Misteri e influenze cosmiche: l'astrologia dell'Impero Romano
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- Опубликовано: 7 фев 2025
- relazione di Margherita Fiorello
L'astrologia nell'antica Roma era una pratica che univa misticismo, religione e scienza, rivestendo un ruolo centrale nella vita quotidiana e politica. Importata dalla cultura greca e babilonese, essa si radicò profondamente nella società romana, influenzando decisioni personali, militari e governative. I Romani credevano che gli astri e i movimenti celesti fossero manifestazioni della volontà divina e strumenti per comprendere il destino umano.
Gli astrologi, spesso provenienti dall'Oriente, godevano di grande prestigio. Molti imperatori, tra cui Tiberio e Augusto, consultarono astrologi per pianificare campagne militari o per prevedere il proprio futuro politico. Nonostante ciò, il potere attribuito a questa disciplina suscitava timori: alcuni imperatori, come Domiziano, ne limitarono la pratica per paura di congiure e rivolte.
La cultura astrologica romana era strettamente intrecciata con la religione e il calendario: i giorni propizi o infausti erano determinati dall'osservazione degli astri, mentre la nascita di un figlio sotto una particolare configurazione celeste poteva segnare il suo destino. Le dodici case astrologiche, associate ai segni zodiacali, furono integrate nella visione cosmologica romana, diventando un mezzo per interpretare l'ordine del mondo.
L'astrologia, dunque, non era solo uno strumento di predizione, ma anche una lente attraverso cui i Romani percepivano il rapporto tra l’uomo e l’universo, tra il caos terrestre e l'armonia celeste. Essa rappresentava un sapere affascinante e controverso, che continuò a influenzare il pensiero occidentale per secoli.
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