Bello il soggetto, avvincente la trama e bellissimo il quadretto di famiglia lavoratrice, semplice e generosa di Pieri. Una figura molto bella anche quella del padre di Pieri e Olinto, vero punto di riferimento della famiglia e del paese. Molto molto bello!
IL CINEMA ITALIANO DI QUEGLI ANNI ERA PIU' BELLO PERCHE' LA GENTE ERA MIGLIORE E METTEVA SEMPRE IN RISALTO NELLA REALIZZAZIONE DI UN FILM L'ASPETTO SOCIALE ED EDUCATIVO DI UN RACCONTO L'ESEMPIO E L'UTILITA' PER CUI E' NATA QUESTA ARTE FIGURATIVA AGLI INIZI DEL SECOLO SCORSO.
L"autore del libro a cui é ispirato il film è stato il mio carissimo prof delle superiori. Zoppicava un po' perché nella campagna di Russia gli si erano congelati i piedi, le scarpe dei militari italiani erano veramente di cartone. Grazie a chi ha pubbliicato il film l'ho visto molto volentiere. e grazie al prof Francesco Masala.
Penne nere (1952) è il primo film di fiction girato in Friuli. A soli sette anni dalla fine della guerra viene fatta rivivere sullo schermo la particolare situazione che questa parte d’Italia aveva vissuto: l’occupazione della Carnia da parte dei cosacchi tra l’autunno del 1944 e i primi di maggio del 1945. La realizzazione di Penne nere, girato in Carnia, diretto da Oreste Biancoli e interpretato da Marcello Mastroianni, Marina Vlady, Camillo Pilotto, Enzo Stajola, rappresenta la prima “trasferta” di Cinecittà in Friuli. Nei mesi di luglio e agosto del 1952 i quotidiani locali seguono con interesse la lavorazione del film, a cui partecipano molti friulani, non solo in qualità di comparse, ma anche in ruoli più importanti. A Chino Ermacora va riconosciuto il merito di aver suggerito alla produzione il paese di Sauris come set per il film, che racconta la vicenda di un gruppo di giovani di un piccolo paese carnico che, richiamati alle armi nel corpo degli alpini nel 1940, sorpresi dall’8 settembre in Albania, riescono fortunosamente a ritornare al loro paese, che trovano però occupato da tedeschi e cosacchi. Rifugiatisi sui monti, negli ultimi giorni di guerra, quando i tedeschi, prima di ritirarsi, decidono di far saltare la diga che sovrasta il paese, gli alpini riescono a sventare il piano del nemico. Pur assumendo un ruolo centrale nella fiction cinematografica, in realtà la diga di La Maina o del Lumiei non era stata ancora completamente realizzata nel periodo della guerra. Costruita in sette anni di lavoro (1941-1947) per conto della Società Adriatica di Elettricità di Venezia, su progetto dell’ingegner Uberto Capra, alta 136 metri e considerata una delle più eleganti dighe ad arco, fu inaugurata il 19 giugno 1949. Oltre alla diga, la fotografia in bianco e nero di Fernando Risi valorizza in maniera eccellente l’architettura di Sauris di Sotto: le case in legno costruite con la tecnica a blockau, con ballatoi, balaustre, stanghe per l’essicazione del fieno, timpani con croce traforata, tetti ricoperti di scandole e comignoli di legno a tronco di piramide; le alte case ottocentesche in pietra; le viuzze strette, tortuose, acciottolate; i fienili. Tutti elementi che si inseriscono perfettamente nell’ambiente e diventano paesaggio. Sono riprese cinematografiche che hanno uno straordinario valore di documentazione di un autentico stile saurano, di tipologie ed aspetti architettonici che hanno subito modificazioni negli ultimi decenni. Tra gli edifici più riconoscibili: il Palatc; la chiesa di S.Osvaldo su un piccolo rilievo; casa Petris e, a pochi metri di distanza, la casa rustica scelta come set per rappresentare l’abitazione della famiglia del protagonista. Come interessante particolare documentario della vita di sessant’anni fa a Sauris, in una scena si vede anche una teleferica in attività sopra i tetti delle case del paese. La fotografia sa cogliere la morfologia “dolce” del paesaggio circostante, con i prati e i boschi alle pendici del Pieltinis, gli stavoli, i crocifissi lignei con il tettuccio a capanna, e, verso sud, il monte Bivera