Burdu/burda del sardo viene dallo spagnolo come tanti altri termini sardi ereditati dal periodo iberico dell'isola e ha più o meno lo stesso significato di una cosa di bassa qualità, lo stesso termine è presente anche in portoghese. Mi ricorda mia madre che lo diceva quando faceva una minestrina semplice semplice che chiamava minestra burda.
Non so bene come sono/sia capitato sul tuo canale, ma devo dire che superi ogni aspettativa. Affronti temi non banali con competenza e simpatia. Geniale come chiudi i video!
12:05 "Allora ragioniere che fa, batti?" "Mi dà del tu?" "No, no, dicevo, batti lei!" "Ah, congiuntivo"....o il famoso "tennico", come quello del "Bar dello sport" di Stefano Benni....Ciao Yasmina, bellissimo video anche questo: mi ricordo che mi avevi consigliato il libro di Berruto tempo fa, l'ho messo in coda da prendere, appena riesco lo compero, spero non sia troppo complicato....Ciao.
A Palermo diciamo spesso esci il pane o entra la macchina ahahaha. Ho studiato sociolinguistica in passato e scoprire la creatività delle varianti dialettali dell'italiano mi ha divertito molto :)
Va bene, ho capito. Da adesso in poi m'impegnerò a trattenermi quando sento le persone parlare liberamente;) Scherzi a parte, il video è stato molto interessante. Mi piace scendere nei dettagli delle cose e se ci accompagni tu è un piacere
Visto che si parla di varietà linguistica, voglio consigliarti un romanzo che mi ha colpito per la peculiarità del registro linguistico adoperato; Horcynus Orca. La prosa spazia dall'italiano aulico al gergalismo dei pescatori siciliani, per non parlare delle centinaia di neologismi ideati dall'autore. Non entro nel merito del valore artistico dell'opera, non sono un critico letterario, ciò che posso dire è che si tratta di un monolite di oltre 1200 pagine che non ha eguali nella letteratura italiana del '900. Non voglio tediarti con ulteriori dettagli, ma la gestazione dell'opera e della sua traduzione in tedesco meritano un approfondimento.
..grazie a mia madre alle elementari il naso dell'elefante era la BROBOSCIDE, un uovo si poteva cucinare alla COCCA, la signora che lavorava al bar era la BARRISTA.. grazie mamma per le grandi risate che hai fatto fare ai miei compagnetti
Una mia conoscente, una tempo proprietaria di un negozio di calzature, quando un cliente esordiva con:"Volevo quel paio di scarpe", rispondeva: "E adesso non lo vuole più?"🤣
Video sempre interessanti, chiari e profondi (mi rendo conto ora che qualcuno nei commenti aveva usato gli stessi aggettivi, ma li lascio. Si vede che è proprio vero). A me rilassano anche. Condivido tutto. Farei una postilla: sforzarsi di parlare "meglio", potrebbe fare acquisire capacità di variare e di rendere meglio i propri pensieri. Tutto si educa, il corpo e la mente, il gesto, il gusto, lo sguardo, quindi anche la parola. Un linguista di quando andavo a scuola, Raffaele Simone, criticava chi era convinto che il dialetto fosse più vivace dell'italiano. Questo per lui dipendeva solo dalla loro incapacità di usarlo appieno.
Bel video, evviva le differenze e i dialetti! A me l'unica cosa che viene difficile da mandare giù è l'uso at cazzum del "piuttosto", nel mio dialetto (ma anche in italiano) vuol dire "invece che" ma nella maggiorparte delle volte si intende "e/anche/oppure" sembra una sciocchezza ma in certi contesti cambia il senso della frase.
@@rockessence sul serio? Allora non ti avevo capito... Comunque no, non li ho mai sentiti, forse anche perchè vengo dalla provincia di Roma dove la gente li usa in modo appropriato
Da alunno delll'italiano, avevo il fraintendimento che l'italiano standard venisse usato in qualsiasi contesto, sia quotidiana sia formale. A mio avviso, questa è una percezione che gli studenti di una lingua straniera hanno quasi sempre. Siamo sempre molto frustranti quando sentiamo la prima traccia di un accento anche molto sottile e leggero. Personalmente mi sono ricordato quando non potevo capire un contenuto in italiano a meno che il linguaggio è venuto parlato in maniera molto lento, formale e professionale, usando un (apparentemente) italiano standard, lo stesso italiano che viene insegnato a scuola. Ma come dicevo...questo approccio di insegnamento si nota per varie lingue in un contesto istrutivo/educativo e non solo l'italiano. Un esempio evidentissimo è quello di arabo 'standard'...letteralmente si chiama "Modern Standard Arabic" in inglese. C'e sempre questo sforzo di rendere una lingua chiara e ben strutturata in certi ambiti ma la realta della vita per strada è sempre diversa. Da studente di non solo italiano ma anche altre lingue (lo spagnolo e lo greco moderno appunto), ho accettato serenamente che ci sempre saranno delle difficoltà nel senso di accento, di linguaggio, di modi di dire, di colloquialismi ecc anche se avrò raggiunto un livello piuttosto avanzato. Dopo di che, questo può accadere anche nel nostro madrelingua.
Credo che l'insegnamento dell'italiano come L2 ed LS sia particolarmente carente in questo senso: nelle prove di ascolto degli esami per le certificazioni, le persone parlano molto lentamente e senza quasi mostrare una cadenza regionale, anche nelle prove di C1 e C2, mentre per esempio in quelle per l'inglese parlano velocemente e con accenti scozzese, irlandese ecc, come è giusto che sia.
La cosa interessante è che nei dialetti regionali è che ci sono tantissime influenze dalla dominazione di altri popoli esterni. Per esempio, io sono siciliano e spesso sento degli "arabismi" il che lo trovo veramente affascinante.
@@nikecatania95 Hai ragione e lo so, Venezia ci fece solo affari con gli arabi ma soprattutto con l'Impero Ottomano. Le influenze sulla lingua furono perciò relative.
Oltre ad essere brava Yasmina, il suo è l'unico canale di RUclips che tratti argomenti sensati, che poco si prestano alle scorribande dei molestatori della rete.
"Ma che cosa ho fatto di male nella vita, io, per dover subire l' umiliazione di un figlio che ... mi rivolge la parola nella lingua delle istituzioni ?!" [cit.] Gavino Ledda in "Assandira", film.
Uno degli argomenti che preferisco 😊 ! Per lavoro interagisco con clienti di ogni parte d'Italia e alcuni tratti sono davvero tipici; tralasciando fonetica e lessico ma focalizzandomi sulla morfosintassi, riconoscerei un siciliano perché potrebbe dirmi "ha da x giorni che..." (altrove direbbero "sono/è da x giorni che..."), un salentino "sta + aggettivo", un torinese "ha solo più due ... (gli sono rimasti due ...)", a un toscano "non fa la ..." (non funziona la ..., per noi sardi "non fa" significa tutt'altro, ma niente di malizioso ;) ).
@michelefrau6072 interessante....non avevo fatto caso alla questione dell'ausiliario...so che al sud si usa più spesso il passato remoto, mente qui al nord si usa il passato prossimo anche per eventi già terminati da tempo.....qui a Milano invece ci si riconosce perché si mette l'articolo davanti al nome proprio, tipo "Il Luca, l'Alberto", ecc. Che poi, di milanesi siamo rimasti una cinquantina in tutta Milano, quindi, ormai ha anche poco senso......😄
Oh evviva! Mi sento più leggera! Sono salvi sia l’italiano standard (che cerco di praticare nello scritto e nella pronuncia) sia i regionalismi che arricchiscono la comunicazione 😊
L''errata concordanza di numero tra verbo e soggetto purtroppo ha preso piede anche su giornali autorevoli quando si parla di percentuali o frazioni (per esempio "il 60% degli italiani andranno in vacanza"). Sul congiuntivo nella mia bolla ho notato anche tra persone colte un fenomeno, che personalmente trovo un po' fastidioso, cioe` il suo abuso in contesti che richiederebbero l'indicativo, quasi che nel dubbio si preferisca sbagliare in una direzione piuttosto che nell'altra per non essere giudicati ignoranti. Per esempio: "chissa` se siano felici", "sappiamo tutti che sia stato lui", ecc... Tra i giovanissimi vedo poi un'esplosione del gerundio in frasi nominali implicitamente riferite al parlante, evidentemente mutuato dall'inglese ("Andando in bicicletta.", "Prendendo il sole".). In questo caso probabilmente non si tratta nemmeno di un errore, ma di certo e` un uso che una ventina d'anni fa sarebbe parso bizzarro.
