La "non dualità" è un concetto che crea la mente come la dualità. Per esempio il Darsana Samkhya è un percorso duale che porta alla realizzione proprio come fa l'Advaita Vedanta. Ora l'obiettivo è quello di realizzare la propria vera natura se questo lo si raggiunge attraverso un percorso non duale va bene, se lo si raggiunge con un percorso duale va bene. Percorso non è proprio la parola più adatta ma serve per capirci. Nel Buddhismo l'insegnamento è paragonato ad una barca che serve a traghettare la "non persona" dalla sponda dell'illusione a quella della realizzazione. In effetti esiste una sponda sola però facciamo finta che siano due. Per alcuni il pericolo è che si affezionano troppo alla barca e si dimenticano di scendere una volta arrivati a destinazione. Ripeto la non dualità è solo un idea della mente è meglio non affezionarsi troppo ad essa.
Elisa condivido pienamente tutto ciò che hai detto. L'unico punto, non trascurabile, che mi lascia perplesso è quello che hai affrontato alla fine. Il considerare tutto ciò che accade perfetto così com'è. Premetto che non credo che ci sia necessità di migliorarlo, come sarebbe possibile?! Però nel pensiero indiano si parte proprio dalla costatazione opposta, soprattutto nel Samkhya e nel Buddhismo, ovvero che il mondo sensibile, che il Se sperimenta, è fonte esclusiva di dolore. Quindi è un qualcosa di assolutamente non desiderabile. Ora questo dolore insito nell'esistenza non si estingue nemmeno con la realizzazione e la sparizione del "me". Certo la sparizione del "me" mitiga molto il dolore, soprattutto psichico, ma non impedisce che il dolore venga sentito. E la realizzazione si cerca o avviene spontaneamente proprio come reazione per far cessare il dolore. Se Fabio si dà una martellata su un dito pur non essendoci identificazione con Fabio il dolore viene sentito ugualmente. Quindi la realizzazione ha lo scopo di liberare il Se dal dover osservare le vicende dolorose di altri punti di osservazione sul tutto che noi chiamiamo esseri viventi. Quello che cerco di dire è che il pensare che la realtà sperimenta sia perfetta così com'è impedisca una totale distruzione del "me", perché al "me" individuale si sostituisce un "me" universale. Quindi insieme al rifiuto di essere un individuo limitato ci deve essere il rifiuto di essere tutto quello che accade in ogni istante. La vera liberazione è quella dove cercando se stessi non si trova più nulla.
Non sono idee che abbiamo sul mondo spirituale, semplicemente se sei presente non puoi mangiarti la sofferenza. Lo diceva anche Osho: provare per credere.
Scusa... un appunto su Spira... Spira parla di Consapevolezza, c'è solo consapevolezza senza bisogno di un identità. Questo messaggio è duale. La Consapevolezza (sinonimo di conoscenza tra l'altro) è solo una funzione, un movimento che appare nel Nulla, non è il Nulla. Anche quando parla di Consapevolezza della Consapevolezza (essendoci solo Consapevolezza questa è consapevole solo di se stessa) diventa un circolo vizioso. Non si vede lì un corpo-mente libero dal me... pochi risuonano davvero, pochi tolgono davvero ogni speranza al me. Spira, lo stesso Mooji, tendono a dare indicazioni, come se ci fosse qualcosa da fare, pensare, dire, lettera, testamento (scusa! È arrivato il pensiero di questo gioco mentre scrivevo e non ho potuto non scriverlo!) Non c'è alcuna speranza per il me di liberarsi di se stesso, di averne abbastanza e farsi fuori, o accade o non accade, perché dare indicazioni ad un me illusorio?
