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Che bello! Mi sono sempre fatto un sacco di domande sull’orecchio assoluto. Grazie mille. Immaginavo che ci fosse anche un retro della medaglia. Anche quando senti un rumore, per esempio una vibrazione, un motore, una cinghia che fischia… “vedi” i nomi delle note?
Ciao, e grazie a te per il commento! Riguardo ai rumori, la cosa è molto variabile: se si tratta di "suoni" tendenzialmente sì (per esempio un bicchiere che tintinna o simili), mentre per le vibrazioni o per i rumori è molto più variabile. Fortunatamente in quei casi non è così "ossessivo", la codifica arriva quando vuole lei e la cosa è molto meno stressante. Per la musica, invece, non ci sono eccezioni 😩 Il cervello è sempre in "modalità riconoscimento"... A presto!
Grazie. E ben spiegato, i vantaggi e svantaggi! Mi chiedo da quando esiste il fatto di avere l'orecchio assoluto visto che suonare al diapason 440hz è recente... e il diapason non era fisso. Pronto ristabilimento!
Grazie a te per il commento! Domanda interessantissima, non ho proprio idea di come "funzionasse" prima del La a 440Hz, o se - per esempio - l'orecchio assoluto esista anche per chi non utilizza il sistema temperato 🤔 Immagino sia inalterata la capacità di riconoscere le frequenze e che la stessa si "adatti" al sistema utilizzato, ma è una mia ipotesi! Grazie per gli auguri 🙏
Ho ascoltato molto volentieri. Mio fratello ha un amico che suona con lui in orchestra e dice oltre a sentire in testa i nomi delle note, se uno strumento è leggermente scordato, lui lo percepisce. Non si gode la musica. Per me che suono ad orecchio , sarebbe fantastico ma purtroppo non ce l'ho...
Ciao Patrik secondo me quando il cantante ti dice di abbassare di due semitoni non devi impostare la funzione sul pianoforte ma suonare direttamente a mano gli accordi ricalcolati; per un musicista eccellente come te non credo sia così difficile fare la conversione al volo nella testa e suonare direttamente gli accordi ricalcolati
Ciao Stefano! Infatti, quando capita faccio così 😊 applicando il buon, vecchio "trasporto" che si studiava in conservatorio! Un caro saluto e grazie per il complimento 🙏
Ciao, io non ho mai studiato musica in vita mia, di conseguenza, se sento una nota non dico nella mia testa ad esempio "questo è un fa" o un "mi", semplicemente guardo il mio pianoforte che ho in casa, e dico "la nota è questa" e pigio il tasto giusto uguale alla nota che ho sentito, molto spesso infatti se sento una canzone o musica in TV come le pubblicità (soprattutto se è fatta col piano) mi viene istintivo andarle a suonare sul mio pianoforte e (credo) di farle correttamente, secondo voi questo è un tipo di orecchio assoluto? anche se non so effettivamente il nome della nota, però se ho un piano davanti so riconoscere quale tasto del piano è, e solo dopo (guardando dove si trova il DO) so ricavare anche il nome della nota
Ciao! Da quanto descrivi potrebbe effettivamente trattarsi di orecchio assoluto: esso, infatti, non è collegato alla capacità di suonare o all'aver compiuto studi musicali. Ovviamente bisogna che ci sia una connessione tra il suono che si ascolta e uno strumento musicale - per poterli confrontare - ma potrebbe darsi che tu ce l'abbia. Per scoprirlo senza dubbi puoi fare i vari test su perfectpitch.training/it/ usando la tastiera del sito anziché quella del tuo pianoforte, così hai un sistema per accertarti se le note sono giuste 😊 Un caro saluto!
