Per chi volesse apprezzare davvero la canzone, c'è un errore di traduzione: "Cannuni" non indica in questo caso un cannone, bensì l'ingresso di una miniera, molto probabilmente una solfatara (sulfatara in siciliano). È molto bella, la storia da cui è tratto il testo.
@@natalevalenti5508 cannuni, nel linguaggio delle solfatare, era l'ingresso di queste. La testa sopra l'ingresso era probabilmente un minatore morto all'interno, senza degna sepoltura
Tutto giusto tranne la Crozza perché si intende come uomo anziano e stanco un minatore non più buono per lavorare che chiede almeno un funerale nel suo letto e i fiori
@@esti-od1mz Il testo ripercorre l’ostracismo perpetrato dalla Chiesa, incredibilmente cessato solo verso il 1940, nei confronti dei minatori morti nelle solfatare. I loro resti mortali non solo spesso rimanevano sepolti per sempre nella oscurità perenne delle miniere, ma per loro erano precluse onoranze funebri e perfino, insiste la voce del teschio, un semplice rintocco di campana, perché zolfo e sottosuolo erano simboli e dimora del demonio.
L'ITALIA è l'ITALIA, per me nord e sud sono complementari. Ho amici carissimi in tutta la penisola, isole comprese. Chi non approva vada a farsi friggere. Un abbraccio Stefania. :)))
Stefania Giromella "Dici a me? Stai parlando con me? Qui non c'è nessuno. Parli con me?". (cit.) Mai e poi mai dividerei l'Italia. Forse hai frainteso. Spero. Se no ne parliamo, ok?
Che canzone triste, sarà perche sto diventando vecchio anch'io! Diciamo che il vissuto è maggiore di quello che rimane da vivere ! Aih aih aih. C'est la vie
Io sono umbra e a capire il testo impiego un bel po'... Però ad insistere allafine ci sono riuscita. Io questa ballata me la ricordo quando allaradio dabambina ascoltavo un programma fatti gli italiani all'estero e la cantava Otello profazio, certo questa del maestro è superba nella sua intensità
LA VERA STORIA DI "VITTI 'NA CROZZA" "Qual è la vera storia di" Vitti ‘na crozza", una tra le più celebri canzoni della tradizione siciliana? Non è una canzone allegra. Tutt'altro. Il vero significato delle parole ci riporta al mondo delle zolfare, fatto di faticosissimo lavoro e di sofferenza. Una canzone che ci ricorda la sofferenza e anche l’ingiustizia di chi passava la maggior parte della propria vita nelle miniere di zolfo della vecchia Sicilia e se aveva la sventura di morire tra le viscere della terra lì restava, sepolto senza nemmeno “un toccu ‘ri campane”. Protagonista della canzone è ’na crozza, ossia un teschio. Un teschio che, attraverso il suo racconto, si fa promotore di una forte denuncia sociale, rivolta principalmente contro determinate usanze della Chiesa cattolica di un tempo. La maggior parte delle persone ha sempre ritenuto che il famoso ‘cannuni’ dove si trova il teschio, protagonista della canzone, fosse il pezzo di artiglieria cilindrico utilizzato per fini bellici, e che la canzone si riferisca ad un evento di guerra. Ma così non è; Il "cannuni" altro non era che il boccaporto delle miniere. Il testo ripercorre l’ostracismo perpetrato dalla Chiesa, incredibilmente cessato solo verso il 1940, nei confronti dei minatori morti nelle solfatare. I loro resti mortali non solo spesso rimanevano sepolti per sempre nella oscurità perenne delle miniere, ma per loro erano precluse onoranze funebri e perfino, insiste la voce del teschio, un semplice rintocco di campana, perché zolfo e sottosuolo erano simboli e dimora del demonio. La voce del teschio implora che qualcuno riservi anche a lui questa pietas, affinché una degna sepoltura, accompagnata da un’onoranza funebre che lo possa degnamente accompagnare nell’aldilà sia in grado di riscattare i suoi peccati e garantirgli una pace eterna dopo un’esistenza di stenti, contrassegnata da un lavoro massacrante in un’oscurità permanente". "Storia di vitti 'na crozza", Sara Favarò
È questa cantata da Battiato la versione che da il vero senso drammatico di questo canto di dolore. Il dolore per il destino amaro di chi è morto senza nemmeno un segno e di chi arrivato avanti negli anni vede solo la voce della.morte Però è una canzone che diritta al cuore. Gregorio Pugliese
se questo e' il testo originale, questo verso ha bisogno solo di una traduzione letterale, perche' nel dialetto e' di una forza poetica oltre che di una significanza, fortissimi.
da notare la differenza fra la prima e la seconda strofa, nella prima il grande maestro non canta ma accenna solo ad una seconda voce nella parte finale.Nella seconda strofa invece canta e si sente la differenza. Bella.
