Ciao caro professore, Molto interessanti i suoi pensieri sulla somiglianza con il presente.Non c'è dubbio che la storia sia una parte fondamentale dell'educazione di una persona. Ci vediamo nella prossima lezione. Grazie!
Grazie, caro amico, lei è sempre così gentile e benevolo con me! Allora arrivederci alla lezione n. 15, che forse è una di quelle che mi è riuscita meglio, per via le considerazioni fatte nella parte finale. Mi farebbe piacere sapere da che paese mi scrive, se può dirmelo. Intanto le faccio tantissimi Auguri di Buon Natale e di un Felice Anno Nuovo!
@@CarloRolle Li scrivo da Barcellona, anche se vivo cui da 16 anni. Sono nato in Argentina con antenati italiani. Ho scoperto, anche con il suo canale, che l'Italia ha un amore superiore che il mondo ispanico per la cultura classica. Una perla come il tuo canale è difficile da trovare in qualsiasi lingua.
@@CarloRolle Buona sera, a casa avevamo un atlante di mio nonno: un atlante dell'epoca che poi è andato perduto ma ricordo che c'era la Germania unita con Danzica, l'Italia con l'Istria, il Carso e le isole greche italiane , le Corea prima della divisione così come lo Yemen etc. Il mondo come si presentava prima della seconda guerra mondiale. Wow
Grazie! Ho già pubblicato anche il seguente, ma sto sincronizzando meglio i sottotitoli. Sarà completamente a posto stasera (16 ottobre) verso le 11. Ogni video è un lavoraccio, ma l'apprezzamento di persone intelligenti e cortesi come lei è un una grande spinta per me.
lorenzo fedrizzi La conoscenza arriva con il tempo e la lettura. Non è un problema. Inoltre, vedrà che col tempo ci sarà più gente che metterà materiale di qualità su RUclips. Nel mondo di oggi, poter dire qualcosa in piena libertà, e usando tutto il tempo che ci vuole, è una grande fortuna, un grande privilegio.
Carlo Rolle per l'appunto non voglio essere un disfattista ma a dirlo chiaramente solo per trovare un canale (italiano) come il suo su RUclips ho impiegato molto tempo escludendo altri canali più imprecisi o a caccia di facili visualizzazioni con fatti storici più noti tipo La battaglia delle Termopili ecc.
lorenzo fedrizzi E' vero. RUclips è tutto pieno di produzioni commerciali, tipo History Channel, che posta anche documentari di sconcertante rozzezza e superficialità. Essi contengono alcune frasi strappate a persone competenti, intervistate per l'occasione, ma questi frammenti sono poi assemblati senza un filo logico da gente che ignora completamente il contesto storico, e intervallate da immagini epidermiche di barbari a cavallo, et similia.
Buonasera Carlo.. Guardando questo video mi ha incuriosito molto l'esposizione della teoria secondo la quale la prima guerra civile del Califfato arabo avrebbe salvato l'impero bizantino dalla fine, non tanto dal punto di vista della guerra navale, quanto da quello delle fortificazioni di Costantinopoli, che risulteranno decisive anche in epoche ben più complicate per l'impero (ad esempio l'assedio turco del 1423, tralasciando il caso a parte della 4°crociata). In ogni caso, alla luce del trattato di pace firmato con gli arabi, mi viene da pensare a come i bizantini siano stati storicamente incapaci di approfittare dei momenti di crisi dei loro nemici per passare al contrattacco ( oltre che in questa occasione, ad esempio durante il regno di Manuele Comneno nel XII secolo, o nel XV dopo la disfatta ottomana contro Tamerlano) non so se sia giusto parlare di incapacità politica e strategica, oppure di semplice casualità circostanziale, spero mi illuminerai! Mi auguro di risentirci presto con i prossimi video, dato che ti stai addentrando proprio ora in uno dei periodi più affascinanti e complicati della tarda antichità..A presto, e buon anno!
