Da un ragazzo di 24 anni che dopo la pandemia si è praticamente bloccato con gli esami, con genitori non assillanti ma che pretendono tanto da me perché figlio unico, con un carattere introverso e riservato che mi ha sempre bloccato a livello sociale, le dico che molte volte anch'io in questi ultimi anni ho pensato a cose brutte, ma non essendo credente ho paura del dopo, quindi vivo le mie giornate in completa depressione e sentendomi non un fallito, ma quasi. Purtroppo la solitudine è la cosa peggiore al mondo
Tieni sempre a mente quando ti senti depresso, che noi viviamo in un contesto completamente diverso da quello in cui son cresciuti i nostri genitori, non sei fallito, semplicemente stai vivendo come me, in un contesto economico sociale in completo declino, ormai, per avere veramente successo, o conosci qualcuno e hai tutta una serie di ganci, oppure puoi sbatterti quanto vuoi, ma il massimo a cui riesci ad arrivare è ad essere leggermente benestante ( se hai capito cosa intendo), a meno che non ti capiti di avere l'idea geniale e sfondare, ma chi ci è riuscito in proporzione sarà forse lo 0.1% della popolazione...
Amico ho passato anch’io un periodo come il tuo. Poi però ho imparato a coltivare quello che mi veniva da dentro senza pensare a come le cose che mi piacevano potevano essere economicamente spendibili. Dopo una pausa le cose da un anno stanno vendendo da se. Coltiva quello che hai dentro, sei unico!!
Ti consiglio di acquisire l’abitudine di leggere libri di diversi argomenti per capire cosa ti interessa e una volta capito cerca di spendere la maggior parte del tuo tempo (la cosa più importante dopo la salute) coltivando i tuoi interessi…esempi: fare attività fisica (correre, tennis, palestra etc…), cinema, musica, economia, fisica, letteratura etc…. P.s. se ti sei bloccato a dare gli esami, forse non ami o non ti piace abbastanza il tuo percorso di studio…se lo fai controvoglia io al posto tuo lascherei….sul mercato del lavoro c’è sempre più competizione e se non hai passione nel tuo lavoro, farai molta fatica a trovarlo e a mantenerlo…p.s. la vita è soltanto di ciascuno di noi e spetta solo a noi prendere le nostre decisioni in base ai nostri valori e obiettivi (non farti mai condizionare da nessuno) in bocca al lupo👍😀
Ti sono vicino, sappi che non devi niente a nessuno, ma solamente avere cura della tua persona, ti meriti di essere trattato, almeno da te stesso, nel modo migliore possibile. Capire questa cosa mi ha aiutato molto, spero possa aiutare anche te e di non essere caduto nel banale e nelle solite frasi fatte. Sappi di non essere solo, un abbraccione
Se ti può consolare anche io sono in questo stato. Mi trovo a studiare di cui non me ne frega nulla e vorrei iniziare a lavorare. Sono sempre stata innamorato della filoaofia, del cinema , del giornalismo, ma anche un ragazzo sportivo. Adesso ho difficoltà anche ad uscire con gli amici e ad alzarmi dal letto.
La competizione è intrinsecamente sbagliata perchè se si rinuncia a qualcuno, si rinuncia al massimo potenziale umano. Se io ho 2 persone, e questa valessero 1 e 2 , se io valorizzo solo la 2, otterrò 2 , ma se valorizzo sia l 1 e il 2 , il grande e il piccolo, ottengo il 3, il supremo.
@@asamicat8323 il "meglio" è relativo. Perchè una persona appare migliore di altra in una cosa solo se comparata con una che lo è di meno, ma bisogna considerare le cose in sè , non in relazione ad altro. Anche se questo non è destinato ad avverarsi, nel momento in cui tutti fossimo come la persona che appare eccellente(solo in relazione ad altro) apparirebbe per ciò che è: una x persona con y capacità, ed è per questo che bisogna pagare di più i lavoratori , e solo chi fa di più, retribuendolo in modo direttamente proporzionale, deve essere pagato di più o ricevere in generale di più.
Grazie mille. Ho 19 anni e sono in quarta serali poiché per la mia salute mentale e la mia situazione economica sociale mi hanno portato ad essere bocciata a settembre nella diurna dopo un tentato suicidio, un ricovero e vari avvenimenti. Ho lasciato perché poi ho dovuto lavorare per mantenere un minimo di dignità familiare. Sono sempre stata la più brava al liceo e mi piaceva pure e amo tutt’ora studiare. Sogno il diploma ogni notte e di andare all’università con tanto impeto nel cuore. La società mi ha distrutta. Mio padre mi ha svalutata tantissimo dopo la bocciatura. Per i miei coetanei già all’università sono una fallita. Lo vedo nei loro occhi, quello sguardo pietoso della contentezza di non essere me. Eppure io vado avanti. Lavoro e vado alle serali e sogni di diventare professoressa in materia umanistica. Avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse che valgo, che non sono una fallita. Grazie davvero.
Ciao, io sono una signora di 54 anni, volevo tanto fare la maestra, era il mio sogno. Ma non ho potuto, faccio la bidella e vedo tanti ragazzi fragili.non rinunciare al tuo sogno anche per me che non ho potuto ❤,sono sicura che la tua esperienza difficile ti renderà una professoressa molto speciale. Non arrenderti per te stessa ma anche per i ragazzi che hanno bisogno di persone come te ❤
Te lo dico io che vali: sono un insegnante anch'io e ti garantisco che non c'è nulla di male nelle bocciature e negli errori che si fanno. Fanno parte del percorso e a volte sono essenziali per capirsi! In bocca al lupo!
Grazie per il tuo intervento Matteo. Ieri sera ho litigato un po' con mia figlia per 2 test falliti in Fiammingo (sono francese vivo in Belgio, imparo l'italiano con i tuoi video perché parli sempre di argomenti interessanti). Piu di tutto, mia figlia aveva paura di deludermi. Sono stato molto toccato dalla sua reazione. In un mondo in cui tutto si basi sulla performance, avevo dimenticato che questo non è l'essenziale. Grazie tanto per avermelo ricordato ! Buongiorno dal Belgio ! Boris
Penso la questione centrale sia proprio quella: la torta è piccola. I genitori giustamente lo ricordano e i giovani lo sanno. Si guarda al futuro senza un orizzonte guardando al presente come nullo e senza senso. Purtroppo a 27 anni anche io mi trovo a sentire queste cose. Ho studiato 3 anni scienza dell'educazione. Sto per finire la magistrale con fatica a causa anche di problemi familiari. Nel frattempo ho avuto brutte esperienze lavorative in ambito di nido e disabilità adulta. Ho lavorato con un contratto con baby sitter perché era sicuramente meglio di altri contratti trovati. Adesso ho un contratto di sole 18 ore in una cooperativa che mi piace molto ma che purtroppo non mi assicura nulla. Il contratto finisce a maggio e forse potrebbero aver bisogno di me solo a settembre e probabilmente solo per 18 ore. Mi ritroverò con 5 anni di università quando in neanche 2 anni potevo fare il corso oss per iniziare a lavorare nello stesso settore dove sto lavorando. È difficile vedere l'università come investimento se quello che ti aspetta è questo e ovviamente ci si sente sviliti perché se già gli adulti di ieri faticano a guardarci come potenziali adulti, la società e l'economia di oggi non fanno che rafforzare questa visione e inevitabilmente anche noi ci convinciamo che non riusciremo a diventare adulti. Il mio argomento di tesi magistrale è disabilità adulta e vita indipendente...come si fa a parlare di vita indipendente per persone con disabilità quando per nessuno è garantita la possibilità di una vita indipendente dalla famiglia? Lo psicologo sociale marco crepaldi fa video su youtube parlando di giovani, di hikikomori e spiega molto bene come mai i giovani si sentano così e si allontanino dalla scuola e dalla vita. Ci sono anche sensi di colpa dati dal confronto generazionale. I nostri genitori magari hanno studiato meno di noi ma hanno ottenuto qualcosa, sono stati in grado di costruire qualcosa. Se penso ai miei nonni: sono arrivati da Matera. Mio nonno viveva nei sassi con molti fratelli e avevano una botteghina di famiglia. Mio nonno ha studiato alle magistrali ed è venuto insieme al fratello e mia nonna a Padova. Lavorava solo mio nonno e ha avuto i soldi per costruire una casa per loro e per la famiglia futura di mia madre. Mia nonna non lavorava ma sapeva tutto di giardinaggio, cucina, segreti per la pulizia personale e della casa. Forse vogliamo (e ci chiedono) di fare troppe cose e finiamo per non riuscire a farne nemmeno una. Ci insegnano che dobbiamo prenderci tutto quando in realtà è già tanto se riusciamo a prenderci un briciola di questa torta. Sarebbe forse più giusto e bello se la politica non fosse corrotta, se i politici avessero davvero a cuore la cosa pubblica...se fosse così la statalizzazione porterebbe a dividere la torta in fette uguali per tutti...ma chi ha il coltello per tagliarla non vuole questo. Si taglia le fette più grandi per sé e aizza la popolazione a litigare tra loro incolpandosi a vicenda.. Quando il problema sta in alto, non in basso.
Grazie per aver citato Marco Crepaldi. Non perdere la speranza, insieme riusciremo a dare senso anche a queste morti. Non devono andare sprecate perchè sono il grido di chi non ce la fa più. Dovremo fare qualcosa.
Brava Giulia, grazie della condivisione e della tua riflessione. PS. Io provengo da una realtà vicina a Matera ed anche io sto studiando Scienze dell'educazione. Comprendo bene e condivido in toto corde quello che scrivi.
Cara Giulia mi sento di dover fare una critica: è il PROPRIO il paragone CON LE GENERAZIONI PASSATE (che nel caso di noi poveri pezzenti detengono il coltello della torta ) che fa star male. Da lì nascono tutti i mali: AUTORITÀ,COMPETIZIONE SFRENATA, INVIDIA, AVARIZIA e DEPRESSIONE.
Io ho quasi 28 anni. Sono 10 anni che mi faccio il c*ulo studiando e formandomi in percorsi diversi, non vedo un futuro e la prima cosa che i parenti mi chiedono quando mi vedono è se per caso io abbia trovato un posto fisso. E io non sono depressa, nonostante tutto, ma queste parole mi fanno male, al punto che ho preso ad evitarli. Questi discorsi sono belli, ma li vede chi non ha bisogno di vederli, li legge chi già sa perfettamente di cosa stiamo parlando. Li dovrebbero sentire le famiglie che chiedono continuamente conto di un futuro che non esiste, che chiedono di correre non si sa neanche bene dove. Perché se a 19 o a 30 anni arrivi ad ucciderti è per questo bombardamento quotidiano.
si vede la commozione nei suoi occhi prof. avevo un compagno di stanza all'università che si è buttato dall'ultimo piano dell'ospedale sant'antonio, a padova. gli mancavano 4 esami. ce l'ho sempre nel cuore. mi ha toccato prof, con quello che ha detto.
@@mohamedrafi9748 Non tutti hanno facoltà che gli "piacciono infinitamente", fai la facoltà che ritieni giusta e che pensi di poter terminare sarebbe il mio consiglio.
Alcuni forse si aspetterebbero, vedendo un video che tratta di un evento così drammatico, lacrime amare e coltelli alla pancia. La cosa che più mi ha riempito di speranza è stato, invece, il sorriso sul volto e l’occhio sognante del prof che guardava oltre la camera, forse l’orizzonte, mentre parlava del “mai sentirsi falliti”. Niente di questo priva d’importanza la faccenda, la consacra nel segno della speranza e del cambiamento. Grazie delle belle parole professore, Mi ha rincuorato.
Grazie professore! Le sue parole sono molto utili a genitori e figli. I genitori guardano il figlio come un prodotto da esibire! Se porta a casa bei voti si pavoneggiano. Se portano a casa brutti voti su vergognano. Un figlio si ama. Si sprona. Si stimola. Anche quando sembra che ci deluda. Non si deve mai demonizzare! Troverà la sua strada , il suo posto prima o poi. Lasciamo che sbatta anche il sedere per terra ma diamogli sempre fiducia! Il primo della scuola non sarà il primo anche nella vita. E se sarà l'ultimo, chissenefrega? Qualcuno dovrà pur esserlo! L'ultimo ha possibilità di crescere. Il primo no!🌻☀️
Mia madre si è quasi sempre rifiutata di darmi una mano su molte cose, e quando glielo feci notare non negò la cosa, ma mi disse "devi imparare a nuotare in una vasca di piranha, e per insegnartelo ti spingo in acqua così sei costretto a nuotare". Io le ho fatto notare che in questo modo è più facile che la persona muoia più che impari a nuotare, stando dentro la sua metafora, ma per fortuna era una sua metafora esagerata, anche se ha sempre cercato di farmi pagare a me le cose, anche quando non volevo proprio prenderle come i libri di scuola in una data scuola che sapevo, dopo 2 anni che la frequentavo, che non lo avremmo minimamente aperti
@@michelangelodondi982 non vedo come questo sia un valido argomento contro quello che ha detto. Sì, il primo della classe può migliorare... E come questo dovrebbe essere una valida antitesi per quanto è stato appena detto?
Condivido a pieno tutto quello che hai detto, ho 21 anni, studio in un altra città a spese dei miei genitori, non ho passato un esame, mi piace ma rimedierò, per fortuna i miei genitori mi hanno cresciuto con le tue stesse idee e me l'hai fatto ricordare. Quando tornerò a casa abbraccerò i miei❤️ siamo tutti unici e meritevoli di vivere in questo scombinato mondo. Un abbraccio
Prof, da studente mi sono ritrovato moltissimo nelle sue parole. Personalmente sto vivendo la paura “di non essere all’altezza” di cui lei parla attualmente, come tanti altri miei compagni, notando che nella maggior parte dei casi questa condizione di paura ci fa preoccupare e stare male, facendoci rendere male anche in termini scolastici. Spesso mi sono soffermato a riflettere sul tipo di società in cui viviamo e agli insegnamenti che ci vengono proposti. Posso solo dirle grazie, sperando in un cambiamento di tutto questo. Non ha idea di quando vorrei che ci fossero più insegnati come lei (mi fa gioia vedere che è appassionatissimo all’insegnamento e al benessere dei giovani). Mi piacerebbe molto condividere una riflessione in classe o anche a livello di istituto sulla questione, anche proprio con il suo video (che riassume benissimo la questione). Spero legga questo commento, grazie ancora.❤
Applausi!!! Ho 43 anni e a 17 anni x una delusione scolastica mi sono messa nel letto e non mi sono più alzata x 10 anni. Da allora soffro di depressione e mi sento in colpa x aver sprecato e rovinato la mia vita e non so tutt'ora come uscirne. Grazie x queste parole
Io ho 41 anni e mi sono da poco iscritta al liceo di Scienze umane opzione economico sociale. Qualcuno direbbe che sono un tantino fuori tempo massimo per un diploma, ma non è una gara, non può essere una gara proprio perché il percorso di ognuno di noi nella vita è unico, così come la vita stessa.
