Maria Valtorta - Evangelo cap. 365: L’insidia dell’Iscariota all’innocenza di Marziam
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- Опубликовано: 8 ноя 2024
- Maria Valtorta - Evangelo cap. 365: L’insidia dell’Iscariota all’innocenza di Marziam. Un nuovo discepolo, fratello di latte di Gesù. A Betania, da Lazzaro malato.
3 gennaio 1946.
Gesù entra nel verde placido dell’orto degli Ulivi.
Marziam è sempre al suo fianco e ride pensando alla corsa affannosa che certo farà Pietro per raggiungerli. Dice: «Oh! Maestro! Chissà quante ne dice! Se poi Tu avessi proseguito per Betania senza fermarti qui, sarebbe proprio in uno stato desolato».
Gesù sorride anche Lui guardando il giovinetto e risponde: «Sì. Mi seppellirà sotto i lamenti. Ma gli servirà per un’altra volta. A stare più attento. Io parlavo, lui si distraeva a ciarlare con questo e quello…».
«Lo interrogavano, Signore», scusa Marziam non ridendo più.
«Con buona grazia si fa cenno che si risponderà dopo, quando la Parola del Signore tace. Ricòrdatelo, per la tua vita futura. Per quando sarai sacerdote. Esigi il massimo rispetto nelle ore di istruzione e nei luoghi di istruzione».
«Ma allora sarà il povero Marziam, Signore, quello che parlerà…».
«Non importa. È sempre Dio che parla sulle labbra dei suoi servi, nelle ore del loro ministero. E come tale va udito con silenzio e rispetto».
Marziam fa una smorfietta significativa a commento di un suo interno ragionamento.
Gesù, che lo osserva, dice: «Non ne sei persuaso? Perché quell’espressione? Parla, figlio, senza timore».
«Signor mio, mi chiedevo se Dio è anche sulle labbra e nel cuore dei suoi sacerdoti di ora… e… con terrore mi dicevo se saranno uguali quelli futuri… E concludevo dicendo che… fanno fare una brutta figura al Signore molti sacerdoti… Ho certo peccato… Ma sono così cattivi ed esosi, così aridi… che…».
«Non giudicare. Ma ricorda però questo senso di disgusto. Abbilo presente nel futuro. E con tutte le tue forze mira a non essere quali sono quelli che ti disgustano. E che non lo siano quelli che dipenderanno da te. Fa’ servire al bene anche il male che vedi. Ogni azione e ogni cognizione deve essere mutata in bene passando da un giudizio e da una volontà retta».
«Oh! Signore! Prima di entrare nella casa che già si vede, rispondimi ancora ad una cosa! Tu non neghi che l’attuale sacerdozio sia manchevole. Dici a me di non giudicare. Ma Tu giudichi. E lo puoi fare. E giudichi con giustizia. Ora ascolta, Signore, il mio pensiero. Quando gli attuali sacerdoti parlano di Dio e della religione, essendo quali sono nella maggioranza, ed io parlo ora dei più cattivi fra essi, vanno ancora ascoltati come verità?».
«Sempre, figlio mio. Per rispetto alla loro missione. Quando fanno atti del loro ministero non sono più l’uomo Anna, o l’uomo Sadoc, e così via. Ma sono “il sacerdote”. Scindi sempre la povera umanità dal ministero».
«Ma se fanno male anche questo…».
«Dio sopperirà. E poi!… Ascolta, Marziam! Non c’è nessun uomo completamente buono e nessuno completamente malvagio. E nessuno è così completamente buono da essere in diritto di giudicare i fratelli per completamente malvagi. Bisogna tenere presenti i nostri difetti, contrapporre ad essi le doti buone di chi vogliamo giudicare, e allora avremmo una misura giusta di caritatevole giudizio. Io non ho ancora trovato un uomo completamente malvagio».
«Neppure Doras, Signore?».
«Neppure lui, perché è marito onesto e padre amoroso».
«Neppure il padre di Doras?».
«Egli pure era marito onesto e padre amoroso».
«Ma non era che quello, però!».
«Non era che quello. Ma in quello non era malvagio. Perciò non era completamente malvagio».
«E neanche Giuda è malvagio?».
«No».
«Ma non è buono, però».
«Non è totalmente buono come non è totalmente malvagio. Non sei persuaso di ciò che dico?».
«Sono persuaso che Tu sei totalmente buono e che sei assolutamente privo di malvagità. Questo sì. Lo sei tanto che non trovi mai accusa per nessuno…».
«Oh! figlio mio! Se Io dicessi la prima sillaba di una parola di accusa, voi tutti vi scagliereste come belve sull’accusato!… Io evito che voi vi macchiate di peccato di giudizio col fare così. Capiscimi, Marziam. Non è che Io non veda il male là dove è. Non è che Io non veda il miscuglio di male e bene che è in alcuni. Non è che Io non capisca quando un’anima sale o scende dal livello dove l’ho portata. Non è nulla di tutto questo, figlio mio. Ma è prudenza per evitare le anticarità in voi. E farò sempre così. Anche nei secoli futuri, quando dovrò pronunciarmi su una creatura. Non lo sai, figlio, che talora vale più una parola di lode, di incoraggiamento, a mille rimproveri? Non sai che su cento casi pessimi, indicati come relativamente buoni, almeno la metà divengono realmente buoni perché non manca allora, dopo la mia benevola parola, l’aiuto dei buoni che altrimenti fuggirebbero dall’individuo indicato come pessimo? Bisogna sorreggerle le anime. Non accasciarle. Ma se Io non sono il primo a sorreggere, a velare le parti brutte, a sollecitare in voi benignità e aiuto per esse, mai voi vi dareste ad esse con attiva misericordia. Ricordalo, Marziam…»...