Fatico a trovare un tuo video che non sia interessante e non risponda a vari quesiti che mi porto dietro praticamente da sempre. Grazie. Da siciliano, non nego di aver sempre portato con me una vergogna latente del mio accento, nell'interagire con italiani "del continente", arrivando addirittura a mascherarlo quanto più possibile. E anche adottando certe basilari regolette di dizione circa l'apertura o meno delle vocali, la pronuncia della c dolce in "efficacia", tendenzialmente strascicata da noi, o anche la distinzione tra s sorda e non (che in siciliano non esiste). Ricordo ancora lo stupore nel sentirmi rivolgere un complimento da un genovese laureato (quindi in teoria più aperto mentalmente della casalinga di Voghera) per il fatto che... parlo italiano. Vale a dire che ci sono italiani del nord anche giovani che credono seriamente che noi meridionali non sappiamo parlare italiano. Posso dire che sono scioccobasito? Ah no?
Ecco, proprio come dicevo, certe abitudini articolatorie sono difficili da rimuovere, e non vedo infine perché dovremmo farlo se parliamo correttamente sotto ogni altro punto di vista! Anzi, ben venga appunto far vedere al resto d'Italia che in ogni regione si può apprendere un corretto italiano, ché questi pregiudizi hanno stancato.
La morale a fine video vale quanto tutto il video 🤣 Comunque non posso che condividere ogni tua singola parola (soprattutto "burdo", lo ammetto, ahahah). È capitato anche a me, in questi lunghi 10 anni, di ricevere commenti da parte di persone che sostengono che io non possa avere un canale RUclips dedicato alla grammatica e alla lingua italiana visto il mio accento sardo. Ho sempre risposto con la gentilezza e la cortesia che mi contraddistinguono, ma nella mia mente c'erano altre parole in campidanese stretto stretto 😂
In tanti anni all'estero ho quasi perso il mio accento sardo. Al telefono molti mi dicono che non capiscono da dove provengo, anche se prima o poi qualche parola con l'inflessione sarda viene fuori. Tuttavia quando rientro a casa per le vacanze mi adatto di nuovo all'inflessione "di casa" 😄
Ottimo video. Qui da me in Sicilia la questione è ovviamente molto sentita da tanti. Conosco persone che fanno corsi di dizione o che finiscono con l'apparire davvero ridicoli nel loro continuo tentativo di coprire il proprio accento quando parlano con persone provenienti da altre regioni. Personalmente io non mi vergogno affatto del mio accento e ritengo che esso sia l'espressione di una grande cultura che sta dietro quel mio modo di parlare, una ricchezza che è giusto apprezzare e difendere.
Mi trovo perfettamente d'accordo con il tuo pensiero, che trovo abbia anche una funzione educativa , per ridare umanità anche al nostro linguaggio che viene disumanizzato quotidianamente, inducendo le persone a liberarsi delle inflessioni regionali o locali considerate inferiori , e parlare un italiano standard considerato corretto . Ma ciò è dovuto alla cultura Neoliberista dominante che si fonda sulla decostruzione ed eliminazione delle "radici etiche" delle nostre identità in nome della mercificazione integrale della vita . Ma la cultura e l'identità di un popolo può esistere solamente in presenza della differenza.
Alla fine studiando dizione sono riuscito a rimuovere l' inflessione. È stupendo che tu dica questo. Purtroppo moltissimo non capiscono questo concetto semplicissimo.
Anche i miei professori di linguistica all'università avevano inflessioni regionali. Questo ovviamente non intaccava la loro preparazione. Ovviamente dipende dal contesto in cui ci si trova. Per esempio, io che ho studiato interpretariato, ogni volta che entravo in cabina cercavo di livellare il più possibile il mio accento regionale. Un pubblico di ascoltatori deve concentrarsi sul discorso senza "distrazioni" di pronuncia. Ma nei corsi teorici ho sempre parlato in modo naturale, o sarei sembrato un idiota 😅
Io sono veneto (alta prov. di TV) e quando entro in un'osteria e vedo intorno a me solo over 70, svesto i panni dell'ingegnere, mi tramuto in Mr. Hyde e abbandono l'italiano standard per abbracciare il mio buon dialetto locale dove mi permetto anche di stravolgere il lessico e la morfosintassi usando le bestemmie come congiunzione. Così entri subito in sintonia con gli avventori e cominciano a piovere pacche sulle spalle, brindisi euforici e soprattutto elargizioni gratuite di porzioni monodose di vino (in veneto le cosiddette "ombre de vin") P.S. A tutti i cristiani che leggono vi prego di non biasimarmi in quanto la bestemmia, qui in Veneto e in Friuli, come disse il buon Paolini a teatro nel suo spettacolo VAJONT "[ ...] La bestemmia c'entra più niente co la religiòn: c'entra con la sintassi; essa sostituisce tutti gli articoli e le congiunzioni tra una parola e l'altra: cavi la bestemmia non scorre più il discorso" 😅
Quanta nostalgia per quando negli anni 60 i bambini provenienti da ogni parte d Italia giungevano nelle periferie delle città industriali, ciascuno di loro a casa parlava in dialetto strettissimo , ma a scuola tutti a parlavano senza inflessioni dialettali sia che fossero sardi o bergamaschi. Oggi impera in TV un pessimo "romanesco"
Io adoro il romanesco, adoro i Romani ed adoro Roma ❤ ma da Veneto mi sento troppo spesso visto come un ignorante per il solo fatto di parlare con la mia lingua che adoro
A parte il fatto che l'inflessione sarda e quasi impercettibile e molto vicina alla lingua standard, semmai credo che chi parla in pubblico forse dovrebbe avere il desiderio di imparare gli accenti corretti, ma è una considerazione del tutto personale. I tuoi video sono molto ben fatti e tu sei molto competente.
Sono Emiliana e me ne vanto. Come apro la bocca si capisce e a volte mi prendono in giro, io allora calco la mano buttandoci dentro anche un po di dialetto e che si fottano 😂😂! "Non rompetemi i coglioni" come stile di vita, grazie!❤❤😅😅
Gli accenti italiani sono una bellissima ricchezza, è anche bello sentire i vari accenti quando ci si incontra tra persone che non si conoscono. In alcuni casi però gli accenti troppo pronunciati si accompagnano all’uso di slang dialettali ed espressioni molto specifiche in un contesto non adeguato. Ad esempio ad una riunione di lavoro mi piace sentire l’accento regionale ma molto meno quando si parla in modo molto “buzzurro”, che prende in prestito tantissime parole e modo di dire strettamente dialettali. L’accento è bello, la parlata regionale pesante è tutt’altra cosa. Ad esempio nei film o nelle rappresentazioni teatrali se non c’è una chiara ambientazione romana suona davvero male che si parli in romanesco (non solo di accento ma proprio con regionalismi e sintassi non standard) ma accade davvero troppo spesso. Chettelodicoaffà. W Geppi Cucciari
Mah! Inflessione è un conto, alterare le sillabe fino a deformare la parola, un altro conto. Conosco gente che ormai, a forza di pronunciare "inzieme, assigurazione, moldo, rejone, marchijano... quindi appartiene a diverse realtà regionali, finisce anche per scrivere deformato. Tralasciamo le altre amenità tipo "ho stato a Bari, sò respirado a fadiga" che trovo davvero penose, la leggera inflessione di provenienza non guasta di sicuro. Ma le regole per una grammatica corretta dovrebbero trascendere e preservarsi dagli "slang" e dalle improprietà varie che si ascoltano qualche volta.
Le disgrafie vengono anche confuse come errori, questo perché gli insegnanti italiani sono spesso boriosi e non analitici come se non riuscissero a fare due cose insieme, si più insegnare e allo stesso tempo osservare, se questo tipo di cose non è compito degli insegnanti è anche vero che non esiste alternativa, qualcuno deve notare e identificare certe cose, di disgrafie ne esistono tante, c'è chi scrive parole troncandole, non è scelta o incapacità, se si scrive "quendo" non è pugliese banfiano, se si mescolano le lettere, anche scambiare la N per M non è per forza un errore è un difetto che parte dal pensiero corretto e nell'atto di scrivere diventa altro.
Io, seppur ironicamente, dissento da quanto hai scritto nella didascalia di questo video :D L'accento milanese, soprattutto negli ultimi anni, è diventato spesso bersaglio di commenti negativi, non necessariamente (ma anche...) perché si percepisca come sintomo di ignoranza, ma perché dà una sgradevole impressione di saccenza, di sicumera. Perché questo? Secondo me perché molti cosiddetti influencer, per origine o addirittura per affettazione, si esprimono con quell'inflessione, nei loro video. Noi liguri, poi, associamo l'accento lombardo con i 'foresti' (i turisti, specie i turisti estivi), quindi, nella nostra mentalità proverbialmente ospitale, lo troviamo un accento fastidioso. Per quanto mi riguarda, l'accento è come le spezie nel cibo: se non ce n'è, la lingua sembra insipida. Poi è chiaro che se l'inflessione è così marcata che chi non è del luogo fa fatica a capire, può dare fastidio.
I Milanesi di M anche se venissero ogni giorno presi a bastonate ...non si sarebbe alla oari ..con I danni e le porcate che hanno fatto nel secolo scorso Al resto del paese
Personalmente gli aspetti legati agli accenti, aii dialetti e a tutte le varianti regionali sono le cose che più mi affascinano di una lingua. Sono elementi che permettono di capire molto un popolo e una cultura a mio avviso. Vale sia per l'italiano che per l'inglese, che sono le due lingue che conosco meglio. E per il sardo anche (sono nuorese). Complimenti.
A me piacciono gli accenti regionali. Però io sono del "profondo nord" e l'accendo della mia zona è simile a quello milanese, anche se non identico. Sono consapevole di sbagliare quasi tutte le vocali aperte e chiuse (soprattutto è e é) rispetto all'italiano standard. Devo confessare che a volte mi pesa un po', ho anche provato per poco tempo a forzarmi, ma ormai sono vecchio e non ce la posso fare :-) Lo accetto così, e me lo faccio andare bene. Cerco solo in contesti più formali di non usare regionalismi, e almeno questo mi viene abbastanza bene. Vive la différence ;-)
Grazie per la spiegazione chiara dell'origine delle abitudini articolatorie. Ho notato in università, dove ho incontrato tanti compagni da Brescia o Bergamo, che qui dalle parti di Varese le inflessioni sono piuttosto contenute rispetto ad altre provincie, anche se siamo comunque affetti da alcuni palesi Lombardismi, per esempio diciamo stèlle invece di stélle. Impressionantemente, un mio amico di origini biscegliesi riesce a parlare con disinvoltura italiano senza alcun accento e dialetto pugliese. Non capisco comunque le critiche alla conduttrice di un pugno di libri, quando ai conduttori con forti accenti toscani e romani non viene detto nulla. Inoltre, Alessandro Barbero ha un accento di Torino e nonostante questo si capisce benissimo. Al liceo linguistico ci hanno insegnato al primo anno qualche cenno di fonetica (IPA) e diciamo che è rimasta sempre importante nella valutazione degli orali, ma in modo abbastanza equilibrato rispetto ad altre competenze che gli insegnanti volevano che sviluppassimo. Infatti in molti esami del Cambridge le registrazioni hanno un forte accento magari indiano o non perfettamente inglese comunque, non solo per allenare all'ascolto anche di altre pronunce che non siano la RP, ma anche per trasmettere che di fatto l'importante è capirsi. Infatti mi è piaciuto molto che, nonostante per il tedesco abbiamo imparato l'accento del Sud (Monaco), che è molto simile allo standard del Goethe, il nostro libro di testo per la grammatica fosse diviso in unità, ciascuna con tracce audio registrate da persone con accenti diversi, perché le "storie" stesse relative all'unità erano ambientate in città distinte.
Io AMO gli accenti, sopratutto quelli stranieri. Anche perché se parli lingua A con accento di lingua B si sentirà sempre che non sai una lingua e basta. È come avere un pezzo di CV già immediatamente presente a livello acustico.
@@attical4875 Secondo te da dove derivano gli accenti autoctoni degli italiani? Dal marziano o dalle lingue regionali, che ignoranti totali della situazione linguistica come la maggior parte degli italiani si permettono di insultare e sminuire?
Ciao Yasmina. Non avendo niente da aggiungere e avendo la mia gatta che vuole tutta la mia attenzione lascio il mio solito commento per creare interazione sotto al video;)
Questo video è... Una bomba! 🤩 Una bomba dietro l'altra!!! 🌋🌟🎇🧨🤯 Non sono linguista, e anzi sono completamente ignorante nel settore. Semplicemente sono veneta e appassionata della mia parlata. Come peraltro anche della lingua italiana! Una non esclude l'altra! E sì, l'inflessione regionale è per me un arricchimento 💖 Personalmente, dato che la lingua italiana è teorica, credo che sia opportuno insegnare anche la dizione, come nozione in più, per scindere bene l'italiano e le parlate locali, cosicché, tenendole distinte, l'una non influenzi l'altra e in questo modo si salvaguardano entrambe. ... Se non altro per zittire quei saputelli e far notar loro che, sebbene si riempino la bocca di tante nozioni, neppure loro usano la lingua italiana correttamente! Per quanto riguarda invece ciò che hai fatto notare sul cinema, due pesi e due misure, vero, non ho mai capito neppure io perché la parlata romana vada bene e invece tutte le altre siano legate a stereotipi. Non so, sarà perché sono emotivamente legata al mondo del doppiaggio, sta di fatto che io come spettatore, mi aspetto che prodotti cinematografici e televisivi siano in dizione corretta. Soprattutto i programmi per bambini (proprio per evitare gli stereotipi). Per dire, posso anche capire un prodotto come "tagliare lungo i bordi" (con un romano esagerato), dove ci si è presa più di qualche "licenza poetica", però proprio perché c'è questo uso eccessivo di una parlata locale circoscritta, è un prodotto che possono godere appieno solo i romanofoni. Personalmente dover mettere i sottotitoli per visionare un prodotto italiano, mi ha un po' scocciata. Certo è vero che ci sono delle sfumature caratteristiche che proprio per questo hanno arricchito il prodotto. Dov'è il limite? Quindi la mia riflessione al riguardo è: se fosse stato fatto con l'inflessione siciliana? Tutti mafiosi! Calabrese? Tutti criminali! Napoletana? Tutti scemotti... E via di seguito 🤷🏻♀️ e se ci sono state polemiche per una presentatrice di un programma di intrattenimento che si è lasciata sfuggire qualche termine in sardo, figuriamoci se qualcuno avesse redatto un intero prodotto in sardo (uso sempre questa lingua come esempio)! Detto ciò, grazie ancora per i tuoi video 😊
Arrivo con un ritardo di due e più anni ma ci provo lo stesso. Parto da posizioni parecchio diverse, ma credo possano coesistere e non mi considero un rompico*** Premessa. Adoro i dialetti nel loro contesto. Amo anche gli accenti, sempre nel loro giusto contesto di lingua familiare oppure locale. Amo gli accenti sardi (i pochi che conosco) e non ho mai avuto problemi comunicativi in Sardegna perché tutti i sardi che ho incontrato sono stati in grado di esprimersi in italiano senza problemi, anche le persone più semplici. Detto questo, bisogna anche vedere quant'è marcato questo accento di cui parliamo ovvero quanto pesa sulla comunicazione. E' ovvio che non si può pretendere che tutti frequentino un corso di dizione e doppiaggio ma chi parla in pubblico deve comunque essere in grado di attenuare la fonetica regionale per avvicinarsi di più a quella comune. Questo, secondo me, deve valere in primis per gli insegnanti, anche nel caso in cui si trovino di fronte una classe omogenea per origine regionale. L'italiano standard, quello che non esiste, è comunque bellissimo. La RAI degli anni 60 e 70 eccelleva nel trasmettere programmi e sceneggiati recitati in un italiano meraviglioso. Il fatto che si sia deciso di abbassare il livello e di produrre infiniti programmi/film/serie parlate in quell'orrido e artificioso roman/partenopeo è una decisione per cui manderei in galera un po' di dirigenti. Ormai siamo probabilmente oltre tempo massimo ma personalmente ritengo che chi lavora in televisione dovrebbe frequentare questo famoso corso di dizione e doppiaggio perché trovo giusto che tutti gli italiani siano esposti "alla lingua che non esiste°.
