Bellissima lezione, però vorrei avanzare un dubbio: non si può dire che il dualismo tra anima e corpo rimanga anche, seppur attenuato, nel De anima, come dualismo tra forma e materia? Sarà anche vero che, per Aristotele, l'anima non è un'entità indipendente dal corpo e tanto meno contrapposta ad esso; ma nel momento in cui si distingue tra corpi morti e vivi, e di afferma che i corpi viventi sono vivi grazie all'anima, che non coincide con il corpo e non è qualcosa di materiale, ma è la forma del corpo, l'atto primo di un corpo che ha la vita in potenza, non si sta affermando che l'anima è qualcosa di immateriale e di incorporeo? E come si spiega l'esistenza di questa forma? Perché in certi corpi è presente e in altri no? E perché questa forma, prima o poi, lascia i corpi viventi? Insomma: mi sembra che il problema non sia risolto, ma solo spostato.
Berti vuole mettere in luce la coessenzialità, in Aristotele, dell’anima al corpo vivente, e, inoltre, il fatto che in Aristotele il corpo solo è sostanza. Descartes concepisce la res cogitans e la res extensa come entrambe sostanze (e questo è il «dualismo» filosofico nel senso rigoroso del concetto). Ed è questa la grande originalità di Ari rispetto ai suoi precedessori e poi alla modernità.
Ma per Aristotele esistono le forme separate? Sappiamo cos'è la vita, e anche la circolarità: possiamo dire che la circolarità è la forma di un... oggetto, ente, corpo inanimato che ha la circolarità in potenza?
Molto interessante. Un appunto: nella sua disamina delle posizioni sul tema del dualismo/corpo precedenti ad Aristotele, Berti tralascia totalmente il contributo di Democrito, che mi sembra il più avanzato per l'epoca. Non è certo l'unico, ma mi sembra comunque una carenza grave.
Il professor Berti in realtà ha risposto, indirettamente, riferendosi all'atomismo nella filosofia razionalistica di età moderno-cartesiana (che riprende l'antico atomismo democriteo), e chiarendo che se nella concezione moderna e scientifica il "corpo" è astrattamente e sostanzialisticamente inteso come entità separata dalla mente (e per questo il corpo viene ridotto a materia), al contrario nella fisica/metafisica di Aristotele - e in gran parte già in Platone - corpo e mente sono un'unica sostanza, l' "individuo" propriamente detto (hypokeimenon), ciò che soggiace ed è fondamento essenziale (forma) di ogni altro ente. Concezione che del resto ritornerà anche nella corrente moderna alternativa al cartesianesimo, ossia in Spinoza e in Leibniz, e che poi - attraverso l'idealismo - giunge fino all'età contemporanea.
Il Professor Berti,negli ultimi mesi di vita,e' riuscito a lasciarci delle preziose gemme del suo sapere,fino all'ultimo si e' dedicato a chiarirci il pensiero di Aristotele.Pero' non sono d'accordo sulla sua interpretazione dei versi di Dante,perche' il Professore,cercando di dimostrare che la vera entita' e' il corpo, si contraddice. A chi venne tolta la bella persona,cioe' il corpo? All'anima di Francesca,cioe' all' entita' senza la quale il corpo diventa un oggetto insenziente ! In realta' in questi versi "persona" e' un modo poetico di dire corpo,tutto qui.
Questo fu una grandisimo studioso a livello mondiale. Molto troppo umile. Un grande Signore!
Grazie professore. Riposa in pace.
Non solo chiarezza, ma anche affondo sulla modernità di Aristotele. Grazie.
Meraviglioso. Addio professore, grazie!
Chiarezza didattica e profondità della conoscenza assieme, finalmente!
Riposa in pace...caro Professore
Grazie Maestro! Riposa in pace
E un altro gigante se ne è andato.
Sempre un piacere ascoltare il maestro Enrico Berti. Grazie.
Professore, grazie.
Grazie professore, un omaggio, un abbraccio in ricordo
Magistrale lezione; grazie !!!
Grazie, un vero piacere
Complimenti per la qualità del video. Molto interessante
Grandiosa lezione
Grazie. C'era la necessità di una riflessione.
lezione strepitosa, complimenti.
31:50 l’anima è la forma
MAESTRO
Bellissima lezione, però vorrei avanzare un dubbio: non si può dire che il dualismo tra anima e corpo rimanga anche, seppur attenuato, nel De anima, come dualismo tra forma e materia? Sarà anche vero che, per Aristotele, l'anima non è un'entità indipendente dal corpo e tanto meno contrapposta ad esso; ma nel momento in cui si distingue tra corpi morti e vivi, e di afferma che i corpi viventi sono vivi grazie all'anima, che non coincide con il corpo e non è qualcosa di materiale, ma è la forma del corpo, l'atto primo di un corpo che ha la vita in potenza, non si sta affermando che l'anima è qualcosa di immateriale e di incorporeo? E come si spiega l'esistenza di questa forma? Perché in certi corpi è presente e in altri no? E perché questa forma, prima o poi, lascia i corpi viventi? Insomma: mi sembra che il problema non sia risolto, ma solo spostato.
Berti vuole mettere in luce la coessenzialità, in Aristotele, dell’anima al corpo vivente, e, inoltre, il fatto che in Aristotele il corpo solo è sostanza. Descartes concepisce la res cogitans e la res extensa come entrambe sostanze (e questo è il «dualismo» filosofico nel senso rigoroso del concetto). Ed è questa la grande originalità di Ari rispetto ai suoi precedessori e poi alla modernità.
Ma per Aristotele esistono le forme separate? Sappiamo cos'è la vita, e anche la circolarità: possiamo dire che la circolarità è la forma di un... oggetto, ente, corpo inanimato che ha la circolarità in potenza?
R.I.P.
❤
Molto interessante.
Un appunto: nella sua disamina delle posizioni sul tema del dualismo/corpo precedenti ad Aristotele, Berti tralascia totalmente il contributo di Democrito, che mi sembra il più avanzato per l'epoca. Non è certo l'unico, ma mi sembra comunque una carenza grave.
Il professor Berti in realtà ha risposto, indirettamente, riferendosi all'atomismo nella filosofia razionalistica di età moderno-cartesiana (che riprende l'antico atomismo democriteo), e chiarendo che se nella concezione moderna e scientifica il "corpo" è astrattamente e sostanzialisticamente inteso come entità separata dalla mente (e per questo il corpo viene ridotto a materia), al contrario nella fisica/metafisica di Aristotele - e in gran parte già in Platone - corpo e mente sono un'unica sostanza, l' "individuo" propriamente detto (hypokeimenon), ciò che soggiace ed è fondamento essenziale (forma) di ogni altro ente.
Concezione che del resto ritornerà anche nella corrente moderna alternativa al cartesianesimo, ossia in Spinoza e in Leibniz, e che poi - attraverso l'idealismo - giunge fino all'età contemporanea.
UN MAESTRO DI CHIAREZZA
R. I. P.
LJC
Cultura dualistica 1:17
Il Professor Berti,negli ultimi mesi di vita,e' riuscito a lasciarci delle preziose gemme del suo sapere,fino all'ultimo si e' dedicato a chiarirci il pensiero di Aristotele.Pero' non sono d'accordo sulla sua interpretazione dei versi di Dante,perche' il Professore,cercando di dimostrare che la vera entita' e' il corpo, si contraddice. A chi venne tolta la bella persona,cioe' il corpo? All'anima di Francesca,cioe' all' entita' senza la quale il corpo diventa un oggetto insenziente ! In realta' in questi versi "persona" e' un modo poetico di dire corpo,tutto qui.