.....ci si può mettere in gioco a qualsiasi età. Io mi sono iscritta nuovamente all'università a 45 anni, per soddisfazione personale. Si può sempre cambiare strada.
Ho 23 anni e non mi piace quello che sto facendo( una facoltà scientifica ) ho sempre voluto fare una facoltà umanistica ma sono stato persuaso dalla convenienza e dagli altri di non seguire il cuore. Attualmente non riesco fare più niente sto indietro rispetto agli altri, e non riesco a studiare, mia madre ha provato di tutto anche pagarmi professore privati e più prova ad aiutarmi e più mi sento un peso, un'inetto. Questo Natale sono riuscito a rivelare ai miei che non ce la facevo più a continuare quello che sto facendo per la mancata passione e per qualsiasi altra cosa, mi sento un fallito perché non so ora cosa posso fare della mia vita e ora intrinsecamente a me sento che qualsiasi cosa rinizia finisce allo stesso modo. Ho paura di iniziare un qualcosa di nuovo perché ho paura che il problema non sia la facoltà ma io stesso, che non riesco a capire cosa mi piace e cosa no.
Ti sei risposto da solo nelle prime righe sul cosa vorresti fare; per il resto ti posso solo dire che nella vita si può sbagliare, anzi è inevitabile, questo può essere per te l inizio di un percorso, segui ciò che ti piace, i tuoi valori, abbiamo tutti paura di fallire, colui che si lascia scoraggiare da ciò ha fallito due volte. La vita è un esperienza da vivere nei suoi alti e bassi…
Io ho 28 anni, sempre lavorato poco in Italia con pochi soldi e mi sentivo un fallito, ora sto in svizzera, guadagno abbastanza ma lavoro troppo il che mi fa sentire un fallito lo stesso
Il vero problema è che sovraccarichiamo i nostri figli. Vogliamo che loro vivano la vita che non abbiamo potuto fare noi. Vogliamo che loro realizzino quello che abbiamo sognato per noi e che non siamo riusciti a realizzare.
La filosofia contro il suicidio, ma il suicidio indotto, quello che ti fa sentire l'ultimo degli esseri umani o peggio un fantasma, un essere invisibile. Questa ragazza mi fa ricordare quelli che come lei sono stati diseredati dalla società, quelli che ho conosciuto e no, ma soprattutto che la barba non fa il filosofo.
Buonasera Prof. sono un sessantenne ed ho diverse volte cambiato Universita' e sottolineo non sono mai arrivato in fondo. Sono un fallito ma e' bello anche essere il Fallito per antonomasia dove le porte di questo teatrino si chiudono invece di aprirsi con una ghirlanda in testa.Senza essere scelto da qualche professore per accedere ai master. Non ho fatto niente di eclatante ma ho vissuto appieno questa vita nei suoi molteplici aspetti. Alla scuola ,all'universita' non gliene frega niente :l'esistenza in questo mondo artificiale rimane macchievellica od arrivi ad un obbiettivo o sei un paria,un disadattato, l'ultimo specialmente se non ti sei piegato ai regolamenti di scuola ,di lavori, di gregge. Io mi feci uno scudo spichico alla fatidica domanda "Ma quando ti laurii" ormai sono giunto quasi in fondo con il mio diploma ma questa bella societa' perbenista e fradicia di egoismo pennellato ed orchistica non si merita nulla.I percorsi alternativi e perimentali li ho fatti tutti B,C,D non ti ripiglia nessuno e l'indifferenza regna sovrana dopo corsi e corsetti.Ho ripagato la mia bella societa' non facendo figli ,non avranno altri schiavi da lobotizzare con gli android o da inserire in qualche nuova scatola.Amo essere un perdente mi ha aperto la vita come un splendida avventura . Saluti
Una persona che non ha mai fallito non ha mai fatto niente. Una persona che invece impara dai suoi errori, ecco _quella_ è una persona da cui si dovrebbe prendere esempio.
Guarda, io ho avuto la possibilità di conoscere persone che per una questione di fortuna hanno fatto veramente pochissimi sbagli e sono arrivati in breve tempo al "successo" e posso confermare che se vanno avanti è solo per fortuna o accozzi. Di esperienza ce n'è veramente poca in loro non avendo quasi mai sbagliato e non essendosi quasi mai trovati nella necessità di fare fronte a un problema. Come dice un mio amico motociclista "quello che mi ha insegnato a guidare la moto così si è schiantato così tante volte che ha perso il conto, però ora sa perfettamente cosa deve e non deve fare".
Grande Matteo!!! Guardavo i tuoi video quando studiavo filosofia al liceo, mi appassionavi sempre tantissimo, (non che il mio prof non lo facesse) vederti ora dopo quasi 3 anni da quando ho finito gli studi liceali mi scalda il cuore, soprattutto con questo video dove parli direttamente a noi ragazzi… io non studio, ho scelto la via del lavoro diretta, non capirò mai i miei coetanei universitari, ma posso capire il loro senso di smarrimento e fallimento, di disperazione, è difficile per noi giovani pensare al futuro quando un futuro non lo si vede, quando il mondo fa sempre più veloce e noi non rosicano a starci a dietro
Vorrei anche aggiungere una cosa: è un idea comune che si lavori meglio sotto pressione perché si è più motivati. La psicologia assieme alla neurologia e alla psichiatria invece hanno dimostrato il contrario. Prima lo capiamo meglio è.
Sono d'accordo, c'è sicuramente una responsabilità scolastica... e di come si percepisce il "successo". Allo stesso tempo si dovrebbe proprio insegnare queste cose a scuola.... parlare di queste cose, che non è un dramma se sei fuori corso, se non passi un esame, che è capitato anche a diversi professori, per non parlare dei Geni che a scuola andavano malissimo. Insegnare proprio a comprendersi... la nostra mente fa brutti scherzi, può accadere che si perde un aspettativa si entra in un angoscia nera e li che ti salvi se riesci a smorzare a non darti per spacciato. Grazie Prof. Saudino
Mi sento un po' vittima di questo sistema: ho sempre avuto un problema a gestire l ansia e con il tempo si è intensificato proprio a causa della scuola e dalle "notizie" del mondo esterno.. Da poco ho lasciato la scuola che ho frequentato per circa 4 anni pur avendo una buona media. Ecco, io non sono nessuno per spiegare le motivazioni che porti una persona a compiere gesti estremi, ma almeno penso di poter capire una piccola fetta che ha colpito me personalmente A volte non si tratta neanche di "fallire" perché nonostante avessi voti "ottimi" per molta gente, questo non mi gratificava per niente perché ero sommerso dal malessere che vivevo stando in quel contesto.. Lo avverto come un sistema ostile e freddo, e queste caratteristiche le stiamo trasmettendo automaticamente agli studenti o più in generale alle persone che lo frequentano (quindi tutti).. Stiamo perdendo quindi un po' di "umanità", soprattutto nei confronti di persone che affrontano delle difficoltà non evidenti come le mie.. Per i miei problemi di umore sono sempre stato più esposto a dei "rischi" e invece di essere aiutato (se non quando non c era da fare più niente) sono stato trattato prima con indifferenza, e peggio ancora , molte volte preso in giro e mi sento di dire, anche discriminato.. Questo non vuole essere un discorso vittimista, ma voglio soltanto fare presente di come quanto tutto questo possa gravare sulla mente di una persona.. Ho lasciato la scuola e adesso la mia visione della vita non è per niente positiva.. La gente non si deve meravigliare che molta gente si tolga la vita perché a volte la morte spaventa di meno che continuare a vivere in un mondo del genere
Dovremmo tornare ad insegnare ai ragazzi che il valore di un uomo non misura dal suo reddito,dal tipo di lavoro e dai titoli, bensì dalla sua umanità e dall'impegno nell'essere una brava persona. Valori come la lealtà, l'altruismo, la ricerca del bene ecc. Purtroppo viviamo in un mondo dove per vivere dignitosamente servono molti soldi, per questo è quasi impossibile sottrarsi da questa pressione sociale. La felicità può essere trovata in molte cose, resta una concetto estremamente soggettivo, ma tutti siamo più o meno allettati dal successo e dalla speranza di vivere una vita molto agiata. È un dannato circolo vizioso, dal quale è difficile trovare una via d'uscita. In attesa di trovare un nuovo sistema economico e sociale, possiamo intanto lavorare sulla mentalità delle persone.
Salve professore, scrivo sotto il suo video, perche la mia situazione mi sembra inerente. Ho 20 anni e anche io sento di essere un fallimento. Il perchè è tutto legato all'università. Come tanti, dopo il diploma, sono rimasto in pausa per un anno per schiarirmi le idee. Bene, arrivato Marzo del 2022, quando già ero quasi convinto del percorso da scegliere per il mio futuro, arriva la separazione dei miei genitori, che nonostante la mia età, mi ha segnato particolarmente. In quel momento sono andato di nuovo in confusione, non mi chieda per quale assurdo motivo ma è così. Questa situazione mi ha influenzato, tanto che a Maggio cambiai completamente idea sul percorso da scegliere. Bene arrivato settembre inizio e non tutto va come doveva, poiché la mia persona mi gioca sempre brutti scherzi a livello sociale e dopo poche settimane decido di cambiare facoltà. Faccio da ottobre fino a dicembre e poi arriva la pausa natalizia, che mi porta a riflettere nuovamente sul mio futuro e su ciò che veramente vorrei. Decido di abbandonare nuovamente, per tutti questi motivi, per l'indecisione, per la confusione e ciò mi porta adesso a sentirmi un fallito. Sto studiando per il test di Medicina ma non so come andrà. Allo stesso tempo però nella mia testa c'e sempre la Filosofia, quella che mi ha aiutato il più delle volte a capire che il nostro animo è incomprensibile ma che se si vuole si può scoprire la verità. Adesso mi ritrovo di nuovo nell'indecisione perchè questa disciplina è una passione ma allo stesso a quasi 21 anni non vorrei iniziare un percorso che non mi porterebbe nessun beneficio a livello lavorativo, anche se sto per prendere il tesserino da giornalista pubblicista. Ci tengo a ringraziarla Professore, perchè è anche grazie se oggi amo tutto il mondo della filosofia, è grazie che sono riuscito a comprendere anche il più complicato dei pensieri, con costanza e dedizione e sarebbe bello poter continuare a scoprire questa bellissimo mondo.
ciao, ti capisco benissimo riguardo all'indecisione. Da esterno, con il cuore, ti consiglio di fare quello che ti porta soddisfazione. Medicina è difficilissima, e anche i più appassionati fanno moltissima fatica.. Fai ciò che è più sostenibile per te
Che emozione ascoltarla... Nessuno (o pochi) fanno sognare una società diversa e migliore di quella attuale, lei ci riesce e si sente che ci crede. Grazie...
Leggo nei commenti ragazzi che parlano di aver difficoltà a trovare lavoro dopo l'università, ed altri che rispondo "eh ma se non hai fatto lauree scientifiche te lo dovevi aspettare". Secondo me non c'era da aspettarselo, mi sembra assurdo che in un paese intero non ci sia bisogno di altro se non medici, scienziati e ingegneri. Capisco che ci sia meno richiesta, ma il lavoro per un laureato si dovrebbe comunque trovare. Ho deciso di studiare Lingue per la traduzione e l'interpretariato, una delle lauree che secondo la gente "non serve a niente", sto finendo la magistrale e vi posso assicurare che il più delle volte il problema non è nemmeno la mancanza di lavoro, ma il fatto che si richiedano sia la laurea che anni di esperienza. Tutto questo porta i neolaureati ad essere totalmente inutili, perché il tirocinio all'università è praticamente inesistente, passi 5 anni sui libri, poi finalmente arrivi nel mondo del lavoro e se trovi qualcosa vogliono "laurea magistrale e almeno 3 anni d'esperienza", anche per fare le cose più stupide
Sopratutto in un paese così pieno d'arte, che detto tra noi ai nostri giorni produce arte molto brutta. Ci sono pochissimi film che non siano il solito cinepanettone offensivo e senza anima. Ci sono pochissime opere di animazione prodotte in Italia e anche queste spesso non sono un granchè. Ancora meno fumetti. Le opere indipendenti fanno fatica a farsi un nome, ormai consumiamo solo prodotti americani. Abbiamo bisogno di artisti in Italia.