Vero che la lingua italiana è bellissima ed aver osato immergermi prima nell'inglese che in fondo non è difficile e poi nel tedesco che difficile invece lo è, forse mi ha privato di più di qualcosa ; ma non si può avere tutto nella vita.
Tutto giusto Yasmina complimenti. La mia opinione da ragazzo di 20 anni è pressoché analoga alla tua. La mia idea di preservare l'integrità dei regionalismi credo sia importantissima per imparare e sapere da dove proveniamo. La mia opinione è di parte, il dialetto è una lingua vera e propria che sta via via perdendosi e le espressioni come i motti si spirito, i detti, e tutte le parole sono cultura da tramandare: da me in Romagna, per esempio, il dialetto e soprattutto l'accento sono stati quasi totalmente sterilizzati. Un po' per i flussi migratori del meridione oltre a quel sistematico rinnegamento che hanno i genitori di non parlare né insegnare dialetto un po' perché non lo sanno nemmeno loro. Risultato? La popolazione anziana sopravvissuta dal covid parla saltuariamente dialetto quindi hanno pure l'accento, gli adulti sui 40/60 hanno l'accento ma quasi non parlano dialetto, i giovani non hanno a volte l'accento e capisco il dialetto ma non lo parlano, i giovanissimi come me non hanno l'accento e non capiscono a volte nemmeno il dialetto scambiando a volte regionalismi romani e milanesi come se facessero parte del loro corredo verbale. Una sentenza di morte praticamente ed è tutto dalla Romagna linea allo studio.
La diffusione dei regionalismi in altre zone della nazione è normale, succede anche con parole di parlate meridionali (cazzimma è la prima che viene in mente). È che se il dialetto non viene insegnato ai bambini, per forza muore, non c'è niente da fare!
Penso che questo pregiudizio nasca dall'incontro di tre tendenze: 1) Una memoria storica degna di un criceto; 2) Una tendenza borghese a considerare italiano colto il birignao della vecchia scuola di teatro (forse quella più comprensibile, secondo me); 3) decenni di televisione nazionale collocata a Roma e Milano, che hanno normalizzato quelle cadenze a scapito delle altre. Anni fa facevo un podcast amatoriale e mi veniva attribuita un'ottima dizione: non era vero, ho una parlata milanese non molto marcata ma sensibile, eppure pareva così
@@YasminaPani ma chi è che le confonde? Le cadenze lombarde e piemontese sono tutte tranne che standard: non so come facessero a dire al signore sopra dotato di una parlata milanese, che avesse una buona dizione, probabilmente era gente che non aveva mai studiato dizione. Il milanese tipico, anche non marcato, sbaglia praticamente tutti gli accenti e la cadenza "strascica" le parole (accusa che mi hanno sempre fatto amici del sud Italia) e, anche quando non è marcato, si capisce benissimo che è milanese, lombardo, io dopo decenni di dizione ancora purtroppo ce l'ho in certi momenti. Infatti, l'avvento di Mediaset ha creato degli stereotipi, che sono lontani dall'italiano "standard": a parte Pozzetto, tu forse sei giovane non ricorderai "I ragazzi della terza C", il mitico Commendator Zampetti. O in Drive IN, Braschi che faceva il paninaro. Nelle scuole di teatro hanno sempre sfottuto per la parlata milanese, peraltro spesso la si prende come esempio per dire come non si deve parlare. Per tacere della cadenza piemontese, che è particolare. Che poi, non ricordo conduttori piemontesi: devo andare indietro e Macario per pensare a un piemontese in tv. O adesso Gramellini, credo. Diverso è il discorso del dialetto ma pochi lo usa no in tv o in radio. A parte che la cadenza milanese ormai non ce l'ha quasi più nessuno perché siamo come i panda, siamo rimasti un centinaio ormai....Comunque, concordo con il tuo video, tra l'altro, è una polemica che capisco poco perché amo la parlata sarda, la Cucciari mi piace anche per quello, a me dà sempre una idea di chiarezza e perentorietà, e poi mi piace proprio come sonorità. Come anche il siciliano, forse lo amo anche di più. Mi piace molto anche il calabrese. La mia cadenza invece non mi garba punto, se non per fare ridere.
@@lucat5479 Il 99% degli italiani non ha mai studiato dizione, Luca, il discorso è questo! E nel sentire comune quelle parlate sono vicine allo standard, ed è questo uno dei motivi per cui è bene che siano tutte rappresentate nei media.
Grazie ad alcune pagine FB (vedi Il Signor Distruggere) è diventato di moda perculare le persone di ceto basso con bassa alfabetizzazione. Dimenticando che per i nostri nonni e bisnonni non era così usuale avere la laurea o perfino saper leggere. Quindi una larga maggioranza di noi ha antenati con una bassa scolarizzazione e bassa istruzione. Come se esistesse una sola conoscenza al mondo, quella universitaria.
Accento MAURRO😂😂😂 L'accento della mia zona è totalmente diverso. Quando la gente pensa all'accento sardo, la prima cosa che viene in mente è il Sud con "le doppie"... Quando sentono me pensano che sia uno spagnolo residente in Italia.
Ciao, Yasmina! :) Non ho seguito la vicenda ma non capisco che nesso ci sia tra parlare con l' accento della propria regione di appartenenza e l' ignoranza (?). È un' associazione che viene fatta, è vero, ma di solito riguarda i dialetti. Come giustamente dici, non è detto che tutti gli italiani sappiano comunicare (più o meno correttamente) in italiano e quindi ricorrono al dialetto che di fatto è la loro "lingua madre". In questi casi si ignora l' italiano e il livello di istruzione si presume essere basso. Ma ripeto: è un caso a sé. Per quanto riguarda te, si tratta semplicemente di leoni da tastiera e - di fatto - di vero e proprio cyberbullismo. Sparano a zero per colpirti su qualcosa che percepiscono essere per te importante (che i tuoi interlocutori/ascoltatori ti considerino colta/intelligente) ma non credo che ottengano qualcosa se non innescare la tua reazione per la serie "ora vi metto a posto io" che è precisamente l' unica cosa che può apparire insensata al tuo pubblico. Io, ad esempio 🤣 ti ho scoperta solo di recente (purtroppo) ma tutti tuoi contenuti mi hanno destato curiosità e interesse. I momenti di polemica, contro polemica, altezzosità, toni sprezzanti per la serie "le persone sono stupide e inferiori" ehm... 😅 un po' meno... Comunque ora mi taccio perché sono OT con questo mio feedback che probabilmente lascerà il tempo che trova (anche se sono del parere che possa essere importante per chi si mette davanti ad una cam a fare video avere riscontri sinceri e senza filtri).
Se ne parlo è perché non è un'associazione che viene fatta solo con i dialetti, ma proprio in relazione all'inflessione. Non è evidentemente un video di reazione piccata a qualche insulto, primo perché come ho detto questi mi sono stati rivolti parecchio tempo fa, quindi se avessi dovuto reagire in quel modo lo avrei fatto d'impulso, subito, e secondo perché sono critiche che vengono fatte a molte altre persone: io ho menzionato Geppi perché è una conduttrice molto famosa e una delle poche persone sarde che si sentono in televisione, se non l'unica, ma è una testimonianza che qualsiasi persona del Sud può portare se ha avuto a che fare con persone provenienti da altri luoghi. Che alcune inflessioni siano associate a ignoranza, pastorizia, arretratezza ecc è evidente a qualsiasi italiano che osservi un minimo certe dinamiche: non vale solo per il dialetto, vale proprio per l'inflessione. Infatti in molti mi hanno chiesto di parlare di questo tema, e appunto dovevo farlo già da tempo. Se mi hai scoperto di recente forse, per un caso, hai visto solo quei video in cui sono quasi completamente neutrale o addirittura pacata, ma sono una minoranza: il mio stile è sempre stato questo, sarcastico e pungente. Anzi, in questo video sono decisamente tranquilla, non ho detto niente di che. È un fatto che le persone che parlano di "accento" come di una cosa negativa siano ignoranti, non è un dire "le persone sono stupide e inferiori". E io le cose le dico come stanno: ripeto, l'ho sempre fatto, e mi rendo conto che questi toni non siano graditi a tutti. Va bene così, nessuno può arrivare ovunque, e non ho la pretesa di essere perfetta o di non risultare fastidiosa. Ti ringrazio ovviamente per il tuo contributo, ma è un tema sul quale ho preso la mia decisione da tempo :)
@@YasminaPani no, assolutamente. Ho capito che era un' osservazione fatta in risposta alla "questione Geppi" e non di impulso e in risposta a critiche personali. Ma resta una critica assolutamente priva di fondamento e che lascia il tempo che trova. Per quanto riguarda i toni polemici o tendenzialmente offensivi nei tuoi video, ti dirò: a me non piacciono i formalismi, amo le persone irriverenti, pungenti e senza peli sulla lingua. Io stessa applico ben pochi filtri se comparata al resto del mondo :) Appezzo il tuo tono informale, le parolacce (abbondano anche su questi lidi 🤣) e il tuo atteggiamento in generale. Non ho recuperato tutti i video sebbene mi sia ripromessa di farlo. Poco a poco :) Devo anche dire che non sarei del tutto sincera se omettessi ciò che penso: a volte l' ironia o il sarcasmo mascherano, edulcorano e rendono accettabile un atteggiamento di fondo che è... Beh, sì, un atteggiamento di superiorità. Ma del resto, #chissenefrega. È il tuo "stile comunicativo", una tua cifra specifica e parte di te. Che io ci percepisca un atteggiamento di disprezzo verso molti probabilmente va ben oltre un feedback da parte di un utente RUclips (e comunque potrei anche sbagliarmi del tutto!). È solo che in alcuni frangenti è un po' too much e, da spettatrice, ammetto che non mi piace particolarmente. Nel video fatto ultimamente su Pasolini dici ad esempio "gli americani sono ritardati mentali" (o qualcosa di simile). Anche io non apprezzo particolarmente l' ammmericano medio (corrispettivo degli italioti dei nostri cuori, tho) però ad esempio quel "ritardato mentale" non è mi sembrato il massimo (o come direbbe Jasmina: "si esprimerebbe così solo un deficiente" 🤣). PS: so che non si percepisce il tono dai messaggi scritti, ma GIURO che l' ho scritto sorridendo bonariamente 🤗☺️ PPS: sì, ho un parente con disabilità cognitiva. PPPS: sì, spesso il politically correct mi provoca una tremenda orticaria. PPPPS: no, non sei perfetta ma ti si vuole bene :)
No no, non sei l'unico che si sciala. Io sono a contatto col pubblico e mi faccio una cultura sugli accenti. Anzi chiedo sempre da dove vengono, da che zona del veneto, da che parte della sicilia, da che paese qui dei dintorni (ebbene sì, qui in brianza nel raggio di 10 km si sentono accenti diversi). Anche sui cognomi: chiedo sempre da dove arrivano. Tra l'altro è un bel modo di entrare in confdenza con le persone.
Adoro il tuo leggero accento sardo. Mi ha sempre fatto sorridere l’uso dei tempi dei verbi: al sud sempre passato remoto, anche per cose appena successe e al nord sempre passato prossimo anche per eventi di anni fa. Non so se ci sia una regione dove si rispettino le regole 😂 Io vivo in Svizzera, nel Canton Ticino, orgogliosamente italofono. Peccato che nel “burocratese” lo stato inverta sempre l’uso di licenza e patente. Licenza di condurre anziché patente di guida, patente di pesca anziché licenza ecc. 😂
Sono d'accordo. Non mi sono mai vergognata del mio accento sardo, anzi, ne vado fiera perché non rinnego la mia provenienza e appartenenza. Mi sono posta il problema (più che altro credo per inesperienza su questo tema) su come fare l'audiolibro del mio libro. Se leggerlo io, che so esattamente l'intenzione di frasi e dialoghi che ho scritto o affidarlo a chi ha la dizione, che però potrebbe non dare il giusto piglio al tutto, essendo esterno alla creazione del testo. Ho anche fatto un piccolo sondaggio su fb e le risposte sono state varie. Come sempre faccio, anche dopo un sondaggio che è più che altro un sentire pareri per riflettere meglio sulle motivazioni mie e altrui, sono rimasta della mia idea perché le mie motivazioni sono rimaste forti. E poi il libro parla di Sardegna e della sua Storia e mi sembra una buona idea fare parlare i protagonisti come parlo io, anche se loro fanno parte di un'epoca lontana 800 anni. Ho adeguato il loro vocabolario ma restando comprensibile e dando addirittura un piccolo glossario dei termini desueti e specifici a fine libro. Tra l'altro io e i protagonisti del libro siamo della stessa zona. Ho scoperto il tuo canale da pochi giorni. Complimenti per la semplicità (che non è sinonimo di leggerezza in questo caso) con cui tratti ogni argomento. Ciao
Ciao, mi interesserebbe molto leggere il tuo libro! Ora mi vado a vedere il tuo canale 🙂 per quanto riguarda l'audiolibro, è una scelta difficile. A me personalmente piacerebbe se fosse letto con l'accento sardo!
Da poco iscritto Complimenti ottima riflessione Per esperienza personale in Italia non siamo certo quelli che hanno più difficoltà in questo ambito Posso assicurare che un inglese di Manchester e vicinanze ha serie difficoltà a capire un australiano Difficoltà che io non ho mai avuto nel farmi capire in Sicilia, malgrado il mio accento sabaudo
@@YasminaPani Quelli li capisco bene, non so perché Molto più complesso capire uno dello Yorkshire o uno scozzese Comunque accetti un innocente complimento da un suo follower L'accento sardo in una donna è davvero glamorous
Io ricordo bene che all'università e cioè quel momento in cui per la prima volta nella mia vita mi sono trovato a essere "collega" di altri ragazzi e ragazzi dal resto del Paese, una delle prime cose che si faceva per fare conoscenza era proprio scoprire le similitudini e le differenze tra i nostri dialetti/lingue. Perché voler uniformare a tutti i costi ciò che nasce già così variopinto? Lo trovo molto triste.
Condivisibile. Il pensiero mi va subito a un siciliano con accento prepotente come Sciascia. Ma neanche Bufalino mascherava l'inflessione. E se stavano tranquilli questi due, possiamo stare tranquilli anche noi, compresa Geppi Cucciari che immagino se ne freghi delle critiche ricevute.
È vero che certi commenti non meritano risposta, se non fosse per la tua abilità nel demolirli con ironia e trasformarli in spassose lezioni di divulgazione.
Io ritengo che chiunque si trovi nella condizione di insegnare italiano debba avere anche un'infarinatura di dizione e poterla insegnare ai ragazzi (magari raddrizzando i caratteri regionali più marcati se utilizzati nei momenti "ufficiali"). Non penso che sia sbagliato insegnare ai ragazzi delle scuole l'italiano "corretto" anche a livello fonetico. Ovviamente è l'ultima delle priorità a livello di importanza e di sicuro Geppi Cucciari ha il diritto di mantenere la propria cadenza sarda visto il registro leggero della trasmissione che conduce. Chi legge le notizie al TG1 deve invece utlizzare sempre e comunque una dizione da attore teatrale e alla terza accentazione sbagliata può serenamente tornare a scriverle le notizie (e non leggerle).
