Ep. 192- Papale papale -"Gioia"

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  • Опубликовано: 17 июн 2024
  • Benedetto XVI, Angelus 17 dicembre 2006
    La gioia che la liturgia risveglia nei cuori dei cristiani, non è riservata a noi soli: è un annuncio profetico destinato all’umanità intera, in modo particolare ai più poveri, in questo caso ai più poveri di gioia!
    (...) L’invito alla gioia non è un messaggio alienante, né uno sterile palliativo, ma, al contrario, é profezia di salvezza, appello ad un riscatto che parte dal rinnovamento interiore. Per trasformare il mondo, Dio ha scelto un’umile fanciulla di un villaggio della Galilea, Maria di Nazaret, e l’ha interpellata con questo saluto: "Rallégrati, piena di grazia, il Signore è con te".
    Giovanni Paolo II, udienza generale 19 giugno 1991
    Abbiamo già più volte udito da San Paolo che “la gioia è frutto dello Spirito Santo” (Gal 5, 22), come lo sono l’amore e la pace, di cui abbiamo trattato nelle precedenti catechesi. È chiaro che l’Apostolo parla della vera gioia, quella che colma il cuore umano, non certo di una gioia superficiale e transitoria, come è spesso quella mondana.
    (...) Se il cristiano “rattrista” lo Spirito Santo, vivente nell’anima, non può certo sperare di possedere la vera gioia, che viene da lui: “Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace . . .” (Gal 5, 22). Solo lo Spirito Santo dà la gioia profonda, piena e durevole, a cui aspira ogni cuore umano. L’uomo è un essere fatto per la gioia, non per la tristezza. Lo ha ricordato Paolo VI ai cristiani e a tutti gli uomini del nostro tempo con l’esortazione apostolica “Gaudete in Domino”. E la gioia vera è dono dello Spirito Santo.
    Giovanni XXIII, messaggio Urbi et Orbi 25 dicembre 1959
    « Vi annunzio una grande allegrezza, che avrà tutto il popolo: perchè è nato oggi a voi un Salvatore, che è il Cristo Signore ».
    Qui sta il segreto della vera letizia, quella che non si può trovare nel rumore dell'esultanza mondana: quella che nulla, neppure la tribolazione, può estinguere: e cioè la gioia di sapersi redenti, di avere in Gesù il nostro fratello, amabile e buono, di essere stati fatti in Lui partecipi della natura divina, elevati ad una stretta comunanza di vita con Dio. Figliuoli carissimi, la gioia di questo giorno, intessuta di profonda riconoscenza al Signore, vi accompagni per tutto il nuovo anno, e non vi abbandoni mai.
    Francesco, udienza generale 15 novembre 2023
    La gioia. Il messaggio cristiano, come abbiamo ascoltato dalle parole che l’angelo rivolge ai pastori, è l’annuncio di «una grande gioia» (Lc 2,10). E la ragione? Una buona notizia, una sorpresa, un bell’avvenimento? Molto di più, una Persona: Gesù! Gesù è la gioia. È Lui il Dio fatto uomo che è venuto da noi! La questione, cari fratelli e sorelle, non è dunque se annunciarlo, ma come annunciarlo, e questo “come” è la gioia. O annunciamo Gesù con gioia, o non lo annunciamo, perché un’altra via di annunciarlo non è capace di portare la vera realtà di Gesù.
    Ecco perché un cristiano scontento, un cristiano triste, un cristiano insoddisfatto o, peggio ancora, risentito e rancoroso non è credibile.

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