eccolo qua il professore che da 25 anni celebra il funerale dei Cure ed adesso si appende sugli specchi per giustificare le minchiate dette da dopo Disintegration…quest’ album molto probabilmente diventerà proprio uno dei dischi fondamentali dei Cure e probabilmente proprio per il contesto storico in cui è uscito…da 25 anni che vi sbagliare fatevene una ragione…c’è gente che non riesce più ad ascoltare altro per tutto quello che scopri ad ogni nuovo ascolto…altro che nostalgia.
@@andreaparkerpachera Chi ha mai parlato di “verità”? Di Vero e Falso se ne occupano i preti, certamente qui si discute e si argomenta di opinioni, non voglio convincere nessuno, non devo mica vendere niente.
Le classifiche della critica contano zero... soprattutto oggi, in un mondo dove la musica conta praticamente niente...forse il mondo perduto dei Cure e il loro fare musica odierno, vorrebbe suggerire una sana restaurazione di un amore, vero, per il fare musica in canzoni e di quanto sia prezioso il loro ascolto...e poi c'è Endsong...questo album siamo sicuri sia inferiore a Wish?!
Vabbè...se la mettiamo sull'importanza di essere contemporanei, non c'era bisogno nemmeno di ascoltarlo, si poteva depennare dalla lista dei papabili già dalle dichiarazioni di Smith del 2018. E' un disco che è sempre stato presentato come un omaggio ad un passato perduto, persino il titolo la dice lunga: sono le canzoni del mondo perduto, mica di questo. Neanche secondo me è un capolavoro, ma è comunque un disco dignitoso, con qualche bel brano ed una visione artistica e poetica che è rara anche in dischi migliori.
Carissimo, Robert Smith ed i suoi fans sono invecchiati insieme... Ed il tema della perdita prima o poi nella vita si affronta... Certamente non lo più capire una persona che è nata dopo che alcuni dei loro album erano già stati pubblicati. Magari se te lo riascolti tra una ventina d'anni lo capirai.
Sono d'accordo con te. E' un album sulla vecchiaia, sul viale del tramonto, sul lutto, sul disagio nei confronti della modernità, sul rimpianto per quel che poteva essere e non è stato. Robert Smith ha parlato per un intera carriera della fine, ma questa è la prima volta che l'affronta davvero. Credo che essere un fan dei Cure aiuti a entrare meglio nel malinconico senso di chiusura che vuole trasmettere quest'album. Altri artisti hanno affrontato temi simili (penso al Johnny Cash di Hurt, per fare un esempio), ma questa è la prima volta che riesco a connettermici per davvero.
Nome del canale fantastico 🤟 Anche per me è un buonissimo disco di fine carriera, ma non lo metterei tra i capolavori della band. Anzi, personalmente trovo persino il tanto vituperato Wild Mood Swings superiore per melodie... È comunque un disco che (forse?) chiude in bellezza la loro carriera, togliendo il cattivo retrogusto dei due dischi precedenti (davvero orribili)
Sono d'accordo su ogni singola virgola di quanto hai espresso in questo tuo video. Io, nel mio piccolo della ancora più piccola pagina Rubrica Sonica, ne ho parlato in questo modo e, nella mia personale classifica di fine anno, Songs of a Lost World è al 40mo posto su 100: Il primissimo album presentato da questa piccola pagina poco più di un anno fa è stato Disintegration dei The Cure per la rubrica 𝙎𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙏𝙚𝙢𝙥𝙤. Una dichiarazione d'amore e d'intenti la mia, che a 17 anni cantavo e suonavo le tastiere in una band di compagni di scuola che, nel suo allora limitato repertorio, poteva contare ben 4 cover della band di Robert Smith. La premessa è necessaria per comprendere quanto il sottoscritto abbia a cuore questa band e tratti con estrema attenzione tutto ciò che la riguarda. L'attenzione però comprende anche una buona percentuale di onestà intellettuale che, nel corso della mia carriera di "ascoltatore", mi ha portato ad una certa obiettività nel giudizio, difatti posso vantarmi di non essere mai stato "fanboy" di alcuna band e i The Cure non fanno eccezione. Ho sempre ritenuto, quindi, che la produzione di Robert Smith e soci, avesse cessato di brillare da Wild Mood Swing compreso in poi, svuotati da ogni guizzo creativo e ripetitivi nel loro goffo ciclico tentativo di rispolverare i fasti del passato. Con Songs of a Lost World, uscito da pochi giorni per Lost Music (l'etichetta del buon Robert Smith) dopo 16 anni dall'ultimo lavoro in studio, assistiamo ad una ripresa del filo lasciato 30 anni fa con l'accoppiata Disintegration/Wish. È stato, come dicevo più su, l'apice della loro carriera, con un sound compatto, messo al servizio soprattutto di ballate e mid tempo malinconici, fatto di bassi distorti, chitarre arrotate, sature di flanger e arpeggi delicati e profondamente ispirati, con la voce di Smith a dirigere magistralmente come sempre. Ritroviamo tutto ciò in questo lavoro del 2024 ma con meno arpeggi, un maggiore uso della distorsione (e degli assoli) e una sovrabbondanza di tastiere sotto forma di sezioni d'archi e pads. Lo dico subito: siamo di fronte al miglior album post-Wish senza alcun dubbio. È anche vero però che Songs of a Lost World non raggiunge il livello di tutta la produzione pre-Wild Mood Swing. Degli 8 brani della playlist ce ne sono due che mi hanno colpito molto positivamente (Endsong e Warsong) e due assolutamente gradevoli (Alone e And Nothing Is Forever). Gli altri non sono riusciti onestamente a smuovermi nulla, riportandomi alla memoria i maldestri tentativi di "coverizzare" sé stessi dopo i fasti di inizio anni '90. Nel complesso, comunque, l'album mi ha soddisfatto e merita, a mio giudizio, la piena sufficienza, soprattutto se l'occhio cade sui testi, sport che non mi concedo quasi mai. In questo caso, trattandosi della mia band del cuore, l'unica (insieme a poche eccezioni) di cui sappia ancora oggi molti testi a memoria, mi sono concesso uno strappo alla regola e, devo dire, i contenuti alzano di tanto il livello complessivo dell'album. Si parla di lutti, soprattutto familiari, e di un senso di "fine" imminente che pervade l'atmosfera, con una poesia che solo Smith riesce così bene a tradurre in melodia. Che sia la parola "fine" anche del progetto The Cure, questo non è dato saperlo, anche perché il buon Robert è sempre stato molto bravo a spiazzare i suoi fans con dichiarazioni e successive smentite con i fatti. Intanto noi gli diamo un sincero bentornato e godiamo della sua/loro ritrovata ispirazione
L’ho usato nel senso: “ci sono delle evidenti reazioni eccessive nel mettere questo tipo di album primo in classifica”, se l’organismo è la classifica dei migliori album la presenza dei Cure è una idiosincrasia.
L’ultimo album dei Cure e’ un buon/ottimo album, ma non un capolavoro, il buon Robertone Smith comunque, visto il livello della musica odierna (monnezza galattica), può stare tranquillo perché a 60 anni, caga ancora in testa a tutti senza sforzarsi troppo, non sarà una grande soddisfazione, ma bisogna avere il coraggio di guardare in faccia alla realtà. Se si pensa che molti “esperti” di musica indicano i Fontaines DC come miglior gruppo odierno, vuol dire che ormai siamo all’ avanspettacolo.