Effettivamente certe lauree sono completamente inutili nella società: filosofia, lingue antiche, storia, accademia d'arte e altre ancora... l'unica cosa che puoi fare dopo è l'insegnante. Fosse per me metterei un test d'ingresso in ciascuna di queste facoltà così quelli che escono sicuramente troveranno lavoro come insegnanti, categoria di lavoro saturo al giorno d'oggi
Grazie prof, finalmente qualcuno che ne parla! io ho 17 anni perciò non frequento ancora l'università ma sento già molta pressione tra professori insoddisfatti dei propri alunni, a cui spesso si rivolgono come delle scatole da riempire di definizioni, genitori che ripongono a volte troppo poca fiducia nei figli, adulti sgarbati, sistema stressante e inadeguato ai bisogni di una persona dimenticandosi che ognuno è unico e ha esigenze e capacità diverse. E' giusto che si venga spinti a studiare e a dare sempre il meglio di sé ma non si può nemmeno meravigliarsi che un sistema oppressivo (oltre a quello scolastico quello lavorativo ect) mostri poi i suoi frutti più amari. Personalmente è da un paio di anni che vivo sempre la solita routine e a differenza di molti miei coetanei studio fino a tarda sera perchè ho bisogno di più tempo e questa situazione mi ha portato a stare molto male con me stesso, trovando poco tempo per andare in palestra e vivere la mia vita. pur avendone parlato con i miei genitori e amici nessuno sembra prendermi sul serio e anzi vengo additato come "debole"-
Innanzitutto ti sei espresso davvero benissimo. Poi, non sei affatto debole. Sono nella tua stessa situazione, ho fatto da poco 18 anni e nonostante io abbia rinunciato a tutto per lo studio non brillo nemmeno chissà quanto. Avrei bisogno di uscire di più e "staccare la spina" per poter poi essere più motivata nello studiare, avere risultati migliori, ma non è così. Questo porta anche me a iniziare a studiare tardi e magari lasciare perdere perché non ci arrivo, o fare le cose un po' di fretta...mi sento bloccata in questa spirale
100% d'accordo, il problema è che ognuno di questi discorsi viene completamente ignorato vista la società che comunque ti spinge ogni giorno nel modo sbagliato
Riflessione verissima, purtroppo questa ricerca della performance perfetta e sempre in linea con i "criteri", "livelli", " standard" stabiliti (poi da chi?) la troviamo già nelle primissime classi delle scuole primarie ma anche molto prima in verità . Non c'è tempo per imparare, non c'è tempo per sbagliare. Il confronto e (pre)giudizio è più potente, pressante che alla fine si soccombe in questo sistema.
A scuola si deve insegnare ad aspettare i più deboli, a coinvolgerli nei gruppi dei più fortunati, perché si deve comprendere che aiutare è come salvare una vita, l'atto più signorile e più gratificante che si possa concepire in natura
Ciao barba, 20 anni e ti ho conosciuto tramite un'amica e mi sei piaciuto sin da subito. Io mi sento di aver quasi fallito perché dopo 5 anni di scuola di meccanica per auto, sono andato a lavorare presso un'officina da un anno e mezzo. Adesso mi accordo però che questo lavoro non è ciò che voglio fare per tutta la vita, ma quando lo espongo ai miei genitori vengo attaccato dicendo che sono un nullafacente e che non ho voglia di fare nulla (anche se oltre alle 40h settimanali in officina, consegno le pizze nei weekend e faccio anche altri lavoretti). Il punto di tutto ciò è che mi sento di aver fatto sprecare ai miei genitori in primis i soldi e il tempo che hanno dedicato per la mia istruzione e non so effettivamente cosa voglio fare in futuro. Quando guardo gli altri, sembra che tutti abbiano una missione e uno scopo da portare a termine e io mi sento come un pesce fuor d'acqua.
Mi dispiace tanto. Ho studiato cose diverse ma mi rivedo nelle tue parole. Sono un poco più grande, ho 23 anni. Ho iniziato giusto adesso ad abbandonare le cose che mi facevano sentire schiacciata e senza speranza per il futuro, e a ricordarmi di vivere le cose belle di oggi perché domani potrei essere morta, peggio ancora se per mia stessa mano. L’unica “realizzazione” che ho avuto da persona adulta è che adesso posso essere io il mio genitore emotivo, che la mia unica vera responsabilità è la mia serenità. Chiaramente bisogna sopravvivere, anche io lavoricchio per mantenermi, però se ti senti già morto dentro datti la chance di guardarti dentro e tagliare via i rami secchi. Gli anni che hai studiato non sono sprecati, anzi, è un bagaglio che avrai sempre con te e di cui magari ti potrai riappassionare in futuro, o renderti conto che ti sono utili per un nuovo percorso inedito. Lo spreco invece è rimanere stagnanti per un senso di obbligo verso un percorso passato invece di vedere dove si è oggi. Se senti di aver bisogno di una mano, puoi chiedere al tuo medico di base una prescrizione per uno psicologo e/o psichiatra pubblico e andare all’ausl del tuo quartiere, io ho fatto così, avevo disperatamente bisogno di una “stampella” per re-imparare a camminare con un cervello che si era bruciato. Spero riuscirai a prenderti cura di te stesso perché te lo meriti, a prescindere da tutto.
@@tenten3577 ti ringrazio immensamente per le parole che hai speso, sono sicuro che tu sia una bravissima persona e che, con calma, riuscirai anche te a riprendere la tua vita in mano. Grazie ❤️
Grazie davvero, piano piano ce la faremo. Se in futuro ti andrà di aggiornarmi sia per cose belle che per cose brutte sappi che mi farà piacere e ti leggerò. Sono sicura che anche tu sia una persona splendida, si sente attraverso le tue parole. Un abbraccio
Scusa la curiosità fuori luogo ma esistono ancora scuole che ti insegnano a fare il meccanico per auto ? Sarebbe stato il sogno di mio figlio ma da noi ci sono solo istituti tecnici ..con programmi molto sul vago...
Il signor barbasophia ha ragione,non importa cosa fai per la società non è mai abbastanza, Io a 19 anni sono stato scelto per rappresentare l’italia in un campionato mondiale e ho vinto in california con la bandiera italiana, vivevo a londra,erano già 4 anni che ero andato via di casa.Sono andato via dalla provincia per mia scelta senza l’appoggio di nessuno (la scelta era fare quello che volevano i miei genitori o scappare di casa). Tra alti e bassi sono sempre riuscito ad avere successo nella vita,ma da tre anni a questa parte ho cambiato completamente stile di vita sono tornato nella mia home town in italia ho aperto una piccola attività e vivo in armonia con la natura e le persone di cui mi circondo. Sono fortunato!? Forse un po’,ma se non avessi smesso presto (a 15 anni) di ascoltare i professori (che dicevano che sarei diventato un criminale) i miei coetanei (che pensavano solo a sballarsi) e i miei genitori (che mi volevano laureato) sarei un autentico fallito,l’unica via d’uscita è scoprire cosa veramente vuoi TU! A quel punto hai una destinazione ti servirà solo una mappa e una bussola per incominciare il tuo viaggio!😉 oppure puoi continuare a dirigerti verso l’abisso rincorrendo l’approvazione della società. A te la scelta.
Grazie per la bellissima e profonda riflessione, le sue parole sono di conforto per noi giovani, che ci troviamo a fare i conti con una società disumanizzata, in cui a prevalere sulla curiosità e l'emotività è la tecnica, quella tecnica per cui le persone sono costrette a dare il massimo indipendentemente dalla propria volontà. La competizione sfrenata caratterizzata da un assurdità e un insensatezza che porta le persone più sensibili addirittura a togliersi la vita, pura follia!! Naturalmente a scuola nessun professore si è degnato di fare una riflessione a riguardo, perchè la scuola stessa si sente colpevole.
La società racconta le cose giuste invece, la torta è veramente piccola. (almeno per fare una vita come si desidera) Il problema è che c’è una parte di questa verità che la società tiene per se, ed è che quella piccola torta è già assegnata e lo è di generazione in generazione, quindi o uno si inventa una nuova torta e la prepara tutta da se o sennò è destinato al massimo alla “modestia”. Purtroppo in questa società va avanti chi è fortunato.
L'ascesa di status sociale è ormai un obbligo che molte famiglie impongono ai figli . Un figlio /a che fa di lavoro l'operaio è visto allo stesso modo con cui 100 anni fa si considerava un figlio omosessuale.
Viviamo in una società dove sei non sei al top e se non rendi al 100% non sei nessuno.... l'età delle tecnica...come dice il prof Galimberti.... l'uomo non è più il fine ma un mezzo ....il periodo peggiore possibile
Sono uno studente e non riesco proprio a condividere quello che dici. Il fallimento esiste ed è la condizione di insoddisfazione perenne. Anche il "ognuno ha un posto nel mondo" è una retorica falsa. Chi lo ha detto che 7 miliardi di persone hanno un posto dove possono sentirsi realizzati. A me sembra che questo periodo storico stia solo facendo spuntar fuori la natura dell'essere umano e la necessità di competere per non essere tagliati fuori. Le performance universitarie purtroppo si riscuotono poi sulle opportunità lavorative e purtroppo le opportunità lavorative si riscuotono sulla vita. Personalmente non credo che durante questo periodo storico ci siano poi cosi tante strade da prendere. Lo noto anche su persone più grandi di me sui 35/40 anni che hanno sempre avuto questa sensazione perenne di insoddisfazione a causa di un mancato raggiungimento di un obiettivo, che può essere accademico o lavorativo. Quando si dice che si è dei falliti, si intende che non si riesce a raggiungere i proprio obiettivi ergo si è insoddisfatti e irrealizzati ed a me pare che ci siano tante persone in queste condizioni, ergo ci sono tanti falliti. Apprezzo il messaggio di speranza ma non convidivo nemmeno la retorica che "in fondo siamo persone non contano solo i risultati" perchè prima ancora che persone a quanto pare siamo animali competitivi.
Grazie professore, questo video mi ha commosso. Tutti gli adulti dovrebbero guardare questo video, perchè ci sono troppe credenze autosabotanti nella società che vengono trasmesse dai genitori ai figli, e che sono un danno per tutti!
Bravissimo Matteo, no a 19 anni non si può. Noi proff a scuola dobbiamo tenere le antenne sempre connesse, ma dobbiamo essere aiutati anche dal sociale, dalle famiglie, dai nostri stessi dirigenti. Senza cooperazione non andiamo da nessuna parte! Coraggio, coraggio, coraggio.
Aggiungerei anche che chi realizza sé stesso e trova la sua strada poi performa anche meglio in ciò che fa perché ci mette il cuore, di conseguenza una società che educa nel modo che dici, è anche una società che performa meglio
Discorso sacrosanto. All'università ci si va prima di tutto per imparare, i trenta arrivano dopo, e anche se non arrivano pazienza. Questa è la mentalità con cui affronterò la facoltà di matematica il prossimo anno.
@@EhM-xt7pl ... Perché non succede ugualmente la stessa cosa vero? Facebook se trova un oppositore o lo uccide economicamente o lo compra. Stessa cosa la Disney con i cartoni animati ed i film, Amazon per le vendite e potrei andare avanti per praticamente e tutti i campi. C'è più profitto assimilando o mettendosi d'accordo con i competitors che competere con loro. La competizione è la cosa più anti-capitalista che c'è ed è al contempo una cosa di cui il capitalismo e fiero XD Ma quanto al "non esistere"... Hai ragione. *Adesso* non esiste. Come mille anni fa non esisteva la possibilità che le donne votassero o che gli schiavi avessero diritti. Se non esiste una cosa ma quella cosa è bella, allora va semplicemente creata. Quanto alla scuola... Mi domando in quale scuola idilliaca sei andato. Mai sentito la frase "eppure tuo fratello c'è la fa" oppure "eppure lo studente x prende più di te in questa materia"?
@@EhM-xt7pl il che però è anti-capitalista perché porta meno profitto. È un cane che si morde la coda: se vuoi essere un buon capitalista non devi usare il capitalismo. Oppure occupi una casa che nessuno usa e vivi lì. Se ti "sbatti i coglioni" di una cosa, allora non parlarne male. Vuoi parlare male del capitalismo mascherato da comunismo, io ti parlo del capitalismo e del comunismo come da definizioni. Se non ti interessa guardare la storia allora non iniziare discorsi che richiedono di guardarla. Perché io posso usare Lanai, Haiti, gli U. S. A. , l'Italia di Mussolini, l'Italia di adesso, la Germania di Mussolini, la Prussia, gli U. K.(sia quelli dellimpero Britannico che odierni), sia l'Arabia saudita che il Qatar e tante altre cose come esempi di distopia capitalista. La differenza è che queste distopie non usano concetti anti-capitalistici, ma gli esempi che vengono usati per il comunismo non aboliscono la proprietà privata, che è il principio cardine del comunismo. Ergo è come lamentarsi che un cane è lento usando come esempio un albero. Nemmeno a me è mai interessato essere il primo della classe, come anche a molto studenti. Ma se poi tutti attorno a te ti denigrano o ti paragonano ai primi della classe... Non sono tutti abbastanza forti da reggere lo stress
La competizione è intrinsecamente sbagliata perchè se si rinuncia a qualcuno, si rinuncia al massimo potenziale umano. Se io ho 2 persone, e questa valessero 1 e 2 , se io valorizzo solo la 2, otterrò 2 , ma se valorizzo sia l 1 e il 2 , il grande e il piccolo, ottengo il 3, il supremo.
Abbiamo voluto il darwinismo sociale, questi sono i risultati. E chi non riesce è "giusto" che venga escluso perché la mano invisibile seleziona, perché di fatto è questo quello che succede. Oramai la scuola, fatta di pcto e di nozionismo, di praticoneria, è la prima istituzione che indottrina i giovani (e spesso qualche professore). Ed il problema non è il voto, il giudizio, il percorso, ma la falsa meta che si promette. Pretendiamo maturità da ragazzini, ma gli adulti vogliono continuare a fare gli adolescenti, in un cortocircuito generato dal fatto che di fondo tutto il nostro tempo lo impieghiamo solo a consumare o a cercare i mezzi (soldi) per poterlo fare. E consumando insegnamo solo a consumare. Ed il vuoto che stiamo creando produce episodi come questo. Una gioventù che va avanti a psicofarmaci, e adulti che li prescrivono a cuor leggero. E francamente vedo ben poco da fare, nonostante tutto il mio impegno. Un suo collega
Partiamo ... Mettiamoci in gioco ...io ci sto .... Un bel incontro nazionale insegnati di tutta Italia uniamoci per cambiare la scuola davvero.... Video super ❣️
Sono un' insegnante della primaria, sono molto d' accordo con il professore sui voti e sui giudizi. La valutazione, che di riforma in riforma e' stata ripetutamente cambiata, non ha cambiato la sostanza, ovvero il fatto che crea competizione, ansia, oppure il deleterio atteggiamento di studiare per il voto o l' altrettanto deleteria paura dell' errore....Da sempre sostengo che sarebbe opportuno abolire i voti e le pagelle, come gia' si fa in altre realta', ad esempio in Norvegia, fino alle medie, ma il mio pensiero non trova riscontro tra i colleghi....In molti anni di insegnamento ho visto la scuola trasformarsi da luogo di crescita culturale, di confronto critico e democratico, di costruzione di percorsi creativi, comuni e condivisi, di sperimentazione, a luogo di applicazione di protocolli e procedure standardizzate e svuotate di senso, senza piu' spazio per condivisione e confronto. Resta lo spazio singolare della propria classe dove i bravi insegnanti, cercano di difendere e portare avanti relazioni autentiche e costruttive, passioni, interesse, riflessioni, l' umanita' che sempre piu' manca al mondo di fuori. Ma il percorso e' lungo....e questo sistema, con richieste impossibili e insensate, con la competitività ' con lo svilimento, con lo sfruttamento crea i presupposti di un disagio diffuso che non fa che corrodere e dividere le persone.
