Resterebbe la possibilità di richiedere il risarcimento danno in sede civile da parte dei genitori che non hanno prestato il consenso alla pubblicazione di foto di un minore o comunque dalla parte stessa una volta maggiorenne e di richiedere anche la rimozione della foto resa pubblica al fine di evitare pregiudizi al minore. Ma l’onere probatorio rimane a carico di parte attrice. Ovvero dovrebbe essere Spencer a dover dimostrare quale danno abbia subito o comunque dovrebbe dimostrare che il profitto ottenuto dai Nirvana dipenda tutto o in parte dalla sua immagine, per chiederne una parte, e non invece dal contenuto del disco. Dovrebbe dimostrare il nesso di causalità.
Capacità argomentativa. Una parte del lavoro dell’avvocato. Convincere attraverso lo sviluppo di un ragionamento. La verità oggettiva (o potremmo anche chiamarla storica) si basa invece sui fatti cronologicamente ed effettivamente avvenuti. E’ oggettivo che vi sia la foto del bambino, è oggettivo che non vi sia una autorizzazione scritta ecc. Si collocano azioni in una storia più ampia. Non vi sono interpretazioni ma solo fatti. La verità processuale invece implica la raccolta di tutte le verità, a seconda che sia un processo civile o penale la raccolta di tutta la documentazione, l’indagine da parte degli organi inquirenti, e quindi l’interpretazione e l’applicazione di un Giudice, che solitamente tende a ricostruire eventi riconducibili alla persona, che in base ad un proprio orientamento valuterà e deciderà quale norma sia stata o meno violata e la conseguente sanzione. Resta inteso che la verità processuale potrebbe rilevarsi errata (errori giudiziari ce ne sono stati) ma a prescindere ovviamente le sentenze vanno rispettate.
Altro spunto da approfondire che ha sollevato il giornalista Francesco Oggiano in merito a questa vicenda riguarda la verità. Ovvero ogni volta che vi è un contenzioso ciascuna parte espone la propria verità. E quando le parti sono più o meno conosciute, si apre un processo mediatico tremendo. Perché la gente si vuole fare un’opinione su racconti del tutto parziali. Per sentito dire, un giornale che ha riportato solo uno stralcio, o le dichiarazioni di una sola parte. Ma sarà sempre e solo una parte, una minima parte di quella che è una storia ben più articolata e strutturata e che in un paese democratico, prima di essere oggetto di una sentenza del popolo (o meglio di un pregiudizio), deve attraversare un processo equo ed imparziale, con prove, documenti, avvocati e un giudice che deciderà in merito. A mio parere esistono 3 tipi di verità. La verità soggettiva. La verità oggettiva. La verità processuale.
Facciamo un esempio riportandoci al caso appunto dei Nirvana. La verità soggettiva, ovvero quella delle parti. Nel caso di specie è quella che Elden riporta nei suoi atti, le sue contestazioni, il come utilizza alcune delle prove che deciderà di produrre. E’ un ricostruire una narrazione dei fatti quanto più incline ad ottenere un esito favorevole del processo. Lo stesso sarà per le parti chiamate in causa, gli eredi e i membri in vita della band. Perchè lo stesso documento prodotto può essere utilizzato ed interpretato in maniera diversa. Esempio. Una parte potrebbe affermare “La mia immagine è stata utilizzata senza il mio consenso a scopo di lucro commettendo il reato di sfruttamento sessuale e pedopornografia in quando venivano ritratti anche i miei genitali. Ho subito un danno, non mi riprenderò mai più. Sono stato schernito per tutta la vita”. L’altra parte potrebbe contestare “Non vi alcun elemento che riporti un atteggiamento lascivo ed eroticamente eccitante e/o comunque a sfondo sessuale. Anzi Lei ha approfittato della notorietà avuta grazie proprio alla sua immagine su un disco che ha venduto milioni di copie tant’è che si è fatto fotografare in ogni anno nella stessa posizione per avere visibilità. Si è tatuato il nome del disco ecc. Inoltre non ha fornito alcuna prova sul danno subito o sulle presunte beffe subite”.
