IL COLLABORAZIONISTA DI HITLER: VIDKUN QUISLING
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- Опубликовано: 8 янв 2025
- Vidkun Quisling nasce a Fyresdal il 18 luglio 1887. Aderisce all’ideologia nazista dopo una gioventù brillante e avventurosa. Ottimo allievo dell’accademia militare norvegese, diventerà proprio addetto militare a Pietroburgo incarico che gli permette di assistere alla rivoluzione bolscevica dalla quale resta molto impressionato. In Russia si trattiene a lungo per assistere Fridtjof Nansen, esploratore e filantropo impegnato in una campagna di assistenza alla popolazione colpita dalla carestia del 1921. L’avere lavorato al fianco di Nansen accresce la sua notorietà in patria. Quando rientra in Norvegia, deciso ad impegnarsi in politica per realizzare a casa propria quanto osservato in Russia, cerca di inserirsi fra le file del partito laburista, proponendo la creazione di «Guardia Rossa» norvegese. I socialisti del suo paese però, che non approvano i metodi dittatoriali e l’uso della violenza lo emarginano subito.
Nel 1931, grazie alla popolarità che ha acquisito al fianco di Nansen, diventa ministro della difesa e mantiene la carica fino al 1933, quando viene stregato da Hitler e dal fascino della sua ideologia fondata sulla forza e sulla superiorità razziale. Il 1933 è proprio l’anno nel quale fonda l’Unione Nazionale, il partito che si ispira alle idee del Fuhrer e alle teorie del filosofo nazista Alfred Rosemberg.
Comuncia una nuova avventura ma alle elezioni politiche l’Unione Nazionale non ottiene il successo sperato. Quisling, ormai attratto nell’orbita nazionalsocialista, diventa uno stretto confidente di Rosemberg, con il quale ha numerosi incontri. Con lui sogna di costruire un impero nordico nel quale - aperte virgolette - «gli scandinavi di razza pura sarebbero stati governati da nazisti norvegesi e svedesi sotto il supercontrollo della Germania». Il tutto all’interno di quel nuovo ordine mondiale di cui Hitler andava vaneggiando.
A favorire la sua azione contribuiscono i buoni rapporti tra Berlino e Oslo, molto intensi all’epoca. La Germania gode di una certa simpatia nella democratica Norvegia e ciò nonostante il nazismo e i suoi metodi illiberali. Molti bambini tedeschi sono stati ospitati in Norvegia durante la Grande Guerra. Quisling intende sfruttare questo stato di cose facendo leva sugli attriti che contrappongono il suo paese alla Gran Bretagna per questioni economiche - ad esempio -, come quelle legate ai diritti di pesca nel Mare del Nord e nell’Atlantico.
Quando l’invasione ha inizio, Quisling esce allo scoperto e alla radio lancia un messaggio: invita la popolazione a non resistere contro l’invasione tedesca e si autoproclama capo del nuovo governo collaborazionista. Il messaggio però non ottiene i risultati sperati cosa che fa infuriare Berlino.
L’ambasciatore tedesco Curt Brauer aveva più volte avvertito la cerchia di Hitler che Quisling era soprattutto una millantatore e che in patria non godeva affatto dell’influenza che vantava. Al diplomatico viene comunque ordinato di recarsi dal sovrano norvegese Haakon VII per chiedergli la resa e la nomina di Qusiling a primo ministro. Il monarca però rifiuta e ripara in Inghilterra.
I tedeschi si rendono ben presto conto di quanto poco Quisling sia popolare in patria e già il 15 aprile si liberano di lui. Il 24 aprile 1940, inviato da Hitler in persona, fa dunque la sua comparsa in Norvegia, con funzioni di gauleiter, Josef Terboven, che diventa il vero padrone del paese; un paese che governa con il terrore imposto dalle SS.
Il suo cognome diventa sinonimo di traditore e di fantoccio già nel 1940 quando il Times pubblica un articolo dal titolo «Quisling ovunque» ne quale si denunciava il fatto che esistevano quisling in ogni paese d’Europa, pronti a mettersi al servizio de Fuhrer. Lo stesso Mussolini, quando capirà che la sua stella sta tramontando, si lamenterà con Hitler di non volersi ridurre ad un Quisling.
Alla fine della guerra circa sessantamila norvegesi vengono arrestati come collaborazionisti. Fra di loro, assieme a Quisling, c’è anche il Premio Nobel ottantaseienne Knut Hamsun. Quando la corte gli chiede perché abbia pubblicamente insistito presso la autorità tedesche per una più dura repressione contro partigiani ed ebrei non sa cosa rispondere. La domanda di grazia presentata dalla moglie Olga, una donna russa che aveva sposato nel 1923, è respinta e la pena capitale viene eseguita il 24 ottobre 1945 nella fortezza di Akerhus. Di fronte al plotone d’esecuzione le sue ultime parole saranno «Sono condannato ingiustamente e muoio innocente.»