La lettera scritta dai botanici italiani: www.fisna.it/wp-content/uploads/2024/06/Comunicato-SBI-SIB-SISV-FISNA-bosco_neofite_prato_18062024.pdf Qui potete trovare il video in cui parlo con specie aliene con Piero Genovesi: ruclips.net/video/Y8348Juzh_o/видео.html Puoi acquistare il mio libro: Se pianto un albero posso mangiare una bistecca? amzn.to/3UmMhnM
Giacomo, qualcuno deve dirtelo. e siccome nessuno lo ha fatto fino ad ora, mi assumo l'ingrato compito. Premessa: come molti di noi mascnietti, quando cadono i capelli, hai pensato: "ok, mi faccio crescere la barba". Ci sta, e' umano, e' "maschile" ricorrere a questo trucco, perche' diciamocelo, per moltissimi di noi perdere i capelli e' psicologicamente devastante. Peccato che nel tuo caso, il trucco della barba NON finziona. Per Bonaccini ha funzonato, per te, no. Giacomo, diciamocelo: hai la barba "brutta", fattene, facciamoncene, una ragione. poco sul mento. E' genetica, non ci puoi fare niente, cosi' come non ci puoi fare niente sull'alopecia. Ma puoi limitare i danni: vai da un barbiere BRAVO, fatti sistemare la barba: e' troppo lunga, troppo incolta, troppo lunga sulla gola e guancie e troppo scarsa sul mento. l'unico modo per compensare e' tenerla curata settimanalmente. un buon barbiere non fara' miracoli, ma limitera' i danni. Te lo dice uno che ci e' passato proma di te: VAI. DA. UN . BARBIERE. BRAVO.
Il prof Stefano Mancuso, è troppo avanti per essere compreso. Tutti gli ecosistemi con la biodiversità annessa subirà profondi cambiamenti e trasformazioni, di conseguenza, una migrazione di specie vegetali ed animali è già iniziata.
Lavoro in un bosco alle porte di Milano creato interamente dai cittadini a partire dagli anni 70, dove non c'era troppa accortezza sulle specie di piante all' epoca. è incredibile come le piante alloctone siano decisamente piu resistenti, tenaci, e prolifiche di quelle italiane. Ci sono ben poche possibilità di eradicarle tutte però sì comprende bene il significato di invasivo in questo caso.
Già il fatto che l'unica idea che ti viene in mente è quella di eradicarle, significa che il problema sei tu, non le piante. Qua da me in Sardegna hanno piantato centinaia di ettari di pino (piante quasi inesistenti sull'isola) sempre negli anni 60/70. L'intento era quello di tagliarli per far legna e per far ricrescere la macchina mediterranea. Le pinete sono ancora là, abbandonate a se stesse. Ma nel sottobosco avanzano lentamente lecci, olivastri, filliree, ginepri, lentischi, mirti etc. grazie all'energia fornita dagli aghi e dai pini che lentamente muoiono e lasciano spazio alle piante endemiche che prendono il sopravvento. Questo per dirti che bisogna sempre valutare la singola specie e la sua interazione con l'ecosistema, prima di fare una crociata contro le specie "invasive". Ad esempio una monocoltura di eucaliptus, difficilmente lascerà spazio alla macchia mediterranea. Anche dopo secoli.
Dal 1800 la foresta primaria europea è stata distrutta... Dalla frutta in poi tutto è ormai alloctono...facciamocene una ragione e creiamo piu verde possibile ❤
Da giardiniere e manutentore del verde, sono d'accordo sulla creazione di un parco dedicato alle piante alloctone. Alla fine è sempre un modo per fare divulgazione e, se l'area è circoscritta come potrebbe essere un parco pubblico, il pericolo di diffusione è relativo. Certamente un ligustro giapponese si dissemina uguale sia che si trovi nel "bosco delle neofite" sia che si trovi in un viale cittadino. Sulle motivazioni (queste piante saranno le nuove autoctone, come i migranti), qua si sfiorano le vette dell'assurdo. Innanzitutto queste piante non saranno mai autoctone. La robinia è qui da almeno 250 anni ed è considerata alloctona. Ma accostare migranti e piante alloctone è pessimo e pericoloso sotto ogni punto di vista. Detto questo, il "bosco delle neofite", leggendo le piante di cui è composto, mi sembra una gran para..lata: son tutte piante comunemente usate da decenni in parchi e giardini. Se non gli mettevano il nome, era un normale parco come tanti
La ringrazio per queste precisazioni tra l'altro mediate dalla sua pratica professionale. In effetti si esaspera il parallelismo con l'esperienza di immigrazione umana
Concordo. Effettivamente, leggendo la lista delle piante utilizzate per il parco, si tratta di specie che comunque sono già state introdotte nel nostro territorio e che alcune di queste sono anche largamente utilizzate come alberatura/decoro cittadino. Tralasciando il paragone migranti-specie aliene che è veramente becero, forse per tutto il resto si sta un po'esagerando (?) Sono molto curioso di sapere come andrà a finire.
Sono d'accordo: altrimenti posti come i bellissimi Giardini di Castel Trauttmansdorff a Merano (3mila specie diverse, da tutto il mondo) sarebbero una roba pericolosissima; invece stanno lì da tantissimo tempo, senza creare danno.
"se l'area è circoscritta come potrebbe essere un parco pubblico, il pericolo di diffusione è relativo" I parchi pubblici non sono perfettamente circoscritti. Gli uccelli entrano, ingoiano semi, escono e li diffondono.
Sono di Prato, ho visto la scritta Neofite e mi chiedevo di cosa si trattasse. Adesso me lo hai spiegato e ho capito che siamo anche anche al centro di una polemicona!
Sentendo certe critiche mi è venuta voglia di una polenta con il pomodoro, e perché no anche un po' di patate al forno con una spolverata di peperoncino.
Grazie per questo video, una visione da un punto di vista diverso che, seguendo Mancuso e leggendo i suoi libri, non sarei riuscita ad avere. Aspetto altri video su questi argomenti con piacere!
Da non esperta adoro Mancuso e il messaggio che promuove. Apprezzo molto il suo garbo insieme alla sua tenacia, ed è grazie a lui, non ad altri scienziati noiosi e prolissi, che tante persone semplici come me si sono appassionate dall'argomento. Non dimenticatelo.
Nella comunità accademica Mancuso è apprezzato per il fatto di aver avvicinato le persone non addette ai lavori all'argomento. E stop. Queste persone ora che sono avvicinate dovrebbero cercare di approfondire un po' 😊
Hai fatto un ottimo video su un argomento "spinoso " io sono dalla parte di Mancuso, anche, perché, negli anni ottanta fui responsabile del settore animalista degli Amici della terra e ebbi grandissimi scontri con il Florio (allora responsabile CITES del Wwf) che avrebbe voluto lo sterminio degli animali alloctoni. Globalizzazione e inclusivita sono anche questo: rendersi conto che le situazioni cambiano.
Ci rendiamo tutti conto che le situazioni cambiano, ma dobbiamo fare in modo che il cambiamento non sia negativo. Siamo responsabili del patrimonio naturale che abbiamo ereditato. Se le nostre introduzioni zoologiche o botaniche minacciano l'integrità degli ecosistemi di cui godiamo stiamo derubando le generazioni future.
@@Sorrowful00 inclusività a tutti i livelli. Sono, e sarò, sempre contrario agli stermini. Tra l'altro, ai colli portuensi (Roma) stanno potando i tigli in questi giorni. Come la vedi?
@@GianlucaFarfalleRossiRoma L'uomo non è l'unica specie che stermina. Il Procambarus clarkii ad esempio sta sterminando grandi quantità di anfibi da quando è stato introdotto, rendendogli inaccessibili i pochi siti riproduttivi che gli rimangono. Ovviamente la colpa è solo dell'uomo, il gambero fa semplicemente quel che deve per sopravvivere, ma proprio per questo è anche nostra responsabilità risolvere il problema. Sia con che senza il nostro intervento qualcosa morirà, ma possiamo far sì che da queste morti risulti un miglioramento dell'ambiente. I tigli per me sono sempre graditi in contesti urbani, e le loro fioriture consentono a tanti impollinatori passeggeri di sopravvivere al deserto urbano. Peccato che queste piante siano così spesso vittime di potature barbare.
Tralasciando il parallelismo specie aliene-migranti, ovviamente sbagliato e fuorviante, non vedo assolutamente il motivo di creare un parco piantando solo piante alloctone di cui alcune pure invasive, soprattutto dal momento in cui è una cosa di cui si è consapevoli, in un periodo storico in cui le specie alloctone causano d'anni ambientali evidenti ed innegabili, la realizzazione di una nuova area verde dovrebbe essere un'opportunità di aumentare la biodiversità locale. Personalmente sono allibito e molto sfiduciato, non vedo l'ora che avvenga un ricambio generazionale nella gestione di questi aspetti, sperando che noi giovani sapremo/potremo fare di meglio
Credo che il parallelismo sia stato forzato, mi sembra che in un momento di grande cambiamento, anche ambientale ,sia utile (preservando ciò che si deve), abituarsi all’idea che il mondo vegetale e animale cambierà in unterò più breve del passato (è già cambiato altre volte). Allo stesso modo con il quale si deve accogliere la diversità culturale, sociale ed economica di chi viene in Italia per una vita migliore, bisogna prendersi cura di piante “diverse”, oppure…la Meloni
Aumentare piante alloctone è aumentare la biodiversità, ma in ogni caso diventa tutto irrilevante considerando che si parla di 150 piante, l'equivalente di uno zoo per la flora.
@@emanuele676 no, è esattamente l'opposto, bensì ridurla, in quanto le specie alloctone, spesso grazie a pre-adattamenti tendono a soppiantare le specie autoctone, comportando così una riduzione dell'areale delle autoctone, a cui segue una diminuzione della diversità genetica , iniziando così il meccanismo comunemente descritto come "vortice dell'estinzione" (come per esempio sta succedendo con l'acero negundo o procambarus clarkii). Inoltre, pur non essendo un botanico esperto (al massimo più zoologo) 150 esemplari mi sembra una popolazione tutt'altro che ininfluente, soprattutto considerata la spiccata capacità delle stesse di riprodursi e propagarsi in breve tempo. Facciamo occhio allo studio, è importante non ragionare per mera logica, o si rischia di cadere nella più becera ignoranza
Ovvio che i nostri ecosistemi sono cambiati e cambieranno, ma perché modificarli volontariamente in peggio, quando si ha l'opportunità di preservare quelli preesistenti? Sul discorso delle solo 150 piante, personalmente non la vedo tanto come una raccolta di singoli esemplari, ma come la possibilità di avere un angolo di natura in più in un territorio antropizzato e con colture intensive portate allo stremo, rilevante anche anche da un punto di vista faunistico per esempio. Tra l'altro 150 esemplari ma i semi di certe specie si diffondono ed attecchiscono con una facilità disarmante, pur non essendo un botanico credo di poter fare queste considerazioni anche semplicemente guardandomi attorno. Ad esempio, abbiamo veramente bisogno di altre robinie? Ne siamo invasi figa, almeno qua in nord Italia, essendo tra l'altro una pianta perfettamente in grado di colonizzare ambienti nuovi, "monopolizzando" la composizione della vegetazione arborea, di fatto riducendo drasticamente la biodiversità della zona. Da tagliare tutte che sono ottimo legno da ardere. Spero di aver reso l'idea.
So che è offtopic ma sarebbe interessante un tuo commento da esperto della materia su quello che è successo a Marco Cappato al suo campo di riso ogm magari anche per sensibilizzare sul tema! In generale comunque complimenti per il canale e il progetto, ti seguo da tanti anni e ho sempre apprezzato il tuo modo di fare i video!
A dir la verità il campo non è di Cappato ma dei ricercatori UmiMI Vittoria Brambilla e Fabio Fornara. Cappato è stato al loro fianco per difendere la libertà di ricerca scientifica nel rispetto delle regole che lo stato italiano si è dato
Sono contento che sia successo, Mancuso oltre a essere un divulgatore è anche un importante accademico e penso che in questi ultimi anni stia un po' soffrendo di deliri di onnipotenza, come ritenersi il fondatore della "neurobiologia vegetale" (definizione che fa un po' ridere) e altre idee particolari che hai citato nel video, speriamo che queste critiche muovano qualcosa
Delirio di onnipotenza diagnosticato dall’alto della sua vasta conoscenza in psicopatologia, mi chiedo perché non le affidino incarichi importanti nella gestione della sanità mentale. In quanto alla neurobiologia vegetale da quello che scrive è evidente che non ne sa nulla e si è limitato a ruggire dalla sua tastiera.
Non mi sembra che dica niente di sbagliato anzi. Non direi la stessa cosa del creatore di questo video ne di tutte le persone che prendono decisioni per sradicarle queste piante, vero mangiatori di bistecche!? Chi è che ha la coda di paglia adesso!?
Ma, domanda "tecnica", al di là del lato comunicativo: fare appositamente un parco con specie invasive non è un enorme problema? Perché come si contiene la loro proliferazione? I semi non si diffondono in giro tramite i volatili e vari altri metodi? Come fa una situazione simile a non mettere a rischio tutti gli ecosistemi circostanti (e anche più lontani)?
Gran parte delle specie alloctone non si adattano bene all'ambiente di introduzione e non si diffondono, quelle che si diffondono sono dette specie alloctone invasive.
C'è differenza tra specie esotiche e specie invasive, per essere invasiva deve necessariamente essere introdotta accidentalmente e deve causare danni (estinguere un'abbondante specie locale), altrimenti è una specie naturalizzata, questo significa che si è integrata nell'ambiente ecosistema locale, come olive, pomodori e more che erano esotiche e oggi fanno parte dell'ambiente
Bravo Giacomo. Sono sempre più convinto che se ognuno di noi destinasse una piccola parte del proprio stipendio per supportare i content creator che offrono contenuti di qualità, l'intera società ne trarrebbe beneficio.
Immagino quale possa essere la posizione del professore rispetto alla proliferazione del granchio blu nell'Adriatico: "Quali danni ai pescatori? Il granchio blu sarà la specie autoctona del futuro. Dimenticatevi di vongole e cozze ed imparate ad apprezzare il granchio quando lo trovate in pescheria!"
@@emanuele676 No, ma infatti parliamo solo di danni stimati per il settore ittico italiano nell'ordine delle centinaia di milioni di euro. Che vuoi che sia.
Qualsiasi cosa è politica. Compreso trovare un pretesto per attaccare un botanico che propone di piantare alberi per contrastare l'effetto serra, senza proporre alcuna soluzione valida come alternativa.
@@antonhicks2671 Non è questo il punto che ha fatto saltare i nervi. Nessuno salterà in testa ad un altro perché vuole piantare alberi. Nemmeno se si fosse parlato di QUALI varietà di piante piantare ci sarebbero state grosse polemiche (grosse?.. se non fosse per questo canale non ne avrei sentito parlare). Ma se mescoli IMPROPRIAMENTE temi scientifici e temi politici: non fai un buon servizio alla botanica, non fai un buon servizio all'ecologia, non fai nemmeno un buon servizio alle tue tesi politiche.. fai solo chiasso e/o (mala)propaganda politica.
Ormai pure i parchi sono “propaganda politica” 🤣 Ma poi mi pare di capire che siano letteralmente 150 piante, non 150 specie di piante. Delirante, dopo i cartoni animati per bambini, si è passati ai parchi...
Se non fosse che gli scienziati non sono mai concordi su niente, ed essendo persone, vanno soggetti a passioni umane che determinano anche le loro convinzioni, alla faccia dell'onestà intellettuale
"Dovrebbe essere la scienza a guidare questo tipo di decisioni *politiche*, non l'ideologia", tralasciando che c'entra nulla con il tema del video, è davvero una frase significativa.
