Borsellino Quater, Vara: "Madonia diceva che Ayala era chiacchierato, aveva il vizio delle carte”
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- Опубликовано: 23 июл 2024
- Borsellino Quater Ciro Vara: "Madonia diceva che Ayala era chiacchierato,
aveva il vizio delle carte” - 29 maggio 2014
L'ultima udienza della trasferta romana per il Borsellino quater si è aperta con l'audizione del collaboratore di giustizia Ciro Vara, ex uomo d'onore fedelissimo al boss Piddu Madonia “personaggio che mi ha portato in Cosa nostra, con il quale ho avuto una grande amicizia” poi arrestato nel settembre del '92. Durante la sua latitanza, ha spiegato Vara, “Madonia si spostava nella zona di Enna, nelle campagne di Calascibetta, a Villa Rosa” ma anche “a Milano per grossi traffici di droga”. Questo, ha ricordato, “soprattutto durante le vacanze di Natale”. In un'occasione però, afferma il pentito, Madonia non si recò a Milano: “Era il 23 dicembre del '91... mi aveva fatto chiamare a Bagheria”. Madonia gli disse che non sarebbe andato a Milano perchè aveva “degli impegni importanti” riferendosi alla sentenza del maxiprocesso, che sarebbe stata emessa a gennaio del '92 e fu secondo Vara “il motivo scatenante della strategia stragista dei corleonesi”. Nei confronti del maxi, ha dichiarato ancora il collaboratore, “Cosa nostra aveva un'attenzione particolare” soprattutto “per contattare i giudici popolari, qualche magistrato che ha partecipato a quel processo è stato avvicinato e qualcuno era anche disponibile ad andare incontro alle esigenze dell'organizzazione”. Un nome su tutti? “Il dottor Signorino” che Vara sentì nominare da Piddu Madonia: “Mi aveva detto che il dottor Signorino avrebbe fatto sapere che avrebbe fatto la sua parte, per quello che era possibile, cercando nelle sue requisitorie di dare condanne un po' più leggere”. In riferimento ad Ayala, invece, Madonia, che “sapeva tutto di tutti nel palermitano” mi diceva che “era chiacchierato, aveva il vizio delle carte” ma niente di più. [www.antimafiaduemila.com/doss...]
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Buongiorno, l’avvocato RECITI, è una degna persona, con una grande umanità, quando parla subito chi ascolta, può rendersi conto della chiarezza di questo avvocato, per fare venire fuori la verità, soprattutto sulla persona di Ayala, personaggio anomalo, contraddittorio, se si ascolta quando parla dell’agenda rossa di Borsellino, ha dato dichiarazioni (ripeto), contraddittorie, come disse il fratello del giudice Borsellino, doveva essere accusato di FALSA TESTIMONIANZA,AYALA, TERRIBILE QUANDO SEMPRE IL FRATELLO DEL PROCURATORE BORSELLINO, DISSE CHE AYALA PARLA DI FALCONE E BORSELLINO, COME SE CI FOSSE UNO SPETTACOLO, PERCHÉ FA HA PAGARE, PER LE COSE CHE DICE. VERGOGNOSO. SIAMO NEL 2024, SPERO CHE QUALCHE MAGISTRATO ONESTO, CHE GRAZIE AL BUON DIO, ANCORA ABBIAMO, COME IL GIUDICE NINO DI MATTEO, POSSA CONTINUARE A INDAGARE SU AYALA, SE POI TROVERÀ CHE ABBIA AVUTO COMPORTAMENTI DELINQUENZIALI, PROCEDERÀ CONTRO DI LUI. DOBBIAMO STARE ATTENTI, LA MAFIA NON È FINITA, È ANCORA MOLTO FORTE, È CHE NON FA RUMORE PER IL MOMENTO, NON È POSSIBILE CHE DEBBANO RESTARE IMPUNITI CHI FECE PARTE DELLE ISTITUZIONI , FACCIO RIFERIMENTO ALLE PERSONALITÀ CORROTTE, COME PURE A CHI APPARTENEVA ALLE FORZE DELL’ORDINE, AVENDO GRADI ALTI, È ERA CORROTTO, COME SUBRANI, DEL QUALE BORSELLINO DISSE CHE SI ERA PUNCIUTO, CIOÈ ERA DIVENTATO UOMO D’ONORE DELLA MAFIA, HO SENTITO ADDIRITTURA CHE HA AVUTO UNA PROMOZIONE, COME ARCANGIOLI CHE LO VEDIAMO CON IN MANO, LA BORSA DEL GIUDICE BORSELLINO, PRIMA ACCUSATO DI FAVORIRE COSA NOSTRA, POI, UN NULLA DI FATTO, ANCHE LUI EBBE UNA PROMOZIONE. LA BARBERA ADESSO È MORTO, HA AVUTO IL GIUDIZIO DEL BUON DIO. COME PURE CONTRADA. Parlando di Parisi, ex capo della polizia negli anni 90, sicuramente non si è impegnato. soprattutto dopo la strage di Capaci, sulla protezione di Borsellino. Doveva immediatamente, poteva farlo, se avesse voluto, dicevo, doveva immediatamente fare mettere la zona rimozione, dove il giudice Borsellino transitava, via D’Amelio, era una di quelle vie, che il procuratore faceva spesso. Non posso dire se Parisi fosse stato pure corrotto. GIAMMANCO, SICURAMENTE È STATO INDEGNO, ATTACCAVA CONTINUAMENTE IL PROCURATORE BORSELLINO, SEMPRE, POI, GIUSTO IL GIORNO DELLA STRAGE DI VIA D’AMELIO, ALLE ORE SETTE DEL MATTINO, CON UNA TELEFONATA, PARLANDO CON BORSELLINO, GLI DISSE CHE GLI DAVA LA POSSIBILITÀ DI POTERE INDAGARE SULLA STRAGE DI CAPACI, CHIUDENDO LA PARTITA, MA BORSELLINO DISSE, CHE INVECE LA PARTITA ERA ANCORA APERTA. Tutti i magistrati della procura di Caltanissetta di quegli anni,perché non hanno mai voluto ascoltare Borsellino, sulla strage di Capaci? Borsellino quando fece l’indimenticabile discorso alla biblioteca comunale di Palermo, apertamente disse che si era fatto un idea sulla strage di Capaci, ma solo da magistrato onesto che era, solo alla procura prima voleva parlarne. Mai è stato interrogato. Solo il grande procuratore Nino Di Matteo, creatore del processo stato mafia, potrebbe riaprire indagini,anche per fatti ormai lontani, ma che sicuramente possono portare a scoprire quello che ancora dopo 30 anni e più, non è ancora venuto fuori. Mi scuso se ho commesso errori di grammatica scrivendo questo commento. Distinti saluti LIBORIO Randazzo
curiosita si parla del dott quindi facciamo una pausa ma ma
La famosa talpa... Falcone lo teneva lontano.... Chissà perché...
Mayala, è lei?
Ma per "chiacchierato" non si intendeva una volta "avezzo a storielle gay?"
Vabbè che Repici ce l'abbia con Ayala è assodato, ma anche basta
La domanda sulla droga la poteva evitare...
Io diffido di tutti i giudici entrati poi in politica.
Da destra a sinistra.