e altre cime dolomitiche. Ma del paesaggio di Sauris vengono anche colti aspetti drammatici e orridi, come le cavità naturali a strapiombo sulle forre del Lumiei per rappresentare una delle tappe della lunga marcia degli alpini in territorio balcanico per raggiungere la patria. Una parte di Penne nere è girata anche nel territorio del Comune di Villa Santina. La scena della partenza dei giovani per la guerra è filmata nella stazione di Villa Santina, il capolinea della ferrovia carnica, inaugurata nel 1910, gestita dalla Società Veneta Ferrovie e in attività fino all’inizio degli anni ’60. Altre scene sono realizzate sulle ripide e nude pareti del monte Cretis e nelle alture circostanti. In tutte le scene girate nel territorio di Villa Santina domina la sagoma piramidale, isolata e poderosa, del monte Amariana che contrassegna fortemente il paesaggio di questa parte della Carnia. Lo spettatore può domandarsi in che parte della Carnia si trovino quelle montagne innevate che rappresentano le montagne della Jugoslavia attraversate dagli alpini. Non si tratta di una location nostrana, ma di riprese effettuate sull’Appennino per esigenze organizzative, come nel caso della scena del fiume, in cui finge di scivolare la giovanissima Gemma (Marina Vlady) per attirare l’attenzione di Pieri (Marcello Mastroianni), girata nei pressi di Roma. A parte tali eccezioni, Penne nere è un film realistico sul piano geografico-ambientale, ma pure su quello storico; infatti, come ha scritto Mario Toller, anche a Sauris arrivarono i cosacchi o “russi”, come venivano chiamati, e quella magnifica conca alpina, fino ad allora oasi di pace, fu teatro di scontri tra tedeschi e partigiani. Va anche segnalata la scena, in realtà realizzata in maniera rapida e piuttosto confusa, di uno scontro a fuoco tra gli alpini e alcuni partigiani che, dall’abbigliamento, paiono jugoslavi (siamo nella valle del Tagliamento): è solo un accenno, peraltro passato sempre inosservato, ad un altro aspetto della complessa storia di questo confine orientale. Evidentemente la sceneggiatura di Penne nere non voleva mettere troppa carne sul fuoco, dato che già il piano “Kosakenland in Nord Italien” era un fatto storico sconosciuto al pubblico italiano; ma l’inserimento di quella scena è un dato interessante in relazione al periodo storico. Siamo nel 1952, in piena guerra fredda e in difficili rapporti con la Jugoslavia. Altre pellicole dell’epoca contengono elementi analoghi, come per esempio Ritratto di un paese, un documentario su Maniago del 1949. www.cinetecadelfriuli.org/cdf/home/spazio_Gaberscek/Penne_nere.html
Su questo canale ci sono film di alta classe , con attori bravissimi . Felicitazioni , voi caricate dei film bellissimi . Grazie infinite di condividerli .
Grazie per tante emozione, e per farmi sentire lo che anche il mio bisnonno italiano a vissuto, lottando durante le guerre. Sono orgollosa del coraggio de questi uomini, donne e bambini❣❤🦅
Tutte ,le donne amavano " marcello Mastroiani " ! In , questo film 🎥, di 71 anni ! Pechato che non e , veneto ! I ? Diretori non le anno insegnato nel film! /. Io sono veneto lo so !
Anche mio padre mi raccontava della sua guerra in Albania che dall8 settembre si fecero tutto a piedi sotto Tirana fino a Trieste a piedi anche lui penna nera artigliere di montagna, da Trieste fino a Pescara legato lui e un'altro suo commilitone della Ciociaria dietro un camion di bitoni vuoti che andavano a caricare benzina giù verso Taranto poi Pescara Rendinara L'Aq ancora a piedi tante volte mi raccontava la sua storia ed ancora ragazzo ebbi la fortuna di conoscere questo suo compagno di guerra (non ricordo il nome ma il paese si di Falvaterra Frosinone)
Bello il soggetto, avvincente la trama e bellissimo il quadretto di famiglia lavoratrice, semplice e generosa di Pieri. Una figura molto bella anche quella del padre di Pieri e Olinto, vero punto di riferimento della famiglia e del paese. Molto molto bello!