Perché è una forma di ignoranza. Chi lo fa è in "buona fede" . Spyra, oltre al discorso molto esatto che hai riportato sulla coscienza della coscienza ( che è l'inquiry dell'Advaita) "chi sono io ?" suggerisce un atteggiamento di umiltà e onestà . Lisa Cairns suggerisce di chiedersi se davvero è la liberazione ciò che vuoi o piuttosto non hai la segreta speranza di vivere meglio... tutto giusto. ma nessuno chiarisce con forza che : Chi è questo io che decide? Chi si interroga? Chi è che vuole? L'unico che non lascia speranza è Tony Parsons: ho visto scene di rabbia e delirio nei suoi incontri ! Sembrano più una lotta. Ma ripeto, entrare nel merito e nei panni di altri apparenti oratori è impossibile. Anche perché l'altro gioco del me è la chiarezza, Il "tutto fila mentalmente"... equivale a "tutto è solo ammmmoooreee"
ognuno usa le parole che vengono, consapevolezza, nulla, tutto, ciò che è..in fondo il linguaggio è duale..quindi nessuna parola può descrivere..forse "ciò che è" è la migliore definizione..ma non lo "definisce"..il messaggio non è indirizzato al me..anche perchè in verità non c'è..
Ciao elisa mi riferisco al assassino. Ma nel essere liberi dal me non c'è solo amore. Per lo meno io avrei capito questo fino ad ora che oltre l'io c'è l'amore puro. Grazie in anticipo.
c'e' cio che vede i vecchi schemi come qualcosa di sbagliato ed il vedere di cio che giudica ...fare caso , notare il vedere .. quando il personaggio e' visto attraverso e' come il cielo che vede attraverso le nuvole..attraverso se stesso ..sembravano cosi consistenti da fuori..tu sei questo contesto in cui il contenuto accade ..non c'e' via di scampo !!! aha ah..o e' casa ..o e' qualcosa da cui scappar via
Questo video ha confuso ciò che mi appariva ovvio... I vecchi schemi continuano ad apparire ma lì non c'è nessuno che se ne appropri e questa è la parte che mi era chiara e ovvia. Ma quando dici che c'è qualcosa che guarda questi schemi come una cosa che non dovrebbe essere lì mi perdo.... qualcosa che guarda? Cosa? Chi? Allora c'è un me che guarda.... come può un corpo-mente vuoto guardare vecchi schemi o emozioni o sensazioni come cose che non dovrebbero esser lì? Tutto sorge, tutto accade, chi guarda cosa? Se non c'è nessuno, nessuno guarda, o meglio, guarda ma non c'è separazione col "guardato", tantomeno un'idea di "non dovrebbe esser lì" Forse non ho capito cosa volevi dire... D'accordo su tutto il resto... nessuna differenza tra Hitler e Madre Teresa di Calcutta, dura da digerire per il me ma così ovvio, non c'è alcuna moralità in questa energia, la moralità è solo nella storia del me. Grazie ancora per questi video.
Esatto Barbara! Sapevo che sarebbe arrivato questo intervento! Ebbene sì, c'è un Me (che non esiste di per sé) che guarda quei vecchi schemi. Un Me che si è assottigliato dopo che è stata riconosciuta la propria irreale realtà.e questo Me si identifica con una funzione che è la consapevolezza: reclama quella che non è un'esperienza come la sua natura e "aggiunge" le sue idee di perfezione. Quando il Me se ne va non è possibile più connotare nessuna cosa che apparentemente accade, perché non accade niente e non ci sono cose... ma solo apparenze. non ci sono preferenze nè giudizi perché non c'è mancanza né meglio o peggio... Ma....Dire all'illusione di un Me che è lui a guardare i vecchi schemi non fa che riconfermargli la sua realtà. Ricorda che il Me preferisce essere impotente e disperato piuttosto che non esserci. Se c'è stata (nella apparente storia della persona), la sparizione del Me : E' GIA' FINITA. e' già' finito qualcosa che non è mai accaduto!
messaggio chiaro, pulito, sincero. essenziale. sembra che molte apparenti persone non lo accettino. che film straordinario!
La "non dualità" è un concetto che crea la mente come la dualità.
Per esempio il Darsana Samkhya è un percorso duale che porta alla realizzione proprio come fa l'Advaita Vedanta.
Ora l'obiettivo è quello di realizzare la propria vera natura se questo lo si raggiunge attraverso un percorso non duale va bene, se lo si raggiunge con un percorso duale va bene. Percorso non è proprio la parola più adatta ma serve per capirci.