Io ho un orecchio relativo... cioè riconosco una nota se ne ascolto un'altra già conosciuta. Ho aggirato un pò l'ostacolo cercando di memorizzare il suono del do e del la centrale e funzionicchia, quindi diventa un falso orecchio assoluto (ma non funziona con certezza). Non è del tutto scolpita nella mia memoria neanche l'intonazione "la 440hz"... la mia concezione dell'intonazione è "relativa" alla scala di note ascoltate ultimamente. Quindi per me suonare su una tastiera "detunata" mi infastidisce per poco tempo, poi mi ci trovo anche a fare i fill... ma, anche, sono capace a riportare un giro di accordi conosciuti in tonalità "do" immediatamente su un'altra tonalità senza detunare la tastiera... però senza ragionare sui nomi delle note, se no si rallenta tantissimo il calcolo. Ed essendo tutto "relativo sulla memoria di suoni conosciuti", più esercito la memoria e più funziona, cioè, più ascolto strumenti e cantanti intonati al 440 hz. Una volta ho cantato senza riferimenti una melodia tipo scala discendente e un direttore d'orchestra mi disse che ero "intonato come un bel violino", cioè, variavo un pò l'intonazione dei semitoni a seconda se la melodia sale, scende, è maggiore o minore. Mi stavo intonando relativamente alle note che io stesso ho cantato in precedenza, una fatica combattere contro la naturale tendenza a dimenticare le note del pianoforte!!... Ma una volta, addirittura, scambiai la tonalità di un pezzo, sbagliandola di una quarta giusta! Boh
Mio fratello, invece, ha l'orecchio assoluto. Senza conoscere quasi la musica, ascolta una reinterpretazione di un brano di 30 quarant'anni fa e capisce al volo se è la tonalità originale o no e riconosce di più di me una scala intonata che ne so a 432hz anche senza punti di riferimento.
Da quanto ne so non si può sviluppare perché è un'abilità innata, ma si può invece sviluppare un valido orecchio relativo: consiglio di fare esercizio sui tantissimi siti che consentono di allenarsi, basta cercare "ear training" su Google per accedere a miriadi di risorse! A presto!
11 часов назад
Se non ho capito male, viene chiamata "orecchio assoluto" la capacità di riconoscere una qualsiasi frequenza in sé e per sé, ex abrupto, cioè senza averne preventivamente ascoltata un'altra la cui entità è nota e che dunque possa servire come riferimento. Sei in una stanza dove c'è un pianoforte, dalla tua posizione non puoi vederne la tastiera, e c'è un'altra persona che preme un tasto, uno solo, e tu sei in grado di dire con esattezza quale tasto è stato premuto. Io non ho l'orecchio assoluto ma ho una discreta memoria uditiva: quando sono in procinto di ascoltare una composizione che conosco abbastanza bene, prima che il brano abbia inizio riesco a intonare esattamente con la voce i suoni iniziali. Mi è capitato moltissime volte, per esempio subito prima di un concerto sinfonico; con i pianoforti casalinghi non sempre succede, perché quelli molto vecchi vengono sovente accordati su una frequenza di riferimento un po' più bassa di quella standard. Comunque sia, nel mio caso si tratta evidentemente di memoria uditiva: funziona solo quando conservo nella mia mente il ricordo di un brano. Ma se mi chiedono di dire il nome di un suono senza prima avermene fatto ascoltare un altro come punto di riferimento, non lo so fare. A che serve l'orecchio assoluto? Serve se sei un accordatore e devi accordare un pianoforte che si trova in un'antica magione di campagna dove non è ancora arrivata l'elettricità, non hai il telefonino, non puoi usare il tuner elettronico e non hai a portata di mano un oboista pronto a darti il la3. Altri usi pratici non ne conosco. Infinitamente più utile è avere un buon orecchio relativo, perché è l'orecchio relativo che ti permette, per esempio, di scrivere su carta pentagrammata un brano completo, la melodia e (se hai esperienza) l'armonia, senza l'ausilio di un qualsiasi strumento. Un cordiale saluto :)
Esattamente, è la capacità di riconoscere i suoni senza avere riferimenti preventivi. Diciamo che ha "utilizzi" un po' più interessanti rispetto alla magione di campagna 😛 Come dico nel video, consente di trascrivere la musica pressoché "sotto dettatura", secondo un meccanismo paragonabile allo scrivere un testo in italiano ascoltando una persona che parla. Ricordo quando in conservatorio si faceva dettato melodico, con i compagni di corso che chiedevano di ripetere più volte ogni battuta mentre io che terminavo la scrittura completa dopo il primo ascolto 😉 Al tempo stesso - sempre come dico nel video - consente di improvvisare in tempo reale anche su brani mai sentiti e di non rischiare note errate nell'improvvisazione stessa. È vero che un buonissimo orecchio relativo consente di scrivere un brano senza l'ausilio di un qualsiasi strumento, ma si tratta di una cosa semplicissima da fare per chi l'orecchio, invece, ce l'ha assoluto. Un cordiale saluto a te!
