Campo di Gries, Bolzano.

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  • Опубликовано: 27 май 2023
  • Campo di Gries, Bolzano - Viaggio della Memoria EP#1
    ‪@ANEDDeportazione‬
    Dal luglio 1944, resosi insicuro il campo di concentramento di Fossoli, nei pressi di Carpi (Modena), le deportazioni continuano dal nuovo campo di Gries -Bolzano. Progettato per 1.500 prigionieri su di un’area di due ettari, con un blocco esclusivamente femminile e 10 baracche per gli uomini, viene successivamente ampliato e raggiunge una capienza massima di circa 4.000 prigionieri. Può contare sui Lager satellite di Bressanone, Merano, Sarentino, Campo Tures, Certosa di Val Senales, Colle Isarco, Moso in val Passiria e Vipiteno.
    Il campo è gestito dalle SS di Verona, comandato dal tenente Karl Friedrich Titho e dal maresciallo Hans Haage che già hanno svolto gli stessi incarichi a Fossoli. Alle loro dipendenze una guarnigione di tedeschi, sudtirolesi ed ucraini (questi ultimi, giovanissimi, tristemente ricordati per il loro sadismo). Sono internati a Gries soprattutto prigionieri politici, partigiani (o familiari di partigiani presi in ostaggio), ebrei, “zingari” e prigionieri alleati, donne e bambini.
    Numerosi sono i trasporti che tra l’estate 1944 e il febbraio 1945 partono per Ravensbrück, Flossenbürg, Dachau, Auschwitz, e per Mauthausen, portando migliaia di deportati che non fanno più ritorno.
    Tra il 29 e il 30 aprile 1945 la quasi totalità degli internati riceve un regolare permesso firmato dal comandante del campo. Molti vengono accompagnati, a scaglioni, ad alcuni chilometri dalla città e rilasciati. Tra la fine di aprile e i primi di maggio 1945 i deportati vengono progressivamente liberati e il Lager chiuso, mentre le SS si danno alla fuga, non prima di avere distrutto praticamente tutti i documenti del campo, cancellando così la gran parte delle prove dei loro crimini.
    Delle costruzioni dell’area del campo di Bolzano-Gries, purtroppo, oggi non rimane praticamente più traccia. Abbattuti i “blocchi” e le “celle”, sull’area del KZ sorgono diversi palazzi di abitazione. La Provincia di Bolzano ha posto sotto tutela l’ampia porzione del muro di cinta originale, fin qui presso che intatto. Il Comune di Bolzano, nel giugno 2004, ha collocato di fronte al muro di cinta del campo 6 pannelli che ricordano il Lager e le sue vittime.
    Sul fianco del muro è indicata la vecchia apertura con passo carraio dalla quale uscivano i deportati costretti al lavoro coatto nelle officine allestite nelle immediate vicinanze del campo o negli stabilimenti dell’area bolzanina.
    Fonte: deportati.it/lager/bolzano/bo...
    "Vite Spezzate" è un viaggio nella memoria e nelle memorie attraverso una serie di testimonianze e un percorso fotografico in alcuni campi di concentramento, in particolar modo quelli di Auschwitz e Birkenau.
    Le immagini, le parole, le sensazioni e le emozioni che sopravvissuti, familiari, studenti hanno vissuto durante il loro pellegrinaggio. Perché, adesso e sempre, abbiamo il dovere di ricordare e tramandare una delle pagine più atroci della storia dell'umanità, affinché il male assoluto non possa ripetersi mai più.
    Un percorso in alcuni campi di concentramento attraverso fotografie e testimonianze vissute da chi ha compiuto un viaggio della Memoria.
    #lager #olocausto #memoria
    Per acquistare il libro: www.calibanoeditore.com/libri...
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Комментарии • 5

  • @paolaverda3705
    @paolaverda3705 5 месяцев назад +1

    Io ho avuto una zia che e stata deportata li faceva la cuoca fino alla liberazione e stata menzionata nel libro della resistenza imperiese deportata xche i suoi figli erano alla macchia si chiamava gaddini teresa ed era d imperia ormai mancata da molti anni

    • @paolomansolillo
      @paolomansolillo  5 месяцев назад

      Grazie per questo commento e per aver accennato alla storia di sua zia.

    • @gilbertovignati3323
      @gilbertovignati3323 5 месяцев назад +1

      Mio padre era il numero 10921 milanese e partigiano in val d'Ossola preso a dicembre 44 rinchiuso nel carcere di Novara e poi trasferito a San Vittore Milano, trasferito a Bolzano non so quando e liberato ad aprile 45

    • @paolaverda3705
      @paolaverda3705 5 месяцев назад +1

      @@gilbertovignati3323 Alberto io non so bene la storia ma so da mio padre e da mia nonna sua sorella della zia Teresa xchè era conosciuta portomaurizio in lei vendeva i fiori e e i suoi figli due ragazzi che erano stati nascosti e lei si e salvata e a casa mia il fratello di mia madre e riuscito con altri suoi comilitoni x opera di contadini a fuggire dal convoglio x i campi di sterminio sono fuggiti a Spigno Monferrato e sono stati x mesi e mesi senza rientrare a casa poi una volta rientrati si doveva nascondere x che al mio paese borgomaro prov d imperia c erano molti fascisti e in più c erano i tedeschi e molte volte entravano nelle case e la paura era tanta

    • @paolomansolillo
      @paolomansolillo  5 месяцев назад

      @@gilbertovignati3323 grazie per questo commento e per aver scritto di suo padre.