Quante volte ci è capitato di interrogarci sulla vita che finisce? Forse tutti i giorni, credo che lo avvertiamo costantemente, a volte diventiamo improvvisamente tristi senza capire perché. Questa canzone, in realtà una ballata, ci mette concretamente di fronte alla realtà della nostra vita. Come se parlassimo direttamente ad una signora che impassibile si fa ricordare con ammonimenti, tutti allo stesso modo, che con lei abbiamo un appuntamento che non possiamo rifiutare. Pertanto pensiamo a lasciare un buon ricordo di noi.
+Ribqah Romana Sciarrone Questa canzone fu scritta per quelli che lavoravano in miniera e a cui la messa veniva negata quando morivano. Durante la prima guerra mondiale questa canzone veniva cantata ai soldati e per non renderla più pesante di quello che era (anche tanti soldati morivano senza un tocco di campane) fu inserito il trallallero.
+Ribqah Romana Sciarrone Perché a quel tempo si pensava che coloro che morivano nel sottosuolo (come i minatori) finivano negli inferi e quindi non erano degni di una messa, non potevano aspirare al paradiso,non potevano ricevere l'ultima benedizione.
Una triste storia tutta siciliana, la ricerca di una degna sepoltura, dopo una vita di stenti e tribolazioni. La storia vera di una delle più celebre canzone siciliana “Vitti ‘na crozza". Non è proprio una una canzone allegra e festosa. Tutt'altro. Il vero significato delle parole ci riporta al mondo delle zolfare, fatto di faticosissimo lavoro e di sofferenza. Una canzone che ci ricorda la sofferenza e anche l’ingiustizia di chi passava la maggior parte della propria vita nelle miniere di zolfo della vecchia Sicilia e se aveva la sventura di morire tra le viscere della terra lì restava, sepolto senza nemmeno “un toccu ‘ri campane”. Protagonista della canzone è ’na crozza, ossia un teschio. Un teschio che, attraverso il suo racconto, si fa promotore di una forte denuncia sociale, rivolta principalmente contro determinate usanze della Chiesa cattolica di un tempo. La maggior parte delle persone ha sempre ritenuto che il famoso ‘cannuni’ dove si trova il teschio, protagonista della canzone, fosse il pezzo di artiglieria cilindrico utilizzato per fini bellici, e che la canzone si riferisca ad un evento di guerra. Ma così non è; Il "cannuni" altro non era che il boccaporto delle miniere. Il testo ripercorre l’ostracismo perpetrato dalla Chiesa, incredibilmente cessato solo verso il 1940, nei confronti dei minatori morti nelle solfatare. I loro resti mortali non solo spesso rimanevano sepolti per sempre nella oscurità perenne delle miniere, ma per loro erano precluse onoranze funebri e perfino, insiste la voce del teschio, un semplice rintocco di campana, perché zolfo e sottosuolo erano simboli e dimora del demonio. La voce del teschio implora che qualcuno riservi anche a lui questa pietas, affinché una degna sepoltura, accompagnata da un’onoranza funebre che lo possa degnamente accompagnare nell’aldilà sia in grado di riscattare i suoi peccati e garantirgli una pace eterna dopo un’esistenza di stenti, contrassegnata da un lavoro massacrante in un’oscurità permanente". (Sara Favarò - Storia di vitti 'na crozza)
forse non sono in grado di apprezzare in pieno. sono di Trieste....ma questa canzone è bellissima. Mia mamma era tedesa e mio nonno di Castevetrano.Forse il sangue significa qualcosa
Prima di guerreggiarvi inutilmente: il teschio è posto sopra una pietra (cannuni o cantuni, dipende da che parte della sicilia vi trovate). Provate a verificare anche sul Corpus di Canti e musiche siciliane di Alberto Favara. Il testo è ripreso da alcuni versi che circolavano in Sicilia già a metà ottocento per cui ci sono diverse varianti che dipendono dal dialetto locale.
aspetta il SICILIANO STANDARD, inteso come LNGUA SICILIANA e sta canzone e' forse una delle poche scritte in SICILIANO STANDARD e' unico!! da TRapani a CAtania...e cmq anche volendo considerare i dialetti.........nei dialetti SICULI cambia la fonetica e l'accento...il 95% dei vocaboli sono uguali anche nn vlendo considerare il SICILIANO STANDARD ma i vari dialetti Siciliani.....
