I fondamenti scientifici della psicanalisi | Franco Baldini

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  • Опубликовано: 11 янв 2025

Комментарии • 19

  • @massimilianodibacco7933
    @massimilianodibacco7933 7 месяцев назад

    Grazie per la conferenza. Una sistematizzazione preziosa e utilissima.

  • @MicheleRusso-v5t
    @MicheleRusso-v5t 5 месяцев назад

    Conferenza molto interessante, che mi porta tuttavia a riflettere sul contesto politico che sottende questo tipo di interventi. Qual è il vero interesse nel giustificare, per quanto in maniera metodologica e rigorosa, la scientificità della psicoanalisi? Non è forse più opportuno riflettere su ciò che obbliga gli psicoanalisti di oggi a dover giustificare la loro pratica servendosi di una procedura scientifica che, in ogni caso, non può rendere conto della complessità della loro disciplina e del loro oggetto di studio? Cosa si rischia nel far valere la legittimità della psicoanalisi attraverso il metodo scientifico? Ma soprattutto, quali sono le ragioni che hanno fatto sì che il contesto sociale e culturale pretenda questo tipo di giustificazione?
    Se spostiamo lo sguardo su quelli che sono i discorsi contemporanei dominanti, ci rendiamo conto del modo in cui è l'interesse politico a muovere questo tipo di ricerca, riducendo la vérità alla conoscenza scientifica dimenticando poi di interrogare il significato, i limiti e i valori della scienza, della vérità e dei diversi tipi di esperienza. Ma allora, a chi stiamo rispondendo attraverso queste ricerche che mirano a far valere la scientificità della psicoanalisi? Da dove provengono le parole che sottendono questi tentativi? Non è forse più opportuno riflettere sugli elementi che esigono queste parole ? È forse il momento di formulare delle riflessioni che non siano aderenti a chi ha preteso la loro realizzazione? Creare uno spazio dove il controsenso sussiste, dove l'equivoco ha luogo, significa preservare quella posizione psicoanalitica privilegiata che permette l'incontro tra due soggetti. Ma pretendere dalla psicoanalisi di aderire al metodo scientifico significa ridurla al silenzio, facendola "parlare" da un luogo che non è l'incontro dei soggetti ma una forma di adeguazione che crea un dire all'interno del discorso dominante.
    L'interesse del discorso psicoanalitico risiede allora proprio nella sua marginalità, nella sua possibilità di decostruire il discorso dominante. Ma se gli psicoanalisti stessi cercano di ricondurlo a una forma di adeguazione, cosa resta del discorso psicoanalitico e della sua posizione particolare? Il rifiuto da parte della società non è forse un privilegio per la psicoanalisi, permettendole di agire e di parlare da una posizione che non può che essere in contraddizione con il discorso dominante per poi introdurre qualche cosa di inaspettato e imprevisibile? Come può intervenire la psicoanalisi all'interno della società in maniera trasversale senza piegarsi al linguaggio dominante che la ridurrebbe a una mera disciplina le cui conoscenze non sono più che oggetti di applicazione all'interno di un dispositivo protocollare?

    • @scuoladipsicanalisifreudiana
      @scuoladipsicanalisifreudiana  5 месяцев назад

      @@MicheleRusso-v5t (Risponde Franco Baldini) Senta, Freud - per sua esplicita e reiterata dichiarazione - ha voluto costruire la psicanalisi come una scienza naturale. Ciò è stato contestato. Noi ci limitiamo ad evidenziare e dimostrare la validità di questa pretesa. Per noi la psicanalisi è una scienza e non un’ideologia politica.

