me lo sono risentito con emozione... Gabriele Vacis è un grande maestro di narrazione, un tempo per creare il luogo in cui dire un finale che sorprende e scava, dentro, nelle nostre origini. Grazie Indyca per la pubblicazione
Coinvolgente lettura del primo coro dei "Sette contro Tebe"; bellissimo e commovente il loop sulla preghiera conclusiva con L'ombra della Luce di Battiato, a 26:00 : Si precipita senza ordine in scena il Coro di fanciulle tebane. CORO Ululo orrore, abisso d'angoscia: dilaga l'armata. Straripa dal campo marea vasta, fulminea di gente al galoppo. La vedo! È spia quel volo di polvere in cielo: non ha voce, ma parla sicuro, non mente. La mia terra è preda di zoccoli cupi. S'insinua il rombo, s'impenna, rugge: un'acqua a schiantare la rupe, diresti, trionfante. Dèi, oh, dee, sperdete quest'alba di male. Urlio varca la cinta. Barbaglio di scudi. Il nemico si muove schierato, ritma il passo su Tebe. Chi farà scudo? Chi potrà arginare, un dio, una dea? Che altro mi resta se non adorare, prostrata, i Potenti? O Maestà benedette, culmina l'ora d'abbracciare le sante effigi. Pianto su pianto: vano l'indugio. Vi giunge o non vi giunge battito di scudi? Se non oggi, quando intrecceremo suppliche fatte di veli e ghirlande? Ho negli occhi il tumulto: non è cozzo di lancia solitaria! Che decidi? Rinneghi, vecchio dio del paese, o Ares, la tua Tebe? O potente Elmo d'Oro, volgi gli occhi alla terra che un tempo legasti al tuo affetto. str. I Celesti patroni di Tebe apparite, guardate quest'ala di donne che fa voti per non essere schiava. Rigurgita, accerchia la cinta, marea di eroi. Spumeggiare di creste, ai soffi rabbiosi di Morte. O cosmica Potenza, Zeus padre sbarra senza spiragli l'assalto predone. E gli Argivi attanagliano la fortezza di Cadmo: orrore, lame nemiche! In bocca ai cavalli le briglie battono ritmo omicida. Sette eroi - gemme in mezzo all'armata - corazze irte di picche, ai sette varchi si schierano: ciascuno al suo posto fatale. ant. I Figlia di Zeus, Potenza che nel sangue hai la lotta, fa' barriera al paese o Atena! E tu, o Santo, che cavalchi e reggi l'abisso con l'arma che arpiona, Posidone sciogli, sciogli noi dall'angoscia! E tu, Ares, veglia sul borgo che ha Cadmo nel nome: fa' capire ch'è tuo, che l'ami! Tu Cipride, radice materna del sangue storna ogni male: da te noi siamo sorti, e a te ricorriamo col canto in cui vibra il tuo nome divino. E tu, dio del Lupo, fatti sterminatore del lupo armato nemico... E tu, figliuola di Leto, arma il tuo arco. str. II Fragore di ruote accerchia la rocca lo sento! O Maestosa Era ululavano i perni per lo sforzo degli assi: Artemide mia l'aria pulsa folle squarciata di dardi. Che accadrà della patria? Che ne sarà? Fin dove dio sospinge il limite estremo? ant. II Sassaiola bersaglia gli spalti, lassù: o Apollo mio! Rombo di piastre metalliche, ai varchi. Esaudisci, tu che al cenno di Zeus risolvi con fine solenne la guerra, sul campo. E tu, santa, benedetta Onca fuori le mura salva il tuo sacrario dalle sette porte! str. III Dèi, dèe, cosmiche Forze Potenze estreme scolte ai baluardi della patria non tradite il paese segnato dal ferro all'armata che parla straniero. Esaudite - come è santo e giusto - queste donne in preghiera, con le palme protese. ant. III Oh mie Potenze divine curvatevi su Tebe, salvatrici splendete di luce d'amore. Prendetevi a cuore il popolo devoto e se il cuore vi spinge, lo porrete in salvo. Fate mente, vi prego, ai riti solenni in cui si consuma l'amore di Tebe. L'Ombra Della Luce... (F:Battiato)... Difendimi dalle forze contrarie, la notte, nel sonno, quando non sono cosciente, quando il mio percorso, si fa incerto, E non abbandonarmi mai... Non mi abbandonare mai! Riportami nelle zone più alte in uno dei tuoi regni di quiete: E' tempo di lasciare questo ciclo di vite. E non mi abbandonare mai... Non mi abbandonare mai! Perchè, le gioie del più profondo affetto o dei più lievi aneliti del cuore sono solo l'ombra della luce, Ricordami, come sono infelice lontano dalle tue leggi; come non sprecare il tempo che mi rimane. E non abbandonarmi mai... Non mi abbandonare mai! Perchè, la pace che ho sentito in certi monasteri, o la vibrante intesa di tutti i sensi in festa, sono solo l'ombra della luce.............................
me lo sono risentito con emozione... Gabriele Vacis è un grande maestro di narrazione, un tempo per creare il luogo in cui dire un finale che sorprende e scava, dentro, nelle nostre origini. Grazie Indyca per la pubblicazione
Anche io l'ho riascoltata questa è una conferenza meravigliosa
Tutte le volte mi commuovo.