Concordo sull'abuso del congiuntivo, è una forma di ipercorrettismo: proprio perché sappiamo che spesso non lo usiamo quando dovremmo, finiamo col metterlo ovunque. L'uso del gerundio di cui parli mi sembra un calco dall'inglese -ing.
Si utilizza un accordo a senso che è tipico della lingua parlata, sebbene non molto elegante; in che senso frasi nominali se è presente un predicato, sebbene indefinito?
@@manfredoiallonardi4020 sul punto (1): capisco, ogni tanto nel parlato sfugge anche a me, ma usarlo nello scritto mi pare, come dici tu, "poco elegante". Sul punto (2): hai ragione non sono frasi nominali - errore mio. Il fatto e` che si parla di contesti in cui io mi aspettere proprio una frase nominale, per esempio: "alla ricerca di un albergo" piuttosto che "cercando un albergo".
Come al solito sono assolutamente d'accordo con te. Secondo me, tentare di frenare lo sviluppo della lingua in tutte le sue manifestazioni è semplicemente reazionario se non fondamentalmente stupido. L'evoluzione non si può frenare. L'uomo nella sua storia, ha sempre cercato di semplificare la capacità di comunicare. E questo non vuol dire impoverire il linguaggio, ma aumentare gli strumenti da utilizzare per una migliore comunicazione. Persino l'uso del corpo. Nel progredire, siamo più complessi e questo trovo sia un bene
Buongiorno, faresti un video dove mostri alcune cose da fare per migliorare la proprietà di linguaggio? Nonostante legga, incontro una certa difficoltà ad esprimermi in maniera sciolta ed adeguata. Grazie.
Video interessantissimo! Ho vissuto a Roma per un periodo da adolescente (io sono cagliaritana) e i miei amici non mi capivano proprio quando usavo parole come canadese, andito e brutta voglia.
Non avevo idea che "andito" si usasse solo in Sardegna! Sono andata a documentarmi e, tra le parole le espressioni meno note, ho scoperto anche l'uso di "cofano" per "bagagliaio".
@@irene-zo4qd scusa, mi devo essere perso qualcosa: a te sembra strano non sia frequente l'utilizzo di "andito", che credo di avere sentito usare forse un paio di volte in 52 anni di vita? A me sembra molto più strano che a Roma non si usi "canadese" o "brutta voglia". Come chiamano un cittadino del Canada a Roma?
Restando nell'àmbito automobilistico abbiamo anche la pattana e l' imperiale, quest'ultimo in alcune zone d'Italia indica ciò che per noi è il "cielo" dell'auto.
@@lucat5479 In Sardegna "andito" è comunissimo e "canadese" in Sardegna e solo in Sardegna indica la tuta da ginnastica oltre a essere l'aggettivo derivante da "Canada".
@@lucat5479 è chiaro che canadese sia un cittadino del Canada, il fatto curioso è che noi sardi quella parola la usiamo per indicare la tuta da ginnastica..
Io quando mi trovo in contesti informali e confidenziali dico sempre cose come "a me mi", "riempisci la bottiglia", "l'ho telefonato" ecc...so benissimo che sono cose sbagliate, infatti se dovessi esprimermi a livello scritto o orale in italiano standard farei molta attenzione, ma se sono per i cavoli miei me ne frego, sono espressioni che ho sempre sentito da piccola e fanno parte del mio lessico famigliare 😅 Ps: c'è un problema di consecutio temporum nel mio commento? Cioè avrei dovuto scrivere "infatti se mi devo esprimere a livello scritto o orale in italiano standard, faccio molta attenzione"?
"Tutto dipende dal contesto comunicativo ed in base a quello possiamo parlare come cazzo ci pare" Che detta così è anche "semplice", come dovrebbe essere sempre. La semplicità vince sempre.
Ciao Yasmina! Per me i tuoi video sulla linguistica sono sempre una perla; mi piacerebbe vedere un video sul romanzo greco e in particolare sui romanzi latini (satyricon e asino d'oro) perchè questa estate mi sono stati assegnati e non vedo l'ora di studiarli❤
@@YasminaPani chiaramente lo chiedevo senza nessuna pretesa, mica sei costretta , ma ti posso chiedere come mai? Visto che la mia professoressa invece ne è una grande amante immaginavo fossero dei libri amati e apprezzati universalmente
Yasmina, adoro i tuoi video e più in generale la tua lotta per la valorizzazione della lingua italiana corretta, ma da toscano, da fiorentino e da ex-redattore del Devoto Oli, devo sottolineare che,, comunque vada, l'uso dell'indicativo in luogo del congiuntivo, pur se utilizzato dovunque (ma non in Toscana) è sempre e comunque un ERRORE! 😈
Ciao Yasmina, una domanda : una mia amica dice sempre. “Non ancora lo faccio” per dire “non lo ho ancora fatto” . Lei è abbruzzese. Cosa è questo “non standard” o è semplicemente un regionalismo ?
Non ho capito l'ultimo concetto che hai espresso: non bisogna correggere chi commette errori nell'uso della lingua; quindi se un tuo allievo scrive squola o sono mangiato ,tu non glielo correggi con la matita blu?
Non mi stavo riferendo al contesto scolastico, ovviamente: l'insegnante di italiano deve correggere gli alunni perché è il suo mestiere. Non ho mai parlato di insegnanti nel video.
Carissima Yasmina ciao. Ho appena scoperto il tuo canale ed i video che fin'ora guardato sono molto belli, complimenti. Domandona! Come valuti questa situazione? - Sito di informazione a diffusione nazionale, anche se per una certa nicchia di lettori, il maggiore per quel settore; dispone di un'intera redazione e pubblica quotidianamente contenuti letti da diverse migliaia di persone. - Uno di questi redattori, tutte le volte che va sull'argomento usa scrivere "pittare" anzichè "pitturare". E via a leggere di "unghie pittate", di "alcuni vandali che con le bombolette pittavano la saracinesca" ecc. Io tutte le volte mi incazzo come una bestia e scrivo alla redazione di mandare a vangare la terra un simile illetterato (ovviamente questo signore non va a vangare niente e dopo un po' rileggi lo stesso Orrore, con la O). Grazie se risponderai, un saluto da Alessandria.
Ciao Yasmina, potresti per cortesia spiegarmi la differenza fra “in cui” e “nel quale”? Ad esempio: La casa in cui vivo è gialla. La casa nella quale vivo è gialla. Una di queste due frasi è da considerarsi errata nell’italiano standard? Grazie per i contenuti che porti, sempre estremamente interessanti
Ci tengo a dire una cosa: non sopporto la gente che si lamenta se parlo in dialetto. Purtroppo ho imparato a farlo soltanto dai dieci anni in poi, cioè quando ho deciso di volermi impegnare a impararlo e a parlarlo anche a scuola quando possibile. Fino ad allora, avevo soltanto qualche caratteristica più regionale come gl'infiniti tronchi o determinate costruzioni, ma non era ancora definibile dialetto. Sentirmi dire da persone che parlano esattamente come me che il dialetto e l'italiano regionale sono sbagliati non l'abbozzo (regionalismo!) proprio.
Bravissimo. Il dialetto fa parte del patrimonio linguistico e volerlo cancellare mi sembra autolesionismo culturale oltre che un'ingiustizia nei confronti della persona che sceglie di parlarlo.
Un bel video tecnico, molto piacevole! L'unica cosa su cui mi permetto di essere d'accordo solo in parte è quando affermi la pesantezza del "correggere a sproposito". Vero, la pedanteria è inutile e antipatica, però bisognerebbe distinguere tra chi mette errori di grammatica perchè sta parlando in modo colloquiale in un contesto informale e chi invece non sa proprio cosa voglia dire differenziare il registro linguistico. Mi pare, ma non ho statistiche alla mano, che i secondi siano molti più dei primi. Il senso è: fare un errore sapendo di farlo è profondamente diverso dal fare un errore perchè si è ignoranti (pensiero mio). Sempre bravissima!