Come ho già scritto un altro commento, non mancano le uscite notevoli, manca semmai l’efficacia di una mappatura (come diceva Fofi pochi anni fa). Eppure non è che non ci siano classifiche interessanti sul 2024, che ignorano Fountain DC per dare spazio ad altro (penso a Wire o The Quietus). Così come lo scorso anno, anche nel 2024 personalmente mi sono trovato ad ascoltare veramente tanti album bellissimi. A parte quelli che incontrano il mio gusto ma non sono particolarmente rilevanti per gli altri (tipo Bug Club, 오미일곱 , Issy Wood, PSP Social), sono usciti diversi album memorabili. Penso a “Hopetrain to Universe” di Yo, “The Great Bailout” di Moor Mother, “Eels” dei Being Dead, “Sky Hundred” di Parannoul, “In E”” dei Water Damage, “A Lonely Sinner” di samlrc, “Bestial Hardcore” dei GAOLED, “Infants Under the Bulb” degli Uranium Club, ma anche l’ultimo di Porta d’Oro, Adrianne Lenker, Melt-Banana, Paysage d’Hiver, Thee Oh Sees, Mount Eeire, Vylet Pony, Gee Tee, Fievel Is Glauque, 王若琳, Oranssi Pazuzu e altri che ora sicuramente mi sfuggono.
@@ubudanceparty ma fa ridere il discorso fontaines dc, salvatori della patria musicale, visto che non allacciano neanche le scarpe ai joy division, o qualsiasi gruppo seminale della scena post punk / new wave; li ho visti live, sentito i dischi... continuano a sembrarmi robetta così... nulla di che, assieme a tutta la nuova "wave" del genere... se voglio il post punk, preferisco ascoltare qualcosa di contemporaneo al genere, ovvero, qualcosa di anni '80. L'effetto nostalgia, presente nelle varie ultime uscite "notevoli" come dici tu, è lo stesso del disco dei cure, con la differenza che i cure non sono scappati di casa come la maggior parte dei gruppi "nuovi" della scena, tutto la.
@@gianlucagullotta115 Per me lo sono. In tredici anni tanti lavori sotterranei di cui scrivevo passati in sordina sono oggi considerati album fondamentali da artisti che fanno rock contemporaneo, altri invece sono rimasti nel loro piccolo mondo di nicchia. Se pensassi di avere la Verità infusa farei l’indovino, non il critico.
A me è piaciuto moltissimo. Anche se sopporto poco le classifiche. In realtà penso che si intende dire semplicemente che è il miglior disco che è uscito nel 2024 no che ci rappresenta. Comunque dopo disintegration c'è stato wish. Secondo me si merita 9.
Sì, si capisce che questi critici non sanno di cosa parlano quando fanno riferimento a Disintegration come ultimo disco "valido" dei Cure. Wish è un capolavoro, e i singoli e il tour del 1992 vedevano i Cure all'apice sotto molti punti di vista, non ultimo quello del successo di pubblico.
da fan dei The Cure finda quel 1985 in cui vidi per la prima volta il video di Close to me, un disco buono ma da qui a definirlo "capolavoro" come leggo in giro ce ne passa. già qualche anno fa, quando presentarono alcuni brani inediti in concerto, al loro primo ascolto ho avuto la sensazione di brani da "trentennale di Wish" e in realtà mi diedero proprio quella impressone questo disco alla fine è interessante, si ascolta con piuacere, ma non mi dice nulla di nuovo, anzi ogni volta che ascolto "All I ever am" mi viene da cantare "let's get happy" perchè mi ricorda troppo Doing the Unstuck...
Disco, secondo me, noiosissimo, autocelebrativo, tronfio, stanco, privo d'ispirazione, di maniera, sostanzialmente vuoto. E lo dico da persona cresciuta con la loro musica. Tutti questi superlativi pseudo-critici, più che raccontare un disco, raccontano lo stato confusionale, superficiale e pavido del sistema "social" attuale.
@@fabiopatane9160 è un disco su cui si è creato un forte Hype. già al primo ascolto di Alone qualcosa non mi aveva convinto (quella batteria troppo invasiva) in mezzo a tanti (troppi) entusiasti commenti ripeto: un buon disco, lo si ascolta volentieri, ma da qui al Capolavoro ce ne passa
@@fabiopatane9160 Non mi pare che prima dei social non ci fossero fenomeni di montature pubblicitarie su larga scala, sono fenomeni che ritornano solo più veloci e più efficienti. Il problema qui non è tanto se l’album dei Cure sia un buon album o un lavoro mediocre, ma il fatto che sia un lavoro retorico. Si può benissimo produrre musica antica che parli del contemporaneo, ma come si può pensare che questo album lo faccia? (Perdonami per la domanda retorica) La comparazione è uno dei principi critici fondamentali per sviluppare un giudizio consapevole, se davvero non c’è niente uscito quest’anno che sappia definire un suono o un pensiero più complesso e radicato nel presente del nuovo album dei Cure forse sarebbe il caso di chiudere baracca e burattini.
@@ubudanceparty Ulteriori, queste tue, riflessioni stimolanti ed argute. Riguardo al mondo dei "social", forse mi sono espresso male. Non mi riferivo ad alcuna montatura, ma ad un entusiasmo che è spesso finalizzato al compiacimento altrui (una parte "politica", un settore di pubblico), e spesso timoroso di possibili ritorsioni. Il coraggio critico, oggi, latita. Quando sembra tale, spesso è provocazione, e quindi, ancora una volta, finalizzato ad una reazione che porti visibilità. Riguardo a ciò che sostieni invece, nutro qualche perplessità. Ogni lavoro artistico nasce imbevuto del proprio tempo, ma ha valore quando vi si stacca, diventando eterno. I temi trattati da Smith sono universali (o, per lo meno, "occidentamente" universali) e senza tempo, così come le atmosfere e le tensioni create dai suoi dischi. Non c'era alcun bisogno che il nuovo disco "parlasse" della società attuale. Sarebbe bastato che chiudesse baracca e burattini con l'ultimo capolavoro. Ecco perché ritengo l'unico metro di giudizio rimanga quello estetico.
Sul “coraggio” critico mi trovi d’accordo. Sono in realtà d’accordo anche sul fatto che i temi di Smith in quanto universali non hanno alcuna necessità di ancorarsi al presente. Però non sto contestando l’universalità di un messaggio, o la sua presunta contemporaneità, ma il fatto che il messaggio è anche estetica. Non è un caso se de Chirico si retrodatava i dipinti! Un conto è esprimere un concetto attraverso un’estetica che risuona nel contesto culturale nel quale l’artista è immerso, un’altra è riprodurla pedissequamente in un contesto alterato. “Pornography” è (passami la semplificazione) più contemporaneo di “Songs of a Lost World”.
Ma quanto hanno rotto i coglioni le classifiche di fine anno? Ogni volta che arriva dicembre già sento l'orchite che incombe. La frase "l'album dell'anno!" mi fa venire in mente dei quattordicenni che ascoltano solo la trap e la drill. 😄
Così come lo scorso anno, anche nel 2024 personalmente mi sono trovato ad ascoltare veramente tanti album bellissimi. A parte quelli che incontrano il mio gusto ma non sono particolarmente rilevanti per gli altri (tipo Bug Club, 오미일곱 , Issy Wood, PSP Social), sono usciti diversi album memorabili. Penso a “Hopetrain to Universe” di Yo, “The Great Bailout” di Moor Mother, “Eels” dei Being Dead, “Sky Hundred” di Parannoul, “In E”” dei Water Damage, “A Lonely Sinner” di samlrc, “Bestial Hardcore” dei GAOLED, “Infants Under the Bulb” degli Uranium Club, ma anche l’ultimo di Porta d’Oro, Adrianne Lenker, Melt-Banana, Paysage d’Hiver, Thee Oh Sees, Mount Eeire, Vylet Pony, Gee Tee, Fievel Is Glauque, 王若琳, Oranssi Pazuzu e altri che ora sicuramente mi sfuggono.
Ci sono degli ottimi album a giro, ciò non cambia le date del calendario o i contesti culturali. Neanche il 1968 era il 1967, cosa dovrebbe aggiungere questa inutile ovvietà?
