Regia, fotografia, sceneggiatura, recitazione... da produzione televisiva Tao2 (di serie B, insomma), o di un film di Martinelli (es. Ustica, della serie come non girare un film) Non capisco poi perché in Italia gli attori non siano in grado di imparare la dizione e cadenza dei protagonisti che interpretano. All'estero ci riescono. Anzi, le lingue regionali vengono esaltate. Stendiamo un velo pietoso sugli attori e comparsate varie. Riciclati per dargli l'ennesima occasione (sempre agli stessi) di impiego in un'opera pessima. Penoso il disclaimer a inizio film. Non è un film per come è narrato. Non è un documentario perché non si assume le responsabilità di ciò che porta a conoscenza (nulla di nuovo di quella verità di comodo raccontata dai "gionarlisti" de Le Iene). Un ibrido incomprensibile e non digeribile. Di fondo manca la volontà di raccontare una storia mai raccontata, che molti conoscono, attraverso una produzione realmente indipendente (questo film è stato prodotto grazie alle regioni Lazio, Trentino, Emilia-Romagna. Le stesse regioni nelle quali gli uomini "piazzati" nei gangli glusti (polizia, magistratura, UCI, ecc.) hanno messo in atto il piano per fermare Pantani, come uomo (troppo seguito tra la gente, troppo attivismo contro il doping) prima ancora che come atleta. Quali "verità" ci si può attendere se la produzione è di fatto "istituzionale", per non dire peggio? Quindi, la camorra come principale imputato dimenticando che, storicamente, le mafie sono sempre state utilizzate (quando non create con la logistica della droga) dai servizi segreti degli stati quando non direttamente da gruppi multinazionali infiltrati all'interno (chiamiamo il tutto con la semplificatoria definizione di deepstate). Di Armstrong iperdopato, del ruolo geopolitico di uno Stato che finanzia una squadra di ciclismo (mai accaduto prima di allora) non si fa menzione nel film. Di Fabrizio Borra (suo fisioterapista ed amico, quasi zero nel film. Cercate le sue interviste (poi ci sono vari libri ed interventi, come quelli di John Kleeves e Panseca)) sul web se volete cominciare a capire realmente perché è accaduto tutto quello che il film sfiora e sorvola beatamente. Sui dettagli di manipolazione della provetta di sangue e molto altro ancora delle operazioni contro Pantani si sa già tutto praticamente. Dimentichiamoci (finché non verrà fatta una pulizia vera dentro magistratura, polizia, ed istituzioni) che ciò che venga del tutto confermato dalla giustizia italiana. Poi, un particolare, Pantani non ha mai tirato coca, la fumava (e questo è appurato da varie testimonianze). La menzogna è nei dettagli, come al solito. Un amico fidato (e tecnico, ottimo conoscitore dell'ambiente sportivo ad alto livello) disse a Pantani nell'estate del 1999: "Non ti faranno più correre. Nessuno ti può togliere le vittorie conquistate e il tuo valore. Puoi fare nella vita ciò che vuoi grazie all'esperienza e successi conquistati ma dimenticati di correre come prima di Madonna di Campiglio. Sei all'apice della notorietà. A inizio del prossimo anno organizza una conferenza stampa internazionale e tiri fuori tutto quanto sai, avete saputo nel frattempo, e che mai avresti potuto dire prima. Adesso lo puoi fare e sarà il tuto salvacondotto per restare in vita. Dopo non sarà così." Peccato che Pantani non abbia ascoltato quel consiglio ma per lui correre era oltre tutto.
Regia, fotografia, sceneggiatura, recitazione... da produzione televisiva Tao2 (di serie B, insomma), o di un film di Martinelli (es. Ustica, della serie come non girare un film) Non capisco poi perché in Italia gli attori non siano in grado di imparare la dizione e cadenza dei protagonisti che interpretano. All'estero ci riescono. Anzi, le lingue regionali vengono esaltate.
Stendiamo un velo pietoso sugli attori e comparsate varie. Riciclati per dargli l'ennesima occasione (sempre agli stessi) di impiego in un'opera pessima. Penoso il disclaimer a inizio film. Non è un film per come è narrato. Non è un documentario perché non si assume le responsabilità di ciò che porta a conoscenza (nulla di nuovo di quella verità di comodo raccontata dai "gionarlisti" de Le Iene). Un ibrido incomprensibile e non digeribile.
Di fondo manca la volontà di raccontare una storia mai raccontata, che molti conoscono, attraverso una produzione realmente indipendente (questo film è stato prodotto grazie alle regioni Lazio, Trentino, Emilia-Romagna. Le stesse regioni nelle quali gli uomini "piazzati" nei gangli glusti (polizia, magistratura, UCI, ecc.) hanno messo in atto il piano per fermare Pantani, come uomo (troppo seguito tra la gente, troppo attivismo contro il doping) prima ancora che come atleta. Quali "verità" ci si può attendere se la produzione è di fatto "istituzionale", per non dire peggio?
Quindi, la camorra come principale imputato dimenticando che, storicamente, le mafie sono sempre state utilizzate (quando non create con la logistica della droga) dai servizi segreti degli stati quando non direttamente da gruppi multinazionali infiltrati all'interno (chiamiamo il tutto con la semplificatoria definizione di deepstate). Di Armstrong iperdopato, del ruolo geopolitico di uno Stato che finanzia una squadra di ciclismo (mai accaduto prima di allora) non si fa menzione nel film. Di Fabrizio Borra (suo fisioterapista ed amico, quasi zero nel film. Cercate le sue interviste (poi ci sono vari libri ed interventi, come quelli di John Kleeves e Panseca)) sul web se volete cominciare a capire realmente perché è accaduto tutto quello che il film sfiora e sorvola beatamente. Sui dettagli di manipolazione della provetta di sangue e molto altro ancora delle operazioni contro Pantani si sa già tutto praticamente. Dimentichiamoci (finché non verrà fatta una pulizia vera dentro magistratura, polizia, ed istituzioni) che ciò che venga del tutto confermato dalla giustizia italiana.
Poi, un particolare, Pantani non ha mai tirato coca, la fumava (e questo è appurato da varie testimonianze). La menzogna è nei dettagli, come al solito.
Un amico fidato (e tecnico, ottimo conoscitore dell'ambiente sportivo ad alto livello) disse a Pantani nell'estate del 1999: "Non ti faranno più correre. Nessuno ti può togliere le vittorie conquistate e il tuo valore. Puoi fare nella vita ciò che vuoi grazie all'esperienza e successi conquistati ma dimenticati di correre come prima di Madonna di Campiglio. Sei all'apice della notorietà. A inizio del prossimo anno organizza una conferenza stampa internazionale e tiri fuori tutto quanto sai, avete saputo nel frattempo, e che mai avresti potuto dire prima. Adesso lo puoi fare e sarà il tuto salvacondotto per restare in vita. Dopo non sarà così."
Peccato che Pantani non abbia ascoltato quel consiglio ma per lui correre era oltre tutto.