Sarebbe interessante capire come giustificava Parmenide il divenire (nascita e morte).. ovvero il contrario di ciò che lui stesso sosteneva.. che poi non vedo la contraddizione tra il divenire essere/non essere perché non è uno stato contemporaneo
Per Parmenide il fatto che il divenire "appaia" nell'esperienza (vita e morte) non implica che il divenire "sia". Infatti per Parmenide "essere" coincide unicamente con "pensare"; pensare ciò che diviene sarebbe pensare ciò che "non-è" (non era o non sarà); il divenire significa quindi al tempo stesso "pensare" e "non-pensare"; dunque il divenire è contraddittorio, non pensabile, ontologicamente nullo.
Grande Berti!
grazie prof.Berti.
Sarebbe interessante capire come giustificava Parmenide il divenire (nascita e morte).. ovvero il contrario di ciò che lui stesso sosteneva.. che poi non vedo la contraddizione tra il divenire essere/non essere perché non è uno stato contemporaneo
Per Parmenide il fatto che il divenire "appaia" nell'esperienza (vita e morte) non implica che il divenire "sia".
Infatti per Parmenide "essere" coincide unicamente con "pensare";
pensare ciò che diviene sarebbe pensare ciò che "non-è" (non era o non sarà);
il divenire significa quindi al tempo stesso "pensare" e "non-pensare";
dunque il divenire è contraddittorio, non pensabile, ontologicamente nullo.