    • @MicheleRusso-v5t
      @MicheleRusso-v5t 5 месяцев назад

      @@scuoladipsicanalisifreudiana
      Siamo d'accordo sul fatto che la psicoanalisi non si riduca a un'ideologia politica e tantomeno debba essere mossa da ideologie politiche. Tuttavia, affermare che la psicoanalisi, così come qualsiasi altra disciplina, non rappresenti un impegno politico è una distrazione rispetto alle relazioni implicite tra qualsiasi teoria o disciplina e il contesto sociale e culturale che le ospita, nel quale il loro sapere agisce. Rifiutare tale impatto politico significa chiudere gli occhi di fronte alle relazioni mutuali tra la disciplina e il contesto sociale.
      Le ricordo che gli studi antropologici del XIX secolo seguirono protocolli rigorosamente scientifici nel distinguere e categorizzare l'essere umano nelle differenti razze. Tali studi erano considerati un fatto oggettivo, si trattava di una conoscenza scientifica. Tali studi non supportavano forse le pratiche colonialiste? Non si trattava forse di giustificare una forma di potere nel nome della scienza? Allora oggi mi pare opportuno riflettere sulle relazioni tra conoscenza e potere, scienza e politica. Nella pretesa, per quanto giustificata sia, di fare della psicoanalisi una "scienza naturale" nel nome del "padre della psicoanalisi" emerge qui un interesse che è di natura politica. Questo interesse risiede proprio nel tentativo di esprimere l'autenticità del pensiero freudiano senza prendere in conto che qualsiasi rilettura implica una forma di autenticità altra rispetto alla fonte primaria. In questo caso, le pretese di Freud non possono che essere lette in virtù delle pretese attuali che sono poi giustificate attraverso il nome di Freud.
      In questo stesso contesto dimentichiamo poi di interrogare il valore che la scienza e la natura acquisiscono nella loro relazione al sapere. È un errore pensare che elevando la psicoanalisi a scienza naturale questa possa sottrarsi, se non addirittura astenersi, da qualsiasi impegno politico poiché il fatto stessodi fare della psicoanalisi una scienza è un atto politico e, eventualmente, una volta acquisito lo statuto di disciplina scientifica, quest'ultimo non priverebbe la psicoanalisi del suo impegno politico. A conferma di questa mia affermazione ho presentato l'esempio dell'antropologia, ma si possono presentare innumerevoli casi in cui il metodo scientifico è oggi effettivamente applicato nella sua ridefinizione attuale e le conoscenze prodotte sono effettivamente quelle che si produrrebbero su un oggetto naturale. Eppure si può constatare che l'orientamento della ricerca è sempre guidato da interessi che fondano le loro radici nel contesto nel quale la conoscenza stessa è situata.
      Sottolineo qui che ogni volta che si afferma "Freud ha preteso che", "Freud ha inteso che", si fanno parlare proprio le finalità attuali attraverso il nome di Freud. È quindi interessante soffermarsi su ciò che si intende oggi per scienza naturale, eventualmente, se si è anche un po' più curiosi, si potrebbe anche parlare delle diverse temporalità che vengono a dispiegarsi ogni volta che una riflessione epistemologica viene formulata. Rimanendo sul primo punto, il termine "naturale" nasconde molti più significati culturali di quanto si è abituati a pensare, e quando un soggetto evoca tale termine si affida a delle rappresentazioni che sono esse stesse frutto della trasmissione culturale.
      Per concludere questa mia riflessione, vorrei evidenziare che lei risponde sottolineando il suo nome, ma il suo messaggio è scritto a nome della società psicoanalitica freudiana ("noi ci limitiamo a", "per noi la psicoanalisi è"). Non vede qui un impegno politico nel modo in cui agisce all'interno della stessa società psicoanalitica? La mia riflessione mirava proprio a far notare come l'interesse politico, il quale non si riduce all'appartenenza a un certo partito politico ma si esprime attraverso un "essere-nel-mondo", sia inevitabile in ogni produzione di sapere, sia esso letterario, scientifico, artistico o filosofico. Mi sembra evidente doversi rassegnare al fatto che qualsiasi lettura di un testo implichi una forma di traduzione, termine tra l'altro molto caro alla psicoanalisi, una traduzione che implica a sua volta l'aggiunta e la perdita, che è poi un atto di creazione, riflessione e, infine, conoscenza. Non parliamo forse di conoscenza clinica ?

    • @scuoladipsicanalisifreudiana
      @scuoladipsicanalisifreudiana  5 месяцев назад

      Lei confonde i piani. Un conto è la disciplina che cresce seguendo dei criteri di oggettività, un conto le varie posizioni politiche degli psicanalisti. E in ogni caso, se va a vedere il sito della SPF, si renderà presto conto che, mantenendosi fedele al proposito freudiano, si è schierata decisamente contro l’establishment.

  • @paulfelixread
    @paulfelixread 9 месяцев назад

    Ma perché questa tortura fonetica! Chi si occupa del suono nel montaggio del video? È quasi inascoltabile! È un vero peccato!

  • @danilo.magister
    @danilo.magister 4 года назад +2

    Mi sembra proprio il contrario: la scienza non ha profeti. Se le teorie funzionano nello spiegare la realtà si mantengono, se no si cambiano. A nessuno importa essere fedele a Newton, ma solo sapere se le sue teorie descrivono bene il mondo.