Caro Simone, che piacere risentirti! Anche a te tantissimi auguri di Buon Anno! Dunque è molto complicato fare la storia con i "se", e quindi la mia affermazione che la prima fitna potrebbe aver impedito il crollo di Costantinopoli è ovviamente solo un'ipotesi. Essa si basa sul duro colpo alla supremazia bizantina inferto da Mu'awiya con la grande battaglia navale del 655, e sul fatto che le successive offensive navali arabe siano state sventate dall'invenzione del fuoco greco, di cui invano gli Arabi cercarono con ogni mezzo di carpire il segreto. Le mura di Costantinopoli, come giustamente osservi, restarono un baluardo formidabile, che soltanto i mostruosi cannoni fatti costruire e trasportare in loco da Maometto II quasi 800 anni dopo riuscirono a minacciare. Inoltre Maometto II riuscì nel suo assedio, che comportò imprese logistiche sbalorditive, solo perché nessuno in Europa si mosse, tranne un eroico comandante genovese, ingiustamente dimenticato. Quanto alle occasioni mancate dai Bizantini, mi è difficile per dare un giudizio complessivo. Il giovane Costante II ripristinò il dominio bizantino nei Balcani durante la prima fitna, cosa non da poco. Difficilmente i Bizantini avrebbero potuto immaginare la gravità del conflitto fratricida che avvenne nel Califfato, e che fu comunque piuttosto breve, visto che la pace tornò con la morte di 'Ali e che in pratica si smise di combattere molto prima. Sui casi successivi dovrò anch'io rinfrescarmi la memoria con Michele Psello e Niceta Coniata. Non ci arriverò molto presto però. Concordo che si tratta di epoche molto interessanti e poco conosciute, con figure storiche sorprendenti. Appena finirò di recuperare con le lezioni in inglese che avevo lasciato indietro (tra una settimana sarò in pari), tornerò sul conflitto tra Arabi e Bizantini, compresa la guerra navale. Poi vorrei fare un viaggetto in Spagna e, dopo ancora, un paio di lezioni sui regni franchi, anche con uno sguardo a ritroso sul bizzarro mondo di Gregorio di Tours. Questa della tarda antichità è un'epoca che fa riflettere, perché tanti paesi si disgregarono, proprio come accade oggi (Libia, Iraq, Siria,... e non sembra essere finita).
Piacere mio Carlo, ricambio gli auguri :) grazie per i chiarimenti, immaginavo infatti fosse una teoria avanzata da qualche autore del periodo, di cui non ero a conoscenza.. Concordo ovviamente sul fatto che il fuoco greco fu un mezzo formidabile per arrestare l'avanzata araba, con la distruzione della loro flotta nel 717.. anche se , per ciò che la storia ci ha insegnato in seguito, ritengo difficile una capitolazione finale di Costantinopoli nel VII secolo ed una fine così prematura dell'Impero ( mi viene più facile immaginare una conquista araba di alcune città portuali dei Balcani o dell'Anatolia, fatto che però avrebbe comportato una prosecuzione degli assedi, ed un periodo per Bisanzio ben più difficile di quanto non fu quello dell'VIII -X secolo, in cui si giunse invece all'apogeo con i Macedoni), ma come giustamente osservi, la storia non si fa con i se e con i ma! Sapevo dell'aiuto genovese ai bizantini nel 1453, dopo la guerra con i veneziani responsabili della 4° crociata, mi sfugge invece il nome del capitano genovese in questione.. ma in ogni caso penso che la situazione di Bisanzio all'epoca fosse già compromessa da almeno un secolo, dopo la perdita di Adrianopoli, anche in caso di aiuti Europei (come l'esito delle crociate di Varna e Nicopoli avevano già dimostrato) ; anche se sono portato a ritenere che furono gli occidentali (Normanni e Veneziani) i primi responsabili della fine dell'impero, paradossalmente più dei Turchi, che invece garantirono una certa continuità anche dopo la presa di Costantinopoli..Mi farebbe piacere conoscere le tue considerazioni a riguardo! Aspetto con pazienza e interesse le prossime lezioni, con curiosità ancora maggiore quelle su Gregorio di Tours e la Spagna ( ti riferisci alla conquista araba o te ne occuperai prima?) Ti ringrazio in ogni caso per la disponibilità e i tuoi dibattiti sempre precisi e competenti.Ti saluto, a presto!
