloquio in cui ho dovuto compilare un test psicoattitudinale, un terzo colloquio in inglese, un quarto colloquio in tedesco, un quinto colloquio col responsabile di area (in sintesi la persona che sarebbe stata poi il mio capo in ufficio) ed un sesto colloquio per la definizione del compenso. Diciamo che al sesto colloquio mi sono sentito offrire una cifra ridicola. Pensavo che fosse il colloquio finale con proposta economica e firma. Invece mi sono ritrovato davanti una situazione paradossale. Mi sono sentito umiliato come persona e come lavoratore. Ho preso quella situazione negativa ed ho trovato il coraggio per dire chiaramente la mia. Ho guardato l'amministratore delegato e gli ho detto "scusi, ma mi sta prendendo in giro? Ho fatto presente che il mio RAL è di X e lei mi propone un contatto ridicolo. Lei si decurterebbe lo stipendio di un 30% dopo 20 anni di lavoro? Guardi, capisco che ci sono tetti salariali ma a me non interessa. Io un lavoro lo ho e non sono un disperato. Le do un consiglio. Prossima volta non faccia perdere tempo alla gente". Mi sono alzato e sono uscito sbattendo la porta. Per una volta nella mia vita ho trovato il coraggio di essere "uomo". Ricordo la faccia basita dell'uomo e la faccia "di chi ride sotto i baffi" della segretaria. Quello che ha detto è utile e può aiutare. Ma credo che specialmente oggigiorno tutto ruoti intorno a quanto una persona possa aggiungere e a quanto possa costare. Ovviamente solo chi ha eccellenza non avrà mai problemi. Ma i lavori di eccellenza sono molto pochi...
grazie per il tuo commento e della condivisione della tua storia! Davvero incredibile, 6 colloqui sono un'enormità ingiustificata e l'offerta che ti hanno fatto è irrispettosa. Alla fine, mi viene da dirti, meglio così! (non è evidentemente un'azienda seria...). Hai investito tempo, denaro ed energie nervose per ottenere un feedback del genere. Bisognerebbe capire se si tratta di disorganizzazione interna (quando le selezioni sono così lunghe si perde il filo e spesso tra i vari componenti non c'è chiarezza) o semplicemente sono incompetenti. Per fortuna, mi viene da dire non è sempre così! Certo, ogni ricerca ha un proprio budget di investimento che di solito (nelle aziende serie) viene tarato in base alla pesatura della posizione (metodo internazionale HAY) ed è sempre un compromesso tra skills del candidato e "quanto costa" un certo profilo di spessore. Posso dirti però in base alla mia esperienza che a volte ho visto alcuni candidati molto validi con esperienze molto importanti e centratissime per quel ruolo che avevano loro il coltello dalla parte del manico e ottenere quanto chiedevano, oserei dire pretendevano (e sicuramente in questo dipende il bilanciamento o sbilanciamento tra domanda e offerta del mercato). Un saluto!
@@MicheleDiClemente sì, sembra incredibile ma mi è successo. Io sono diplomato e purtroppo questo è un problema per la mia carriera. Sicuramente ora che ho 42 anni è il vero freno ad un cambiamento che vorrei fare. Quando ho finito ragioneria era un di più la laurea. Io ero figlio del proletariato e volevo solo lavorare. Ho fatto una bella carriera fino a quando la crisi del 2008 ha praticamente azzerato le alternative valide. Ho comunque un bel lavoro in una multinazionale ma dopo 15 anni avrei voglia di fare qualcosa di più stimolante, anche perché ora sono padre ed ho una famiglia. L'azienda di cui sopra? È una famosissima azienda di trasporto. Avrei dovuto seguire i pagamenti esteri, redarre prospetti e bilancini mensili, parlare inglese, tedesco e spagnolo e seguire pure il recupero crediti. Si parla di responsabilità non indifferenti. Ho sentito altri che hanno fatto colloqui e molti mi hanno confermato la stessa situazione che ho vissuto io. C'è un management che vuole sfruttare al massimo i contratti di lavoro più vantaggiosi e sicuramente ci sono tetti salariali specialmente per le figure in ingresso. Pensando alla situazione attuale è stato sicuramente meglio così. Ma sul momento non ho saputo controllare la rabbia. Anche questo però mi ha fatto capire che non bisogna MAI perdere il giusto equilibrio. La prossima volta un sorriso unito al sarcasmo sarà la migliore risposta. In questo momento storico ringrazio Dio che mi abbia fatto restare al mio posto. Sicuramente un posto più sicuro per il settore economico dell'azienda per cui lavoro. Oggi guardo mio figlio e mi rendo conto che meglio accontentarsi di quello che si ha (ovviamente non perdendo mai la voglia di migliorare la propria posizione lavorativa).
Non capisco perche', se scrivo una lettera ai selezionatori per avere infromazioni sull'esito del colloquio, non ottengo risposte. E' chiaro che il colloquio non e' andato bene, ma non sarebbe corretto rispondere sempre alle email dei candidati?