Ciao Yasmina, per quanto riguarda gli accenti, è per questo che a mio parere studiando l'italiano si dovrebbe studiare in parallelo la dizione. Essendo una lingua fatta a tavolino, imposta, non spontanea, è corretto affiancarla con la dizione. Parlare delle lingue autoctone come variazioni dell'italiano, penso sia una definizione scorretta, dato che l'italiano è arrivato dopo le sue genitrici locali: sono state selezionate varie caratteristiche, preferendo poi il fiorentino e da lì si è partiti coi libri di scuola. Sottolineo, si è partiti, perché come dici tu poi si è merlettata con altre aggiunte. Di sicuro non si può dire lingua madre, lingua matrice, lingua di pancia. Ho molto a cuore questo argomento, utilizzare "dialetto" o "variazione dell'italiano", oltre ad essere dispregiativo è proprio scorretto. Insegnare meglio l'italiano, con anche la dizione, aiuta a scindere le due lingue. Altrimenti si mescolano entrambe e si ottiene questo neo standard che fa sanguinare le orecchie. Scinderle significa mantenerle e valorizzarle entrambe. Mescolandole invece si perdono le loro sfumature. Mi spiace, ma in questo caso dire che l'italiano è una lingua viva, per me significa nascondersi dietro un dito. Lo ripeto, in questo modo si perderanno sia le lingue locali che l'italiano. Se si ragiona così, tanto vale mescolare fra loro tutte le lingue romanze, tanto vale accettare gli anglicismi.
Se invece per dialetto o variante intendi appunto l'italiano regionale e quindi il miscuglio tra lingua locale e italiano, in questo caso condivido. Ovvero, se si parla di dialetto dopo l'italianizzazione, approvo. Infatti nei primi del 900 solo il 2% della popolazione italiana conosceva e usava l'italiano. Con l'avvento della radio e della televisione, è una lingua che è entrata nelle case di tutti. Da venetofona riconosco la differenza tra Veneto centrale e le sue varianti provinciali, come anche le varianti brasiliane, messicane (Chipilo), australiane, canadesi (Vancouver) e istriane. È normale che durante l'emigrazione dei veneti il parlato si sia unito alla lingua locale, e come il veneto-brasiliano è una variante del veneto, lo è pure del portoghese.
Scusami ma io non ho detto che i dialetti sono varietà dell'italiano: ho parlato chiaramente di italiani regionali. Dialetto non è affatto un termine dispregiativo, è un termine tecnico attorno al quale ruota un'intera disciplina che vanta una tradizione nobilissima. Ci sono varie accezioni, tecniche e popolari, della parola dialetto. L'italiano è certamente la lingua madre di tutti gli italiani oggi: in qualche caso lo è insieme al dialetto, in parlanti bilingui, ma nella maggioranza dei casi lo è come unica L1, e il dialetto viene acquisito secondariamente e per lo più senza che si raggiunga una competenza linguistica piena; questo non per colpa dell'italiano, ma perché il dialetto non lo parla più nessuno. L'italiano è lingua vivissima, non è un'opinione ma un fatto evidente. Che insegnare la dizione aiuti a scindere le due lingue non mi risulta affatto, ma se hai degli studi in merito li leggo volentieri. Il neo-standard, comunque, non ha a che fare con la pronuncia: quello è, appunto, l'italiano regionale. La mescolanza tra lingue è inevitabile e perfettamente normale e sana, non produce scarsa competenza in nessuno dei due idiomi: proprio questa errata convinzione ha prodotto l'eradicazione del dialetto dopo l'unità d'Italia.
@@YasminaPaniho riguardato il video e ammetto di aver frainteso. Allo stesso tempo mi sono espressa male in alcune cose. Pensavo ti riferissi alle parlate locali, pardon chiedo venia. Quindi sì, non è colpa dell'italiano se le parlate locali non vengono più usate, l'una non esclude l'altra. Parentesi che ho riscontrato più volte, tutt'ora nelle scuole invitano i genitori a non parlare la lingua locale a casa altrimenti il bambino farà confusione e non imparerà bene l'italiano. Ritengo che questa sia un ammonizione infondata, soprattutto guardando altre realtà bilingui. Italiano - lingua viva... È complicato per messaggio. Studio questi argomenti da autodidatta. Non ho la preparazione che hai tu e riconosco che mi mancano i tuoi anni di studi per parlarne come si deve. Quindi in realtà dovrei solo che ringraziare di aver avuto la possibilità di esprimere le mie perplessità. Purtroppo non so citarti degli studi a favore della dizione, non so se ce ne siano! È più un mio parere... È come quando mescoli il pranzo con la colazione, e succede che alle 11 fai un buon brunch. Speciale, da mangiare a sazietà!... Ma se mangi sempre solo brunch, senza aver prima acquisito delle basi chiare per entrambe le discipline, non si rischia di perdere alcune peculiarità di entrambe? Per l'ultimo punto... Sì, la mescolanza sarà pure sana... Domanda, allora perché non abbracciare ad esempio gli anglicismi?
Quando ero piccino mi dicevano che il passato remoto fa molto meridionale. Oggi penso che sia un tempo splendido ai fini narrativi e dell'azione compiuta. Comunque ancora non sono del mestiere... 😅 PS: ti sta crollando la libreria
A volte mi ritrovo a considerare fastidioso il tipo (o la varietà?) di italiano che qualcuno usa. Piuttosto che incolpare l’utilizzatore, preferisco domandarmi perché a me da fastidio. Il più delle volte, credo che il motivo sia un certo concetto di ortodossia dell’italiano che la scuola, la mia famiglia, e l’ambiente che mi circonda mi hanno dato. Grazie per questo video!
In linguistica non c'è una divisione tra lingua e dialetto. Questa è una distinzione sociolinguistica. Curiosa la tua definizione di Italiano standard. La dislocazione è un fenomeno del l'italiano parlato, forse potresti fare un video sulla differenza tra scritto e parlato.
La sociolinguistica è linguistica 😅 comunque è un tema molto discusso e ampio, anche dal punto di vista strutturale a essere puntigliosi c'è differenza tra lingua e dialetto, dato che il dialetto dovrebbe essere una varietà della lingua; è che quelli che vengono chiamati dialetti italiani in realtà non sono dialetti dell'italiano ma ne sono lingue sorelle. Comunque la dislocazione si trova anche in letteratura
@@YasminaPani questi aspetti non sono usciti dal tuo video, sarebbe stato interessante metterli. Per quanto riguarda la dislocazione invece era un suggerimento.
Questo video era tosto e meritevole! Facci più divulgazione "dura", per favore :) Purtroppo le espressioni come "io lo vedo, mangiando" = io lo vedo che mangia, sono ormai presenti in molti testi scritti.
A me ha sempre incuriosito (a tratti anche irritato) quel modo di scrivere in italiano che io chiamo “antichese”, che si usa ogni volta che si parla di antichità; la varietà d'italiano che t'insegnano per tradurre i classici greci e latini, per intenderci, quella in cui i “boschi” diventano “selve”, i “buoi” sono “bovi”, i “ragazzi” sono “fanciulli”, eccetera. Un paio d'anni fa in un gruppo Facebook sulla storia antica ebbi un dibattito piuttosto acceso su questo argomento con diversi utenti, alcuni dei quali erano evidentemente professori di liceo; di questi ultimi tutti difendevano l'“antichese” a spada tratta, ma ciascuno per un motivo diverso... chi diceva che secondo loro abituava gli studenti a usare termini diversi dai soliti, chi tirava in ballo microscopiche sfumature di significato tra il termine moderno e il corrispondente desueto, chi ancora affermava di preferire l'insegnamento di questo modo di tradurre per “dare il senso della distanza” tra noi e gli antichi; secondo me semplicemente avevano imparato a parlare di antichità con quei termini, e con quegli stessi termini insegnavano acriticamente a parlarne ai loro allievi. Con l'ovvia eccezione di concetti che non hanno corrispondente nel linguaggio contemporaneo (e qui mi viene in mente l'altro video in cui spieghi quanto sia fuorviante parlare di “omosessualità” e “bisessualità” nel mondo greco-latino), secondo me non è che antichizzando il tuo italiano ti avvicini meglio alla cultura greca o latina, perché greci e romani non parlavano in italiano ricercato o desueto; parlavano in greco e in latino, e certo non avevano la visione di sé stessi come “antichi”. Penso che in molti casi l'“antichese” (di cui il liceo classico abusa in maniera esagerata, ma che piace molto alla scuola italiana in generale) non faccia altro che farci apparire le culture che ci hanno preceduto come ancora più distanti da noi, più noiose, colte e “seriose” di quanto spesso non fossero realmente (e a volte suona pure un po' stupido e ridicolo). Non so fino a che punto c'entri col tema del video, ma guardandolo m'è venuto in mente.