Grazie dei tuoi sempre stimolanti e interessanti commenti, Simone. L'ammiraglio genovese che forzò il blocco turco a Costantinopoli con i suoi tre galeoni (scortando un altro galeone), e portò provviste e soldati e poi difese eroicamente la città, si chiamava Maurizio Cattaneo, ed era anche il podestà di Chio, da dove erano partite le navi. L'episodio, raccontato (tra i contemporanei) p.es. da Leonardo di Chio, compare anche nell'avvincente sintesi della presa di Costantinopoli (che però non mi pare nomini l'ammiraglio) fatta da Stefan Zweig nel suo "Sternstunden der Menschheit". Per favore non perderti quel bellissimo libro, pubblicato in Italia da Adelphi con il titolo "Momenti fatali": www.adelphi.it/libro/9788845919985
Ti ringrazio del suggerimento Carlo, non mi perderò questa lettura.. in realtà ero a conoscenza solo della strategia genovese circa la catena enorme posta a chiusura del corno d'oro, e poco altro, oltre al fatto che anche loro difesero la città fino alla morte come i bizantini. Vedró di approfondire!
Caro Simone, quando abbiamo avuto quello scambio di osservazioni sull'assedio di Costantinopoli del 1453 era passato molto tempo da quando avevo fatto le mie letture su quell'episodio e non ricordavo il nome del grande eroe italiano di quell'assedio. Era il genovese Giovanni Giustiniani Longo. it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Giustiniani_Longo E' un peccato che questo uomo generoso e coraggioso sia stato dimenticato! I principi dell'Europa rinascimentale, in cui ciascuno seguiva "il suo particulare", come ci ha spiegato Francesco Guicciardini, fecero orecchie da mercante alle invocazioni d'aiuto della città che si preparava all'assedio. Come non fossero a stati i cittadini di Costantinopoli a salvare l'Europa resistendo agli assedi del 670-78 e del 717-18! Giovanni Giustiniani e i suoi 700 uomini, invece, scelsero di provare a ripagare quel debito con tutto ciò che avevano. Show less
La rapidissima espansione islamica resta una delle vicende storiche di incremento più stupefacenti; forse fu superata solo dalla espansione mongola di Gengis Khan; ma i Mongoli avevano risorse politiche e culturali molto più limitate; invece gli Arabi combinarono una straordinaria capacità spirituale, politica e militare e misero tutto questo al servizio della determinazione, si direbbe si direbbe della "fame" tipica di popoli in vissuti territori marginali e poveri; ricorderei anche il cavallo arabo, molto adatto alla guerra, che pare fosse un'arma tattica molto efficace di cui gli avversari non potevano disporre.
Sì, è uno straordinario esempio della forza che può sprigionare un popolo in determinate circostanze, se ispirato e intelligentemente guidato nell'interesse collettivo. A volte questo impeto non ha assunto la forme della conquista militare, ma quelli della fioritura culturale, dell'espansione commerciale, della crescita economica, della capacità innovativa. In ognuno di questi casi, una collettività umana ha preso coscienza di quello che avrebbe potuto fare e poi innumerevoli singoli si sono impegnati per farlo, nella fiducia che il loro sforzo sarebbe stato apprezzato e supportato dalle istituzioni dello stato. In un certo senso, tutto questo resta a portata di mano per ogni collettività del pianeta: sarebbe bene averne coscienza. Poiché ognuno di noi è un'entità singola, resta da definire, dal punto di vista delle nostre scelte individuali, quale debba essere il rapporto tra il singolo e la collettività in cui è inserito. Resta da decidere cioè se questo rapporto debba essere predatorio e parassitario da parte del singolo, oppure fecondo e mutualmente benefico. Il problema è complesso, ma mi sentirei di dire che è un errore quello di molti stati contemporanei di non prendere alcuna posizione su questo tema. Tutto quello che non è illegale viene oggi trattato allo stesso modo: con indifferenza. A volta questo confine si sposta ulteriormente: viene tollerato persino ciò che è illegale, ma che in pratica non viene perseguito, magari per mancanza di mezzi atti ad assicurare il rispetto della legge. Personalmente, ritengo che sia sbagliato considerare comportamenti predatori e nefasti per la collettività (anche se non illegali) alla stessa stregua di comportamenti benefici per essa. La storia mostra che questa abdicazione nel valorizzare il rapporto che lega il singolo alla propria collettività ha conseguenze pesanti; esse che si manifestano, nel corso del tempo, in varie forme: dalle crisi finanziarie, alla corruzione endemica, alla perdita della speranza nel futuro e dell'identità collettiva, alla rassegnazione, al degrado e all'umiliazione collettiva di un popolo.