@@emanuele676mi senbra invece che oltre a esser di buon senso sia anche in topic con il video. Vedi come quando parla della piantumazione di alberi per la co2 che è ridicola scientificamente. Così come sppunto la puantumazioni di specie estranee al contesto dovrebbe esser basata su valutazioni scientifiche
@@criba84 No, non c'entra nulla col video, che pala di architettura paesaggistica (poi certo, immagino che tecnicamente sia considerabile da alcuni scienza), ma a parte questo, le scelte *politiche* sono... politiche.
Il fatto è che - aldilà del messaggio politico - a causa del riscaldamento globale le piante aliene sono paradossalmente più adatte a vivere in Italia piuttosto che quelle autoctone (purtroppo). Credo che sia anche questo un motivo per cui mancuso abbia fatto questa scelta.
La maggiore adattabilità delle piante esotiche rispetto alle autoctone nelle città italiane non è supportata da alcuna evidenza tecnica. Semplicemente molti arbusti ed erbe autoctoni sono di difficile reperibilità nel circuito commerciale, e molte di esse sono semi sconosciute anche a paesaggisti e architetti.
@@andreavannini157 Sembra esserci una strana tendenza a credere che le piante invasive in Italia vengano da regioni calde e siano in espansione per via del riscaldamento globale, quando in realtà la maggior parte di esse proviene da zone climaticamente molto simili alla nostra.
Io sono d accordo con Mancuso, purtroppo certe piante si adattano l cambio climatico più di altre, e così funziona la natura e l evoluzione, non ci possiamo fare niente...ha ragione Mancuso
Video molto interessante! Mi ero persa la lettera, ma avevo letto la notizia del parco. P.s. Che bello come si stanno espandendo le piante nel tuo studio :D
@EntropyforLife: Premessa: ho letto il tuo libro e quando sono arrivato al capitolo dell'assorbimento della CO2 da parte delle piante sono rimasto stupito nell'apprendere che la piantumazione di nuove piante da un contributo irrisorio all'assorbimento della CO2 di origine antropica. Approfitto di questo video per farti la domanda che volevo farti quando ho letto il libro: ci sono biologi/botanici che stanno studiando nuovi innesti (o anche modifiche al livello di DNA) per creare una nuova specie di piante che riescono ad assorbire una quantità d CO2 di un fattore 20-30 in più a quelle classiche? Tempo fa avevo letto che la Paulownia assorbe molta più CO2 di altre piante nostrane. Tipo creare una "super-Paulownia" è una possibilità che la comunità scientifica sta prendendo in considerazione, oppure, il fatto che, di fatto, è una specie invasiva porta i biologi a scartarla come possibilità? Spero che leggerai il mio commento e trovarei il tempo di rispondermi (poi, se ci fai direttamente un video o qui o su More Entropy è ancora meglio). Ciao e complimenti ancora per il lavoro che svolgi
Non mi riferisco al tema in questione che conosco poco, credo però che chiunque, anche i più esperti in qualcosa, ricevano critiche da altri esperti o da non esperti. Video Like 👍
Scusami, ma neofite non mi pare sia sinonimo di aliene invasive. Dall'elenco di piante che ho trovato in rete mi pare che le specie utilizzate siano disponibili i qualsiasi vivaio di giardiniere
Molte specie ancora disponibili nel circuito commerciale, come ad es. la Buddleja, sono già ritenute infestanti in Italia. Solo che l'evoluzione della normativa e dei divieti è più lenta dell'affermazione delle piante esotiche in natura.
Hanno piantato Robinia pseudoacacia, una delle specie più invasive possibile. Anche la Quercia rossa... Il punto è che l'Italia dispone una grandissima scelta di specie adatte al clima (anche al clima del futuro) che potevano essere impiegati per fare verde in città. Invece hanno scelto attivamente di escludere le autoctone e favorito 'i piccioni'. Perché?
Bisogna coprire la città di verde, sì, ma il tipo di verde conta. La scienza dimostra che i nuclei di specie invasive sono una fonte di materiale che si diffonde poi più ampiamente nel ambiente, e l'Italia è obligata a proteggere e conservare gli habitat naturali che possono essere invasi da materiale proveniente da nuclei tipo questo. Magari a Prato nello specifico si tratta soltanto di un parco urbano come altri, ma dire al pubblico che qualsiasi tipo di verde va bene non è per niente 'virtuoso'. Le specie invasive sono oggettivamente dannose, in certi casi anche all'infrastruttura, e rappresentano un costo che va pagato tramite la tassazione. L'Italia ospita una vasta gamma di specie autoctone da una vasta gamma di ambienti e di clima. Dal elenco di specie piantate (disponibile dal sito del progetto) non c'è neanche una. Hanno escluso a priori una gamma di possibilità più vicina alla natura sostanzialmente per avere un'idea diverso di progetto per un parco urbano, abbinata, però, con concetti non accettati da tutti quelli che stanno cercando di fare la progettazione del verde informata dalla scienza e consapevoli degli obbligi dello stato di proteggere il territorio più esteso. È lo posso dire perché sono un professore universitario, ma nel mio caso studio le specie invasive e la conservazione delle autoctone, e non la neurobiologia di organismi che, anatomicamente, non hanno neuroni.
Alla larga dalle strumentalizzazioni ideologiche, l'argomento nella sua complessità comporta delle scelte da fare che variano a seconda del contesto, urbano, forestale, agricolo........e delle risorse a disposizione per orientarlo a obiettivi di necessità in diversi campi, scientifico, storico, produttivo, artistico.........
@@lessiniaflowerspuoi pure sdradicarlo, tanto si riprende in un modo o nell’altro. L’Ailanto è un serissimo problema che si sta trascurando fin troppo, da essere quasi irreversibile.
Complimenti per il video coraggioso, perché ci vuole coraggio anche per sollevare anche la più lieve delle eccezioni a qualche dogma mancusiano (e i commenti stizziti degli adoratori del Mancuso lo dimostrano perfettamente) 👍
@@Angelo7055 ma è una linea genetica/varietà fenotipica estinta, in un certo senso è una parte perduta della biodiversità umana, e questo è descritto come parte dell’evoluzione non adattativa, è chiamato effetto del fondatore.
C'è stato anche un forte impatto economico (econoomie di sussistenza in cui si è costretti a sottrarre una percentuale elevata della popolazione per andare a lavorare in miniera) e sociale (sradicamento sociale dividendo i gruppi e senza radicamento stabile su un territorio preciso). Questo va oltre l'effetto biologico del fondatore.
Mancuso è una figura molta controversa c’è chi lo ama e chi lo odia. Al netto delle sue posizioni estremiste e bizzarre ha fatto anche ottimi interventi. Ps. Piantare alberi in città potrebbe ridurre notevolmente la CO2 in maniera indiretta con l’abbassamento della temperatura media e il conseguente minor uso dei codizionatori. (Anni fa si dimensionavano gli impianti a livello di consumo e assorbimento sull’inverno ora lo si fa sull’estate)
Capisco che Mancuso sia ormai una star e mettersi in antagonismo offra maggiore visibilità però.... - Perché contestare l'evidenza ? - Perché usare argomenti faziosi ? - Perché cercare la scontro ? Evitando ogni polemica con questa lettera e questo video, vorrei dire una cosa a chi legge i commenti. Questa idea che la politica debba restare fuori è un mito da sfatare: ogni azione che compiamo è politica ossia scelta (compro la verdura dal contadino vicino a casa così lui sopravvive e io non ci rimetto la salute OPPURE vado dal fruttivendolo più economico e non voglio sapere niente su cosa sto comprando basta che costi poco). Ogni nostra azione è politica, figuriamoci quella di uno studioso e di un personaggio pubblico come Stefano Mancuso. È fondamentale confrontarsi su temi autenticamente Politici altrimenti lasciamo mano libera ai politicanti di proseguire indisturbati nel fare scelte per asservire l'imprenditore / il capitalista di turno che senza argine erode ogni giorno qualunque regola, qualunque logica e qualunque morale. E tardi potremmo scoprire che hanno scelto di trascinarci dentro la terza guerra mondiale. Grazie
Salve a tutti. Io vivo sul Lago di Como. Zona verdissima ma boschi quasi impenetrabili perché pochissime persone curano il bosco e quindi ceppaie di castani con 5 6 7 alberi altissimi e molto larghi di diametro con foglie solo sulle fronde più alte e pronte con qualche vento potente a cadere e distruggere tanti altri alberi soprattutto quelli che formano il sottobosco e quindi il futuro boschivo non molto buono per via della poca luce che filtra in più dopo 2 anni di siccità soprattutto estiva ha visto morire tante giovani alberi. Quest'anno si ne nasceranno nuove visto l' umidità di questo periodo. Quindi curare i boschi impenetrabili per via dei rovi, edera e vitalba che uccidono piante giovani e vecchie. Sono boschi misti castani, faggi, carpini neri, aceri, betulle, frassini e tantissimi, che prima erano pochi tigli che stanno invadendo i boschi infine abeti rossi ma il bostrico sta' facendo strage, larici e querce poche ma stanno aumentando. Se ci sono piante che non siano invasive e che producano più ossigeno io sono d' accordo che vengano messe in natura ma qui basterebbe che le amministrazioni comunali obbligassero a curare i boschi e se il propietario non può trovare un' accordo con altri per farlo ma obbligarli e attenzione alle betulle che sono molto importanti perché assorbono molta CO2 invece spesso vengono tagliate perché rutenute belle ma inutili. 😊😊😊
@@Sorrowful00 non direttamente ma col tempo in certe situazioni possono contribuire al declino dell'albero. Si tratta di piante autoctone ma la presenza eccessiva di rovo, vitalba ed edera è indice di un bosco degradato/perturbato dall'uomo
@@alessandro185 Appunto, come dici tu queste piante sono indice di degrado, ma non la causa. Edera e altri rampicanti tendono a espandersi principalmente su alberi morenti o già morti la cui corteccia è secca e fessurata. Per un albero sano edera e Clematis non costituiscono alcun pericolo, anzi sono un valore aggiunto fornendo microhabitat per la fauna.
@@Sorrowful00 ni, sono indice di degrado ma quando sono troppe contribuiscono al degrado, perciò in un bosco disturbato dall'uomo, è auspicabile rimuovere quelle che impediscono la crescita degli alberi sani, specialmente quelli autoctoni. In un mondo senza uomo i boschi fanno da sé ma è utopia
Per me Mancuso sta rivoluzionando il modo in cui le persone vedono le piante in maniera positiva..un grande scienziato e comunicatore.. narratore. Capisco anche il non denigrare troppo le invasive...ma andare addirittura a promuovere le piante "aliene" dovrebbe essere vietato per legge...e gli ecosistemi..e gli altri esseri che vivono con le attuali piante? È incredibile...😮
In questo caso la legge Regionale non vieta l'introduzione di piante esotiche nel contesto urbano, ma vieta l'introduzione in 'habitat' naturali. Quindi, questo progetto, tecnicamente, non è illegale. Però, detto da esperto di specie esotiche e della conservazione di specie autoctone, la scienza dimostra che la fonte di materiale che arriva poi nei ambienti protetti sono i giardini e parchi, quindi il progetto potrebbe effettivamente essere contro l'obbligo dello stato di proteggere i suoi ambienti naturali e semi-naturali. Non è una situazione bianca e nera, ed è per quello che bisogna stare attenti con i messaggi al pubblico, soprattutto il messaggio che sono specie 'ormai considerate autoctone'.
Io sono per la divulgazione che fa Mancuso e continuerò a proporre i suoi video ai miei ragazzi durante le lezioni perché sono chiari e semplici ma allo stesso tempo intelligenti e profondi
Quindi mi stai dicendo che il mio abbonamento al tuo canale che finanzia l'acquisto delle piante nel tuo studio non è una misura sufficiente per contrastare il cambiamento climatico? Che delusione!😂
Infatti le piante in casa servono a coloro che vivono in città per pulire l'aria interna a costo nullo, mi sembra una buona idea. Non mi sembrano buone idee invece quelle del creatore di sto video demenziale
La critica nei confronti del prof. Mancuso mi sembra per usare un solo termine pretestuosa. “Nell’accademia” c’è sempre stato pluralismo, ci sono sempre state divergenze e dibattiti, anzi devono essere desiderati per il progresso scientifico, lei, in quanto divulgatore , fa bene a sottolineare posizioni diverse che non possono e non devono essere pregiudiziali. L’è se gesti di quanto affermato dal prof. Mancuso è bene che la faccia lui stesso. Dal mio punto di vista, profano e non accademico, il dibattito su un parco urbano, di recupero mi sembra fuori luogo. Le piante come si sa hanno una capacità di diffusione diversa e più efficace degli animali, i semi e non solo. Possono viaggiare per mare, con il vento, attraverso altri animali e via discorrendo. Il 90 % delle nostre coltivazioni sono aliene, basta ricordare le patate, i pomodori e il mais. Gli agrumi non sono siciliani o calabresi e questo vale per molte altre piante da frutto. I parchi pubblici delle nostre città sono pieni di piante aliene che ancora oggi vengono piantumazione secondo criteri economici , estetici o pratici. Insomma mi sembra la solita tiritera di quell’italiana invidiosa che non tollera il successo, seppur mediatico di una persona.
Senza offesa ma dal tuo commento si vede che non sai di cosa stai parlando. Patate e agrumi sono alloctone, ma non hanno alcuna possibilità di insediarsi negli habitat naturali locali e di competere con le specie autoctone, quindi non si tratta di piante invasive. Sì, le piante hanno un'ampia capacità di diffusione, ma ci sono comunque limiti climatici e geologici che le impediscono di espandersi per il mondo e le circoscrivono in habitat specifici che ne determinano la funzione ecologica e il progresso evolutivo. Queste barriere cambiano lentamente, nel corso di milioni di anni e se l'uomo le porta da un lato del globo all'altro nel giro di un giorno i risultati possono essere gravissimi, come è stato già appurato più e più volte. In fine essere contro corrente non significa essere progressisti. Le osservazioni di Mancuso non hanno alcun fondamento scientifico e sono basati su pura retorica. Vero che la scienza deve accogliere nuove idee, ma solo se queste idee hanno solide fondamenta.
Sono giardiniere da tanti anni e nei nostri giardini non ci sono piu piante autoctone ... se questo è un problema bisognerebbe far chiudere il 90 per cento dei garden e dei vivaii.... e piantare solo piante forestali .... la vedo un po difficile .... sono cmq d'accordo che le specie dal luogo vadano salvaguardate.... ma penso sia sempre stato cosi .... il verde a bisogno di tanta manutenzione., il problema ,a mio parere , è proprio la mancanza di personale capace e di costanza nelle manutenzioni ... troppo comodo passare ogni due , tre anni con motoseghe e trincia.... gli alberi vanno rispettati e accuditi ....
Non bisogna chiudere giardini e vivai, bisogna sensibilizzarsi e modificare progressivamente il mercato per favorire la produzione e vendita di specie autoctone.
@@Sorrowful00 non è quello che intendevo... ci sono specie invasive che non riusciremo più a sradicare dal territorio ... che dobbiamo gestire .... c'è tanto da lavorare e pochi soldi da spendere .... ma tu come la vedi una seghera o un olivo centenario piantato in Veneto?
