Honda Transalp 600: Kazakistan e Kyrgyzstan

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  • Опубликовано: 6 окт 2024
  • 2016: Tour delle Vie delle Seta - SETTIMANA 5 e 6 (Kazakistan e Kyrgyzstan)
    12.000 km attraverso ‪#kazakistan‬ e #Kyrgyzstan.
    "Cadere a 80 km/h a causa di una disattenzione fa abbastanza male;
    per fortuna la moto si ripara e io non mi sono fatto quasi niente.
    Ma scoprire che il Turkmenistan potrebbe negarmi il visto di transito obbligandomi a tornare a casa, fa ancora più male. L'importante è crederci e preparare un piano B, un piano C, D E, F, G, H...."
    Lascio Almaty in cerca di curve e temperature più consone, ma prima dell'ultimo saluto il Kazakistan decide di farsi perdonare i 43°C con una sorpresa: il bellissimo canyon di Charyn. Appena ritornato sulla strada principale la strada cambia radicalmente, la temperatura scende, le salite aumentano, le prime curve appaiono, le prime gocce di pioggia scendono e attorno il rosso arido del deserto diventa un verde rigoglioso. Arrivo alla dogana ansioso di entrare in Kyrgyzstan, ma scopro di essere arrivato 10 minuti in ritardo e nessuno vuole farmi passare. Ho con me solo una busta di zuppa liofilizzata e mezza bottiglia d'acqua, siamo a 2.000 metri di altitudine e la notte si fa interessante. Riesco a comprare del pane fatto in casa e del formaggio di capra prodotto dalla famiglia che vive a 50 metri dalla dogana e vado a letto pronto per salutare il Kazakistan la mattina successiva.
    Al mio risveglio sono il primo in fila e mi addentro sui primi km kirghisi accolto dal sole e dalle bellissime praterie di questa zona. Non ho ancora cambiato i tenggit in soms, ma a 50 km dalla frontiera mi accorgo che le stazioni di servizio sono molto moderne e accettano pagamenti con carte. Pochi km dopo prelevo le mie prime banconote in valuta locale.
    Prevedo di arrivare a Bishkek e concedermi una buona dose di scartoffie logistiche. Devo ottenere il visto del Tajikistan, il permesso per il Pamir, il visto per l'Uzbekistan e capire se mi serve o meno il visto di transito per il Turkmenistan o, come mi è stato suggerito da chi ci è stato anno fa, posso farlo alla frontiera, mostrando gli altri visti.
    Lo sterrato e le buche sono finiti e la strada che costeggia il lago è a tratti asfaltata e a tratti in lavorazione. Aumento il passo facendo i primi sorpassi quando, proprio mentre sono sovrappensiero, avverto uno strano oscillazione della moto. Nel primo istante mi convinco che sia il manto sterrato ad essere friabile e sabbioso e così mantengo la velocità e la moto dritta, poi la ruota anteriore produce un rumore di strusciamento piuttosto forte e quando mi rendo conto che ho forato decido maldestramente di non frenare e di provare a controllare la moto.
    Questa decisione e il ritardo con cui mi sono reso conto delle circostanze provocano lo stallonamento del copertone dal cerchio e a 80 km/h perdo completamente il controllo della moto e mi schianto a terra violentemente, rotolando qualche metro sulla banchina. I primi a soccorrermi sono sbalorditi, ma in silenzio ritorno alla moto e la guardo perplesso, concio di aver avuto questo imprevisto in un momento in cui non ero concentrato sulla strada. Le repentine e pessime decisioni che ho preso negli istanti fondamentali della foratura hanno causato questa caduta: la moto ha le leve destre piegate, sia pedalina che freno, paramani rotto, telaio borsa laterale spezzato e una delle borse d'alluminio palesemente smussate dalla caduta.
    La mia pelle non ne ha risentito, gli stivali e la giacca hanno riportato delle abrasioni leggere e l'unica conseguenza è una piccola sbucciatura sull'avambraccio.
    Per rimettere il copertone al suo posto devo inventarmi una soluzione. Provo con le fascette, poi con un tirante e quando mi rendo conto che il piccolo compressore non ha le atmosfere sufficienti per farcela, fermo un camionista che mi presta gentilmente il suo compressore. Riparo la foratura, gonfio la ruota e percorro gli ultimi 100 km con i nervi a fior di pelle. Poteva andarmi molto peggio.
    [...]
    Trovo un ostello con campeggio, wifi e colazione inclusa e dal tavolino della verante vi mando questo video aggiornamento delle ultime due settimane.
    Se lo gradite, apprezzate e vi entusiasmate, condividete come non ci fosse un domani.
    Grazie"
    LA MIA STORIA:
    L’8 maggio 2005 partivo con 2.200 euro in tasca e una moto sovra equipaggiata, senza patente internazionale, senza visti, senza assicurazione medica né vaccini, e senza nemmeno ricambi per la moto. Avevo solo il passaporto, una chitarra, una bottiglia d’olio d’oliva legata alla forcella anteriore, il manuale d’officina e tanta voglia di mettermi in gioco.
    L'8 maggio 2013 tornato in Italia con 270.000 km percorsi, 50 paesi visitati, 5 continenti toccati, 6 esperienze lavorative nel mondo per autofinanziarmi e un libro edito in proprio intitolato il Manuale del Motoviaggiatore.
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