La Storia umana è sempre stata uno scontro di interessi fra gruppi umani sociali o geografici o culturali; la differenza di oggi rispetto al recente passato è che i commerci e gli interessi hanno una portata ed una estensione globale, mentre le civiltà umane o gli Stati non hanno tale estensione; nessuna società umana nella Storia ha mai avuto una concezione e visione planetaria e le rstrette elites che oggi ne beneficiano direttamente non possono essere ovvviamente sufficienti; le differenze ed anche i contrasti fra zone del globo sono ancora molto accentuati se non stridenti; la grande possibilità di comunicazione fra parti del mondo ha reso il mondo piccolo; ma resta il problema che l'umanità non è ancora affatto piccola nè omogenea, nè economicamente nè culturalmente nè socialmente; la globalizzazione è stata un salto nel buio sconsiderato che non poteva che portare scompensi e reazioni difensive.
E' un tema molto vasto ... Nella globalizzazione c'è un aspetto di libera circolazione delle merci e delle persone che ha molti aspetti positivi. Tuttavia conta anche l'ideologia dissennata che nei fatti ha promosso la globalizzazione, l'ideologia per cui l'uomo conta solo in quanto "consumatore" (leggasi: "vacca da mungere") oppure come "risorsa umana" . Quest'ultimo termine, assai significativo, diffusosi negli anni '80, afferma chiaramente che il lavoratore non è un fine del processo produttivo, ma solo una materia prima, la quale nel processo stesso viene tendenzialmente annichilita, come accade per le "risorse naturali". In altre parole, l'ideologia liberista estrema che ha implementato la globalizzazione considera normale un rapporto essenzialmente predatorio del singolo nei confronti della collettività. Quindi perché avere istruzione gratuita? Perché prevedere il diritto all'assistenza sanitaria? Perché prevedere qualche tipo di paracadute allo sprofondare dei singoli nella povertà e nell'alienazione? Per ottenere la massima "liquidità" della forza lavoro, tutto dovrà passare attraverso il potere d'acquisto, cioè il denaro, afferma quest'ideologia. Perché i mercati raggiungano il massimo dell'efficienza, il denaro dovrà comprare tutto: non solo i beni di consumo, ma anche i diritti, tra cui quelli all'informazione, all'istruzione, alla giustizia, alla salute, ai figli, all'aspettativa di vita. E' chiaro che questa ideologia risulta alla lunga esiziale per gli stati e per le masse. Essa produrrà reazioni, anche scomposte, come è naturale, reazioni che finiscono per manifestarsi come reazione alla globalizzazione tout court.
Condivido completamente; purtroppo la saggezza degli storici stata espunta del tutto in favore di una filosofia paneconomicista (e paneconomicista a senso unico nel senso di una sola visione) che non può che dare i risultati attuali
quindi i karijiti prima erano con ali ma siccome erano contrari all'arbitrato si ritirarono dalla coalizione guidata da ali perchè temevano che l'esito dell'arbitrato sarebbe stato quello di punire gli assassini di otman ibn affan ? cio lascia dedurre che i capi dei karajiti erano coinvolti nella uccisione di otman?
Ciao caro professore, Molto interessanti i suoi pensieri sulla somiglianza con il presente.Non c'è dubbio che la storia sia una parte fondamentale dell'educazione di una persona. Ci vediamo nella prossima lezione. Grazie!
Grazie, caro amico, lei è sempre così gentile e benevolo con me!