Grazie professore, lei è l’unico ad aver raccontato sinceramente come sta la situazione. Siamo oppressi dalla sensazione di non farcela nella vita; se prendi una strada sbagliata sbagli nella vita, se prendi un voto minore del 30 allora non sei un granché… in più c’è la delusione che non vogliamo dare ai nostri cari che avranno tante aspettative su di noi. Purtroppo la nostra società è formata in questo modo. Personalmente mi sono sentita anch’io così da quando sono entrata all’università. È diventato più un luogo di competizione che di studio, dove tutti gli studenti sono alla ricerca non del sapere ma dell’approvazione.
Sono d’accordo con quello che ha detto ma vorrei spostare il problema ancora “più alto” di quello che dice. Benché le scuole e università abbiamo certamente bisogno di un ammodernamento, da praticamente tutti i punti di vista, io penso che il problema come ha detto lei, sia nella società. Nella società che ti dice “o fai l’università, oppure sarai condannato ad una vita di miseria”. Quindi la gente che magari è poco avvezza allo studio perché preferisce la pratica, sceglie comunque di fare l’università e poi ci rimane fregata, perché spendi un sacco di soldi per i libri e l’iscrizione, e poi non capisci un cavolo di quello che i prof ti spiegano perché “eh ragazzi, questo argomento di 240 pagine dovreste già saperlo quindi lo saltiamo per andare a quello dopo”, oppure perché ti mancano semplicemente dei pezzi, oppure ancora magari è una materia/argomento ostica/o e non riesci a capirla bene. Solo che il detto che ho scritto sopra non è neanche troppo sbagliato perché senza questo fantomatico pezzo di carta dopo ti ritrovi come me. Che a 20 anni dopo 7 mesi di disoccupazione ho trovato per pura fortuna un lavoro da operaio apprendista e faccio 1000€ circa (o davvero poco più) per 40 ore a settimana, rendendomi pienamente conto che se non ci fossero i miei non potrei permettermi di vivere in pratica. Vabbè…”Io il mio discorso l’ho fatto, ora voi preparate il discorso funebre per me”
(non ho ancora visto il video) Purtroppo ci si può benissimo sentire falliti a 19 anni. Inizi a capire che magari tutto quello che hai fatto fin'ora, non segue o non porta a ciò che si vuole fare davvero, arrivando così in un limbo tra "sono ancora in tempo per cambiare la mia vita" e "non ho più tempo per fare niente, perché se non trovo lavoro entro 5 anni non riuscirò a vivere da solo e sostentarmi". Non sto assolutamente parlando della mia vita😂 P.s. ho 20 anni
La vita non può mai essere un fallimento, è un percorso fatto di strade da scegliere ogni giorno, e ogni strada può essere ripercorsa con scarpe nuove se serve. Dobbiamo avere soltanto il coraggio di indossare scarpe nuove... Tutto il cuore va a questa povera ragazza, sicuramente aveva solo bisogno di essere più amata, come tutti... Questo succede quando le carezze, gli abbracci, i sorrisi, vivono nelle canzoni, ma scompaiono dalle nostre relazioni.
Prof, sei un grande, condivido pienamente quanto dici, basta con la società delle performance ma trasmettiamo piuttosto ai nostri figli la fiducia in sé stessi in modo che possano scoprire la loro vocazione e realizzarla nella cooperazione con gli altri
Ci sono dei momenti della vita cruciali, ho sentito questa notizia devastante, su più fronti. Bisogna interrogarsi moltissimo, come comunità. Come società, esatto. Fallimento è una parola da bandire.
Che bel discorso, dovrebbero farlo vedere a tutti coloro che iniziano un percorso. Purtroppo è una malattia che inizia ad essere instillata nelle menti a partire dai licei. Io lo vedo con mia sorella che frequenta il liceo classico; le sue compagne sono talmente ossessionate dal voto alto che se non sono preparate adeguatamente, in accordo con i genitori (e questa è la cosa grave) si assentano per evitare l'interrogazione. Vengono indotti a pensare che vinceranno sempre, e poi alla prima caduta si sentono falliti.
Per non parlare di chi denigra continuamente chi non è laureato o non sta facendo l'università, questo è un problema per quanto mi riguarda molto sottovalutato, ma da comunque parte del problema del considerare le persone sfigate o no in base ad un titolo di studio conseguito, io ho sempre paura di aprire bocca riguardo a questo discorso in qualsiasi contesto perché ogni volta mi viene detto che non ho speranze di trovare un lavoro, non ho possibilità di avere un futuro, non troverò mai la stabilità economica.. Sinceramente la situazione in cui ci troviamo è davvero spaventosa, e l'idea che ci aspetta un futuro pieno e una società gestita da queste discriminazioni mi spaventa e non poco
...oggigiorno noto che i giovani guardano dall'alto in basso i coetanei che non sono laureati, un tempo non succedeva, più si va avanti e più si creano caste e divisioni..altro che progresso.
@@antonellacarletti9260 e non si tratta solamente di guardare dall'alto in basso, parliamo anche dell'essere fortemente convinti che chi non abbia una laurea sia una persona con poche capacità intellettuali, che non si possa avere una cultura personale perché "se non sei laureato non puoi essere colto" Come se fare una facoltà ti dia l'accesso a tutta la conoscenza o ti renda un genio.. purtroppo l'università, a molte persone, oltre che rilasciare la laurea, lascia anche un'abnorme arroganza
Mi trovo in disaccordo e trovo che questi ragionamenti siano deviati da ideologie politiche. In Italia non esiste alcuna spinta a darsi da fare, ad essere migliori. Nelle scuole, nelle università, nel lavoro i migliori non vengono premiati quasi mai, anzi spesso si devono adattare agli altri. Quello che succede è un'altra cosa: le persone vanno in depressione quando pensano di non essere riuscite ad arrivare ALMENO AL MINIMO, si pensa così di aver fallito nella propria vita. Purtroppo questo coincide spesso con il LAUREARSI. L' idea che dovrebbe entrare in testa alle persone è che non esistono passaggi imprescindibili per avere una vita valida: essere single, non laurearsi, guadagnare poco ecc... Di per sé non hanno alcun significato nel valore della propria vita e di quel che di bello si può fare. Prendersela sempre con la società in maniera diretta ed esclusiva ( anche se non nego abbia delle colpe, come può non averne?) , lo trovo troppo facile e pericoloso. Pericoloso perché sembra che per cambiare la propria vita serve fare la rivoluzione
Io ho 25 anni e mi laureo a dicembre, anch'io al liceo e i primi anni universitari ho passato una situazione simile, ma per fortuna mi sono ripreso. Purtroppo viviamo in una società competitiva, malata, dove il pezzo di carta conta più della tua vita, di quello che sei, di quello che ti piace, dobbiamo cambiare profondamente mentalità, oppure andremo verso l'autosabotaggio.
Viviamo in un mondo che ci vuole tutti perfetti; fateci caso. Abbiamo dimenticato che il fallimento, in realtà, equivale a una vittoria. Gli occhi di questo mondo non possono capirlo, non possono proprio; sono limitati. Ma la nostra radice giudaico-cristiano ci dimostra proprio questo: che il fallimento totale apre le porte a una vittoria. Quando elaboreremo una cultura che tenga conto di questo, invece di veicolare, specie ai giovani, valori come la competitività, il merito e la performance? Il prezzo da pagare sarà un numero sempre più CRESCENTE di giovani suicidati. Tenetelo bene in mente, gente! Se non iniziamo a cambiare, tali numeri saranno destinati ad AUMENTARE. Mi congratulo con questa società, nei confronti della quale mi sono sempre sentito (e mi sento tuttora, ai 40 anni di età, dopo un fallimento TOTALE della mia vita) un ALIENO. E dalla quale preferisco di gran lunga tenermi distante. Saluti
Bel video. Il problema é che troppo sconnesso dalla realtà. La competitività (misurata nella prestazione) è oggi necessaria per sopravvivere nel mercato del lavoro.
La vorrei come padre. Quante volte mi sono sentita come questa ragazza ed ero anche più piccola. Oggi ogni giorno mi sento come lei ed è bello ascoltare le sue parole e sapere che lei ci vede e ci vuole aiutare.
Purtroppo molto di frequente sono proprio gli affetti la causa del malessere. Non è giusto dare tutte le colpe alla società: chiunque può capire razionalmente che la vita vale più di qualsiasi successo o insuccesso, ma poi subentra il verme dell' attaccamento ( la paura di deludere X o Y ) ed è QUELLO in fattore che manda in crisi. Dietro un evento del genere il primo fallimento non è dell' astrattissima "società", ma in primis degli "affetti", delle persone vicine, sono loro in questo caso i complici dell' omicidio.
La mia ragazza deve sostenere un esame all'università. Ieri mi ha detto : spero la prof non mi umili. Questa speranza dice tutto e purtroppo non smentisce il discorso appena fatto nel video.
Purtroppo la società non cambia ....eventi come questo non smuovono le coscienze, sono del tutto irrilevanti di fronte all immenso meccanismo economico ,produttivo, estetico , performante ...." Anzi ....chi si toglie la vita appare ancora più debole... "The show must go on" sempre e comunque
Meritevole... "Meritevole" per certi personaggi significa solamente "risorsa più adatta a riempire quella casellina vuota del sistema". Per alcuni meritevole potrebbe voler dire ben altro, e addirittura il sistema stesso potrebbe non essere meritevole di essere preso in considerazione perché iniquo e disumanizzante. Io mi ritrovo pienamente in quest'ultima categoria. Questi novelli alfieri del merito li sentiamo sproloquiare su Dante quando va bene, altre volte in parlamento che mettono insieme qualche frase sempliciotta durante un intervento, e la prima cosa che mi salta in testa è "ma con che MERITO quella persona si trova lì?" La fine di quella ragazza mette molta rabbia, non è giusto! Ha ragione professore, le cose devono cambiare
La competizione è intrinsecamente sbagliata perchè se si rinuncia a qualcuno, si rinuncia al massimo potenziale umano. Se io ho 2 persone, e questa valessero 1 e 2 , se io valorizzo solo la 2, otterrò 2 , ma se valorizzo sia l 1 e il 2 , il grande e il piccolo, ottengo il 3, il supremo.
@@esserevivente2506 eppure siamo on un mondo che si basa sulla competizione. E per quanto persone come me e più esperte di me cerchino di cambiare la cosa... Ci sono più persone che la difendono questa competizione.
Il fallimento, l'unico, è quello di non accettarsi e non accettare i fallimenti connaturati alla vita stessa. ❤️ Educhiamo a una visione della vita di respiro più ampio. Bravo Saudino.
Da un ragazzo di 24 anni che dopo la pandemia si è praticamente bloccato con gli esami, con genitori non assillanti ma che pretendono tanto da me perché figlio unico, con un carattere introverso e riservato che mi ha sempre bloccato a livello sociale, le dico che molte volte anch'io in questi ultimi anni ho pensato a cose brutte, ma non essendo credente ho paura del dopo, quindi vivo le mie giornate in completa depressione e sentendomi non un fallito, ma quasi. Purtroppo la solitudine è la cosa peggiore al mondo
Tieni sempre a mente quando ti senti depresso, che noi viviamo in un contesto completamente diverso da quello in cui son cresciuti i nostri genitori, non sei fallito, semplicemente stai vivendo come me, in un contesto economico sociale in completo declino, ormai, per avere veramente successo, o conosci qualcuno e hai tutta una serie di ganci, oppure puoi sbatterti quanto vuoi, ma il massimo a cui riesci ad arrivare è ad essere leggermente benestante ( se hai capito cosa intendo), a meno che non ti capiti di avere l'idea geniale e sfondare, ma chi ci è riuscito in proporzione sarà forse lo 0.1% della popolazione...
Amico ho passato anch’io un periodo come il tuo. Poi però ho imparato a coltivare quello che mi veniva da dentro senza pensare a come le cose che mi piacevano potevano essere economicamente spendibili. Dopo una pausa le cose da un anno stanno vendendo da se. Coltiva quello che hai dentro, sei unico!!
Ti consiglio di acquisire l’abitudine di leggere libri di diversi argomenti per capire cosa ti interessa e una volta capito cerca di spendere la maggior parte del tuo tempo (la cosa più importante dopo la salute) coltivando i tuoi interessi…esempi: fare attività fisica (correre, tennis, palestra etc…), cinema, musica, economia, fisica, letteratura etc…. P.s. se ti sei bloccato a dare gli esami, forse non ami o non ti piace abbastanza il tuo percorso di studio…se lo fai controvoglia io al posto tuo lascherei….sul mercato del lavoro c’è sempre più competizione e se non hai passione nel tuo lavoro, farai molta fatica a trovarlo e a mantenerlo…p.s. la vita è soltanto di ciascuno di noi e spetta solo a noi prendere le nostre decisioni in base ai nostri valori e obiettivi (non farti mai condizionare da nessuno) in bocca al lupo👍😀
Ti sono vicino, sappi che non devi niente a nessuno, ma solamente avere cura della tua persona, ti meriti di essere trattato, almeno da te stesso, nel modo migliore possibile.
Capire questa cosa mi ha aiutato molto, spero possa aiutare anche te e di non essere caduto nel banale e nelle solite frasi fatte.
Sappi di non essere solo, un abbraccione
Se ti può consolare anche io sono in questo stato. Mi trovo a studiare di cui non me ne frega nulla e vorrei iniziare a lavorare. Sono sempre stata innamorato della filoaofia, del cinema , del giornalismo, ma anche un ragazzo sportivo. Adesso ho difficoltà anche ad uscire con gli amici e ad alzarmi dal letto.
Una società che divide tra falliti e "vincenti" è messa malino.