IL CINEMA ITALIANO DI QUEGLI ANNI ERA PIU' BELLO PERCHE' LA GENTE ERA MIGLIORE E METTEVA SEMPRE IN RISALTO NELLA REALIZZAZIONE DI UN FILM L'ASPETTO SOCIALE ED EDUCATIVO DI UN RACCONTO L'ESEMPIO E L'UTILITA' PER CUI E' NATA QUESTA ARTE FIGURATIVA AGLI INIZI DEL SECOLO SCORSO.
Il Cinema Italiano e belisssimo !
L"autore del libro a cui é ispirato il film è stato il mio carissimo prof delle superiori. Zoppicava un po' perché nella campagna di Russia gli si erano congelati i piedi, le scarpe dei militari italiani erano veramente di cartone. Grazie a chi ha pubbliicato il film l'ho visto molto volentiere. e grazie al prof Francesco Masala.
Grazie ai bravi insegnanti!!!!❤
😊
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)
Che uomini e che donne meravigliose ...bel film e grande Mastroianni
Me gustó muchísimo esta película, el lugar, las actuaciones, la maldita guerra, gracias, es todo el tiempo, gracias de nuevo.
Che commozione! Grande piccolo mondo antico!
Amo esas películas tan lindas y emotivas. ❤
Penne nere (1952) è il primo film di fiction girato in Friuli. A soli sette anni dalla fine della guerra viene fatta rivivere sullo schermo la particolare situazione che questa parte d’Italia aveva vissuto: l’occupazione della Carnia da parte dei cosacchi tra l’autunno del 1944 e i primi di maggio del 1945. La realizzazione di Penne nere, girato in Carnia, diretto da Oreste Biancoli e interpretato da Marcello Mastroianni, Marina Vlady, Camillo Pilotto, Enzo Stajola, rappresenta la prima “trasferta” di Cinecittà in Friuli. Nei mesi di luglio e agosto del 1952 i quotidiani locali seguono con interesse la lavorazione del film, a cui partecipano molti friulani, non solo in qualità di comparse, ma anche in ruoli più importanti. A Chino Ermacora va riconosciuto il merito di aver suggerito alla produzione il paese di Sauris come set per il film, che racconta la vicenda di un gruppo di giovani di un piccolo paese carnico che, richiamati alle armi nel corpo degli alpini nel 1940, sorpresi dall’8 settembre in Albania, riescono fortunosamente a ritornare al loro paese, che trovano però occupato da tedeschi e cosacchi. Rifugiatisi sui monti, negli ultimi giorni di guerra, quando i tedeschi, prima di ritirarsi, decidono di far saltare la diga che sovrasta il paese, gli alpini riescono a sventare il piano del nemico.
Pur assumendo un ruolo centrale nella fiction cinematografica, in realtà la diga di La Maina o del Lumiei non era stata ancora completamente realizzata nel periodo della guerra. Costruita in sette anni di lavoro (1941-1947) per conto della Società Adriatica di Elettricità di Venezia, su progetto dell’ingegner Uberto Capra, alta 136 metri e considerata una delle più eleganti dighe ad arco, fu inaugurata il 19 giugno 1949. Oltre alla diga, la fotografia in bianco e nero di Fernando Risi valorizza in maniera eccellente l’architettura di Sauris di Sotto: le case in legno costruite con la tecnica a blockau, con ballatoi, balaustre, stanghe per l’essicazione del fieno, timpani con croce traforata, tetti ricoperti di scandole e comignoli di legno a tronco di piramide; le alte case ottocentesche in pietra; le viuzze strette, tortuose, acciottolate; i fienili. Tutti elementi che si inseriscono perfettamente nell’ambiente e diventano paesaggio. Sono riprese cinematografiche che hanno uno straordinario valore di documentazione di un autentico stile saurano, di tipologie ed aspetti architettonici che hanno subito modificazioni negli ultimi decenni.
Tra gli edifici più riconoscibili: il Palatc; la chiesa di S.Osvaldo su un piccolo rilievo; casa Petris e, a pochi metri di distanza, la casa rustica scelta come set per rappresentare l’abitazione della famiglia del protagonista. Come interessante particolare documentario della vita di sessant’anni fa a Sauris, in una scena si vede anche una teleferica in attività sopra i tetti delle case del paese. La fotografia sa cogliere la morfologia “dolce” del paesaggio circostante, con i prati e i boschi alle pendici del Pieltinis, gli stavoli, i crocifissi lignei con il tettuccio a capanna, e, verso sud, il monte Bivera e altre cime dolomitiche.
