Grazie infinite Grazia. Grande Anima, ricercatrice intelligente, intuitiva, forte, curiosa, coraggiosa, temeraria, mai banale, mai altera, elegante e umile, di mente e di cuore .. che ha cercato sempre l'Assoluto, l'Amore.❤
conferenza molto bella da diffondere assolutissimamente il piu possibile non capisco perche su quasi 4000 visualizzazioni solo 65 like con il mio 66 bà in ogni caso grazie davvero Grazia!
Oggi "per caso" ho visto questo link e mi ha incuriosito e sono felice di averlo aperto.Ho scoperto libreria ed albergo etico a Roma.Vivo a Roma.Quindi...grazie alla "VITA"
14:20 "Siamo troppo legati al nostro, senza riconoscerlo come nostro" SOTTOSCRIVO CON TUTTO ME STESSO questa VERITA' che, proprio di questi tempi bui, ogni Paese, i popoli - i singoli individui - che compongono ogni Nazione dovrebbero elevare a MEDITAZIONE QUOTIDIANA. Succede invece il contrario ovvero tale legame essendo prevalentemente di natura nostalgico-sentimentale (si stava meglio quando si stava peggio, i valori perduti, gli stranieri che ci tolgono il lavoro e ci invadono con le loro abitudini e via blaterando) si trasforma in un paraocchi che, appunto, IMPEDISCE A NOI STESSI DI RICONOSCERCI in quella che chiamiamo identità, senza ben precisare a cosa ci riferiamo. Peggio ancora, i ben noti tormentoni del Bel Paese dell'Arte, della Grande Bellezza e della lingua di Dante, altrettanti ritornelli intonati ogni due per tre, un'illusione collettiva che cela a mala pena ignoranza e malessere endemici.
A proposito dell'essere "tutti connessi" grazie alla moderna tencologia, la stessa che ha dato vita a quella che oramai possiamo chiamare "cultura dello schermo" mi pare che si possano fare due considerazioni molto semplici. 1) La cosidetta "connessione" ad una fonte geograficamente lontana, allontana e aliena l'individuo dal momento presente ovvero dalla realtà contingente di quel preciso momento. L'eventuale, casuale e potenziale interlocutore fisicamente presente in quel momento, diventa cosi' un ostacolo a detta "connessione" virtuale. 2) Ne consegue che si finisce col preferire la "connessione" virtuale a quella reale e la rappresentazione della realtà all'esperienza della sua percezione diretta da cui deriva il nostro agire. 3) Si produce quindi uno scollamento, una tensione ad essere sempre altrove, a fuggire la propria realtà.
31:10 e seguenti. A proposito della differenza tra filosofia e scienza "La scienza si auto-impone le verifiche di cio" che scruta". Non credo che si possa pretendere dalla filosofia - e quindi dai filosofi stessi - di "dimostrare" la veridicità delle loro asserzioni e tesi che, in ogni caso, il lettore attento non prenderà mai come "oro colato", ma nutrirà con esse la propria osservazione, la propria meditazione, la propria filosofia. Ricordiamo che l'annosa e noiosa critica principale mossa dai detrattori della filosofia è proprio questa ovvero che essendo indimostrabile è solo aria fritta. L'auto-verifica della filosofia è intrinseca all'indagine, al lavoro di scavo quotidiano che ci spinge sempre più in là, sempre più oltre i limiti appena valicati, fossero pure quelli della nostra interiorità che emerge, sgorga, fiorisce, si rivela a noi stessi via via. Che la scienza com'è intesa nel nostro tempo si auto-imponga verifiche è discutibile. Il pensiero scientifico necessita di una verifica costante, tanto quanto è necessario controllare di avere spento il gas dopo la cottura di una pietanza, per evitare di saltare in aria o morire asifssiati. O come quando si controlla la spia del carburante di un auto ecc ecc ecc. Che la scienza oggi, specie nelle sue manifestazioni più plateali - e quindi mediatiche - sia diventata IL mito contemporaneo, è a mio avviso altrettanto vero e lo su è visto, ad esempio e giusto per fare UN solo esempio, durante la famosa e recente crisi sanitaria planetaria.
42:30 "La separazione tra interno ed esterno è finta". Si legga in merito Constant KERNEIZ, grande e fondamentale divulgatore della filosofia Yoga fin dagli anni '30 del '900.