Nel Buddhismo l'insegnamento è paragonato ad una barca che serve a traghettare la "non persona" dalla sponda dell'illusione a quella della realizzazione. In effetti esiste una sponda sola però facciamo finta che siano due.
Per alcuni il pericolo è che si affezionano troppo alla barca e si dimenticano di scendere una volta arrivati a destinazione.
Ripeto la non dualità è solo un idea della mente è meglio non affezionarsi troppo ad essa.
le parole sono anch'esse una compagnia cui non affezionarsi troppo ;)
Quanto sei Bella in questo video ! Nel senso.....risvegli in me un feeling di pura Bellezza
Condivido ogni parola, tutto va bene così. Che sollievo!
Elisa condivido pienamente tutto ciò che hai detto. L'unico punto, non trascurabile, che mi lascia perplesso è quello che hai affrontato alla fine.
Il considerare tutto ciò che accade perfetto così com'è. Premetto che non credo che ci sia necessità di migliorarlo, come sarebbe possibile?!
Però nel pensiero indiano si parte proprio dalla costatazione opposta, soprattutto nel Samkhya e nel Buddhismo, ovvero che il mondo sensibile, che il Se sperimenta, è fonte esclusiva di dolore. Quindi è un qualcosa di assolutamente non desiderabile.
Ora questo dolore insito nell'esistenza non si estingue nemmeno con la realizzazione e la sparizione del "me".
Certo la sparizione del "me" mitiga molto il dolore, soprattutto psichico, ma non impedisce che il dolore venga sentito.
E la realizzazione si cerca o avviene spontaneamente proprio come reazione per far cessare il dolore.
Se Fabio si dà una martellata su un dito pur non essendoci identificazione con Fabio il dolore viene sentito ugualmente.
Quindi la realizzazione ha lo scopo di liberare il Se dal dover osservare le vicende dolorose di altri punti di osservazione sul tutto che noi chiamiamo esseri viventi.
Quello che cerco di dire è che il pensare che la realtà sperimenta sia perfetta così com'è impedisca una totale distruzione del "me", perché al "me" individuale si sostituisce un "me" universale.
Quindi insieme al rifiuto di essere un individuo limitato ci deve essere il rifiuto di essere tutto quello che accade in ogni istante.
La vera liberazione è quella dove cercando se stessi non si trova più nulla.
Preziosissimo questo intervento! Lo prendero’ . E’ gia’ emerso molto solamente leggendolo.
Forse con i masochisti la coscienza fa un tentativo di girare a proprio favore il dolore intrinseco del vivere...
Grazie elisa
Grazie per le risposte Elisa!!
Non sono idee che abbiamo sul mondo spirituale, semplicemente se sei presente non puoi mangiarti la sofferenza. Lo diceva anche Osho: provare per credere.
chi è presente?
💙
Scusa... un appunto su Spira... Spira parla di Consapevolezza, c'è solo consapevolezza senza bisogno di un identità. Questo messaggio è duale. La Consapevolezza (sinonimo di conoscenza tra l'altro) è solo una funzione, un movimento che appare nel Nulla, non è il Nulla. Anche quando parla di Consapevolezza della Consapevolezza (essendoci solo Consapevolezza questa è consapevole solo di se stessa) diventa un circolo vizioso. Non si vede lì un corpo-mente libero dal me... pochi risuonano davvero, pochi tolgono davvero ogni speranza al me. Spira, lo stesso Mooji, tendono a dare indicazioni, come se ci fosse qualcosa da fare, pensare, dire, lettera, testamento (scusa! È arrivato il pensiero di questo gioco mentre scrivevo e non ho potuto non scriverlo!)
Non c'è alcuna speranza per il me di liberarsi di se stesso, di averne abbastanza e farsi fuori, o accade o non accade, perché dare indicazioni ad un me illusorio?
