Bravissima, eccezionale, ottima esposizione per competenza, proprietà di linguaggio, completezza! E in più è anche piacevole e accattivante ❤ Finalmente una disamina approfondita nella quale ho trovato quasi tutte le domande che mi sono fatto, rimaste inevase dagli articoli di stampa e dai filmati televisivi. Il post è talmente pieno di spunti, che mi ha suscitato varie domande e riflessioni, ma devo pensarci per esprimerle con precisione. Farò altro commento più tardi . Bravissima competente e ottima divulgatrice. Le sue capacità dovrebbero essere valorizzate ancora di più! 😮😅❤
Basterebbero 2 semplici domande a Sgarbi: 1. Perché non ha comunicato il rinvenimento dell'opera a villa Maidalchina alla competente Soprintendenza? 2. Dove è il quadro senza candela di cui ammette la proprietà fatto restaurare a Brescia da Mainardi?
In effetti uno dei punti più problematici dal suo punto di vista è avere confermato lui stesso di essere ricorso a quel particolare restauratore per il dipinto. Quindi o viene fuori che il restauratore di Brescia ha avuto "entrambi" i dipinti in periodi diversi, ipotesi molto fantasiosa, o che ce l'ha con Sgarbi al punto da aver contraffatto la fotografia, ipotesi immaginifica anch'essa, o sennò diventa il nodo più difficile da sciogliere, al momento, dalla sua parte. Anche per questo motivo al momento Sgarbi non risponde più alle domande dei giornalisti, a questo punto lo farà nelle sedi opportune.
@@Artalia8 Esatto. Ma che tu sappia, nel momento in cui (quand'anche in casa mia) rinvengo un'opera d'arte non sono tenuto a segnalarlo alla competente Soprintendenza? Cioè, qualora avesse davvero rinvenuto l'opera attribuita a Manetti presso la villa Maidalchina (ipotesi smentita sia dall'ex proprietario della villa sia dell'impresario che Sgarbi dice fosse con lui al momento del rinvenimento), non era tenuto a segnalarlo? Grazie mille
@@frankfree1414 Sì in teoria sì, soprattutto se poi vuoi farla entrare nei circuiti di analisi, studio e mostre ufficiali. Infatti, sinceramente, i primi tempi in cui parlavano di questo caso davo quasi per scontato l'avesse fatto in qualche momento e fase. Quindi, a prescindere, se non l'ha denunciato alla Soprintendenza la stessa avrebbe dovuto attivarsi durante la mostra di Lucca, a prescindere da tutti gli altri aspetti. Fa parte di una delle tante piccole stranezze non chiare in mezzo alle stranezze macroscopiche di questa storia.
Sanno tutti come é andata, stanno solo cercando di costruire la versione per il popolino e salvarlo (sempre che vogliano, io spero gli voltino le spalle soprattutto dopo le ultime offese vergognose a dei giornalisti)
@@Artalia8 aggiungo un elemento, di cui mi pare lei stessa ha parlato nel video: il quadro con la candela è stato restaurato non dal restauratire di Brescia, ma dalla restauratrice Piovan di Padova.
ottimo, ma mi manca sempre qualcosa. La riproduzione che va a sostituire il Manetti dopo il furto, da dove proviene? Da che foto viene ricavato il file che poi viene stampato? Di chi è la "mano" che ha fatto la riproduzione a grandezza reale? Grazie
In effetti le parti che "mancano" sono quelle che mancano in generale: pure io, nella ricostruzione della vicenda, mi sono trovata in difficoltà perché alcune informazioni sono proprio assenti. Infatti muoio d'invidia verso chi può fare e farà i rilievi di persona sui vari oggetti coinvolti, cornice compresa.
Analisi molto interessante e ben motivata sotto il profilo tecnico. Ora non resta che conoscere l'esito delle indagini in corso, unico modo per sciogliere i dubbi sulle molteplici ipotesi teorizzzabili al momento.
Le misure prese nel castello magari includono la cornice. Forse prese da non addetti ai lavori e che pertanto non consapevoli di dover misurare la tela.
Tra le tante opzioni sì, potrebbe esserci una spiegazione anche per le differenze nelle misure (c'era anche una linea "lato Sgarbi" che rilevava come la cornice fotografata all'epoca del furto non sarebbe la stessa mostrata poi nel programma Report, quel lato lì è uno dei punti più fumosi dal nostro punto di vista perché pure la fotografia messa al posto dell'opera non si sa bene come sia stata prodotta).
Buon giorno. Un dubbio: i ladri hanno tagliato la tela lungo i lati del perimetro. Ma generalmente la tela viene fissata al telaio perimetrale nascosto dalla cornice. Quindi dovrebbero rimanere i lembi non a vista della tela. Sono spariti? Perché se ci fossero le misure dichiarate del dipinto sarebbero chiarificate
Sì penso che dei bordi siano rimasti, anche perché altrimenti tagliarla per portarla via non avrebbe avuto senso. Rimane secondo me comunque un po' improbabile che i bordi fossero stati conteggiati nelle misure. Comunque, fa parte dell'argomento "lo stato della cornice dopo il furto" su cui tutte le fonti di cronaca hanno un po' glissato. Formulando un'ipotesi fantasiosa che tenga come presupposto che si stia parlando sempre dello stesso dipinto in fasi diverse della sua "vita", potrebbe essere che: il dipinto originale fosse stato misurato prima di subire quella riduzione che ha tranciato via un personaggio laterale e una parte di cane, riduzione forse dovuta a farlo a suo tempo entrare in una cornice. Per errore, al momento di redarre la scheda ministeriale, siano state riportate le misure più antiche (magari trascrivendole da una scheda d'archivio precedente, senza neanche guardare il dipinto), non più rispondenti alla realtà. Mentre al contrario il dipinto nelle disponibilità di Sgarbi è stato poi misurato invece con precisione, avendo come risulta dimensioni diverse. Pure in questa ipotesi sarebbe utile, a questo punto, misurare la cornice in cui era fissata al momento del furto, ma torniamo al discorso di prima sul fatto che siano proprio i dati che non hanno diffuso.
@@Artalia8interessantissimo video. Da restauratrice, mi sono fatta un po' di idee. Sulle misure, 14 cm e 12 cm non sono in realtà così tanti: sono circa 6/7 per ogni lato. Considerando 3/4 cm di battuta della cornice che copre il perimetro del quadro, ne avanzano al massimo 2 o 3 di cui dare spiegazioni. Può anche essere che la signora, in fase di denuncia, abbia dato le misure della cornice per indicare la sparizione del dipinto. Mere ipotesi ovviamente.... Sulla questione "gambe", così come il volto del giudice, credo che ci sia stato un reintegro più invasivo per dettagliare meglio le silhouette, una scelta " stilistico/tecnica del restauratore, forse a causa di abrasioni di pellicola pittorica, poco leggibili dalle semplici foto mostrate al pubblico. Giustamente sei rimasta assolutamente neutrale, ma io personalmente ho la convinzione che il Rutilio sia uno e uno solo😊!