Assolutamente d'accordo con te. L'intento a monte potrebbe essere stato quello di far parlare il più possibile di questa vicenda, nel bene o nel male ed era ovvio che il mondo scientifico (o quantomeno chi di competenza come biologi, naturalisti, ecologi ecc...) avrebbe reagito in maniera critica. Nel momento storico in cui viviamo è necessario pensare alla natura non come singole specie ma piuttosto come insiemi di superorganismi, cioè insiemi complessi di esseri viventi in continua relazione, evolutesi insieme nel corso del tempo nei loro areali naturali che nulla hanno a che fare con stati e nazioni. Paragonare le piante alloctone ai migranti è una cosa concettualmente assurda, si mescolano ambiti totalmente differenti che hanno problematiche e soluzioni diverse. Infine aggiungo che l'Unione Europea ha già avviato contro l'Italia procedure di infrazione per non aver fatto abbastanza (quasi nulla direi) per il contrasto alla diffusione delle specie invasive, problema enorme al giorno d'oggi per la conservazione della biodiversità al pari di inquinamento e alterazione degli habitat, e noi che facciamo invece? Ne piantiamo altre...😢 www.anmvioggi.it/rubriche/europa/73852-ias-italia-deferita-alla-corte-di-giustizia-dellue.html
Avevo sentito Mancuso in un podcast parlare in difesa dell'Ailantus ed ero rimasto molto sorpreso per questa posizione radicale. La cosa positiva è che si parli di un argomento troppe volte marginale.
Ma se è per questo sono piante aliene in Italia pure i limoni, aranci, mandarini, ma anche gli amati olivi (originali dell'anatolia), così come i cipressi, tutte le palme tranne la chamaerops humilis, sterminate specie di piante e alberi ornamentali, sino ai ficus, di cui le nostre ville comunali sono piene zeppe, e ancora arbusti usati come spartitraffico (pittosporum tobira)e alberature stradali (eucalipti).... Il problema è se lo fa Mancuso?
Incredibile tutta questa passione per difendere li PIANTE locali e la totale indifferenza nel proteggere la cultura tradizionale degli italiani. Da vomito. 🤢🤮
Il problema è se le piante sono invasive e dannose per gli ecosistemi locali. Limoni e mandarini non hanno alcuna possibilità di insediarsi nei boschi locali e competere con le specie autoctone, quindi non sono invasive. Incredibile che non ci arrivi da solo.
Fra l’altro secondo me non si può parlare di specie aliene in questo caso visti i profondi mutamenti che il clima sta subendo a causa del riscaldamento globale, in Sicilia sta diventando impossibile coltivare qualunque cosa, sia per le temperature che per la mancanza d’acqua, sembra di essere già dentro il libro di Telmo Pievani (Viaggio nell’Italia dell’Antropocene) ..considerando anche tutti gli alberi che abbiamo perso a causa degli incendi negli ultimi anni. Con tutti i problemi che la crisi climatica sta causando questo mi sembra un problema più formale che altro.
@@EcoFilosofiaAgricola_ Le specie autoctone della nostra penisola sono sopravvissute a eventi climatici ben più estremi rispetto al riscaldamento globale attuale, e anche per questo sono le più adatte a vivere qui. Continui a parlare di agricoltura ma la questione delle specie invasive è anche e soprattutto di natura ecologica.
Grazie, è sempre importante mantenere uno spirito critico. Certo che per una profana come me, non nego che si generi un certo sentimento di sfiducia... non avendo gli strumenti per saper valutare il peso delle informazioni che senti divulgare, non sai più se puoi fidarti di chi appare autorevole o meno.
Fidati di Mancuso e lascia perdere sta gentaglia che non parla in pubblico perché non ha le conoscenze sufficienti per farlo. Ti parlo da professore di scienze e matematica e laureato in chimica
È bello dopo una giornata lavorativa, vedere gente come tu luca perri barbascura che fa sperare in un futuro, per il metodo comune che avete anche se con modi diversi di comunicazione: 1 Studiare 2 divulgare e 3 riflettere sulla deriva populista. grazie.
Salve, Mi chiedo se magari si potrebbe scoprire che una pianta aliena invasiva "da sola", non lo è più se è accompagnata da altre aliene..... Potrebbe succedere?
Sì, nel loro luogo d'origine accampagnate da altre centinaia o migliaia di specie non sono invasive. Se importassimo tutte quelle specie e ricostituissimo da zero le comunità vegateli italiane quelle specie non sarebbero più invasive 😂 Spoiler: non funzionerebbe. A parte gli scherzi questo si fa di più per gli animali importando specie che nel luogo di orgine sono competitori o predatori di animali invasivi
Assurdo il parallelo piante- migranti, veramente pessimo. Ben vengano i giardini ma perché non metterci piante autoctone rare che forse non tutti hanno occasione di vedere?
Perché molti paesaggisti e architetti hanno una conoscenza estremamente limitata del patrimonio botanico autoctono e del relativo potenziale ornamentale.
Una cosa simile accade con i Gatti domestici. Mi spiace che Mancuso questa volta davvero abbia preso un palo, dato che lo seguo ed ho letto quasi tutto cià che ha scritto.
Fare politica è una bella cosa, se fosse così ha svolto a pieno il suo ruolo di accademico e intellettuale. Gli accademici che non facevano politica e si asservivano, in genere firmavano documenti che avvallavano le leggi razziali e la cacciata di tutti gli ebrei dalla accademie. In Italia erano più del 99% dei docenti con poche decine di mirabili eccezioni che pagarono con la vita e la carriera il fatto di fare politica. Si può non essere d’accordo con le idee espresse, ovviamente, ma che “fare politica” abbia un accezione negativa può valere solo per gli stolti.
@@STEFANODIEUGENIO Fare politica è una cosa nobile per un accademico, usare la propria credibilità scientifica per distorcere la biologia a fini politici invece no!
Naturalmente il fatto che abbia usato la propria credibilità scientifica per distorcere addirittura la biologia è un giudizio che viene da un pulpito meno credibile scientificamente. Oltretutto era una accusa che ci poteva stare col dott. Prof. Mengele, per il buon Mancuso mi sembra un tantinello esagerata!
Da poco ho letto Fitopolis, libro di Mancuso piuttosto interessante, ben scritto e ben impostato, a mio avviso. Ho letto anche il tuo libro, e quindi conosco le posizioni per cui gli alberi incidano poco nell'assorbimento di CO2, ma occorre notare che in Fitopolis, dove viene descritta la necessità di trasformare le città in boschi abitati, si parla approfonditamente dell'effettto positivo delle piante per aspetti proprio di biodiversità e soprattutto di umidità e calore, o anche per la semplice piacevolezza estetica, ma mi pare non venga menzionato o quasi l'impatto sulla CO2. Cosa pensi nello specifico al riguardo? Ha senso la posizione di Mancuso su tutti gli aspetti slegati dalla CO2? La cosa strana è che a memoria mi pare che nello stesso volume sia rispecchiata la preferenza verso le piante autoctone, e non capisco la deriva di questo progetto... Per quanto riguarda l'accostamento tra "specie umane" e specie di piante, trovo che sia pericoloso, azzardato, fuorviante, e spero che ci sia sotto una generale incomprensione.
@alessandroforlin87 A me invece non sembra così sbagliato. E' un paragone azzardato ma non fuorviante. Il timore che piante alloctone possano sostituire le autoctone è accostabile alla paura della 'sostituzione etnica' che tormenta molti individui e gruppi sociali. Ed è questo ad aver dato tanto fastidio, nelle parole del prof. Mancuso, a mio parere...l'idea che siano due fenomeni del tutto naturali e inarrestabili. Ma lo sono, e il professore ha ragione. Si vuole dimenticare che nei millenni e nei secoli sono state proprio le migrazioni umane a portare nel nostro territorio una quantità incredibile di piante e animali nuovi, oggi ormai ben adattati e valorizzati nelle nostre specialità gastronomiche e nei prodotti tipici regionali e nazionali per cui siamo tanto apprezzati nel mondo. E' una paura irrazionale. Comunque la natura non ha bisogno del nostro intervento regolatore, sa benissimo come ripristinare da sola gli equilibri alterati: per ogni invasore nocivo arriva il predatore che riesce a decimarlo. Certo ci vuole tempo. Intervenire serve a noi che abbiamo fretta, non al pianeta.
Si ma il paragone è basato sulla comprensione e l’accettazione della diversità, è una metafora, se stiamo a questo livello di dibattito non bisogna votare Bersani perché vuole mettere le mucche nei corridoi delle case italiane. Sveglia, scrollate di meno e soffermatevi sui contenuti!
Il fatto è che gli esseri umani sono un'unica specie, senza razze... L'uomo è onnipresente, non esistono specie "aliene" o uomini alloctoni. Dire che alcune persone saranno gli "italiani del domani" significa dire che oggi sono qualcosa di diverso, mentre la mia posizione è che non sia così, soprattutto se la si pone dal punto di vista scientifico. La sostituzione etnica non ha motivo di spaventare perché è un concetto inconsistente, può esserci eventualmente un'ibridazione culturale. Cosa che, dal canto mio, se comportasse una deradicalizzazione del concetto di identità e una più elastica integrazione tra culture non potrebbe che essere una cosa buona. Il prof. Barbujani può essere un primo riferimento per farsi un'idea scientifica nel merito della questione... Resta vero che cercare l'accostamento tra la scelta di piante e un messaggio politico è azzardata e, per come la vedo io, fuori luogo.
Errori comunicativi a parte, esistono studi seri su possibili vantaggi dati da immissioni controllate di specie aliene allo scopo di migliorare la biodiversità in ambienti soggetti a forti cambiamenti climatici? (sia anticipando gli spostamenti dei vari tipi di flora, sia "inventando" habitat nuovi che però possano risultare efficaci).
L'opposto - ci sono tanti studi scientifici che dimostrano che, ad es. la quercia rossa piantata qua, diminuisce la biodiversità perché produce composti chimici nocive per le altre piante e le foglie morte coprano il terreno e non fanno germinare i semi delle altre specie. Al di là del cambiamento climatico non vanno bene per la biodiversità. La loro crescita è forte, sì, ma ad un costo per la biodiversità.
Mah...mi sembra che si stia discutendo riguardo ad una delle tante dita che puntano la luna, dimenticando appunto di guardare la luna, cioè il problema del riscaldamento globale, che merita molta più attenzione. Riguardo a questo infatti i ogni contributo potrebbe essere determinante e utile, quindi immagino che queste polemiche sui modi di comunicare di questo grande scienziato siano abbastanza inutili. Sono anni che Mancuso per meglio spiegare la portata delle conseguenze del riscaldamento globale fa presente agli ascoltatori la portata immensa , rispetto ad oggi,che i flussi migratori assumeranno, dato che molte parti del pianeta saranno inabitabili. Ma questo è un tabù ancora in affrontabile, sebbene ormai vicino, al di là di qualsiasi opinione politica, sarà un fatto. Sarebbe meglio prepararsi.
La prima volta che ho ascoltato Mancuso ho pensato che era geniale. La seconda ho avuto qualche dubbio a riguardo. Dopo quanto detto in questo video, lo ritengo veramente balzano e balengo. A mai più.
Fai ecologia in tutti i sensi. Ache del dibattito, della terminologia, del modo in cui si imposta la comunicazione scientifica ai grandi pubblici. Ti guarderei anche se non mi importasse nulla dei temi, perché ragioni in maniera stimolante.
Ciao Giacomo, ti seguo da tempo e mi piace il tuo modo di porti, sempre molto pacato e mai "estremista". Venendo al video, ho sentito più di qualche conferenza del Prof Mancuso, e mi verrebbe da dire, che il suo stile comunicativo (ad esempio descrivere le piante come molto simili ad animali o uomini) serva a penetrare l'attenzione del grande pubblico che altrimenti risulta molto apatico all'argomento! Per quanto riguarda la sua attenzione verso la piantumazione devo dire che la condivido in pieno, non tanto per l'assorbimento di CO2, ma molto per l'impatto sulle temperature, e perché in molte zone di dissesti idrogeologici magari potrebbe essere utile qualche pianta in più! Magari sbaglio, ma questa è la mia opinione, e sarei curioso di avere una tua risposta Graziee per i tuoi video
A cosa serve portare l'attenzione delle persone sulle piante se quest'attenzione è sostenuta solo da cazzate? Far credere alla gente che le piante abbiano "intelligenza" o "sentimenti" non conduce in alcun modo a una maggior consapevolezza ecologica. C'è bisogno di gente informata e sensibilizzata sulla biologia, le funzioni ecosistemiche delle piante e la loro importanza, non di gente che le scambia per persone. "Per quanto riguarda la sua attenzione verso la piantumazione devo dire che la condivido in pieno, non tanto per l'assorbimento di CO2, ma molto per l'impatto sulle temperature, e perché in molte zone di dissesti idrogeologici magari potrebbe essere utile qualche pianta in più!" Tra le piante che Mancuso ha scelto ce ne sono molte che costituiscono un serio pericolo per gli habitat naturali locali, piante che sostituiscono quelle native formando monocolture che non offrono habitat e sostentamento per gli animali, dissestando quindi l'equilibrio degli ecosistemi. Anche le specie autoctone riducono le temperature, mitigano i dissesti idrogeologici e assorbono Co2, ma in più sono parte integrante dei nostri ecosistemi. Con la consapevolezza scientifica di oggi non c'è motivo di piantare altro in un parco pubblico.
@@Sorrowful00 io non sono un biologo, e non me la sento di etichettare delle ricerche come "cazzate"... Anche perché la definizione di intelligenza non è così chiara neanche per le specie animali!! In merito alla piantumazione, non è che ho detto che voglio per forza specie aliene come L'Ailanto, ho semplicemente detto che qualche pianta in più non farebbe male, sbaglio??
Ciao non so se leggerai questo messaggio ma la tento comunque, ho questa idea che mi gira in testa da un po': se anziché piantare mille miliardi di alberi (che dire mille miliardi in scienze è un po' come sparare un numero a caso, un fantastilione) si realizzassero impianti di fitodepurazione con piante a accrescimento rapido tipo bambù giganti e poi ogni anno li si taglia e mediante un processo di pirolisi li si carbonizza e il carbone lo si compatta e lo si interra ad esempio in cave abbandonate o aree ad hoc potrebbe avere qualche impatto? Pensa ad esempio il dendrocalamus sinicus che di suo cresce fino a 35 metri a una velocità di 30 centimetri al giorno e fusti che arrivano a pesare 450 chili. Per di più con la fitodepurazione avrebbe acqua, nitrati e fosfati a volontà quindi crescerebbe a bomba. Infine dalla pirolisi si può ottenere syngas, metanolo e altri composti di interesse industriale. Mi farebbe molto piacere avere una risposta a questo quesito ma in ogni caso ti faccio i complimenti per l'impegno profuso nel tuo progetto. Ti sosterrei ma purtroppo come direbbe il buon Frank Gramuglia sono povero come la merda... 😅
Bravissimo Giacomo; obiettivo, analitico e esaustivo in poche parole. Sono convinto che se tu entreresti in politica non beccheresti neanche un voto, troppo intelligente da non accontentare nessuno piuttosto di dire una fesseria. Sta attento a parlare degli accademici, sono in cattedra dalla parte della cadrega
Quindi dobbiamo stare fermi mentre le specie autoctone che abbiamo ereditato si estinguono? Perché secondo te la nostra inerzia è naturale ma il nostro intervento attivo no?
@@Sorrowful00 quindi ho espresso una mia opinione, remare contro l'inebitabile con sforzi immani mi sembra piú impegnativo che porre le basi per un mondo di domani e nuovi sistemi - sono i miei viaggi mentali non ho alcuna professione manco quella di fede
Per essere equi e democratici, dovrebbe esserci la possibilità di votare per le persone che sono d’accordo o meno con la sua teoria/stefano. Penso che sia sbagliato essere contro Stefano! La scienza non funziona rincorrendo le persone, discutiamo di idee e non di persone! Questi sono i principi di base quando si studia la BIOetica, è anche il suo lavoro sperimentale basato sugli anni di ricerche e studi che ha sviluppato, cioè tutto ciò che sta facendo è un processo scientifico valido, semplicemente dando la caccia a una persona per il fatto che fa Non sono d'accordo, non è scienza, è solo intolleranza, proprio come lo stesso Charles Darwin fu perseguitato. Oltre alla teoria dell'evoluzione, l'evoluzione non adattativa stessa è un valido lignaggio evolutivo, le ricerche e i progetti di Stefano sono ricerche e idee scientifiche valide, ma non sono conservatrici, sono teorie moderne.