Rimane quanto ho evidenziato nel video: chi gliela insegna la dizione ai docenti? Se vai nelle università noterai che i professori di italiano, linguistica, filologia ecc sono i primi ad avere un accento marcatissimo. Certo che un docente napoletano sa perfettamente che non si dice ['kasa] ma ['kaza], come un romano sa che le consonanti che lui pronuncia doppie sono in realtà scempie: ma le pronuncia così lo stesso. Non è un ostacolo alla comunicazione, e se per noi rappresenta una caduta sotto il profilo stilistico o della formalità della lingua è per un nostro pregiudizio!
@@YasminaPani Io ho studiato nella periferia milanese e il 50% dei miei professori delle scuole primare e secondarie ha sempre portato con sé una spiccata regionalità (e quella dell'altro 50% non ero in grado di percepirlo perché era la mia). Niente di male, sono contento di essere stato educato a riconoscere e gestire tanta "disomogeneità" (e tanti costrutti e suoni diversi perché, a loro modo, allenanti). Riguardo all'aggiornamento degli insegnanti non sono in grado di esprimere un'opinione (perché non so come funzioni in generale). A malapena riesco a immaginare come funzionerebbe in un'azienda privata (e lì non mi sembra tanto diverso da un corso di inglese... solo meno utile :D ).
Orgogliosissimo del tuo accento sardo Yasmina! E completamente d'accordo su tutto il discorso che hai fatto. Sul tema invece di come e perché i sardi vengano percepiti in un certo modo, nella penisola, dovrei iniziare un bel polpettone argomentato ma stavolta te lo risparmio ;) Orgoglioso del tuo accento e che sei sarda!
Di bello c'è anche che un sardo, quando parla italiano "decide" di staccarsi dalla lingua (poiché questo é) di appartenenza, e pronuncia correttamente, scolasticamente potremmo dire, l'italiano canonico. Certo, come disse un mio prof, magari dice CCavvallo, ma si capisce subito che non è un asino.
Sono fiorentino ed ho una marcata gorgia toscana, della quale vado fiero, ma cerco di limitarmi il più possibile in presenza di persone di altre regioni. È chiaro che durante un dialogo si senta che sono fiorentino, o che dei termini vernacolari mi scappino involontariamente. Devo dire che quando sento delle registrazioni, o guardo dei video fatti da toscani che esagerano la parlata toscana, pensando di risultare simpatici, mi da fastidio.
Mia Madre era Sarda,a volte venivano i miei parenti da La Maddalena e cominciavano a parlare per i fatto loro,e nonostante lei fosse 40 anni che viveva qui in Toscana,parlava un Sardo,forse Gallurese,perfetto,con altri parenti Francesi invece non capivo una mazza.
Un aneddoto raccontatomi da mia madre proveniente da un paese dell'entroterra siciliano: all'epoca di suo padre (classe anni 10) c'era una donna in paese che stranamente parlava italiano e tutti la prendevano in giro per questo, come se volesse darsi delle arie. La chiamavano, per l'appunto "a 'taliana".
La critica che si muove sulla lingua standard può avere senso se la si muove ad attori o doppiatori o al massimo a speaker radiofonici ma sulle altre figure televisive no nemmeno per chi lavora in radio, anche se lì sarebbe più appropriato.
Penso che la polemica si possa liquidare con molta semplicità. Basta chiarire se uno sta insegnando la lingua o se uno sta insegnando la dizione, se uno stia parlando delle regole dell’locuzione te lo stile della grammatica o se uno stia parlando parlando della fonetica. Quando la posizione è chiara non vedo la ragione per cui una edizione diversa possa destare tanto scandalo, se così fosse non si capisce per quale motivo Margherita Hack non sia stata redarguita in quanto parlava toscano. Mi sembrano questioni di lana caprina da lasciare ai Caproni
Io sono un baby boomer della provincia napoletana. Nel corso degli anni Settanta ho assistito ad un tentativo diffuso di "pulire" la lingua parlata già a livello delle famiglie; ritenendo il dialetto troppo volgare, si cercò di impedire ai bambini di parlarlo, ad esempio parlando sempre in italiano, anche in casa. I genitori di quella generazione avevano un grado di scolarizzazione superiore a quello delle generazioni precedenti e quindi potevano - più parzialmente di quanto credevano, in verità - tentare una "operazione culturale" del genere. Il risultato è stato che tutta una generazione non sa parlare propriamente napoletano - soprattutto a livello lessicale e sintattico - ma non è riuscita a perdere l'accento. Io lavoro a Roma, e anni fa ho avuto una collega che non mi capiva quando parlavo napoletano ma ai nostri colleghi sembrava "più napoletana di me" perché il suo accento era fortissimo. Insomma un patrimonio linguistico che rischiava di perdersi e in parte si è perso, senza peraltro riuscire nell'intento perverso di "mettere la lingua al pulito", usando quella che nel Settecento dalle nostre parti si chiamava il "toscanese". Oggi, quando mi capita di passeggiare per il mio paesello, incrociando i ragazzi li sento parlare tra loro in napoletano (anche se ormai si tratta di una versione molto meticciata) e ne sono contento. La lingua è un modo di vedere il mondo. Ottimo video, e in questo canale non è il solo. Grazie.
una cosa è avere un accento di una lingua straniera come per es. il sardo peraltro o una inflessione chessò milanese, altra cosa è entrare la macchina, salire la spesa e uscire il cane per pisciarlo. spero che si colga sia l'ironia sia la rigorosa chiosa scientifica
Quando guardi il telegiornale sei interessato alle notizie, non alla persona che sta parlando (salvo eccezioni). Quando guardi uno spettacolo, ascolti una canzone o guardi un programma televisivo la personalità ed unicità degli attori/cantanti/presentatori è importante. Super Quark esiste perché esiste Piero Angela, le interviste di Troisi esistono perché esisteva Troisi. I programmi culturali in primis necessitano di personalità, specialmente per differenziarsi tra loro; l'eccentricità di Passpartout era inimitabile e lo rendeva un programma culturale irripetibile e prezioso. L'italiano "standard" sia a livello di vocabolario che a livello di pronuncia è ottimo per tutto ciò che riguarda la pura informazione: telegiornali, comunicazioni istituzionali, etichette, bugiardini, etc. ma quando applicato ciecamente ad ogni cosa non fa altro che uccidere la diversità della realtà nazionale. La standardizzazione è uno strumento da applicare con criterio, altrimenti può essere addirittura pericoloso. Quanto sarebbero contenti gli editori se ogni poesia avesse esattamente la stessa struttura, metrica, alfabeto e numero di caratteri? Potrebbero automatizzare tutto il processo di pubblicazione e licenziare metà forza lavoro, eppure è chiaro che una scelta del genere sarebbe dannosa alla poesia stessa.
Sono d'accordo, ma anche nel caso delle comunicazioni istituzionali boh, dipende... il Presidente della Repubblica non deve avere l'accento? Per dire. Il lettore del telegiornale mi va benissimo che faccia una scuola apposita dove gli insegnano anche la dizione, ma appunto, per il resto, chi se ne frega.
@@YasminaPani A mio parere il PdR può benissimo avere il suo accento ma dovrebbe utilizzare il più possibile vocaboli italiani per farsi capire il più possibile. C'è da dire però che bisogna capire bene cosa si intenda con "comunicazione istituzionale"; il discorso di fine anno del PdR non è una comunicazione istituzionale, i comizi o le interviste dei politici non sono comunicazioni istituzionali. Quando i parlamentari discutono in aula, anche se il tutto deve essere registrato per trasparenza, sono liberissimi di sfoggiare il loro migliore dialetto anche a discapito degli ascoltatori; quello che conta è che nel momento in cui quello che dicono diventa una legge o una circolare essa deve essere riportata in un italiano intonso.
Per me il problema non è che si parli uno specifico dialetto, ma che in molti casi lo si parli pure male (tanto da ostacolare la comunicazione perfino tra conterranei). Credo che andrebbe insegnato nelle scuole proprio come l'italiano.
Questo è un problema enorme, su cui si dibatte da decenni senza che si sia trovata una risposta. Insegnare il dialetto è difficilissimo perché (e questo è ciò che principalmente lo distingue dalla lingua) non ha una forma standard, non ha nemmeno delle norme ortografiche, varia da paesino a paesino o a volte da vicinato a vicinato, quindi è davvero molto complicato insegnarlo a scuola. Non sarei però affatto contraria a un tentativo di qualsiasi natura in questo senso, anche solo un'ora a settimana in cui si parla dialetto, senza stare a insegnarlo come si fa con una lingua straniera con tanto di testi e regole grammaticali, ma semplicemente facendolo sentire e usare agli allievi.
In realtà nella percezione comune un accento meridionale è meno tollerato di un accento settentrionale e da più la sensazione di "parlare male" l'italiano. Perchè ? Perchè in Italia il modello culturale dominante nei media è quello del Nord , non da sempre , soprtutto dagli anni 80 in poi , e soprattutto grazie a mediaset.
Pensa che siccome ho un forte accento toscano, molti si sorprendono del fatto che io me la cavi bene con diverse lingue straniere, pronunce comprese. Questo rientra nella stessa categora di cazzate di cui hai parlato, credo. Tra l'altro, ma quanto è bello il fatto che esistano così tanti suoni che ci permettono di capire da dove vengono le persone? Grazie per il video: chiaro, esauriente e simpatico.
Io sono lombardo, ma non lombardo doc, infatti mio padre era milanese e mia mamma era originaria della Campania. Parlo un italiano standard purissimo, senza nessun tipo di inflessione dialettale, eppure ritengo di essere un emerito ignorante, per giunta anche sfigato, e in questa societa' valgo meno di niente. Vorrei sapere a cosa cazzo mi serve il fatto di essere capace di parlare l'italiano standard purissimo.
Vivo in Sardegna, ad Alghero, milanese, mia figlia in prima elementare, ai primi dettati metteva le triple e dove c'erano le doppie non le metteva, l'algherese è particolare, rispetto al sardo. In certi ambiti mi piace sentire una buona dizione, in altre occasioni fottesega.
Ascoltandola mi è venuta una curiosità, forse un po' ai margini dell'argomento specifico, ma che colgo l'occasione per esprimere.. Secondo lei, la lingua Italiana parlata nei film di Monicelli della serie "Brancaleone", risponde più o meno a quella parlata all'epoca, oppure è un idioma creato appositamente dall'autore per enfatizzare i toni comici di quei film? (..esilaranti tra l'altro..)
Molto molto interessante. Personalmente mi piace quando "l'accento" colora l'italiano, mentre mi infastidisce quando storpia la grammatica, come fanno col romanesco (con molta supponenza). Per il resto vengo dal Salento, mia nonna parlava il Griko, un idioma che forse è riduttivo definire dialetto regionale
@@YasminaPani si si, certo che lo è, ma lo trovo decisamente peculiare per la somiglianza col greco, dal quale ruba i caratteri per trascrivere alcuni fonemi. Molto differente, oltre che dall'italiano, anche dal dialetto salentino"normale" ( passami il termine)
Porto una testimonianza. Lo spagnolo e il francese hanno delle regole fonetiche sulle vocali a seconda degli accenti. In francese inoltre gli accenti si dividono in tre categorie: acuti, gravi e cinconflessi. A scuola pertanto, sin dalla prima elementare si fa distinzione tra "e", "è" ed "é" etc. In Spagnolo la cosa è meno articolata, ma esiste. Cio' non toglie che esistano varianti regionali. Già nel solo Belgio francofono, il francese regionale di Liegi è nettamente diverso da quello di Namur/Bruxelles e da quello di Mons. In Francia la cosa si moltiplica a dismisura. Pero' noto altresi', che chi ha introiettato bene le regole della sintassi e quelle della fonetica a scuola, sia in Belgio, sia in Francia, parla spesso un francese standard ed è difficile identificare la sua provenienza geografica. Esiste inoltre un fattore storico diverso rispetto all'Italia (il francese si usa da molto più anni rispetto ai dialetti, rispetto all'Italia). Ma torniamo al punto. Se nell'insegnamento della lingua italiana, non vi sono regole minime di fonetica, codificate come nel caso del francese, grazie agli accenti sulle vocali, ognuno andrà per la sua strada.. e rompere il cazzo ad una persona perchè parla con il suo accento, vuol dire essere degli emeriti stronzi.
Io ho sempre pensato che l’italiano standard sia quello parlato al telegiornale etc…Non appoggio molto l’uso dei dialetti e credo che dovremmo riscoprire le forme di cortesia. Oggi in un negozio il commesso di 20 anni da del tu ad un anziano. La nostra lingua non è l’inglese (nel quale comunque solo apparentemente non c’è la forma di cortesia) e, da un punto di vista della comunicazione e dell’informazione, la forma di cortesia da più possibilità di comunicazione, ossia più libertà, non meno. L’accento è una ricchezza e parlare un italiano senza accento, sebbene possibile, tradisce la forzatura e quindi finisce per non essere gradito.
Gli accenti sono una grande ricchezza che da colore all'Italia, il fatto che usi, costumi, usanze e dialetti cambino tanto dopo pochi chilometri è un grande patrimonio, fanno parte delle nostre radici... si parla tanto di inclusività e dobbiamo emarginare i nostri accenti? Come hai detto evidentemente l'essere umano sente il bisogno inverso, far sentire da dove proviene, fà parte della propria identità culturale, così come usi e costumi fanno parte dell'essenza stessa dell'essere umano. E' l'espressione della vita che si organizza in modo diverso in base alle circostanze.
Ma infatti, immagina che palle una situazione alla francese, andare in un'altra regione e sentire che parlano con la tua stessa cadenza. Proprio uno scoloritura dell'identità locale, sarebbe un Paese tutto uguale, monotono
@@YasminaPani Ad esempio sia Pirandello che Sciascia erano uomini di indubbia cultura ma con fortissima inflessione siciliana. Cacciari è uomo di cultura ma con fortissimo accento Veneto, Sgarbi invece è uomo di cultura senza alcuna inflessione.
Se dovessi raccontare una parte della mia biografia sociolinguistica: Essendo nato a Torino ho l'inflessione piemontese cittadina, ma per delle 'prese in giro' ovviamente bonarie da parte dei miei parenti della Basilicata ho voluto neutralizzare sempre di più il mio accento, che non trovo 'bello'. Non ho mai studiato dizione però attingo appunto da caratteristiche del nord, alcune del sud, o del romano, che è quello in cui mi sono più immerso tramite i media. Questo mio interesse e ricerca del mimetismo sono ovviamente tra i motivi per cui sto studiando linguistica all'università. Credo dunque come Yasmina gli italiani regionali siano una grande ricchezza espressiva spesso utilizzata anche nell'arte. È bello non appiattirci sullo standard doppiaggese solo perché 'fa fine', ma poter spazuare da una varietà all'altra con libertà. A me per esempio piace tenere quasi sempre quest'accento neutralizzato, ma con gli amici mi piace utilizzare il neostandard gergale con intrusioni ironiche di termini aulici e di espressioni colorite prese dai sostrati alloglotti e dialettali più disparati. Mi piace anche utilizzare quel poco di dialetto lucano che so. Per concludere il saper padroneggiare più varietà, ovviamente nei giusti contesti comunicativi è sintomo di bellezza espressiva e come diceva Yasmina quello che conta è saper padroneggiare la morfosintassi e il lessico italiano più che incaponirsi sulla fonetica.