Allora arrivederci alla lezione n. 15, che forse è una di quelle che mi è riuscita meglio, per via le considerazioni fatte nella parte finale. Mi farebbe piacere sapere da che paese mi scrive, se può dirmelo.
Intanto le faccio tantissimi Auguri di Buon Natale e di un Felice Anno Nuovo!
@@CarloRolle Li scrivo da Barcellona, anche se vivo cui da 16 anni. Sono nato in Argentina con antenati italiani. Ho scoperto, anche con il suo canale, che l'Italia ha un amore superiore che il mondo ispanico per la cultura classica. Una perla come il tuo canale è difficile da trovare in qualsiasi lingua.
Grazie Prof.
Sempre molto dettagliato. Ascolto le lezioni trovando riscontro nell'atlante storico che ho a casa.
Buonasera, grazie del commento. Anch'io adoro gli atlanti storici.
@@CarloRolle Buona sera, a casa avevamo un atlante di mio nonno: un atlante dell'epoca che poi è andato perduto ma ricordo che c'era la Germania unita con Danzica, l'Italia con l'Istria, il Carso e le isole greche italiane , le Corea prima della divisione così come lo Yemen etc. Il mondo come si presentava prima della seconda guerra mondiale. Wow
Se è quello grande del Touring Club in forma di libro, degli anni '30, ce l'ho! L' aveva comprato mio nonno.
Gran bel video
Grazie! Ho già pubblicato anche il seguente, ma sto sincronizzando meglio i sottotitoli. Sarà completamente a posto stasera (16 ottobre) verso le 11. Ogni video è un lavoraccio, ma l'apprezzamento di persone intelligenti e cortesi come lei è un una grande spinta per me.
Magari potessi avere metà della sua conoscenza,il fatto che qualcuno pubblichi questi resoconti storici è un dono più unico che raro per RUclips
lorenzo fedrizzi La conoscenza arriva con il tempo e la lettura. Non è un problema.
Inoltre, vedrà che col tempo ci sarà più gente che metterà materiale di qualità su RUclips. Nel mondo di oggi, poter dire qualcosa in piena libertà, e usando tutto il tempo che ci vuole, è una grande fortuna, un grande privilegio.
Carlo Rolle per l'appunto non voglio essere un disfattista ma a dirlo chiaramente solo per trovare un canale (italiano) come il suo su RUclips ho impiegato molto tempo escludendo altri canali più imprecisi o a caccia di facili visualizzazioni con fatti storici più noti tipo La battaglia delle Termopili ecc.
lorenzo fedrizzi E' vero. RUclips è tutto pieno di produzioni commerciali, tipo History Channel, che posta anche documentari di sconcertante rozzezza e superficialità. Essi contengono alcune frasi strappate a persone competenti, intervistate per l'occasione, ma questi frammenti sono poi assemblati senza un filo logico da gente che ignora completamente il contesto storico, e intervallate da immagini epidermiche di barbari a cavallo, et similia.
Buonasera Carlo.. Guardando questo video mi ha incuriosito molto l'esposizione della teoria secondo la quale la prima guerra civile del Califfato arabo avrebbe salvato l'impero bizantino dalla fine, non tanto dal punto di vista della guerra navale, quanto da quello delle fortificazioni di Costantinopoli, che risulteranno decisive anche in epoche ben più complicate per l'impero (ad esempio l'assedio turco del 1423, tralasciando il caso a parte della 4°crociata). In ogni caso, alla luce del trattato di pace firmato con gli arabi, mi viene da pensare a come i bizantini siano stati storicamente incapaci di approfittare dei momenti di crisi dei loro nemici per passare al contrattacco ( oltre che in questa occasione, ad esempio durante il regno di Manuele Comneno nel XII secolo, o nel XV dopo la disfatta ottomana contro Tamerlano) non so se sia giusto parlare di incapacità politica e strategica, oppure di semplice casualità circostanziale, spero mi illuminerai! Mi auguro di risentirci presto con i prossimi video, dato che ti stai addentrando proprio ora in uno dei periodi più affascinanti e complicati della tarda antichità..A presto, e buon anno!