Sul fatto che le teorie di Mancuso non siano conservatrici ho i mei dubbi ma non è il punto centrale del discorso quindi non mi esprimo. Le persone che hanno criticato la scelta di Mancuso è vero, nelle università e in privato lo criticano in modo più personale, ma la lettera non era contro Mancuso ma contro il suo metodo. La sua rilevanza mediatica gli consente di raggiungere molte persone, proprio per questo ha la responsabilità di essere corretto nella sua divulgazione scientifica nei confeonti di quelli che sono concetti scientifici appurati. Che le specie invasive siano un problema è accettato dalla maggior parte della comunità scientifica, e dire il contrario è indice di ego e personalismo che è proprio quello che tu critichi
In pratica hai detto in maniera un po' mascherata che Mancuso è un ciarlatano, che ha fatto e fa della semplificazione e della politicizzazione della botanica una occasione di carriera. Forse sarebbe più utile dirlo chiaramente, per togliere ogni dubbio a chi ancora ne avesse. Io che Mancuso facesse parte del "Partito dei Buoni & Giusti" lo avevo già capito da un pezzo...
Basta ricordarsi cosa è successo a Vaia. Non è sufficiente piantare una specie di alberi per salvare il pianeta, bisogna piantare anche tutta la vegetazione che fa parte del suo habitat autoctono
Ho ragione = rosicano Ho torto = me lo fanno notare quindi rosicano Questa è la retortica da ritardo mentale che infetta il discorso italiano da anni. Ce ne libereremo mai?
Scusami, ma in questo video si dice che si tratta di specie aliene invasive, ma non si spiega quali sono le specie piantate in quel giardino. Perché è quel termine "invasive" che non è neutro ed andrebbe inquadrato correttamente rispetto al contesto e invece non viene fatto.
Non è l'assorbire che conta, ma la capacità di stoccare nel lungo termine. È per questo che Paulownia in realtà non conta molto - sarebbe meglio favorire le zone umide dove lo sfagno e altre piante da torbiere possono accumulare la torba per millenni. Ovviamente le piante che ci possono aiutare veramente con i cambiamenti globali non c'entrano molto con la città...
@@fabiocolombo2954 Salve! Le rispondo che piuttosto che cercare la singola specie di pianta che assorbe più CO2 per piantarla, sarebbe molto meglio capire quale "situazione" (cioè insieme di organismi viventi) è più performante in questo: le posso dire che, a parità di superficie, un bosco naturale maturo, inteso appunto come un superorganismo composto da più specie viventi appartenenti alla stessa comunità, assorbe 41 volte di più la CO2 rispetto a una piantagione di alberi casuale, anche se quest'ultima fosse composta solo dalla quella singola specie che ne assorbe di più. Saluti
Veramente interessante. Non ne so abbastanza per esprimere un’opinione ma il fatto che si parli di scienza, natura, etc. è comunque utile. Ho presentato a Verona gli ultimi due libri di Massimo Polidoro e ho interagito con il pubblico. C’è molto da fare. Serve dibattito. Serve coinvolgere le nuove generazioni e interesare le vecchie.
Proprio questo fatto era stata una delle cause per cui, per molti, vaia ha avuto quella forza. Perché erano piante messe a dimora centinaia di anni fa ma non erano del nostro territorio. Tant'è che alcun piante messe a dimora ora sono diverse da quelle. Questo forse vuole dire Mancuso. Che tra molti decenni non sapremo più se quelle sono piante nostre o meno. Perché come ho detto già nei nostri boschi sono state messe piante non del posto.
sono tutte domande di cui da profano, ma molto interessato, desidererei approfondire le risposte, se ci sono... Come si configura il confine tra la naturalezza "giusta" della selezione tra specie autoctone e invasive, e la pratica di arginare deliberatamente l'invasività di certe specie? Fino a che punto è fisiologico che le piante invasive inizino a predominare su quelle indigene? Questo scompenso è dovuto anche all'uomo, quindi è l'uomo a dover ripristinare l'equilibrio? Se sì, il fatto che l'uomo, insieme ad altri fattori, contribuisca a favorire la diffusione di specie aliene, allora non fa pure questo parte di un equilibrio dinamico naturale? O oggi lo status e la visone moderna della società ci spingono a deviare da quel principio darwiniano?
Niente Giacomí, sei bravo per carità. Ho comprato e letto il tuo libro e mi è piaciuto. Però devi lavorare sulla tua parte emotiva e cercare di avere uno sguardo più "ampio". Ciao
Bel video..! Come richiesto ecco cosa ne penso: 😁 Anch'io penso che Mancuso esageri sulla questione assorbimento CO2 come tanti, darei molta più luce alle piantumazione per il miglioramento dei microclimi, infatti. Non d'accordo sul fatto che esageri sulla grande sensibilità/intelligenza delle piante, cosa provata, anche se sicuramente è un po' "pedante" nel personificarle e si fa qualche "viaggione" al riguardo ahah.. ( non lo seguo molto infatti). Sicuramente d'accordo sul fatto che sia un bene aprire discussioni a livello scientifico che comprendano la politica, molto bello infatti, ma è importante che come in questo caso la politica non venga interpellata da società scientifiche per prendere decisioni drastiche in merito, bensì solo per prendere atto della discussione e essere quindi informata. Quindi penso sia buona questa forma e spero che non sfoci in azioni strane da parte della politica.. Sulla visione del "gruppo specie esotiche" come un problema per la biodiversità dissento invece: possono essere una risorsa (es: la robinia) e oggi abbiamo la possibiltà di valutarle bene prima di introdurle: non è detto che siano invasive, e si possono usare ibridi sterili se invasive; per certo non vanno introdotte a casaccio e poi vanno gestite bene appunto... ma più che altro penso che, almeno in Italia, il problema più grosso per la biodiversità fin'ora sia stato la mala gestione delle risorse autoctone, o meglio del territorio dove sono (o erano) presenti (per poi esser sostituite da invasive). Penso sia proprio a proposito della buona gestione del territorio e delle risorse che lo caratterizzano, che la società scientifica dovrebbe essere più attiva oggi; e poi scendere in campo politico, e sociale soprattutto, molto più spesso. In conclusione quindi penso che sia inutile discutere di specie esotiche introdotte volontariamente, in Italia, dove ogni anno vengono introdotte tantissime sp esotiche in modo involontario, e dove, sopratutto, grossa parte del territorio è devastato dall'urbanizzazione malfatta e da un' agricoltura di tipo industriale ai quali resistono solo poche specie, invasive appunto; penso infatti che sarebbe invece importante una campagna di sensibilizzazione alla buona gestione del territorio, per poter salvaguardare le risorse ancora presenti, ripristinarle, e successivamente incrementarle (eventualmente). Insomma penso che le società in questione dovrebbero concentrarsi più su questo e meno su Mancuso
@gabri5501 Attento, non si può sapere a priori se una specie esotica sarà o meno invasiva, si possono fare delle ipotesi ma predire l'effetto che avrà una specie in un nuovo habitat non è facile. E inoltre spesso le specie invasive si diffondono non solo tramite semi ma anche tramite rizomi. Emblematico è il caso della Fallopia japonica di cui in Europa sono presenti solo individui maschili sterili ma questo non gli ha impedito di propagarsi
Premetto che non sono né un biologo né un botanico (insegno Lettere alle scuole superiori), anche se sono discipline che mi appassionano molto. Io trovo decisamente salutare questo tipo di dialogo, a patto però di non contrapporre scienza e divulgazione. Cioè: non ci può essere da un lato il grande divulgatore (che io, nella mia ignoranza specifica, amo), che è anche e soprattutto (mi sembra) scienziato, alla comunità scientifica, come se quest'ultima senza Stefano Mancuso non fosse in grado di comunicare i suoi risultati. Capisco bene che esporsi mediaticamente per alcuni sia intollerabile (per me, per esempio), però forse sarebbe stato più proficuo portare avanti questi discorsi così importanti in un modo più "piano" e collaborativo. Dalla parte finale del tuo video, però, capisco bene che questa storia è solo la punta di un iceberg e forse, per quanto mi riguarda, vale la pena farsi una bella immersione :) Grazie, Giacomo!
Giacomo sempre al top! Conosco Mancuso di nome e per qualche intervento in tv. Pero', specie aliene a parte, condivido la sua "esagerazione" nel piantare alberi. Nelle citta' tra nuovi parcheggi e "riqualificazioni" edilizie, si rischia di non vederne piu' di alberi, per cui esagerare serve almeno per ottenere il minimo sindacale.
Il caso di cui parli è il classico esempio di propaganda politica mascherata da scienza. I due ambiti andrebbero mantenuti quanto più possibile separati.
Il discorso Mancuso va inserito nel contesto della suo pensiero e nella sua letteratura, Mancuso non è solo un divulgatore ma anche un ricercatore di ottimo livello. E poi diversi climatologi, come ad esempio Beringher, che le isole climatiche sono problematiche, nella loro incapacità di adattarsi ai cambiamenti climatici che porteranno alla migrazione anche di specie vegetali
Mancuso non mi è mai stato molto simpatico (ho letto solo un paio di suoi libri e visto qualche intervento in TV, quindi la mia è una sensazione epidermica, ma l'enfasi sulla piantagione di alberi e la loro descrizione un po' troppo antropomorfica non mi piacciono). Ma una sua riflessione sull'ailanto me l'ha fatto rivalutare. Non sono un ecologo e nemmeno un evoluzionista, ma penso che l'ailanto, esattamente come Homo sapiens che ne ha favorito la diffusione, è una parte di ciò che chiamiamo "Natura". Quindi mi fa un po' ridere che, dopo averlo diffuso, abbiamo l'approccio antropococentrico di volerlo eradicare (troppo tardi, oltretutto con mezzi infinitamente inferiori a quelli con cui ne favoriamo la diffusione). Pensiamo davvero di poter contrastare meccanismi naturali senza prima modificare drasticamente il nostro ruolo di specie e i nostri comportamenti? Poi capisco anche i botanici, ci mancherebbe altro.. concludo dicendo che il mio approccio al tema è cambiato dopo aver letto " Darwin va in città " di Menno Schilthuizen . Non ho certezze, ma sono un po' più ottimista.
È un divulgatore Mancuso, comunque mette in relazione, secondo me in maniera molto astuta, i vari campi della scienza e va a muovere critiche anche alla religione. Non credo alla visione con paraocchi degli argomenti: tutto è in relazione e tutto va considerato nei discorsi e nella realtà, non come il creatore di questo video che si basa su conoscenze estremamente ridotte per giungere a conclusioni perfettamente errate
La lettera scritta dai botanici italiani: www.fisna.it/wp-content/uploads/2024/06/Comunicato-SBI-SIB-SISV-FISNA-bosco_neofite_prato_18062024.pdf
Qui potete trovare il video in cui parlo con specie aliene con Piero Genovesi: ruclips.net/video/Y8348Juzh_o/видео.html
Puoi acquistare il mio libro: Se pianto un albero posso mangiare una bistecca? amzn.to/3UmMhnM
le specie aliene vi hanno risposto educatamente?
Libro acquistato, lo leggerò volentieri, grazie.
Mai lo acquisterò. Si possono imbrogliare gli ignoranti ma non coloro che hanno studiato.
Giacomo, qualcuno deve dirtelo. e siccome nessuno lo ha fatto fino ad ora, mi assumo l'ingrato compito.
Premessa: come molti di noi mascnietti, quando cadono i capelli, hai pensato: "ok, mi faccio crescere la barba". Ci sta, e' umano, e' "maschile" ricorrere a questo trucco, perche' diciamocelo, per moltissimi di noi perdere i capelli e' psicologicamente devastante. Peccato che nel tuo caso, il trucco della barba NON finziona. Per Bonaccini ha funzonato, per te, no.
Giacomo, diciamocelo: hai la barba "brutta", fattene, facciamoncene, una ragione. poco sul mento. E' genetica, non ci puoi fare niente, cosi' come non ci puoi fare niente sull'alopecia.
Ma puoi limitare i danni: vai da un barbiere BRAVO, fatti sistemare la barba: e' troppo lunga, troppo incolta, troppo lunga sulla gola e guancie e troppo scarsa sul mento. l'unico modo per compensare e' tenerla curata settimanalmente. un buon barbiere non fara' miracoli, ma limitera' i danni. Te lo dice uno che ci e' passato proma di te: VAI. DA. UN . BARBIERE. BRAVO.
Il prof Stefano Mancuso, è troppo avanti per essere compreso. Tutti gli ecosistemi con la biodiversità annessa subirà profondi cambiamenti e trasformazioni, di conseguenza, una migrazione di specie vegetali ed animali è già iniziata.
Giacomo fa video direttamente dalla foresta Amazzonica ora
😂😂😂 ho pensato la stessa cosa 😅
E la sua barba è pronta per ospitare il nido del culbiano arancione dal becco giallo😅
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È sfuggita situazione piante ahahaha
Giacomo quando fai tour piante dello studio ? (Probabilmente sarei l'unico a guardarlo)
😊salute e pace da Treviso Veneto Italia anche io sono felicissimo di un tour del suo arredamento verde 😊
Tour delle piante chiama, Toscana risponde!😊
... E siamo già in 4 ...
Tutte piante alloctone... Però.
@@saverialippera1225 anche perché quelle autoctone non si possono detenere...
Lavoro in un bosco alle porte di Milano creato interamente dai cittadini a partire dagli anni 70, dove non c'era troppa accortezza sulle specie di piante all' epoca. è incredibile come le piante alloctone siano decisamente piu resistenti, tenaci, e prolifiche di quelle italiane. Ci sono ben poche possibilità di eradicarle tutte però sì comprende bene il significato di invasivo in questo caso.
Già il fatto che l'unica idea che ti viene in mente è quella di eradicarle, significa che il problema sei tu, non le piante.
Qua da me in Sardegna hanno piantato centinaia di ettari di pino (piante quasi inesistenti sull'isola) sempre negli anni 60/70. L'intento era quello di tagliarli per far legna e per far ricrescere la macchina mediterranea. Le pinete sono ancora là, abbandonate a se stesse. Ma nel sottobosco avanzano lentamente lecci, olivastri, filliree, ginepri, lentischi, mirti etc. grazie all'energia fornita dagli aghi e dai pini che lentamente muoiono e lasciano spazio alle piante endemiche che prendono il sopravvento.
Questo per dirti che bisogna sempre valutare la singola specie e la sua interazione con l'ecosistema, prima di fare una crociata contro le specie "invasive".
Ad esempio una monocoltura di eucaliptus, difficilmente lascerà spazio alla macchia mediterranea. Anche dopo secoli.
Piante italiane non è una terminologia giusta.
Dal 1800 la foresta primaria europea è stata distrutta...
Dalla frutta in poi tutto è ormai alloctono...facciamocene una ragione e creiamo piu verde possibile ❤
@andreaagosta-pp6inOh! Santa pazienza, di’ che si dice autoctone e basta… il signore ha detto che lavora in un bosco, non che e’ Teofrasto di Ereso.