@@ubudanceparty dai su, non mentire a te stesso....la qualità media è decisamente calata, questo è rinnegabile! Che poi ci sono dei lavori interessanti non lo nego, ma mancano completamente i capolavori di un tempo
@@ubudanceparty alcuni di quelli che hai elencato fanno palesemente cagare, altri sono interessati (being dead, mount eerie ecc...) ma sono decisamente derivativi e poco coraggiosi
Quello che dici potrà anche essere vero, però si tratta di una polemica talmente oziosa che l'impressione con cui si rimane dopo aver visto il video è che sia semplicemente un tentativo di ottenere visualizzazioni andando controcorrente su un argomento alla moda.
Non ho potere sulle impressioni soggettive. Ogni argomento di natura strettamente critica è effimero, futile. “Meglio la scena shoegaze coreana o il post punk cileno?” Nessuna riposta a questa domanda cambierà il mondo, e non cambierà neanche la pessima opinione che il mio amministratore di condominio ha di me, eppure il mio mestiere è proprio pormi questo genere di domande. Parlare dei Cure, ora, è un tema caldo, sicuramente, ma non dipende da me. Vorrei che lo fossero anche la musica di Parannoul, dei GAOLED, dei Buggin.
Comunque, visto che si parla di retromania, se qualcuno sa consigliarmi qualche album (davvero) simile a questo o a Disintegration, mi farebbe un enorme piacere.
Se eventualmente non hai ancora recuperato i classici ti direi “Tinderbox” dei Siouxsie and the Banshees, “Closer” dei Joy Division, “Heavens os Las Vegas” dei Cocteau Twins, “Ocean Rain” dei Echo & The Bunnymen, “Mask” dei Bauhaus. Per completismo, sempre negli anni ottanta, ti consiglierei “It’ll End in Tears” dei This Mortal Coil, “Medusa” dei Clan of Xymox e “Within the Real of a Dying Sun” dei Dead Can Dance. Derivativi ma contemporanei ci sono i Twin Tribes, gli Actors e i Lebanon Hanover.
In certi casi, secondo me, retromania va pericolosamente a braccetto con pigrizia e un certo dilettantismo che, consciamente, sminuisce proprio il ruolo del critico e lo libera da molte rotture di balle (intercettare i temi rilevanti del contemporaneo, allargare il punto di vista a scene, sonorità e modalità di fare musica che non siano state già introiettate da quarant'anni ecc...). Troppo facile puntare sull'usato sicuro: fosse almeno quello buono (procedo a riascoltare il nuovo dei Melt-Banana).
Sono capitato su questo video per caso e ho sentito l'inizio ma non proseguirò in quanto se le classifiche sono inutili i commenti alle stesse, per forza di cose, lo sono anche di più, solo due cose 1) c'è bisogno di polemica 'sta coppola di minchia, viviamo in un mondo iper polemizzato e aggiungerne ancora è l'ultima cosa di cui si ha bisogno 2) che sia il top dei cure o una loro produzione media, vederla in cima a classifiche che di solito sfoggiano merda purissima non si capisce perché debba essere una cosa negativa. Cioè ci sono importanti riviste che piazzano uno di Beyoncé come disco del secolo e rompiamo le palle ai cure? Diciamo piuttosto che i nostri hanno avuto un'impennata di popolarità ed era il momento giusto per fare qualche view grazie ad essa. Addio
1) La polemica è parte integrante del fare critica. La critica accondiscendente non serve a nessuno, ed è anzi la norma. Oggi tutto è bello o brutto in base al pregiudizio ideologico di chi giudica. Fare critica invece significa mettere in luce abrasioni e ferite, non concedere spazio a facili risposte ma semmai curare le domande. 2) Le riviste autorevoli in fatto di musica, come Wire, The Quietus, Louder Than War, Treble, Livore, non hanno messo i Cure in cima, ma أحمد, Norther, Amyl & The Sniffers, Chat Pile, moltissimi altri Cindy Lee, altri ancora Geordie Greep o Magdalena Bay. Se leggi il corrispettivo di Donna Moderna del giornalismo musicale, tipo Rolling Stone, è ovvio che avrai classifiche mediocri con artisti mediocri.
@ubudanceparty 1) la polemica è parte integrante della critica pecoreccia acchiappalike, la critica seria fa un'analisi rispettosa degli artisti e dei fruitori, si può stroncare un'opera anche senza provocare a gratis (non sto dicendo che tu lo fai) 2) se le riviste non hanno messo i cure in cima non s'è capito di cosa ti stai lamentando
1) Certo, la polemica deve sempre essere propositiva, aperta alla riflessione. 2) Parlo proprio delle riviste pop e delle classifiche di riviste di settore ma fatte col metodo della somma algebrica, non ritengo che essere una rivista mediocre dal punto di vista dell’analisi culturale ti giustifichi a prescindere dal prendere scelte redazionali discutibili. Anzi.
@@ubudanceparty va bene, rispetto la tua opinione anche se mi viene da dire meglio loro che altri, è una band importante e rispettabile (anche tralasciando le canzoni) e il disco è discreto e manco tanto easy listening (non c'è esattamente una rincorsa alla forma canzone classica), il fatto che sia piaciuto a tante persone nonostante siano vecchi in culo e pesanti per scelta mi fa togliere il cappello
Se è un album che stilisticamente e concettualmente sarebbe potuto uscire benissimo anche 30 anni prima non sarà mai il "disco dell'anno". È un album sorprendentemente solido per una band di over 60 che non faceva un disco davvero valido da almeno 32 anni (o 24 a essere generosi), ma nulla di più.
La musica Pop in genere è musica giovanile , i migliori dischi vengono fatti nei primi anni... dopo sarebbe meglio togliersi dalle palle, sono d'accordo con Cobain, Clash , Negresses Vertes , hanno rotto queste cariatidi, vedi Nick Cave .... ciao grazie per lo spazio che mi è stato concesso, e sono d'accordo con te
@davidecrotti7919 Nick Cave è uno dei pochissimi che sono riusciti a fare dischi pregevoli anche in tarda età, ma è la classica eccezione. I dinosauri del rock quando va bene si salvano solo grazie a una buona dose di mestiere, ma i dischi inutili o addirittura imbarazzanti sono quasi la norma.
Opinione molto molto personale! Direi troppo personale, non condivisibile. La retromarnia bah…. Non so dove ce la vedi. Citi Diamond Jubilee di Cindy Lee… ecco un disco veramente sopravvalutato, scialbo e profondamente brutto.
Un disco che se fosse uscito nel 1990 sarebbe stato considerato un discreto epigono di “Disintegration” è la definizione plastica di retromania. Questo è un fatto, non una opinione. L’opinione è che ci sia di meglio a giro, come samlrc, Moor Mother, GAOLED, Being Dead, Adrianne Lenker, Water Damage, Thee Oh Sees, Parannoul, e ovviamente questa è una affermazione assolutamente contestabile.
@ no no é proprio una tua opinione. Per la sua produzione iper compressa (che può essere un bene o un male) é proprio un disco del 2024. Quello che tu chiami retromania é semplicemente la firma stilistica di un artista che in quanto se stesso ha temi di scrittura e composizione analoghi sia nel 1990 che nel 2024. Sulla qualità o meno dell’album se ne può parlare. Per me é un buon album (non eccellente) con grandissimi picchi a livello di testi e uno picco enorme musicale con Endsong. Comunque parli di retromania e mi citi Adrianne Lenker (altro scilbissimo e sopravvalutato progetto con i suoi big thief) Being Dead e Water Damage…. Mah! Ecco su questi proprio si può parlare di retromania, gente che si rifà a stili e temi musicali di quando ancora magari non erano nati. Non so ci vedo troppe falle nel tuo ragionamento e ripeto é troppo personale. Non supportato dalla realtà delle cose. Un critico dovrebbe essere obiettivo, altrimenti si fa la fine di Fantano e del suo monopolio critico unilaterale.