Caro Simone, che piacere risentirti! Anche a te tantissimi auguri di Buon Anno!
Dunque è molto complicato fare la storia con i "se", e quindi la mia affermazione che la prima fitna potrebbe aver impedito il crollo di Costantinopoli è ovviamente solo un'ipotesi. Essa si basa sul duro colpo alla supremazia bizantina inferto da Mu'awiya con la grande battaglia navale del 655, e sul fatto che le successive offensive navali arabe siano state sventate dall'invenzione del fuoco greco, di cui invano gli Arabi cercarono con ogni mezzo di carpire il segreto.
Le mura di Costantinopoli, come giustamente osservi, restarono un baluardo formidabile, che soltanto i mostruosi cannoni fatti costruire e trasportare in loco da Maometto II quasi 800 anni dopo riuscirono a minacciare. Inoltre Maometto II riuscì nel suo assedio, che comportò imprese logistiche sbalorditive, solo perché nessuno in Europa si mosse, tranne un eroico comandante genovese, ingiustamente dimenticato.
Quanto alle occasioni mancate dai Bizantini, mi è difficile per dare un giudizio complessivo. Il giovane Costante II ripristinò il dominio bizantino nei Balcani durante la prima fitna, cosa non da poco. Difficilmente i Bizantini avrebbero potuto immaginare la gravità del conflitto fratricida che avvenne nel Califfato, e che fu comunque piuttosto breve, visto che la pace tornò con la morte di 'Ali e che in pratica si smise di combattere molto prima.
Sui casi successivi dovrò anch'io rinfrescarmi la memoria con Michele Psello e Niceta Coniata. Non ci arriverò molto presto però.
Concordo che si tratta di epoche molto interessanti e poco conosciute, con figure storiche sorprendenti.
Appena finirò di recuperare con le lezioni in inglese che avevo lasciato indietro (tra una settimana sarò in pari), tornerò sul conflitto tra Arabi e Bizantini, compresa la guerra navale. Poi vorrei fare un viaggetto in Spagna e, dopo ancora, un paio di lezioni sui regni franchi, anche con uno sguardo a ritroso sul bizzarro mondo di Gregorio di Tours.
Questa della tarda antichità è un'epoca che fa riflettere, perché tanti paesi si disgregarono, proprio come accade oggi (Libia, Iraq, Siria,... e non sembra essere finita).
Piacere mio Carlo, ricambio gli auguri :) grazie per i chiarimenti, immaginavo infatti fosse una teoria avanzata da qualche autore del periodo, di cui non ero a conoscenza.. Concordo ovviamente sul fatto che il fuoco greco fu un mezzo formidabile per arrestare l'avanzata araba, con la distruzione della loro flotta nel 717.. anche se , per ciò che la storia ci ha insegnato in seguito, ritengo difficile una capitolazione finale di Costantinopoli nel VII secolo ed una fine così prematura dell'Impero ( mi viene più facile immaginare una conquista araba di alcune città portuali dei Balcani o dell'Anatolia, fatto che però avrebbe comportato una prosecuzione degli assedi, ed un periodo per Bisanzio ben più difficile di quanto non fu quello dell'VIII -X secolo, in cui si giunse invece all'apogeo con i Macedoni), ma come giustamente osservi, la storia non si fa con i se e con i ma!
Sapevo dell'aiuto genovese ai bizantini nel 1453, dopo la guerra con i veneziani responsabili della 4° crociata, mi sfugge invece il nome del capitano genovese in questione.. ma in ogni caso penso che la situazione di Bisanzio all'epoca fosse già compromessa da almeno un secolo, dopo la perdita di Adrianopoli, anche in caso di aiuti Europei (come l'esito delle crociate di Varna e Nicopoli avevano già dimostrato) ; anche se sono portato a ritenere che furono gli occidentali (Normanni e Veneziani) i primi responsabili della fine dell'impero, paradossalmente più dei Turchi, che invece garantirono una certa continuità anche dopo la presa di Costantinopoli..Mi farebbe piacere conoscere le tue considerazioni a riguardo!