In teoria dovremmo insegnare a tradurre con un registro diverso in base al genere letterario e al registro a cui appartengono le varie parole che traduciamo, ma ovviamente è difficile da far fare a scuola. Concordo sul fatto che, dovendo tradurre tutto nello stesso modo, è meglio che gli alunni usino la lingua corrente.
Di' qualcosa anche su chi mette in continuazione il congiuntivo dove ci vorrebbe l'indicativo. Queste forme di iper-correzione sono anche più fastidiose delle altre che hai citato. Un esempio è Iris Babilonia, youtuber che non riesce a parlare per 2 minuti di fila senza mettere congiuntivi a caso, nonostante nei commenti tutti esprimano poi adorazione per il suo eloquio (tranne me).
Sono sardo come te, per quanto riguarda l'accento ognuno al suo e non mi sembra che tu abbia l'accento marcato, e comunque parli molto bene l' italiano
Video interessante, come tutti i tuoi. Be' : "gnocchi" e "pneumatici" con "i" resistono ancora in Emilia Romagna ... però "gnomi" e "psicologi" no. Ignoro perché, ma è così : a volte, le singole parole prevalgono sui meccanismi. In ogni caso, specie nelle grandi città capoluogo, i dialetti sono quasi spariti : quasi nessuno sotto i 70 anni ci fa le conversazioni , al massimo si usa la "frase fatta dialettale" come battuta umoristica.
Una domanda, cosa ne pensi dell’idea, assolutamente utopica, che tutti gli stati europei dichiarino l’inglese come lingua ufficiale, e le attuali lingue nazionali come secondarie. All’inizio sarebbe difficile, ma in 30-50 anni sarebbero tutti madrelingua inglese. A me piace l’idea di un mondo in cui tutti si capiscono senza sforzo. Per esempio, secondo me uno dei fattori principali di successo degli Stati Uniti è stato quello di parlare un’unica lingua
Non accadrà mai, intanto perché le persone tengono alla loro lingua e continuerebbero a parlarla, non è più pensabile oggi fare politiche linguistiche di imposizione perché c'è molta consapevolezza e grazie a internet le informazioni e le lingue si diffondono; e poi perché una comunità linguistica di miliardi e miliardi di persone, con abitudini e culture diversissime, produrrà per forza lingue diverse.
FERMI TUTTI!!! Io avevo letto “Le verità dell’italiano” Mah 🤷 mi aspettavo un altro video!!! Un po’ come quando pensi di mangiare dei Fonzies e invece sono i Flash San Carlo Non è che i secondi non siano buoni ma il tuo cervello 🧠 si aspettava altro 🙈
Se c'è una cosa che non sopporto leggere è...lo pneumatico...sarà anche sbagliato ma preferisco sempre dire e scrivere...il pneumatico...i pneumatici...mi suona meglio.
Io so che "lo pneumatico" è corretto ma dico e scrivo *il pneumatico". Penso che si arriverà al punto in cui la prima firma sarà percepita come errata o, bene andando, segno di affettazione.
Quindi possiamo parlare e scrivere con tutti gli strafalcioni che vogliamo? 🤩 Ya-huu Allora perché a scuola (sempre lei) ci impongono di scrivere e parlare in un certo modo e non nel nostro più spontaneo? 🤨 Perché poi ci correggono i compiti in classe, i temi? 😢
Yasmina non ha affatto detto questo. Ha parlato di CONTESTO e di SCOPO comunicativo. A scuola si insegna lo standard che ha le sue regole e quindi si viene valutati in base al rispetto o meno di quelle regole. È come se vai a scuola di calcio: ti insegnano a giocare con certe regole. Se prendi la palla con le mani per stopparla non segui quelle regole e quindi non solo verrai corretto, ma se continui, nessuno vorrà più giocare con te.
Burdu/burda del sardo viene dallo spagnolo come tanti altri termini sardi ereditati dal periodo iberico dell'isola e ha più o meno lo stesso significato di una cosa di bassa qualità, lo stesso termine è presente anche in portoghese. Mi ricorda mia madre che lo diceva quando faceva una minestrina semplice semplice che chiamava minestra burda.
Ho sentito coddare solo con significato di "giocare a call of duty" XD
Non so bene come sono/sia capitato sul tuo canale, ma devo dire che superi ogni aspettativa. Affronti temi non banali con competenza e simpatia. Geniale come chiudi i video!
Ti ringrazio
Mi piacciono moltissimo questi tuoi video di linguistica :) Sarei contento di vederne altri, mi ricordano momenti belli dei miei studi!
E mi hai fatto venire voglia di leggere Berruto :)
Grazie! Ne arriveranno altri
@@YasminaPani E continuerò a seguirti volentieri :)
"Fondamentalmente possiamo parlare come cazzo ci pare" gli schwaisti interpreteranno questa a loro piacimento
Già lo fanno
Sempre lezioni di grande interesse sviluppate con chiarezza e sintesi.
Grazie mille
Yasmina sta alle lettere come Barbero sta alla storia.
Grazie per la tua chiarezza e la profondita espositiva
Yasmina vale dieci Barbero.
Simpatica, arguta, comunicativa e affascinante! ❤
Grande! Non mi ero mai accorto del tatuaggio sul braccio. Tra i miei attrezzi preferiti.
Come al solito, video interessantissimo!
12:05 "Allora ragioniere che fa, batti?" "Mi dà del tu?" "No, no, dicevo, batti lei!" "Ah, congiuntivo"....o il famoso "tennico", come quello del "Bar dello sport" di Stefano Benni....Ciao Yasmina, bellissimo video anche questo: mi ricordo che mi avevi consigliato il libro di Berruto tempo fa, l'ho messo in coda da prendere, appena riesco lo compero, spero non sia troppo complicato....Ciao.
Grazie!
A Palermo diciamo spesso esci il pane o entra la macchina ahahaha. Ho studiato sociolinguistica in passato e scoprire la creatività delle varianti dialettali dell'italiano mi ha divertito molto :)
Sono toscana, sto con un sardo e quanto mi piacciono certe parole sarde: burdo, trassare, tanalla, bagonchi, drollo... ❤
Va bene, ho capito. Da adesso in poi m'impegnerò a trattenermi quando sento le persone parlare liberamente;) Scherzi a parte, il video è stato molto interessante. Mi piace scendere nei dettagli delle cose e se ci accompagni tu è un piacere
Grazie
Visto che si parla di varietà linguistica, voglio consigliarti un romanzo che mi ha colpito per la peculiarità del registro linguistico adoperato; Horcynus Orca.
La prosa spazia dall'italiano aulico al gergalismo dei pescatori siciliani, per non parlare delle centinaia di neologismi ideati dall'autore.
Non entro nel merito del valore artistico dell'opera, non sono un critico letterario, ciò che posso dire è che si tratta di un monolite di oltre 1200 pagine che non ha eguali nella letteratura italiana del '900.
Non voglio tediarti con ulteriori dettagli, ma la gestazione dell'opera e della sua traduzione in tedesco meritano un approfondimento.