Credo che una buona parte delle selezioni in Italia oggi si faccia calcolando bene il "costo" di una persona. Più che a formazione e a capacità si punta a quello. Partendo da una scarsità di domanda e ad un surplus di offerta chi ha il coltello dalla parte del manico è sempre l'azienda che seleziona. Nel corso della mia carriera lavorativa ne ho viste di ogni. La cosa più surreale è stata una selezione per una figura di un certo profilo in una grande azienda di trasporto internazionale. Mi hanno fatto un primo colloquio conoscitivo. Un secondo colloquio in cui ho dovuto compilare un test psicoattitudinale, un terzo colloquio in inglese, un quarto colloquio in tedesco, un quinto colloquio col responsabile di area (in sintesi la persona che sarebbe stata poi il mio capo in ufficio) ed un sesto colloquio per la definizione del compenso. Diciamo che al sesto colloquio mi sono sentito offrire una cifra ridicola. Pensavo che fosse il colloquio finale con proposta economica e firma. Invece mi sono ritrovato davanti una situazione paradossale. Mi sono sentito umiliato come persona e come lavoratore. Ho preso quella situazione negativa ed ho trovato il coraggio per dire chiaramente la mia. Ho guardato l'amministratore delegato e gli ho detto "scusi, ma mi sta prendendo in giro? Ho fatto presente che il mio RAL è di X e lei mi propone un contatto ridicolo. Lei si decurterebbe lo stipendio di un 30% dopo 20 anni di lavoro? Guardi, capisco che ci sono tetti salariali ma a me non interessa. Io un lavoro lo ho e non sono un disperato. Le do un consiglio. Prossima volta non faccia perdere tempo alla gente". Mi sono alzato e sono uscito sbattendo la porta. Per una volta nella mia vita ho trovato il coraggio di essere "uomo". Ricordo la faccia basita dell'uomo e la faccia "di chi ride sotto i baffi" della segretaria. Quello che ha detto è utile e può aiutare. Ma credo che specialmente oggigiorno tutto ruoti intorno a quanto una persona possa aggiungere e a quanto possa costare. Ovviamente solo chi ha eccellenza non avrà mai problemi. Ma i lavori di eccellenza sono molto pochi...
grazie per il tuo commento e della condivisione della tua storia! Davvero incredibile, 6 colloqui sono un'enormità ingiustificata e l'offerta che ti hanno fatto è irrispettosa. Alla fine, mi viene da dirti, meglio così! (non è evidentemente un'azienda seria...). Hai investito tempo, denaro ed energie nervose per ottenere un feedback del genere. Bisognerebbe capire se si tratta di disorganizzazione interna (quando le selezioni sono così lunghe si perde il filo e spesso tra i vari componenti non c'è chiarezza) o semplicemente sono incompetenti. Per fortuna, mi viene da dire non è sempre così! Certo, ogni ricerca ha un proprio budget di investimento che di solito (nelle aziende serie) viene tarato in base alla pesatura della posizione (metodo internazionale HAY) ed è sempre un compromesso tra skills del candidato e "quanto costa" un certo profilo di spessore. Posso dirti però in base alla mia esperienza che a volte ho visto alcuni candidati molto validi con esperienze molto importanti e centratissime per quel ruolo che avevano loro il coltello dalla parte del manico e ottenere quanto chiedevano, oserei dire pretendevano (e sicuramente in questo dipende il bilanciamento o sbilanciamento tra domanda e offerta del mercato). Un saluto!
@@MicheleDiClemente sì, sembra incredibile ma mi è successo. Io sono diplomato e purtroppo questo è un problema per la mia carriera. Sicuramente ora che ho 42 anni è il vero freno ad un cambiamento che vorrei fare. Quando ho finito ragioneria era un di più la laurea. Io ero figlio del proletariato e volevo solo lavorare. Ho fatto una bella carriera fino a quando la crisi del 2008 ha praticamente azzerato le alternative valide. Ho comunque un bel lavoro in una multinazionale ma dopo 15 anni avrei voglia di fare qualcosa di più stimolante, anche perché ora sono padre ed ho una famiglia. L'azienda di cui sopra? È una famosissima azienda di trasporto. Avrei dovuto seguire i pagamenti esteri, redarre prospetti e bilancini mensili, parlare inglese, tedesco e spagnolo e seguire pure il recupero crediti. Si parla di responsabilità non indifferenti. Ho sentito altri che hanno fatto colloqui e molti mi hanno confermato la stessa situazione che ho vissuto io. C'è un management che vuole sfruttare al massimo i contratti di lavoro più vantaggiosi e sicuramente ci sono tetti salariali specialmente per le figure in ingresso. Pensando alla situazione attuale è stato sicuramente meglio così. Ma sul momento non ho saputo controllare la rabbia. Anche questo però mi ha fatto capire che non bisogna MAI perdere il giusto equilibrio. La prossima volta un sorriso unito al sarcasmo sarà la migliore risposta. In questo momento storico ringrazio Dio che mi abbia fatto restare al mio posto. Sicuramente un posto più sicuro per il settore economico dell'azienda per cui lavoro. Oggi guardo mio figlio e mi rendo conto che meglio accontentarsi di quello che si ha (ovviamente non perdendo mai la voglia di migliorare la propria posizione lavorativa).
Grazie per quello che dici in questo video
Sei un grande mi hai aiutato di brutto grazie davvero
Grazie! :)
esatto, forse non sono riuscita a trasmettere l'entusiasmo giusto. Ora ne sono consapevole, la prossima volta spaccherò!
Non capisco perche', se scrivo una lettera ai selezionatori per avere infromazioni sull'esito del colloquio, non ottengo risposte. E' chiaro che il colloquio non e' andato bene, ma non sarebbe corretto rispondere sempre alle email dei candidati?