Trovano il loro optimum senza alcun tipo di ostacolo dal punto di vista predatorio e nutritivo
Da giardiniere e manutentore del verde, sono d'accordo sulla creazione di un parco dedicato alle piante alloctone. Alla fine è sempre un modo per fare divulgazione e, se l'area è circoscritta come potrebbe essere un parco pubblico, il pericolo di diffusione è relativo. Certamente un ligustro giapponese si dissemina uguale sia che si trovi nel "bosco delle neofite" sia che si trovi in un viale cittadino.
Sulle motivazioni (queste piante saranno le nuove autoctone, come i migranti), qua si sfiorano le vette dell'assurdo. Innanzitutto queste piante non saranno mai autoctone. La robinia è qui da almeno 250 anni ed è considerata alloctona.
Ma accostare migranti e piante alloctone è pessimo e pericoloso sotto ogni punto di vista.
Detto questo, il "bosco delle neofite", leggendo le piante di cui è composto, mi sembra una gran para..lata: son tutte piante comunemente usate da decenni in parchi e giardini. Se non gli mettevano il nome, era un normale parco come tanti
La ringrazio per queste precisazioni tra l'altro mediate dalla sua pratica professionale. In effetti si esaspera il parallelismo con l'esperienza di immigrazione umana
Concordo.
Effettivamente, leggendo la lista delle piante utilizzate per il parco, si tratta di specie che comunque sono già state introdotte nel nostro territorio e che alcune di queste sono anche largamente utilizzate come alberatura/decoro cittadino.
Tralasciando il paragone migranti-specie aliene che è veramente becero, forse per tutto il resto si sta un po'esagerando (?)
Sono molto curioso di sapere come andrà a finire.
Sono d'accordo: altrimenti posti come i bellissimi Giardini di Castel Trauttmansdorff a Merano (3mila specie diverse, da tutto il mondo) sarebbero una roba pericolosissima; invece stanno lì da tantissimo tempo, senza creare danno.
ma infatti la polemica non è sul reale pericolo di diffusione, ma più che altro sul messaggio che viene lanciato
"se l'area è circoscritta come potrebbe essere un parco pubblico, il pericolo di diffusione è relativo"
I parchi pubblici non sono perfettamente circoscritti. Gli uccelli entrano, ingoiano semi, escono e li diffondono.
Sono di Prato, ho visto la scritta Neofite e mi chiedevo di cosa si trattasse. Adesso me lo hai spiegato e ho capito che siamo anche anche al centro di una polemicona!
Anche i Peschi, le melanzane, gli Aceri e mille altre sono aliene…
Sentendo certe critiche mi è venuta voglia di una polenta con il pomodoro, e perché no anche un po' di patate al forno con una spolverata di peperoncino.
troppi carboidrati, caro signore
@@galleppe erano dieci grammi di polenta e cinque di patate
Grazie per questo video, una visione da un punto di vista diverso che, seguendo Mancuso e leggendo i suoi libri, non sarei riuscita ad avere. Aspetto altri video su questi argomenti con piacere!
Sarebbe meglio che continuassi a leggere mancuso, te lo dico da laureato
Da non esperta adoro Mancuso e il messaggio che promuove. Apprezzo molto il suo garbo insieme alla sua tenacia, ed è grazie a lui, non ad altri scienziati noiosi e prolissi, che tante persone semplici come me si sono appassionate dall'argomento. Non dimenticatelo.
Nella comunità accademica Mancuso è apprezzato per il fatto di aver avvicinato le persone non addette ai lavori all'argomento. E stop. Queste persone ora che sono avvicinate dovrebbero cercare di approfondire un po' 😊
Hai ragione,non capisci un cazzo
Hai fatto un ottimo video su un argomento "spinoso " io sono dalla parte di Mancuso, anche, perché, negli anni ottanta fui responsabile del settore animalista degli Amici della terra e ebbi grandissimi scontri con il Florio (allora responsabile CITES del Wwf) che avrebbe voluto lo sterminio degli animali alloctoni.
Globalizzazione e inclusivita sono anche questo: rendersi conto che le situazioni cambiano.
Ci rendiamo tutti conto che le situazioni cambiano, ma dobbiamo fare in modo che il cambiamento non sia negativo.
Siamo responsabili del patrimonio naturale che abbiamo ereditato. Se le nostre introduzioni zoologiche o botaniche minacciano l'integrità degli ecosistemi di cui godiamo stiamo derubando le generazioni future.
@@Sorrowful00 inclusività a tutti i livelli.
Sono, e sarò, sempre contrario agli stermini.
Tra l'altro, ai colli portuensi (Roma) stanno potando i tigli in questi giorni.
Come la vedi?
@@GianlucaFarfalleRossiRoma L'uomo non è l'unica specie che stermina. Il Procambarus clarkii ad esempio sta sterminando grandi quantità di anfibi da quando è stato introdotto, rendendogli inaccessibili i pochi siti riproduttivi che gli rimangono.
Ovviamente la colpa è solo dell'uomo, il gambero fa semplicemente quel che deve per sopravvivere, ma proprio per questo è anche nostra responsabilità risolvere il problema. Sia con che senza il nostro intervento qualcosa morirà, ma possiamo far sì che da queste morti risulti un miglioramento dell'ambiente.
I tigli per me sono sempre graditi in contesti urbani, e le loro fioriture consentono a tanti impollinatori passeggeri di sopravvivere al deserto urbano.
Peccato che queste piante siano così spesso vittime di potature barbare.
@@Sorrowful00 non solo barbare, ma fuorilegge. Come dici tu: il problema è l'essere umano.
Tralasciando il parallelismo specie aliene-migranti, ovviamente sbagliato e fuorviante, non vedo assolutamente il motivo di creare un parco piantando solo piante alloctone di cui alcune pure invasive, soprattutto dal momento in cui è una cosa di cui si è consapevoli, in un periodo storico in cui le specie alloctone causano d'anni ambientali evidenti ed innegabili, la realizzazione di una nuova area verde dovrebbe essere un'opportunità di aumentare la biodiversità locale. Personalmente sono allibito e molto sfiduciato, non vedo l'ora che avvenga un ricambio generazionale nella gestione di questi aspetti, sperando che noi giovani sapremo/potremo fare di meglio
Credo che il parallelismo sia stato forzato, mi sembra che in un momento di grande cambiamento, anche ambientale ,sia utile (preservando ciò che si deve), abituarsi all’idea che il mondo vegetale e animale cambierà in unterò più breve del passato (è già cambiato altre volte). Allo stesso modo con il quale si deve accogliere la diversità culturale, sociale ed economica di chi viene in Italia per una vita migliore, bisogna prendersi cura di piante “diverse”, oppure…la Meloni
Aumentare piante alloctone è aumentare la biodiversità, ma in ogni caso diventa tutto irrilevante considerando che si parla di 150 piante, l'equivalente di uno zoo per la flora.
@@emanuele676 no, è esattamente l'opposto, bensì ridurla, in quanto le specie alloctone, spesso grazie a pre-adattamenti tendono a soppiantare le specie autoctone, comportando così una riduzione dell'areale delle autoctone, a cui segue una diminuzione della diversità genetica , iniziando così il meccanismo comunemente descritto come "vortice dell'estinzione" (come per esempio sta succedendo con l'acero negundo o procambarus clarkii). Inoltre, pur non essendo un botanico esperto (al massimo più zoologo) 150 esemplari mi sembra una popolazione tutt'altro che ininfluente, soprattutto considerata la spiccata capacità delle stesse di riprodursi e propagarsi in breve tempo. Facciamo occhio allo studio, è importante non ragionare per mera logica, o si rischia di cadere nella più becera ignoranza
@@sharkshark1169 Ma hai presente cosa ci fosse prima nel parco al posto dei 150 piantati ora?
Ovvio che i nostri ecosistemi sono cambiati e cambieranno, ma perché modificarli volontariamente in peggio, quando si ha l'opportunità di preservare quelli preesistenti? Sul discorso delle solo 150 piante, personalmente non la vedo tanto come una raccolta di singoli esemplari, ma come la possibilità di avere un angolo di natura in più in un territorio antropizzato e con colture intensive portate allo stremo, rilevante anche anche da un punto di vista faunistico per esempio. Tra l'altro 150 esemplari ma i semi di certe specie si diffondono ed attecchiscono con una facilità disarmante, pur non essendo un botanico credo di poter fare queste considerazioni anche semplicemente guardandomi attorno. Ad esempio, abbiamo veramente bisogno di altre robinie? Ne siamo invasi figa, almeno qua in nord Italia, essendo tra l'altro una pianta perfettamente in grado di colonizzare ambienti nuovi, "monopolizzando" la composizione della vegetazione arborea, di fatto riducendo drasticamente la biodiversità della zona. Da tagliare tutte che sono ottimo legno da ardere. Spero di aver reso l'idea.
So che è offtopic ma sarebbe interessante un tuo commento da esperto della materia su quello che è successo a Marco Cappato al suo campo di riso ogm magari anche per sensibilizzare sul tema! In generale comunque complimenti per il canale e il progetto, ti seguo da tanti anni e ho sempre apprezzato il tuo modo di fare i video!
A dir la verità il campo non è di Cappato ma dei ricercatori UmiMI Vittoria Brambilla e Fabio Fornara. Cappato è stato al loro fianco per difendere la libertà di ricerca scientifica nel rispetto delle regole che lo stato italiano si è dato
Sono contento che sia successo, Mancuso oltre a essere un divulgatore è anche un importante accademico e penso che in questi ultimi anni stia un po' soffrendo di deliri di onnipotenza, come ritenersi il fondatore della "neurobiologia vegetale" (definizione che fa un po' ridere) e altre idee particolari che hai citato nel video, speriamo che queste critiche muovano qualcosa
Delirio di onnipotenza diagnosticato dall’alto della sua vasta conoscenza in psicopatologia, mi chiedo perché non le affidino incarichi importanti nella gestione della sanità mentale. In quanto alla neurobiologia vegetale da quello che scrive è evidente che non ne sa nulla e si è limitato a ruggire dalla sua tastiera.
Non mi sembra che dica niente di sbagliato anzi. Non direi la stessa cosa del creatore di questo video ne di tutte le persone che prendono decisioni per sradicarle queste piante, vero mangiatori di bistecche!? Chi è che ha la coda di paglia adesso!?
Ma, domanda "tecnica", al di là del lato comunicativo: fare appositamente un parco con specie invasive non è un enorme problema? Perché come si contiene la loro proliferazione? I semi non si diffondono in giro tramite i volatili e vari altri metodi? Come fa una situazione simile a non mettere a rischio tutti gli ecosistemi circostanti (e anche più lontani)?
Sono rari i parchi e i giardini che dentro non abbiano specie invasive. Qui l'unica differenza è che lo hanno scritto.
No
Gran parte delle specie alloctone non si adattano bene all'ambiente di introduzione e non si diffondono, quelle che si diffondono sono dette specie alloctone invasive.
@@die904 dillo alla robinia :)
C'è differenza tra specie esotiche e specie invasive, per essere invasiva deve necessariamente essere introdotta accidentalmente e deve causare danni (estinguere un'abbondante specie locale), altrimenti è una specie naturalizzata, questo significa che si è integrata nell'ambiente ecosistema locale, come olive, pomodori e more che erano esotiche e oggi fanno parte dell'ambiente
Bravo Giacomo. Sono sempre più convinto che se ognuno di noi destinasse una piccola parte del proprio stipendio per supportare i content creator che offrono contenuti di qualità, l'intera società ne trarrebbe beneficio.
Immagino quale possa essere la posizione del professore rispetto alla proliferazione del granchio blu nell'Adriatico:
"Quali danni ai pescatori? Il granchio blu sarà la specie autoctona del futuro. Dimenticatevi di vongole e cozze ed imparate ad apprezzare il granchio quando lo trovate in pescheria!"
Notare come questo creda che il problema maggiore dei granchi blu sia... il danno ai pescatori.
@@emanuele676 No, ma infatti parliamo solo di danni stimati per il settore ittico italiano nell'ordine delle centinaia di milioni di euro. Che vuoi che sia.
@@gianpira8052 cvd
@@gianpira8052 CVD
@@emanuele676Ma CVD cosa? Il danno alla biodiversità arrecato dal granchio blu interessa principalmente perché consiste in un danno al settore ittico
Grazie da anni combatto con questo tipo di comunicazione di Mancuso del tutto fuorviante
Meglio un po’ di cemento e il ponte sullo stretto, vero?
@@STEFANODIEUGENIO Strawman fallacy ne abbiamo? 😂😂😂 Ok troll 👍🏼
Piantala idiota @@STEFANODIEUGENIO
Bisogna separare la scienza dalla propaganda politica.
Qualsiasi cosa è politica. Compreso trovare un pretesto per attaccare un botanico che propone di piantare alberi per contrastare l'effetto serra, senza proporre alcuna soluzione valida come alternativa.
@@antonhicks2671questo botanico ha autosabotato la sua proposta facendo un parallelismo idio^a con l'immigrazione, genio😂
@@antonhicks2671 Non è questo il punto che ha fatto saltare i nervi.
Nessuno salterà in testa ad un altro perché vuole piantare alberi. Nemmeno se si fosse parlato di QUALI varietà di piante piantare ci sarebbero state grosse polemiche (grosse?.. se non fosse per questo canale non ne avrei sentito parlare).
Ma se mescoli IMPROPRIAMENTE temi scientifici e temi politici: non fai un buon servizio alla botanica, non fai un buon servizio all'ecologia, non fai nemmeno un buon servizio alle tue tesi politiche.. fai solo chiasso e/o (mala)propaganda politica.
@@antonhicks2671 soluzione. Fare un bosco di piante autoctone!
Ormai pure i parchi sono “propaganda politica” 🤣 Ma poi mi pare di capire che siano letteralmente 150 piante, non 150 specie di piante. Delirante, dopo i cartoni animati per bambini, si è passati ai parchi...
Dovrebbe essere la scienza a guidare questo tipo di decisioni politiche, non l'ideologia
Se non fosse che gli scienziati non sono mai concordi su niente, ed essendo persone, vanno soggetti a passioni umane che determinano anche le loro convinzioni, alla faccia dell'onestà intellettuale
"Dovrebbe essere la scienza a guidare questo tipo di decisioni *politiche*, non l'ideologia", tralasciando che c'entra nulla con il tema del video, è davvero una frase significativa.
@@emanuele676
Soprattutto non si capisce proprio cosa intenda per "scienza".
...o scua non ho messo l' H.
@@emanuele676mi senbra invece che oltre a esser di buon senso sia anche in topic con il video. Vedi come quando parla della piantumazione di alberi per la co2 che è ridicola scientificamente. Così come sppunto la puantumazioni di specie estranee al contesto dovrebbe esser basata su valutazioni scientifiche
@@criba84 No, non c'entra nulla col video, che pala di architettura paesaggistica (poi certo, immagino che tecnicamente sia considerabile da alcuni scienza), ma a parte questo, le scelte *politiche* sono... politiche.
Il fatto è che - aldilà del messaggio politico - a causa del riscaldamento globale le piante aliene sono paradossalmente più adatte a vivere in Italia piuttosto che quelle autoctone (purtroppo).
Credo che sia anche questo un motivo per cui mancuso abbia fatto questa scelta.
👏👍
Una scelta comunque priva di ogni fondamento scientifico o logico.
La maggiore adattabilità delle piante esotiche rispetto alle autoctone nelle città italiane non è supportata da alcuna evidenza tecnica. Semplicemente molti arbusti ed erbe autoctoni sono di difficile reperibilità nel circuito commerciale, e molte di esse sono semi sconosciute anche a paesaggisti e architetti.
@@andreavannini157 Sembra esserci una strana tendenza a credere che le piante invasive in Italia vengano da regioni calde e siano in espansione per via del riscaldamento globale, quando in realtà la maggior parte di esse proviene da zone climaticamente molto simili alla nostra.