..grazie a mia madre alle elementari il naso dell'elefante era la BROBOSCIDE, un uovo si poteva cucinare alla COCCA, la signora che lavorava al bar era la BARRISTA.. grazie mamma per le grandi risate che hai fatto fare ai miei compagnetti
Che bello 🤣
Una mia conoscente, una tempo proprietaria di un negozio di calzature, quando un cliente esordiva con:"Volevo quel paio di scarpe", rispondeva: "E adesso non lo vuole più?"🤣
Ahahhah
Molto interessante, in fatti sono d'accordo con te😊grazie mille
Video sempre interessanti, chiari e profondi (mi rendo conto ora che qualcuno nei commenti aveva usato gli stessi aggettivi, ma li lascio. Si vede che è proprio vero). A me rilassano anche. Condivido tutto. Farei una postilla: sforzarsi di parlare "meglio", potrebbe fare acquisire capacità di variare e di rendere meglio i propri pensieri. Tutto si educa, il corpo e la mente, il gesto, il gusto, lo sguardo, quindi anche la parola. Un linguista di quando andavo a scuola, Raffaele Simone, criticava chi era convinto che il dialetto fosse più vivace dell'italiano. Questo per lui dipendeva solo dalla loro incapacità di usarlo appieno.
Certo, non esistono lingue più vivaci di altre!
Bel video, evviva le differenze e i dialetti! A me l'unica cosa che viene difficile da mandare giù è l'uso at cazzum del "piuttosto", nel mio dialetto (ma anche in italiano) vuol dire "invece che" ma nella maggiorparte delle volte si intende "e/anche/oppure" sembra una sciocchezza ma in certi contesti cambia il senso della frase.
Anche io non lo sopporto
Per non parlare di sticazzi e mecojoni?
@@rockessence che c'entra quello è dialetto romanesco, e comunque non va in conflitto con nessun'altra parola simile
@@krka3077 allora non hai mai sentito la gente dire sticazzi per dire mecojoni e viceversa
@@rockessence sul serio? Allora non ti avevo capito... Comunque no, non li ho mai sentiti, forse anche perchè vengo dalla provincia di Roma dove la gente li usa in modo appropriato
Dovresti pensare di fare in generale delle pillole di linguistica per gli esami universitari sarebbero super utili!
Da alunno delll'italiano, avevo il fraintendimento che l'italiano standard venisse usato in qualsiasi contesto, sia quotidiana sia formale. A mio avviso, questa è una percezione che gli studenti di una lingua straniera hanno quasi sempre. Siamo sempre molto frustranti quando sentiamo la prima traccia di un accento anche molto sottile e leggero. Personalmente mi sono ricordato quando non potevo capire un contenuto in italiano a meno che il linguaggio è venuto parlato in maniera molto lento, formale e professionale, usando un (apparentemente) italiano standard, lo stesso italiano che viene insegnato a scuola. Ma come dicevo...questo approccio di insegnamento si nota per varie lingue in un contesto istrutivo/educativo e non solo l'italiano. Un esempio evidentissimo è quello di arabo 'standard'...letteralmente si chiama "Modern Standard Arabic" in inglese. C'e sempre questo sforzo di rendere una lingua chiara e ben strutturata in certi ambiti ma la realta della vita per strada è sempre diversa. Da studente di non solo italiano ma anche altre lingue (lo spagnolo e lo greco moderno appunto), ho accettato serenamente che ci sempre saranno delle difficoltà nel senso di accento, di linguaggio, di modi di dire, di colloquialismi ecc anche se avrò raggiunto un livello piuttosto avanzato. Dopo di che, questo può accadere anche nel nostro madrelingua.
Credo che l'insegnamento dell'italiano come L2 ed LS sia particolarmente carente in questo senso: nelle prove di ascolto degli esami per le certificazioni, le persone parlano molto lentamente e senza quasi mostrare una cadenza regionale, anche nelle prove di C1 e C2, mentre per esempio in quelle per l'inglese parlano velocemente e con accenti scozzese, irlandese ecc, come è giusto che sia.
La cosa interessante è che nei dialetti regionali è che ci sono tantissime influenze dalla dominazione di altri popoli esterni.
Per esempio, io sono siciliano e spesso sento degli "arabismi" il che lo trovo veramente affascinante.
tipo la parola "meschino". la sentii un giorno in una telenovela araba e rimasi scioccato
@@regnbuetorsk esatto, ma ce ne sono tante altre.
Di arabismi è pieno anche il dialetto veneziano, quello della campagna veneta è tutt'altra cosa.
@@mauroorso1963 interessante. Anche se la sicilia fu dominata dagli arabi.
@@nikecatania95 Hai ragione e lo so, Venezia ci fece solo affari con gli arabi ma soprattutto con l'Impero Ottomano. Le influenze sulla lingua furono perciò relative.
Molto interessante Grazie
"su sposu de nonna! Dai un bacio a nonna"
"Ciao nonna, nonno dov'è?"
"Ih! Dormito"
Mi è piaciuto molto il tuo video. Potresti fare un video che trattasse il tema di come l'italiano potrebbe evolversi nel futuro?
Si si, piaceresse anche a me ...
Non saprei che dire! I linguisti non si occupano del futuro, soprattutto io che ho una formazione storica
Oltre ad essere brava Yasmina, il suo è l'unico canale di RUclips che tratti argomenti sensati, che poco si prestano alle scorribande dei molestatori della rete.
Grazie mille
la scienza delle merendine😂😂😂
Vero che ci sono i contesti ma, se una cosa l’ho imparata, quando si abbassa un livello, poi difficilmente risale.
Intendi a livello collettivo o individuale?
@@YasminaPani individuale e di conseguenza collettivo. Siamo animali che si adeguano ai simili, soprattutto verso il basso.
finalmente una sociolinguista competente che non parla di fuffa, ma dice le cose in modo chiaro e onesto😉
Grazie ma non sono una sociolinguista 🤣
@@YasminaPani ok allora riformulo: finalmente qualcuno che parla di sociolinguistica in maniera competente, chiara e onesta! 💙
😉
"Ma che cosa ho fatto di male nella vita, io, per dover subire l' umiliazione di un figlio che ... mi rivolge la parola nella lingua delle istituzioni ?!" [cit.] Gavino Ledda in "Assandira", film.
Uno degli argomenti che preferisco 😊 !
Per lavoro interagisco con clienti di ogni parte d'Italia e alcuni tratti sono davvero tipici; tralasciando fonetica e lessico ma focalizzandomi sulla morfosintassi, riconoscerei un siciliano perché potrebbe dirmi "ha da x giorni che..." (altrove direbbero "sono/è da x giorni che..."), un salentino "sta + aggettivo", un torinese "ha solo più due ... (gli sono rimasti due ...)", a un toscano "non fa la ..." (non funziona la ..., per noi sardi "non fa" significa tutt'altro, ma niente di malizioso ;) ).
Bellissimo
@michelefrau6072 interessante....non avevo fatto caso alla questione dell'ausiliario...so che al sud si usa più spesso il passato remoto, mente qui al nord si usa il passato prossimo anche per eventi già terminati da tempo.....qui a Milano invece ci si riconosce perché si mette l'articolo davanti al nome proprio, tipo "Il Luca, l'Alberto", ecc. Che poi, di milanesi siamo rimasti una cinquantina in tutta Milano, quindi, ormai ha anche poco senso......😄
Oh evviva! Mi sento più leggera! Sono salvi sia l’italiano standard (che cerco di praticare nello scritto e nella pronuncia) sia i regionalismi che arricchiscono la comunicazione 😊
L''errata concordanza di numero tra verbo e soggetto purtroppo ha preso piede anche su giornali autorevoli quando si parla di percentuali o frazioni (per esempio "il 60% degli italiani andranno in vacanza").
Sul congiuntivo nella mia bolla ho notato anche tra persone colte un fenomeno, che personalmente trovo un po' fastidioso, cioe` il suo abuso in contesti che richiederebbero l'indicativo, quasi che nel dubbio si preferisca sbagliare in una direzione piuttosto che nell'altra per non essere giudicati ignoranti. Per esempio: "chissa` se siano felici", "sappiamo tutti che sia stato lui", ecc...
Tra i giovanissimi vedo poi un'esplosione del gerundio in frasi nominali implicitamente riferite al parlante, evidentemente mutuato dall'inglese ("Andando in bicicletta.", "Prendendo il sole".). In questo caso probabilmente non si tratta nemmeno di un errore, ma di certo e` un uso che una ventina d'anni fa sarebbe parso bizzarro.
Concordo sull'abuso del congiuntivo, è una forma di ipercorrettismo: proprio perché sappiamo che spesso non lo usiamo quando dovremmo, finiamo col metterlo ovunque.