A me piacerebbe saper parlare italiano standard, davvero; presumo che se mi ci mettessi lo potrei imparare, ma ho sempre preferito impegnarmi in altre cose, perché alla fine quando lo userei? Ne ho davvero bisogno? Per non parlare del fatto che davvero mi sento rigida e impostata se provo a parlare eliminando il mio accento. Non è che non si possa fare, ovviamente, la tua storia e quella di mille altri lo dimostrano, per non parlare delle scuole apposite che esistono; è che non è necessario! Sicuramente in un mondo ideale tutti parleremmo sia lo standard che il regionale senza problemi.
@@YasminaPani concordo imparare tutti lo standard è inutile dato che bene o male ci capiamo. È anche vero che sentire un accento fortemente calabrese o napoletano è molto meno accettato che un forte accento milanese e romano, e ciò un po' è triste, ma alla fine si tratta di ruoli. P.S. Appena finito questo video rientro a casa e mi ritrovo mio padre che mentre mangiava si ascoltava la trasmissione di Geppi Cucciari ahahahah
E proprio la marcata diffenza nelle inflessioni che rende l'italiano una lingua meravigliosa... l'italiano si accontenta di gentilmente posare un velo sulla musicalita' di una inflessione regionale...
La lingua italiana è parlata in modo differente in ogni città non solo ogni regione. Personalmente, preferisco la modalità senza accenti o italiano standard. Quello che quando lo senti, non capisci da che area geografica proviene la persona che parla. Fermo restando che se uno non usa termini dialettali, comprensibili a pochi, va bene anche l'inflessione regionale. Però sarebbe auspicabile che si riesca a parlare senza inflessioni. Anche perchè, quelli che vengono definite accenti o inflessioni sono in realtà modalità di esprimersi tipico di una derminata area geografica, anche nel caso dell'accento, non solo delle parole. Le inflessioni regionali, utilizzano soprattutto le vocali ma anche alcune consonananti che si differenziano da una regione all'altra. Ad esempio nel romano le "b" sono spesso raddopiate mentre le "r" vengono appena pronunciate, se sono in mezzo alla parola (teribbbile) ma raddoppiate se sono all'inizio (Rroma). Tutto ciò, rende difficile la comprensione delle parole, anche se sono quelle dell'italiano corrente. Soprattutto agli stranieri o a chi non è abituato a sentire quelle parole.
Non importa l'accento che hai, ma come lo "porti". è come indossare un abito. MORALE 17:50 Y.P. è troppo sexy con questo accento ( che attenzione è sardo, si, ma non in tutta la Sardegna i sardi hanno questo accento... questa, però, è un'altra storia).
I miei genitori erano sardi d'ozieri, in casa e con parenti ho sempre parlato correttamente il sardo; m'hanno insegnato la "differenza" tra italiano e dialetto ed a scuola non ho mai fatto confusione tra i 2. Parlo italiano senza inflessioni, oggi parlando, specie tra i politici e giornalisti, va di moda parlare italiano marcando la propria provenienza, cosa che a me non piace. Questa "moda" in italia, a mio avviso, è cominciata da quando i leghisti hanno iniziato a parlare calcando l'inflessione regionale e da lì un po tutti hanno preso a seguirli per distinguersi. Un paio d'anni fa ho ascoltato una breve intervista ad un'esponente politica italiana ad una tv francese, parlava in francese marcando nella pronuncia la sua italianità, lei parla correttamente francese senza alcuna inflessione, sono scoppiato a ridere
Ma oddio, forse non hai mai sentito parlare Francesco Cossiga 😅 che c'è stato molto prima dei leghisti. Oppure Berlinguer....dire che non si sentiva l inflessione regionale....
Quelli che criticano tanto per un'inflessione regionale magari sono poi i primi a non azzeccare un congiuntivo e ad usare il "piuttosto che" nella maniera sbagliata, che ora sembra andare quasi di moda, tant'è che l'ho sentito anche da professori universitari (e qui non si tratta di regionalismi, ma veramente, in questo caso, di becera ignoranza)...
@@YasminaPani Sì è vero, lombardo se ben ricordo, nato nel milanese (correggimi se sbaglio), però è chiaro che si stia diffondendo il suo uso anche in quello che dovrebbe essere un "italiano medio", poiché viene utilizzato da persone di ogni provenienza e soprattutto in contesti assolutamente formali, come l'università che citavo, senza che esse si rendano conto dell'errore.
L' accento, compreso quello sardo, è perfettamente compatibile con un eloquio italiano impeccabile. Soprattutto se il parlante è consapevole del proprio accento ed è in grado di modificarlo intenzionalmente studiando. Diverso è il caso di chi non lo percepisce proprio e arriva a negare l'esistenza nella dizione italiana di norme fonetiche su vocali aperte o chiuse, come ad esempio in certe zone della Puglia o Basilicata. Esperienza personale.
Be', negare ovviamente è da imbecilli, ma io per dire pur conoscendo le norme standard sull'apertura vocalica non le applico mai, sarebbe una forzatura e risulterebbe stonato nel mio italiano.
Ti confesso che faccio un po' fatica a capire che cos'è l'italiano regionale a livello morfosintattico e lessicale. L'unica cosa che mi viene in mente è quando si italianizzano i modi di dire regionali (cosa che io in genere evito, preferendo dirli direttamente in dialetto, perché altrimenti l'effetto mi sembra comico, forse addirittura disturbante). Ho capito bene?
Esempio rapido, frase detta da me oggi a mia madre: "minca dici che son lenta mangiando?" che è la traduzione letterale dal sardo e che in italiano sarebbe "cazzo, quanto sono lenta nel mangiare!".
Trovo anche io che la questione dell'accento sardo sia causata da un pregiudizio vecchio di decenni; inoltre noi sardi abbiamo - o avevamo - fatto nostro questo stigma sull'accento. Nei mass media d'oggi si sentono e vedono serie tv, cantanti, comici che usano il dialetto campano o siciliano e non vedo la stessa reazione. Anzi, sarebbe bello continuare a tenere vive quelle magnifiche varietà culturali che, in tutto lo stivale, resistono alla globalizzazione e creare degli spazi seri per poter ampliare la conoscenza di queste varietà regionali. Giusto a titolo di curiosità: quando seguii un corso di formazione, ebbi un docente, sociologo e scrittore, che imparò l'italiano solo quando iniziò le elementari!
Il mio professore di Linguistica Inglese è madrelingua, ma ha un accento italiano evidentissimo, essendo bilingue. Con quale coraggio uno potrebbe andargli a dire: "sei un ignorante"? 😆😆😆 Poi, sono belli i colori linguistici. Cioè è bello sentire gli accenti diversi. Tutti uguali? Ma sai che noia! Meglio avere pochi iscritti e buoni piuttosto che molti ed inutili.
Un mio ex madrelingua slavo (con formazione in linguistica e glottologia) si era impegnato a imparare l'italiano con l'inflessione napoletana, nonostante vivesse nel Nord Est. Nel suo caso fu una scelta puramente estetica, che io trovavo in qualche modo affascinante (non intendo che io trovi sexy il partenopeo, intendo proprio che la reputo una decisione coraggiosa e una bella dimostrazione di competenza linguistica). Oggi invece mio marito - o meglio partner civile - denuncia il progressivo processo di "panificazione" della mia inflessione, dovuto all'accento sardo che mi deriva dalla visione compulsiva dei video di Yasmina Pani. Con un gioco di parole non propriamente divertente tale fenomeno è stato battezzato "effetto Carasau".
Fare l'insegnante e fare il presentatore di una trasmissione televisiva o addirittura fare il doppiatore cinematografico, significa esercitare tra loro mestieri molto diversi. Un tempo chi andava in televisione faceva dei veri e propri corsi di dizione e tra i grandi intrattenitori dello schermo, come anche della radio, si faceva fatica a capirne la loro provenienza regionale. Oggi le cose stanno in modo diverso, gli autori dei vari programmi televisivi sono meno esigenti, perché vogliono instaurare un rapporto più diretto e familiare con il pubblico. Il caso Geppi Cucciari, però è un po' diverso, intanto perché nasce come attrice comica e a questi personaggi l'ultima cosa che si chiede è proprio quella di perdere il proprio accento e poi perché trasmette quell'ironia di fondo che rende certi argomenti meno noiosi, diciamolo chiaro. Pensare che l'accento sia segnale di ignoranza è da cretini, ma d'altra parte nell'età dei social si pesca di tutto, anche chi si trova a discutere sul nulla.
Durante l’epoca universitaria fu organizzato un seminario su Platone e tra i relatori c’era un noto accademico francese. Durante tutta la lezione lèsse il testo greco con inflessione, ovvio, ma soprattutto accento francese. Alla fine avvicinai il mio professore con testuali parole “ma perché questo ha letto il greco alla francese? Lei ci fa due palle così sugli accenti e la metrica e sto tizio se ne fotte di tutto?”. La risposta fu sintetica: “lui può farlo, tu no.” Lo stesso professore aveva un accento “pot-pourri”, un po’ napoletano della provincia, un po’ siciliano. E ovviamente leggeva e spiegava strafottendosene dello standard.
Quel caso è un po' diverso e il tuo professore è stato un po' coglione: un francese avrà necessariamente l'inflessione francese nella lettura, dato che è già difficile togliersela parlando una lingua viva, figuriamoci una lingua morta. A noi viene più facile perché l'italiano ci lascia molti meno "segni" articolatori, ed è molto vicino al latino e anche al greco, salvo che per le aspirate in quest'ultimo caso.
Yasmina è la personificazione dell' aforisma LA VERITÀ È BELLEZZA. Detto questo, siamo un paese provinciale ma non per le inflessioni dialettali, piuttosto perché l'Italia è il paese della polemica sterile. Rompere le ovaie alla Cucciari per il suo accento è roba da bar. Chissà cosa ne penserebbe Dario Fo o Jacopone da Todi...
Parole sante. Ogni regione ha il suo accento,è ozioso disquisire su dove si parla più o meno italiano nella penisola,poi vogliamo parlare dell'accento romano/laziale? milanese/lombardo? veneto?!.......se volessimo fare una graduatoria,tra i meno tollerabili,Meloni docet. Io ho una certa simpatia, per l'accento sardo,campano e siculo ❣...io sono..marchigiano (An).😎
Yasmina Pani. Il filo rosso dei tuoi video - ne ho visti 2 per ora - mi pare un bisogno comprensibile ma troppo riduttivo di proteggerti da eventuali critiche al motto di (cito) "ma non rompete i testicoli". Insomma, dell'insegnamento della lingua è fin troppo evidente che ne fai una questione di "revanche" personale, e questo condiziona la tua esposizione per intero. Inoltre, inframettendo gratuitamente il registro linguistico rappresenti degnamente alle mie orecchie di italiano all'estero il decostruttivismo diffuso, qui applicato all'italiano, cioè"anything goes"(sic). Peccato, perchè altrimenti conosci la materia e sei in grado di comunicarla diffusamente. Entrando nella pedagogia della lingua, poi, la fonologia orientativa (essenzialmente, insegnare la dizione delle vocali aperte/chiuse e lunghe/corte nonchè la collocazione degli accenti tonici dei vocaboli) serve a concentrarsi sui contenuti dell'enunciato, poichè un accento troppo divergente distoglie l'attenzione che detti contenuti necessitano per non essere fraintesi, e semplicemente disturba l'ascolto (esperienza comune, questa). Raccomando l'introduzione di elementi di fonologia nell'insegnamento della lingua italiana, il che presuppone quindi la formazione fonologica dei deputati ad insegnarla.
L'accento è una cosa, la proprietà del linguaggio è un'altra. I sardi spesso parlano in italiano meglio (a volte molto meglio) degli abitanti di altre regioni
Ma il fatto è che se parli l’italiano regionale in un contesto che si rivolge all’intera nazione come nei media tradizionali,l’impressione,pur errata che sia,sembra che il parlante si rivolga di preferenza ai suoi corregionali.L’italiano standard servirebbe ad evitare anche questo,oltre che a rendere meno difficile comprendere quello che sta dicendo il parlante se l’accento è troppo marcato.
"... La morale del video è: non rompete i coglioni."
Vincitrice del premio Cavajere Nero!
Ti lovvo
Fatico a trovare un tuo video che non sia interessante e non risponda a vari quesiti che mi porto dietro praticamente da sempre. Grazie. Da siciliano, non nego di aver sempre portato con me una vergogna latente del mio accento, nell'interagire con italiani "del continente", arrivando addirittura a mascherarlo quanto più possibile. E anche adottando certe basilari regolette di dizione circa l'apertura o meno delle vocali, la pronuncia della c dolce in "efficacia", tendenzialmente strascicata da noi, o anche la distinzione tra s sorda e non (che in siciliano non esiste). Ricordo ancora lo stupore nel sentirmi rivolgere un complimento da un genovese laureato (quindi in teoria più aperto mentalmente della casalinga di Voghera) per il fatto che... parlo italiano. Vale a dire che ci sono italiani del nord anche giovani che credono seriamente che noi meridionali non sappiamo parlare italiano. Posso dire che sono scioccobasito? Ah no?
Ecco, proprio come dicevo, certe abitudini articolatorie sono difficili da rimuovere, e non vedo infine perché dovremmo farlo se parliamo correttamente sotto ogni altro punto di vista! Anzi, ben venga appunto far vedere al resto d'Italia che in ogni regione si può apprendere un corretto italiano, ché questi pregiudizi hanno stancato.
@@YasminaPanil'italiano standard c'è è la dizione io la studio a teatro il fatto che in quel modo non ci parla nessuno nemmeno a teatro e in TV
La morale a fine video vale quanto tutto il video 🤣
Comunque non posso che condividere ogni tua singola parola (soprattutto "burdo", lo ammetto, ahahah).
È capitato anche a me, in questi lunghi 10 anni, di ricevere commenti da parte di persone che sostengono che io non possa avere un canale RUclips dedicato alla grammatica e alla lingua italiana visto il mio accento sardo. Ho sempre risposto con la gentilezza e la cortesia che mi contraddistinguono, ma nella mia mente c'erano altre parole in campidanese stretto stretto 😂
Mi ero persa questo commento 🤦♀️🤦♀️ ♥️♥️
In tanti anni all'estero ho quasi perso il mio accento sardo. Al telefono molti mi dicono che non capiscono da dove provengo, anche se prima o poi qualche parola con l'inflessione sarda viene fuori. Tuttavia quando rientro a casa per le vacanze mi adatto di nuovo all'inflessione "di casa" 😄
Ottimo video. Qui da me in Sicilia la questione è ovviamente molto sentita da tanti. Conosco persone che fanno corsi di dizione o che finiscono con l'apparire davvero ridicoli nel loro continuo tentativo di coprire il proprio accento quando parlano con persone provenienti da altre regioni. Personalmente io non mi vergogno affatto del mio accento e ritengo che esso sia l'espressione di una grande cultura che sta dietro quel mio modo di parlare, una ricchezza che è giusto apprezzare e difendere.
Wowwww..!!!!!!!!!!! Mi hai chiarito dubbi vecchi di almeno trent'anni!!!!!! Complimenti!
Grazie mille
Mi trovo perfettamente d'accordo con il tuo pensiero, che trovo abbia anche una funzione educativa , per ridare umanità anche al nostro linguaggio che viene disumanizzato quotidianamente, inducendo le persone a liberarsi delle inflessioni regionali o locali considerate inferiori , e parlare un italiano standard considerato corretto .