Ma del paesaggio di Sauris vengono anche colti aspetti drammatici e orridi, come le cavità naturali a strapiombo sulle forre del Lumiei per rappresentare una delle tappe della lunga marcia degli alpini in territorio balcanico per raggiungere la patria. Una parte di Penne nere è girata anche nel territorio del Comune di Villa Santina. La scena della partenza dei giovani per la guerra è filmata nella stazione di Villa Santina, il capolinea della ferrovia carnica, inaugurata nel 1910, gestita dalla Società Veneta Ferrovie e in attività fino all’inizio degli anni ’60. Altre scene sono realizzate sulle ripide e nude pareti del monte Cretis e nelle alture circostanti. In tutte le scene girate nel territorio di Villa Santina domina la sagoma piramidale, isolata e poderosa, del monte Amariana che contrassegna fortemente il paesaggio di questa parte della Carnia. Lo spettatore può domandarsi in che parte della Carnia si trovino quelle montagne innevate che rappresentano le montagne della Jugoslavia attraversate dagli alpini. Non si tratta di una location nostrana, ma di riprese effettuate sull’Appennino per esigenze organizzative, come nel caso della scena del fiume, in cui finge di scivolare la giovanissima Gemma (Marina Vlady) per attirare l’attenzione di Pieri (Marcello Mastroianni), girata nei pressi di Roma.
A parte tali eccezioni, Penne nere è un film realistico sul piano geografico-ambientale, ma pure su quello storico; infatti, come ha scritto Mario Toller, anche a Sauris arrivarono i cosacchi o “russi”, come venivano chiamati, e quella magnifica conca alpina, fino ad allora oasi di pace, fu teatro di scontri tra tedeschi e partigiani. Va anche segnalata la scena, in realtà realizzata in maniera rapida e piuttosto confusa, di uno scontro a fuoco tra gli alpini e alcuni partigiani che, dall’abbigliamento, paiono jugoslavi (siamo nella valle del Tagliamento): è solo un accenno, peraltro passato sempre inosservato, ad un altro aspetto della complessa storia di questo confine orientale. Evidentemente la sceneggiatura di Penne nere non voleva mettere troppa carne sul fuoco, dato che già il piano “Kosakenland in Nord Italien” era un fatto storico sconosciuto al pubblico italiano; ma l’inserimento di quella scena è un dato interessante in relazione al periodo storico. Siamo nel 1952, in piena guerra fredda e in difficili rapporti con la Jugoslavia. Altre pellicole dell’epoca contengono elementi analoghi, come per esempio Ritratto di un paese, un documentario su Maniago del 1949.
www.cinetecadelfriuli.org/cdf/home/spazio_Gaberscek/Penne_nere.html
❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤”0’
633)
Visto il film, ho cercato dappertutto delle delucidazioni dei luoghi dove fu girato, e qui ho trovato tutte le risposte. Grazie davvero
Grazie.
😊
È bellissimo, grazie mille 👏 💛 🌹 🎥🎶evviva 🙌 la pace 🏵
Non tramontano mai i veri film complimenti
Stupendo
Su questo canale ci sono film di alta classe , con attori bravissimi . Felicitazioni , voi caricate dei film bellissimi . Grazie infinite di condividerli .
Ma che bello!!
Grazie!
Grazie! Amo questi film bianco-nero...
Lo guarderò GRAZIE 🥰
Sempre affascinante Marcello
Questi film sono capolavori
W gli alpini
Bellissimo grazie
Bellissimo complimenti merita Grazie
Molto bello.
Love ❤️ the movie 🎥!
Bellissimo film grazie ❤
Questo film a mio parere è intramontabile,non mi stanco mai di vederlo
Buono
Mai visto prima di oggi
Bravi
Un film molto bello, grazie.
P
Bellissimo film
Complimenti, molto interessante, specialmente per coloro che hanno ricordi!
Bellissimo Questo Film Grande Mastroianni Mi Sono Commossa Mi Piace Assai Grazie mille.👏👏
En español por favor.