@@martussi123 Anch'io, se devo dar retta al mio mero "colpo d'occhio" (basato tra l'altro su delle foto), li ritengo lo stesso dipinto in due fasi diverse della sua esistenza, proprio come quando si guarda la stessa opera prima e dopo di un restauro. Se devo figurarmi nella mente esempi di più versioni dello stesso dipinto da parte di un'unica mano (per esempio, per dire un esempio che ho osservato da vicino, il San Sebastiano di Guido Reni qui a Genova e quello quasi identico a Roma), oppure di copie dello stesso lavoro da parte di mani diverse (non so, le varie Monna Vanna), è raro che ci sia una corrispondenza di questo livello: già a un'osservazione molto superficiale noti che sono dipinti diversi, in quei casi. Da lì poi al dire "si vede che uno dei due autori è bravo e l'altra versione invece è di bassa qualità" ci passa un mare, visto che anche ammettendo che siano due dipinti separati, la qualità pare evidentemente di stesso livello.
@@Artalia8 esatto! Che poi, con una piletta da 15€ comprata dai cinesi con luce di wood, la candela smaschererebbe sotto una grossa risata il posticcio torcione 😁
Infatti mi ha molto incuriosito che anche lui ne parli dando per scontato che si tratti di un Manetti, il che farebbe pensare ancor più che sia un'attribuzione comunque non peregrina. Mi pare che riferisse anche di una somiglianza tra la maniera in cui viene ritratto San Pietro da questo artista e come appare qui. Poi, in generale, mi pare che nonostante sia lo storico dell'arte che si è esposto con più fermezza sulla questione (affermando proprio "secondo me sono lo stesso dipinto"), comunque abbia scelto di mantenere un profilo sobrio, per rispetto alle indagini.
Qualunque sia la verità, diventerà come il caso di "Bel musino" dove un'opera pressoché sconosciuta e forse neanche autentica diventerà famosa e ammirata. :D
Due cose velocemente: Il pezzo strappato dalla tela durante il furto non proprio corrisponde al buco nella foto del restauratore, anzi i buchi sembrano photoshoppati... L'altra questione e relativa alle misure: si noti che il braccio sulla destra più volte nominato è uguale nelle due tele. Se quella di Sgarbi fosse la stessa, come è stata incorniciata?? In ogni caso complimenti per l'esposizione chiara e neutra. Brava.
Il pezzo si "incastra" con un angolo dell'ipotetico buco. Mi sono fatta l'immagine, che potrebbe essere completamente errata, che sia stato quello il punto in cui hanno inciso per cominciare a staccare la tela, perché è la zona che sembra più compromessa (tenendo per buona l'idea che la foto a luce radente mostri buchi reali). Può darsi che altri frammenti siano stati fatti sparire dai ladri per non lasciare tracce e gli sia sfuggito quello perché, come riportato dai media, si era "incastrato" nella cornice - e quindi magari non era immediatamente visibile). Il fatto che i buchi sembrino "strani" nella foto potrebbe anche essere dovuto al fatto che, a suo tempo, li avesse evidenziati per potervi intervenire, anche questa una prassi abbastanza normale. Poi, anche qui, tutto è possibile.
Sulla seconda domanda, possibili risposte ce ne sono, quantomeno nella prassi di restauro: in casi di tele ridotte nelle loro dimensioni (quindi, fattualmente, senza più un bordo da fissare al telaio) un'opzione possibile è attaccarla a una tela bianca più grande (con colle speciali non dannose, per esempio), così da poterla incorniciare senza sacrificare parti della superficie dipinta. Insomma, quando scorniceranno la tela sequestrata di notizie interessanti ne verranno fuori, da una parte o dall'altra.
Secondo Report, si tratterebbe un dipinto con “San Pietro con l’ancella” cui fa riferimento una fotografia della Fondazione Longhi e che Longhi stesso appuntò a margine si trovasse in Belgio. In questa intervista riportata ne parlano: www.rai.it/dl/doc/1704817981639_Il%20valzer%20della%20candela%20-%20di%20Manuele%20Bonaccorsi.pdf
Sono convinto che il soggetto del quadro rappresenti il contrario di una cattura e che il santo raffigurato sia San Paolo e non San Pietro. Il suo modello potrebbe essere l'affresco del Pomarancio raffigurante San Paolo portato via dalla prigione davanti a Festo, che si trova nella cappella di San Paolo della cattedrale di Città di Castello, in Umbria. L'affresco è stato dipinto nel 1569 ed è uno dei più importanti capolavori del Pomarancio. L'affresco raffigura un episodio della vita di San Paolo, quando fu liberato dalla prigione di Cesarea da Festo, il procuratore romano. L'episodio è narrato negli Atti degli Apostoli (25, 1-12). Nel centro dell'affresco, San Paolo è raffigurato mentre viene condotto fuori dalla prigione da due soldati romani. Festo, il procuratore romano, è raffigurato a sinistra, mentre osserva l'evento. L'affresco è caratterizzato da un uso vivace del colore e da una composizione dinamica. Le figure sono dipinte con grande realismo e i dettagli sono curati nei minimi particolari. Ho cercato di convincere di questo, senza però riuscirvi, sia il Prof. Bagnoli che il giornalista de "Il Fatto" Mackinson. Essi sostengono che il santo sia Pietro per le fattezze con cui viene raffigurato.
Ho letto anche altri che ipotizzano sia un San Paolo, anche se pure in quel caso sarebbe iconografia insolita in quanto in genere viene rappresentato il momento in cui il santo viene martirizzato. Inoltre, come dice Bagnoli, fisicamente e nelle vesti non ha le caratteristiche tipiche di un San Paolo. I Pietro e Paolo standardizzati di solito sono così: www.google.com/amp/s/www.avvenire.it/amp/agora/pagine/i-santi-pietro-e-paolo-di-raffello-e-fra-bartolomeo e quello del presunto Manetti più vicino all’iconografia tipica di Pietro che non di Paolo. È possibile, ma resta un’iconografia anomala in entrambe le ipotesi.
A favore della vostra proposta su San Paolo ho trovato questa incisione interessante della National Gallery: è tutto estremamente diverso, inclusi personaggi e atteggiamenti, MA c’è il trono sopra gli scaloni e, soprattutto, il cane in una posizione simile a quella del presunto Manetti. www.meisterdrucke.it/stampe-d-arte/Philip-Galle-after-Jan-van-der-Straet/1250355/San-Paolo-davanti-a-Festo-e-Agrippa.html
E' tutto diverso perché è diverso il momento. Nel caso dell'incisione abbiamo Paolo che fa un discorso davanti a Festo alla fine del quale si appella a Cesare. Nel caso del presunto Manetti abbiamo Festo che risponde a Paolo: "Ti sei appellato a Cesare, da Cesare andrai", con conseguente gesto della mano.@@Artalia8
Ma non potrebbe essere piu probabile che l'opera esposta a Lucca fosse una copia rifatta della copia rubata? Quindi una copia della copia fatta passare per originale? Quindi anche l'attribuzione a Manetti sarebbe fittizia. Comunque quel braccio ha qualcosa di ironico. Sembra dire a Pietro, ti serve una mano? 😅 Potrebbe essere la chiave di tutto. Magari il personaggio mancante era l'ancella dell'opera trovata nel sottotetto.
Beh se avesse ragione il laboratorio di Correggio, a Lucca sarebbe stata esposta una riproduzione digitale, bisognerebbe vedere a questo punto se il dipinto nelle disponibilità di Sgarbi oggi sequestrato sia a sua volta copia o no. Anch'io ci ho pensato stamattina mentre ricontrollavo il video: magari il braccio era proprio dell'ancella che, nella versione originale, era personaggio fondamentale, ma l'hanno tagliato via brutalmente solo per far entrare il dipinto in una cornice 🤣
Negli anni si diceva come un mantra “è criticabile in tante cose ma ALMENO come storico dell’arte non gli si può dire niente”, ecco, io sinceramente a livello morale al di là delle simpatie preferirei un mondo in cui fosse così, altrimenti sarebbe un bel tradimento dei propri scopi.