Aspetto con pazienza e interesse le prossime lezioni, con curiosità ancora maggiore quelle su Gregorio di Tours e la Spagna ( ti riferisci alla conquista araba o te ne occuperai prima?) Ti ringrazio in ogni caso per la disponibilità e i tuoi dibattiti sempre precisi e competenti.Ti saluto, a presto!
Grazie dei tuoi sempre stimolanti e interessanti commenti, Simone.
L'ammiraglio genovese che forzò il blocco turco a Costantinopoli con i suoi tre galeoni (scortando un altro galeone), e portò provviste e soldati e poi difese eroicamente la città, si chiamava Maurizio Cattaneo, ed era anche il podestà di Chio, da dove erano partite le navi.
L'episodio, raccontato (tra i contemporanei) p.es. da Leonardo di Chio, compare anche nell'avvincente sintesi della presa di Costantinopoli (che però non mi pare nomini l'ammiraglio) fatta da Stefan Zweig nel suo "Sternstunden der Menschheit".
Per favore non perderti quel bellissimo libro, pubblicato in Italia da Adelphi con il titolo "Momenti fatali":
www.adelphi.it/libro/9788845919985
Ti ringrazio del suggerimento Carlo, non mi perderò questa lettura.. in realtà ero a conoscenza solo della strategia genovese circa la catena enorme posta a chiusura del corno d'oro, e poco altro, oltre al fatto che anche loro difesero la città fino alla morte come i bizantini. Vedró di approfondire!
Caro Simone, quando abbiamo avuto quello scambio di osservazioni sull'assedio di Costantinopoli del 1453 era passato molto tempo da quando avevo fatto le mie letture su quell'episodio e non ricordavo il nome del grande eroe italiano di quell'assedio. Era il genovese Giovanni Giustiniani Longo.
it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Giustiniani_Longo
E' un peccato che questo uomo generoso e coraggioso sia stato dimenticato! I principi dell'Europa rinascimentale, in cui ciascuno seguiva "il suo particulare", come ci ha spiegato Francesco Guicciardini, fecero orecchie da mercante alle invocazioni d'aiuto della città che si preparava all'assedio. Come non fossero a stati i cittadini di Costantinopoli a salvare l'Europa resistendo agli assedi del 670-78 e del 717-18! Giovanni Giustiniani e i suoi 700 uomini, invece, scelsero di provare a ripagare quel debito con tutto ciò che avevano.
Show less
La rapidissima espansione islamica resta una delle vicende storiche di incremento più stupefacenti; forse fu superata solo dalla espansione mongola di Gengis Khan; ma i Mongoli avevano risorse politiche e culturali molto più limitate; invece gli Arabi combinarono una straordinaria capacità spirituale, politica e militare e misero tutto questo al servizio della determinazione, si direbbe si direbbe della "fame" tipica di popoli in vissuti territori marginali e poveri; ricorderei anche il cavallo arabo, molto adatto alla guerra, che pare fosse un'arma tattica molto efficace di cui gli avversari non potevano disporre.
Sì, è uno straordinario esempio della forza che può sprigionare un popolo in determinate circostanze, se ispirato e intelligentemente guidato nell'interesse collettivo.
A volte questo impeto non ha assunto la forme della conquista militare, ma quelli della fioritura culturale, dell'espansione commerciale, della crescita economica, della capacità innovativa.
In ognuno di questi casi, una collettività umana ha preso coscienza di quello che avrebbe potuto fare e poi innumerevoli singoli si sono impegnati per farlo, nella fiducia che il loro sforzo sarebbe stato apprezzato e supportato dalle istituzioni dello stato. In un certo senso, tutto questo resta a portata di mano per ogni collettività del pianeta: sarebbe bene averne coscienza.
Poiché ognuno di noi è un'entità singola, resta da definire, dal punto di vista delle nostre scelte individuali, quale debba essere il rapporto tra il singolo e la collettività in cui è inserito. Resta da decidere cioè se questo rapporto debba essere predatorio e parassitario da parte del singolo, oppure fecondo e mutualmente benefico.
