Leopard e blindati nel più grande cimitero di carri armati e mezzi corazzati del mondo

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  • Опубликовано: 1 окт 2024
  • Una visita ufficiale organizzata da AISF ci ha permesso di esplorare il colossale deposito di mezzi cingolati e corazzati di Lenta, nelle campagne del vercellese. Si tratta di uno dei più grandi cimiteri di carri armati del mondo, e la visita all'interno dell'area militare può avvenire solo in occasioni particolari con una specifica autorizzazione, e sempre accompagnati dal personale della caserma.
    Le dimensioni del sito sono impressionanti, l'area misura 3 milioni di mq ed è circondata da 9 km di recinzioni con diversi accessi, tra cui uno ferroviario da cui possono entrare treni con carri speciali per il trasporto di mezzi cingolati e blindati.
    In questo deposito, rimasto segreto per anni, sono stati accumulati fino a 3000 mezzi cingolati e corazzati dell’Esercito, più di quanti ne avesse a disposizione Hitler per l’attacco alla Russia. Nel 2012 l’Italia possedeva 1.173 carri armati e 3.071 cingolati da combattimento, tanti rispetto ad altri paesi europei, e decisamente troppi per le reali necessità. Per quasi vent’anni i mezzi non più utilizzati venivano accantonati qui, anche per la confusione legislativa che rende difficile la vendita e la carenza di fondi per finanziare le demolizioni. Il numero di mezzi presenti in questo deposito è sorprendente, parte di essi sono stati radiati in quanto ormai obsoleti, ed in fase di demolizione che avviene all'interno del sito. Molti altri sono relativamente moderni, con pochi km di utilizzo sul campo e ancora funzionanti, quindi destinati alla vendita a stati esteri, alcuni già ceduti a paesi amici extraUE.
    Fino al 2013, in questo deposito c'erano:
    900 tank Leopard, 300 M-60, 200 M-109, quasi 3000 cingolati M-113 in ogni variante, ma anche mezzi più recenti come i Blindo Centauro, e cingolati M-133 e Vcc-1.
    L'M113 costituisce la presenza più numerosa: un cingolato anfibio in alluminio per il trasporto truppe, progettato negli anni cinquanta e in grado di trasportare 10 uomini viaggiando fino a 70 km/h. Era mosso da un motore Chrysler V8 7500 cc a benzina da 215 CV (poi aggiornato con un G.M. 6 cilindri Diesel).
    Dal 1990 è in vigore il trattato CFE per la riduzione e la limitazione delle forze armate convenzionali in Europa, e questo impedisce la vendita di questi mezzi all'interno dell'UE, se non dopo averlo ridotto in rottame a pezzi. L'acquisto è riservato solo a enti pubblici piuttosto che associazioni o musei, i quali però, devono sostenere le spese di demilitarizzazione prima di utilizzarlo come ornamento a un monumento ai caduti in una pubblica piazza.
    La zona più impressionante è il piazzale con i mezzi in vendita: come una sorta di autosalone, dove in mostra ci sono più di duemila pezzi tra Leopard, Vcc, Centauro.
    Una spettacolare dimostrazione di alcune manovre con il Leopard, mette in luce le grandi doti di questo carro leggendario, ancora in piena forma e che ci fa sentire il boato del suo esuberante V10 MTU da 838 cavalli.
    Il Leopard 1, presente negli eserciti di mezzo mondo, era un carro da combattimento dalle linee classiche ma molto ben studiato. Realizzato in acciaio saldato, aveva una torretta triposto, con il pilota alloggiato nello scafo sulla destra. Il capocarro disponeva di 8 periscopi panoramici oltre ad un periscopio TRP-2A a ingrandimento variabile, che poteva essere reso coassiale al pezzo da 105 mm. Il suo portello poteva montare una mitragliatrice da 7,62 mm. Era spinto da un motore V10 MTU da 37400 cc con doppia turbina e trasmissione ZF HP 250 4 marce in avanti e 2 indietro che erogava 830 CV Il puntatore disponeva di un telemetro ottico a coincidenza TEM-2A, con ingrandimento variabile oltre a un periscopio TZF-1A coassiale al cannone.
    Il vano motore ospita il potente V10 policarburante MTU MB 838 Ca M500 da 37400 cm³ con doppia turbina, che erogava una potenza di 830 HP (consumo medio 1 l ogni 300 m), accoppiata a una trasmissione ZF HP 250 con 4 marce in avanti e 2 indietro. Il treno di rotolamento era composto da 7 ruote portanti e quattro ruotini di rinvio, con sistema di sospensione principale a barre di torsione.
    Ruggine e vernice scrostata fanno sembrare questi mezzi dei rottami inservibili, ma non è così; i tank sono praticamente immortali, bastano pochi interventi di ripristino mirati e possono tornare in azione in poco tempo. Tuttavia non tutti gli armamenti presenti qui dentro, sono utili nella loro forma originale. Nella gran parte dei casi, conviene recuperare i materiali di cui sono composti. In un hangar i mezzi vengono demoliti, per ricavare tonnellate di prezioso metallo da riciclare. A prezzo di rottame infatti, si ricavano dai 4000 ai 6000 euro, a seconda dei metalli con cui erano costruiti.
    #leopard #tank #war #defence
    / associazioneitalianast...

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