21 минуту назад
@@patricktrentini Sì, ma sono cose che sa fare agevolmente chiunque abbia l'orecchio relativo, un istante dopo aver ottenuto una frequenza di riferimento. Lo zio di mia moglie, che non sapeva leggere la musica, componeva canzoni e poi veniva a chiedermi di scriverle: io gli chiedevo "in che tonalità la vuoi?", lui rispondeva sulla base delle proprie consuetudini di chitarrista dilettante, e il problema era immediatamente risolto. Un altro caso in cui è essenziale che tu abbia l'orecchio assoluto è quando fai l'accompagnatore e il cantante attacca a solo in una tonalità diversa: in questo frangente, se te la cavi bene con le trasposizioni, risolvi il problema e nessuno se ne accorge. Al contrario, il tuo orecchio assoluto può costituire un problema quando devi mettere le mani su un pianoforte accordato sulla base di un la diverso dallo standard. So che Arturo Benedetti Michelangeli poteva cadere in crisi profonda in una situazione del genere, tant'è vero che si portava sempre dietro il proprio accordatore di fiducia. Ti faccio i complimenti per la chiarezza delle tue spiegazioni. Complimenti che, detto fra noi, non potrei fare a Christian Salerno. Ciao!
Assolutamente d'accordo. Va tenuto "allenato" ma partendo da un orecchio relativo, pur con tutto l'esercizio del mondo, non credo si possa arrivare a quello assoluto...
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Che bello! Mi sono sempre fatto un sacco di domande sull’orecchio assoluto. Grazie mille. Immaginavo che ci fosse anche un retro della medaglia. Anche quando senti un rumore, per esempio una vibrazione, un motore, una cinghia che fischia… “vedi” i nomi delle note?
Ciao, e grazie a te per il commento! Riguardo ai rumori, la cosa è molto variabile: se si tratta di "suoni" tendenzialmente sì (per esempio un bicchiere che tintinna o simili), mentre per le vibrazioni o per i rumori è molto più variabile. Fortunatamente in quei casi non è così "ossessivo", la codifica arriva quando vuole lei e la cosa è molto meno stressante. Per la musica, invece, non ci sono eccezioni 😩 Il cervello è sempre in "modalità riconoscimento"... A presto!
Grazie. E ben spiegato, i vantaggi e svantaggi! Mi chiedo da quando esiste il fatto di avere l'orecchio assoluto visto che suonare al diapason 440hz è recente... e il diapason non era fisso. Pronto ristabilimento!
Grazie a te per il commento! Domanda interessantissima, non ho proprio idea di come "funzionasse" prima del La a 440Hz, o se - per esempio - l'orecchio assoluto esista anche per chi non utilizza il sistema temperato 🤔 Immagino sia inalterata la capacità di riconoscere le frequenze e che la stessa si "adatti" al sistema utilizzato, ma è una mia ipotesi! Grazie per gli auguri 🙏
Ho ascoltato molto volentieri. Mio fratello ha un amico che suona con lui in orchestra e dice oltre a sentire in testa i nomi delle note, se uno strumento è leggermente scordato, lui lo percepisce. Non si gode la musica. Per me che suono ad orecchio , sarebbe fantastico ma purtroppo non ce l'ho...
Caro Luca, è esattamente così anche per me. Utile, ma la musica ha un livello di "godimento" molto basso, purtroppo...