Grazie per tante emozione, e per farmi sentire lo che anche il mio bisnonno italiano a vissuto, lottando durante le guerre. Sono orgollosa del coraggio de questi uomini, donne e bambini❣❤🦅
😊
Molto commovente . Mi è piaciuto . GRAZIE
Grazie a te! Il primo di aprile partiamo con dei nuovi film bellissimi ❤️
Non ci sono parole...
Film capolavoro
BOMBASTICO. BOMBASTICO. 😊👍👍👍👍👍👍
Che bello 🦅❤
Bellissimo!
Bel film grazie
Sono tutti dei bellissimi film, complimenti condinuate sempre cosi
Bellissimo film
Bello bello bello
ITALY GREATEST ACTOR MARCELLO MASTROIANNI. WITH AMEDEO NAZZARI ,& THOMAS MILIAN, ,
thomas milian is not Italian, but Cuban and in Italy he only made rubbish films
bellisimo mi a trasmesso- emmozzioni -gioie- dolori un finale fantastico
que bello.....
Gran bel film veramente!
È un peccato aver perso quel bel modo di recitare che avevano gli attori dell'epoca.
Molto bella e graziosa Marina di Vlady
Merci les gars !
❤MOLTO BELLO❤
❤MAI VISTO ❤
❤BRAVISSIMI ❤
❤ATTORI ❤
❤VISTO OGGI ❤
❤16. 4. 2024 ❤
bellissimo grandi film
Bellissimi film sono tutti fantastici
Grazie a te! Il primo di aprile partiamo con dei nuovi film bellissimi ❤️
Struggente.Marcello incommensurabile.
che bello.......
I love Vittorio De Sica's, L'oro di Napoli
Bellisimo
Marcello Mastroiani, aveva 28 anni , qua !
😍
E parlavano un ITALIANO PERFETTO CHE MMMERAVIGLIO
The women sure love that Marcello!
❤
8 settembre 1943 giorno dell'armistizio. Da lì in poi inizia la svolta e il ritorno, pericoloso, dei soldati alla loro casa.
Film corale,buoni sentimenti.Meno riuscita la parte bellica,ove ci si aspettava di più
Anche le musiche un po' troppo invadenti... Ma d'altronde
Tutte ,le donne amavano " marcello Mastroiani " ! In , questo film 🎥, di 71 anni ! Pechato che non e , veneto ! I ? Diretori non le anno insegnato nel film! /. Io sono veneto lo so !
Mi piace questo film 🎥! Perche conosco il dialett, veneto ! Bruno. T.
Never AGAIN 😢
film stupendo.peccato per la pubblicità che rovina la poesia.
ricordati che l'hai guardato gratis, senza alcun canone 😊
L'autobus è un modello del 1950
peccato per la cadenza veneta in una zona dove si parlava solo il friulano
Traduzcan al español porfa
Bello, ingenuo ma bello, l' assalto con lo zaino in spalla non si può vedere ☺, il prete ha lo stesso doppiatore di don Camillo .
16.26
Viva il 1990?
Penso sia riferito alla leva 1920 che partiva che furono chiamati in anticipo
Peccato per la musica di sotto (?) fondo davvero insopportabile
siamo nella grande guerra.
no, seconda guerra mondiale
@@marcazzoful nn nella seconda
no,è l'anziano che ricorda l'altra guerra a cui ha partecipato
no
Pellicola sufficiente, ingenua pellicola.
Film vecchi, ma meglio degli odierni.
Русские не были в Италии
Erano cosacchi.
da , in FRIULI / CARNIA
Mamma mia com'è democristiano sto film
il à été toujours un grand puttanìer...
Il fratello di mio PAPA E MORTO IN QUESTA GUERRA❤❤❤
Anche mio padre mi raccontava della sua guerra in Albania che dall8 settembre si fecero tutto a piedi sotto Tirana fino a Trieste a piedi anche lui penna nera artigliere di montagna, da Trieste fino a Pescara legato lui e un'altro suo commilitone della Ciociaria dietro un camion di bitoni vuoti che andavano a caricare benzina giù verso Taranto poi Pescara Rendinara L'Aq ancora a piedi tante volte mi raccontava la sua storia ed ancora ragazzo ebbi la fortuna di conoscere questo suo compagno di guerra (non ricordo il nome ma il paese si di Falvaterra Frosinone)
La bellezza di Marina vlady è senza tempo. Buca lo schermo!