Perché è una forma di ignoranza. Chi lo fa è in "buona fede" . Spyra, oltre al discorso molto esatto che hai riportato sulla coscienza della coscienza ( che è l'inquiry dell'Advaita) "chi sono io ?" suggerisce un atteggiamento di umiltà e onestà . Lisa Cairns suggerisce di chiedersi se davvero è la liberazione ciò che vuoi o piuttosto non hai la segreta speranza di vivere meglio... tutto giusto. ma nessuno chiarisce con forza che : Chi è questo io che decide? Chi si interroga? Chi è che vuole? L'unico che non lascia speranza è Tony Parsons: ho visto scene di rabbia e delirio nei suoi incontri ! Sembrano più una lotta.
Ma ripeto, entrare nel merito e nei panni di altri apparenti oratori è impossibile. Anche perché l'altro gioco del me è la chiarezza, Il "tutto fila mentalmente"... equivale a "tutto è solo ammmmoooreee"
ognuno usa le parole che vengono, consapevolezza, nulla, tutto, ciò che è..in fondo il linguaggio è duale..quindi nessuna parola può descrivere..forse "ciò che è" è la migliore definizione..ma non lo "definisce"..il messaggio non è indirizzato al me..anche perchè in verità non c'è..
Grazie ....
Bellissimo, questo gioco dell'Uno nel ............me ..................wow........find the right "words" in this..........oh!, my word!!!!!!! 😂😄😣😥😏😁😁😁
Non esistono risposte.
Ciao elisa mi riferisco al assassino. Ma nel essere liberi dal me non c'è solo amore. Per lo meno io avrei capito questo fino ad ora che oltre l'io c'è l'amore puro. Grazie in anticipo.
Tutto è sbagliato, tutto è imperfetto.
Oppure come disse Leibniz "questo è il migliore dei mondi possibili"
c'e' cio che vede i vecchi schemi come qualcosa di sbagliato ed il vedere di cio che giudica ...fare caso , notare il vedere .. quando il personaggio e' visto attraverso e' come il cielo che vede attraverso le nuvole..attraverso se stesso ..sembravano cosi consistenti da fuori..tu sei questo contesto in cui il contenuto accade ..non c'e' via di scampo !!! aha ah..o e' casa ..o e' qualcosa da cui scappar via
Questo video ha confuso ciò che mi appariva ovvio...
I vecchi schemi continuano ad apparire ma lì non c'è nessuno che se ne appropri e questa è la parte che mi era chiara e ovvia.
Ma quando dici che c'è qualcosa che guarda questi schemi come una cosa che non dovrebbe essere lì mi perdo.... qualcosa che guarda? Cosa? Chi? Allora c'è un me che guarda.... come può un corpo-mente vuoto guardare vecchi schemi o emozioni o sensazioni come cose che non dovrebbero esser lì? Tutto sorge, tutto accade, chi guarda cosa? Se non c'è nessuno, nessuno guarda, o meglio, guarda ma non c'è separazione col "guardato", tantomeno un'idea di "non dovrebbe esser lì"
Forse non ho capito cosa volevi dire...
D'accordo su tutto il resto... nessuna differenza tra Hitler e Madre Teresa di Calcutta, dura da digerire per il me ma così ovvio, non c'è alcuna moralità in questa energia, la moralità è solo nella storia del me.
Grazie ancora per questi video.
Esatto Barbara! Sapevo che sarebbe arrivato questo intervento! Ebbene sì, c'è un Me (che non esiste di per sé) che guarda quei vecchi schemi. Un Me che si è assottigliato dopo che è stata riconosciuta la propria irreale realtà.e questo Me si identifica con una funzione che è la consapevolezza: reclama quella che non è un'esperienza come la sua natura e "aggiunge" le sue idee di perfezione. Quando il Me se ne va non è possibile più connotare nessuna cosa che apparentemente accade, perché non accade niente e non ci sono cose... ma solo apparenze. non ci sono preferenze nè giudizi perché non c'è mancanza né meglio o peggio...
Ma....Dire all'illusione di un Me che è lui a guardare i vecchi schemi non fa che riconfermargli la sua realtà. Ricorda che il Me preferisce essere impotente e disperato piuttosto che non esserci.
Se c'è stata (nella apparente storia della persona), la sparizione del Me : E' GIA' FINITA. e' già' finito qualcosa che non è mai accaduto!
🧡