Davvero? Quindi esistono studi che affermano che le specie aliene sono più adatte delle specie autoctone?
Stiamo faticosamente capendo che non si devono umanizzare gli animali e TOH! Salta fuori Mancuso che ti umanizza le piante 🤦♂️
Il concetto è esattamente l'opposto,umanizzando le piante non le comprendiamo
Io sono d accordo con Mancuso, purtroppo certe piante si adattano l cambio climatico più di altre, e così funziona la natura e l evoluzione, non ci possiamo fare niente...ha ragione Mancuso
Il punto è che possiamo fare qualcosa, ma non se i soldi vengono spesi a portare i piccioni in città.
Bel video! Il set fantastico 😂
Da grande fan di mancuso, mi sembrano critiche assolutamente legittime
Mancuso è più furbo di tutti voi messi assieme, vi sta usando per pibblicizzare la sua opera
Video molto interessante! Mi ero persa la lettera, ma avevo letto la notizia del parco.
P.s. Che bello come si stanno espandendo le piante nel tuo studio :D
@EntropyforLife: Premessa: ho letto il tuo libro e quando sono arrivato al capitolo dell'assorbimento della CO2 da parte delle piante sono rimasto stupito nell'apprendere che la piantumazione di nuove piante da un contributo irrisorio all'assorbimento della CO2 di origine antropica.
Approfitto di questo video per farti la domanda che volevo farti quando ho letto il libro: ci sono biologi/botanici che stanno studiando nuovi innesti (o anche modifiche al livello di DNA) per creare una nuova specie di piante che riescono ad assorbire una quantità d CO2 di un fattore 20-30 in più a quelle classiche?
Tempo fa avevo letto che la Paulownia assorbe molta più CO2 di altre piante nostrane.
Tipo creare una "super-Paulownia" è una possibilità che la comunità scientifica sta prendendo in considerazione, oppure, il fatto che, di fatto, è una specie invasiva porta i biologi a scartarla come possibilità?
Spero che leggerai il mio commento e trovarei il tempo di rispondermi (poi, se ci fai direttamente un video o qui o su More Entropy è ancora meglio).
Ciao e complimenti ancora per il lavoro che svolgi
Non mi riferisco al tema in questione che conosco poco, credo però che chiunque, anche i più esperti in qualcosa, ricevano critiche da altri esperti o da non esperti. Video Like 👍
In Sicilia gli eucalipti sono ovunque e ricoprono aree enormi, al punto che la gente comune per abitudine li considera alberi locali.
E fa male
Gli eucalipti sono desertificanti perché le loro radici si espandono in tal misura da rendere sterile il terreno attorno a loro
Perché in passato abbiamo avuto l'idea di creare monocolture
Infatti i boschi di eucalitti sono spesso malati e degradati. Dalle mie parti le querce, lentamente, riprendono i loro spazi originari
Scusami, ma neofite non mi pare sia sinonimo di aliene invasive. Dall'elenco di piante che ho trovato in rete mi pare che le specie utilizzate siano disponibili i qualsiasi vivaio di giardiniere
Molte specie ancora disponibili nel circuito commerciale, come ad es. la Buddleja, sono già ritenute infestanti in Italia. Solo che l'evoluzione della normativa e dei divieti è più lenta dell'affermazione delle piante esotiche in natura.
Hanno piantato Robinia pseudoacacia, una delle specie più invasive possibile. Anche la Quercia rossa... Il punto è che l'Italia dispone una grandissima scelta di specie adatte al clima (anche al clima del futuro) che potevano essere impiegati per fare verde in città. Invece hanno scelto attivamente di escludere le autoctone e favorito 'i piccioni'. Perché?
Bisogna coprire la città di verde, sì, ma il tipo di verde conta. La scienza dimostra che i nuclei di specie invasive sono una fonte di materiale che si diffonde poi più ampiamente nel ambiente, e l'Italia è obligata a proteggere e conservare gli habitat naturali che possono essere invasi da materiale proveniente da nuclei tipo questo. Magari a Prato nello specifico si tratta soltanto di un parco urbano come altri, ma dire al pubblico che qualsiasi tipo di verde va bene non è per niente 'virtuoso'. Le specie invasive sono oggettivamente dannose, in certi casi anche all'infrastruttura, e rappresentano un costo che va pagato tramite la tassazione. L'Italia ospita una vasta gamma di specie autoctone da una vasta gamma di ambienti e di clima. Dal elenco di specie piantate (disponibile dal sito del progetto) non c'è neanche una. Hanno escluso a priori una gamma di possibilità più vicina alla natura sostanzialmente per avere un'idea diverso di progetto per un parco urbano, abbinata, però, con concetti non accettati da tutti quelli che stanno cercando di fare la progettazione del verde informata dalla scienza e consapevoli degli obbligi dello stato di proteggere il territorio più esteso. È lo posso dire perché sono un professore universitario, ma nel mio caso studio le specie invasive e la conservazione delle autoctone, e non la neurobiologia di organismi che, anatomicamente, non hanno neuroni.
La cosa veramente pericolosa è l'analogia con l'immigrazione: è inevitabile quindi paghiamo per accelerarla. Si tratta di un 'own goal' spettacolare.
Alla larga dalle strumentalizzazioni ideologiche, l'argomento nella sua complessità comporta delle scelte da fare che variano a seconda del contesto, urbano, forestale, agricolo........e delle risorse a disposizione per orientarlo a obiettivi di necessità in diversi campi, scientifico, storico, produttivo, artistico.........
ok, io sono "ailantofobo"
Idem
Io non riesco a non distrarmi quando lo vedo in giro, mi mette una tristezza terribile
Adoro l'Alianto ... e godo nel vederlo dappertutto.
WoW !!!! 🤩 o o
😝 👅
@@alessandrosimongini2312 Ottimo. Io lo sradico ogni volta che lo trovo (spesso).
@@lessiniaflowerspuoi pure sdradicarlo, tanto si riprende in un modo o nell’altro.
L’Ailanto è un serissimo problema che si sta trascurando fin troppo, da essere quasi irreversibile.
Complimenti per il video coraggioso, perché ci vuole coraggio anche per sollevare anche la più lieve delle eccezioni a qualche dogma mancusiano (e i commenti stizziti degli adoratori del Mancuso lo dimostrano perfettamente) 👍
👍 complimenti per la chiarezza 👍
"alcune piante possono soppiantare altre piante, questa cosa con gli esseri umani non succede, tranne casi estremi" esempio 1492 scoperta dell'America
Si trattava comunque di Homo sapiens sapiens contro altri sapiens sapiens e non di specie diverse.
Il paragone di Mancuso è follia.
@@Angelo7055è successo anche a tutti gli altri Homo, se è per questo.
@@Angelo7055 ma è una linea genetica/varietà fenotipica estinta, in un certo senso è una parte perduta della biodiversità umana, e questo è descritto come parte dell’evoluzione non adattativa, è chiamato effetto del fondatore.
C'è stato anche un forte impatto economico (econoomie di sussistenza in cui si è costretti a sottrarre una percentuale elevata della popolazione per andare a lavorare in miniera) e sociale (sradicamento sociale dividendo i gruppi e senza radicamento stabile su un territorio preciso). Questo va oltre l'effetto biologico del fondatore.
Grazue per la tua lucida definizione di guerra (e per la colta citazione di Warriors)
Grazie Giacomo, sei sempre professionale
Mancuso è una figura molta controversa c’è chi lo ama e chi lo odia. Al netto delle sue posizioni estremiste e bizzarre ha fatto anche ottimi interventi.
Ps. Piantare alberi in città potrebbe ridurre notevolmente la CO2 in maniera indiretta con l’abbassamento della temperatura media e il conseguente minor uso dei codizionatori. (Anni fa si dimensionavano gli impianti a livello di consumo e assorbimento sull’inverno ora lo si fa sull’estate)
Capisco che Mancuso sia ormai una star e mettersi in antagonismo offra maggiore visibilità però....
- Perché contestare l'evidenza ?
- Perché usare argomenti faziosi ?
- Perché cercare la scontro ?
Evitando ogni polemica con questa lettera e questo video, vorrei dire una cosa a chi legge i commenti.
Questa idea che la politica debba restare fuori è un mito da sfatare: ogni azione che compiamo è politica ossia scelta (compro la verdura dal contadino vicino a casa così lui sopravvive e io non ci rimetto la salute OPPURE vado dal fruttivendolo più economico e non voglio sapere niente su cosa sto comprando basta che costi poco).
Ogni nostra azione è politica, figuriamoci quella di uno studioso e di un personaggio pubblico come Stefano Mancuso.
È fondamentale confrontarsi su temi autenticamente Politici altrimenti lasciamo mano libera ai politicanti di proseguire indisturbati nel fare scelte per asservire l'imprenditore / il capitalista di turno che senza argine erode ogni giorno qualunque regola, qualunque logica e qualunque morale.
E tardi potremmo scoprire che hanno scelto di trascinarci dentro la terza guerra mondiale.
Grazie
Concordo pienamente.La politica non è separata dalla vita degli umani, animali, vegetali...Un parco circoscritto che pericolo può essere?
Salve a tutti.
Io vivo sul Lago di Como.
Zona verdissima ma boschi quasi impenetrabili perché pochissime persone curano il bosco e quindi ceppaie di castani con 5 6 7 alberi altissimi e molto larghi di diametro con foglie solo sulle fronde più alte e pronte con qualche vento potente a cadere e distruggere tanti altri alberi soprattutto quelli che formano il sottobosco e quindi il futuro boschivo non molto buono per via della poca luce che filtra in più dopo 2 anni di siccità soprattutto estiva ha visto morire tante giovani alberi.
Quest'anno si ne nasceranno nuove visto l' umidità di questo periodo.
Quindi curare i boschi impenetrabili per via dei rovi, edera e vitalba che uccidono piante giovani e vecchie.
Sono boschi misti castani, faggi, carpini neri, aceri, betulle, frassini e tantissimi, che prima erano pochi tigli che stanno invadendo i boschi infine abeti rossi ma il bostrico sta' facendo strage, larici e querce poche ma stanno aumentando.
Se ci sono piante che non siano invasive e che producano più ossigeno io sono d' accordo che vengano messe in natura ma qui basterebbe che le amministrazioni comunali obbligassero a curare i boschi e se il propietario non può trovare un' accordo con altri per farlo ma obbligarli e attenzione alle betulle che sono molto importanti perché assorbono molta CO2 invece spesso vengono tagliate perché rutenute belle ma inutili.
😊😊😊
Edera e vitalba non uccidono niente.
I boschi esistono da centinaia di milioni di anni non hanno bisogno del nostro intervento che ansi sarebbe solo dannoso
@@Sorrowful00 non direttamente ma col tempo in certe situazioni possono contribuire al declino dell'albero. Si tratta di piante autoctone ma la presenza eccessiva di rovo, vitalba ed edera è indice di un bosco degradato/perturbato dall'uomo
@@alessandro185 Appunto, come dici tu queste piante sono indice di degrado, ma non la causa.
Edera e altri rampicanti tendono a espandersi principalmente su alberi morenti o già morti la cui corteccia è secca e fessurata.
Per un albero sano edera e Clematis non costituiscono alcun pericolo, anzi sono un valore aggiunto fornendo microhabitat per la fauna.
@@Sorrowful00 ni, sono indice di degrado ma quando sono troppe contribuiscono al degrado, perciò in un bosco disturbato dall'uomo, è auspicabile rimuovere quelle che impediscono la crescita degli alberi sani, specialmente quelli autoctoni. In un mondo senza uomo i boschi fanno da sé ma è utopia
Per me Mancuso sta rivoluzionando il modo in cui le persone vedono le piante in maniera positiva..un grande scienziato e comunicatore.. narratore.
Capisco anche il non denigrare troppo le invasive...ma andare addirittura a promuovere le piante "aliene" dovrebbe essere vietato per legge...e gli ecosistemi..e gli altri esseri che vivono con le attuali piante? È incredibile...😮
In questo caso la legge Regionale non vieta l'introduzione di piante esotiche nel contesto urbano, ma vieta l'introduzione in 'habitat' naturali. Quindi, questo progetto, tecnicamente, non è illegale. Però, detto da esperto di specie esotiche e della conservazione di specie autoctone, la scienza dimostra che la fonte di materiale che arriva poi nei ambienti protetti sono i giardini e parchi, quindi il progetto potrebbe effettivamente essere contro l'obbligo dello stato di proteggere i suoi ambienti naturali e semi-naturali. Non è una situazione bianca e nera, ed è per quello che bisogna stare attenti con i messaggi al pubblico, soprattutto il messaggio che sono specie 'ormai considerate autoctone'.
Dici: "...è metà di quello che emette un ITALIANO in un anno!" Interessante lapsus. Io sto con Mancuso e sopratutto con le Piante.
Quale sarebbe il lapsus?
Io sono per la divulgazione che fa Mancuso e continuerò a proporre i suoi video ai miei ragazzi durante le lezioni perché sono chiari e semplici ma allo stesso tempo intelligenti e profondi
Quindi mi stai dicendo che il mio abbonamento al tuo canale che finanzia l'acquisto delle piante nel tuo studio non è una misura sufficiente per contrastare il cambiamento climatico? Che delusione!😂
😂😂😂😂😂😂
Infatti le piante in casa servono a coloro che vivono in città per pulire l'aria interna a costo nullo, mi sembra una buona idea. Non mi sembrano buone idee invece quelle del creatore di sto video demenziale
Il video è stato fatto direttamente nel bosco?
La critica nei confronti del prof. Mancuso mi sembra per usare un solo termine pretestuosa. “Nell’accademia” c’è sempre stato pluralismo, ci sono sempre state divergenze e dibattiti, anzi devono essere desiderati per il progresso scientifico, lei, in quanto divulgatore , fa bene a sottolineare posizioni diverse che non possono e non devono essere pregiudiziali. L’è se gesti di quanto affermato dal prof. Mancuso è bene che la faccia lui stesso. Dal mio punto di vista, profano e non accademico, il dibattito su un parco urbano, di recupero mi sembra fuori luogo. Le piante come si sa hanno una capacità di diffusione diversa e più efficace degli animali, i semi e non solo. Possono viaggiare per mare, con il vento, attraverso altri animali e via discorrendo. Il 90 % delle nostre coltivazioni sono aliene, basta ricordare le patate, i pomodori e il mais. Gli agrumi non sono siciliani o calabresi e questo vale per molte altre piante da frutto. I parchi pubblici delle nostre città sono pieni di piante aliene che ancora oggi vengono piantumazione secondo criteri economici , estetici o pratici. Insomma mi sembra la solita tiritera di quell’italiana invidiosa che non tollera il successo, seppur mediatico di una persona.
Senza offesa ma dal tuo commento si vede che non sai di cosa stai parlando.
Patate e agrumi sono alloctone, ma non hanno alcuna possibilità di insediarsi negli habitat naturali locali e di competere con le specie autoctone, quindi non si tratta di piante invasive.
Sì, le piante hanno un'ampia capacità di diffusione, ma ci sono comunque limiti climatici e geologici che le impediscono di espandersi per il mondo e le circoscrivono in habitat specifici che ne determinano la funzione ecologica e il progresso evolutivo.
Queste barriere cambiano lentamente, nel corso di milioni di anni e se l'uomo le porta da un lato del globo all'altro nel giro di un giorno i risultati possono essere gravissimi, come è stato già appurato più e più volte.
In fine essere contro corrente non significa essere progressisti. Le osservazioni di Mancuso non hanno alcun fondamento scientifico e sono basati su pura retorica. Vero che la scienza deve accogliere nuove idee, ma solo se queste idee hanno solide fondamenta.
