Lorenzo Monaco - Adorazione dei magi. Commento iconografico spirituale a cura di Alessio Fucile

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  • Опубликовано: 28 авг 2024
  • Gli artisti di ogni epoca si sono soffermati su questo episodio, spesso attingendo anche ai vangeli apocrifi, più ricchi di particolari e informazioni. Tra le tante opere ti propongo una pala d’altare, capolavoro di Lorenzo Monaco e vertice dello stile gotico internazionale, risalente al 1420-22 e oggi conservata agli Uffizi di Firenze.
    La capanna della Natività sembra qui un piccolo palazzo da dove si intravedono il bue e l’asino citati dal profeta Isaia: l’insieme raffigura così l’Antica Alleanza che riconosce, in quel Bambino, il Messia atteso. Un gruppetto di angeli luminosi è fermo in adorazione davanti alla parete della capanna mentre all’esterno Maria, seduta su una roccia e con le gambe distese, presenta il piccolo Gesù benedicente all’adorazione dei Magi: è avvolta in un manto blu con fodera dorata, le stelle sulla veste - coperta in parte da Gesù all’altezza della spalla sinistra - sono simbolo della sua triplice verginità in quanto Maria è vergine prima, durante, e dopo il parto. Giuseppe, seduto in disparte come la tradizione voleva, è ritratto in atteggiamento dubbioso per ciò che sta assistendo; il suo dubbio gli verrà chiarito dall’angelo che gli dirà: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa: ciò che in lei è stato concepito è opera dello Spirito Santo».
    In alto sopra la capanna si vede la stella che ha guidato i Magi: «la stella che avevano visto in oriente li precedeva, finché non andò a fermarsi sopra il luogo dove si trovava il bambino». È meraviglioso notare come Dio scelga il miracolo giusto per ciascuno: questi Magi venivano dall’Oriente, il loro nome di “Magi” fa pensare che provenissero dalla Persia e che fossero uomini di cultura, conoscitori dell’astronomia; allora Dio sceglie per loro una stella come guida, così come qualche anno dopo Gesù stupirà il pescatore Pietro con uno straordinario carico di pesci consigliando all’apostolo dove gettare la rete. Non basta stare a guardare: come fanno i Magi, bisogna muoversi e compiere un percorso alla ricerca della verità: la stella è un elemento importante proprio perché guida i Magi alla meta rischiarando per loro la notte e indicando il luogo della presenza del Signore, diventando essa stessa simbolo del Messia luce delle genti.
    I Magi appaiono come tre sovrani, forse in riferimento ad una profezia di Isaia che recita:
    «Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere». Costoro si inchinano davanti al Bambino e poggiano due corone per terra perché lo riconoscono come il re atteso, mentre la terza è nelle mani del servitore insieme alla spada; il loro numero rappresenta le tre diverse età dell’uomo, per cui il primo in ginocchio è un anziano, il secondo in piedi è un adulto, e il terzo anch’egli in ginocchio è un giovane. L’oro, l’incenso e la mirra da loro offerti sono interpretati secondo la tradizione come simboli delle prerogative di Gesù: l’incenso in quanto Dio, oro perché è re, mirra come prefigurazione della sua passione.
    Dietro i Magi compare la folla eterogenea del loro seguito in cui sono raffigurati diversi tipi umani: un moro e degli orientali sono abbigliati con vesti dai colori sgargianti e con cappelli dalle fogge esotiche, i due cavalieri con turbante in primo piano hanno i corpi che si allungano sinuosamente e si piegano all'indietro creando così un gioco di linee ritmato come tipico del raffinato stile gotico, sulla destra un personaggio a cavallo aguzza la vista per cercare la stella che un uomo gli sta indicando, un levriero da caccia tra le gambe del cavallo e un dromedario arricchiscono il secondo piano. Tutti questi personaggi rappresentano quella parte di umanità che cerca e trova nel Bambino un re che può offrire risposta alle domande più profonde della vita.
    In alto si vede un paesaggio di rocce spigolose con a destra una castello turrito e al centro alcune greggi guidate dai pastori che, dipinti in monocromo per dare l’idea della visione notturna, ricevono la visita e l’annuncio degli angeli.
    Il racconto dei Magi rivela una divisione interiore drammatica: rischiare o non rischiare nel seguire i desideri profondi del cuore? Loro che sono lontani cercano e interrogano fino a trovare e così donare con gioia, a differenza del vicino Erode che sa dove è il Signore ma non lo cerca, interroga la Scrittura ma non si lascia interrogare a sua volta, e così cercherà di uccidere il bambino appena nato. All’uomo sono aperte due strade: l’odio oppure il dono di sé.
    Ti auguro che anche tu come i Magi possa essere un cercatore che non si accontenta di quello che ha perché l’amore non è una realtà da possedere ma è un cammino che richiede di mettersi alla ricerca ogni giorno. Grazie per la tua attenzione.

Комментарии • 2

  • @ilariapulle4421
    @ilariapulle4421 2 года назад

    Grazie, Alessio; sempre interessante…🙏💝📿

  • @mariapisco4460
    @mariapisco4460 Год назад

    Cercare la Verita' e' cercare Dio incarnato in Gesu',re di amore e di umilta'.Bellissimo capolavoro reso ancora piu' interessante dal tuo esauriente commento.Ti sono grata e ti saluto con affetto.❤❤