Certi politici si dimettono non appena c'è anche solo il sospetto nei loro confronti (persino nei casi in cui, anni dopo, vengono reputati innocenti), decisamente lui segue tutt'altra linea ideologica, a prescindere.
@@Artalia8 quali sarebbero i politici in italia che si sono dimessi appena c'era il sospetto.. ? Se mi fai un paio di nomi te ne sarei grato. Sgatbi di ideologico non ha nulla...ha cambiato casacca politica una valanga di volte nella sua vita seguendo la convenienza del momento...altro che ideologia. Saluti
@@gianlucagullotta115 1) Se vuoi soltanto due nomi: Federica Guidi, Piero Marrazzo. 2) "Ideologia" in italiano non significa solo "partito politico". Comunque, tazza di camomilla. ☕🫖
@@Artalia8 marrazzo non si é dimesso per un "sospetto"...si é dimesso per qualcosa di mooolto più sostanzioso..la guidi in effetti si dimise pur non essendo indagata ma lei era un ministro tecnico indipendente (non aveva tessera di partito) quindi non era una politica...fidati i politici di professione non si dimettono se non costretti (salvo rarissimi casi). Per quanto riguarda il concetto di ideologia ribadisco il soggetto in questione è il meno ideologico del mondo.
@@gianlucagullotta115 In realtà Marrazzo era sospettato da molti all’epoca di aver “fatto i suoi comodi” usando mezzi e soldi pubblici, quando poi è venuto fuori solo in seguito che non era vero e non erano altro che vizi privati (che secondo me rientrano nella sfera della privacy di chiunque). Personalmente, non penso che questo sia né sostanzioso né basti a motivare un dimettersi da un incarico, ma lui ha sentito così. C’è ancora tantissima gente che questa cosa neanche la sa e pensa ancora oggi che lui abbia mischiato privato e pubblico. Comunque stiamo andando molto fuori tema, non era questo il focus del mio intervento né è il mio campo di competenza. Sgarbi ha un’ideologia molto precisa un po’ su tutti i fronti in cui ha le mani in pasta, che questa ideologia non sia “idealista” è un altro discorso.
Sgarbi o è amato o è odiato,per cui quando si ha il destro per danneggiarlo lo si fa con particolare soddisfazione. L'accanimento di una specifica parte politica è risaputo e si direbbe che lo aspettino al varco,anche per l'irritazione suscitata dal suo atteggiamento nei famigerati ultimi tre anni. La tesi dovrà comunque quadrare per forza,come quelle della Santa Inquisizione. A ogni modo,la candela per me è geniale,spuria o meno, per la profondità che conferisce all'ambiente e il braccio sporgente non potrebbe appartenere proprio all' 'ancilla' e censurato per motivi d'epoca?
Non credo ci siano motivi per censurarlo perché in realtà l'ancella/ragazza è una figura abbastanza normale e ricorrente nelle scene che ritraggono San Pietro quando rinnega tre volte Gesù, episodio molto ripreso in arte e che precede l'arresto (anche perché è un episodio proprio del Vangelo, a differenza della cattura che è citata più avanti, negli Atti degli Apostoli). La presenza dell'ancella lo renderebbe in automatico il momento della negazione di Cristo, il che però non collimerebbe con la presenza del re/giudice né con l'atteggiamento "devoto" e rivolto al cielo che ha in quel momento Pietro. In generale anch'io fatico a credere che Sgarbi possa averla fatta così sporca - lui e ci metto anche molti di coloro che con lui hanno collaborato -, perché nella mia testa se rubi un'opera poi non è che ci fai una mostra e un catalogo sopra, è come metterci un neon luminoso che la indica. Nel contempo, però, non mi spiego neanche l'opposto, nel senso: se io avessi trovato una tela dal nulla, in una soffitta, fortuitamente e, nel frattempo, una molto molto simile venisse rubata (una di cui lui era a conoscenza e aveva visto, per sua stessa ammissione), farei di TUTTO per sottolineare io per prima che non si tratti della stessa opera, nel catalogo della mostra in primis. Avrei messo un due righe tipo "esisteva una copia d'epoca di quest'opera, precedentemente collocata in un castello piemontese e ora scomparsa e che presenta questa e questa differenza". Non avrei glissato. Però appunto, non è che tutti ragionino allo stesso modo. Per questo è importante e sarà importante ricostruire la storia nel dettaglio.
Sul caso Sgarbi - come ho già scritto in un articolo sul mio blog - adotto un criterio discutibilissimo e del tutto antigiudiziario che è il gradimento personale. Ecco, mi basta sapere chi è che lo sta, da mesi, attaccando, per stare dalla parte del popolare critico d'arte. Non ignoro le stranezze della vicenda. Perché effettivamente la storia che Sgarbi possa aver comprato un rudere e, toh, guarda caso, c'era proprio una tela, copia del dipinto rubato, oggetto dello scandalo, un po' di perplessità le suscita. Per giunta, il buon Vittorio è inchiavicato di debiti a partire da quelli col Fisco, e quindi, volendo, il movente ci sarebbe pure. Il punto è che le stranezze ci sono anche dalla parte di chi lo accusa. Non c'è bisogno di essere un esperto della materia, che non sono, per sapere che se qualcuno ti propone - come è stato proposto al restauratore accusatore di Sgarbi da parte di quest'ultimo - una tela tagliata e arrotolata, la prima cosa che devi fare è chiamare le forze dell'ordine, perché probabilmente proviene da un furto. Notoriamente i ladri, quando devono rubarti un quadro, lo ritagliano dalla cornice, lo arrotolano e se lo portano, triste esperienza capitata anche a me quando vennero a trovarmi i ladri a casa. Non so se tra voi ci sia qualche antiquario o esperto d'arte, ma penso che possa solo confermare la cosa (o in caso contrario brutalmente smentirmi) e confermare, quindi, che la ricostruzione del restauratore accusatore di Sgarbi sia fortemente dubbia. Nondimeno, lo stesso Sgarbi, una volta trovato il dipinto nella casa acquistata dalla madre, avrebbe dovuto avvertire la sovrintendenza, fare una foto del dipinto e mandarla alle forze dell'ordine, come è da prassi tutte le volte che si rinviene un dipinto di cui non si era a conoscenza. Perché non lo ha fatto? Un'omissione quantomeno sospetta, specialmente se consideriamo che Sgarbi è riconosciuto come il massimo esperto di arte in Italia. Tutto questo, tuttavia, premettendo che la tesi di Sgarbi che fa rubare un dipinto per poi taroccarlo per poter dire che non è il vero quadro ma una copia - ben sapendo che poi una qualsiasi perizia sarebbe perfettamente in grado di individuare la falsificazione - appare quantomeno bizzarra, soprattutto se consideriamo che non stiamo parlando di un profano come me ma appunto di Sgarbi. Tutto questo, al netto delle cose che eventualmente mi fossero sfuggite e che naturalmente sono passibili di tutte le obiezioni del caso. Ma quanto sopra, nella sua gravità, rischia persino di apparire secondario rispetto ad un punto primario, di importanza ben maggiore: l'uso del giornalismo di inchiesta come clava per colpire un politico. Io non so se Sgarbi sia colpevole. Io quel che so è che voglio che in questo paese i processi si facciano in tribunale e basta. Di trasmissioni come Report non ho alcuna stima né mai l'ho avuta. Report è il cospirazionismo addomesticato che corre in soccorso della verità ormai svelata, che si accorge del Bilderberg - giusto per fare un esempio - soltanto dieci anni dopo rispetto a tutti coloro che nella blogsfera se n'erano accorti dieci anni prima, che indaga sulle operazioni immobiliari di un Di Pietro ormai politicamente moribondo, quando le stesse venivano denunziate dai giornali di destra, in un'epoca in cui mettersi contro Di Pietro significava rischiare di ritrovarsi o in galera o in mezzo ad una strada. Dunque una trasmissione che fa inchieste basate non sullo svelamento di una verità più o meno reale, ma sul tentativo di killerare avversari politici senza (più) protezione. Da giorni invece Sgarbi è sottoposto non ad una legittima indagine su eventuali stranezze bensì ad un autentico linciaggio nel quale non si cerca, con serenità, di far luce su una vicenda oggettivamente grave, ma si vomita bile, fiele, insulti sull'aspetto fisico dell'indagato, insulti degni più dei bulli di mezzo alla strada che di giornalisti seri e coscienziosi, sfruttando la notoria incapacità di autocontrollo del destinatario di queste contumelie, che certamente non si sta difendendo nella maniera più adeguata, dando altre armi ai bulli. Insomma, difendere Sgarbi da questa faccenda non è una questione giudiziaria ma politica e soprattutto di civiltà giudiziaria. Io voglio un paese dove se Sgarbi ha commesso un reato, sconti la sua pena. Ma giudicato da tribunali istituzionali, non dalle macchine del fango. Non mi interessano altre giustizie.