Ma ciò è dovuto alla cultura Neoliberista dominante che si fonda sulla decostruzione ed eliminazione delle "radici etiche" delle nostre identità in nome della mercificazione integrale della vita .
Ma la cultura e l'identità di un popolo può esistere solamente in presenza della differenza.
Alla fine studiando dizione sono riuscito a rimuovere l' inflessione. È stupendo che tu dica questo. Purtroppo moltissimo non capiscono questo concetto semplicissimo.
Anche i miei professori di linguistica all'università avevano inflessioni regionali. Questo ovviamente non intaccava la loro preparazione.
Ovviamente dipende dal contesto in cui ci si trova. Per esempio, io che ho studiato interpretariato, ogni volta che entravo in cabina cercavo di livellare il più possibile il mio accento regionale. Un pubblico di ascoltatori deve concentrarsi sul discorso senza "distrazioni" di pronuncia. Ma nei corsi teorici ho sempre parlato in modo naturale, o sarei sembrato un idiota 😅
Ci mancherebbe, per quel lavoro è essenziale
@@YasminaPaniio penso che l'italiano da dizione è da presa per il culo su alcune cose è!
Io sono veneto (alta prov. di TV) e quando entro in un'osteria e vedo intorno a me solo over 70, svesto i panni dell'ingegnere, mi tramuto in Mr. Hyde e abbandono l'italiano standard per abbracciare il mio buon dialetto locale dove mi permetto anche di stravolgere il lessico e la morfosintassi usando le bestemmie come congiunzione. Così entri subito in sintonia con gli avventori e cominciano a piovere pacche sulle spalle, brindisi euforici e soprattutto elargizioni gratuite di porzioni monodose di vino (in veneto le cosiddette "ombre de vin") P.S. A tutti i cristiani che leggono vi prego di non biasimarmi in quanto la bestemmia, qui in Veneto e in Friuli, come disse il buon Paolini a teatro nel suo spettacolo VAJONT "[ ...] La bestemmia c'entra più niente co la religiòn: c'entra con la sintassi; essa sostituisce tutti gli articoli e le congiunzioni tra una parola e l'altra: cavi la bestemmia non scorre più il discorso" 😅
Paolini ❤
Pppppp😅😅pp
❤
Un po’ come da noi in Toscana che prendono il posto delle virgole e dei punti😂😂
per bestemmie ok, a razzismo come siamo messi?
Quanta nostalgia per quando negli anni 60 i bambini provenienti da ogni parte d Italia giungevano nelle periferie delle città industriali, ciascuno di loro a casa parlava in dialetto strettissimo , ma a scuola tutti a parlavano senza inflessioni dialettali sia che fossero sardi o bergamaschi. Oggi impera in TV un pessimo "romanesco"
Si, ostentato senza ritegno oltretutto !
Io adoro il romanesco, adoro i Romani ed adoro Roma ❤ ma da Veneto mi sento troppo spesso visto come un ignorante per il solo fatto di parlare con la mia lingua che adoro
A parte il fatto che l'inflessione sarda e quasi impercettibile e molto vicina alla lingua standard, semmai credo che chi parla in pubblico forse dovrebbe avere il desiderio di imparare gli accenti corretti, ma è una considerazione del tutto personale. I tuoi video sono molto ben fatti e tu sei molto competente.
Sono Emiliana e me ne vanto.
Come apro la bocca si capisce e a volte mi prendono in giro, io allora calco la mano buttandoci dentro anche un po di dialetto e che si fottano 😂😂!
"Non rompetemi i coglioni" come stile di vita, grazie!❤❤😅😅
Gli accenti italiani sono una bellissima ricchezza, è anche bello sentire i vari accenti quando ci si incontra tra persone che non si conoscono. In alcuni casi però gli accenti troppo pronunciati si accompagnano all’uso di slang dialettali ed espressioni molto specifiche in un contesto non adeguato. Ad esempio ad una riunione di lavoro mi piace sentire l’accento regionale ma molto meno quando si parla in modo molto “buzzurro”, che prende in prestito tantissime parole e modo di dire strettamente dialettali. L’accento è bello, la parlata regionale pesante è tutt’altra cosa. Ad esempio nei film o nelle rappresentazioni teatrali se non c’è una chiara ambientazione romana suona davvero male che si parli in romanesco (non solo di accento ma proprio con regionalismi e sintassi non standard) ma accade davvero troppo spesso. Chettelodicoaffà. W Geppi Cucciari
Mah! Inflessione è un conto, alterare le sillabe fino a deformare la parola, un altro conto. Conosco gente che ormai, a forza di pronunciare "inzieme, assigurazione, moldo, rejone, marchijano... quindi appartiene a diverse realtà regionali, finisce anche per scrivere deformato. Tralasciamo le altre amenità tipo "ho stato a Bari, sò respirado a fadiga" che trovo davvero penose, la leggera inflessione di provenienza non guasta di sicuro. Ma le regole per una grammatica corretta dovrebbero trascendere e preservarsi dagli "slang" e dalle improprietà varie che si ascoltano qualche volta.
Scrivere male è un'altra cosa, io sto parlando di parlanti colti. È chiaro che non approverei mai errori di quel tipo.
Le disgrafie vengono anche confuse come errori, questo perché gli insegnanti italiani sono spesso boriosi e non analitici come se non riuscissero a fare due cose insieme, si più insegnare e allo stesso tempo osservare, se questo tipo di cose non è compito degli insegnanti è anche vero che non esiste alternativa, qualcuno deve notare e identificare certe cose, di disgrafie ne esistono tante, c'è chi scrive parole troncandole, non è scelta o incapacità, se si scrive "quendo" non è pugliese banfiano, se si mescolano le lettere, anche scambiare la N per M non è per forza un errore è un difetto che parte dal pensiero corretto e nell'atto di scrivere diventa altro.
grande Yasmina!
Io, seppur ironicamente, dissento da quanto hai scritto nella didascalia di questo video :D L'accento milanese, soprattutto negli ultimi anni, è diventato spesso bersaglio di commenti negativi, non necessariamente (ma anche...) perché si percepisca come sintomo di ignoranza, ma perché dà una sgradevole impressione di saccenza, di sicumera. Perché questo? Secondo me perché molti cosiddetti influencer, per origine o addirittura per affettazione, si esprimono con quell'inflessione, nei loro video. Noi liguri, poi, associamo l'accento lombardo con i 'foresti' (i turisti, specie i turisti estivi), quindi, nella nostra mentalità proverbialmente ospitale, lo troviamo un accento fastidioso. Per quanto mi riguarda, l'accento è come le spezie nel cibo: se non ce n'è, la lingua sembra insipida. Poi è chiaro che se l'inflessione è così marcata che chi non è del luogo fa fatica a capire, può dare fastidio.
I Milanesi di M anche se venissero ogni giorno presi a bastonate ...non si sarebbe alla oari ..con I danni e le porcate che hanno fatto nel secolo scorso Al resto del paese
Il problema è che i milanesi stanno antipatici a tutti....😂😂😂
Tutta colpa di qell’imb… del milanese imbruttito: non lo reggo. Consideriamo invece il milanese di Jannacci.
Personalmente gli aspetti legati agli accenti, aii dialetti e a tutte le varianti regionali sono le cose che più mi affascinano di una lingua. Sono elementi che permettono di capire molto un popolo e una cultura a mio avviso. Vale sia per l'italiano che per l'inglese, che sono le due lingue che conosco meglio. E per il sardo anche (sono nuorese). Complimenti.
A me piacciono gli accenti regionali. Però io sono del "profondo nord" e l'accendo della mia zona è simile a quello milanese, anche se non identico. Sono consapevole di sbagliare quasi tutte le vocali aperte e chiuse (soprattutto è e é) rispetto all'italiano standard. Devo confessare che a volte mi pesa un po', ho anche provato per poco tempo a forzarmi, ma ormai sono vecchio e non ce la posso fare :-)
Lo accetto così, e me lo faccio andare bene. Cerco solo in contesti più formali di non usare regionalismi, e almeno questo mi viene abbastanza bene.
Vive la différence ;-)
Hai l’accendo del norde?
@@mattiamele3015😀 eccome no!
Grazie per la spiegazione chiara dell'origine delle abitudini articolatorie. Ho notato in università, dove ho incontrato tanti compagni da Brescia o Bergamo, che qui dalle parti di Varese le inflessioni sono piuttosto contenute rispetto ad altre provincie, anche se siamo comunque affetti da alcuni palesi Lombardismi, per esempio diciamo stèlle invece di stélle. Impressionantemente, un mio amico di origini biscegliesi riesce a parlare con disinvoltura italiano senza alcun accento e dialetto pugliese.
Non capisco comunque le critiche alla conduttrice di un pugno di libri, quando ai conduttori con forti accenti toscani e romani non viene detto nulla. Inoltre, Alessandro Barbero ha un accento di Torino e nonostante questo si capisce benissimo.
Al liceo linguistico ci hanno insegnato al primo anno qualche cenno di fonetica (IPA) e diciamo che è rimasta sempre importante nella valutazione degli orali, ma in modo abbastanza equilibrato rispetto ad altre competenze che gli insegnanti volevano che sviluppassimo. Infatti in molti esami del Cambridge le registrazioni hanno un forte accento magari indiano o non perfettamente inglese comunque, non solo per allenare all'ascolto anche di altre pronunce che non siano la RP, ma anche per trasmettere che di fatto l'importante è capirsi.
Infatti mi è piaciuto molto che, nonostante per il tedesco abbiamo imparato l'accento del Sud (Monaco), che è molto simile allo standard del Goethe, il nostro libro di testo per la grammatica fosse diviso in unità, ciascuna con tracce audio registrate da persone con accenti diversi, perché le "storie" stesse relative all'unità erano ambientate in città distinte.
Io AMO gli accenti, sopratutto quelli stranieri. Anche perché se parli lingua A con accento di lingua B si sentirà sempre che non sai una lingua e basta. È come avere un pezzo di CV già immediatamente presente a livello acustico.
Stai tranquillo che qst nn parla di stranieri bensi di italiani.italiano. e ti pareva. Cafoni nr 1 al mondo ..e cmq .l' accento .qst fa schifo.
@@attical4875 Mmm il livello siiiiii il disagio è potente in costuiiiiii 😂
@@attical4875 Secondo te da dove derivano gli accenti autoctoni degli italiani? Dal marziano o dalle lingue regionali, che ignoranti totali della situazione linguistica come la maggior parte degli italiani si permettono di insultare e sminuire?
Grande Gepi mi piace moltissimo ed è proprio il suo accento che la rende così simpatica
Ciao Yasmina. Non avendo niente da aggiungere e avendo la mia gatta che vuole tutta la mia attenzione lascio il mio solito commento per creare interazione sotto al video;)
♥
Questo video è... Una bomba! 🤩 Una bomba dietro l'altra!!! 🌋🌟🎇🧨🤯
Non sono linguista, e anzi sono completamente ignorante nel settore.
Semplicemente sono veneta e appassionata della mia parlata. Come peraltro anche della lingua italiana! Una non esclude l'altra! E sì, l'inflessione regionale è per me un arricchimento 💖
Personalmente, dato che la lingua italiana è teorica, credo che sia opportuno insegnare anche la dizione, come nozione in più, per scindere bene l'italiano e le parlate locali, cosicché, tenendole distinte, l'una non influenzi l'altra e in questo modo si salvaguardano entrambe.
... Se non altro per zittire quei saputelli e far notar loro che, sebbene si riempino la bocca di tante nozioni, neppure loro usano la lingua italiana correttamente!
Per quanto riguarda invece ciò che hai fatto notare sul cinema, due pesi e due misure, vero, non ho mai capito neppure io perché la parlata romana vada bene e invece tutte le altre siano legate a stereotipi.
Non so, sarà perché sono emotivamente legata al mondo del doppiaggio, sta di fatto che io come spettatore, mi aspetto che prodotti cinematografici e televisivi siano in dizione corretta. Soprattutto i programmi per bambini (proprio per evitare gli stereotipi).
Per dire, posso anche capire un prodotto come "tagliare lungo i bordi" (con un romano esagerato), dove ci si è presa più di qualche "licenza poetica", però proprio perché c'è questo uso eccessivo di una parlata locale circoscritta, è un prodotto che possono godere appieno solo i romanofoni.
Personalmente dover mettere i sottotitoli per visionare un prodotto italiano, mi ha un po' scocciata. Certo è vero che ci sono delle sfumature caratteristiche che proprio per questo hanno arricchito il prodotto.
Dov'è il limite?
Quindi la mia riflessione al riguardo è: se fosse stato fatto con l'inflessione siciliana? Tutti mafiosi! Calabrese? Tutti criminali! Napoletana? Tutti scemotti... E via di seguito 🤷🏻♀️ e se ci sono state polemiche per una presentatrice di un programma di intrattenimento che si è lasciata sfuggire qualche termine in sardo, figuriamoci se qualcuno avesse redatto un intero prodotto in sardo (uso sempre questa lingua come esempio)!
Detto ciò, grazie ancora per i tuoi video 😊
Bellissimo video, grazie.
Arrivo con un ritardo di due e più anni ma ci provo lo stesso.
Parto da posizioni parecchio diverse, ma credo possano coesistere e non mi considero un rompico***
Premessa.
Adoro i dialetti nel loro contesto. Amo anche gli accenti, sempre nel loro giusto contesto di lingua familiare oppure locale.
Amo gli accenti sardi (i pochi che conosco) e non ho mai avuto problemi comunicativi in Sardegna perché tutti i sardi che ho incontrato sono stati in grado di esprimersi in italiano senza problemi, anche le persone più semplici.
Detto questo, bisogna anche vedere quant'è marcato questo accento di cui parliamo ovvero quanto pesa sulla comunicazione.
E' ovvio che non si può pretendere che tutti frequentino un corso di dizione e doppiaggio ma chi parla in pubblico deve comunque essere in grado di attenuare la fonetica regionale per avvicinarsi di più a quella comune. Questo, secondo me, deve valere in primis per gli insegnanti, anche nel caso in cui si trovino di fronte una classe omogenea per origine regionale.
L'italiano standard, quello che non esiste, è comunque bellissimo. La RAI degli anni 60 e 70 eccelleva nel trasmettere programmi e sceneggiati recitati in un italiano meraviglioso. Il fatto che si sia deciso di abbassare il livello e di produrre infiniti programmi/film/serie parlate in quell'orrido e artificioso roman/partenopeo è una decisione per cui manderei in galera un po' di dirigenti.
Ormai siamo probabilmente oltre tempo massimo ma personalmente ritengo che chi lavora in televisione dovrebbe frequentare questo famoso corso di dizione e doppiaggio perché trovo giusto che tutti gli italiani siano esposti "alla lingua che non esiste°.
Vero che la lingua italiana è bellissima ed aver osato immergermi prima nell'inglese che in fondo non è difficile e poi nel tedesco che difficile invece lo è, forse mi ha privato di più di qualcosa ; ma non si può avere tutto nella vita.
Tutto giusto Yasmina complimenti.
La mia opinione da ragazzo di 20 anni è pressoché analoga alla tua.
La mia idea di preservare l'integrità dei regionalismi credo sia importantissima per imparare e sapere da dove proveniamo.
La mia opinione è di parte, il dialetto è una lingua vera e propria che sta via via perdendosi e le espressioni come i motti si spirito, i detti, e tutte le parole sono cultura da tramandare: da me in Romagna, per esempio, il dialetto e soprattutto l'accento sono stati quasi totalmente sterilizzati. Un po' per i flussi migratori del meridione oltre a quel sistematico rinnegamento che hanno i genitori di non parlare né insegnare dialetto un po' perché non lo sanno nemmeno loro.