@@cajflod Perdonami, ma l’obiettività si fonda sulla accettazione di un linguaggio comune, altrimenti salta il banco della dialettica. La retromania è la celebrazione del passato, che non è ciò che fanno Being Dead e Water Damage. Una cosa è interpretare i canoni per trovare un proprio stile (per es. quello dei Being Dead non è una riproposizione di Barrett, o dei Soft Boys, o dei Thee Oh Sees, va in una direzione diversa e personale, raccogliendo il testimone di “Castlemania” nella psichedelia acustica per rinnovarne il linguaggio). Premiare un album che suona come un album del 1990 è retromania. Certo che non mi aspetto altro dai Cure, e va benissimo, ma il punto del video è proprio la celebrazione del passato in chiave nostalgica e conservatrice di un disco che “finalmente suona come la musica vera” (cioè come la musica “di un tempo”). Rifarsi a stili del passato è la normalità in musica, non si inventa mai niente, siamo noi critici e i musicologi a dare un nome a posteriori alle cose. Se dovessi rifarmi alla mia sensibilità personale ti direi che il disco dei Cure è un buon disco, in cui Smith ricuce un dialogo con se stesso regalando ai suoi fan il miglior album dei Cure dal 1989, una selezione di canzoni che si prendono il loro tempo per accompagnare l’ascoltatore in un luogo intimo e malinconico, con la promessa di uscirne assieme. Peccato che suoni come fosse uscito nel 1990. Dopo di che io non ho fatto una recensione di “Songs of a Lost World”, ma una critica alla sua celebrazione, che è sì un sintomo inequivocabile di retromania. La retromania, di nuovo, non si usa per definire le influenze, ma la celebrazione pedissequa di uno stile musicale del passato. Fare vaporwave non è fare retromania, lo shoegaze di samlrc non è retromania e neanche il post punk dei Cure è retromania, ma la celebrazione dello stile immutato di una band che ripropone per filo e per segno i canoni di un mondo musicale del passato, quella è retromania. Dopo di che accetto tutte le critiche sulla qualità o meno degli album che cito e nelle recensioni che faccio, figuriamoci, la Verità la cercano i preti, non i critici, ma se vogliamo discutere sui fatti allora ci deve essere uniformità di linguaggio.
già lo scrissi sotto uno dei primi video recensione che apparve sulla mia home.. disco noioso e prodotto pure abbastanza male. detto da uno che considera la scrittura e lo stile chitarristico di smith fondamentali da sempre. d'accordo sui dischi elencati in una tua risposta qui sotto. decisamente molto più interessanti e descrittivi del contemporaneo. ma soprattutto memorabili. cosa che non mi pare proprio si possa dire di quest' ultimo lavoro dei cure.
In questo album manca il punk. I cure nascono nel periodo punk il quale ne influenzó lo stile. Se è un album autoprodotto perché non mettere il punk? Questo album vuole essere la brutta copia di disintegration, insomma non è né carne né pesce. dovevano mostrare ai giovani di adesso cosa ascoltavano i loro genitori quando erano adolescenti Mostrare un mondo che non c'è più.
Io lo trovo un grande album , forse non un capolavoro, ma sicuramente quasi all' altezza di Disintegration, ovvio per molti nulla di nuovo ma alla veneranda età di Robert sfornare un lavoro così è tanta roba : melodie coinvolgenti,atmosfere cupe e testi non banali !! Poi sai è tutto opinabile e soggettivo...tanti considerano disco dell anno 2024 i Fontaines dc...io l ho sentito....e non mi dice niente di niente....🤷🏼♂️🤷🏼♂️🤷🏼♂️🤷🏼♂️🤷🏼♂️...non esiste la verità assoluta ma solo opinioni...tutte rispettabili !!!
@@ubudanceparty “I critici musicali sono persone che non sanno scrivere, che intervistano persone che non sanno parlare, per un pubblico che non sa leggere”. - frank zappa cit.
Tra critici del cinema e musica non so quale e peggio... questo Album a uguale valore a black Star de David Bowie, e un album coerente che chiude una carriera musicale lunghissima...dopo: secondo il tuo criterio per fare classifiche; non ho dubbio che il Album of the year sarebbe qualche merda di trap o peggiore!!!! (Accumulando punti) ..Questi persone che solo serveno a consumare nella vita, a essere fan e collezionisti di giochi per bambini, che fanno critiche senza un minimo di esperienza lavorativa professionale nel mezzo criticato, sono proprio la peste nera del internet.
In questo canale parlo di musica rock, non di altri generi, e il concetto stesso di “Album of the Year” è una banalizzazione dalla quale mi vedo bene di abbassarmi - da quando scrivo, cioè da tredici anni. Non faccio il critico per hobby, ci pago le bollette con questo mestiere, ovviamente RUclips è un gioco, un passatempo, ma non di meno se faccio qualcosa la faccio sempre mettendo l’esperienza nel settore e lo studio quotidiano.
Per me docevano uscire dal solito suono degli ultimi album tutti uguali .dovevano osare per fare qualcosa sullo stile di pornography , un suono più incazzato più pesante quello che li ha resi famosi , album bello ma piatto noglioso chitarrista da cambiare non centra niente con il sound dei the cure
comunque ti do ragione sulle classifiche, praticamente non dicono niente, ma se prese alla leggera possono anche essere un pretesto simpatico per discutere di musica con gli amici o nei forum :)
@@ubudanceparty Quello è l'unico pregio delle classifiche, anche se accade raramente che qualcuno includa degli album interessanti che sono stati poco considerati
Ma Poi cosa ce ne può fregare di cosa dice questo signore...la.musica dei Cure non è per tutti,e meno male direi. ... per me è un album pazzesco e delle classifiche Non me ne frega un caxxo.... la tua analisi è abbastanza ridicola.
Per tanto tempo i CURE sono stati la mia "ossessione " detto questo a mio parere il loro ultimo grande album è DISINTEGRATION. (Messa in un cassetto a parte la bellissima THIS TWILIGHT GARDEN) ma è un lato b di un singolo di wish .dopo ...il nulla
Ma esistono veramente persone che sostengono sia il disco dell'anno questa ciofeca?? Intro di sola musica linghissimi fatti di melodie confuse e senza una logica precisa.. noiosissimo. Piatto. Ripetitivo. Fa schifo!
eccolo qua il professore che da 25 anni celebra il funerale dei Cure ed adesso si appende sugli specchi per giustificare le minchiate dette da dopo Disintegration…quest’ album molto probabilmente diventerà proprio uno dei dischi fondamentali dei Cure e probabilmente proprio per il contesto storico in cui è uscito…da 25 anni che vi sbagliare fatevene una ragione…c’è gente che non riesce più ad ascoltare altro per tutto quello che scopri ad ogni nuovo ascolto…altro che nostalgia.
C’è gente che ascolta tutto il giorno Gigi D’Alessio, mi sembra una argomentazione piuttosto povera francamente.
Addirittura
@@ubudanceparty Chiamare il bersaglio della trollata "professore" is the new foto in auto con gli occhiali da sole su Facebook
@@ubudancepartyma tu saresti la bocca della verità!? É solo un tuo parere. Come per tutti i "critici"! Punto!
@@andreaparkerpachera Chi ha mai parlato di “verità”? Di Vero e Falso se ne occupano i preti, certamente qui si discute e si argomenta di opinioni, non voglio convincere nessuno, non devo mica vendere niente.
Le classifiche della critica contano zero... soprattutto oggi, in un mondo dove la musica conta praticamente niente...forse il mondo perduto dei Cure e il loro fare musica odierno, vorrebbe suggerire una sana restaurazione di un amore, vero, per il fare musica in canzoni e di quanto sia prezioso il loro ascolto...e poi c'è Endsong...questo album siamo sicuri sia inferiore a Wish?!
Vabbè...se la mettiamo sull'importanza di essere contemporanei, non c'era bisogno nemmeno di ascoltarlo, si poteva depennare dalla lista dei papabili già dalle dichiarazioni di Smith del 2018.
E' un disco che è sempre stato presentato come un omaggio ad un passato perduto, persino il titolo la dice lunga: sono le canzoni del mondo perduto, mica di questo.