"Notoriamente i ladri, quando devono rubarti un quadro, lo ritagliano dalla cornice, lo arrotolano e se lo portano, triste esperienza capitata anche a me quando vennero a trovarmi i ladri a casa. Non so se tra voi ci sia qualche antiquario o esperto d'arte, ma penso che possa solo confermare la cosa " Di questo nel video ne ho trattato. Non so se hai risposto in base a quanto ho effettivamente detto o hai fatto una disamina a prescindere, perché in realtà qua la questione politica era abbastanza estranea alla ricostruzione dei fatti (a parte dire che una parte potrebbe essere parziale nel giudizio a causa di questo). Ho riportato due versioni della stessa storia, parimenti parziali e lacunose (io stessa, nel fare ricerca, mi sono resa conto che informazioni storico-artistiche banalissime non risultavano accessibili, come del resto racconto anche). Poi, in generale, la mia posizione l'ho spiegata altrove: il mettere il cappello politico a tutto, in Italia, è una specie di cancro. E lo dico da una parte e dall'altra. È come se ci insegnassero che PRIMA devi decidere se tal persona sia alleata e nemica e POI far collimare ciò che fa o dice con la tua posizione pregiudiziale. Non era questa la sede, appunto, in virtù del fatto che è un atteggiamento cui io sono allergica e da storica dell'arte lo vivo anche come estraneo all'ambito di studio. Detto questo: le inchieste giornalistiche, per quanto aggressive, sono un polmone democratico importante. Nonostante questo, anch'io percepisco che in Italia di fatto non le sappiamo fare (sono spesso a tesi, appunto, anziché a ipotesi da dimostrare) e anche quelle sono soggette al "cancro" di cui sopra. Sulla persona specifica l'equilibrio è labile: non deve subire un processo pubblico, ma non deve neanche essere immune alle conseguenze di azioni negative, se vi sono, grazie allo scudo di essere un personaggio potente. Sono problematiche di pari rilevanza, in Italia. Eviterei, in generale, di farsi intrappolare dal "bispensiero": "se non sono per nulla d'accordo con X, vuol dire in automatico che l'estremo opposto è giusto/lo preferisco/mi sta bene". Io non simpatizzo per nessun estremo, sono sempre una sostenitrice del giusto mezzo tra le cose.
@@Artalia8Beh invece io credo che la questione politica sia rilevante. Perché questa vicenda è saltata fuori per effetto di una guerra politica, viceversa nessuno se ne sarebbe curato. Io sono disgustato per questo, non per il fatto in sé. E non ho nulla contro le inchieste giornalistiche serie. Ma per farle, occorrono le seguenti cose: onestà intellettuale, rispetto per tutte le parti - a partire da quelle presunte colpevoli - e coraggio. E a Report mancano tutte queste caratteristiche. Detto questo, mi pare opportuno chiarire che non era un commento polemico nei confronti della tua persona, che rispetto. Si vede che sai ciò di cui parli.
@@FrancoMarinoLGI Capisco cosa intendi: in realtà penso che, ipotizzando che al posto di Sgarbi ci fosse stato uno storico dell’arte meno noto, ci si sarebbe comunque curati molto della vicenda nel contesto specialistico e penso che anche a livello nazional-popolare ci si sarebbe comunque incuriositi, perché il “giallo” intorno alla storia è oggettivamente accattivante. Tuttavia, c’è senz’altro un surplus di interesse dato dalla fama del personaggio e un surplus al di sopra di quel surplus dato dall’antipatia che il personaggio suscita (più o meno a seconda dell’allineamento politico). Che in realtà è un fenomeno che stiamo vedendo rivolto verso molti personaggi famosi.
Oltre a "italiana" secondo me fa parte di un grande problema ancora più ampio, ovvero il grande mondo delle attribuzioni [un po'] forzate, che è un intero universo all'interno della Storia dell'Arte. Magari questo specifico caso poi viene fuori che non ha niente a che vedere e quello è davvero un Manetti autentico, però in generale c'è un andamento molto problematico sul fronte attribuzioni da molti decenni a questa parte (esempio famoso recente è il "Salvator Mundi" di Leonardo) e che non riguarda solo l'Italia ma un po' tutto il mondo e non solo occidentale ormai.
Non si può fare altro! Io spero che coinvolgano qualche cultore della materia super partes per analizzare il dipinto sequestrato e che poi vengano diffuse le osservazioni che ne usciranno
Bravissima, eccezionale, ottima esposizione per competenza, proprietà di linguaggio, completezza! E in più è anche piacevole e accattivante ❤ Finalmente una disamina approfondita nella quale ho trovato quasi tutte le domande che mi sono fatto, rimaste inevase dagli articoli di stampa e dai filmati televisivi. Il post è talmente pieno di spunti, che mi ha suscitato varie domande e riflessioni, ma devo pensarci per esprimerle con precisione. Farò altro commento più tardi . Bravissima competente e ottima divulgatrice. Le sue capacità dovrebbero essere valorizzate ancora di più! 😮😅❤
Grazie mille, il tuo commento è bellissimo e sono contenta di tutto ciò che hai detto 🥰
Bravissima ! Ottima e dettagliata spiegazione della vicenda ! 😁👍🏻
Grazie mille! 🥰
complimenti, chiarissima, grazie
Grazie a te per aver guardato!
Basterebbero 2 semplici domande a Sgarbi: 1. Perché non ha comunicato il rinvenimento dell'opera a villa Maidalchina alla competente Soprintendenza?