48:20 Per gli indiani il principio della vita è il Desiderio; il fattore principale che muove l'esistenza di ogni singolo individuo. IL Desiderio è l'attaccamento. Siamo essere legati, che cercano il legame. E' una della questioni fondamentali a proposito della quale m'interrogo da diversi anni proprio in virtù di questo binomio - che Marchiano' sembra dare per scontato, intrinseco, connaturato e quindi inevitabile - ovvero la pulsione vitale del Desiderio e, nella sua traduzione concreta quotidiana, il rischio di un attaccamento morboso che tale pulsione finirà poi per sopire, soffocare, deviare e inacidire, con conseguenti delusioni, disappunto, frustrazioni, collera ecc ecc al punto che il soggetto proverà addirittura repulsione per lo stesso oggetto del suo Desiderio. Un conto è fare indigestione di cioccolata un conto è fare indigestione di quella persona alla quale si è dichiarato amore per sempre. Il problema è che appena si parla di dover imparare a "gestire" le proprie emozioni e quindi i propri Desideri, molti storcono la bocca temendo con cio' di denaturare la purezza del sentimento e la genuinità del loro cuore. I tempi moderni sono più che maturi per interrogarsi proprio sul nesso tra il concetto di Desiderio, sui modi di lasciargli briglia sciolta senza che ci disarcioni, sui modi di esprimerlo e anche su come nutrirlo e infine, sull'inevitabile rapporto speculare tra questi vari parametri e il poter "realizzare" detto Desiderio, dandogli corpo. Come far si che questa forza ci elevi, ci sostenga, ci sospinga come il vento gonfia le vele dell'imbarcazione anziché ritorcesi contro noi stessi. Come tendere a un compimento, per quanto parziale e temporaneo, del nostro ESSERE UMANI proprio grazie al DESIDERIO e al suo formidabile serbatoio di propellente e non, al contrario, sdilinquirsi coltivando la pseudo idea "romantica" dell'AMMMMMMORE e tutte quelle stucchevoli menate che si riversano a tonnellate dagli schermi e che, da decenni, alimentano l'immaginario collettivo ed indiivduale di molti, italiani e non, gradni e piccini, uomini e donne. I Posti al Sole e le innumerevoli stronzate della moderna "letteratura" ! Altro che Dante e Leopardi !!!!! E poi dici di una decadenza culturale e di civiltà. Hai voglia !!!! Trovo molto interessante la nozione aristotelica di OREXIS - "fame di vita" - nozione molto complessa di cui non si parla mai.
Grazie infinite per questa lezione.
Grazie infinite Grazia. Grande Anima, ricercatrice intelligente, intuitiva, forte, curiosa, coraggiosa, temeraria, mai banale, mai altera, elegante e umile, di mente e di cuore .. che ha cercato sempre l'Assoluto, l'Amore.❤
conferenza molto bella da diffondere assolutissimamente il piu possibile non capisco perche su quasi 4000 visualizzazioni solo 65 like con il mio 66 bà in ogni caso grazie davvero Grazia!
Oggi "per caso" ho visto questo link e mi ha incuriosito e sono felice di averlo aperto.Ho scoperto libreria ed albergo etico a Roma.Vivo a Roma.Quindi...grazie alla "VITA"
Grazie alla professoressa Marchiano' che ha operato come un Atithi
14:20 "Siamo troppo legati al nostro, senza riconoscerlo come nostro"
SOTTOSCRIVO CON TUTTO ME STESSO questa VERITA' che, proprio di questi tempi bui, ogni Paese, i popoli - i singoli individui - che compongono ogni Nazione dovrebbero elevare a MEDITAZIONE QUOTIDIANA.
Succede invece il contrario ovvero tale legame essendo prevalentemente di natura nostalgico-sentimentale (si stava meglio quando si stava peggio, i valori perduti, gli stranieri che ci tolgono il lavoro e ci invadono con le loro abitudini e via blaterando) si trasforma in un paraocchi che, appunto, IMPEDISCE A NOI STESSI DI RICONOSCERCI in quella che chiamiamo identità, senza ben precisare a cosa ci riferiamo.
Peggio ancora, i ben noti tormentoni del Bel Paese dell'Arte, della Grande Bellezza e della lingua di Dante, altrettanti ritornelli intonati ogni due per tre, un'illusione collettiva che cela a mala pena ignoranza e malessere endemici.
A proposito dell'essere "tutti connessi" grazie alla moderna tencologia, la stessa che ha dato vita a quella che oramai possiamo chiamare "cultura dello schermo" mi pare che si possano fare due considerazioni molto semplici.
1) La cosidetta "connessione" ad una fonte geograficamente lontana, allontana e aliena l'individuo dal momento presente ovvero dalla realtà contingente di quel preciso momento. L'eventuale, casuale e potenziale interlocutore fisicamente presente in quel momento, diventa cosi' un ostacolo a detta "connessione" virtuale.