Grazie per aver affrontato l'argomento..
La competizione è intrinsecamente sbagliata perchè se si rinuncia a qualcuno, si rinuncia al massimo potenziale umano. Se io ho 2 persone, e questa valessero 1 e 2 , se io valorizzo solo la 2, otterrò 2 , ma se valorizzo sia l 1 e il 2 , il grande e il piccolo, ottengo il 3, il supremo.
@@esserevivente2506 non funziona così, non prendiamoci per il culo
@@niccoloboni2000 ma perchè ?
@@esserevivente2506 si peccato che la selezione serve per dare il meglio al meglio, non a tutti indistintamente
@@asamicat8323 il "meglio" è relativo. Perchè una persona appare migliore di altra in una cosa solo se comparata con una che lo è di meno, ma bisogna considerare le cose in sè , non in relazione ad altro. Anche se questo non è destinato ad avverarsi, nel momento in cui tutti fossimo come la persona che appare eccellente(solo in relazione ad altro) apparirebbe per ciò che è: una x persona con y capacità, ed è per questo che bisogna pagare di più i lavoratori , e solo chi fa di più, retribuendolo in modo direttamente proporzionale, deve essere pagato di più o ricevere in generale di più.
Grazie mille. Ho 19 anni e sono in quarta serali poiché per la mia salute mentale e la mia situazione economica sociale mi hanno portato ad essere bocciata a settembre nella diurna dopo un tentato suicidio, un ricovero e vari avvenimenti. Ho lasciato perché poi ho dovuto lavorare per mantenere un minimo di dignità familiare. Sono sempre stata la più brava al liceo e mi piaceva pure e amo tutt’ora studiare. Sogno il diploma ogni notte e di andare all’università con tanto impeto nel cuore. La società mi ha distrutta. Mio padre mi ha svalutata tantissimo dopo la bocciatura. Per i miei coetanei già all’università sono una fallita. Lo vedo nei loro occhi, quello sguardo pietoso della contentezza di non essere me. Eppure io vado avanti. Lavoro e vado alle serali e sogni di diventare professoressa in materia umanistica. Avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse che valgo, che non sono una fallita. Grazie davvero.
Sei fortissima 🖤
È invidia per la forza che hai❤ ti ammiro leggendo il tuo commento ho pianto
Ciao, io sono una signora di 54 anni, volevo tanto fare la maestra, era il mio sogno. Ma non ho potuto, faccio la bidella e vedo tanti ragazzi fragili.non rinunciare al tuo sogno anche per me che non ho potuto ❤,sono sicura che la tua esperienza difficile ti renderà una professoressa molto speciale. Non arrenderti per te stessa ma anche per i ragazzi che hanno bisogno di persone come te ❤
ciao, mi ha colpito molto questo commento e mi trovo in una situazione quasi identica, sono curioso, adesso come procede la tua vita?
Te lo dico io che vali: sono un insegnante anch'io e ti garantisco che non c'è nulla di male nelle bocciature e negli errori che si fanno. Fanno parte del percorso e a volte sono essenziali per capirsi! In bocca al lupo!
Grazie per il tuo intervento Matteo. Ieri sera ho litigato un po' con mia figlia per 2 test falliti in Fiammingo (sono francese vivo in Belgio, imparo l'italiano con i tuoi video perché parli sempre di argomenti interessanti). Piu di tutto, mia figlia aveva paura di deludermi. Sono stato molto toccato dalla sua reazione. In un mondo in cui tutto si basi sulla performance, avevo dimenticato che questo non è l'essenziale. Grazie tanto per avermelo ricordato !
Buongiorno dal Belgio !
Boris
Bravissimo, buona fortuna a lei 😊
Penso la questione centrale sia proprio quella: la torta è piccola. I genitori giustamente lo ricordano e i giovani lo sanno. Si guarda al futuro senza un orizzonte guardando al presente come nullo e senza senso. Purtroppo a 27 anni anche io mi trovo a sentire queste cose. Ho studiato 3 anni scienza dell'educazione. Sto per finire la magistrale con fatica a causa anche di problemi familiari. Nel frattempo ho avuto brutte esperienze lavorative in ambito di nido e disabilità adulta. Ho lavorato con un contratto con baby sitter perché era sicuramente meglio di altri contratti trovati. Adesso ho un contratto di sole 18 ore in una cooperativa che mi piace molto ma che purtroppo non mi assicura nulla. Il contratto finisce a maggio e forse potrebbero aver bisogno di me solo a settembre e probabilmente solo per 18 ore. Mi ritroverò con 5 anni di università quando in neanche 2 anni potevo fare il corso oss per iniziare a lavorare nello stesso settore dove sto lavorando. È difficile vedere l'università come investimento se quello che ti aspetta è questo e ovviamente ci si sente sviliti perché se già gli adulti di ieri faticano a guardarci come potenziali adulti, la società e l'economia di oggi non fanno che rafforzare questa visione e inevitabilmente anche noi ci convinciamo che non riusciremo a diventare adulti. Il mio argomento di tesi magistrale è disabilità adulta e vita indipendente...come si fa a parlare di vita indipendente per persone con disabilità quando per nessuno è garantita la possibilità di una vita indipendente dalla famiglia? Lo psicologo sociale marco crepaldi fa video su youtube parlando di giovani, di hikikomori e spiega molto bene come mai i giovani si sentano così e si allontanino dalla scuola e dalla vita. Ci sono anche sensi di colpa dati dal confronto generazionale. I nostri genitori magari hanno studiato meno di noi ma hanno ottenuto qualcosa, sono stati in grado di costruire qualcosa. Se penso ai miei nonni: sono arrivati da Matera. Mio nonno viveva nei sassi con molti fratelli e avevano una botteghina di famiglia. Mio nonno ha studiato alle magistrali ed è venuto insieme al fratello e mia nonna a Padova. Lavorava solo mio nonno e ha avuto i soldi per costruire una casa per loro e per la famiglia futura di mia madre. Mia nonna non lavorava ma sapeva tutto di giardinaggio, cucina, segreti per la pulizia personale e della casa. Forse vogliamo (e ci chiedono) di fare troppe cose e finiamo per non riuscire a farne nemmeno una. Ci insegnano che dobbiamo prenderci tutto quando in realtà è già tanto se riusciamo a prenderci un briciola di questa torta. Sarebbe forse più giusto e bello se la politica non fosse corrotta, se i politici avessero davvero a cuore la cosa pubblica...se fosse così la statalizzazione porterebbe a dividere la torta in fette uguali per tutti...ma chi ha il coltello per tagliarla non vuole questo. Si taglia le fette più grandi per sé e aizza la popolazione a litigare tra loro incolpandosi a vicenda.. Quando il problema sta in alto, non in basso.
Grazie per aver citato Marco Crepaldi. Non perdere la speranza, insieme riusciremo a dare senso anche a queste morti. Non devono andare sprecate perchè sono il grido di chi non ce la fa più. Dovremo fare qualcosa.
Brava Giulia, grazie della condivisione e della tua riflessione. PS. Io provengo da una realtà vicina a Matera ed anche io sto studiando Scienze dell'educazione. Comprendo bene e condivido in toto corde quello che scrivi.
Cara Giulia mi sento di dover fare una critica: è il PROPRIO il paragone CON LE GENERAZIONI PASSATE (che nel caso di noi poveri pezzenti detengono il coltello della torta ) che fa star male. Da lì nascono tutti i mali: AUTORITÀ,COMPETIZIONE SFRENATA, INVIDIA, AVARIZIA e DEPRESSIONE.
Un
Io ho quasi 28 anni. Sono 10 anni che mi faccio il c*ulo studiando e formandomi in percorsi diversi, non vedo un futuro e la prima cosa che i parenti mi chiedono quando mi vedono è se per caso io abbia trovato un posto fisso. E io non sono depressa, nonostante tutto, ma queste parole mi fanno male, al punto che ho preso ad evitarli. Questi discorsi sono belli, ma li vede chi non ha bisogno di vederli, li legge chi già sa perfettamente di cosa stiamo parlando. Li dovrebbero sentire le famiglie che chiedono continuamente conto di un futuro che non esiste, che chiedono di correre non si sa neanche bene dove. Perché se a 19 o a 30 anni arrivi ad ucciderti è per questo bombardamento quotidiano.
si vede la commozione nei suoi occhi prof. avevo un compagno di stanza all'università che si è buttato dall'ultimo piano dell'ospedale sant'antonio, a padova. gli mancavano 4 esami. ce l'ho sempre nel cuore. mi ha toccato prof, con quello che ha detto.
Chi zia Lucia.......
...... Daniele Giuffrida?
🤲🏻🐣
Poi ci porti la peperonata?
ho 18 anni, prossimo anno università.
comincerò questo nuovo percorso ricordando le sue parole, professore.
buona fortuna cara 💪🏻 siamo in due
Assicurati di fare la facoltà perché ti piace infinitamente...Altrimenti lascia stare
Cosa pensi di studiare?
@@emekaaaaa scienze della formazione primaria
@@mohamedrafi9748 Non tutti hanno facoltà che gli "piacciono infinitamente", fai la facoltà che ritieni giusta e che pensi di poter terminare sarebbe il mio consiglio.
Alcuni forse si aspetterebbero, vedendo un video che tratta di un evento così drammatico, lacrime amare e coltelli alla pancia. La cosa che più mi ha riempito di speranza è stato, invece, il sorriso sul volto e l’occhio sognante del prof che guardava oltre la camera, forse l’orizzonte, mentre parlava del “mai sentirsi falliti”. Niente di questo priva d’importanza la faccenda, la consacra nel segno della speranza e del cambiamento.
Grazie delle belle parole professore,
Mi ha rincuorato.
Grazie professore! Le sue parole sono molto utili a genitori e figli. I genitori guardano il figlio come un prodotto da esibire! Se porta a casa bei voti si pavoneggiano. Se portano a casa brutti voti su vergognano. Un figlio si ama. Si sprona. Si stimola. Anche quando sembra che ci deluda. Non si deve mai demonizzare! Troverà la sua strada , il suo posto prima o poi. Lasciamo che sbatta anche il sedere per terra ma diamogli sempre fiducia! Il primo della scuola non sarà il primo anche nella vita. E se sarà l'ultimo, chissenefrega? Qualcuno dovrà pur esserlo! L'ultimo ha possibilità di crescere. Il primo no!🌻☀️
Mia madre si è quasi sempre rifiutata di darmi una mano su molte cose, e quando glielo feci notare non negò la cosa, ma mi disse "devi imparare a nuotare in una vasca di piranha, e per insegnartelo ti spingo in acqua così sei costretto a nuotare". Io le ho fatto notare che in questo modo è più facile che la persona muoia più che impari a nuotare, stando dentro la sua metafora, ma per fortuna era una sua metafora esagerata, anche se ha sempre cercato di farmi pagare a me le cose, anche quando non volevo proprio prenderle come i libri di scuola in una data scuola che sapevo, dopo 2 anni che la frequentavo, che non lo avremmo minimamente aperti
Spoiler: anche il primo della scuola può sempre migliorare, come tutti. Questa retorica è così vuota da far cadere le braccia
@@michelangelodondi982 non vedo come questo sia un valido argomento contro quello che ha detto. Sì, il primo della classe può migliorare... E come questo dovrebbe essere una valida antitesi per quanto è stato appena detto?
@@michelangelodondi982 mi dispiace che non abbia capito.
Condivido a pieno tutto quello che hai detto, ho 21 anni, studio in un altra città a spese dei miei genitori, non ho passato un esame, mi piace ma rimedierò, per fortuna i miei genitori mi hanno cresciuto con le tue stesse idee e me l'hai fatto ricordare. Quando tornerò a casa abbraccerò i miei❤️ siamo tutti unici e meritevoli di vivere in questo scombinato mondo. Un abbraccio
Prof, da studente mi sono ritrovato moltissimo nelle sue parole. Personalmente sto vivendo la paura “di non essere all’altezza” di cui lei parla attualmente, come tanti altri miei compagni, notando che nella maggior parte dei casi questa condizione di paura ci fa preoccupare e stare male, facendoci rendere male anche in termini scolastici. Spesso mi sono soffermato a riflettere sul tipo di società in cui viviamo e agli insegnamenti che ci vengono proposti. Posso solo dirle grazie, sperando in un cambiamento di tutto questo.
Non ha idea di quando vorrei che ci fossero più insegnati come lei (mi fa gioia vedere che è appassionatissimo all’insegnamento e al benessere dei giovani).
Mi piacerebbe molto condividere una riflessione in classe o anche a livello di istituto sulla questione, anche proprio con il suo video (che riassume benissimo la questione).
Spero legga questo commento, grazie ancora.❤
Applausi!!! Ho 43 anni e a 17 anni x una delusione scolastica mi sono messa nel letto e non mi sono più alzata x 10 anni. Da allora soffro di depressione e mi sento in colpa x aver sprecato e rovinato la mia vita e non so tutt'ora come uscirne. Grazie x queste parole
Io ho 41 anni e mi sono da poco iscritta al liceo di Scienze umane opzione economico sociale. Qualcuno direbbe che sono un tantino fuori tempo massimo per un diploma, ma non è una gara, non può essere una gara proprio perché il percorso di ognuno di noi nella vita è unico, così come la vita stessa.
Scienze Umane Economico-Sociale è ottimo perché ho scelto anch'io la stessa passione🤣 Bello capire il comportamento e le Scienze Cognitive..
Tutto si fa più fico quando si dà Psicologia Generale...Psicosomatica e Neuroscienze🥰😍
.....ci si può mettere in gioco a qualsiasi età. Io mi sono iscritta nuovamente all'università a 45 anni, per soddisfazione personale. Si può sempre cambiare strada.
Ho 23 anni e non mi piace quello che sto facendo( una facoltà scientifica ) ho sempre voluto fare una facoltà umanistica ma sono stato persuaso dalla convenienza e dagli altri di non seguire il cuore. Attualmente non riesco fare più niente sto indietro rispetto agli altri, e non riesco a studiare, mia madre ha provato di tutto anche pagarmi professore privati e più prova ad aiutarmi e più mi sento un peso, un'inetto. Questo Natale sono riuscito a rivelare ai miei che non ce la facevo più a continuare quello che sto facendo per la mancata passione e per qualsiasi altra cosa, mi sento un fallito perché non so ora cosa posso fare della mia vita e ora intrinsecamente a me sento che qualsiasi cosa rinizia finisce allo stesso modo. Ho paura di iniziare un qualcosa di nuovo perché ho paura che il problema non sia la facoltà ma io stesso, che non riesco a capire cosa mi piace e cosa no.