@@Sorrowful00 mi chiedo come mai non ti abbiano proposto per la cattedra che attualmente occupa
Vanno bene le divergenze, ma se suggerisco di pagare per metti ratti in città è oggettivamente una sciocchezza.
Sono giardiniere da tanti anni e nei nostri giardini non ci sono piu piante autoctone ... se questo è un problema bisognerebbe far chiudere il 90 per cento dei garden e dei vivaii.... e piantare solo piante forestali .... la vedo un po difficile .... sono cmq d'accordo che le specie dal luogo vadano salvaguardate.... ma penso sia sempre stato cosi .... il verde a bisogno di tanta manutenzione., il problema ,a mio parere , è proprio la mancanza di personale capace e di costanza nelle manutenzioni ... troppo comodo passare ogni due , tre anni con motoseghe e trincia.... gli alberi vanno rispettati e accuditi ....
Non bisogna chiudere giardini e vivai, bisogna sensibilizzarsi e modificare progressivamente il mercato per favorire la produzione e vendita di specie autoctone.
@@Sorrowful00 non è quello che intendevo... ci sono specie invasive che non riusciremo più a sradicare dal territorio ... che dobbiamo gestire .... c'è tanto da lavorare e pochi soldi da spendere .... ma tu come la vedi una seghera o un olivo centenario piantato in Veneto?
ciao Giacomo, la tua opinione su quanto accaduto col campo sperimentale di RIS8imo?
volevo farci una live ma sto aspettando che mi arrivi una nuova scheda grafica
@@EntropyforLife l’utilizzo di “farci una live” è già significativo
Assolutamente d'accordo con te. L'intento a monte potrebbe essere stato quello di far parlare il più possibile di questa vicenda, nel bene o nel male ed era ovvio che il mondo scientifico (o quantomeno chi di competenza come biologi, naturalisti, ecologi ecc...) avrebbe reagito in maniera critica. Nel momento storico in cui viviamo è necessario pensare alla natura non come singole specie ma piuttosto come insiemi di superorganismi, cioè insiemi complessi di esseri viventi in continua relazione, evolutesi insieme nel corso del tempo nei loro areali naturali che nulla hanno a che fare con stati e nazioni. Paragonare le piante alloctone ai migranti è una cosa concettualmente assurda, si mescolano ambiti totalmente differenti che hanno problematiche e soluzioni diverse. Infine aggiungo che l'Unione Europea ha già avviato contro l'Italia procedure di infrazione per non aver fatto abbastanza (quasi nulla direi) per il contrasto alla diffusione delle specie invasive, problema enorme al giorno d'oggi per la conservazione della biodiversità al pari di inquinamento e alterazione degli habitat, e noi che facciamo invece? Ne piantiamo altre...😢 www.anmvioggi.it/rubriche/europa/73852-ias-italia-deferita-alla-corte-di-giustizia-dellue.html
Livello di: la cosa sta sfuggendo di mano (botanic version) = tendente ad infinito
Avevo sentito Mancuso in un podcast parlare in difesa dell'Ailantus ed ero rimasto molto sorpreso per questa posizione radicale. La cosa positiva è che si parli di un argomento troppe volte marginale.
Ma se è per questo sono piante aliene in Italia pure i limoni, aranci, mandarini, ma anche gli amati olivi (originali dell'anatolia), così come i cipressi, tutte le palme tranne la chamaerops humilis, sterminate specie di piante e alberi ornamentali, sino ai ficus, di cui le nostre ville comunali sono piene zeppe, e ancora arbusti usati come spartitraffico (pittosporum tobira)e alberature stradali (eucalipti).... Il problema è se lo fa Mancuso?
Incredibile tutta questa passione per difendere li PIANTE locali e la totale indifferenza nel proteggere la cultura tradizionale degli italiani.
Da vomito. 🤢🤮
No,il problema è se paragona piante alloctone ai migranti.In prima elementare si insegna che non si sommano le mele con le pere
Il problema è se le piante sono invasive e dannose per gli ecosistemi locali.
Limoni e mandarini non hanno alcuna possibilità di insediarsi nei boschi locali e competere con le specie autoctone, quindi non sono invasive. Incredibile che non ci arrivi da solo.
Fra l’altro secondo me non si può parlare di specie aliene in questo caso visti i profondi mutamenti che il clima sta subendo a causa del riscaldamento globale, in Sicilia sta diventando impossibile coltivare qualunque cosa, sia per le temperature che per la mancanza d’acqua, sembra di essere già dentro il libro di Telmo Pievani (Viaggio nell’Italia dell’Antropocene) ..considerando anche tutti gli alberi che abbiamo perso a causa degli incendi negli ultimi anni. Con tutti i problemi che la crisi climatica sta causando questo mi sembra un problema più formale che altro.
@@EcoFilosofiaAgricola_ Le specie autoctone della nostra penisola sono sopravvissute a eventi climatici ben più estremi rispetto al riscaldamento globale attuale, e anche per questo sono le più adatte a vivere qui.
Continui a parlare di agricoltura ma la questione delle specie invasive è anche e soprattutto di natura ecologica.
Set perfetto
Grazie, è sempre importante mantenere uno spirito critico. Certo che per una profana come me, non nego che si generi un certo sentimento di sfiducia... non avendo gli strumenti per saper valutare il peso delle informazioni che senti divulgare, non sai più se puoi fidarti di chi appare autorevole o meno.
Fidati di Mancuso e lascia perdere sta gentaglia che non parla in pubblico perché non ha le conoscenze sufficienti per farlo. Ti parlo da professore di scienze e matematica e laureato in chimica
È bello dopo una giornata lavorativa, vedere gente come tu luca perri barbascura che fa sperare in un futuro, per il metodo comune che avete anche se con modi diversi di comunicazione: 1 Studiare 2 divulgare e 3 riflettere sulla deriva populista. grazie.
Grazie per questa disamina. Anche io, da botanico, spesso rimango molto perplesso dai video di Mancuso.
Salve,
Mi chiedo se magari si potrebbe scoprire che una pianta aliena invasiva "da sola", non lo è più se è accompagnata da altre aliene..... Potrebbe succedere?
Sì, nel loro luogo d'origine accampagnate da altre centinaia o migliaia di specie non sono invasive. Se importassimo tutte quelle specie e ricostituissimo da zero le comunità vegateli italiane quelle specie non sarebbero più invasive 😂 Spoiler: non funzionerebbe. A parte gli scherzi questo si fa di più per gli animali importando specie che nel luogo di orgine sono competitori o predatori di animali invasivi
Ma l’allusione alla divulgazione evoluzionistica? A chi si riferiva?
Assurdo il parallelo piante- migranti, veramente pessimo. Ben vengano i giardini ma perché non metterci piante autoctone rare che forse non tutti hanno occasione di vedere?
Perché molti paesaggisti e architetti hanno una conoscenza estremamente limitata del patrimonio botanico autoctono e del relativo potenziale ornamentale.
@@andreavannini157 quindi non sono bravi paesaggisti...😉
Scaricare i problemi sulla fascia più debole della popolazione è indice di non voler risolvere i problemi ma di usarli in modo strumentale.
Una cosa simile accade con i Gatti domestici. Mi spiace che Mancuso questa volta davvero abbia preso un palo, dato che lo seguo ed ho letto quasi tutto cià che ha scritto.
Ormai da tempo Mancuso fa politica con la botanica.
Fare politica è una bella cosa, se fosse così ha svolto a pieno il suo ruolo di accademico e intellettuale. Gli accademici che non facevano politica e si asservivano, in genere firmavano documenti che avvallavano le leggi razziali e la cacciata di tutti gli ebrei dalla accademie. In Italia erano più del 99% dei docenti con poche decine di mirabili eccezioni che pagarono con la vita e la carriera il fatto di fare politica. Si può non essere d’accordo con le idee espresse, ovviamente, ma che “fare politica” abbia un accezione negativa può valere solo per gli stolti.
Infatti, osceno strumentalizzare politicamente la scienza!
@@STEFANODIEUGENIO Fare politica è una cosa nobile per un accademico, usare la propria credibilità scientifica per distorcere la biologia a fini politici invece no!
Naturalmente il fatto che abbia usato la propria credibilità scientifica per distorcere addirittura la biologia è un giudizio che viene da un pulpito meno credibile scientificamente. Oltretutto era una accusa che ci poteva stare col dott. Prof. Mengele, per il buon Mancuso mi sembra un tantinello esagerata!
è veramente imbarazzante
Da poco ho letto Fitopolis, libro di Mancuso piuttosto interessante, ben scritto e ben impostato, a mio avviso. Ho letto anche il tuo libro, e quindi conosco le posizioni per cui gli alberi incidano poco nell'assorbimento di CO2, ma occorre notare che in Fitopolis, dove viene descritta la necessità di trasformare le città in boschi abitati, si parla approfonditamente dell'effettto positivo delle piante per aspetti proprio di biodiversità e soprattutto di umidità e calore, o anche per la semplice piacevolezza estetica, ma mi pare non venga menzionato o quasi l'impatto sulla CO2.
Cosa pensi nello specifico al riguardo? Ha senso la posizione di Mancuso su tutti gli aspetti slegati dalla CO2?
La cosa strana è che a memoria mi pare che nello stesso volume sia rispecchiata la preferenza verso le piante autoctone, e non capisco la deriva di questo progetto...
Per quanto riguarda l'accostamento tra "specie umane" e specie di piante, trovo che sia pericoloso, azzardato, fuorviante, e spero che ci sia sotto una generale incomprensione.
@alessandroforlin87 A me invece non sembra così sbagliato. E' un paragone azzardato ma non fuorviante. Il timore che piante alloctone possano sostituire le autoctone è accostabile alla paura della 'sostituzione etnica' che tormenta molti individui e gruppi sociali. Ed è questo ad aver dato tanto fastidio, nelle parole del prof. Mancuso, a mio parere...l'idea che siano due fenomeni del tutto naturali e inarrestabili. Ma lo sono, e il professore ha ragione.
Si vuole dimenticare che nei millenni e nei secoli sono state proprio le migrazioni umane a portare nel nostro territorio una quantità incredibile di piante e animali nuovi, oggi ormai ben adattati e valorizzati nelle nostre specialità gastronomiche e nei prodotti tipici regionali e nazionali per cui siamo tanto apprezzati nel mondo.
E' una paura irrazionale. Comunque la natura non ha bisogno del nostro intervento regolatore, sa benissimo come ripristinare da sola gli equilibri alterati: per ogni invasore nocivo arriva il predatore che riesce a decimarlo. Certo ci vuole tempo. Intervenire serve a noi che abbiamo fretta, non al pianeta.
Si ma il paragone è basato sulla comprensione e l’accettazione della diversità, è una metafora, se stiamo a questo livello di dibattito non bisogna votare Bersani perché vuole mettere le mucche nei corridoi delle case italiane. Sveglia, scrollate di meno e soffermatevi sui contenuti!
Il fatto è che gli esseri umani sono un'unica specie, senza razze... L'uomo è onnipresente, non esistono specie "aliene" o uomini alloctoni. Dire che alcune persone saranno gli "italiani del domani" significa dire che oggi sono qualcosa di diverso, mentre la mia posizione è che non sia così, soprattutto se la si pone dal punto di vista scientifico. La sostituzione etnica non ha motivo di spaventare perché è un concetto inconsistente, può esserci eventualmente un'ibridazione culturale. Cosa che, dal canto mio, se comportasse una deradicalizzazione del concetto di identità e una più elastica integrazione tra culture non potrebbe che essere una cosa buona. Il prof. Barbujani può essere un primo riferimento per farsi un'idea scientifica nel merito della questione... Resta vero che cercare l'accostamento tra la scelta di piante e un messaggio politico è azzardata e, per come la vedo io, fuori luogo.
Errori comunicativi a parte, esistono studi seri su possibili vantaggi dati da immissioni controllate di specie aliene allo scopo di migliorare la biodiversità in ambienti soggetti a forti cambiamenti climatici? (sia anticipando gli spostamenti dei vari tipi di flora, sia "inventando" habitat nuovi che però possano risultare efficaci).
L'opposto - ci sono tanti studi scientifici che dimostrano che, ad es. la quercia rossa piantata qua, diminuisce la biodiversità perché produce composti chimici nocive per le altre piante e le foglie morte coprano il terreno e non fanno germinare i semi delle altre specie. Al di là del cambiamento climatico non vanno bene per la biodiversità. La loro crescita è forte, sì, ma ad un costo per la biodiversità.
Ti seguo volentieri ma perché non posti le informazioni e/o le notizie con cadenza settimanale?
Mah...mi sembra che si stia discutendo riguardo ad una delle tante dita che puntano la luna, dimenticando appunto di guardare la luna, cioè il problema del riscaldamento globale, che merita molta più attenzione.
Riguardo a questo infatti i ogni contributo potrebbe essere determinante e utile, quindi immagino che queste polemiche sui modi di comunicare di questo grande scienziato siano abbastanza inutili. Sono anni che Mancuso per meglio spiegare la portata delle conseguenze del riscaldamento globale fa presente agli ascoltatori la portata immensa , rispetto ad oggi,che i flussi migratori assumeranno, dato che molte parti del pianeta saranno inabitabili. Ma questo è un tabù ancora in affrontabile, sebbene ormai vicino, al di là di qualsiasi opinione politica, sarà un fatto. Sarebbe meglio prepararsi.
La prima volta che ho ascoltato Mancuso ho pensato che era geniale.
La seconda ho avuto qualche dubbio a riguardo.
Dopo quanto detto in questo video, lo ritengo veramente balzano e balengo.
A mai più.
Fai ecologia in tutti i sensi. Ache del dibattito, della terminologia, del modo in cui si imposta la comunicazione scientifica ai grandi pubblici. Ti guarderei anche se non mi importasse nulla dei temi, perché ragioni in maniera stimolante.
Ciao Giacomo, ti seguo da tempo e mi piace il tuo modo di porti, sempre molto pacato e mai "estremista".
Venendo al video, ho sentito più di qualche conferenza del Prof Mancuso, e mi verrebbe da dire, che il suo stile comunicativo (ad esempio descrivere le piante come molto simili ad animali o uomini) serva a penetrare l'attenzione del grande pubblico che altrimenti risulta molto apatico all'argomento!
Per quanto riguarda la sua attenzione verso la piantumazione devo dire che la condivido in pieno, non tanto per l'assorbimento di CO2, ma molto per l'impatto sulle temperature, e perché in molte zone di dissesti idrogeologici magari potrebbe essere utile qualche pianta in più!
Magari sbaglio, ma questa è la mia opinione, e sarei curioso di avere una tua risposta
Graziee per i tuoi video
A cosa serve portare l'attenzione delle persone sulle piante se quest'attenzione è sostenuta solo da cazzate?
Far credere alla gente che le piante abbiano "intelligenza" o "sentimenti" non conduce in alcun modo a una maggior consapevolezza ecologica.
C'è bisogno di gente informata e sensibilizzata sulla biologia, le funzioni ecosistemiche delle piante e la loro importanza, non di gente che le scambia per persone.
"Per quanto riguarda la sua attenzione verso la piantumazione devo dire che la condivido in pieno, non tanto per l'assorbimento di CO2, ma molto per l'impatto sulle temperature, e perché in molte zone di dissesti idrogeologici magari potrebbe essere utile qualche pianta in più!"
Tra le piante che Mancuso ha scelto ce ne sono molte che costituiscono un serio pericolo per gli habitat naturali locali, piante che sostituiscono quelle native formando monocolture che non offrono habitat e sostentamento per gli animali, dissestando quindi l'equilibrio degli ecosistemi.
Anche le specie autoctone riducono le temperature, mitigano i dissesti idrogeologici e assorbono Co2, ma in più sono parte integrante dei nostri ecosistemi. Con la consapevolezza scientifica di oggi non c'è motivo di piantare altro in un parco pubblico.