Bellissimo grazie
Fantastica spiegazione! veramente unico!
Coinvolgente lettura del primo coro dei "Sette contro Tebe"; bellissimo e commovente
il loop sulla preghiera conclusiva con L'ombra della Luce di Battiato, a 26:00 :
Si precipita senza ordine in scena il Coro di fanciulle tebane.
CORO
Ululo orrore, abisso d'angoscia: dilaga l'armata. Straripa dal campo
marea vasta, fulminea di gente al galoppo. La vedo! È spia quel volo di
polvere in cielo: non ha voce, ma parla sicuro, non mente. La mia terra è
preda di zoccoli cupi. S'insinua il rombo, s'impenna, rugge: un'acqua a
schiantare la rupe, diresti, trionfante. Dèi, oh, dee, sperdete
quest'alba di male. Urlio varca la cinta. Barbaglio di scudi. Il nemico
si muove schierato, ritma il passo su Tebe. Chi farà scudo? Chi potrà
arginare, un dio, una dea? Che altro mi resta se non adorare, prostrata,
i Potenti? O Maestà benedette, culmina l'ora d'abbracciare le sante
effigi. Pianto su pianto: vano l'indugio. Vi giunge o non vi giunge
battito di scudi? Se non oggi, quando intrecceremo suppliche fatte di
veli e ghirlande? Ho negli occhi il tumulto: non è cozzo di lancia
solitaria! Che decidi? Rinneghi, vecchio dio del paese, o Ares, la tua
Tebe? O potente Elmo d'Oro, volgi gli occhi alla terra che un tempo
legasti al tuo affetto.
str. I
Celesti patroni di Tebe apparite, guardate quest'ala di donne che fa
voti per non essere schiava. Rigurgita, accerchia la cinta, marea di
eroi. Spumeggiare di creste, ai soffi rabbiosi di Morte. O cosmica
Potenza, Zeus padre sbarra senza spiragli l'assalto predone. E gli
Argivi attanagliano la fortezza di Cadmo: orrore, lame nemiche! In bocca
ai cavalli le briglie battono ritmo omicida. Sette eroi - gemme in
mezzo all'armata - corazze irte di picche, ai sette varchi si schierano:
ciascuno al suo posto fatale.
ant. I Figlia di Zeus, Potenza che nel sangue hai la lotta, fa' barriera
al paese o Atena! E tu, o Santo, che cavalchi e reggi l'abisso con
l'arma che arpiona, Posidone sciogli, sciogli noi dall'angoscia! E tu,
Ares, veglia sul borgo che ha Cadmo nel nome: fa' capire ch'è tuo, che
l'ami! Tu Cipride, radice materna del sangue storna ogni male: da te noi
siamo sorti, e a te ricorriamo col canto in cui vibra il tuo nome
divino. E tu, dio del Lupo, fatti sterminatore del lupo armato nemico...
E tu, figliuola di Leto, arma il tuo arco.
str. II
Fragore di ruote accerchia la rocca lo sento! O Maestosa Era ululavano i
perni per lo sforzo degli assi: Artemide mia l'aria pulsa folle
squarciata di dardi. Che accadrà della patria? Che ne sarà? Fin dove dio
sospinge il limite estremo?
ant. II Sassaiola bersaglia gli spalti, lassù: o Apollo mio! Rombo di
piastre metalliche, ai varchi. Esaudisci, tu che al cenno di Zeus
risolvi con fine solenne la guerra, sul campo. E tu, santa, benedetta
Onca fuori le mura salva il tuo sacrario dalle sette porte!
str. III
Dèi, dèe, cosmiche Forze Potenze estreme scolte ai baluardi della
patria non tradite il paese segnato dal ferro all'armata che parla
straniero. Esaudite - come è santo e giusto - queste donne in preghiera,
con le palme protese. ant. III Oh mie Potenze divine curvatevi su Tebe,
salvatrici splendete di luce d'amore. Prendetevi a cuore il popolo
devoto e se il cuore vi spinge, lo porrete in salvo. Fate mente, vi
prego, ai riti solenni in cui si consuma l'amore di Tebe.
L'Ombra Della Luce...
(F:Battiato)...
Difendimi dalle forze contrarie,
la notte, nel sonno, quando non sono cosciente,
quando il mio percorso, si fa incerto,
E non abbandonarmi mai...
Non mi abbandonare mai!
Riportami nelle zone più alte
in uno dei tuoi regni di quiete:
E' tempo di lasciare questo ciclo di vite.
E non mi abbandonare mai...
Non mi abbandonare mai!
Perchè, le gioie del più profondo affetto
o dei più lievi aneliti del cuore
sono solo l'ombra della luce,
Ricordami, come sono infelice
lontano dalle tue leggi;
come non sprecare il tempo che mi rimane.
E non abbandonarmi mai...
Non mi abbandonare mai!
Perchè, la pace che ho sentito in certi monasteri,
o la vibrante intesa di tutti i sensi in festa,
sono solo l'ombra della luce.............................
Bellissimo. Ma i perni degli assi son quelli dei carri, non delle porte della città
Ikiade
Quando in TV facevano come intelligenti.
You tube cacciari