Ti sei risposto da solo nelle prime righe sul cosa vorresti fare; per il resto ti posso solo dire che nella vita si può sbagliare, anzi è inevitabile, questo può essere per te l inizio di un percorso, segui ciò che ti piace, i tuoi valori, abbiamo tutti paura di fallire, colui che si lascia scoraggiare da ciò ha fallito due volte. La vita è un esperienza da vivere nei suoi alti e bassi…
@@sickboy-o-1433 ❤
Anch’io sono nella tua stessa situazione, e devo dire che non è facile uscirne…
@@M1120M ti abbraccio fratello❤
@@animazioneamv2150 ricambio ❤️
Io ho 28 anni, sempre lavorato poco in Italia con pochi soldi e mi sentivo un fallito, ora sto in svizzera, guadagno abbastanza ma lavoro troppo il che mi fa sentire un fallito lo stesso
Purtroppo non è la prima persona che si suicida e non sarà neanche l'ultima. Siamo soli in questa società e siamo abbandonati a noi stessi.
Il vero problema è che sovraccarichiamo i nostri figli. Vogliamo che loro vivano la vita che non abbiamo potuto fare noi. Vogliamo che loro realizzino quello che abbiamo sognato per noi e che non siamo riusciti a realizzare.
La filosofia contro il suicidio, ma il suicidio indotto, quello che ti fa sentire l'ultimo degli esseri umani o peggio un fantasma, un essere invisibile. Questa ragazza mi fa ricordare quelli che come lei sono stati diseredati dalla società, quelli che ho conosciuto e no, ma soprattutto che la barba non fa il filosofo.
Questo modo di agire/valutare vale anche nel mondo del lavoro, non solo nella scuola
Buonasera Prof. sono un sessantenne ed ho diverse volte cambiato Universita' e sottolineo non sono mai arrivato in fondo. Sono un fallito ma e' bello anche essere il Fallito per antonomasia dove le porte di questo teatrino si chiudono invece di aprirsi con una ghirlanda in testa.Senza essere scelto da qualche professore per accedere ai master. Non ho fatto niente di eclatante ma ho vissuto appieno questa vita nei suoi molteplici aspetti. Alla scuola ,all'universita' non gliene frega niente :l'esistenza in questo mondo artificiale rimane macchievellica od arrivi ad un obbiettivo o sei un paria,un disadattato, l'ultimo specialmente se non ti sei piegato ai regolamenti di scuola ,di lavori, di gregge. Io mi feci uno scudo spichico alla fatidica domanda "Ma quando ti laurii" ormai sono giunto quasi in fondo con il mio diploma ma questa bella societa' perbenista e fradicia di egoismo pennellato ed orchistica non si merita nulla.I percorsi alternativi e perimentali li ho fatti tutti B,C,D non ti ripiglia nessuno e l'indifferenza regna sovrana dopo corsi e corsetti.Ho ripagato la mia bella societa' non facendo figli ,non avranno altri schiavi da lobotizzare con gli android o da inserire in qualche nuova scatola.Amo essere un perdente mi ha aperto la vita come un splendida avventura . Saluti
Una persona che non ha mai fallito non ha mai fatto niente. Una persona che invece impara dai suoi errori, ecco _quella_ è una persona da cui si dovrebbe prendere esempio.
Guarda, io ho avuto la possibilità di conoscere persone che per una questione di fortuna hanno fatto veramente pochissimi sbagli e sono arrivati in breve tempo al "successo" e posso confermare che se vanno avanti è solo per fortuna o accozzi. Di esperienza ce n'è veramente poca in loro non avendo quasi mai sbagliato e non essendosi quasi mai trovati nella necessità di fare fronte a un problema. Come dice un mio amico motociclista "quello che mi ha insegnato a guidare la moto così si è schiantato così tante volte che ha perso il conto, però ora sa perfettamente cosa deve e non deve fare".
Il problema è saper imparare dagli errori
Grande Matteo!!! Guardavo i tuoi video quando studiavo filosofia al liceo, mi appassionavi sempre tantissimo, (non che il mio prof non lo facesse) vederti ora dopo quasi 3 anni da quando ho finito gli studi liceali mi scalda il cuore, soprattutto con questo video dove parli direttamente a noi ragazzi… io non studio, ho scelto la via del lavoro diretta, non capirò mai i miei coetanei universitari, ma posso capire il loro senso di smarrimento e fallimento, di disperazione, è difficile per noi giovani pensare al futuro quando un futuro non lo si vede, quando il mondo fa sempre più veloce e noi non rosicano a starci a dietro
Poi tutta questa fretta non porterà mai a nulla, ricordo che é anche l’ozio parte del genio.
Stiamo diventando degli insetti che lavorano a cottimo
molti disprezzano chi non è laureato. Come se fosse l'unica via
Verissimo ...e lo riscontro pure tra i giovani che guardano dall'alto in basso chi laureato non è
Vorrei anche aggiungere una cosa: è un idea comune che si lavori meglio sotto pressione perché si è più motivati. La psicologia assieme alla neurologia e alla psichiatria invece hanno dimostrato il contrario. Prima lo capiamo meglio è.
Prof sei un grande!
Fate circolare questo messaggio nelle case ,scuole ,bar,cinema , ovunque.
Grazie ancora
Sono d'accordo, c'è sicuramente una responsabilità scolastica... e di come si percepisce il "successo". Allo stesso tempo si dovrebbe proprio insegnare queste cose a scuola.... parlare di queste cose, che non è un dramma se sei fuori corso, se non passi un esame, che è capitato anche a diversi professori, per non parlare dei Geni che a scuola andavano malissimo.
Insegnare proprio a comprendersi... la nostra mente fa brutti scherzi, può accadere che si perde un aspettativa si entra in un angoscia nera e li che ti salvi se riesci a smorzare a non darti per spacciato.
Grazie Prof. Saudino
Mi sento un po' vittima di questo sistema: ho sempre avuto un problema a gestire l ansia e con il tempo si è intensificato proprio a causa della scuola e dalle "notizie" del mondo esterno..
Da poco ho lasciato la scuola che ho frequentato per circa 4 anni pur avendo una buona media.
Ecco, io non sono nessuno per spiegare le motivazioni che porti una persona a compiere gesti estremi, ma almeno penso di poter capire una piccola fetta che ha colpito me personalmente
A volte non si tratta neanche di "fallire" perché nonostante avessi voti "ottimi" per molta gente, questo non mi gratificava per niente perché ero sommerso dal malessere che vivevo stando in quel contesto..
Lo avverto come un sistema ostile e freddo, e queste caratteristiche le stiamo trasmettendo automaticamente agli studenti o più in generale alle persone che lo frequentano (quindi tutti)..
Stiamo perdendo quindi un po' di "umanità", soprattutto nei confronti di persone che affrontano delle difficoltà non evidenti come le mie..
Per i miei problemi di umore sono sempre stato più esposto a dei "rischi" e invece di essere aiutato (se non quando non c era da fare più niente) sono stato trattato prima con indifferenza, e peggio ancora , molte volte preso in giro e mi sento di dire, anche discriminato..
Questo non vuole essere un discorso vittimista, ma voglio soltanto fare presente di come quanto tutto questo possa gravare sulla mente di una persona..
Ho lasciato la scuola e adesso la mia visione della vita non è per niente positiva..
La gente non si deve meravigliare che molta gente si tolga la vita perché a volte la morte spaventa di meno che continuare a vivere in un mondo del genere
Parole sante! Grazie Maestro per le sue lezioni anche oggigiorno, che quella povera anima riposi in pace tra gli angeli
Dovremmo tornare ad insegnare ai ragazzi che il valore di un uomo non misura dal suo reddito,dal tipo di lavoro e dai titoli, bensì dalla sua umanità e dall'impegno nell'essere una brava persona. Valori come la lealtà, l'altruismo, la ricerca del bene ecc. Purtroppo viviamo in un mondo dove per vivere dignitosamente servono molti soldi, per questo è quasi impossibile sottrarsi da questa pressione sociale. La felicità può essere trovata in molte cose, resta una concetto estremamente soggettivo, ma tutti siamo più o meno allettati dal successo e dalla speranza di vivere una vita molto agiata. È un dannato circolo vizioso, dal quale è difficile trovare una via d'uscita. In attesa di trovare un nuovo sistema economico e sociale, possiamo intanto lavorare sulla mentalità delle persone.
La scuola indottrina, non insegna
Salve professore, scrivo sotto il suo video, perche la mia situazione mi sembra inerente. Ho 20 anni e anche io sento di essere un fallimento. Il perchè è tutto legato all'università. Come tanti, dopo il diploma, sono rimasto in pausa per un anno per schiarirmi le idee. Bene, arrivato Marzo del 2022, quando già ero quasi convinto del percorso da scegliere per il mio futuro, arriva la separazione dei miei genitori, che nonostante la mia età, mi ha segnato particolarmente. In quel momento sono andato di nuovo in confusione, non mi chieda per quale assurdo motivo ma è così. Questa situazione mi ha influenzato, tanto che a Maggio cambiai completamente idea sul percorso da scegliere. Bene arrivato settembre inizio e non tutto va come doveva, poiché la mia persona mi gioca sempre brutti scherzi a livello sociale e dopo poche settimane decido di cambiare facoltà. Faccio da ottobre fino a dicembre e poi arriva la pausa natalizia, che mi porta a riflettere nuovamente sul mio futuro e su ciò che veramente vorrei. Decido di abbandonare nuovamente, per tutti questi motivi, per l'indecisione, per la confusione e ciò mi porta adesso a sentirmi un fallito. Sto studiando per il test di Medicina ma non so come andrà. Allo stesso tempo però nella mia testa c'e sempre la Filosofia, quella che mi ha aiutato il più delle volte a capire che il nostro animo è incomprensibile ma che se si vuole si può scoprire la verità. Adesso mi ritrovo di nuovo nell'indecisione perchè questa disciplina è una passione ma allo stesso a quasi 21 anni non vorrei iniziare un percorso che non mi porterebbe nessun beneficio a livello lavorativo, anche se sto per prendere il tesserino da giornalista pubblicista. Ci tengo a ringraziarla Professore, perchè è anche grazie se oggi amo tutto il mondo della filosofia, è grazie che sono riuscito a comprendere anche il più complicato dei pensieri, con costanza e dedizione e sarebbe bello poter continuare a scoprire questa bellissimo mondo.
ciao, ti capisco benissimo riguardo all'indecisione. Da esterno, con il cuore, ti consiglio di fare quello che ti porta soddisfazione. Medicina è difficilissima, e anche i più appassionati fanno moltissima fatica.. Fai ciò che è più sostenibile per te
Hai descritto la mia stessa situazione
Che emozione ascoltarla... Nessuno (o pochi) fanno sognare una società diversa e migliore di quella attuale, lei ci riesce e si sente che ci crede. Grazie...
Grazie professore, buona vita ❤️
Sei una grande persona , fortunati i tuoi figli ad avere un padre come te .
Se nel mondo ci fossero più persone come lei sicuramente vivremmo un poco meglio
vorrei tanto incontrarla, è una di quelle persone con cui mi farebbe piacere scambiare spesso le proprie idee
SEI UN VERO MAESTRO
Leggo nei commenti ragazzi che parlano di aver difficoltà a trovare lavoro dopo l'università, ed altri che rispondo "eh ma se non hai fatto lauree scientifiche te lo dovevi aspettare". Secondo me non c'era da aspettarselo, mi sembra assurdo che in un paese intero non ci sia bisogno di altro se non medici, scienziati e ingegneri. Capisco che ci sia meno richiesta, ma il lavoro per un laureato si dovrebbe comunque trovare. Ho deciso di studiare Lingue per la traduzione e l'interpretariato, una delle lauree che secondo la gente "non serve a niente", sto finendo la magistrale e vi posso assicurare che il più delle volte il problema non è nemmeno la mancanza di lavoro, ma il fatto che si richiedano sia la laurea che anni di esperienza. Tutto questo porta i neolaureati ad essere totalmente inutili, perché il tirocinio all'università è praticamente inesistente, passi 5 anni sui libri, poi finalmente arrivi nel mondo del lavoro e se trovi qualcosa vogliono "laurea magistrale e almeno 3 anni d'esperienza", anche per fare le cose più stupide
Sopratutto in un paese così pieno d'arte, che detto tra noi ai nostri giorni produce arte molto brutta.
Ci sono pochissimi film che non siano il solito cinepanettone offensivo e senza anima. Ci sono pochissime opere di animazione prodotte in Italia e anche queste spesso non sono un granchè. Ancora meno fumetti. Le opere indipendenti fanno fatica a farsi un nome, ormai consumiamo solo prodotti americani.
Abbiamo bisogno di artisti in Italia.
Effettivamente certe lauree sono completamente inutili nella società: filosofia, lingue antiche, storia, accademia d'arte e altre ancora... l'unica cosa che puoi fare dopo è l'insegnante. Fosse per me metterei un test d'ingresso in ciascuna di queste facoltà così quelli che escono sicuramente troveranno lavoro come insegnanti, categoria di lavoro saturo al giorno d'oggi
Grazie prof, finalmente qualcuno che ne parla! io ho 17 anni perciò non frequento ancora l'università ma sento già molta pressione tra professori insoddisfatti dei propri alunni, a cui spesso si rivolgono come delle scatole da riempire di definizioni, genitori che ripongono a volte troppo poca fiducia nei figli, adulti sgarbati, sistema stressante e inadeguato ai bisogni di una persona dimenticandosi che ognuno è unico e ha esigenze e capacità diverse. E' giusto che si venga spinti a studiare e a dare sempre il meglio di sé ma non si può nemmeno meravigliarsi che un sistema oppressivo (oltre a quello scolastico quello lavorativo ect) mostri poi i suoi frutti più amari.