Una poesia che di commenta sola l'interpretazione di Battiato è altissima, per altro preso alla sprovvista durante la trasmissione della Rai e considerando il fatto che testuali sue parole "non l'ho mai cantata, neanche a casa". Però la traduzione è imperfetta e l'ultima frase è sbagliata e storpia il senso. Scusate ma non potevo tacere
TRADUZIONE PALESEMENTE SBAGLIATA. IL DIALOGO AVVIENE FRA IL TESCHIO ( LA CROZZA... IN SICILIANO AL FEMMINILE) E LA PERSONA CHE RIEVOCA I FATTI. FUI CURIOSO E VOLLI CHIEDERE.... LEI ( IDDA...) MI RISPOSE CON GRAN DOLORE... :) :) :)
BATTIATO, ANCHE TU SBAGLI TU CA SI SICILIANO, NON CENTRA NIENTE "U CANNUNI" E' CANTUNI CHE ERONO BLOCCHI DI PIETRA LAVICA X RIPARARE LE CANTONIERE DELLE CASE.E POI TI RICORDO CHE E' UN DELICATO LAMENTO. ASCOLTA LA MIA VERSIONE INCISA CON LA DISCHI RICORDI.
Per chi volesse apprezzare davvero la canzone, c'è un errore di traduzione: "Cannuni" non indica in questo caso un cannone, bensì l'ingresso di una miniera, molto probabilmente una solfatara (sulfatara in siciliano). È molto bella, la storia da cui è tratto il testo.
Spiega meglio grazie
@@natalevalenti5508 cannuni, nel linguaggio delle solfatare, era l'ingresso di queste. La testa sopra l'ingresso era probabilmente un minatore morto all'interno, senza degna sepoltura
Tutto giusto tranne la Crozza perché si intende come uomo anziano e stanco un minatore non più buono per lavorare che chiede almeno un funerale nel suo letto e i fiori
@@isabelladeluca8298 la "crozza" in tal caso indica i resti del minatore seppelito in miniera da una frana
@@esti-od1mz Il testo ripercorre l’ostracismo perpetrato dalla Chiesa, incredibilmente cessato solo verso il 1940, nei confronti dei minatori morti nelle solfatare. I loro resti mortali non solo spesso rimanevano sepolti per sempre nella oscurità perenne delle miniere, ma per loro erano precluse onoranze funebri e perfino, insiste la voce del teschio, un semplice rintocco di campana, perché zolfo e sottosuolo erano simboli e dimora del demonio.
Un capolavoro. Viva la Sicilia. Un Genovese.
Grazie ❤
Sono pavese, quindi del nord. Adoro questa canzone e tutti i siciliani.
Caldi, umani, amici
L'ITALIA è l'ITALIA, per me nord e sud sono complementari.
Ho amici carissimi in tutta la penisola, isole comprese.
Chi non approva vada a farsi friggere.
Un abbraccio Stefania. :)))
Stefania Giromella
"Dici a me? Stai parlando con me? Qui non c'è nessuno. Parli con me?". (cit.)
Mai e poi mai dividerei l'Italia. Forse hai frainteso. Spero.
Se no ne parliamo, ok?
Sono morto senza il tocco delle campane: un verso bellissimo e tristissimo allo stesso tempo, la quintessenza della Sicilia.
Probabilmente la versione più bella e aderente allo spirito del testo: grande Battiato e soprattutto meravigliosa Sicilia!!!
