Caro Boldrin ha ragione Lei. La Politica è passione, condivisione di Valori, di idee. Voglia di essere protagonisti, ambizione di cambiare le cose. Tutto questo oggi è merce rara.
La fuga dalle responsabilità a tutti i livelli è ciò che caratterizza la cultura degli italiani. Dal tollerare piccole disfunzioni quotidiane (auto in doppia e tripla fila, rifiuti ovunque, escrementi di animali, mezzi pubblici non funzionanti), al tollerare il collega parassita che non fa un cazzo e prende comunque lo stipendio, al tollerare poi più in grande fenomeni di corruzione politica o di criminalità organizzata (che del resto sono figli di questo atteggiamento). Ognuno si racconta le scuse più disparate: ma non spetta a me segnalarlo, ma tanto anche se lo faccio che cosa cambia e così via, contribuendo a mantenere in piedi un equilibrio tossico che spegne ogni barlume di miglioramento del Paese. Del resto è l’Italia è quel posto in cui persone come Falcone e Borsellino vengono ricordate e mitizzate come eroi (lo sono anche) e non viste per quello che erano veramente: due grandi lavoratori che prendevano seriamente quello che facevano e che non avevano paura di prendersi le proprie responsabilità. Così la gente si autoassolve, per definizione gli eroi sono rari e vivono solo nelle favole e non nella realtà. Pochi vogliono essere eroi, quando in realtà basterebbe che la gran parte dei cittadini prendessero sul serio le proprie responsabilità. Credo molto nel Drin Drin e spero possiamo contribuire affinché questo avvenga
Comunque, riguardo ai giovani che non vorrebbero rischiare per fare politica, c'è da dire che anche fare la mediocre carriera tradizionale è in verità una scommessa, la competizione per emergere dentro i partiti è altissima, di aspiranti politici ventenni che non emergono e buttano via anni interi ne vedo molti, ma molti.
Eh si, tipicamente il competente practico viene emarginato a favore di gente personalmente anche simpatica ( sarà che vedo più la giovanile del PD per bolla personale, almeno non sono fascisti violenti), ma che non sa quel che dice
Non c'è niente da fare: la politica sarà pure cambiata, più personalistica, più cinica, più brutale e rozza nei modi e nei contenuti... quello che volete. Ma se uno vuole davvero, sul serio, cambiare le cose, e vuole farlo con idee riformatrici, con la volontà di mettere in gioco anche del proprio e rischiare, ci vuole una ENORME PASSIONE, una forte spinta ideale e, in un certo senso, una forma di profondo AMORE per se stessi e per il prossimo.
Prof ho un dubbio, ma chi fa il PhD andando in America è un privilegiato o un coraggioso? O un privilegiato coraggioso? Mi sento un po’ in stereofonia.
Giuseppe Di Vittorio ha fatto politica da quando aveva dieci anni e aveva lavorato nei campi sotto latifondisti. La mia generazione (millenial) ha avuto PAURA, dopo l'11 settembre e dopo il G8 di Genova. È la verità, ci siamo affidati ai vecchi, senza mai prendersi il rischio di fare politica vera e di fare gruppo. È la verità.
Confrontandomi con coetanei tra i 20 e i 30 anni ho esattamente lo stesso riscontro: c'è pochissimo senso di sacrificio pubblico, e soprattutto pochissima coscienza del legame che c'è tra una cultura di impegno politico e una buona politica. Molti non sanno spiegarsi come mai la classe politica nostrana sia di così bassa qualità. Io ci provo a portare avanti questo messaggio nella mia bolla e non, e credo che il drin drin possa diventare un megafono per questa battaglia culturale.
Live stimolante…. Quando si trovano punti di disaccordo nello scambio di opinioni tra due persone esce quasi sempre qualcosa di nuovo ed interessante. Michele forse la memoria mi gioca brutti scherzi ma credo tu abbia detto più volte che comprendi e sei d’accordo con colui che pensa alla sua carriera o più in generale ai suoi “cazzi” prima di qualsiasi impegno politico. Se ricordo male chiedo scusa, non voglio creare polemica ma solo assicurarmi che la mia memoria funzioni bene. Grazie in anticipo per la smentita/conferma.
Ho detto piu' volte (e lo ripeto, anche perche' lo ho fatto io stesso) che e' legittimo e comprensibile la carriera e la realizzazione personale abbiano la meglio sull'impegno politico. Poi e' tutta una questione di gradi, la scelta e' molto raramente e solo in circostanze particolari {0,1}. L'errore sta proprio nel porre il problema in quella forma. Io me ne sono andato ed ho perseguito la mia carriera ma quando ho avuto spazio di tempo e risorse per contribuire al dibattito politico l'ho fatto. In realta' questa storia del lavoro e' una foglia di fico. La scelta, per la grande maggioranza, ha a che fare con l'uso del tempo libero: lo passi in discoteca, in viaggio, a far bisboccia con gli amici, a tirare tardi, a "farti i cazzi tuoi" o ne dedichi un po' di quel tempo anche al Drin Drin? Molto semplice.