Personalmente è da un paio di anni che vivo sempre la solita routine e a differenza di molti miei coetanei studio fino a tarda sera perchè ho bisogno di più tempo e questa situazione mi ha portato a stare molto male con me stesso, trovando poco tempo per andare in palestra e vivere la mia vita. pur avendone parlato con i miei genitori e amici nessuno sembra prendermi sul serio e anzi vengo additato come "debole"-
bro ti capisco perfettamente dobbiamo farci forza da soli e cercare di vedere i lati positivi prendendoci tempo per noi stessi
Innanzitutto ti sei espresso davvero benissimo. Poi, non sei affatto debole. Sono nella tua stessa situazione, ho fatto da poco 18 anni e nonostante io abbia rinunciato a tutto per lo studio non brillo nemmeno chissà quanto. Avrei bisogno di uscire di più e "staccare la spina" per poter poi essere più motivata nello studiare, avere risultati migliori, ma non è così. Questo porta anche me a iniziare a studiare tardi e magari lasciare perdere perché non ci arrivo, o fare le cose un po' di fretta...mi sento bloccata in questa spirale
100% d'accordo, il problema è che ognuno di questi discorsi viene completamente ignorato vista la società che comunque ti spinge ogni giorno nel modo sbagliato
Riflessione verissima, purtroppo questa ricerca della performance perfetta e sempre in linea con i "criteri", "livelli", " standard" stabiliti (poi da chi?) la troviamo già nelle primissime classi delle scuole primarie ma anche molto prima in verità . Non c'è tempo per imparare, non c'è tempo per sbagliare. Il confronto e (pre)giudizio è più potente, pressante che alla fine si soccombe in questo sistema.
Sono molto commosso da questo Suo intervento, Professore.
A scuola si deve insegnare ad aspettare i più deboli, a coinvolgerli nei gruppi dei più fortunati, perché si deve comprendere che aiutare è come salvare una vita, l'atto più signorile e più gratificante che si possa concepire in natura
Ciao barba, 20 anni e ti ho conosciuto tramite un'amica e mi sei piaciuto sin da subito. Io mi sento di aver quasi fallito perché dopo 5 anni di scuola di meccanica per auto, sono andato a lavorare presso un'officina da un anno e mezzo. Adesso mi accordo però che questo lavoro non è ciò che voglio fare per tutta la vita, ma quando lo espongo ai miei genitori vengo attaccato dicendo che sono un nullafacente e che non ho voglia di fare nulla (anche se oltre alle 40h settimanali in officina, consegno le pizze nei weekend e faccio anche altri lavoretti). Il punto di tutto ciò è che mi sento di aver fatto sprecare ai miei genitori in primis i soldi e il tempo che hanno dedicato per la mia istruzione e non so effettivamente cosa voglio fare in futuro. Quando guardo gli altri, sembra che tutti abbiano una missione e uno scopo da portare a termine e io mi sento come un pesce fuor d'acqua.
Mi dispiace tanto. Ho studiato cose diverse ma mi rivedo nelle tue parole. Sono un poco più grande, ho 23 anni. Ho iniziato giusto adesso ad abbandonare le cose che mi facevano sentire schiacciata e senza speranza per il futuro, e a ricordarmi di vivere le cose belle di oggi perché domani potrei essere morta, peggio ancora se per mia stessa mano. L’unica “realizzazione” che ho avuto da persona adulta è che adesso posso essere io il mio genitore emotivo, che la mia unica vera responsabilità è la mia serenità. Chiaramente bisogna sopravvivere, anche io lavoricchio per mantenermi, però se ti senti già morto dentro datti la chance di guardarti dentro e tagliare via i rami secchi. Gli anni che hai studiato non sono sprecati, anzi, è un bagaglio che avrai sempre con te e di cui magari ti potrai riappassionare in futuro, o renderti conto che ti sono utili per un nuovo percorso inedito. Lo spreco invece è rimanere stagnanti per un senso di obbligo verso un percorso passato invece di vedere dove si è oggi. Se senti di aver bisogno di una mano, puoi chiedere al tuo medico di base una prescrizione per uno psicologo e/o psichiatra pubblico e andare all’ausl del tuo quartiere, io ho fatto così, avevo disperatamente bisogno di una “stampella” per re-imparare a camminare con un cervello che si era bruciato.
Spero riuscirai a prenderti cura di te stesso perché te lo meriti, a prescindere da tutto.
@@tenten3577 ti ringrazio immensamente per le parole che hai speso, sono sicuro che tu sia una bravissima persona e che, con calma, riuscirai anche te a riprendere la tua vita in mano. Grazie ❤️
Grazie davvero, piano piano ce la faremo. Se in futuro ti andrà di aggiornarmi sia per cose belle che per cose brutte sappi che mi farà piacere e ti leggerò. Sono sicura che anche tu sia una persona splendida, si sente attraverso le tue parole. Un abbraccio
Scusa la curiosità fuori luogo ma esistono ancora scuole che ti insegnano a fare il meccanico per auto ? Sarebbe stato il sogno di mio figlio ma da noi ci sono solo istituti tecnici ..con programmi molto sul vago...
Grazie. È sempre un piacere ascoltarvi❤️
Società malata... DEVI fare l'università,DEVI fare figli,DEVI lavorare,DEVI sposarti..
EEh prof, le sue parole sono bellissime e un po' ne ho anche coscienza, ma mi abbatto lo stesso e spesso. Grazie sempre!
Professore, collega, Filosofo, mi ha toccato profondamente questo messaggio.
Il signor barbasophia ha ragione,non importa cosa fai per la società non è mai abbastanza, Io a 19 anni sono stato scelto per rappresentare l’italia in un campionato mondiale e ho vinto in california con la bandiera italiana, vivevo a londra,erano già 4 anni che ero andato via di casa.Sono andato via dalla provincia per mia scelta senza l’appoggio di nessuno (la scelta era fare quello che volevano i miei genitori o scappare di casa). Tra alti e bassi sono sempre riuscito ad avere successo nella vita,ma da tre anni a questa parte ho cambiato completamente stile di vita sono tornato nella mia home town in italia ho aperto una piccola attività e vivo in armonia con la natura e le persone di cui mi circondo. Sono fortunato!? Forse un po’,ma se non avessi smesso presto (a 15 anni) di ascoltare i professori (che dicevano che sarei diventato un criminale) i miei coetanei (che pensavano solo a sballarsi) e i miei genitori (che mi volevano laureato) sarei un autentico fallito,l’unica via d’uscita è scoprire cosa veramente vuoi TU! A quel punto hai una destinazione ti servirà solo una mappa e una bussola per incominciare il tuo viaggio!😉 oppure puoi continuare a dirigerti verso l’abisso rincorrendo l’approvazione della società. A te la scelta.
Discorso incredibile, bello sentirti capiti grazie
'la guerra per i soldi non mi appartiene, quella per i sentimenti non mi conviene'
di chi è?
@@tacitozetticci9308 RICCARDO RICCARDO - Sano
ho 16 anni e mi rivedo molto negli stati d'animo e nel "malessere" di cui parli, grazie per le tue parole
Ciò do cui avevo bisogno sta sera, ciò di cui tanti avranno ancora più bisogno
Grazie per la bellissima e profonda riflessione, le sue parole sono di conforto per noi giovani, che ci troviamo a fare i conti con una società disumanizzata, in cui a prevalere sulla curiosità e l'emotività è la tecnica, quella tecnica per cui le persone sono costrette a dare il massimo indipendentemente dalla propria volontà. La competizione sfrenata caratterizzata da un assurdità e un insensatezza che porta le persone più sensibili addirittura a togliersi la vita, pura follia!! Naturalmente a scuola nessun professore si è degnato di fare una riflessione a riguardo, perchè la scuola stessa si sente colpevole.
per quanto abbia compreso e realizzato la sua giusta idea di società, purtroppo non riesco ad adottarla. nonostante sia completamente d'accordo
Wow il video più bello che abbia visto dall’inizio dell’anno a mani basse d’accordissimo su tutto complimenti ❤
La società racconta le cose giuste invece, la torta è veramente piccola. (almeno per fare una vita come si desidera) Il problema è che c’è una parte di questa verità che la società tiene per se, ed è che quella piccola torta è già assegnata e lo è di generazione in generazione, quindi o uno si inventa una nuova torta e la prepara tutta da se o sennò è destinato al massimo alla “modestia”.
Purtroppo in questa società va avanti chi è fortunato.
Che intendi con la torta la deve preparare da sé?
E che jn questa società vale molto la fortuna?
L'ascesa di status sociale è ormai un obbligo che molte famiglie impongono ai figli .
Un figlio /a che fa di lavoro l'operaio è visto allo stesso modo con cui 100 anni fa si considerava un figlio omosessuale.
Viviamo in una società dove sei non sei al top e se non rendi al 100% non sei nessuno.... l'età delle tecnica...come dice il prof Galimberti.... l'uomo non è più il fine ma un mezzo ....il periodo peggiore possibile
Siamo sempre stati un mezzo per obbiettivi futuri
Sono uno studente e non riesco proprio a condividere quello che dici.
Il fallimento esiste ed è la condizione di insoddisfazione perenne.
Anche il "ognuno ha un posto nel mondo" è una retorica falsa.
Chi lo ha detto che 7 miliardi di persone hanno un posto dove possono sentirsi realizzati.
A me sembra che questo periodo storico stia solo facendo spuntar fuori la natura dell'essere umano e la necessità di competere per non essere tagliati fuori.
Le performance universitarie purtroppo si riscuotono poi sulle opportunità lavorative e purtroppo le opportunità lavorative si riscuotono sulla vita.
Personalmente non credo che durante questo periodo storico ci siano poi cosi tante strade da prendere.
Lo noto anche su persone più grandi di me sui 35/40 anni che hanno sempre avuto questa sensazione perenne di insoddisfazione a causa di un mancato raggiungimento di un obiettivo, che può essere accademico o lavorativo.
Quando si dice che si è dei falliti, si intende che non si riesce a raggiungere i proprio obiettivi ergo si è insoddisfatti e irrealizzati ed a me pare che ci siano tante persone in queste condizioni, ergo ci sono tanti falliti.
Apprezzo il messaggio di speranza ma non convidivo nemmeno la retorica che "in fondo siamo persone non contano solo i risultati" perchè prima ancora che persone a quanto pare siamo animali competitivi.
Grazie Professore. 🌹
Grazie professore, questo video mi ha commosso.
Tutti gli adulti dovrebbero guardare questo video, perchè ci sono troppe credenze autosabotanti nella società che vengono trasmesse dai genitori ai figli, e che sono un danno per tutti!
Grazie, davvero grazie.
Bravissimo Matteo, no a 19 anni non si può. Noi proff a scuola dobbiamo tenere le antenne sempre connesse, ma dobbiamo essere aiutati anche dal sociale, dalle famiglie, dai nostri stessi dirigenti. Senza cooperazione non andiamo da nessuna parte! Coraggio, coraggio, coraggio.
Aggiungerei anche che chi realizza sé stesso e trova la sua strada poi performa anche meglio in ciò che fa perché ci mette il cuore, di conseguenza una società che educa nel modo che dici, è anche una società che performa meglio
E pensare che i padri costituenti ci hanno lasciato l'articolo 3 della costituzione la più bella costituzione mai scritta al mondo.
Discorso sacrosanto. All'università ci si va prima di tutto per imparare, i trenta arrivano dopo, e anche se non arrivano pazienza. Questa è la mentalità con cui affronterò la facoltà di matematica il prossimo anno.
Grazie professore per i suoi discorsi e le sue riflessioni!!
Una compagna di classe di mia figlia, alle scuole elementari, non poteva tornare a casa con voti più bassi del 9...non dico altro
Farò vedere questo video ai miei figli, affinché capiscano che la vita non è una competizione ma qualcosa da cui apprendere. Grazie professore
La competizione, checché ne dicano i capitalisti, è sempre stato un male per la società
@@EhM-xt7pl ... Perché non succede ugualmente la stessa cosa vero? Facebook se trova un oppositore o lo uccide economicamente o lo compra. Stessa cosa la Disney con i cartoni animati ed i film, Amazon per le vendite e potrei andare avanti per praticamente e tutti i campi. C'è più profitto assimilando o mettendosi d'accordo con i competitors che competere con loro. La competizione è la cosa più anti-capitalista che c'è ed è al contempo una cosa di cui il capitalismo e fiero XD
Ma quanto al "non esistere"... Hai ragione. *Adesso* non esiste. Come mille anni fa non esisteva la possibilità che le donne votassero o che gli schiavi avessero diritti. Se non esiste una cosa ma quella cosa è bella, allora va semplicemente creata.
Quanto alla scuola... Mi domando in quale scuola idilliaca sei andato. Mai sentito la frase "eppure tuo fratello c'è la fa" oppure "eppure lo studente x prende più di te in questa materia"?
Vorrei essere tuo figlio
@@EhM-xt7pl il che però è anti-capitalista perché porta meno profitto. È un cane che si morde la coda: se vuoi essere un buon capitalista non devi usare il capitalismo.
Oppure occupi una casa che nessuno usa e vivi lì.
Se ti "sbatti i coglioni" di una cosa, allora non parlarne male. Vuoi parlare male del capitalismo mascherato da comunismo, io ti parlo del capitalismo e del comunismo come da definizioni. Se non ti interessa guardare la storia allora non iniziare discorsi che richiedono di guardarla. Perché io posso usare Lanai, Haiti, gli U. S. A. , l'Italia di Mussolini, l'Italia di adesso, la Germania di Mussolini, la Prussia, gli U. K.(sia quelli dellimpero Britannico che odierni), sia l'Arabia saudita che il Qatar e tante altre cose come esempi di distopia capitalista. La differenza è che queste distopie non usano concetti anti-capitalistici, ma gli esempi che vengono usati per il comunismo non aboliscono la proprietà privata, che è il principio cardine del comunismo. Ergo è come lamentarsi che un cane è lento usando come esempio un albero.