Resterebbe la possibilità di richiedere il risarcimento danno in sede civile da parte dei genitori che non hanno prestato il consenso alla pubblicazione di foto di un minore o comunque dalla parte stessa una volta maggiorenne e di richiedere anche la rimozione della foto resa pubblica al fine di evitare pregiudizi al minore. Ma l’onere probatorio rimane a carico di parte attrice. Ovvero dovrebbe essere Spencer a dover dimostrare quale danno abbia subito o comunque dovrebbe dimostrare che il profitto ottenuto dai Nirvana dipenda tutto o in parte dalla sua immagine, per chiederne una parte, e non invece dal contenuto del disco. Dovrebbe dimostrare il nesso di causalità.
Capacità argomentativa. Una parte del lavoro dell’avvocato. Convincere attraverso lo sviluppo di un ragionamento.
La verità oggettiva (o potremmo anche chiamarla storica) si basa invece sui fatti cronologicamente ed effettivamente avvenuti. E’ oggettivo che vi sia la foto del bambino, è oggettivo che non vi sia una autorizzazione scritta ecc. Si collocano azioni in una storia più ampia. Non vi sono interpretazioni ma solo fatti.
La verità processuale invece implica la raccolta di tutte le verità, a seconda che sia un processo civile o penale la raccolta di tutta la documentazione, l’indagine da parte degli organi inquirenti, e quindi l’interpretazione e l’applicazione di un Giudice, che solitamente tende a ricostruire eventi riconducibili alla persona, che in base ad un proprio orientamento valuterà e deciderà quale norma sia stata o meno violata e la conseguente sanzione. Resta inteso che la verità processuale potrebbe rilevarsi errata (errori giudiziari ce ne sono stati) ma a prescindere ovviamente le sentenze vanno rispettate.
Altro spunto da approfondire che ha sollevato il giornalista Francesco Oggiano in merito a questa vicenda riguarda la verità.
Ovvero ogni volta che vi è un contenzioso ciascuna parte espone la propria verità. E quando le parti sono più o meno conosciute, si apre un processo mediatico tremendo. Perché la gente si vuole fare un’opinione su racconti del tutto parziali. Per sentito dire, un giornale che ha riportato solo uno stralcio, o le dichiarazioni di una sola parte. Ma sarà sempre e solo una parte, una minima parte di quella che è una storia ben più articolata e strutturata e che in un paese democratico, prima di essere oggetto di una sentenza del popolo (o meglio di un pregiudizio), deve attraversare un processo equo ed imparziale, con prove, documenti, avvocati e un giudice che deciderà in merito.
A mio parere esistono 3 tipi di verità.
La verità soggettiva.
La verità oggettiva.
La verità processuale.
Facciamo un esempio riportandoci al caso appunto dei Nirvana.
La verità soggettiva, ovvero quella delle parti. Nel caso di specie è quella che Elden riporta nei suoi atti, le sue contestazioni, il come utilizza alcune delle prove che deciderà di produrre. E’ un ricostruire una narrazione dei fatti quanto più incline ad ottenere un esito favorevole del processo. Lo stesso sarà per le parti chiamate in causa, gli eredi e i membri in vita della band. Perchè lo stesso documento prodotto può essere utilizzato ed interpretato in maniera diversa. Esempio. Una parte potrebbe affermare “La mia immagine è stata utilizzata senza il mio consenso a scopo di lucro commettendo il reato di sfruttamento sessuale e pedopornografia in quando venivano ritratti anche i miei genitali. Ho subito un danno, non mi riprenderò mai più. Sono stato schernito per tutta la vita”. L’altra parte potrebbe contestare “Non vi alcun elemento che riporti un atteggiamento lascivo ed eroticamente eccitante e/o comunque a sfondo sessuale. Anzi Lei ha approfittato della notorietà avuta grazie proprio alla sua immagine su un disco che ha venduto milioni di copie tant’è che si è fatto fotografare in ogni anno nella stessa posizione per avere visibilità. Si è tatuato il nome del disco ecc. Inoltre non ha fornito alcuna prova sul danno subito o sulle presunte beffe subite”.