Neanche secondo me è un capolavoro, ma è comunque un disco dignitoso, con qualche bel brano ed una visione artistica e poetica che è rara anche in dischi migliori.
Non l'ho ancora sentito, mi hai convinto: lo sento e faccio il post fuori tempo massimo, come piace a me
Carissimo, Robert Smith ed i suoi fans sono invecchiati insieme... Ed il tema della perdita prima o poi nella vita si affronta... Certamente non lo più capire una persona che è nata dopo che alcuni dei loro album erano già stati pubblicati. Magari se te lo riascolti tra una ventina d'anni lo capirai.
Sono d'accordo con te. E' un album sulla vecchiaia, sul viale del tramonto, sul lutto, sul disagio nei confronti della modernità, sul rimpianto per quel che poteva essere e non è stato. Robert Smith ha parlato per un intera carriera della fine, ma questa è la prima volta che l'affronta davvero.
Credo che essere un fan dei Cure aiuti a entrare meglio nel malinconico senso di chiusura che vuole trasmettere quest'album. Altri artisti hanno affrontato temi simili (penso al Johnny Cash di Hurt, per fare un esempio), ma questa è la prima volta che riesco a connettermici per davvero.
Nome del canale fantastico 🤟
Anche per me è un buonissimo disco di fine carriera, ma non lo metterei tra i capolavori della band. Anzi, personalmente trovo persino il tanto vituperato Wild Mood Swings superiore per melodie...
È comunque un disco che (forse?) chiude in bellezza la loro carriera, togliendo il cattivo retrogusto dei due dischi precedenti (davvero orribili)
Gran supercazzola . Ma rispetto le idee diverse dalle mie .
Sono d'accordo su ogni singola virgola di quanto hai espresso in questo tuo video. Io, nel mio piccolo della ancora più piccola pagina Rubrica Sonica, ne ho parlato in questo modo e, nella mia personale classifica di fine anno, Songs of a Lost World è al 40mo posto su 100:
Il primissimo album presentato da questa piccola pagina poco più di un anno fa è stato Disintegration dei The Cure per la rubrica 𝙎𝙚𝙣𝙯𝙖 𝙏𝙚𝙢𝙥𝙤. Una dichiarazione d'amore e d'intenti la mia, che a 17 anni cantavo e suonavo le tastiere in una band di compagni di scuola che, nel suo allora limitato repertorio, poteva contare ben 4 cover della band di Robert Smith. La premessa è necessaria per comprendere quanto il sottoscritto abbia a cuore questa band e tratti con estrema attenzione tutto ciò che la riguarda. L'attenzione però comprende anche una buona percentuale di onestà intellettuale che, nel corso della mia carriera di "ascoltatore", mi ha portato ad una certa obiettività nel giudizio, difatti posso vantarmi di non essere mai stato "fanboy" di alcuna band e i The Cure non fanno eccezione. Ho sempre ritenuto, quindi, che la produzione di Robert Smith e soci, avesse cessato di brillare da Wild Mood Swing compreso in poi, svuotati da ogni guizzo creativo e ripetitivi nel loro goffo ciclico tentativo di rispolverare i fasti del passato.
Con Songs of a Lost World, uscito da pochi giorni per Lost Music (l'etichetta del buon Robert Smith) dopo 16 anni dall'ultimo lavoro in studio, assistiamo ad una ripresa del filo lasciato 30 anni fa con l'accoppiata Disintegration/Wish. È stato, come dicevo più su, l'apice della loro carriera, con un sound compatto, messo al servizio soprattutto di ballate e mid tempo malinconici, fatto di bassi distorti, chitarre arrotate, sature di flanger e arpeggi delicati e profondamente ispirati, con la voce di Smith a dirigere magistralmente come sempre. Ritroviamo tutto ciò in questo lavoro del 2024 ma con meno arpeggi, un maggiore uso della distorsione (e degli assoli) e una sovrabbondanza di tastiere sotto forma di sezioni d'archi e pads. Lo dico subito: siamo di fronte al miglior album post-Wish senza alcun dubbio. È anche vero però che Songs of a Lost World non raggiunge il livello di tutta la produzione pre-Wild Mood Swing. Degli 8 brani della playlist ce ne sono due che mi hanno colpito molto positivamente (Endsong e Warsong) e due assolutamente gradevoli (Alone e And Nothing Is Forever). Gli altri non sono riusciti onestamente a smuovermi nulla, riportandomi alla memoria i maldestri tentativi di "coverizzare" sé stessi dopo i fasti di inizio anni '90. Nel complesso, comunque, l'album mi ha soddisfatto e merita, a mio giudizio, la piena sufficienza, soprattutto se l'occhio cade sui testi, sport che non mi concedo quasi mai. In questo caso, trattandosi della mia band del cuore, l'unica (insieme a poche eccezioni) di cui sappia ancora oggi molti testi a memoria, mi sono concesso uno strappo alla regola e, devo dire, i contenuti alzano di tanto il livello complessivo dell'album. Si parla di lutti, soprattutto familiari, e di un senso di "fine" imminente che pervade l'atmosfera, con una poesia che solo Smith riesce così bene a tradurre in melodia. Che sia la parola "fine" anche del progetto The Cure, questo non è dato saperlo, anche perché il buon Robert è sempre stato molto bravo a spiazzare i suoi fans con dichiarazioni e successive smentite con i fatti. Intanto noi gli diamo un sincero bentornato e godiamo della sua/loro ritrovata ispirazione
salve, mi potresti dire esattamente cosa intendi con "idiosincrasia"'? grazie
L’ho usato nel senso: “ci sono delle evidenti reazioni eccessive nel mettere questo tipo di album primo in classifica”, se l’organismo è la classifica dei migliori album la presenza dei Cure è una idiosincrasia.
L’ultimo album dei Cure e’ un buon/ottimo album, ma non un capolavoro, il buon Robertone Smith comunque, visto il livello della musica odierna (monnezza galattica), può stare tranquillo perché a 60 anni, caga ancora in testa a tutti senza sforzarsi troppo, non sarà una grande soddisfazione, ma bisogna avere il coraggio di guardare in faccia alla realtà.
Se si pensa che molti “esperti” di musica indicano i Fontaines DC come miglior gruppo odierno, vuol dire che ormai siamo all’ avanspettacolo.
Come ho già scritto un altro commento, non mancano le uscite notevoli, manca semmai l’efficacia di una mappatura (come diceva Fofi pochi anni fa). Eppure non è che non ci siano classifiche interessanti sul 2024, che ignorano Fountain DC per dare spazio ad altro (penso a Wire o The Quietus). Così come lo scorso anno, anche nel 2024 personalmente mi sono trovato ad ascoltare veramente tanti album bellissimi. A parte quelli che incontrano il mio gusto ma non sono particolarmente rilevanti per gli altri (tipo Bug Club, 오미일곱 , Issy Wood, PSP Social), sono usciti diversi album memorabili. Penso a “Hopetrain to Universe” di Yo, “The Great Bailout” di Moor Mother, “Eels” dei Being Dead, “Sky Hundred” di Parannoul, “In E”” dei Water Damage, “A Lonely Sinner” di samlrc, “Bestial Hardcore” dei GAOLED, “Infants Under the Bulb” degli Uranium Club, ma anche l’ultimo di Porta d’Oro, Adrianne Lenker, Melt-Banana, Paysage d’Hiver, Thee Oh Sees, Mount Eeire, Vylet Pony, Gee Tee, Fievel Is Glauque, 王若琳, Oranssi Pazuzu e altri che ora sicuramente mi sfuggono.
@@ubudanceparty ma fa ridere il discorso fontaines dc, salvatori della patria musicale, visto che non allacciano neanche le scarpe ai joy division, o qualsiasi gruppo seminale della scena post punk / new wave; li ho visti live, sentito i dischi... continuano a sembrarmi robetta così... nulla di che, assieme a tutta la nuova "wave" del genere... se voglio il post punk, preferisco ascoltare qualcosa di contemporaneo al genere, ovvero, qualcosa di anni '80. L'effetto nostalgia, presente nelle varie ultime uscite "notevoli" come dici tu, è lo stesso del disco dei cure, con la differenza che i cure non sono scappati di casa come la maggior parte dei gruppi "nuovi" della scena, tutto la.