Nemmeno a me è mai interessato essere il primo della classe, come anche a molto studenti. Ma se poi tutti attorno a te ti denigrano o ti paragonano ai primi della classe... Non sono tutti abbastanza forti da reggere lo stress
La competizione è intrinsecamente sbagliata perchè se si rinuncia a qualcuno, si rinuncia al massimo potenziale umano. Se io ho 2 persone, e questa valessero 1 e 2 , se io valorizzo solo la 2, otterrò 2 , ma se valorizzo sia l 1 e il 2 , il grande e il piccolo, ottengo il 3, il supremo.
io sto in piedi con gli psicofarmaci che prendo regolarmente da una ventina di anni non ho altro da aggiungere
Abbiamo voluto il darwinismo sociale, questi sono i risultati.
E chi non riesce è "giusto" che venga escluso perché la mano invisibile seleziona, perché di fatto è questo quello che succede.
Oramai la scuola, fatta di pcto e di nozionismo, di praticoneria, è la prima istituzione che indottrina i giovani (e spesso qualche professore).
Ed il problema non è il voto, il giudizio, il percorso, ma la falsa meta che si promette.
Pretendiamo maturità da ragazzini, ma gli adulti vogliono continuare a fare gli adolescenti, in un cortocircuito generato dal fatto che di fondo tutto il nostro tempo lo impieghiamo solo a consumare o a cercare i mezzi (soldi) per poterlo fare.
E consumando insegnamo solo a consumare.
Ed il vuoto che stiamo creando produce episodi come questo.
Una gioventù che va avanti a psicofarmaci, e adulti che li prescrivono a cuor leggero.
E francamente vedo ben poco da fare, nonostante tutto il mio impegno.
Un suo collega
Partiamo ... Mettiamoci in gioco ...io ci sto .... Un bel incontro nazionale insegnati di tutta Italia uniamoci per cambiare la scuola davvero.... Video super ❣️
La ringrazio molto di questo discorso professore, penso che molti studenti dpvrebbero vedere questo video
Sono un' insegnante della primaria, sono molto d' accordo con il professore sui voti e sui giudizi. La valutazione, che di riforma in riforma e' stata ripetutamente cambiata, non ha cambiato la sostanza, ovvero il fatto che crea competizione, ansia, oppure il deleterio atteggiamento di studiare per il voto o l' altrettanto deleteria paura dell' errore....Da sempre sostengo che sarebbe opportuno abolire i voti e le pagelle, come gia' si fa in altre realta', ad esempio in Norvegia, fino alle medie, ma il mio pensiero non trova riscontro tra i colleghi....In molti anni di insegnamento ho visto la scuola trasformarsi da luogo di crescita culturale, di confronto critico e democratico, di costruzione di percorsi creativi, comuni e condivisi, di sperimentazione, a luogo di applicazione di protocolli e procedure standardizzate e svuotate di senso, senza piu' spazio per condivisione e confronto.
Resta lo spazio singolare della propria classe dove i bravi insegnanti, cercano di difendere e portare avanti relazioni autentiche e costruttive, passioni, interesse, riflessioni, l' umanita' che sempre piu' manca al mondo di fuori.
Ma il percorso e' lungo....e questo sistema, con richieste impossibili e insensate, con la competitività ' con lo svilimento, con lo sfruttamento crea i presupposti di un disagio diffuso che non fa che corrodere e dividere le persone.
Grazie professore, lei è l’unico ad aver raccontato sinceramente come sta la situazione. Siamo oppressi dalla sensazione di non farcela nella vita; se prendi una strada sbagliata sbagli nella vita, se prendi un voto minore del 30 allora non sei un granché… in più c’è la delusione che non vogliamo dare ai nostri cari che avranno tante aspettative su di noi. Purtroppo la nostra società è formata in questo modo. Personalmente mi sono sentita anch’io così da quando sono entrata all’università. È diventato più un luogo di competizione che di studio, dove tutti gli studenti sono alla ricerca non del sapere ma dell’approvazione.
Sono d’accordo con quello che ha detto ma vorrei spostare il problema ancora “più alto” di quello che dice.
Benché le scuole e università abbiamo certamente bisogno di un ammodernamento, da praticamente tutti i punti di vista, io penso che il problema come ha detto lei, sia nella società.
Nella società che ti dice “o fai l’università, oppure sarai condannato ad una vita di miseria”.
Quindi la gente che magari è poco avvezza allo studio perché preferisce la pratica, sceglie comunque di fare l’università e poi ci rimane fregata, perché spendi un sacco di soldi per i libri e l’iscrizione, e poi non capisci un cavolo di quello che i prof ti spiegano perché “eh ragazzi, questo argomento di 240 pagine dovreste già saperlo quindi lo saltiamo per andare a quello dopo”, oppure perché ti mancano semplicemente dei pezzi, oppure ancora magari è una materia/argomento ostica/o e non riesci a capirla bene.
Solo che il detto che ho scritto sopra non è neanche troppo sbagliato perché senza questo fantomatico pezzo di carta dopo ti ritrovi come me.
Che a 20 anni dopo 7 mesi di disoccupazione ho trovato per pura fortuna un lavoro da operaio apprendista e faccio 1000€ circa (o davvero poco più) per 40 ore a settimana, rendendomi pienamente conto che se non ci fossero i miei non potrei permettermi di vivere in pratica.
Vabbè…”Io il mio discorso l’ho fatto, ora voi preparate il discorso funebre per me”
(non ho ancora visto il video)
Purtroppo ci si può benissimo sentire falliti a 19 anni. Inizi a capire che magari tutto quello che hai fatto fin'ora, non segue o non porta a ciò che si vuole fare davvero, arrivando così in un limbo tra "sono ancora in tempo per cambiare la mia vita" e "non ho più tempo per fare niente, perché se non trovo lavoro entro 5 anni non riuscirò a vivere da solo e sostentarmi".
Non sto assolutamente parlando della mia vita😂
P.s. ho 20 anni
Ok ho ascoltato i primi 10 secondi😂. Personalmente non vedo il suicidio come soluzione😂
Grande educatore condivido bisogna valorizzare chiunque , secondo me ognuno ha un grande potenziale , per me .
La vita non può mai essere un fallimento, è un percorso fatto di strade da scegliere ogni giorno, e ogni strada può essere ripercorsa con scarpe nuove se serve.
Dobbiamo avere soltanto il coraggio di indossare scarpe nuove...
Tutto il cuore va a questa povera ragazza, sicuramente aveva solo bisogno di essere più amata, come tutti...
Questo succede quando le carezze, gli abbracci, i sorrisi, vivono nelle canzoni, ma scompaiono dalle nostre relazioni.
Prof, sei un grande, condivido pienamente quanto dici, basta con la società delle performance ma trasmettiamo piuttosto ai nostri figli la fiducia in sé stessi in modo che possano scoprire la loro vocazione e realizzarla nella cooperazione con gli altri
Ci sono dei momenti della vita cruciali, ho sentito questa notizia devastante, su più fronti. Bisogna interrogarsi moltissimo, come comunità. Come società, esatto. Fallimento è una parola da bandire.
grazie , nient'altro che grazie. Ne avevo proprio bisogno.
Che bel discorso, dovrebbero farlo vedere a tutti coloro che iniziano un percorso. Purtroppo è una malattia che inizia ad essere instillata nelle menti a partire dai licei. Io lo vedo con mia sorella che frequenta il liceo classico; le sue compagne sono talmente ossessionate dal voto alto che se non sono preparate adeguatamente, in accordo con i genitori (e questa è la cosa grave) si assentano per evitare l'interrogazione.
Vengono indotti a pensare che vinceranno sempre, e poi alla prima caduta si sentono falliti.
Grazie professore, da mamma e da ex adolescente. Bisogna tornare a concentrarsi sulla meraviglia dell'essere umano
Un rispetto profondo
Per non parlare di chi denigra continuamente chi non è laureato o non sta facendo l'università, questo è un problema per quanto mi riguarda molto sottovalutato, ma da comunque parte del problema del considerare le persone sfigate o no in base ad un titolo di studio conseguito, io ho sempre paura di aprire bocca riguardo a questo discorso in qualsiasi contesto perché ogni volta mi viene detto che non ho speranze di trovare un lavoro, non ho possibilità di avere un futuro, non troverò mai la stabilità economica.. Sinceramente la situazione in cui ci troviamo è davvero spaventosa, e l'idea che ci aspetta un futuro pieno e una società gestita da queste discriminazioni mi spaventa e non poco
...oggigiorno noto che i giovani guardano dall'alto in basso i coetanei che non sono laureati, un tempo non succedeva, più si va avanti e più si creano caste e divisioni..altro che progresso.
@@antonellacarletti9260 e non si tratta solamente di guardare dall'alto in basso, parliamo anche dell'essere fortemente convinti che chi non abbia una laurea sia una persona con poche capacità intellettuali, che non si possa avere una cultura personale perché "se non sei laureato non puoi essere colto"
Come se fare una facoltà ti dia l'accesso a tutta la conoscenza o ti renda un genio.. purtroppo l'università, a molte persone, oltre che rilasciare la laurea, lascia anche un'abnorme arroganza
Grazie per questa profonda riflessione. Grazie davvero. ❤
Mi trovo in disaccordo e trovo che questi ragionamenti siano deviati da ideologie politiche. In Italia non esiste alcuna spinta a darsi da fare, ad essere migliori. Nelle scuole, nelle università, nel lavoro i migliori non vengono premiati quasi mai, anzi spesso si devono adattare agli altri. Quello che succede è un'altra cosa: le persone vanno in depressione quando pensano di non essere riuscite ad arrivare ALMENO AL MINIMO, si pensa così di aver fallito nella propria vita. Purtroppo questo coincide spesso con il LAUREARSI. L' idea che dovrebbe entrare in testa alle persone è che non esistono passaggi imprescindibili per avere una vita valida: essere single, non laurearsi, guadagnare poco ecc... Di per sé non hanno alcun significato nel valore della propria vita e di quel che di bello si può fare. Prendersela sempre con la società in maniera diretta ed esclusiva ( anche se non nego abbia delle colpe, come può non averne?) , lo trovo troppo facile e pericoloso. Pericoloso perché sembra che per cambiare la propria vita serve fare la rivoluzione
Io ho 25 anni e mi laureo a dicembre, anch'io al liceo e i primi anni universitari ho passato una situazione simile, ma per fortuna mi sono ripreso. Purtroppo viviamo in una società competitiva, malata, dove il pezzo di carta conta più della tua vita, di quello che sei, di quello che ti piace, dobbiamo cambiare profondamente mentalità, oppure andremo verso l'autosabotaggio.
Buona fortuna
Viviamo in un mondo che ci vuole tutti perfetti; fateci caso. Abbiamo dimenticato che il fallimento, in realtà, equivale a una vittoria. Gli occhi di questo mondo non possono capirlo, non possono proprio; sono limitati. Ma la nostra radice giudaico-cristiano ci dimostra proprio questo: che il fallimento totale apre le porte a una vittoria.
Quando elaboreremo una cultura che tenga conto di questo, invece di veicolare, specie ai giovani, valori come la competitività, il merito e la performance? Il prezzo da pagare sarà un numero sempre più CRESCENTE di giovani suicidati.
Tenetelo bene in mente, gente! Se non iniziamo a cambiare, tali numeri saranno destinati ad AUMENTARE.
Mi congratulo con questa società, nei confronti della quale mi sono sempre sentito (e mi sento tuttora, ai 40 anni di età, dopo un fallimento TOTALE della mia vita) un ALIENO. E dalla quale preferisco di gran lunga tenermi distante.
Saluti
Bel video. Il problema é che troppo sconnesso dalla realtà. La competitività (misurata nella prestazione) è oggi necessaria per sopravvivere nel mercato del lavoro.
La vorrei come padre. Quante volte mi sono sentita come questa ragazza ed ero anche più piccola. Oggi ogni giorno mi sento come lei ed è bello ascoltare le sue parole e sapere che lei ci vede e ci vuole aiutare.
Purtroppo molto di frequente sono proprio gli affetti la causa del malessere. Non è giusto dare tutte le colpe alla società: chiunque può capire razionalmente che la vita vale più di qualsiasi successo o insuccesso, ma poi subentra il verme dell' attaccamento ( la paura di deludere X o Y ) ed è QUELLO in fattore che manda in crisi. Dietro un evento del genere il primo fallimento non è dell' astrattissima "società", ma in primis degli "affetti", delle persone vicine, sono loro in questo caso i complici dell' omicidio.
La mia ragazza deve sostenere un esame all'università. Ieri mi ha detto : spero la prof non mi umili. Questa speranza dice tutto e purtroppo non smentisce il discorso appena fatto nel video.
Purtroppo la società non cambia ....eventi come questo non smuovono le coscienze, sono del tutto irrilevanti di fronte all immenso meccanismo economico ,produttivo, estetico , performante ...." Anzi ....chi si toglie la vita appare ancora più debole... "The show must go on" sempre e comunque
Meritevole...
"Meritevole" per certi personaggi significa solamente "risorsa più adatta a riempire quella casellina vuota del sistema".
Per alcuni meritevole potrebbe voler dire ben altro, e addirittura il sistema stesso potrebbe non essere meritevole di essere preso in considerazione perché iniquo e disumanizzante. Io mi ritrovo pienamente in quest'ultima categoria.
Questi novelli alfieri del merito li sentiamo sproloquiare su Dante quando va bene, altre volte in parlamento che mettono insieme qualche frase sempliciotta durante un intervento, e la prima cosa che mi salta in testa è "ma con che MERITO quella persona si trova lì?"
La fine di quella ragazza mette molta rabbia, non è giusto! Ha ragione professore, le cose devono cambiare
La competizione è intrinsecamente sbagliata perchè se si rinuncia a qualcuno, si rinuncia al massimo potenziale umano. Se io ho 2 persone, e questa valessero 1 e 2 , se io valorizzo solo la 2, otterrò 2 , ma se valorizzo sia l 1 e il 2 , il grande e il piccolo, ottengo il 3, il supremo.
@@esserevivente2506 eppure siamo on un mondo che si basa sulla competizione. E per quanto persone come me e più esperte di me cerchino di cambiare la cosa... Ci sono più persone che la difendono questa competizione.
@@dartnight365 e questa competizione risulta per i motivi da me elencati sbagliata.
@@esserevivente2506 sono perfettamente d'accordo, per questo ed altri motivi.
Il fallimento, l'unico, è quello di non accettarsi e non accettare i fallimenti connaturati alla vita stessa. ❤️ Educhiamo a una visione della vita di respiro più ampio. Bravo Saudino.