L'uso del gerundio di cui parli mi sembra un calco dall'inglese -ing.
Si utilizza un accordo a senso che è tipico della lingua parlata, sebbene non molto elegante; in che senso frasi nominali se è presente un predicato, sebbene indefinito?
@@manfredoiallonardi4020 sul punto (1): capisco, ogni tanto nel parlato sfugge anche a me, ma usarlo nello scritto mi pare, come dici tu, "poco elegante". Sul punto (2): hai ragione non sono frasi nominali - errore mio. Il fatto e` che si parla di contesti in cui io mi aspettere proprio una frase nominale, per esempio: "alla ricerca di un albergo" piuttosto che "cercando un albergo".
e niente... video semplicemente spettacolare!
Come al solito sono assolutamente d'accordo con te. Secondo me, tentare di frenare lo sviluppo della lingua in tutte le sue manifestazioni è semplicemente reazionario se non fondamentalmente stupido. L'evoluzione non si può frenare. L'uomo nella sua storia, ha sempre cercato di semplificare la capacità di comunicare. E questo non vuol dire impoverire il linguaggio, ma aumentare gli strumenti da utilizzare per una migliore comunicazione. Persino l'uso del corpo. Nel progredire, siamo più complessi e questo trovo sia un bene
Il concetto di semplificazione linguistica poi non coincide con la banalizzazione
Buongiorno, faresti un video dove mostri alcune cose da fare per migliorare la proprietà di linguaggio? Nonostante legga, incontro una certa difficoltà ad esprimermi in maniera sciolta ed adeguata. Grazie.
Buongiorno Yasmina!!! ☀️😊👍
Video interessantissimo! Ho vissuto a Roma per un periodo da adolescente (io sono cagliaritana) e i miei amici non mi capivano proprio quando usavo parole come canadese, andito e brutta voglia.
Non avevo idea che "andito" si usasse solo in Sardegna! Sono andata a documentarmi e, tra le parole le espressioni meno note, ho scoperto anche l'uso di "cofano" per "bagagliaio".
@@irene-zo4qd scusa, mi devo essere perso qualcosa: a te sembra strano non sia frequente l'utilizzo di "andito", che credo di avere sentito usare forse un paio di volte in 52 anni di vita? A me sembra molto più strano che a Roma non si usi "canadese" o "brutta voglia". Come chiamano un cittadino del Canada a Roma?
Restando nell'àmbito automobilistico abbiamo anche la pattana e l' imperiale, quest'ultimo in alcune zone d'Italia indica ciò che per noi è il "cielo" dell'auto.
@@lucat5479 In Sardegna "andito" è comunissimo e "canadese" in Sardegna e solo in Sardegna indica la tuta da ginnastica oltre a essere l'aggettivo derivante da "Canada".
@@lucat5479 è chiaro che canadese sia un cittadino del Canada, il fatto curioso è che noi sardi quella parola la usiamo per indicare la tuta da ginnastica..
Io quando mi trovo in contesti informali e confidenziali dico sempre cose come "a me mi", "riempisci la bottiglia", "l'ho telefonato" ecc...so benissimo che sono cose sbagliate, infatti se dovessi esprimermi a livello scritto o orale in italiano standard farei molta attenzione, ma se sono per i cavoli miei me ne frego, sono espressioni che ho sempre sentito da piccola e fanno parte del mio lessico famigliare 😅
Ps: c'è un problema di consecutio temporum nel mio commento? Cioè avrei dovuto scrivere "infatti se mi devo esprimere a livello scritto o orale in italiano standard, faccio molta attenzione"?
Sì andrebbe meglio l'indicativo perché è una cosa che ti succede sempre! Ma anche la prima frase va bene
"Tutto dipende dal contesto comunicativo ed in base a quello possiamo parlare come cazzo ci pare"
Che detta così è anche "semplice", come dovrebbe essere sempre. La semplicità vince sempre.
"Fondamentalmente possiamo parlare come cazzo ci pare" è la parte più pregna di significato dell'intero discorso.
😂
Ciao Yasmina! Per me i tuoi video sulla linguistica sono sempre una perla; mi piacerebbe vedere un video sul romanzo greco e in particolare sui romanzi latini (satyricon e asino d'oro) perchè questa estate mi sono stati assegnati e non vedo l'ora di studiarli❤
Non sono argomenti che amo molto 🤣 vedremo!
@@YasminaPani chiaramente lo chiedevo senza nessuna pretesa, mica sei costretta , ma ti posso chiedere come mai? Visto che la mia professoressa invece ne è una grande amante immaginavo fossero dei libri amati e apprezzati universalmente
"L'ho visto mangiando" : un gerundio "regionale" a cui non rinuncerò mai.
😂
Yasmina, adoro i tuoi video e più in generale la tua lotta per la valorizzazione della lingua italiana corretta, ma da toscano, da fiorentino e da ex-redattore del Devoto Oli, devo sottolineare che,, comunque vada, l'uso dell'indicativo in luogo del congiuntivo, pur se utilizzato dovunque (ma non in Toscana) è sempre e comunque un ERRORE! 😈
No, nel periodo ipotetico dell'irrealtà è molto comune, c'è pure in Manzoni
Stupendo video, specialmente per il canto.
Yasmina buonasera. C'è un tuo video linkato su Hookii, magari già lo sai.
Non so nemmeno cosa sia Hookii 😅
Ciao Yasmina, una domanda : una mia amica dice sempre. “Non ancora lo faccio” per dire “non lo ho ancora fatto” . Lei è abbruzzese. Cosa è questo “non standard” o è semplicemente un regionalismo ?
Regionalismo!
Buon video: la lingua viva e colorata come la nostra linguista !
Grazie!
Molto interessante, ma lo schwa e l'asterisco fanno parte della categoria Murgia?
Non ho capito!
Il fatto che il mio modo di parlare identifichi la mia classe sociale mi mette una certa ansia 😰
Eh 🤣
Quanta cultura in un singolo video!
Non ho capito l'ultimo concetto che hai espresso: non bisogna correggere chi commette errori nell'uso della lingua; quindi se un tuo allievo scrive squola o sono mangiato ,tu non glielo correggi con la matita blu?
La domanda è seria?
@@YasminaPani certo, non ho capito che vuoi dire.
Non mi stavo riferendo al contesto scolastico, ovviamente: l'insegnante di italiano deve correggere gli alunni perché è il suo mestiere. Non ho mai parlato di insegnanti nel video.
@@YasminaPani era talmente generale che in effetti mi era venuto un dubbio 😀
Carissima Yasmina ciao. Ho appena scoperto il tuo canale ed i video che fin'ora guardato sono molto belli, complimenti.
Domandona! Come valuti questa situazione?
- Sito di informazione a diffusione nazionale, anche se per una certa nicchia di lettori, il maggiore per quel settore; dispone di un'intera redazione e pubblica quotidianamente contenuti letti da diverse migliaia di persone.
- Uno di questi redattori, tutte le volte che va sull'argomento usa scrivere "pittare" anzichè "pitturare". E via a leggere di "unghie pittate", di "alcuni vandali che con le bombolette pittavano la saracinesca" ecc.
Io tutte le volte mi incazzo come una bestia e scrivo alla redazione di mandare a vangare la terra un simile illetterato (ovviamente questo signore non va a vangare niente e dopo un po' rileggi lo stesso Orrore, con la O).
Grazie se risponderai, un saluto da Alessandria.
In realtà pittare esiste! Certo non è italiano standard quindi hai comunque ragione.
@@YasminaPani Grazie mille Yasmina!!! 😊
Ciao Yasmina, potresti per cortesia spiegarmi la differenza fra “in cui” e “nel quale”?
Ad esempio:
La casa in cui vivo è gialla.
La casa nella quale vivo è gialla.
Una di queste due frasi è da considerarsi errata nell’italiano standard?
Grazie per i contenuti che porti, sempre estremamente interessanti
Sono identiche 🙂 semplicemente il pronome cui è più diffuso
Grazie 🙂
Ci tengo a dire una cosa: non sopporto la gente che si lamenta se parlo in dialetto. Purtroppo ho imparato a farlo soltanto dai dieci anni in poi, cioè quando ho deciso di volermi impegnare a impararlo e a parlarlo anche a scuola quando possibile. Fino ad allora, avevo soltanto qualche caratteristica più regionale come gl'infiniti tronchi o determinate costruzioni, ma non era ancora definibile dialetto. Sentirmi dire da persone che parlano esattamente come me che il dialetto e l'italiano regionale sono sbagliati non l'abbozzo (regionalismo!) proprio.