@@Sorrowful00 io non sono un biologo, e non me la sento di etichettare delle ricerche come "cazzate"... Anche perché la definizione di intelligenza non è così chiara neanche per le specie animali!!
In merito alla piantumazione, non è che ho detto che voglio per forza specie aliene come L'Ailanto, ho semplicemente detto che qualche pianta in più non farebbe male, sbaglio??
Ah, la neurobiologia vegetale! Interessante argomento. Io invece stavo studiando esercizi di pilates appositamente pensati per le statue
Ciao non so se leggerai questo messaggio ma la tento comunque, ho questa idea che mi gira in testa da un po': se anziché piantare mille miliardi di alberi (che dire mille miliardi in scienze è un po' come sparare un numero a caso, un fantastilione) si realizzassero impianti di fitodepurazione con piante a accrescimento rapido tipo bambù giganti e poi ogni anno li si taglia e mediante un processo di pirolisi li si carbonizza e il carbone lo si compatta e lo si interra ad esempio in cave abbandonate o aree ad hoc potrebbe avere qualche impatto? Pensa ad esempio il dendrocalamus sinicus che di suo cresce fino a 35 metri a una velocità di 30 centimetri al giorno e fusti che arrivano a pesare 450 chili. Per di più con la fitodepurazione avrebbe acqua, nitrati e fosfati a volontà quindi crescerebbe a bomba. Infine dalla pirolisi si può ottenere syngas, metanolo e altri composti di interesse industriale. Mi farebbe molto piacere avere una risposta a questo quesito ma in ogni caso ti faccio i complimenti per l'impegno profuso nel tuo progetto. Ti sosterrei ma purtroppo come direbbe il buon Frank Gramuglia sono povero come la merda... 😅
Bravissimo Giacomo; obiettivo, analitico e esaustivo in poche parole.
Sono convinto che se tu entreresti in politica non beccheresti neanche un voto, troppo intelligente da non accontentare nessuno piuttosto di dire una fesseria. Sta attento a parlare degli accademici, sono in cattedra dalla parte della cadrega
accompagnare la transizione é il migliore equilibrio, l'ecosistema é dinamico da sempre
Quindi dobbiamo stare fermi mentre le specie autoctone che abbiamo ereditato si estinguono? Perché secondo te la nostra inerzia è naturale ma il nostro intervento attivo no?
@@Sorrowful00 quindi ho espresso una mia opinione, remare contro l'inebitabile con sforzi immani mi sembra piú impegnativo che porre le basi per un mondo di domani e nuovi sistemi - sono i miei viaggi mentali non ho alcuna professione manco quella di fede
Per essere equi e democratici, dovrebbe esserci la possibilità di votare per le persone che sono d’accordo o meno con la sua teoria/stefano.
Penso che sia sbagliato essere contro Stefano! La scienza non funziona rincorrendo le persone, discutiamo di idee e non di persone! Questi sono i principi di base quando si studia la BIOetica, è anche il suo lavoro sperimentale basato sugli anni di ricerche e studi che ha sviluppato, cioè tutto ciò che sta facendo è un processo scientifico valido, semplicemente dando la caccia a una persona per il fatto che fa Non sono d'accordo, non è scienza, è solo intolleranza, proprio come lo stesso Charles Darwin fu perseguitato. Oltre alla teoria dell'evoluzione, l'evoluzione non adattativa stessa è un valido lignaggio evolutivo, le ricerche e i progetti di Stefano sono ricerche e idee scientifiche valide, ma non sono conservatrici, sono teorie moderne.
Sul fatto che le teorie di Mancuso non siano conservatrici ho i mei dubbi ma non è il punto centrale del discorso quindi non mi esprimo. Le persone che hanno criticato la scelta di Mancuso è vero, nelle università e in privato lo criticano in modo più personale, ma la lettera non era contro Mancuso ma contro il suo metodo. La sua rilevanza mediatica gli consente di raggiungere molte persone, proprio per questo ha la responsabilità di essere corretto nella sua divulgazione scientifica nei confeonti di quelli che sono concetti scientifici appurati. Che le specie invasive siano un problema è accettato dalla maggior parte della comunità scientifica, e dire il contrario è indice di ego e personalismo che è proprio quello che tu critichi
In pratica hai detto in maniera un po' mascherata che Mancuso è un ciarlatano, che ha fatto e fa della semplificazione e della politicizzazione della botanica una occasione di carriera. Forse sarebbe più utile dirlo chiaramente, per togliere ogni dubbio a chi ancora ne avesse. Io che Mancuso facesse parte del "Partito dei Buoni & Giusti" lo avevo già capito da un pezzo...
Hai capito tutto lol
@@emanuele676 infatti, grazie
Basta ricordarsi cosa è successo a Vaia. Non è sufficiente piantare una specie di alberi per salvare il pianeta, bisogna piantare anche tutta la vegetazione che fa parte del suo habitat autoctono
Scusa se te lo chiedo ma puoi consigliare qualche libro di botanica? Perché mi ero preso quelli di Mancuso ma ora non so più se leggerli ahaha
Sarebbe effettivamente bello un video sui libri di botanica.
Aspettando giacomo, io intanto consiglio "le piante son brutte bestie" di Bruni
Secondo me dovresti leggerli, però sapendo che sono molto faziosi
Ti consiglio "la botanica del piacere", veramente interessante
Assurdo l'invidia che si prova verso chi ha un minimo più di visibilità, anche in settore dove non lo immagineresti mai.
Ho ragione = rosicano
Ho torto = me lo fanno notare quindi rosicano
Questa è la retortica da ritardo mentale che infetta il discorso italiano da anni. Ce ne libereremo mai?
With great power comes great responsibility.
Scusami, ma in questo video si dice che si tratta di specie aliene invasive, ma non si spiega quali sono le specie piantate in quel giardino. Perché è quel termine "invasive" che non è neutro ed andrebbe inquadrato correttamente rispetto al contesto e invece non viene fatto.
Ma quali sono le piante che meglio assorbono la co2
Paulownia tomentosa e alge, pero quella che immagazzina più anidride carbonica nella sua biomassa è la sempreverde secoia
@@iandangelo-o3d grazie mille
Non è l'assorbire che conta, ma la capacità di stoccare nel lungo termine. È per questo che Paulownia in realtà non conta molto - sarebbe meglio favorire le zone umide dove lo sfagno e altre piante da torbiere possono accumulare la torba per millenni. Ovviamente le piante che ci possono aiutare veramente con i cambiamenti globali non c'entrano molto con la città...
@@fabiocolombo2954 Salve! Le rispondo che piuttosto che cercare la singola specie di pianta che assorbe più CO2 per piantarla, sarebbe molto meglio capire quale "situazione" (cioè insieme di organismi viventi) è più performante in questo: le posso dire che, a parità di superficie, un bosco naturale maturo, inteso appunto come un superorganismo composto da più specie viventi appartenenti alla stessa comunità, assorbe 41 volte di più la CO2 rispetto a una piantagione di alberi casuale, anche se quest'ultima fosse composta solo dalla quella singola specie che ne assorbe di più. Saluti
Veramente interessante. Non ne so abbastanza per esprimere un’opinione ma il fatto che si parli di scienza, natura, etc. è comunque utile. Ho presentato a Verona gli ultimi due libri di Massimo Polidoro e ho interagito con il pubblico. C’è molto da fare. Serve dibattito. Serve coinvolgere le nuove generazioni e interesare le vecchie.
È il tizio che sostiene che le piante sono intelligenti. Con uno così non bisognerebbe manco prendere il caffè.
Proprio questo fatto era stata una delle cause per cui, per molti, vaia ha avuto quella forza. Perché erano piante messe a dimora centinaia di anni fa ma non erano del nostro territorio. Tant'è che alcun piante messe a dimora ora sono diverse da quelle.
Questo forse vuole dire Mancuso. Che tra molti decenni non sapremo più se quelle sono piante nostre o meno. Perché come ho detto già nei nostri boschi sono state messe piante non del posto.
sono tutte domande di cui da profano, ma molto interessato, desidererei approfondire le risposte, se ci sono...
Come si configura il confine tra la naturalezza "giusta" della selezione tra specie autoctone e invasive, e la pratica di arginare deliberatamente l'invasività di certe specie?
Fino a che punto è fisiologico che le piante invasive inizino a predominare su quelle indigene?
Questo scompenso è dovuto anche all'uomo, quindi è l'uomo a dover ripristinare l'equilibrio?
Se sì, il fatto che l'uomo, insieme ad altri fattori, contribuisca a favorire la diffusione di specie aliene, allora non fa pure questo parte di un equilibrio dinamico naturale?
O oggi lo status e la visone moderna della società ci spingono a deviare da quel principio darwiniano?
Niente Giacomí, sei bravo per carità. Ho comprato e letto il tuo libro e mi è piaciuto. Però devi lavorare sulla tua parte emotiva e cercare di avere uno sguardo più "ampio". Ciao
Bel video..! Come richiesto ecco cosa ne penso: 😁
Anch'io penso che Mancuso esageri sulla questione assorbimento CO2 come tanti, darei molta più luce alle piantumazione per il miglioramento dei microclimi, infatti. Non d'accordo sul fatto che esageri sulla grande sensibilità/intelligenza delle piante, cosa provata, anche se sicuramente è un po' "pedante" nel personificarle e si fa qualche "viaggione" al riguardo ahah.. ( non lo seguo molto infatti).
Sicuramente d'accordo sul fatto che sia un bene aprire discussioni a livello scientifico che comprendano la politica, molto bello infatti, ma è importante che come in questo caso la politica non venga interpellata da società scientifiche per prendere decisioni drastiche in merito, bensì solo per prendere atto della discussione e essere quindi informata. Quindi penso sia buona questa forma e spero che non sfoci in azioni strane da parte della politica..
Sulla visione del "gruppo specie esotiche" come un problema per la biodiversità dissento invece: possono essere una risorsa (es: la robinia) e oggi abbiamo la possibiltà di valutarle bene prima di introdurle: non è detto che siano invasive, e si possono usare ibridi sterili se invasive; per certo non vanno introdotte a casaccio e poi vanno gestite bene appunto... ma più che altro penso che, almeno in Italia, il problema più grosso per la biodiversità fin'ora sia stato la mala gestione delle risorse autoctone, o meglio del territorio dove sono (o erano) presenti (per poi esser sostituite da invasive). Penso sia proprio a proposito della buona gestione del territorio e delle risorse che lo caratterizzano, che la società scientifica dovrebbe essere più attiva oggi; e poi scendere in campo politico, e sociale soprattutto, molto più spesso.
In conclusione quindi penso che sia inutile discutere di specie esotiche introdotte volontariamente, in Italia, dove ogni anno vengono introdotte tantissime sp esotiche in modo involontario, e dove, sopratutto, grossa parte del territorio è devastato dall'urbanizzazione malfatta e da un' agricoltura di tipo industriale ai quali resistono solo poche specie, invasive appunto; penso infatti che sarebbe invece importante una campagna di sensibilizzazione alla buona gestione del territorio, per poter salvaguardare le risorse ancora presenti, ripristinarle, e successivamente incrementarle (eventualmente). Insomma penso che le società in questione dovrebbero concentrarsi più su questo e meno su Mancuso
@gabri5501 Attento, non si può sapere a priori se una specie esotica sarà o meno invasiva, si possono fare delle ipotesi ma predire l'effetto che avrà una specie in un nuovo habitat non è facile. E inoltre spesso le specie invasive si diffondono non solo tramite semi ma anche tramite rizomi. Emblematico è il caso della Fallopia japonica di cui in Europa sono presenti solo individui maschili sterili ma questo non gli ha impedito di propagarsi
Premetto che non sono né un biologo né un botanico (insegno Lettere alle scuole superiori), anche se sono discipline che mi appassionano molto. Io trovo decisamente salutare questo tipo di dialogo, a patto però di non contrapporre scienza e divulgazione. Cioè: non ci può essere da un lato il grande divulgatore (che io, nella mia ignoranza specifica, amo), che è anche e soprattutto (mi sembra) scienziato, alla comunità scientifica, come se quest'ultima senza Stefano Mancuso non fosse in grado di comunicare i suoi risultati. Capisco bene che esporsi mediaticamente per alcuni sia intollerabile (per me, per esempio), però forse sarebbe stato più proficuo portare avanti questi discorsi così importanti in un modo più "piano" e collaborativo. Dalla parte finale del tuo video, però, capisco bene che questa storia è solo la punta di un iceberg e forse, per quanto mi riguarda, vale la pena farsi una bella immersione :) Grazie, Giacomo!
Bravo bel video...
Quello del prof. Universitario e l'evoluzione è un riferimento puramente casuale? 😅
È come pagare per mettere i piccioni in città.
Prima o poi arriverà la letterina pure a te Giacomo😂
L'amore per la mi città parte da quando son nato e cresciuto in via Cursio Malaparate.
0:07 ah Stefano Mancuso, il grande e irreprensibile Stefano Mancuso.
Non sapevo parlasse anche di piante
Giacomo sempre al top! Conosco Mancuso di nome e per qualche intervento in tv. Pero', specie aliene a parte, condivido la sua "esagerazione" nel piantare alberi. Nelle citta' tra nuovi parcheggi e "riqualificazioni" edilizie, si rischia di non vederne piu' di alberi, per cui esagerare serve almeno per ottenere il minimo sindacale.
Ma che piante ha messo nel bosco delle neofite?
Il caso di cui parli è il classico esempio di propaganda politica mascherata da scienza. I due ambiti andrebbero mantenuti quanto più possibile separati.
bel racconto , ma che tristezza la banalizzazione dei politici
Il discorso Mancuso va inserito nel contesto della suo pensiero e nella sua letteratura, Mancuso non è solo un divulgatore ma anche un ricercatore di ottimo livello. E poi diversi climatologi, come ad esempio Beringher, che le isole climatiche sono problematiche, nella loro incapacità di adattarsi ai cambiamenti climatici che porteranno alla migrazione anche di specie vegetali
Mancuso non mi è mai stato molto simpatico (ho letto solo un paio di suoi libri e visto qualche intervento in TV, quindi la mia è una sensazione epidermica, ma l'enfasi sulla piantagione di alberi e la loro descrizione un po' troppo antropomorfica non mi piacciono). Ma una sua riflessione sull'ailanto me l'ha fatto rivalutare. Non sono un ecologo e nemmeno un evoluzionista, ma penso che l'ailanto, esattamente come Homo sapiens che ne ha favorito la diffusione, è una parte di ciò che chiamiamo "Natura". Quindi mi fa un po' ridere che, dopo averlo diffuso, abbiamo l'approccio antropococentrico di volerlo eradicare (troppo tardi, oltretutto con mezzi infinitamente inferiori a quelli con cui ne favoriamo la diffusione). Pensiamo davvero di poter contrastare meccanismi naturali senza prima modificare drasticamente il nostro ruolo di specie e i nostri comportamenti? Poi capisco anche i botanici, ci mancherebbe altro.. concludo dicendo che il mio approccio al tema è cambiato dopo aver letto " Darwin va in città " di Menno Schilthuizen . Non ho certezze, ma sono un po' più ottimista.
È un divulgatore Mancuso, comunque mette in relazione, secondo me in maniera molto astuta, i vari campi della scienza e va a muovere critiche anche alla religione. Non credo alla visione con paraocchi degli argomenti: tutto è in relazione e tutto va considerato nei discorsi e nella realtà, non come il creatore di questo video che si basa su conoscenze estremamente ridotte per giungere a conclusioni perfettamente errate
Voglio uno studio che mostra come i successi nel calcio influiscono la vita degli italiani