2) Ne consegue che si finisce col preferire la "connessione" virtuale a quella reale e la rappresentazione della realtà all'esperienza della sua percezione diretta da cui deriva il nostro agire.
3) Si produce quindi uno scollamento, una tensione ad essere sempre altrove, a fuggire la propria realtà.
31:10 e seguenti. A proposito della differenza tra filosofia e scienza "La scienza si auto-impone le verifiche di cio" che scruta".
Non credo che si possa pretendere dalla filosofia - e quindi dai filosofi stessi - di "dimostrare" la veridicità delle loro asserzioni e tesi che, in ogni caso, il lettore attento non prenderà mai come "oro colato", ma nutrirà con esse la propria osservazione, la propria meditazione, la propria filosofia. Ricordiamo che l'annosa e noiosa critica principale mossa dai detrattori della filosofia è proprio questa ovvero che essendo indimostrabile è solo aria fritta.
L'auto-verifica della filosofia è intrinseca all'indagine, al lavoro di scavo quotidiano che ci spinge sempre più in là, sempre più oltre i limiti appena valicati, fossero pure quelli della nostra interiorità che emerge, sgorga, fiorisce, si rivela a noi stessi via via.
Che la scienza com'è intesa nel nostro tempo si auto-imponga verifiche è discutibile. Il pensiero scientifico necessita di una verifica costante, tanto quanto è necessario controllare di avere spento il gas dopo la cottura di una pietanza, per evitare di saltare in aria o morire asifssiati. O come quando si controlla la spia del carburante di un auto ecc ecc ecc.
Che la scienza oggi, specie nelle sue manifestazioni più plateali - e quindi mediatiche - sia diventata IL mito contemporaneo, è a mio avviso altrettanto vero e lo su è visto, ad esempio e giusto per fare UN solo esempio, durante la famosa e recente crisi sanitaria planetaria.
42:30 "La separazione tra interno ed esterno è finta".
Si legga in merito Constant KERNEIZ, grande e fondamentale divulgatore della filosofia Yoga fin dagli anni '30 del '900.
48:20 Per gli indiani il principio della vita è il Desiderio; il fattore principale che muove l'esistenza di ogni singolo individuo. IL Desiderio è l'attaccamento. Siamo essere legati, che cercano il legame.
E' una della questioni fondamentali a proposito della quale m'interrogo da diversi anni proprio in virtù di questo binomio - che Marchiano' sembra dare per scontato, intrinseco, connaturato e quindi inevitabile - ovvero la pulsione vitale del Desiderio e, nella sua traduzione concreta quotidiana, il rischio di un attaccamento morboso che tale pulsione finirà poi per sopire, soffocare, deviare e inacidire, con conseguenti delusioni, disappunto, frustrazioni, collera ecc ecc al punto che il soggetto proverà addirittura repulsione per lo stesso oggetto del suo Desiderio.
Un conto è fare indigestione di cioccolata un conto è fare indigestione di quella persona alla quale si è dichiarato amore per sempre.
Il problema è che appena si parla di dover imparare a "gestire" le proprie emozioni e quindi i propri Desideri, molti storcono la bocca temendo con cio' di denaturare la purezza del sentimento e la genuinità del loro cuore.
I tempi moderni sono più che maturi per interrogarsi proprio sul nesso tra il concetto di Desiderio, sui modi di lasciargli briglia sciolta senza che ci disarcioni, sui modi di esprimerlo e anche su come nutrirlo e infine, sull'inevitabile rapporto speculare tra questi vari parametri e il poter "realizzare" detto Desiderio, dandogli corpo. Come far si che questa forza ci elevi, ci sostenga, ci sospinga come il vento gonfia le vele dell'imbarcazione anziché ritorcesi contro noi stessi.
Come tendere a un compimento, per quanto parziale e temporaneo, del nostro ESSERE UMANI proprio grazie al DESIDERIO e al suo formidabile serbatoio di propellente e non, al contrario, sdilinquirsi coltivando la pseudo idea "romantica" dell'AMMMMMMORE e tutte quelle stucchevoli menate che si riversano a tonnellate dagli schermi e che, da decenni, alimentano l'immaginario collettivo ed indiivduale di molti, italiani e non, gradni e piccini, uomini e donne.
I Posti al Sole e le innumerevoli stronzate della moderna "letteratura" ! Altro che Dante e Leopardi !!!!!
E poi dici di una decadenza culturale e di civiltà. Hai voglia !!!!
Trovo molto interessante la nozione aristotelica di OREXIS - "fame di vita" - nozione molto complessa di cui non si parla mai.
Sarei felice di avere notizia di eventi o altri aperitivi"rinforzati"😂
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