Bravissimo. Il dialetto fa parte del patrimonio linguistico e volerlo cancellare mi sembra autolesionismo culturale oltre che un'ingiustizia nei confronti della persona che sceglie di parlarlo.
Grazie.
Un bel video tecnico, molto piacevole! L'unica cosa su cui mi permetto di essere d'accordo solo in parte è quando affermi la pesantezza del "correggere a sproposito". Vero, la pedanteria è inutile e antipatica, però bisognerebbe distinguere tra chi mette errori di grammatica perchè sta parlando in modo colloquiale in un contesto informale e chi invece non sa proprio cosa voglia dire differenziare il registro linguistico. Mi pare, ma non ho statistiche alla mano, che i secondi siano molti più dei primi. Il senso è: fare un errore sapendo di farlo è profondamente diverso dal fare un errore perchè si è ignoranti (pensiero mio). Sempre bravissima!
Certo, ma rimane molto fastidioso l'atteggiamento di chi corregge il prossimo fuori da contesti didattici 🙂
@@YasminaPani completamente d'accordo: i saccenti da quattro soldi sono noiosi almeno quanto i precisini da guerra!
Come diceva Pasolini?
Il contadino che parla il suo dialetto, é padrone della sua realtà.
Una cosa simile
Ciao Yasmina, per quanto riguarda gli accenti, è per questo che a mio parere studiando l'italiano si dovrebbe studiare in parallelo la dizione. Essendo una lingua fatta a tavolino, imposta, non spontanea, è corretto affiancarla con la dizione.
Parlare delle lingue autoctone come variazioni dell'italiano, penso sia una definizione scorretta, dato che l'italiano è arrivato dopo le sue genitrici locali: sono state selezionate varie caratteristiche, preferendo poi il fiorentino e da lì si è partiti coi libri di scuola.
Sottolineo, si è partiti, perché come dici tu poi si è merlettata con altre aggiunte.
Di sicuro non si può dire lingua madre, lingua matrice, lingua di pancia.
Ho molto a cuore questo argomento, utilizzare "dialetto" o "variazione dell'italiano", oltre ad essere dispregiativo è proprio scorretto.
Insegnare meglio l'italiano, con anche la dizione, aiuta a scindere le due lingue. Altrimenti si mescolano entrambe e si ottiene questo neo standard che fa sanguinare le orecchie.
Scinderle significa mantenerle e valorizzarle entrambe. Mescolandole invece si perdono le loro sfumature.
Mi spiace, ma in questo caso dire che l'italiano è una lingua viva, per me significa nascondersi dietro un dito.
Lo ripeto, in questo modo si perderanno sia le lingue locali che l'italiano. Se si ragiona così, tanto vale mescolare fra loro tutte le lingue romanze, tanto vale accettare gli anglicismi.
Se invece per dialetto o variante intendi appunto l'italiano regionale e quindi il miscuglio tra lingua locale e italiano, in questo caso condivido.
Ovvero, se si parla di dialetto dopo l'italianizzazione, approvo. Infatti nei primi del 900 solo il 2% della popolazione italiana conosceva e usava l'italiano. Con l'avvento della radio e della televisione, è una lingua che è entrata nelle case di tutti.
Da venetofona riconosco la differenza tra Veneto centrale e le sue varianti provinciali, come anche le varianti brasiliane, messicane (Chipilo), australiane, canadesi (Vancouver) e istriane.
È normale che durante l'emigrazione dei veneti il parlato si sia unito alla lingua locale, e come il veneto-brasiliano è una variante del veneto, lo è pure del portoghese.
Scusami ma io non ho detto che i dialetti sono varietà dell'italiano: ho parlato chiaramente di italiani regionali. Dialetto non è affatto un termine dispregiativo, è un termine tecnico attorno al quale ruota un'intera disciplina che vanta una tradizione nobilissima. Ci sono varie accezioni, tecniche e popolari, della parola dialetto.
L'italiano è certamente la lingua madre di tutti gli italiani oggi: in qualche caso lo è insieme al dialetto, in parlanti bilingui, ma nella maggioranza dei casi lo è come unica L1, e il dialetto viene acquisito secondariamente e per lo più senza che si raggiunga una competenza linguistica piena; questo non per colpa dell'italiano, ma perché il dialetto non lo parla più nessuno. L'italiano è lingua vivissima, non è un'opinione ma un fatto evidente.
Che insegnare la dizione aiuti a scindere le due lingue non mi risulta affatto, ma se hai degli studi in merito li leggo volentieri. Il neo-standard, comunque, non ha a che fare con la pronuncia: quello è, appunto, l'italiano regionale. La mescolanza tra lingue è inevitabile e perfettamente normale e sana, non produce scarsa competenza in nessuno dei due idiomi: proprio questa errata convinzione ha prodotto l'eradicazione del dialetto dopo l'unità d'Italia.
@@YasminaPaniho riguardato il video e ammetto di aver frainteso.
Allo stesso tempo mi sono espressa male in alcune cose.
Pensavo ti riferissi alle parlate locali, pardon chiedo venia.
Quindi sì, non è colpa dell'italiano se le parlate locali non vengono più usate, l'una non esclude l'altra.
Parentesi che ho riscontrato più volte, tutt'ora nelle scuole invitano i genitori a non parlare la lingua locale a casa altrimenti il bambino farà confusione e non imparerà bene l'italiano. Ritengo che questa sia un ammonizione infondata, soprattutto guardando altre realtà bilingui.
Italiano - lingua viva... È complicato per messaggio. Studio questi argomenti da autodidatta. Non ho la preparazione che hai tu e riconosco che mi mancano i tuoi anni di studi per parlarne come si deve. Quindi in realtà dovrei solo che ringraziare di aver avuto la possibilità di esprimere le mie perplessità.
Purtroppo non so citarti degli studi a favore della dizione, non so se ce ne siano! È più un mio parere... È come quando mescoli il pranzo con la colazione, e succede che alle 11 fai un buon brunch. Speciale, da mangiare a sazietà!... Ma se mangi sempre solo brunch, senza aver prima acquisito delle basi chiare per entrambe le discipline, non si rischia di perdere alcune peculiarità di entrambe?
Per l'ultimo punto... Sì, la mescolanza sarà pure sana... Domanda, allora perché non abbracciare ad esempio gli anglicismi?
Quando ero piccino mi dicevano che il passato remoto fa molto meridionale. Oggi penso che sia un tempo splendido ai fini narrativi e dell'azione compiuta. Comunque ancora non sono del mestiere... 😅
PS: ti sta crollando la libreria
Grazie, non me ne sarei mai accorta, pazzesca l'utilità di certi commenti
@@YasminaPani con quello che mi impari è giusto ricambiare... 😉👍
Bella lezione Yasmina, grazie! Se vieni in Messico sarebbe bello averti in classe per una lezione!
Eh magari!
I Toscani parlano in modo assurdo e pretendono che il loro sia il vero italiano. Io non li capisco
Non tutti pensano che il loro sia il vero italiano fortunatamente!
Ok,ma con i membri della tribù dei "se io avrei" come la mettiamo? 😂
Beh quello sarebbe substandard
@@YasminaPani allora non posso rimproverarli? Non posso neanche guardarli di storto? Ma io soffro 🤣
Stupenda
Non ho capito se mi piacciono più i suoi contenuti o lei
A volte mi ritrovo a considerare fastidioso il tipo (o la varietà?) di italiano che qualcuno usa. Piuttosto che incolpare l’utilizzatore, preferisco domandarmi perché a me da fastidio. Il più delle volte, credo che il motivo sia un certo concetto di ortodossia dell’italiano che la scuola, la mia famiglia, e l’ambiente che mi circonda mi hanno dato.
Grazie per questo video!
Succede anche a me 🙂
In linguistica non c'è una divisione tra lingua e dialetto. Questa è una distinzione sociolinguistica. Curiosa la tua definizione di Italiano standard. La dislocazione è un fenomeno del l'italiano parlato, forse potresti fare un video sulla differenza tra scritto e parlato.