Io ho sempre visto una parte del degrado politico italiano (non tutto ovviamente, una parte) come epifenomeno dell'ipocrisia montanelliana, che ha insegnato a votare "turandosi il naso" facendolo diventare il mantra del paese, facendola diventare un'abitudine, quella che doveva essere una situazione "speciale", ovvero quella a cui si riferiva montanelli, è diventata la prassi. Si votava DC perché era la stabilità, andava bene perché non cambiava nulla, era tutto statico, e ci si sentiva "sicuri". Poi ovviamente sono entrati ulteriori problemi, non lo metto in dubbio. Ma il fatto che votando turandosi il naso, il paese si sia abituato a coesistere con un odore sgradevole, come se fosse normale, l'ho sempre vista come una cosa abbastanza fatale per il futuro. Magari mi sbaglio. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi Michele
A proposito dei sinistri che odiano l'occidente. Da dove verrà questo sentimento nei giovani? ( Perchè sono tanti e sopratutto quelli un po' più istruiti paradossalmente) . Posso capire che nei nostalgici del pci e nei comunistoidi più anziani l'odio per l'occidente è quasi fisiologico, visto il mito dell'urss e del comunismo reale. Ma nei giovani? Sospetto che molto ha a che fare con la scuola
Grandissima discussione, quella su vita personale e impegno politico. Avendo 20 anni mi son sentita toccata da vicino
Caro Boldrin ha ragione Lei. La Politica è passione, condivisione di Valori, di idee. Voglia di essere protagonisti, ambizione di cambiare le cose. Tutto questo oggi è merce rara.
La fuga dalle responsabilità a tutti i livelli è ciò che caratterizza la cultura degli italiani. Dal tollerare piccole disfunzioni quotidiane (auto in doppia e tripla fila, rifiuti ovunque, escrementi di animali, mezzi pubblici non funzionanti), al tollerare il collega parassita che non fa un cazzo e prende comunque lo stipendio, al tollerare poi più in grande fenomeni di corruzione politica o di criminalità organizzata (che del resto sono figli di questo atteggiamento). Ognuno si racconta le scuse più disparate: ma non spetta a me segnalarlo, ma tanto anche se lo faccio che cosa cambia e così via, contribuendo a mantenere in piedi un equilibrio tossico che spegne ogni barlume di miglioramento del Paese. Del resto è l’Italia è quel posto in cui persone come Falcone e Borsellino vengono ricordate e mitizzate come eroi (lo sono anche) e non viste per quello che erano veramente: due grandi lavoratori che prendevano seriamente quello che facevano e che non avevano paura di prendersi le proprie responsabilità. Così la gente si autoassolve, per definizione gli eroi sono rari e vivono solo nelle favole e non nella realtà. Pochi vogliono essere eroi, quando in realtà basterebbe che la gran parte dei cittadini prendessero sul serio le proprie responsabilità.
Credo molto nel Drin Drin e spero possiamo contribuire affinché questo avvenga
Comunque, riguardo ai giovani che non vorrebbero rischiare per fare politica, c'è da dire che anche fare la mediocre carriera tradizionale è in verità una scommessa, la competizione per emergere dentro i partiti è altissima, di aspiranti politici ventenni che non emergono e buttano via anni interi ne vedo molti, ma molti.
Eh si, tipicamente il competente practico viene emarginato a favore di gente personalmente anche simpatica ( sarà che vedo più la giovanile del PD per bolla personale, almeno non sono fascisti violenti), ma che non sa quel che dice
Non c'è niente da fare: la politica sarà pure cambiata, più personalistica, più cinica, più brutale e rozza nei modi e nei contenuti... quello che volete. Ma se uno vuole davvero, sul serio, cambiare le cose, e vuole farlo con idee riformatrici, con la volontà di mettere in gioco anche del proprio e rischiare, ci vuole una ENORME PASSIONE, una forte spinta ideale e, in un certo senso, una forma di profondo AMORE per se stessi e per il prossimo.
Ieri ho fatto due investimenti: ho comprato un etf e Donato 100 euro al drin drin
GRAZIE!
Prof ho un dubbio, ma chi fa il PhD andando in America è un privilegiato o un coraggioso? O un privilegiato coraggioso?
Mi sento un po’ in stereofonia.