Risultato?
La popolazione anziana sopravvissuta dal covid parla saltuariamente dialetto quindi hanno pure l'accento, gli adulti sui 40/60 hanno l'accento ma quasi non parlano dialetto, i giovani non hanno a volte l'accento e capisco il dialetto ma non lo parlano, i giovanissimi come me non hanno l'accento e non capiscono a volte nemmeno il dialetto scambiando a volte regionalismi romani e milanesi come se facessero parte del loro corredo verbale.
Una sentenza di morte praticamente ed è tutto dalla Romagna linea allo studio.
La diffusione dei regionalismi in altre zone della nazione è normale, succede anche con parole di parlate meridionali (cazzimma è la prima che viene in mente). È che se il dialetto non viene insegnato ai bambini, per forza muore, non c'è niente da fare!
Penso che questo pregiudizio nasca dall'incontro di tre tendenze: 1) Una memoria storica degna di un criceto; 2) Una tendenza borghese a considerare italiano colto il birignao della vecchia scuola di teatro (forse quella più comprensibile, secondo me); 3) decenni di televisione nazionale collocata a Roma e Milano, che hanno normalizzato quelle cadenze a scapito delle altre. Anni fa facevo un podcast amatoriale e mi veniva attribuita un'ottima dizione: non era vero, ho una parlata milanese non molto marcata ma sensibile, eppure pareva così
Sì, si tende molto a confondere la cadenza piemontese o lombarda con quella standard!
@@YasminaPani ma chi è che le confonde? Le cadenze lombarde e piemontese sono tutte tranne che standard: non so come facessero a dire al signore sopra dotato di una parlata milanese, che avesse una buona dizione, probabilmente era gente che non aveva mai studiato dizione. Il milanese tipico, anche non marcato, sbaglia praticamente tutti gli accenti e la cadenza "strascica" le parole (accusa che mi hanno sempre fatto amici del sud Italia) e, anche quando non è marcato, si capisce benissimo che è milanese, lombardo, io dopo decenni di dizione ancora purtroppo ce l'ho in certi momenti. Infatti, l'avvento di Mediaset ha creato degli stereotipi, che sono lontani dall'italiano "standard": a parte Pozzetto, tu forse sei giovane non ricorderai "I ragazzi della terza C", il mitico Commendator Zampetti. O in Drive IN, Braschi che faceva il paninaro. Nelle scuole di teatro hanno sempre sfottuto per la parlata milanese, peraltro spesso la si prende come esempio per dire come non si deve parlare. Per tacere della cadenza piemontese, che è particolare. Che poi, non ricordo conduttori piemontesi: devo andare indietro e Macario per pensare a un piemontese in tv. O adesso Gramellini, credo. Diverso è il discorso del dialetto ma pochi lo usa no in tv o in radio. A parte che la cadenza milanese ormai non ce l'ha quasi più nessuno perché siamo come i panda, siamo rimasti un centinaio ormai....Comunque, concordo con il tuo video, tra l'altro, è una polemica che capisco poco perché amo la parlata sarda, la Cucciari mi piace anche per quello, a me dà sempre una idea di chiarezza e perentorietà, e poi mi piace proprio come sonorità. Come anche il siciliano, forse lo amo anche di più. Mi piace molto anche il calabrese. La mia cadenza invece non mi garba punto, se non per fare ridere.
@@lucat5479 Il 99% degli italiani non ha mai studiato dizione, Luca, il discorso è questo! E nel sentire comune quelle parlate sono vicine allo standard, ed è questo uno dei motivi per cui è bene che siano tutte rappresentate nei media.
Grazie ad alcune pagine FB (vedi Il Signor Distruggere) è diventato di moda perculare le persone di ceto basso con bassa alfabetizzazione. Dimenticando che per i nostri nonni e bisnonni non era così usuale avere la laurea o perfino saper leggere. Quindi una larga maggioranza di noi ha antenati con una bassa scolarizzazione e bassa istruzione. Come se esistesse una sola conoscenza al mondo, quella universitaria.
@@dly209 mi fa veramente molto molto incazzare
Accento MAURRO😂😂😂
L'accento della mia zona è totalmente diverso. Quando la gente pensa all'accento sardo, la prima cosa che viene in mente è il Sud con "le doppie"... Quando sentono me pensano che sia uno spagnolo residente in Italia.
Ciao, Yasmina! :)
Non ho seguito la vicenda ma non capisco che nesso ci sia tra parlare con l' accento della propria regione di appartenenza e l' ignoranza (?). È un' associazione che viene fatta, è vero, ma di solito riguarda i dialetti. Come giustamente dici, non è detto che tutti gli italiani sappiano comunicare (più o meno correttamente) in italiano e quindi ricorrono al dialetto che di fatto è la loro "lingua madre". In questi casi si ignora l' italiano e il livello di istruzione si presume essere basso. Ma ripeto: è un caso a sé. Per quanto riguarda te, si tratta semplicemente di leoni da tastiera e - di fatto - di vero e proprio cyberbullismo. Sparano a zero per colpirti su qualcosa che percepiscono essere per te importante (che i tuoi interlocutori/ascoltatori ti considerino colta/intelligente) ma non credo che ottengano qualcosa se non innescare la tua reazione per la serie "ora vi metto a posto io" che è precisamente l' unica cosa che può apparire insensata al tuo pubblico. Io, ad esempio 🤣 ti ho scoperta solo di recente (purtroppo) ma tutti tuoi contenuti mi hanno destato curiosità e interesse. I momenti di polemica, contro polemica, altezzosità, toni sprezzanti per la serie "le persone sono stupide e inferiori" ehm... 😅 un po' meno... Comunque ora mi taccio perché sono OT con questo mio feedback che probabilmente lascerà il tempo che trova (anche se sono del parere che possa essere importante per chi si mette davanti ad una cam a fare video avere riscontri sinceri e senza filtri).
Se ne parlo è perché non è un'associazione che viene fatta solo con i dialetti, ma proprio in relazione all'inflessione. Non è evidentemente un video di reazione piccata a qualche insulto, primo perché come ho detto questi mi sono stati rivolti parecchio tempo fa, quindi se avessi dovuto reagire in quel modo lo avrei fatto d'impulso, subito, e secondo perché sono critiche che vengono fatte a molte altre persone: io ho menzionato Geppi perché è una conduttrice molto famosa e una delle poche persone sarde che si sentono in televisione, se non l'unica, ma è una testimonianza che qualsiasi persona del Sud può portare se ha avuto a che fare con persone provenienti da altri luoghi. Che alcune inflessioni siano associate a ignoranza, pastorizia, arretratezza ecc è evidente a qualsiasi italiano che osservi un minimo certe dinamiche: non vale solo per il dialetto, vale proprio per l'inflessione. Infatti in molti mi hanno chiesto di parlare di questo tema, e appunto dovevo farlo già da tempo. Se mi hai scoperto di recente forse, per un caso, hai visto solo quei video in cui sono quasi completamente neutrale o addirittura pacata, ma sono una minoranza: il mio stile è sempre stato questo, sarcastico e pungente. Anzi, in questo video sono decisamente tranquilla, non ho detto niente di che. È un fatto che le persone che parlano di "accento" come di una cosa negativa siano ignoranti, non è un dire "le persone sono stupide e inferiori". E io le cose le dico come stanno: ripeto, l'ho sempre fatto, e mi rendo conto che questi toni non siano graditi a tutti. Va bene così, nessuno può arrivare ovunque, e non ho la pretesa di essere perfetta o di non risultare fastidiosa. Ti ringrazio ovviamente per il tuo contributo, ma è un tema sul quale ho preso la mia decisione da tempo :)
@@YasminaPani no, assolutamente. Ho capito che era un' osservazione fatta in risposta alla "questione Geppi" e non di impulso e in risposta a critiche personali. Ma resta una critica assolutamente priva di fondamento e che lascia il tempo che trova. Per quanto riguarda i toni polemici o tendenzialmente offensivi nei tuoi video, ti dirò: a me non piacciono i formalismi, amo le persone irriverenti, pungenti e senza peli sulla lingua. Io stessa applico ben pochi filtri se comparata al resto del mondo :) Appezzo il tuo tono informale, le parolacce (abbondano anche su questi lidi 🤣) e il tuo atteggiamento in generale. Non ho recuperato tutti i video sebbene mi sia ripromessa di farlo. Poco a poco :) Devo anche dire che non sarei del tutto sincera se omettessi ciò che penso: a volte l' ironia o il sarcasmo mascherano, edulcorano e rendono accettabile un atteggiamento di fondo che è... Beh, sì, un atteggiamento di superiorità. Ma del resto, #chissenefrega. È il tuo "stile comunicativo", una tua cifra specifica e parte di te. Che io ci percepisca un atteggiamento di disprezzo verso molti probabilmente va ben oltre un feedback da parte di un utente RUclips (e comunque potrei anche sbagliarmi del tutto!). È solo che in alcuni frangenti è un po' too much e, da spettatrice, ammetto che non mi piace particolarmente. Nel video fatto ultimamente su Pasolini dici ad esempio "gli americani sono ritardati mentali" (o qualcosa di simile). Anche io non apprezzo particolarmente l' ammmericano medio (corrispettivo degli italioti dei nostri cuori, tho) però ad esempio quel "ritardato mentale" non è mi sembrato il massimo (o come direbbe Jasmina: "si esprimerebbe così solo un deficiente" 🤣). PS: so che non si percepisce il tono dai messaggi scritti, ma GIURO che l' ho scritto sorridendo bonariamente 🤗☺️ PPS: sì, ho un parente con disabilità cognitiva. PPPS: sì, spesso il politically correct mi provoca una tremenda orticaria. PPPPS: no, non sei perfetta ma ti si vuole bene :)
Ma solo io mi "scialo" (diverto molto in Calabrese) a sentire i vari accenti e dialetti della mia regione diversissimi tra loro?
Anche io!
No no, non sei l'unico che si sciala. Io sono a contatto col pubblico e mi faccio una cultura sugli accenti. Anzi chiedo sempre da dove vengono, da che zona del veneto, da che parte della sicilia, da che paese qui dei dintorni (ebbene sì, qui in brianza nel raggio di 10 km si sentono accenti diversi). Anche sui cognomi: chiedo sempre da dove arrivano. Tra l'altro è un bel modo di entrare in confdenza con le persone.
Il tuo accento è fantastico
Geppi Cucciari (come te) ha un marcato accento sardo ma parla (come te) un italiano splendido. Da persone davvero colte!
Adoro il tuo leggero accento sardo.
Mi ha sempre fatto sorridere l’uso dei tempi dei verbi: al sud sempre passato remoto, anche per cose appena successe e al nord sempre passato prossimo anche per eventi di anni fa. Non so se ci sia una regione dove si rispettino le regole 😂
Io vivo in Svizzera, nel Canton Ticino, orgogliosamente italofono. Peccato che nel “burocratese” lo stato inverta sempre l’uso di licenza e patente. Licenza di condurre anziché patente di guida, patente di pesca anziché licenza ecc. 😂
Sono d'accordo. Non mi sono mai vergognata del mio accento sardo, anzi, ne vado fiera perché non rinnego la mia provenienza e appartenenza. Mi sono posta il problema (più che altro credo per inesperienza su questo tema) su come fare l'audiolibro del mio libro. Se leggerlo io, che so esattamente l'intenzione di frasi e dialoghi che ho scritto o affidarlo a chi ha la dizione, che però potrebbe non dare il giusto piglio al tutto, essendo esterno alla creazione del testo. Ho anche fatto un piccolo sondaggio su fb e le risposte sono state varie. Come sempre faccio, anche dopo un sondaggio che è più che altro un sentire pareri per riflettere meglio sulle motivazioni mie e altrui, sono rimasta della mia idea perché le mie motivazioni sono rimaste forti. E poi il libro parla di Sardegna e della sua Storia e mi sembra una buona idea fare parlare i protagonisti come parlo io, anche se loro fanno parte di un'epoca lontana 800 anni. Ho adeguato il loro vocabolario ma restando comprensibile e dando addirittura un piccolo glossario dei termini desueti e specifici a fine libro. Tra l'altro io e i protagonisti del libro siamo della stessa zona. Ho scoperto il tuo canale da pochi giorni. Complimenti per la semplicità (che non è sinonimo di leggerezza in questo caso) con cui tratti ogni argomento. Ciao
Ciao, mi interesserebbe molto leggere il tuo libro! Ora mi vado a vedere il tuo canale 🙂 per quanto riguarda l'audiolibro, è una scelta difficile. A me personalmente piacerebbe se fosse letto con l'accento sardo!
@@YasminaPani grazie! Se ti piace iscriviti. Faccio ventimila cose diverse quindi è un canale non proprio monotematico eheh
Nel tuo caso ti rende ed è veramente piacevole ascoltarti...
Da poco iscritto
Complimenti ottima riflessione
Per esperienza personale in Italia non siamo certo quelli che hanno più difficoltà in questo ambito
Posso assicurare che un inglese di Manchester e vicinanze ha serie difficoltà a capire un australiano
Difficoltà che io non ho mai avuto nel farmi capire in Sicilia, malgrado il mio accento sabaudo
O capire un irlandese 🤣
@@YasminaPani Quelli li capisco bene, non so perché
Molto più complesso capire uno dello Yorkshire o uno scozzese
Comunque accetti un innocente complimento da un suo follower
L'accento sardo in una donna è davvero glamorous
@@gilbertosellagianot io invece capisco di più gli scozzesi! Grazie mille 🙂
Io ricordo bene che all'università e cioè quel momento in cui per la prima volta nella mia vita mi sono trovato a essere "collega" di altri ragazzi e ragazzi dal resto del Paese, una delle prime cose che si faceva per fare conoscenza era proprio scoprire le similitudini e le differenze tra i nostri dialetti/lingue.
Perché voler uniformare a tutti i costi ciò che nasce già così variopinto? Lo trovo molto triste.
Condivisibile.
Il pensiero mi va subito a un siciliano con accento prepotente come Sciascia. Ma neanche Bufalino mascherava l'inflessione. E se stavano tranquilli questi due, possiamo stare tranquilli anche noi, compresa Geppi Cucciari che immagino se ne freghi delle critiche ricevute.
È vero che certi commenti non meritano risposta, se non fosse per la tua abilità nel demolirli con ironia e trasformarli in spassose lezioni di divulgazione.
Io vado abbastanza fiero del mio dialetto
La critica agli accenti la vedo sopratutto verso quelli del sud. Ho sempre pensato nascondesse, in alcuni casi, del becero antimeridionalismo.
La discriminazione linguistica è SEMPRE una spia di discriminazione razziale o territoriale
Ben detto, dottoressa; brava!
Io ritengo che chiunque si trovi nella condizione di insegnare italiano debba avere anche un'infarinatura di dizione e poterla insegnare ai ragazzi (magari raddrizzando i caratteri regionali più marcati se utilizzati nei momenti "ufficiali"). Non penso che sia sbagliato insegnare ai ragazzi delle scuole l'italiano "corretto" anche a livello fonetico.
Ovviamente è l'ultima delle priorità a livello di importanza e di sicuro Geppi Cucciari ha il diritto di mantenere la propria cadenza sarda visto il registro leggero della trasmissione che conduce. Chi legge le notizie al TG1 deve invece utlizzare sempre e comunque una dizione da attore teatrale e alla terza accentazione sbagliata può serenamente tornare a scriverle le notizie (e non leggerle).