2. Dove è il quadro senza candela di cui ammette la proprietà fatto restaurare a Brescia da Mainardi?
In effetti uno dei punti più problematici dal suo punto di vista è avere confermato lui stesso di essere ricorso a quel particolare restauratore per il dipinto. Quindi o viene fuori che il restauratore di Brescia ha avuto "entrambi" i dipinti in periodi diversi, ipotesi molto fantasiosa, o che ce l'ha con Sgarbi al punto da aver contraffatto la fotografia, ipotesi immaginifica anch'essa, o sennò diventa il nodo più difficile da sciogliere, al momento, dalla sua parte.
Anche per questo motivo al momento Sgarbi non risponde più alle domande dei giornalisti, a questo punto lo farà nelle sedi opportune.
@@Artalia8 Esatto. Ma che tu sappia, nel momento in cui (quand'anche in casa mia) rinvengo un'opera d'arte non sono tenuto a segnalarlo alla competente Soprintendenza? Cioè, qualora avesse davvero rinvenuto l'opera attribuita a Manetti presso la villa Maidalchina (ipotesi smentita sia dall'ex proprietario della villa sia dell'impresario che Sgarbi dice fosse con lui al momento del rinvenimento), non era tenuto a segnalarlo? Grazie mille
@@frankfree1414 Sì in teoria sì, soprattutto se poi vuoi farla entrare nei circuiti di analisi, studio e mostre ufficiali. Infatti, sinceramente, i primi tempi in cui parlavano di questo caso davo quasi per scontato l'avesse fatto in qualche momento e fase. Quindi, a prescindere, se non l'ha denunciato alla Soprintendenza la stessa avrebbe dovuto attivarsi durante la mostra di Lucca, a prescindere da tutti gli altri aspetti.
Fa parte di una delle tante piccole stranezze non chiare in mezzo alle stranezze macroscopiche di questa storia.
Sanno tutti come é andata, stanno solo cercando di costruire la versione per il popolino e salvarlo (sempre che vogliano, io spero gli voltino le spalle soprattutto dopo le ultime offese vergognose a dei giornalisti)
@@Artalia8 aggiungo un elemento, di cui mi pare lei stessa ha parlato nel video: il quadro con la candela è stato restaurato non dal restauratire di Brescia, ma dalla restauratrice Piovan di Padova.
ottimo, ma mi manca sempre qualcosa. La riproduzione che va a sostituire il Manetti dopo il furto, da dove proviene? Da che foto viene ricavato il file che poi viene stampato? Di chi è la "mano" che ha fatto la riproduzione a grandezza reale? Grazie
In effetti le parti che "mancano" sono quelle che mancano in generale: pure io, nella ricostruzione della vicenda, mi sono trovata in difficoltà perché alcune informazioni sono proprio assenti. Infatti muoio d'invidia verso chi può fare e farà i rilievi di persona sui vari oggetti coinvolti, cornice compresa.
Analisi molto interessante e ben motivata sotto il profilo tecnico.
Ora non resta che conoscere l'esito delle indagini in corso, unico modo per sciogliere i dubbi sulle molteplici ipotesi teorizzzabili al momento.
Sì, anche perché tanti dettagli non sono stati divulgati ancora.
Le misure prese nel castello magari includono la cornice.
Forse prese da non addetti ai lavori e che pertanto non consapevoli di dover misurare la tela.
Tra le tante opzioni sì, potrebbe esserci una spiegazione anche per le differenze nelle misure (c'era anche una linea "lato Sgarbi" che rilevava come la cornice fotografata all'epoca del furto non sarebbe la stessa mostrata poi nel programma Report, quel lato lì è uno dei punti più fumosi dal nostro punto di vista perché pure la fotografia messa al posto dell'opera non si sa bene come sia stata prodotta).
Buon giorno. Un dubbio: i ladri hanno tagliato la tela lungo i lati del perimetro. Ma generalmente la tela viene fissata al telaio perimetrale nascosto dalla cornice. Quindi dovrebbero rimanere i lembi non a vista della tela. Sono spariti? Perché se ci fossero le misure dichiarate del dipinto sarebbero chiarificate
Sì penso che dei bordi siano rimasti, anche perché altrimenti tagliarla per portarla via non avrebbe avuto senso. Rimane secondo me comunque un po' improbabile che i bordi fossero stati conteggiati nelle misure.
Comunque, fa parte dell'argomento "lo stato della cornice dopo il furto" su cui tutte le fonti di cronaca hanno un po' glissato.
Formulando un'ipotesi fantasiosa che tenga come presupposto che si stia parlando sempre dello stesso dipinto in fasi diverse della sua "vita", potrebbe essere che: il dipinto originale fosse stato misurato prima di subire quella riduzione che ha tranciato via un personaggio laterale e una parte di cane, riduzione forse dovuta a farlo a suo tempo entrare in una cornice. Per errore, al momento di redarre la scheda ministeriale, siano state riportate le misure più antiche (magari trascrivendole da una scheda d'archivio precedente, senza neanche guardare il dipinto), non più rispondenti alla realtà. Mentre al contrario il dipinto nelle disponibilità di Sgarbi è stato poi misurato invece con precisione, avendo come risulta dimensioni diverse.
Pure in questa ipotesi sarebbe utile, a questo punto, misurare la cornice in cui era fissata al momento del furto, ma torniamo al discorso di prima sul fatto che siano proprio i dati che non hanno diffuso.
@@Artalia8interessantissimo video. Da restauratrice, mi sono fatta un po' di idee. Sulle misure, 14 cm e 12 cm non sono in realtà così tanti: sono circa 6/7 per ogni lato. Considerando 3/4 cm di battuta della cornice che copre il perimetro del quadro, ne avanzano al massimo 2 o 3 di cui dare spiegazioni. Può anche essere che la signora, in fase di denuncia, abbia dato le misure della cornice per indicare la sparizione del dipinto. Mere ipotesi ovviamente....
Sulla questione "gambe", così come il volto del giudice, credo che ci sia stato un reintegro più invasivo per dettagliare meglio le silhouette, una scelta " stilistico/tecnica del restauratore, forse a causa di abrasioni di pellicola pittorica, poco leggibili dalle semplici foto mostrate al pubblico.
Giustamente sei rimasta assolutamente neutrale, ma io personalmente ho la convinzione che il Rutilio sia uno e uno solo😊!
@@martussi123 Anch'io, se devo dar retta al mio mero "colpo d'occhio" (basato tra l'altro su delle foto), li ritengo lo stesso dipinto in due fasi diverse della sua esistenza, proprio come quando si guarda la stessa opera prima e dopo di un restauro. Se devo figurarmi nella mente esempi di più versioni dello stesso dipinto da parte di un'unica mano (per esempio, per dire un esempio che ho osservato da vicino, il San Sebastiano di Guido Reni qui a Genova e quello quasi identico a Roma), oppure di copie dello stesso lavoro da parte di mani diverse (non so, le varie Monna Vanna), è raro che ci sia una corrispondenza di questo livello: già a un'osservazione molto superficiale noti che sono dipinti diversi, in quei casi.
Da lì poi al dire "si vede che uno dei due autori è bravo e l'altra versione invece è di bassa qualità" ci passa un mare, visto che anche ammettendo che siano due dipinti separati, la qualità pare evidentemente di stesso livello.