Il problema è complesso, ma mi sentirei di dire che è un errore quello di molti stati contemporanei di non prendere alcuna posizione su questo tema. Tutto quello che non è illegale viene oggi trattato allo stesso modo: con indifferenza. A volta questo confine si sposta ulteriormente: viene tollerato persino ciò che è illegale, ma che in pratica non viene perseguito, magari per mancanza di mezzi atti ad assicurare il rispetto della legge.
Personalmente, ritengo che sia sbagliato considerare comportamenti predatori e nefasti per la collettività (anche se non illegali) alla stessa stregua di comportamenti benefici per essa.
La storia mostra che questa abdicazione nel valorizzare il rapporto che lega il singolo alla propria collettività ha conseguenze pesanti; esse che si manifestano, nel corso del tempo, in varie forme: dalle crisi finanziarie, alla corruzione endemica, alla perdita della speranza nel futuro e dell'identità collettiva, alla rassegnazione, al degrado e all'umiliazione collettiva di un popolo.
La Storia umana è sempre stata uno scontro di interessi fra gruppi umani sociali o geografici o culturali; la differenza di oggi rispetto al recente passato è che i commerci e gli interessi hanno una portata ed una estensione globale, mentre le civiltà umane o gli Stati non hanno tale estensione; nessuna società umana nella Storia ha mai avuto una concezione e visione planetaria e le rstrette elites che oggi ne beneficiano direttamente non possono essere ovvviamente sufficienti; le differenze ed anche i contrasti fra zone del globo sono ancora molto accentuati se non stridenti; la grande possibilità di comunicazione fra parti del mondo ha reso il mondo piccolo; ma resta il problema che l'umanità non è ancora affatto piccola nè omogenea, nè economicamente nè culturalmente nè socialmente; la globalizzazione è stata un salto nel buio sconsiderato che non poteva che portare scompensi e reazioni difensive.
E' un tema molto vasto ... Nella globalizzazione c'è un aspetto di libera circolazione delle merci e delle persone che ha molti aspetti positivi. Tuttavia conta anche l'ideologia dissennata che nei fatti ha promosso la globalizzazione, l'ideologia per cui l'uomo conta solo in quanto "consumatore" (leggasi: "vacca da mungere") oppure come "risorsa umana" . Quest'ultimo termine, assai significativo, diffusosi negli anni '80, afferma chiaramente che il lavoratore non è un fine del processo produttivo, ma solo una materia prima, la quale nel processo stesso viene tendenzialmente annichilita, come accade per le "risorse naturali".
In altre parole, l'ideologia liberista estrema che ha implementato la globalizzazione considera normale un rapporto essenzialmente predatorio del singolo nei confronti della collettività. Quindi perché avere istruzione gratuita? Perché prevedere il diritto all'assistenza sanitaria? Perché prevedere qualche tipo di paracadute allo sprofondare dei singoli nella povertà e nell'alienazione? Per ottenere la massima "liquidità" della forza lavoro, tutto dovrà passare attraverso il potere d'acquisto, cioè il denaro, afferma quest'ideologia. Perché i mercati raggiungano il massimo dell'efficienza, il denaro dovrà comprare tutto: non solo i beni di consumo, ma anche i diritti, tra cui quelli all'informazione, all'istruzione, alla giustizia, alla salute, ai figli, all'aspettativa di vita.
E' chiaro che questa ideologia risulta alla lunga esiziale per gli stati e per le masse. Essa produrrà reazioni, anche scomposte, come è naturale, reazioni che finiscono per manifestarsi come reazione alla globalizzazione tout court.
Condivido completamente; purtroppo la saggezza degli storici stata espunta del tutto in favore di una filosofia paneconomicista (e paneconomicista a senso unico nel senso di una sola visione) che non può che dare i risultati attuali
quindi i karijiti prima erano con ali ma siccome erano contrari all'arbitrato si ritirarono dalla coalizione guidata da ali perchè temevano che l'esito dell'arbitrato sarebbe stato quello di punire gli assassini di otman ibn affan ? cio lascia dedurre che i capi dei karajiti erano coinvolti nella uccisione di otman?
La risposta è probabilmente sì ad entrambe le sue domande.