Ciao Patrik secondo me quando il cantante ti dice di abbassare di due semitoni non devi impostare la funzione sul pianoforte ma suonare direttamente a mano gli accordi ricalcolati; per un musicista eccellente come te non credo sia così difficile fare la conversione al volo nella testa e suonare direttamente gli accordi ricalcolati
Ciao Stefano! Infatti, quando capita faccio così 😊 applicando il buon, vecchio "trasporto" che si studiava in conservatorio! Un caro saluto e grazie per il complimento 🙏
Ciao, io non ho mai studiato musica in vita mia, di conseguenza, se sento una nota non dico nella mia testa ad esempio "questo è un fa" o un "mi", semplicemente guardo il mio pianoforte che ho in casa, e dico "la nota è questa" e pigio il tasto giusto uguale alla nota che ho sentito, molto spesso infatti se sento una canzone o musica in TV come le pubblicità (soprattutto se è fatta col piano) mi viene istintivo andarle a suonare sul mio pianoforte e (credo) di farle correttamente, secondo voi questo è un tipo di orecchio assoluto? anche se non so effettivamente il nome della nota, però se ho un piano davanti so riconoscere quale tasto del piano è, e solo dopo (guardando dove si trova il DO) so ricavare anche il nome della nota
Ciao! Da quanto descrivi potrebbe effettivamente trattarsi di orecchio assoluto: esso, infatti, non è collegato alla capacità di suonare o all'aver compiuto studi musicali. Ovviamente bisogna che ci sia una connessione tra il suono che si ascolta e uno strumento musicale - per poterli confrontare - ma potrebbe darsi che tu ce l'abbia. Per scoprirlo senza dubbi puoi fare i vari test su perfectpitch.training/it/ usando la tastiera del sito anziché quella del tuo pianoforte, così hai un sistema per accertarti se le note sono giuste 😊 Un caro saluto!
Io ho un orecchio relativo... cioè riconosco una nota se ne ascolto un'altra già conosciuta. Ho aggirato un pò l'ostacolo cercando di memorizzare il suono del do e del la centrale e funzionicchia, quindi diventa un falso orecchio assoluto (ma non funziona con certezza).
Non è del tutto scolpita nella mia memoria neanche l'intonazione "la 440hz"... la mia concezione dell'intonazione è "relativa" alla scala di note ascoltate ultimamente. Quindi per me suonare su una tastiera "detunata" mi infastidisce per poco tempo, poi mi ci trovo anche a fare i fill... ma, anche, sono capace a riportare un giro di accordi conosciuti in tonalità "do" immediatamente su un'altra tonalità senza detunare la tastiera... però senza ragionare sui nomi delle note, se no si rallenta tantissimo il calcolo. Ed essendo tutto "relativo sulla memoria di suoni conosciuti", più esercito la memoria e più funziona, cioè, più ascolto strumenti e cantanti intonati al 440 hz.
Una volta ho cantato senza riferimenti una melodia tipo scala discendente e un direttore d'orchestra mi disse che ero "intonato come un bel violino", cioè, variavo un pò l'intonazione dei semitoni a seconda se la melodia sale, scende, è maggiore o minore. Mi stavo intonando relativamente alle note che io stesso ho cantato in precedenza, una fatica combattere contro la naturale tendenza a dimenticare le note del pianoforte!!... Ma una volta, addirittura, scambiai la tonalità di un pezzo, sbagliandola di una quarta giusta! Boh
Mio fratello, invece, ha l'orecchio assoluto. Senza conoscere quasi la musica, ascolta una reinterpretazione di un brano di 30 quarant'anni fa e capisce al volo se è la tonalità originale o no e riconosce di più di me una scala intonata che ne so a 432hz anche senza punti di riferimento.
Beh, direi che da quanto descrivi hai sviluppato un eccellente orecchio relativo, e - come dico nel video - anche quello è davvero utilissimo!! 👍
Come si può sviluppare l'orecchio assoluto?
Da quanto ne so non si può sviluppare perché è un'abilità innata, ma si può invece sviluppare un valido orecchio relativo: consiglio di fare esercizio sui tantissimi siti che consentono di allenarsi, basta cercare "ear training" su Google per accedere a miriadi di risorse! A presto!
Se non ho capito male, viene chiamata "orecchio assoluto" la capacità di riconoscere una qualsiasi frequenza in sé e per sé, ex abrupto, cioè senza averne preventivamente ascoltata un'altra la cui entità è nota e che dunque possa servire come riferimento. Sei in una stanza dove c'è un pianoforte, dalla tua posizione non puoi vederne la tastiera, e c'è un'altra persona che preme un tasto, uno solo, e tu sei in grado di dire con esattezza quale tasto è stato premuto.