@@Artalia8 esatto! Che poi, con una piletta da 15€ comprata dai cinesi con luce di wood, la candela smaschererebbe sotto una grossa risata il posticcio torcione 😁
Il Prof Bagnoli anche lui senese, sembra abbia discusso la propria tesidi laurea proprio su Rutilio Manetti
, quindi chi meglio di lui
Infatti mi ha molto incuriosito che anche lui ne parli dando per scontato che si tratti di un Manetti, il che farebbe pensare ancor più che sia un'attribuzione comunque non peregrina. Mi pare che riferisse anche di una somiglianza tra la maniera in cui viene ritratto San Pietro da questo artista e come appare qui. Poi, in generale, mi pare che nonostante sia lo storico dell'arte che si è esposto con più fermezza sulla questione (affermando proprio "secondo me sono lo stesso dipinto"), comunque abbia scelto di mantenere un profilo sobrio, per rispetto alle indagini.
Qualunque sia la verità, diventerà come il caso di "Bel musino" dove un'opera pressoché sconosciuta e forse neanche autentica diventerà famosa e ammirata. :D
A questo punto, aspetto il merchandising!
Due cose velocemente:
Il pezzo strappato dalla tela durante il furto non proprio corrisponde al buco nella foto del restauratore, anzi i buchi sembrano photoshoppati...
L'altra questione e relativa alle misure: si noti che il braccio sulla destra più volte nominato è uguale nelle due tele. Se quella di Sgarbi fosse la stessa, come è stata incorniciata??
In ogni caso complimenti per l'esposizione chiara e neutra. Brava.
Il pezzo si "incastra" con un angolo dell'ipotetico buco. Mi sono fatta l'immagine, che potrebbe essere completamente errata, che sia stato quello il punto in cui hanno inciso per cominciare a staccare la tela, perché è la zona che sembra più compromessa (tenendo per buona l'idea che la foto a luce radente mostri buchi reali). Può darsi che altri frammenti siano stati fatti sparire dai ladri per non lasciare tracce e gli sia sfuggito quello perché, come riportato dai media, si era "incastrato" nella cornice - e quindi magari non era immediatamente visibile).
Il fatto che i buchi sembrino "strani" nella foto potrebbe anche essere dovuto al fatto che, a suo tempo, li avesse evidenziati per potervi intervenire, anche questa una prassi abbastanza normale. Poi, anche qui, tutto è possibile.
Sulla seconda domanda, possibili risposte ce ne sono, quantomeno nella prassi di restauro: in casi di tele ridotte nelle loro dimensioni (quindi, fattualmente, senza più un bordo da fissare al telaio) un'opzione possibile è attaccarla a una tela bianca più grande (con colle speciali non dannose, per esempio), così da poterla incorniciare senza sacrificare parti della superficie dipinta.
Insomma, quando scorniceranno la tela sequestrata di notizie interessanti ne verranno fuori, da una parte o dall'altra.
Aggiornaci sulla sparizione della Gioconda.
😍
Per fortuna zuppa a parte è al suo posto
E che fine avrebbe fatto il quadro "San Pietro con l'ancella" ?
Secondo Report, si tratterebbe un dipinto con “San Pietro con l’ancella” cui fa riferimento una fotografia della Fondazione Longhi e che Longhi stesso appuntò a margine si trovasse in Belgio.
In questa intervista riportata ne parlano: www.rai.it/dl/doc/1704817981639_Il%20valzer%20della%20candela%20-%20di%20Manuele%20Bonaccorsi.pdf
La copia proviene da un azienda specializzata a livello mondiale di Correggio (r. e.) il Cretinetti di Ferrara ha commissionato loro altri lavori
Già!
Sono convinto che il soggetto del quadro rappresenti il contrario di una cattura e che il santo raffigurato sia San Paolo e non San Pietro. Il suo modello potrebbe essere l'affresco del Pomarancio raffigurante San Paolo portato via dalla prigione davanti a Festo, che si trova nella cappella di San Paolo della cattedrale di Città di Castello, in Umbria. L'affresco è stato dipinto nel 1569 ed è uno dei più importanti capolavori del Pomarancio.
L'affresco raffigura un episodio della vita di San Paolo, quando fu liberato dalla prigione di Cesarea da Festo, il procuratore romano. L'episodio è narrato negli Atti degli Apostoli (25, 1-12).
Nel centro dell'affresco, San Paolo è raffigurato mentre viene condotto fuori dalla prigione da due soldati romani. Festo, il procuratore romano, è raffigurato a sinistra, mentre osserva l'evento.
L'affresco è caratterizzato da un uso vivace del colore e da una composizione dinamica. Le figure sono dipinte con grande realismo e i dettagli sono curati nei minimi particolari.
Ho cercato di convincere di questo, senza però riuscirvi, sia il Prof. Bagnoli che il giornalista de "Il Fatto" Mackinson. Essi sostengono che il santo sia Pietro per le fattezze con cui viene raffigurato.
Ho letto anche altri che ipotizzano sia un San Paolo, anche se pure in quel caso sarebbe iconografia insolita in quanto in genere viene rappresentato il momento in cui il santo viene martirizzato. Inoltre, come dice Bagnoli, fisicamente e nelle vesti non ha le caratteristiche tipiche di un San Paolo. I Pietro e Paolo standardizzati di solito sono così: www.google.com/amp/s/www.avvenire.it/amp/agora/pagine/i-santi-pietro-e-paolo-di-raffello-e-fra-bartolomeo
e quello del presunto Manetti più vicino all’iconografia tipica di Pietro che non di Paolo. È possibile, ma resta un’iconografia anomala in entrambe le ipotesi.
A favore della vostra proposta su San Paolo ho trovato questa incisione interessante della National Gallery: è tutto estremamente diverso, inclusi personaggi e atteggiamenti, MA c’è il trono sopra gli scaloni e, soprattutto, il cane in una posizione simile a quella del presunto Manetti.
www.meisterdrucke.it/stampe-d-arte/Philip-Galle-after-Jan-van-der-Straet/1250355/San-Paolo-davanti-a-Festo-e-Agrippa.html
E' tutto diverso perché è diverso il momento. Nel caso dell'incisione abbiamo Paolo che fa un discorso davanti a Festo alla fine del quale si appella a Cesare. Nel caso del presunto Manetti abbiamo Festo che risponde a Paolo: "Ti sei appellato a Cesare, da Cesare andrai", con conseguente gesto della mano.@@Artalia8
@@gianfrancodaloja6786 Molto interessante comunque, grazie.
Ma non potrebbe essere piu probabile che l'opera esposta a Lucca fosse una copia rifatta della copia rubata? Quindi una copia della copia fatta passare per originale? Quindi anche l'attribuzione a Manetti sarebbe fittizia. Comunque quel braccio ha qualcosa di ironico. Sembra dire a Pietro, ti serve una mano? 😅 Potrebbe essere la chiave di tutto. Magari il personaggio mancante era l'ancella dell'opera trovata nel sottotetto.
Beh se avesse ragione il laboratorio di Correggio, a Lucca sarebbe stata esposta una riproduzione digitale, bisognerebbe vedere a questo punto se il dipinto nelle disponibilità di Sgarbi oggi sequestrato sia a sua volta copia o no.
Anch'io ci ho pensato stamattina mentre ricontrollavo il video: magari il braccio era proprio dell'ancella che, nella versione originale, era personaggio fondamentale, ma l'hanno tagliato via brutalmente solo per far entrare il dipinto in una cornice 🤣
A me sembra che il braccio appartenga ad un uomo.