@@ubudanceparty moor mother fa di un cagare porco schifo 😂 ma ripigliati
@@ubudanceparty spero tu ci stia prendendo per il deretano quando definisci quei dischi "memorabili"
@@gianlucagullotta115 Per me lo sono. In tredici anni tanti lavori sotterranei di cui scrivevo passati in sordina sono oggi considerati album fondamentali da artisti che fanno rock contemporaneo, altri invece sono rimasti nel loro piccolo mondo di nicchia. Se pensassi di avere la Verità infusa farei l’indovino, non il critico.
A me è piaciuto moltissimo. Anche se sopporto poco le classifiche. In realtà penso che si intende dire semplicemente che è il miglior disco che è uscito nel 2024 no che ci rappresenta. Comunque dopo disintegration c'è stato wish. Secondo me si merita 9.
Sì, si capisce che questi critici non sanno di cosa parlano quando fanno riferimento a Disintegration come ultimo disco "valido" dei Cure. Wish è un capolavoro, e i singoli e il tour del 1992 vedevano i Cure all'apice sotto molti punti di vista, non ultimo quello del successo di pubblico.
Mah...non mi hai convinto per nulla
non posso non iscrivermi ad un canale che si chiama Ubu dance party.
da fan dei The Cure finda quel 1985 in cui vidi per la prima volta il video di Close to me, un disco buono ma da qui a definirlo "capolavoro" come leggo in giro ce ne passa.
già qualche anno fa, quando presentarono alcuni brani inediti in concerto, al loro primo ascolto ho avuto la sensazione di brani da "trentennale di Wish" e in realtà mi diedero proprio quella impressone
questo disco alla fine è interessante, si ascolta con piuacere, ma non mi dice nulla di nuovo, anzi ogni volta che ascolto "All I ever am" mi viene da cantare "let's get happy" perchè mi ricorda troppo Doing the Unstuck...
Disco, secondo me, noiosissimo, autocelebrativo, tronfio, stanco, privo d'ispirazione, di maniera, sostanzialmente vuoto. E lo dico da persona cresciuta con la loro musica. Tutti questi superlativi pseudo-critici, più che raccontare un disco, raccontano lo stato confusionale, superficiale e pavido del sistema "social" attuale.
@@fabiopatane9160 è un disco su cui si è creato un forte Hype.
già al primo ascolto di Alone qualcosa non mi aveva convinto (quella batteria troppo invasiva) in mezzo a tanti (troppi) entusiasti commenti
ripeto: un buon disco, lo si ascolta volentieri, ma da qui al Capolavoro ce ne passa
@@fabiopatane9160 Non mi pare che prima dei social non ci fossero fenomeni di montature pubblicitarie su larga scala, sono fenomeni che ritornano solo più veloci e più efficienti. Il problema qui non è tanto se l’album dei Cure sia un buon album o un lavoro mediocre, ma il fatto che sia un lavoro retorico. Si può benissimo produrre musica antica che parli del contemporaneo, ma come si può pensare che questo album lo faccia? (Perdonami per la domanda retorica) La comparazione è uno dei principi critici fondamentali per sviluppare un giudizio consapevole, se davvero non c’è niente uscito quest’anno che sappia definire un suono o un pensiero più complesso e radicato nel presente del nuovo album dei Cure forse sarebbe il caso di chiudere baracca e burattini.
@@ubudanceparty Ulteriori, queste tue, riflessioni stimolanti ed argute. Riguardo al mondo dei "social", forse mi sono espresso male. Non mi riferivo ad alcuna montatura, ma ad un entusiasmo che è spesso finalizzato al compiacimento altrui (una parte "politica", un settore di pubblico), e spesso timoroso di possibili ritorsioni. Il coraggio critico, oggi, latita. Quando sembra tale, spesso è provocazione, e quindi, ancora una volta, finalizzato ad una reazione che porti visibilità. Riguardo a ciò che sostieni invece, nutro qualche perplessità. Ogni lavoro artistico nasce imbevuto del proprio tempo, ma ha valore quando vi si stacca, diventando eterno. I temi trattati da Smith sono universali (o, per lo meno, "occidentamente" universali) e senza tempo, così come le atmosfere e le tensioni create dai suoi dischi. Non c'era alcun bisogno che il nuovo disco "parlasse" della società attuale. Sarebbe bastato che chiudesse baracca e burattini con l'ultimo capolavoro. Ecco perché ritengo l'unico metro di giudizio rimanga quello estetico.
Sul “coraggio” critico mi trovi d’accordo.
Sono in realtà d’accordo anche sul fatto che i temi di Smith in quanto universali non hanno alcuna necessità di ancorarsi al presente. Però non sto contestando l’universalità di un messaggio, o la sua presunta contemporaneità, ma il fatto che il messaggio è anche estetica. Non è un caso se de Chirico si retrodatava i dipinti! Un conto è esprimere un concetto attraverso un’estetica che risuona nel contesto culturale nel quale l’artista è immerso, un’altra è riprodurla pedissequamente in un contesto alterato. “Pornography” è (passami la semplificazione) più contemporaneo di “Songs of a Lost World”.
Posso garantire che a Mister Smith non gliene può fregare meno😂
Analisi interessante, e finalmente critica riguardo ad un disco celebrato per disperazione.
Sono dovuto tornare indietro e riascoltare… Se ho capito bene sostieni che i Wire avrebbero “preso parecchio” dai Cure?
L’esatto contrario! Se mi sono espresso male mi scuso.
@ Grazie della risposta! Non c’è assolutamente bisogno di scusarsi! In fondo è “solo” di musica (pop) che parliamo😉Buona giornata
Ma quanto hanno rotto i coglioni le classifiche di fine anno? Ogni volta che arriva dicembre già sento l'orchite che incombe. La frase "l'album dell'anno!" mi fa venire in mente dei quattordicenni che ascoltano solo la trap e la drill. 😄
Boh, tra tutte le robe che ho sentito quest' anno se ne salvano tre o quattro....la situazione è abbastanza drammatica
Così come lo scorso anno, anche nel 2024 personalmente mi sono trovato ad ascoltare veramente tanti album bellissimi. A parte quelli che incontrano il mio gusto ma non sono particolarmente rilevanti per gli altri (tipo Bug Club, 오미일곱 , Issy Wood, PSP Social), sono usciti diversi album memorabili. Penso a “Hopetrain to Universe” di Yo, “The Great Bailout” di Moor Mother, “Eels” dei Being Dead, “Sky Hundred” di Parannoul, “In E”” dei Water Damage, “A Lonely Sinner” di samlrc, “Bestial Hardcore” dei GAOLED, “Infants Under the Bulb” degli Uranium Club, ma anche l’ultimo di Porta d’Oro, Adrianne Lenker, Melt-Banana, Paysage d’Hiver, Thee Oh Sees, Mount Eeire, Vylet Pony, Gee Tee, Fievel Is Glauque, 王若琳, Oranssi Pazuzu e altri che ora sicuramente mi sfuggono.
@@ubudancepartysì siamo nel 1967 e non se ne era accorto nessuno, il risorgimento musicale 😂
Ci sono degli ottimi album a giro, ciò non cambia le date del calendario o i contesti culturali. Neanche il 1968 era il 1967, cosa dovrebbe aggiungere questa inutile ovvietà?
@@ubudanceparty dai su, non mentire a te stesso....la qualità media è decisamente calata, questo è rinnegabile! Che poi ci sono dei lavori interessanti non lo nego, ma mancano completamente i capolavori di un tempo
@@ubudanceparty alcuni di quelli che hai elencato fanno palesemente cagare, altri sono interessati (being dead, mount eerie ecc...) ma sono decisamente derivativi e poco coraggiosi
Quello che dici potrà anche essere vero, però si tratta di una polemica talmente oziosa che l'impressione con cui si rimane dopo aver visto il video è che sia semplicemente un tentativo di ottenere visualizzazioni andando controcorrente su un argomento alla moda.