Che canzone triste, sarà perche sto diventando vecchio anch'io! Diciamo che il vissuto è maggiore di quello che rimane da vivere ! Aih aih aih. C'est la vie
Io sono umbra e a capire il testo impiego un bel po'... Però ad insistere allafine ci sono riuscita. Io questa ballata me la ricordo quando allaradio dabambina ascoltavo un programma fatti gli italiani all'estero e la cantava Otello profazio, certo questa del maestro è superba nella sua intensità
sono napoletano, e orgoglioso di essere meridionale amo il sud stupende le canzoni siciliane viva il sud
Sono Eritrea, viva Franco Battiato, è un grande!
Francuzzo grande maestro...
Che meravigliosa versione🥰
Una canzone che è la sintesi della vita,e della morte Cantata poi da Battiato...
Franco Battiato morto propio ieri. Pace all’anima di un grande artista
Grande Battiato, grande come la tua terra, la SICILIA!
La versione di Vitti na crozza di Battiato, è quella che è maggiormente in sintonia con lo spirito del testo
LA VERA STORIA DI "VITTI 'NA CROZZA"
"Qual è la vera storia di" Vitti ‘na crozza", una tra le più celebri canzoni della tradizione siciliana?
Non è una canzone allegra.
Tutt'altro.
Il vero significato delle parole ci riporta al mondo delle zolfare, fatto di faticosissimo lavoro e di sofferenza.
Una canzone che ci ricorda la sofferenza e anche l’ingiustizia di chi passava la maggior parte della propria vita nelle miniere di zolfo della vecchia Sicilia e se aveva la sventura di morire tra le viscere della terra lì restava, sepolto senza nemmeno “un toccu ‘ri campane”.
Protagonista della canzone è ’na crozza, ossia un teschio.
Un teschio che, attraverso il suo racconto, si fa promotore di una forte denuncia sociale, rivolta principalmente contro determinate usanze della Chiesa cattolica di un tempo.
La maggior parte delle persone ha sempre ritenuto che il famoso ‘cannuni’ dove si trova il teschio, protagonista della canzone, fosse il pezzo di artiglieria cilindrico utilizzato per fini bellici, e che la canzone si riferisca ad un evento di guerra.
Ma così non è; Il "cannuni" altro non era che il boccaporto delle miniere.
Il testo ripercorre l’ostracismo perpetrato dalla Chiesa, incredibilmente cessato solo verso il 1940, nei confronti dei minatori morti nelle solfatare.
I loro resti mortali non solo spesso rimanevano sepolti per sempre nella oscurità perenne delle miniere, ma per loro erano precluse onoranze funebri e perfino, insiste la voce del teschio, un semplice rintocco di campana, perché zolfo e sottosuolo erano simboli e dimora del demonio.
La voce del teschio implora che qualcuno riservi anche a lui questa pietas, affinché una degna sepoltura, accompagnata da un’onoranza funebre che lo possa degnamente accompagnare nell’aldilà sia in grado di riscattare i suoi peccati e garantirgli una pace eterna dopo un’esistenza di stenti, contrassegnata da un lavoro massacrante in un’oscurità permanente".
"Storia di vitti 'na crozza", Sara Favarò
Grazie mille per questa spiegazione.
Sono fiorentino,ma amo da sempre la Sicilia e quindi anche il maestro Battiato
Finalmente ho letto il testo tradotto dal dialetto ed ho sentito tutto il brano intero,....ho anche letto la storia del brano....
Il più grande cantante italiano canta cultura su dialetti è sicilianu forti grandissimo
Non serve essere originari per apprezzare le cose belle
È questa cantata da Battiato la versione che da il vero senso drammatico di questo canto di dolore.
Il dolore per il destino amaro di chi è morto senza nemmeno un segno e di chi arrivato avanti negli anni vede solo la voce della.morte
Però è una canzone che diritta al cuore.
Gregorio Pugliese
se questo e' il testo originale, questo verso ha bisogno solo di una traduzione letterale, perche' nel dialetto e' di una forza poetica oltre che di una significanza, fortissimi.
La Sicilia la Regione più bella d'Italia Catania una bellissima città
Sei immortale
Bella interpretazione grande Franco R.I.P.
I LOVE SICILIA. QUESTA CANZONE MI PIACE UN SACCO
Lunica Versione Giusta,
Cosi la conosco da 70 Anni,
Senza lalareru Lala, e lu vivo ciama la morte Ma la morte nu rispunni...
da notare la differenza fra la prima e la seconda strofa, nella prima il grande maestro non canta ma accenna solo ad una seconda voce nella parte finale.Nella seconda strofa invece canta e si sente la differenza. Bella.