Quando sento parlare di risk aversion, mi vengono i brividi e una voglia matta di provarci. E lo dico ai miei studenti.
Giuseppe Di Vittorio ha fatto politica da quando aveva dieci anni e aveva lavorato nei campi sotto latifondisti. La mia generazione (millenial) ha avuto PAURA, dopo l'11 settembre e dopo il G8 di Genova. È la verità, ci siamo affidati ai vecchi, senza mai prendersi il rischio di fare politica vera e di fare gruppo. È la verità.
Prof. sigla da paura, ho avuto i brividi lungo la schiena.
Confrontandomi con coetanei tra i 20 e i 30 anni ho esattamente lo stesso riscontro: c'è pochissimo senso di sacrificio pubblico, e soprattutto pochissima coscienza del legame che c'è tra una cultura di impegno politico e una buona politica. Molti non sanno spiegarsi come mai la classe politica nostrana sia di così bassa qualità.
Io ci provo a portare avanti questo messaggio nella mia bolla e non, e credo che il drin drin possa diventare un megafono per questa battaglia culturale.
Grazie
bella discussione, interessante.
Avanti Drin Drin!
La cosa bella è che, essendo per età in mezzo a Michele ed Ivan, mi trovo daccordo con entrambi.
Sempre discussioni stimolanti quando vi stuzzicate!
Ivan va benissimo quello che fai. Dimostrare la tua politica con i fatti. Non devi mollare quello che fai. Verrà un po' alla volta.
History does not long entrust freedom to the care of the weak or the timid
Buoni i bagigi ciò!
Ci rumagnol?
@ Veneto ostia!
Live stimolante…. Quando si trovano punti di disaccordo nello scambio di opinioni tra due persone esce quasi sempre qualcosa di nuovo ed interessante. Michele forse la memoria mi gioca brutti scherzi ma credo tu abbia detto più volte che comprendi e sei d’accordo con colui che pensa alla sua carriera o più in generale ai suoi “cazzi” prima di qualsiasi impegno politico. Se ricordo male chiedo scusa, non voglio creare polemica ma solo assicurarmi che la mia memoria funzioni bene. Grazie in anticipo per la smentita/conferma.
Ho detto piu' volte (e lo ripeto, anche perche' lo ho fatto io stesso) che e' legittimo e comprensibile la carriera e la realizzazione personale abbiano la meglio sull'impegno politico. Poi e' tutta una questione di gradi, la scelta e' molto raramente e solo in circostanze particolari {0,1}.
L'errore sta proprio nel porre il problema in quella forma. Io me ne sono andato ed ho perseguito la mia carriera ma quando ho avuto spazio di tempo e risorse per contribuire al dibattito politico l'ho fatto.
In realta' questa storia del lavoro e' una foglia di fico. La scelta, per la grande maggioranza, ha a che fare con l'uso del tempo libero: lo passi in discoteca, in viaggio, a far bisboccia con gli amici, a tirare tardi, a "farti i cazzi tuoi" o ne dedichi un po' di quel tempo anche al Drin Drin? Molto semplice.
Io ho sempre visto una parte del degrado politico italiano (non tutto ovviamente, una parte) come epifenomeno dell'ipocrisia montanelliana, che ha insegnato a votare "turandosi il naso" facendolo diventare il mantra del paese, facendola diventare un'abitudine, quella che doveva essere una situazione "speciale", ovvero quella a cui si riferiva montanelli, è diventata la prassi. Si votava DC perché era la stabilità, andava bene perché non cambiava nulla, era tutto statico, e ci si sentiva "sicuri". Poi ovviamente sono entrati ulteriori problemi, non lo metto in dubbio. Ma il fatto che votando turandosi il naso, il paese si sia abituato a coesistere con un odore sgradevole, come se fosse normale, l'ho sempre vista come una cosa abbastanza fatale per il futuro. Magari mi sbaglio. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi Michele
Grazie! Lo zigano è fantastico!
56:10
😂😂😂
Nei loro orizzonti o nei loro frammenti!
Perfetto titolo di un romanzo!
A proposito dei sinistri che odiano l'occidente. Da dove verrà questo sentimento nei giovani? ( Perchè sono tanti e sopratutto quelli un po' più istruiti paradossalmente) . Posso capire che nei nostalgici del pci e nei comunistoidi più anziani l'odio per l'occidente è quasi fisiologico, visto il mito dell'urss e del comunismo reale. Ma nei giovani? Sospetto che molto ha a che fare con la scuola
Indeed. Ma tu nel PD cosa ci fai mai?
@@francescobarale2694 sì, a scuola l'antioccidentalismo è l'ortodossia tra noi professori.
Io sono eretico.
34:00
algo, que ritmo!