Non ho potere sulle impressioni soggettive. Ogni argomento di natura strettamente critica è effimero, futile. “Meglio la scena shoegaze coreana o il post punk cileno?” Nessuna riposta a questa domanda cambierà il mondo, e non cambierà neanche la pessima opinione che il mio amministratore di condominio ha di me, eppure il mio mestiere è proprio pormi questo genere di domande.
Parlare dei Cure, ora, è un tema caldo, sicuramente, ma non dipende da me. Vorrei che lo fossero anche la musica di Parannoul, dei GAOLED, dei Buggin.
Comunque, visto che si parla di retromania, se qualcuno sa consigliarmi qualche album (davvero) simile a questo o a Disintegration, mi farebbe un enorme piacere.
Se eventualmente non hai ancora recuperato i classici ti direi “Tinderbox” dei Siouxsie and the Banshees, “Closer” dei Joy Division, “Heavens os Las Vegas” dei Cocteau Twins, “Ocean Rain” dei Echo & The Bunnymen, “Mask” dei Bauhaus. Per completismo, sempre negli anni ottanta, ti consiglierei “It’ll End in Tears” dei This Mortal Coil, “Medusa” dei Clan of Xymox e “Within the Real of a Dying Sun” dei Dead Can Dance.
Derivativi ma contemporanei ci sono i Twin Tribes, gli Actors e i Lebanon Hanover.
@@ubudanceparty grazie mille!
@ Figurati, è il mio lavoro!
In certi casi, secondo me, retromania va pericolosamente a braccetto con pigrizia e un certo dilettantismo che, consciamente, sminuisce proprio il ruolo del critico e lo libera da molte rotture di balle (intercettare i temi rilevanti del contemporaneo, allargare il punto di vista a scene, sonorità e modalità di fare musica che non siano state già introiettate da quarant'anni ecc...). Troppo facile puntare sull'usato sicuro: fosse almeno quello buono (procedo a riascoltare il nuovo dei Melt-Banana).
Dopo aver amato i Cure alla follia per anni per me sono morti nel '92 con Wish...i primi album capolavori poi il baratro.
Wish io lo salvo alla grande. Per me sono morti con Wild Mood Swing
Bloodflowers è un grande album
Sono capitato su questo video per caso e ho sentito l'inizio ma non proseguirò in quanto se le classifiche sono inutili i commenti alle stesse, per forza di cose, lo sono anche di più, solo due cose 1) c'è bisogno di polemica 'sta coppola di minchia, viviamo in un mondo iper polemizzato e aggiungerne ancora è l'ultima cosa di cui si ha bisogno 2) che sia il top dei cure o una loro produzione media, vederla in cima a classifiche che di solito sfoggiano merda purissima non si capisce perché debba essere una cosa negativa. Cioè ci sono importanti riviste che piazzano uno di Beyoncé come disco del secolo e rompiamo le palle ai cure? Diciamo piuttosto che i nostri hanno avuto un'impennata di popolarità ed era il momento giusto per fare qualche view grazie ad essa. Addio
1) La polemica è parte integrante del fare critica. La critica accondiscendente non serve a nessuno, ed è anzi la norma. Oggi tutto è bello o brutto in base al pregiudizio ideologico di chi giudica. Fare critica invece significa mettere in luce abrasioni e ferite, non concedere spazio a facili risposte ma semmai curare le domande.
2) Le riviste autorevoli in fatto di musica, come Wire, The Quietus, Louder Than War, Treble, Livore, non hanno messo i Cure in cima, ma أحمد, Norther, Amyl & The Sniffers, Chat Pile, moltissimi altri Cindy Lee, altri ancora Geordie Greep o Magdalena Bay. Se leggi il corrispettivo di Donna Moderna del giornalismo musicale, tipo Rolling Stone, è ovvio che avrai classifiche mediocri con artisti mediocri.
@ubudanceparty
1) la polemica è parte integrante della critica pecoreccia acchiappalike, la critica seria fa un'analisi rispettosa degli artisti e dei fruitori, si può stroncare un'opera anche senza provocare a gratis (non sto dicendo che tu lo fai)
2) se le riviste non hanno messo i cure in cima non s'è capito di cosa ti stai lamentando
1) Certo, la polemica deve sempre essere propositiva, aperta alla riflessione.
2) Parlo proprio delle riviste pop e delle classifiche di riviste di settore ma fatte col metodo della somma algebrica, non ritengo che essere una rivista mediocre dal punto di vista dell’analisi culturale ti giustifichi a prescindere dal prendere scelte redazionali discutibili. Anzi.
@@ubudanceparty va bene, rispetto la tua opinione anche se mi viene da dire meglio loro che altri, è una band importante e rispettabile (anche tralasciando le canzoni) e il disco è discreto e manco tanto easy listening (non c'è esattamente una rincorsa alla forma canzone classica), il fatto che sia piaciuto a tante persone nonostante siano vecchi in culo e pesanti per scelta mi fa togliere il cappello
Poi l'ho completato il video, disaccordo o meno sai di cosa parli e argomenti bene, ho apprezzato. Buon lavoro
Se è un album che stilisticamente e concettualmente sarebbe potuto uscire benissimo anche 30 anni prima non sarà mai il "disco dell'anno".
È un album sorprendentemente solido per una band di over 60 che non faceva un disco davvero valido da almeno 32 anni (o 24 a essere generosi), ma nulla di più.
La musica Pop in genere è musica giovanile , i migliori dischi vengono fatti nei primi anni... dopo sarebbe meglio togliersi dalle palle, sono d'accordo con Cobain, Clash , Negresses Vertes , hanno rotto queste cariatidi, vedi Nick Cave .... ciao grazie per lo spazio che mi è stato concesso, e sono d'accordo con te
@davidecrotti7919 Nick Cave è uno dei pochissimi che sono riusciti a fare dischi pregevoli anche in tarda età, ma è la classica eccezione. I dinosauri del rock quando va bene si salvano solo grazie a una buona dose di mestiere, ma i dischi inutili o addirittura imbarazzanti sono quasi la norma.
Opinione molto molto personale! Direi troppo personale, non condivisibile. La retromarnia bah…. Non so dove ce la vedi. Citi Diamond Jubilee di Cindy Lee… ecco un disco veramente sopravvalutato, scialbo e profondamente brutto.
Un disco che se fosse uscito nel 1990 sarebbe stato considerato un discreto epigono di “Disintegration” è la definizione plastica di retromania. Questo è un fatto, non una opinione. L’opinione è che ci sia di meglio a giro, come samlrc, Moor Mother, GAOLED, Being Dead, Adrianne Lenker, Water Damage, Thee Oh Sees, Parannoul, e ovviamente questa è una affermazione assolutamente contestabile.
@ no no é proprio una tua opinione. Per la sua produzione iper compressa (che può essere un bene o un male) é proprio un disco del 2024. Quello che tu chiami retromania é semplicemente la firma stilistica di un artista che in quanto se stesso ha temi di scrittura e composizione analoghi sia nel 1990 che nel 2024. Sulla qualità o meno dell’album se ne può parlare. Per me é un buon album (non eccellente) con grandissimi picchi a livello di testi e uno picco enorme musicale con Endsong. Comunque parli di retromania e mi citi Adrianne Lenker (altro scilbissimo e sopravvalutato progetto con i suoi big thief) Being Dead e Water Damage…. Mah! Ecco su questi proprio si può parlare di retromania, gente che si rifà a stili e temi musicali di quando ancora magari non erano nati. Non so ci vedo troppe falle nel tuo ragionamento e ripeto é troppo personale. Non supportato dalla realtà delle cose. Un critico dovrebbe essere obiettivo, altrimenti si fa la fine di Fantano e del suo monopolio critico unilaterale.