Cosi' senza ritornello trallalero trallalla' e' piu intensa e' verace.
Quante volte ci è capitato di interrogarci sulla vita che finisce? Forse tutti i giorni, credo che lo avvertiamo costantemente, a volte diventiamo improvvisamente tristi senza capire perché. Questa canzone, in realtà una ballata, ci mette concretamente di fronte alla realtà della nostra vita. Come se parlassimo direttamente ad una signora che impassibile si fa ricordare con ammonimenti, tutti allo stesso modo, che con lei abbiamo un appuntamento che non possiamo rifiutare. Pertanto pensiamo a lasciare un buon ricordo di noi.
Mortadella Bologna
Analisi ineccepibile
Bellissima versione, senza il trallallero fuori luogo che viene aggiunto di solito. Grazie!
+Ribqah Romana Sciarrone Questa canzone fu scritta per quelli che lavoravano in miniera e a cui la messa veniva negata quando morivano. Durante la prima guerra mondiale questa canzone veniva cantata ai soldati e per non renderla più pesante di quello che era (anche tanti soldati morivano senza un tocco di campane) fu inserito il trallallero.
Perché veniva negata?
+Ribqah Romana Sciarrone Perché a quel tempo si pensava che coloro che morivano nel sottosuolo (come i minatori) finivano negli inferi e quindi non erano degni di una messa, non potevano aspirare al paradiso,non potevano ricevere l'ultima benedizione.
+Gabriella Scalas Grazie per il chiarimento, ciao!
Hai detto bene....il trallalero è completamente estraneo al testo originale....qualche imbecille ha snaturato lo spirito triste del testo
Una triste storia tutta siciliana, la ricerca di una degna sepoltura, dopo una vita di stenti e tribolazioni.
La storia vera di una delle più celebre canzone siciliana “Vitti ‘na crozza".
Non è proprio una una canzone allegra e festosa. Tutt'altro.
Il vero significato delle parole ci riporta al mondo delle zolfare, fatto di faticosissimo lavoro e di sofferenza. Una canzone che ci ricorda la sofferenza e anche l’ingiustizia di chi passava la maggior parte della propria vita nelle miniere di zolfo della vecchia Sicilia e se aveva la sventura di morire tra le viscere della terra lì restava, sepolto senza nemmeno “un toccu ‘ri campane”.
Protagonista della canzone è ’na crozza, ossia un teschio. Un teschio che, attraverso il suo racconto, si fa promotore di una forte denuncia sociale, rivolta principalmente contro determinate usanze della Chiesa cattolica di un tempo. La maggior parte delle persone ha sempre ritenuto che il famoso ‘cannuni’ dove si trova il teschio, protagonista della canzone, fosse il pezzo di artiglieria cilindrico utilizzato per fini bellici, e che la canzone si riferisca ad un evento di guerra. Ma così non è; Il "cannuni" altro non era che il boccaporto delle miniere.
Il testo ripercorre l’ostracismo perpetrato dalla Chiesa, incredibilmente cessato solo verso il 1940, nei confronti dei minatori morti nelle solfatare. I loro resti mortali non solo spesso rimanevano sepolti per sempre nella oscurità perenne delle miniere, ma per loro erano precluse onoranze funebri e perfino, insiste la voce del teschio, un semplice rintocco di campana, perché zolfo e sottosuolo erano simboli e dimora del demonio.
La voce del teschio implora che qualcuno riservi anche a lui questa pietas, affinché una degna sepoltura, accompagnata da un’onoranza funebre che lo possa degnamente accompagnare nell’aldilà sia in grado di riscattare i suoi peccati e garantirgli una pace eterna dopo un’esistenza di stenti, contrassegnata da un lavoro massacrante in un’oscurità permanente".
(Sara Favarò - Storia di vitti 'na crozza)
forse non sono in grado di apprezzare in pieno. sono di Trieste....ma questa canzone è bellissima. Mia mamma era tedesa e mio nonno di Castevetrano.Forse il sangue significa qualcosa
Prima di guerreggiarvi inutilmente: il teschio è posto sopra una pietra (cannuni o cantuni, dipende da che parte della sicilia vi trovate). Provate a verificare anche sul Corpus di Canti e musiche siciliane di Alberto Favara.