Io non ho l'orecchio assoluto ma ho una discreta memoria uditiva: quando sono in procinto di ascoltare una composizione che conosco abbastanza bene, prima che il brano abbia inizio riesco a intonare esattamente con la voce i suoni iniziali. Mi è capitato moltissime volte, per esempio subito prima di un concerto sinfonico; con i pianoforti casalinghi non sempre succede, perché quelli molto vecchi vengono sovente accordati su una frequenza di riferimento un po' più bassa di quella standard. Comunque sia, nel mio caso si tratta evidentemente di memoria uditiva: funziona solo quando conservo nella mia mente il ricordo di un brano. Ma se mi chiedono di dire il nome di un suono senza prima avermene fatto ascoltare un altro come punto di riferimento, non lo so fare.
A che serve l'orecchio assoluto? Serve se sei un accordatore e devi accordare un pianoforte che si trova in un'antica magione di campagna dove non è ancora arrivata l'elettricità, non hai il telefonino, non puoi usare il tuner elettronico e non hai a portata di mano un oboista pronto a darti il la3. Altri usi pratici non ne conosco. Infinitamente più utile è avere un buon orecchio relativo, perché è l'orecchio relativo che ti permette, per esempio, di scrivere su carta pentagrammata un brano completo, la melodia e (se hai esperienza) l'armonia, senza l'ausilio di un qualsiasi strumento.
Un cordiale saluto :)
Esattamente, è la capacità di riconoscere i suoni senza avere riferimenti preventivi. Diciamo che ha "utilizzi" un po' più interessanti rispetto alla magione di campagna 😛
Come dico nel video, consente di trascrivere la musica pressoché "sotto dettatura", secondo un meccanismo paragonabile allo scrivere un testo in italiano ascoltando una persona che parla. Ricordo quando in conservatorio si faceva dettato melodico, con i compagni di corso che chiedevano di ripetere più volte ogni battuta mentre io che terminavo la scrittura completa dopo il primo ascolto 😉
Al tempo stesso - sempre come dico nel video - consente di improvvisare in tempo reale anche su brani mai sentiti e di non rischiare note errate nell'improvvisazione stessa. È vero che un buonissimo orecchio relativo consente di scrivere un brano senza l'ausilio di un qualsiasi strumento, ma si tratta di una cosa semplicissima da fare per chi l'orecchio, invece, ce l'ha assoluto. Un cordiale saluto a te!
@@patricktrentini Sì, ma sono cose che sa fare agevolmente chiunque abbia l'orecchio relativo, un istante dopo aver ottenuto una frequenza di riferimento. Lo zio di mia moglie, che non sapeva leggere la musica, componeva canzoni e poi veniva a chiedermi di scriverle: io gli chiedevo "in che tonalità la vuoi?", lui rispondeva sulla base delle proprie consuetudini di chitarrista dilettante, e il problema era immediatamente risolto.
Un altro caso in cui è essenziale che tu abbia l'orecchio assoluto è quando fai l'accompagnatore e il cantante attacca a solo in una tonalità diversa: in questo frangente, se te la cavi bene con le trasposizioni, risolvi il problema e nessuno se ne accorge.
Al contrario, il tuo orecchio assoluto può costituire un problema quando devi mettere le mani su un pianoforte accordato sulla base di un la diverso dallo standard. So che Arturo Benedetti Michelangeli poteva cadere in crisi profonda in una situazione del genere, tant'è vero che si portava sempre dietro il proprio accordatore di fiducia.
Ti faccio i complimenti per la chiarezza delle tue spiegazioni. Complimenti che, detto fra noi, non potrei fare a Christian Salerno.
Ciao!
Non ce L ho purtroppo
Ho quello relativo
Direi che quello relativo è comunque un'eccellente risorsa!! 👍
Se lo eserciti da piccolo lo avrai
Da adulto la vedo dura..
Mia opinione eh?
Assolutamente d'accordo. Va tenuto "allenato" ma partendo da un orecchio relativo, pur con tutto l'esercizio del mondo, non credo si possa arrivare a quello assoluto...