E la solita vergogna italiana
@@toticoco7353 Anche a me, sinceramente.
Sei stata precisissima. Occorrerebbe trovare il falsario che avrebbe aggiunto la candela!
quell'uomo è marcio non dovrebbe ricoprire il ruolo che gli hanno affidato
Negli anni si diceva come un mantra “è criticabile in tante cose ma ALMENO come storico dell’arte non gli si può dire niente”, ecco, io sinceramente a livello morale al di là delle simpatie preferirei un mondo in cui fosse così, altrimenti sarebbe un bel tradimento dei propri scopi.
@@Artalia8perché la gente è ignorante visto che ha già una condanna per truffa allo stato ai beni culturali e quindi chi l'ha messo lì è un genio😂
ANCORA PEGGIO DEL SOGGETTO IN QUESTIONE È CHI NON LO RIMUOVE DAL SUO RUOLO ISTITUZIONALE
Certi politici si dimettono non appena c'è anche solo il sospetto nei loro confronti (persino nei casi in cui, anni dopo, vengono reputati innocenti), decisamente lui segue tutt'altra linea ideologica, a prescindere.
@@Artalia8 quali sarebbero i politici in italia che si sono dimessi appena c'era il sospetto.. ? Se mi fai un paio di nomi te ne sarei grato. Sgatbi di ideologico non ha nulla...ha cambiato casacca politica una valanga di volte nella sua vita seguendo la convenienza del momento...altro che ideologia. Saluti
@@gianlucagullotta115 1) Se vuoi soltanto due nomi: Federica Guidi, Piero Marrazzo.
2) "Ideologia" in italiano non significa solo "partito politico".
Comunque, tazza di camomilla. ☕🫖
@@Artalia8 marrazzo non si é dimesso per un "sospetto"...si é dimesso per qualcosa di mooolto più sostanzioso..la guidi in effetti si dimise pur non essendo indagata ma lei era un ministro tecnico indipendente (non aveva tessera di partito) quindi non era una politica...fidati i politici di professione non si dimettono se non costretti (salvo rarissimi casi). Per quanto riguarda il concetto di ideologia ribadisco il soggetto in questione è il meno ideologico del mondo.
@@gianlucagullotta115 In realtà Marrazzo era sospettato da molti all’epoca di aver “fatto i suoi comodi” usando mezzi e soldi pubblici, quando poi è venuto fuori solo in seguito che non era vero e non erano altro che vizi privati (che secondo me rientrano nella sfera della privacy di chiunque). Personalmente, non penso che questo sia né sostanzioso né basti a motivare un dimettersi da un incarico, ma lui ha sentito così.
C’è ancora tantissima gente che questa cosa neanche la sa e pensa ancora oggi che lui abbia mischiato privato e pubblico.
Comunque stiamo andando molto fuori tema, non era questo il focus del mio intervento né è il mio campo di competenza.
Sgarbi ha un’ideologia molto precisa un po’ su tutti i fronti in cui ha le mani in pasta, che questa ideologia non sia “idealista” è un altro discorso.
Sgarbi o è amato o è odiato,per cui quando si ha il destro per danneggiarlo lo si fa con particolare soddisfazione.
L'accanimento di una specifica parte politica è risaputo e si direbbe che lo aspettino al varco,anche per l'irritazione suscitata dal suo atteggiamento nei famigerati ultimi tre anni.
La tesi dovrà comunque quadrare per forza,come quelle della Santa Inquisizione.
A ogni modo,la candela per me è geniale,spuria o meno, per la profondità che conferisce all'ambiente e il braccio sporgente non potrebbe appartenere proprio all' 'ancilla' e censurato per motivi d'epoca?
Non credo ci siano motivi per censurarlo perché in realtà l'ancella/ragazza è una figura abbastanza normale e ricorrente nelle scene che ritraggono San Pietro quando rinnega tre volte Gesù, episodio molto ripreso in arte e che precede l'arresto (anche perché è un episodio proprio del Vangelo, a differenza della cattura che è citata più avanti, negli Atti degli Apostoli). La presenza dell'ancella lo renderebbe in automatico il momento della negazione di Cristo, il che però non collimerebbe con la presenza del re/giudice né con l'atteggiamento "devoto" e rivolto al cielo che ha in quel momento Pietro.
In generale anch'io fatico a credere che Sgarbi possa averla fatta così sporca - lui e ci metto anche molti di coloro che con lui hanno collaborato -, perché nella mia testa se rubi un'opera poi non è che ci fai una mostra e un catalogo sopra, è come metterci un neon luminoso che la indica. Nel contempo, però, non mi spiego neanche l'opposto, nel senso: se io avessi trovato una tela dal nulla, in una soffitta, fortuitamente e, nel frattempo, una molto molto simile venisse rubata (una di cui lui era a conoscenza e aveva visto, per sua stessa ammissione), farei di TUTTO per sottolineare io per prima che non si tratti della stessa opera, nel catalogo della mostra in primis. Avrei messo un due righe tipo "esisteva una copia d'epoca di quest'opera, precedentemente collocata in un castello piemontese e ora scomparsa e che presenta questa e questa differenza". Non avrei glissato.
Però appunto, non è che tutti ragionino allo stesso modo. Per questo è importante e sarà importante ricostruire la storia nel dettaglio.
Sul caso Sgarbi - come ho già scritto in un articolo sul mio blog - adotto un criterio discutibilissimo e del tutto antigiudiziario che è il gradimento personale. Ecco, mi basta sapere chi è che lo sta, da mesi, attaccando, per stare dalla parte del popolare critico d'arte.
Non ignoro le stranezze della vicenda. Perché effettivamente la storia che Sgarbi possa aver comprato un rudere e, toh, guarda caso, c'era proprio una tela, copia del dipinto rubato, oggetto dello scandalo, un po' di perplessità le suscita. Per giunta, il buon Vittorio è inchiavicato di debiti a partire da quelli col Fisco, e quindi, volendo, il movente ci sarebbe pure.
Il punto è che le stranezze ci sono anche dalla parte di chi lo accusa. Non c'è bisogno di essere un esperto della materia, che non sono, per sapere che se qualcuno ti propone - come è stato proposto al restauratore accusatore di Sgarbi da parte di quest'ultimo - una tela tagliata e arrotolata, la prima cosa che devi fare è chiamare le forze dell'ordine, perché probabilmente proviene da un furto. Notoriamente i ladri, quando devono rubarti un quadro, lo ritagliano dalla cornice, lo arrotolano e se lo portano, triste esperienza capitata anche a me quando vennero a trovarmi i ladri a casa. Non so se tra voi ci sia qualche antiquario o esperto d'arte, ma penso che possa solo confermare la cosa (o in caso contrario brutalmente smentirmi) e confermare, quindi, che la ricostruzione del restauratore accusatore di Sgarbi sia fortemente dubbia. Nondimeno, lo stesso Sgarbi, una volta trovato il dipinto nella casa acquistata dalla madre, avrebbe dovuto avvertire la sovrintendenza, fare una foto del dipinto e mandarla alle forze dell'ordine, come è da prassi tutte le volte che si rinviene un dipinto di cui non si era a conoscenza. Perché non lo ha fatto? Un'omissione quantomeno sospetta, specialmente se consideriamo che Sgarbi è riconosciuto come il massimo esperto di arte in Italia.