Il testo è ripreso da alcuni versi che circolavano in Sicilia già a metà ottocento per cui ci sono diverse varianti che dipendono dal dialetto locale.
lu cannuni e la trasuta di la minera
Grazie, ora mi è chiaro. Non capivo il teschio sul cannone.
Grandissimo.franco battiato
Chapeau al maestro!
Grazie di tutto maestro
Viva la Sicilia, salviamo i dialetti per non dimenticare le culture locali.
Grandiosissimo Franco..
]
Il fatto che non abbia messo il larallallero fa di lui un grande intellettuale... grande maestro..
Fr/merci et salut d'une franco-sicilienne : Grenoble /Ravanusa
268707 vues le 23/10/2021
Bellissima canzone e interpretazione
Stupenda canzone
Canzone triste. Non sapevo si riferisse ai morti in miniera ai quali venivano pure negati i sacramenti. Franco Battiato un grande.
Grazie maestro!!!RIP
Bellíssimo!!!!
"Vitti na crozza supra lu cannuni" = Ossa insepolte
"E' un gran dolore morire senza un tocco di campane"
Cantuni...
@@marianajib8551 no, proprio "cannuni". In siciliano può indicare l'ingresso di una miniera
la cantavano anche Otello Profazio, Domenico Modugno e Rosanna Fratello
L' inno nazionale della REPUBBLICA SICILIANA arrangiato ccu marranzanu
Grande Artista ‼️💯💯💯🤷♂️
Siculi non si diventa Siculi si NASCE !!!!!!!!!
Grande
Resta l'ambiguità del termine "cannone", arma oppure ingresso della miniera di zolfo?
Battiato canta la seconda strofa, la prima è pino ingrosso
Rip Ciccio
u prufissuri!!
u vivo chiama e u mortu na rispunni = trad : il vivo chiama e il morto ci risponde.
Non l'avevo mai decifrata perfettamente questa frase. Grazie!
Grazie, utilissimo chiarimento🌹
aspetta il SICILIANO STANDARD, inteso come LNGUA SICILIANA e sta canzone e' forse una delle poche scritte in SICILIANO STANDARD e' unico!! da TRapani a CAtania...e cmq anche volendo considerare i dialetti.........nei dialetti SICULI cambia la fonetica e l'accento...il 95% dei vocaboli sono uguali anche nn vlendo considerare il SICILIANO STANDARD ma i vari dialetti Siciliani.....
Moltobellaiosonodioriginicalanre
Cantuni....
perché hanno sonno :)
Fin ora cannuni l'ho visto tradotto come:cannone,torre,pietra....ma qualcuno sa veramente tradurlo?
Una poesia che di commenta sola l'interpretazione di Battiato è altissima, per altro preso alla sprovvista durante la trasmissione della Rai e considerando il fatto che testuali sue parole "non l'ho mai cantata, neanche a casa".
Però la traduzione è imperfetta e l'ultima frase è sbagliata e storpia il senso.
Scusate ma non potevo tacere
Ottima osservazione.
intanto la traduzione é sbagliata; incominciamo da qui e n'avemu una!! ; )))
TRADUZIONE PALESEMENTE SBAGLIATA.
IL DIALOGO AVVIENE FRA IL TESCHIO ( LA CROZZA... IN SICILIANO AL FEMMINILE) E LA PERSONA CHE RIEVOCA I FATTI.
FUI CURIOSO E VOLLI CHIEDERE.... LEI ( IDDA...) MI RISPOSE CON GRAN DOLORE... :) :) :)
e poi non è un cannone ma un cantuni...un muro
ma ccu' minkia a fici sta traduzioni??? u' "cannuni" è la "torre di guardia".........Mpare ma d'unni si chi un sa parrari mancu ù sicilianu????
lu cannuni è una torre, non un cannone!
traduzione in italiano errata....
La traduzione è sbagliata alla grande
BATTIATO, ANCHE TU SBAGLI TU CA SI SICILIANO, NON CENTRA NIENTE "U CANNUNI" E' CANTUNI CHE ERONO BLOCCHI DI PIETRA LAVICA X RIPARARE LE CANTONIERE DELLE CASE.E POI TI RICORDO CHE E' UN DELICATO LAMENTO. ASCOLTA LA MIA VERSIONE INCISA CON LA DISCHI RICORDI.
Non credo che lo faremo.
Regards