Rimane quanto ho evidenziato nel video: chi gliela insegna la dizione ai docenti? Se vai nelle università noterai che i professori di italiano, linguistica, filologia ecc sono i primi ad avere un accento marcatissimo. Certo che un docente napoletano sa perfettamente che non si dice ['kasa] ma ['kaza], come un romano sa che le consonanti che lui pronuncia doppie sono in realtà scempie: ma le pronuncia così lo stesso. Non è un ostacolo alla comunicazione, e se per noi rappresenta una caduta sotto il profilo stilistico o della formalità della lingua è per un nostro pregiudizio!
@@YasminaPani Io ho studiato nella periferia milanese e il 50% dei miei professori delle scuole primare e secondarie ha sempre portato con sé una spiccata regionalità (e quella dell'altro 50% non ero in grado di percepirlo perché era la mia).
Niente di male, sono contento di essere stato educato a riconoscere e gestire tanta "disomogeneità" (e tanti costrutti e suoni diversi perché, a loro modo, allenanti).
Riguardo all'aggiornamento degli insegnanti non sono in grado di esprimere un'opinione (perché non so come funzioni in generale).
A malapena riesco a immaginare come funzionerebbe in un'azienda privata (e lì non mi sembra tanto diverso da un corso di inglese... solo meno utile :D ).
sei forte :-) d'accordo con te al 100%
Grazie!
Veramente la gucciari era giocatrice di basket. Per vivere. Era stipendiata.
A fine carriera si è data allo spettacolo
Ma cosa c'entra?
Orgogliosissimo del tuo accento sardo Yasmina! E completamente d'accordo su tutto il discorso che hai fatto.
Sul tema invece di come e perché i sardi vengano percepiti in un certo modo, nella penisola, dovrei iniziare un bel polpettone argomentato ma stavolta te lo risparmio ;)
Orgoglioso del tuo accento e che sei sarda!
Certo, non è solo un problema linguistico! Grazie :)
Di bello c'è anche che un sardo, quando parla italiano "decide" di staccarsi dalla lingua (poiché questo é) di appartenenza, e pronuncia correttamente, scolasticamente potremmo dire, l'italiano canonico. Certo, come disse un mio prof, magari dice CCavvallo, ma si capisce subito che non è un asino.
Io uso questo codesto e quello. Un mio collega di Livorno mi prendeva in giro. Devo dire che lui non aveva accento per nulla
Sono fiorentino ed ho una marcata gorgia toscana, della quale vado fiero, ma cerco di limitarmi il più possibile in presenza di persone di altre regioni. È chiaro che durante un dialogo si senta che sono fiorentino, o che dei termini vernacolari mi scappino involontariamente. Devo dire che quando sento delle registrazioni, o guardo dei video fatti da toscani che esagerano la parlata toscana, pensando di risultare simpatici, mi da fastidio.
"Si senta"....non so quante altre persone possano vantare un uso così esteso del congiuntivo!
@@1956priscilla ironica? 😄
Mia Madre era Sarda,a volte venivano i miei parenti da La Maddalena e cominciavano a parlare per i fatto loro,e nonostante lei fosse 40 anni che viveva qui in Toscana,parlava un Sardo,forse Gallurese,perfetto,con altri parenti Francesi invece non capivo una mazza.
Condivido appieno tutto quello che hai detto.
...io sono veneta..ti lascio immaginare che impatto il mio leggerisssssssimo accento 😄
Un aneddoto raccontatomi da mia madre proveniente da un paese dell'entroterra siciliano: all'epoca di suo padre (classe anni 10) c'era una donna in paese che stranamente parlava italiano e tutti la prendevano in giro per questo, come se volesse darsi delle arie. La chiamavano, per l'appunto "a 'taliana".
Che bello!
Si anche ai tempi di mia nonna in un paesino della Basilicata chi parlava italiano si diceva che parlava "straus" cioè strano xD
La critica che si muove sulla lingua standard può avere senso se la si muove ad attori o doppiatori o al massimo a speaker radiofonici ma sulle altre figure televisive no nemmeno per chi lavora in radio, anche se lì sarebbe più appropriato.
Ricordo che nella TV degli inizi alle annunciatrici, ai giornalisti del telegiornale ... era richiesta una pronuncia assolutamente "neutra".
Prima sì, ora già è stato superato
Penso che la polemica si possa liquidare con molta semplicità. Basta chiarire se uno sta insegnando la lingua o se uno sta insegnando la dizione, se uno stia parlando delle regole dell’locuzione te lo stile della grammatica o se uno stia parlando parlando della fonetica. Quando la posizione è chiara non vedo la ragione per cui una edizione diversa possa destare tanto scandalo, se così fosse non si capisce per quale motivo Margherita Hack non sia stata redarguita in quanto parlava toscano. Mi sembrano questioni di lana caprina da lasciare ai Caproni
Io sono un baby boomer della provincia napoletana. Nel corso degli anni Settanta ho assistito ad un tentativo diffuso di "pulire" la lingua parlata già a livello delle famiglie; ritenendo il dialetto troppo volgare, si cercò di impedire ai bambini di parlarlo, ad esempio parlando sempre in italiano, anche in casa. I genitori di quella generazione avevano un grado di scolarizzazione superiore a quello delle generazioni precedenti e quindi potevano - più parzialmente di quanto credevano, in verità - tentare una "operazione culturale" del genere. Il risultato è stato che tutta una generazione non sa parlare propriamente napoletano - soprattutto a livello lessicale e sintattico - ma non è riuscita a perdere l'accento. Io lavoro a Roma, e anni fa ho avuto una collega che non mi capiva quando parlavo napoletano ma ai nostri colleghi sembrava "più napoletana di me" perché il suo accento era fortissimo. Insomma un patrimonio linguistico che rischiava di perdersi e in parte si è perso, senza peraltro riuscire nell'intento perverso di "mettere la lingua al pulito", usando quella che nel Settecento dalle nostre parti si chiamava il "toscanese". Oggi, quando mi capita di passeggiare per il mio paesello, incrociando i ragazzi li sento parlare tra loro in napoletano (anche se ormai si tratta di una versione molto meticciata) e ne sono contento. La lingua è un modo di vedere il mondo.
Ottimo video, e in questo canale non è il solo. Grazie.
Anche Gramsci era sardo!Grande personaggio!
Vabbe'...
una cosa è avere un accento di una lingua straniera come per es. il sardo peraltro o una inflessione chessò milanese, altra cosa è entrare la macchina, salire la spesa e uscire il cane per pisciarlo. spero che si colga sia l'ironia sia la rigorosa chiosa scientifica
Quando guardi il telegiornale sei interessato alle notizie, non alla persona che sta parlando (salvo eccezioni). Quando guardi uno spettacolo, ascolti una canzone o guardi un programma televisivo la personalità ed unicità degli attori/cantanti/presentatori è importante. Super Quark esiste perché esiste Piero Angela, le interviste di Troisi esistono perché esisteva Troisi. I programmi culturali in primis necessitano di personalità, specialmente per differenziarsi tra loro; l'eccentricità di Passpartout era inimitabile e lo rendeva un programma culturale irripetibile e prezioso.
L'italiano "standard" sia a livello di vocabolario che a livello di pronuncia è ottimo per tutto ciò che riguarda la pura informazione: telegiornali, comunicazioni istituzionali, etichette, bugiardini, etc. ma quando applicato ciecamente ad ogni cosa non fa altro che uccidere la diversità della realtà nazionale. La standardizzazione è uno strumento da applicare con criterio, altrimenti può essere addirittura pericoloso. Quanto sarebbero contenti gli editori se ogni poesia avesse esattamente la stessa struttura, metrica, alfabeto e numero di caratteri? Potrebbero automatizzare tutto il processo di pubblicazione e licenziare metà forza lavoro, eppure è chiaro che una scelta del genere sarebbe dannosa alla poesia stessa.
Sono d'accordo, ma anche nel caso delle comunicazioni istituzionali boh, dipende... il Presidente della Repubblica non deve avere l'accento? Per dire. Il lettore del telegiornale mi va benissimo che faccia una scuola apposita dove gli insegnano anche la dizione, ma appunto, per il resto, chi se ne frega.
@@YasminaPani A mio parere il PdR può benissimo avere il suo accento ma dovrebbe utilizzare il più possibile vocaboli italiani per farsi capire il più possibile. C'è da dire però che bisogna capire bene cosa si intenda con "comunicazione istituzionale"; il discorso di fine anno del PdR non è una comunicazione istituzionale, i comizi o le interviste dei politici non sono comunicazioni istituzionali. Quando i parlamentari discutono in aula, anche se il tutto deve essere registrato per trasparenza, sono liberissimi di sfoggiare il loro migliore dialetto anche a discapito degli ascoltatori; quello che conta è che nel momento in cui quello che dicono diventa una legge o una circolare essa deve essere riportata in un italiano intonso.
@@simonedeiana2696 occhio che io ho parlato di accento, non di lessico! L'ho ripetuto varie volte 😅 quindi per lo scritto il problema non si pone
10:46 normalmente quelli che non vanno bene sono quelli del Sud, notato?
Sì, credo di averlo detto
Grazie della risposta e del video molto di attualità!
Per me il problema non è che si parli uno specifico dialetto, ma che in molti casi lo si parli pure male (tanto da ostacolare la comunicazione perfino tra conterranei). Credo che andrebbe insegnato nelle scuole proprio come l'italiano.
Questo è un problema enorme, su cui si dibatte da decenni senza che si sia trovata una risposta. Insegnare il dialetto è difficilissimo perché (e questo è ciò che principalmente lo distingue dalla lingua) non ha una forma standard, non ha nemmeno delle norme ortografiche, varia da paesino a paesino o a volte da vicinato a vicinato, quindi è davvero molto complicato insegnarlo a scuola. Non sarei però affatto contraria a un tentativo di qualsiasi natura in questo senso, anche solo un'ora a settimana in cui si parla dialetto, senza stare a insegnarlo come si fa con una lingua straniera con tanto di testi e regole grammaticali, ma semplicemente facendolo sentire e usare agli allievi.
In realtà nella percezione comune un accento meridionale è meno tollerato di un accento settentrionale e da più la sensazione di "parlare male" l'italiano. Perchè ? Perchè in Italia il modello culturale dominante nei media è quello del Nord , non da sempre , soprtutto dagli anni 80 in poi , e soprattutto grazie a mediaset.
Verissimo. Non a caso nessuno sembra far caso, come qui fatto presente, agli innumerevoli conduttori dall'accento romano o del nord.
Diciamo che anche il cinema ha contribuito a creare questi stereotipi. Il milanese fighetto, il romano sboccato, il napoletano ignorante.
Pensa che siccome ho un forte accento toscano, molti si sorprendono del fatto che io me la cavi bene con diverse lingue straniere, pronunce comprese. Questo rientra nella stessa categora di cazzate di cui hai parlato, credo.
Tra l'altro, ma quanto è bello il fatto che esistano così tanti suoni che ci permettono di capire da dove vengono le persone?
Grazie per il video: chiaro, esauriente e simpatico.
Io sono lombardo, ma non lombardo doc, infatti mio padre era milanese e mia mamma era originaria della Campania. Parlo un italiano standard purissimo, senza nessun tipo di inflessione dialettale, eppure ritengo di essere un emerito ignorante, per giunta anche sfigato, e in questa societa' valgo meno di niente. Vorrei sapere a cosa cazzo mi serve il fatto di essere capace di parlare l'italiano standard purissimo.
Se sei sei cresciuto in Lombardia hai sicuramente un accento lombardo, non puoi avere una dizione neutra
Anche Berlinguer e Cossiga, pur parlando un italiano ineccepibile, avevano una pronuncia inequivocabilmente sarda ma questo cosa determina?
Vivo in Sardegna, ad Alghero, milanese, mia figlia in prima elementare, ai primi dettati metteva le triple e dove c'erano le doppie non le metteva, l'algherese è particolare, rispetto al sardo. In certi ambiti mi piace sentire una buona dizione, in altre occasioni fottesega.
Capisco
Ascoltandola mi è venuta una curiosità, forse un po' ai margini dell'argomento specifico, ma che colgo l'occasione per esprimere.. Secondo lei, la lingua Italiana parlata nei film di Monicelli della serie "Brancaleone", risponde più o meno a quella parlata all'epoca, oppure è un idioma creato appositamente dall'autore per enfatizzare i toni comici di quei film? (..esilaranti tra l'altro..)
La seconda 🙂 è un bellissimo miscuglio di lingua letteraria medievale e dialetti contemporanei!
Molto molto interessante. Personalmente mi piace quando "l'accento" colora l'italiano, mentre mi infastidisce quando storpia la grammatica, come fanno col romanesco (con molta supponenza). Per il resto vengo dal Salento, mia nonna parlava il Griko, un idioma che forse è riduttivo definire dialetto regionale
È tecnicamente considerato un dialetto
@@YasminaPani si si, certo che lo è, ma lo trovo decisamente peculiare per la somiglianza col greco, dal quale ruba i caratteri per trascrivere alcuni fonemi. Molto differente, oltre che dall'italiano, anche dal dialetto salentino"normale" ( passami il termine)
Porto una testimonianza. Lo spagnolo e il francese hanno delle regole fonetiche sulle vocali a seconda degli accenti. In francese inoltre gli accenti si dividono in tre categorie: acuti, gravi e cinconflessi. A scuola pertanto, sin dalla prima elementare si fa distinzione tra "e", "è" ed "é" etc. In Spagnolo la cosa è meno articolata, ma esiste. Cio' non toglie che esistano varianti regionali. Già nel solo Belgio francofono, il francese regionale di Liegi è nettamente diverso da quello di Namur/Bruxelles e da quello di Mons. In Francia la cosa si moltiplica a dismisura. Pero' noto altresi', che chi ha introiettato bene le regole della sintassi e quelle della fonetica a scuola, sia in Belgio, sia in Francia, parla spesso un francese standard ed è difficile identificare la sua provenienza geografica. Esiste inoltre un fattore storico diverso rispetto all'Italia (il francese si usa da molto più anni rispetto ai dialetti, rispetto all'Italia). Ma torniamo al punto. Se nell'insegnamento della lingua italiana, non vi sono regole minime di fonetica, codificate come nel caso del francese, grazie agli accenti sulle vocali, ognuno andrà per la sua strada.. e rompere il cazzo ad una persona perchè parla con il suo accento, vuol dire essere degli emeriti stronzi.
Io onestamente non nascondo mai il mio accento triestino, trovo che nascondere il proprio accento e parlata sia triste.
Haha l'accento triestino... Giavanna Botteri ad esempio: l'ho beccata dalle sue o aperte!
Io ho sempre pensato che l’italiano standard sia quello parlato al telegiornale etc…Non appoggio molto l’uso dei dialetti e credo che dovremmo riscoprire le forme di cortesia. Oggi in un negozio il commesso di 20 anni da del tu ad un anziano. La nostra lingua non è l’inglese (nel quale comunque solo apparentemente non c’è la forma di cortesia) e, da un punto di vista della comunicazione e dell’informazione, la forma di cortesia da più possibilità di comunicazione, ossia più libertà, non meno. L’accento è una ricchezza e parlare un italiano senza accento, sebbene possibile, tradisce la forzatura e quindi finisce per non essere gradito.
Gli accenti sono una grande ricchezza che da colore all'Italia, il fatto che usi, costumi, usanze e dialetti cambino tanto dopo pochi chilometri è un grande patrimonio, fanno parte delle nostre radici... si parla tanto di inclusività e dobbiamo emarginare i nostri accenti?