    • @robertoantoniello3268
      @robertoantoniello3268 4 года назад +3

      Esattamente ma il problema è appunto scoprire se un metodo per falsificare le ipotesi teoriche esista anche in psicanalisi, cosa che Fontana mi pare dimostri in maniera abbastanza esaustiva. Se una scienza, o sedicente tale, pretende di avanzare una gnoseologia del mondo senza che possa esserne verificata la sua fondatezza allora non sarà possibile né confermarla ma né tantomeno sconfessarla. La psicanalisi può essere passibile di confutazione a condizione che venga applicato, in questo conforme al pensiero di Popper, il criterio della falsificazione tra ipotesi teoriche rivali (ma anche qui, se Popper abbia ragione è tutt'ora dibattuto). Inoltre ogni scienza deve possedere, per quanto i suoi asserti possano essere smentiti dall'esperienza, un nucleo duro tale per cui gli assiomi sottesi a un campo del sapere lo determinano in quanto tale. Coloro che ricusano il pensiero di Freud lo fanno modificando arbitrariamente i suoi concetti base - contravvenendo al principio della coerenza interna di una scienza - i quali, tuttavia, risultano essere più esplicativi rispetto a quelli introdotti, vale a dire che rendono conto di una porzione meno rilevante di fenomeni. Mi pare che il modello epistemico standard possa esere implementato in un'ipotesi teorica (nella fattispecie l'eziogenesi peculiare di una nevrosi) al fine di saggiarne la sua fondatezza empirica, ossia la guarigione o meno del paziente. È importante legare la psicanalisi alla suo impiego concreto, e quindi verificare la sua attendibilità nell'atto della pratica terapeutica, poiché in origine ricerca e clinica, teoria e praxis, sono inscindibili. Questo mi pare che sia un buon punto di partenza, o meglio di ripartenza, per vedere gli sforzi condotti da Freud sotto un'ottica differente.
      Comunque mi trovo d'accordo con te. Una scienza non può avere Profeti.

    • @johntitor1993
      @johntitor1993 3 года назад +4

      @@robertoantoniello3268 potremmo estendere il discorso, dicendo che di base è l'apparato del pensiero di tutti coloro che fanno parte della disciplina psicoanalitica che dovrebbe essere indirizzato verso un atteggiamento scientifico, che guidi i soggetti nel cogliere le linee di pensiero che si sviluppano parallelamente in contesti diversi ed in tempi diversi.
      Ciò per evitare il dogmatismo e le acerrime rivalità fra le posizioni teoriche degli approcci all'interno dello stesso mondo psicodinamico.
      Riflettendo l'importanza dell'utilità di una disciplina e non la pretesa di porsi come teoria del tutto.
      Rispetto alla coerenza interna della scienza psicoanalitica, che si parli di interpretazione sistematica del transfert o del numero di sedute e quindi dell'approccio metodologicamente più o meno ortodosso, di fondo l'impalcatura è la teoria dell'inconscio ed il movimento trasformativo dell'interpretazione.
      In merito al falsificazionismo Popperiano, credo sia stata superata la critica che viene spesso mossa dai mass media, I quali utilizzano la critica dell'epistemologo, la quale assolutamente contestualizzabile nello scambio con Alfred Adler.
      Più di spicco secondo me quella rivolta da Alfred Grünbaum sull'impossibilità di fatto, di avere un esperimento a doppio cieco, quindi una visione oggettiva da parte dell'analista dello stesso processo terapeutico.
      In merito a quest'ultimo punto, esistono le supervisioni, che sono e devono essere l'essenza della trasmissibilità del sapere nel nostro campo.

    • @agostinomarzoli4705
      @agostinomarzoli4705 2 года назад

      Esattamente, mi pare di sentire il discorso di un avvocato più che di uno scienziato. Questo discorso mi pare proprio la rappresentazione perfetta del perché sempre meno psicologi abbraccino la psicoanalisi freudiana e sempre meno pazienti chiedano aiuto a costoro. Si ha più a cuore il voler difendere a tutti i costi un paradigma teorico piuttosto che il benessere del paziente e il mettere in discussione l'apparato teorico: l'importante è rimanere fedeli alla linea... Assurdo!
      La psicoanalisi freudiana è stato un capitolo bellissimo ed entusiasmante, ma fortunatamente si trova nell'ultimo suo capito nell'ambito delle applicazioni terapeutiche, fatte di continua ricerca, confronto, evoluzione, raccolta di dati.
      Tutto il discorso fatto nella prima mezz'ora dal prof. è esattamente l'opposto di ciò che si intende per scienza.

    • @Enigma.della.Sfinge
      @Enigma.della.Sfinge 2 года назад +1

      @@agostinomarzoli4705 Non vedo cosa rappresenti il discorso di baldini visto che praticamente non lo fa nessun'altro. Direi che la tua è una uscita più ideologica che altro, scienza è proprio contollabilità sperimentale delle ipotesi teoriche ed è quello che ha detto baldini, il problema semmai sta nel fatto che il suo discorso non è abbracciato dalla comunità psicodinamica ma ognuno ha fatto il cazzo che voleva tra psicologi del Sé, relazioni oggettuali e gli altri.
      In secundis, la psicoanalisi è in primis un metodo d'indagine non una tecnica di cura, quella è secondaria e lo diceva lo stesso freud.

    • @lorenzo_bo
      @lorenzo_bo Год назад +1

      @@agostinomarzoli4705 non so se sei del campo, ma non ti sei reso conto del disturbo del pensiero? del procedere in modo cronicamente tangenziale delle sue argomentazioni? del girare sempre in tondo e non dimostrare mai nulla? fa un accenno a forze "fisiche" che operano nella genesi del sintomo senza specificare cosa siano queste forze. Se è prettamente fisica non si capisce come un trattamento semantico possa influire tale forza fisica etc...