@@cajflod Perdonami, ma l’obiettività si fonda sulla accettazione di un linguaggio comune, altrimenti salta il banco della dialettica.
La retromania è la celebrazione del passato, che non è ciò che fanno Being Dead e Water Damage. Una cosa è interpretare i canoni per trovare un proprio stile (per es. quello dei Being Dead non è una riproposizione di Barrett, o dei Soft Boys, o dei Thee Oh Sees, va in una direzione diversa e personale, raccogliendo il testimone di “Castlemania” nella psichedelia acustica per rinnovarne il linguaggio). Premiare un album che suona come un album del 1990 è retromania. Certo che non mi aspetto altro dai Cure, e va benissimo, ma il punto del video è proprio la celebrazione del passato in chiave nostalgica e conservatrice di un disco che “finalmente suona come la musica vera” (cioè come la musica “di un tempo”).
Rifarsi a stili del passato è la normalità in musica, non si inventa mai niente, siamo noi critici e i musicologi a dare un nome a posteriori alle cose. Se dovessi rifarmi alla mia sensibilità personale ti direi che il disco dei Cure è un buon disco, in cui Smith ricuce un dialogo con se stesso regalando ai suoi fan il miglior album dei Cure dal 1989, una selezione di canzoni che si prendono il loro tempo per accompagnare l’ascoltatore in un luogo intimo e malinconico, con la promessa di uscirne assieme. Peccato che suoni come fosse uscito nel 1990. Dopo di che io non ho fatto una recensione di “Songs of a Lost World”, ma una critica alla sua celebrazione, che è sì un sintomo inequivocabile di retromania.
La retromania, di nuovo, non si usa per definire le influenze, ma la celebrazione pedissequa di uno stile musicale del passato. Fare vaporwave non è fare retromania, lo shoegaze di samlrc non è retromania e neanche il post punk dei Cure è retromania, ma la celebrazione dello stile immutato di una band che ripropone per filo e per segno i canoni di un mondo musicale del passato, quella è retromania.
Dopo di che accetto tutte le critiche sulla qualità o meno degli album che cito e nelle recensioni che faccio, figuriamoci, la Verità la cercano i preti, non i critici, ma se vogliamo discutere sui fatti allora ci deve essere uniformità di linguaggio.
già lo scrissi sotto uno dei primi video recensione che apparve sulla mia home.. disco noioso e prodotto pure abbastanza male. detto da uno che considera la scrittura e lo stile chitarristico di smith fondamentali da sempre. d'accordo sui dischi elencati in una tua risposta qui sotto. decisamente molto più interessanti e descrittivi del contemporaneo. ma soprattutto memorabili. cosa che non mi pare proprio si possa dire di quest' ultimo lavoro dei cure.
In questo album manca il punk. I cure nascono nel periodo punk il quale ne influenzó lo stile. Se è un album autoprodotto perché non mettere il punk? Questo album vuole essere la brutta copia di disintegration, insomma non è né carne né pesce. dovevano mostrare ai giovani di adesso cosa ascoltavano i loro genitori quando erano adolescenti
Mostrare un mondo che non c'è più.
Zio sciortino, hai mollato quella cloaca di podcast e ti sei messo finalmente a parlare di qualcosa che ti compete molto di più vedo, come la musica!🙌
sta cosa per cui se sei pelato e hai la barba allora sei uguale al resto degli uomini pelati e con la barba fa sempre ridere
@@kendricco-pu3gwhai ragione ma quando i tratti son simili
Sono un grandissimo fan dei Cure e sono d'accordo con te al 100% soprattutto sulla critica supina.
Ti serve un video per i click e per i commenti ho capito.
Assolutamente, ho già smesso di fare il critico nella vita reale nell’attesa dei proventi da questo video. Ho sempre voluto una villetta a Cleveland.
Io lo trovo un grande album , forse non un capolavoro, ma sicuramente quasi all' altezza di Disintegration, ovvio per molti nulla di nuovo ma alla veneranda età di Robert sfornare un lavoro così è tanta roba : melodie coinvolgenti,atmosfere cupe e testi non banali !! Poi sai è tutto opinabile e soggettivo...tanti considerano disco dell anno 2024 i Fontaines dc...io l ho sentito....e non mi dice niente di niente....🤷🏼♂️🤷🏼♂️🤷🏼♂️🤷🏼♂️🤷🏼♂️...non esiste la verità assoluta ma solo opinioni...tutte rispettabili !!!
Non sono daccordo con quasi tutto quello che dici
Meno male, la Verità la vendono i preti, non i critici.
@@ubudanceparty “I critici musicali sono persone che non sanno scrivere, che intervistano persone che non sanno parlare, per un pubblico che non sa leggere”. - frank zappa cit.
Tra critici del cinema e musica non so quale e peggio... questo Album a uguale valore a black Star de David Bowie, e un album coerente che chiude una carriera musicale lunghissima...dopo: secondo il tuo criterio per fare classifiche; non ho dubbio che il Album of the year sarebbe qualche merda di trap o peggiore!!!! (Accumulando punti) ..Questi persone che solo serveno a consumare nella vita, a essere fan e collezionisti di giochi per bambini, che fanno critiche senza un minimo di esperienza lavorativa professionale nel mezzo criticato, sono proprio la peste nera del internet.
In questo canale parlo di musica rock, non di altri generi, e il concetto stesso di “Album of the Year” è una banalizzazione dalla quale mi vedo bene di abbassarmi - da quando scrivo, cioè da tredici anni.
Non faccio il critico per hobby, ci pago le bollette con questo mestiere, ovviamente RUclips è un gioco, un passatempo, ma non di meno se faccio qualcosa la faccio sempre mettendo l’esperienza nel settore e lo studio quotidiano.
Lo ritengo un buonissimo album, ma è sempre la stessa storia è il loro stile
Per me docevano uscire dal solito suono degli ultimi album tutti uguali .dovevano osare per fare qualcosa sullo stile di pornography , un suono più incazzato più pesante quello che li ha resi famosi , album bello ma piatto noglioso chitarrista da cambiare non centra niente con il sound dei the cure
praticamente è la stessa situazione di blackstar di bowie
comunque ti do ragione sulle classifiche, praticamente non dicono niente, ma se prese alla leggera possono anche essere un pretesto simpatico per discutere di musica con gli amici o nei forum :)
Assolutamente, sono anche l'occasione per recuperare cose che si sono perse o dischi passati sordina!
@@ubudanceparty Quello è l'unico pregio delle classifiche, anche se accade raramente che qualcuno includa degli album interessanti che sono stati poco considerati
blackstar capolavoro assoluto e se non lo capite, dateve all'ippica
No, Blackstar era bello x davvero
Analisi impeccabile
Ma finiscila
Prova a togliere la ripetizione automatica.
Ma Poi cosa ce ne può fregare di cosa dice questo signore...la.musica dei Cure non è per tutti,e meno male direi. ... per me è un album pazzesco e delle classifiche Non me ne frega un caxxo.... la tua analisi è abbastanza ridicola.
Per tanto tempo i CURE sono stati la mia "ossessione " detto questo a mio parere il loro ultimo grande album è DISINTEGRATION. (Messa in un cassetto a parte la bellissima THIS TWILIGHT GARDEN) ma è un lato b di un singolo di wish .dopo ...il nulla
Tutto vero
Ma esistono veramente persone che sostengono sia il disco dell'anno questa ciofeca?? Intro di sola musica linghissimi fatti di melodie confuse e senza una logica precisa.. noiosissimo. Piatto. Ripetitivo. Fa schifo!
3+5 by Melt-banana
È infatti una ciofeca
Non esageriamo
É un disco discreto , massimo
@@Artems27 obsoleto al massimo. Giusto per vecchi fan
@ vero
vatte a sentì la trap e non ce rompe li cojoni
Album mediocre
@@gianlucagullotta115 finalmente qualcuno che lo dice
beh si, molto meglio la trap effettivamente... fateve curà mortacci vostra