Come hai detto evidentemente l'essere umano sente il bisogno inverso, far sentire da dove proviene, fà parte della propria identità culturale, così come usi e costumi fanno parte dell'essenza stessa dell'essere umano. E' l'espressione della vita che si organizza in modo diverso in base alle circostanze.
Ma infatti, immagina che palle una situazione alla francese, andare in un'altra regione e sentire che parlano con la tua stessa cadenza. Proprio uno scoloritura dell'identità locale, sarebbe un Paese tutto uguale, monotono
Anche Cossiga,Presidente della Repubblica, aveva un marcato accento sassarese
Grazie, finalmente non mi sento colpevole di avere un’inflessione dialettale di Napoli.
Diciamo che le persone colte tendono a parlare senza particolari inflessioni o accenti, ma esistono le eccezioni.
Qualche esempio? A me vengono in mente solo intellettuali e professori con inflessioni molto marcate
@@YasminaPani Ad esempio sia Pirandello che Sciascia erano uomini di indubbia cultura ma con fortissima inflessione siciliana. Cacciari è uomo di cultura ma con fortissimo accento Veneto, Sgarbi invece è uomo di cultura senza alcuna inflessione.
Se dovessi raccontare una parte della mia biografia sociolinguistica:
Essendo nato a Torino ho l'inflessione piemontese cittadina, ma per delle 'prese in giro' ovviamente bonarie da parte dei miei parenti della Basilicata ho voluto neutralizzare sempre di più il mio accento, che non trovo 'bello'. Non ho mai studiato dizione però attingo appunto da caratteristiche del nord, alcune del sud, o del romano, che è quello in cui mi sono più immerso tramite i media. Questo mio interesse e ricerca del mimetismo sono ovviamente tra i motivi per cui sto studiando linguistica all'università.
Credo dunque come Yasmina gli italiani regionali siano una grande ricchezza espressiva spesso utilizzata anche nell'arte. È bello non appiattirci sullo standard doppiaggese solo perché 'fa fine', ma poter spazuare da una varietà all'altra con libertà. A me per esempio piace tenere quasi sempre quest'accento neutralizzato, ma con gli amici mi piace utilizzare il neostandard gergale con intrusioni ironiche di termini aulici e di espressioni colorite prese dai sostrati alloglotti e dialettali più disparati. Mi piace anche utilizzare quel poco di dialetto lucano che so.
Per concludere il saper padroneggiare più varietà, ovviamente nei giusti contesti comunicativi è sintomo di bellezza espressiva e come diceva Yasmina quello che conta è saper padroneggiare la morfosintassi e il lessico italiano più che incaponirsi sulla fonetica.
A me piacerebbe saper parlare italiano standard, davvero; presumo che se mi ci mettessi lo potrei imparare, ma ho sempre preferito impegnarmi in altre cose, perché alla fine quando lo userei? Ne ho davvero bisogno? Per non parlare del fatto che davvero mi sento rigida e impostata se provo a parlare eliminando il mio accento. Non è che non si possa fare, ovviamente, la tua storia e quella di mille altri lo dimostrano, per non parlare delle scuole apposite che esistono; è che non è necessario! Sicuramente in un mondo ideale tutti parleremmo sia lo standard che il regionale senza problemi.
@@YasminaPani concordo imparare tutti lo standard è inutile dato che bene o male ci capiamo. È anche vero che sentire un accento fortemente calabrese o napoletano è molto meno accettato che un forte accento milanese e romano, e ciò un po' è triste, ma alla fine si tratta di ruoli.
P.S. Appena finito questo video rientro a casa e mi ritrovo mio padre che mentre mangiava si ascoltava la trasmissione di Geppi Cucciari ahahahah
E proprio la marcata diffenza nelle inflessioni che rende l'italiano una lingua meravigliosa... l'italiano si accontenta di gentilmente posare un velo sulla musicalita' di una inflessione regionale...
La lingua italiana è parlata in modo differente in ogni città non solo ogni regione. Personalmente, preferisco la modalità senza accenti o italiano standard. Quello che quando lo senti, non capisci da che area geografica proviene la persona che parla. Fermo restando che se uno non usa termini dialettali, comprensibili a pochi, va bene anche l'inflessione regionale. Però sarebbe auspicabile che si riesca a parlare senza inflessioni. Anche perchè, quelli che vengono definite accenti o inflessioni sono in realtà modalità di esprimersi tipico di una derminata area geografica, anche nel caso dell'accento, non solo delle parole. Le inflessioni regionali, utilizzano soprattutto le vocali ma anche alcune consonananti che si differenziano da una regione all'altra. Ad esempio nel romano le "b" sono spesso raddopiate mentre le "r" vengono appena pronunciate, se sono in mezzo alla parola (teribbbile) ma raddoppiate se sono all'inizio (Rroma). Tutto ciò, rende difficile la comprensione delle parole, anche se sono quelle dell'italiano corrente. Soprattutto agli stranieri o a chi non è abituato a sentire quelle parole.
Agli stranieri sicuramente, un italiano dovrebbe essere educato ai vari accenti, anche solo attraverso la tv e i social.
Non importa l'accento che hai, ma come lo "porti".
è come indossare un abito.
MORALE 17:50
Y.P. è troppo sexy con questo accento ( che attenzione è sardo, si, ma non in tutta la Sardegna i sardi hanno questo accento... questa, però, è un'altra storia).
Io continuo a dire che se un giorno vieni in Liguria mia piacerebbe offrirti un caffè, solo per il rispetto e la stima
I miei genitori erano sardi d'ozieri, in casa e con parenti ho sempre parlato correttamente il sardo; m'hanno insegnato la "differenza" tra italiano e dialetto ed a scuola non ho mai fatto confusione tra i 2. Parlo italiano senza inflessioni, oggi parlando, specie tra i politici e giornalisti, va di moda parlare italiano marcando la propria provenienza, cosa che a me non piace. Questa "moda" in italia, a mio avviso, è cominciata da quando i leghisti hanno iniziato a parlare calcando l'inflessione regionale e da lì un po tutti hanno preso a seguirli per distinguersi. Un paio d'anni fa ho ascoltato una breve intervista ad un'esponente politica italiana ad una tv francese, parlava in francese marcando nella pronuncia la sua italianità, lei parla correttamente francese senza alcuna inflessione, sono scoppiato a ridere
Ma oddio, forse non hai mai sentito parlare Francesco Cossiga 😅 che c'è stato molto prima dei leghisti. Oppure Berlinguer....dire che non si sentiva l inflessione regionale....
Credo di aver capito cosa è che attrae della Pani. Lo sguardo. E' fortemente ipnotico. Dopo aver fissato i primi 5 minuti di ogni video, sei stregato.
Ah ah
Quelli che criticano tanto per un'inflessione regionale magari sono poi i primi a non azzeccare un congiuntivo e ad usare il "piuttosto che" nella maniera sbagliata, che ora sembra andare quasi di moda, tant'è che l'ho sentito anche da professori universitari (e qui non si tratta di regionalismi, ma veramente, in questo caso, di becera ignoranza)...
Originariamente è un regionalismo, però sì, hai ragione
@@YasminaPani Sì è vero, lombardo se ben ricordo, nato nel milanese (correggimi se sbaglio), però è chiaro che si stia diffondendo il suo uso anche in quello che dovrebbe essere un "italiano medio", poiché viene utilizzato da persone di ogni provenienza e soprattutto in contesti assolutamente formali, come l'università che citavo, senza che esse si rendano conto dell'errore.
@@albertoiuliano4920 sì sì certo, proviene dall'italiano regionale della Lombardia ma ormai è ovunque
L' accento, compreso quello sardo, è perfettamente compatibile con un eloquio italiano impeccabile. Soprattutto se il parlante è consapevole del proprio accento ed è in grado di modificarlo intenzionalmente studiando.
Diverso è il caso di chi non lo percepisce proprio e arriva a negare l'esistenza nella dizione italiana di norme fonetiche su vocali aperte o chiuse, come ad esempio in certe zone della Puglia o Basilicata. Esperienza personale.
Be', negare ovviamente è da imbecilli, ma io per dire pur conoscendo le norme standard sull'apertura vocalica non le applico mai, sarebbe una forzatura e risulterebbe stonato nel mio italiano.
Ti confesso che faccio un po' fatica a capire che cos'è l'italiano regionale a livello morfosintattico e lessicale. L'unica cosa che mi viene in mente è quando si italianizzano i modi di dire regionali (cosa che io in genere evito, preferendo dirli direttamente in dialetto, perché altrimenti l'effetto mi sembra comico, forse addirittura disturbante). Ho capito bene?
Esempio rapido, frase detta da me oggi a mia madre: "minca dici che son lenta mangiando?" che è la traduzione letterale dal sardo e che in italiano sarebbe "cazzo, quanto sono lenta nel mangiare!".
Trovo anche io che la questione dell'accento sardo sia causata da un pregiudizio vecchio di decenni; inoltre noi sardi abbiamo - o avevamo - fatto nostro questo stigma sull'accento. Nei mass media d'oggi si sentono e vedono serie tv, cantanti, comici che usano il dialetto campano o siciliano e non vedo la stessa reazione. Anzi, sarebbe bello continuare a tenere vive quelle magnifiche varietà culturali che, in tutto lo stivale, resistono alla globalizzazione e creare degli spazi seri per poter ampliare la conoscenza di queste varietà regionali. Giusto a titolo di curiosità: quando seguii un corso di formazione, ebbi un docente, sociologo e scrittore, che imparò l'italiano solo quando iniziò le elementari!
Il mio professore di Linguistica Inglese è madrelingua, ma ha un accento italiano evidentissimo, essendo bilingue. Con quale coraggio uno potrebbe andargli a dire: "sei un ignorante"? 😆😆😆 Poi, sono belli i colori linguistici. Cioè è bello sentire gli accenti diversi. Tutti uguali? Ma sai che noia! Meglio avere pochi iscritti e buoni piuttosto che molti ed inutili.
Un mio ex madrelingua slavo (con formazione in linguistica e glottologia) si era impegnato a imparare l'italiano con l'inflessione napoletana, nonostante vivesse nel Nord Est. Nel suo caso fu una scelta puramente estetica, che io trovavo in qualche modo affascinante (non intendo che io trovi sexy il partenopeo, intendo proprio che la reputo una decisione coraggiosa e una bella dimostrazione di competenza linguistica). Oggi invece mio marito - o meglio partner civile - denuncia il progressivo processo di "panificazione" della mia inflessione, dovuto all'accento sardo che mi deriva dalla visione compulsiva dei video di Yasmina Pani. Con un gioco di parole non propriamente divertente tale fenomeno è stato battezzato "effetto Carasau".
Ahahahah è bellissimo!
Fare l'insegnante e fare il presentatore di una trasmissione televisiva o addirittura fare il doppiatore cinematografico, significa esercitare tra loro mestieri molto diversi. Un tempo chi andava in televisione faceva dei veri e propri corsi di dizione e tra i grandi intrattenitori dello schermo, come anche della radio, si faceva fatica a capirne la loro provenienza regionale. Oggi le cose stanno in modo diverso, gli autori dei vari programmi televisivi sono meno esigenti, perché vogliono instaurare un rapporto più diretto e familiare con il pubblico. Il caso Geppi Cucciari, però è un po' diverso, intanto perché nasce come attrice comica e a questi personaggi l'ultima cosa che si chiede è proprio quella di perdere il proprio accento e poi perché trasmette quell'ironia di fondo che rende certi argomenti meno noiosi, diciamolo chiaro. Pensare che l'accento sia segnale di ignoranza è da cretini, ma d'altra parte nell'età dei social si pesca di tutto, anche chi si trova a discutere sul nulla.
Ma per una comica non è necessario. pure Benigni non lo ha.
Durante l’epoca universitaria fu organizzato un seminario su Platone e tra i relatori c’era un noto accademico francese. Durante tutta la lezione lèsse il testo greco con inflessione, ovvio, ma soprattutto accento francese. Alla fine avvicinai il mio professore con testuali parole “ma perché questo ha letto il greco alla francese? Lei ci fa due palle così sugli accenti e la metrica e sto tizio se ne fotte di tutto?”. La risposta fu sintetica: “lui può farlo, tu no.” Lo stesso professore aveva un accento “pot-pourri”, un po’ napoletano della provincia, un po’ siciliano. E ovviamente leggeva e spiegava strafottendosene dello standard.
Quel caso è un po' diverso e il tuo professore è stato un po' coglione: un francese avrà necessariamente l'inflessione francese nella lettura, dato che è già difficile togliersela parlando una lingua viva, figuriamoci una lingua morta. A noi viene più facile perché l'italiano ci lascia molti meno "segni" articolatori, ed è molto vicino al latino e anche al greco, salvo che per le aspirate in quest'ultimo caso.
Parole sensate brava per davvero.
Yasmina è la personificazione dell' aforisma LA VERITÀ È BELLEZZA.
Detto questo, siamo un paese provinciale ma non per le inflessioni dialettali, piuttosto perché l'Italia è il paese della polemica sterile.
Rompere le ovaie alla Cucciari per il suo accento è roba da bar.
Chissà cosa ne penserebbe Dario Fo o Jacopone da Todi...
Parole sante.
Ogni regione ha il suo accento,è ozioso disquisire su dove si parla più o meno italiano nella penisola,poi vogliamo parlare dell'accento romano/laziale? milanese/lombardo? veneto?!.......se volessimo fare una graduatoria,tra i meno tollerabili,Meloni docet.
Io ho una certa simpatia, per l'accento sardo,campano e siculo ❣...io sono..marchigiano (An).😎
Yasmina Pani. Il filo rosso dei tuoi video - ne ho visti 2 per ora - mi pare un bisogno comprensibile ma troppo riduttivo di proteggerti da eventuali critiche al motto di (cito) "ma non rompete i testicoli". Insomma, dell'insegnamento della lingua è fin troppo evidente che ne fai una questione di "revanche" personale, e questo condiziona la tua esposizione per intero. Inoltre, inframettendo gratuitamente il registro linguistico rappresenti degnamente alle mie orecchie di italiano all'estero il decostruttivismo diffuso, qui applicato all'italiano, cioè"anything goes"(sic). Peccato, perchè altrimenti conosci la materia e sei in grado di comunicarla diffusamente.
Entrando nella pedagogia della lingua, poi, la fonologia orientativa (essenzialmente, insegnare la dizione delle vocali aperte/chiuse e lunghe/corte nonchè la collocazione degli accenti tonici dei vocaboli) serve a concentrarsi sui contenuti dell'enunciato, poichè un accento troppo divergente distoglie l'attenzione che detti contenuti necessitano per non essere fraintesi, e semplicemente disturba l'ascolto (esperienza comune, questa). Raccomando l'introduzione di elementi di fonologia nell'insegnamento della lingua italiana, il che presuppone quindi la formazione fonologica dei deputati ad insegnarla.
Ognuno è libero di parlare come desidera ma, a mio parere, niente è più eccitante dell'italiano standard.
Dipende dalle situazioni
L'accento è una cosa, la proprietà del linguaggio è un'altra. I sardi spesso parlano in italiano meglio (a volte molto meglio) degli abitanti di altre regioni
Un pochino è vero
Ma il fatto è che se parli l’italiano regionale in un contesto che si rivolge all’intera nazione come nei media tradizionali,l’impressione,pur errata che sia,sembra che il parlante si rivolga di preferenza ai suoi corregionali.L’italiano standard servirebbe ad evitare anche questo,oltre che a rendere meno difficile comprendere quello che sta dicendo il parlante se l’accento è troppo marcato.
Deve essere una polemica partita da Milano, per forza.
Hahahahhaah sarebbe il colmo.