Tutto questo, tuttavia, premettendo che la tesi di Sgarbi che fa rubare un dipinto per poi taroccarlo per poter dire che non è il vero quadro ma una copia - ben sapendo che poi una qualsiasi perizia sarebbe perfettamente in grado di individuare la falsificazione - appare quantomeno bizzarra, soprattutto se consideriamo che non stiamo parlando di un profano come me ma appunto di Sgarbi.
Tutto questo, al netto delle cose che eventualmente mi fossero sfuggite e che naturalmente sono passibili di tutte le obiezioni del caso.
Ma quanto sopra, nella sua gravità, rischia persino di apparire secondario rispetto ad un punto primario, di importanza ben maggiore: l'uso del giornalismo di inchiesta come clava per colpire un politico.
Io non so se Sgarbi sia colpevole. Io quel che so è che voglio che in questo paese i processi si facciano in tribunale e basta. Di trasmissioni come Report non ho alcuna stima né mai l'ho avuta. Report è il cospirazionismo addomesticato che corre in soccorso della verità ormai svelata, che si accorge del Bilderberg - giusto per fare un esempio - soltanto dieci anni dopo rispetto a tutti coloro che nella blogsfera se n'erano accorti dieci anni prima, che indaga sulle operazioni immobiliari di un Di Pietro ormai politicamente moribondo, quando le stesse venivano denunziate dai giornali di destra, in un'epoca in cui mettersi contro Di Pietro significava rischiare di ritrovarsi o in galera o in mezzo ad una strada.
Dunque una trasmissione che fa inchieste basate non sullo svelamento di una verità più o meno reale, ma sul tentativo di killerare avversari politici senza (più) protezione.
Da giorni invece Sgarbi è sottoposto non ad una legittima indagine su eventuali stranezze bensì ad un autentico linciaggio nel quale non si cerca, con serenità, di far luce su una vicenda oggettivamente grave, ma si vomita bile, fiele, insulti sull'aspetto fisico dell'indagato, insulti degni più dei bulli di mezzo alla strada che di giornalisti seri e coscienziosi, sfruttando la notoria incapacità di autocontrollo del destinatario di queste contumelie, che certamente non si sta difendendo nella maniera più adeguata, dando altre armi ai bulli.
Insomma, difendere Sgarbi da questa faccenda non è una questione giudiziaria ma politica e soprattutto di civiltà giudiziaria.
Io voglio un paese dove se Sgarbi ha commesso un reato, sconti la sua pena. Ma giudicato da tribunali istituzionali, non dalle macchine del fango.
Non mi interessano altre giustizie.
"Notoriamente i ladri, quando devono rubarti un quadro, lo ritagliano dalla cornice, lo arrotolano e se lo portano, triste esperienza capitata anche a me quando vennero a trovarmi i ladri a casa. Non so se tra voi ci sia qualche antiquario o esperto d'arte, ma penso che possa solo confermare la cosa "
Di questo nel video ne ho trattato. Non so se hai risposto in base a quanto ho effettivamente detto o hai fatto una disamina a prescindere, perché in realtà qua la questione politica era abbastanza estranea alla ricostruzione dei fatti (a parte dire che una parte potrebbe essere parziale nel giudizio a causa di questo). Ho riportato due versioni della stessa storia, parimenti parziali e lacunose (io stessa, nel fare ricerca, mi sono resa conto che informazioni storico-artistiche banalissime non risultavano accessibili, come del resto racconto anche).
Poi, in generale, la mia posizione l'ho spiegata altrove: il mettere il cappello politico a tutto, in Italia, è una specie di cancro. E lo dico da una parte e dall'altra. È come se ci insegnassero che PRIMA devi decidere se tal persona sia alleata e nemica e POI far collimare ciò che fa o dice con la tua posizione pregiudiziale. Non era questa la sede, appunto, in virtù del fatto che è un atteggiamento cui io sono allergica e da storica dell'arte lo vivo anche come estraneo all'ambito di studio.
Detto questo: le inchieste giornalistiche, per quanto aggressive, sono un polmone democratico importante. Nonostante questo, anch'io percepisco che in Italia di fatto non le sappiamo fare (sono spesso a tesi, appunto, anziché a ipotesi da dimostrare) e anche quelle sono soggette al "cancro" di cui sopra.
Sulla persona specifica l'equilibrio è labile: non deve subire un processo pubblico, ma non deve neanche essere immune alle conseguenze di azioni negative, se vi sono, grazie allo scudo di essere un personaggio potente. Sono problematiche di pari rilevanza, in Italia.
Eviterei, in generale, di farsi intrappolare dal "bispensiero": "se non sono per nulla d'accordo con X, vuol dire in automatico che l'estremo opposto è giusto/lo preferisco/mi sta bene". Io non simpatizzo per nessun estremo, sono sempre una sostenitrice del giusto mezzo tra le cose.
@@Artalia8Beh invece io credo che la questione politica sia rilevante. Perché questa vicenda è saltata fuori per effetto di una guerra politica, viceversa nessuno se ne sarebbe curato.
Io sono disgustato per questo, non per il fatto in sé. E non ho nulla contro le inchieste giornalistiche serie. Ma per farle, occorrono le seguenti cose: onestà intellettuale, rispetto per tutte le parti - a partire da quelle presunte colpevoli - e coraggio. E a Report mancano tutte queste caratteristiche.
Detto questo, mi pare opportuno chiarire che non era un commento polemico nei confronti della tua persona, che rispetto. Si vede che sai ciò di cui parli.
@@FrancoMarinoLGI Capisco cosa intendi: in realtà penso che, ipotizzando che al posto di Sgarbi ci fosse stato uno storico dell’arte meno noto, ci si sarebbe comunque curati molto della vicenda nel contesto specialistico e penso che anche a livello nazional-popolare ci si sarebbe comunque incuriositi, perché il “giallo” intorno alla storia è oggettivamente accattivante. Tuttavia, c’è senz’altro un surplus di interesse dato dalla fama del personaggio e un surplus al di sopra di quel surplus dato dall’antipatia che il personaggio suscita (più o meno a seconda dell’allineamento politico). Che in realtà è un fenomeno che stiamo vedendo rivolto verso molti personaggi famosi.
vedremo come va a finire .... ciao cara
Speriamo in qualche notizia in più
No comment
E la solita vergogna italiana ma nessuno fa niente.
Oltre a "italiana" secondo me fa parte di un grande problema ancora più ampio, ovvero il grande mondo delle attribuzioni [un po'] forzate, che è un intero universo all'interno della Storia dell'Arte. Magari questo specifico caso poi viene fuori che non ha niente a che vedere e quello è davvero un Manetti autentico, però in generale c'è un andamento molto problematico sul fronte attribuzioni da molti decenni a questa parte (esempio famoso recente è il "Salvator Mundi" di Leonardo) e che non riguarda solo l'Italia ma un po' tutto il mondo e non solo occidentale ormai.
Grazie mille di cuore ❤️
Soqquadro in casa Sgarbi.
So’ quadro o non so’ quadro? 🤔
Aspettiamo l'esit😢o delle indagini
Non si può fare altro! Io spero che coinvolgano qualche cultore della materia super partes per analizzare il dipinto sequestrato e che poi vengano diffuse le osservazioni che ne usciranno