La sociolinguistica è linguistica 😅 comunque è un tema molto discusso e ampio, anche dal punto di vista strutturale a essere puntigliosi c'è differenza tra lingua e dialetto, dato che il dialetto dovrebbe essere una varietà della lingua; è che quelli che vengono chiamati dialetti italiani in realtà non sono dialetti dell'italiano ma ne sono lingue sorelle. Comunque la dislocazione si trova anche in letteratura
@@YasminaPani questi aspetti non sono usciti dal tuo video, sarebbe stato interessante metterli. Per quanto riguarda la dislocazione invece era un suggerimento.
@@YasminaPani Comunque sei molto brava. È bello sapere che c'è un canale che si occupa di linguistica.
Questo video era tosto e meritevole! Facci più divulgazione "dura", per favore :)
Purtroppo le espressioni come "io lo vedo, mangiando" = io lo vedo che mangia, sono ormai presenti in molti testi scritti.
Ah sì? Io non l'ho mai incontrato, per fortuna
Io pensavo che coddare venisse da Call of Duty
purtroppo io sono un maledetto grammar nazi che quando vede un indicativo al posto del congiuntivo non risponde delle sue azioni.
E sbagli 😂
@@YasminaPani forse. ma almeno mi sento a posto con la coscienza.
A me ha sempre incuriosito (a tratti anche irritato) quel modo di scrivere in italiano che io chiamo “antichese”, che si usa ogni volta che si parla di antichità; la varietà d'italiano che t'insegnano per tradurre i classici greci e latini, per intenderci, quella in cui i “boschi” diventano “selve”, i “buoi” sono “bovi”, i “ragazzi” sono “fanciulli”, eccetera.
Un paio d'anni fa in un gruppo Facebook sulla storia antica ebbi un dibattito piuttosto acceso su questo argomento con diversi utenti, alcuni dei quali erano evidentemente professori di liceo; di questi ultimi tutti difendevano l'“antichese” a spada tratta, ma ciascuno per un motivo diverso... chi diceva che secondo loro abituava gli studenti a usare termini diversi dai soliti, chi tirava in ballo microscopiche sfumature di significato tra il termine moderno e il corrispondente desueto, chi ancora affermava di preferire l'insegnamento di questo modo di tradurre per “dare il senso della distanza” tra noi e gli antichi; secondo me semplicemente avevano imparato a parlare di antichità con quei termini, e con quegli stessi termini insegnavano acriticamente a parlarne ai loro allievi.
Con l'ovvia eccezione di concetti che non hanno corrispondente nel linguaggio contemporaneo (e qui mi viene in mente l'altro video in cui spieghi quanto sia fuorviante parlare di “omosessualità” e “bisessualità” nel mondo greco-latino), secondo me non è che antichizzando il tuo italiano ti avvicini meglio alla cultura greca o latina, perché greci e romani non parlavano in italiano ricercato o desueto; parlavano in greco e in latino, e certo non avevano la visione di sé stessi come “antichi”.
Penso che in molti casi l'“antichese” (di cui il liceo classico abusa in maniera esagerata, ma che piace molto alla scuola italiana in generale) non faccia altro che farci apparire le culture che ci hanno preceduto come ancora più distanti da noi, più noiose, colte e “seriose” di quanto spesso non fossero realmente (e a volte suona pure un po' stupido e ridicolo).
Non so fino a che punto c'entri col tema del video, ma guardandolo m'è venuto in mente.
In teoria dovremmo insegnare a tradurre con un registro diverso in base al genere letterario e al registro a cui appartengono le varie parole che traduciamo, ma ovviamente è difficile da far fare a scuola. Concordo sul fatto che, dovendo tradurre tutto nello stesso modo, è meglio che gli alunni usino la lingua corrente.
C’è un personaggio pubblico che a tuo avviso parla molto bene?
Luciano Canfora è il primo che mi viene in mente
A me me piace er congiuntivo! 😊
bella lezione.
Stephen King non ti piace per nulla. 😃😁
Di' qualcosa anche su chi mette in continuazione il congiuntivo dove ci vorrebbe l'indicativo. Queste forme di iper-correzione sono anche più fastidiose delle altre che hai citato. Un esempio è Iris Babilonia, youtuber che non riesce a parlare per 2 minuti di fila senza mettere congiuntivi a caso, nonostante nei commenti tutti esprimano poi adorazione per il suo eloquio (tranne me).
Sì, è un chiaro segno di insicurezza nella competenza linguistica
Sono sardo come te, per quanto riguarda l'accento ognuno al suo e non mi sembra che tu abbia l'accento marcato, e comunque parli molto bene l' italiano
Grazie
Correggetemi tutto, ma non la parola "Cazzo" (compresi sinonimi e derivati).
Video interessante, come tutti i tuoi.
Be' : "gnocchi" e "pneumatici" con "i" resistono ancora in Emilia Romagna ... però "gnomi" e "psicologi" no. Ignoro perché, ma è così : a volte, le singole parole prevalgono sui meccanismi.
In ogni caso, specie nelle grandi città capoluogo, i dialetti sono quasi spariti : quasi nessuno sotto i 70 anni ci fa le conversazioni , al massimo si usa la "frase fatta dialettale" come battuta umoristica.
Una domanda, cosa ne pensi dell’idea, assolutamente utopica, che tutti gli stati europei dichiarino l’inglese come lingua ufficiale, e le attuali lingue nazionali come secondarie. All’inizio sarebbe difficile, ma in 30-50 anni sarebbero tutti madrelingua inglese. A me piace l’idea di un mondo in cui tutti si capiscono senza sforzo. Per esempio, secondo me uno dei fattori principali di successo degli Stati Uniti è stato quello di parlare un’unica lingua
Non accadrà mai, intanto perché le persone tengono alla loro lingua e continuerebbero a parlarla, non è più pensabile oggi fare politiche linguistiche di imposizione perché c'è molta consapevolezza e grazie a internet le informazioni e le lingue si diffondono; e poi perché una comunità linguistica di miliardi e miliardi di persone, con abitudini e culture diversissime, produrrà per forza lingue diverse.
Buonasera
FERMI TUTTI!!!
Io avevo letto “Le verità dell’italiano”
Mah 🤷 mi aspettavo un altro video!!!
Un po’ come quando pensi di mangiare dei Fonzies e invece sono i Flash San Carlo
Non è che i secondi non siano buoni ma il tuo cervello 🧠 si aspettava altro 🙈
Eh mi spiace 😂
Se c'è una cosa che non sopporto leggere è...lo pneumatico...sarà anche sbagliato ma preferisco sempre dire e scrivere...il pneumatico...i pneumatici...mi suona meglio.
Idem
lo pneumatico è molto più eufonico suvvia.
Ho capito ma è sbagliato 😂
Io so che "lo pneumatico" è corretto ma dico e scrivo *il pneumatico". Penso che si arriverà al punto in cui la prima firma sarà percepita come errata o, bene andando, segno di affettazione.
Come fai a pronunciare "il" pneumatico senza farti venire il singhiozzo? 😂
Quindi possiamo parlare e scrivere con tutti gli strafalcioni che vogliamo?
🤩 Ya-huu
Allora perché a scuola (sempre lei) ci impongono di scrivere e parlare in un certo modo e non nel nostro più spontaneo? 🤨
Perché poi ci correggono i compiti in classe, i temi? 😢
Yasmina non ha affatto detto questo. Ha parlato di CONTESTO e di SCOPO comunicativo. A scuola si insegna lo standard che ha le sue regole e quindi si viene valutati in base al rispetto o meno di quelle regole. È come se vai a scuola di calcio: ti insegnano a giocare con certe regole. Se prendi la palla con le mani per stopparla non segui quelle regole e quindi non solo verrai corretto, ma se continui, nessuno vorrà più giocare con te.
Sinceramente credevo di averlo spiegato 😅
il "che polivalente" è orrendo
Mah
La tua preparazione senza qualche burdata ti renderebbe meno simpatica, e meno piacevole da ascoltare. Grazie Yasmina
Grazie 😆
Sono incel e sono brutto
sei la più bona
Tutti i commenti scritti perfettamente 😂