I Savoia: La dinastia - parte 2

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  • Опубликовано: 12 сен 2024
  • Storicamente
    I Savoia: La dinastia - parte 2
    Proseguiamo la storia della dinastia Savoia e scopriamo come Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, che divenne il primo re d'Italia nel 1861, e Camillo Benso di Cavour, il suo abile primo ministro, che svolse un ruolo cruciale nelle alleanze politiche e militari. Oggi scopriremo la storia di questa famiglia e scanseremo il velo di atto eroico dietro l'impresa dei mille.
    I Dormienti di Efeso insieme a Laura Fezia analizzano alcune delle più antiche famiglie di Europa, scoprendo le loro origini e come hanno raggiunto l'obbiettivo dell'unità d'Italia.
    Laura Fezia è nata a Torino, dove vive e lavora. Studiosa di antropologia, psicologia, storia, religioni, criminologia e del “mistero” in tutti i suoi molteplici aspetti, fa la scrittrice e la ricercatrice, definendosi «una laica a 720°, perché un giro solo non basta».
    Ha pubblicato finora oltre venti titoli, tra i quali sette su Torino per Newton Compton e dal 2016 ha iniziato la collaborazione con il Gruppo Editoriale Uno (attualmente Media Quantico Group) con i volumi Apparizioni mariane: il grande imbroglio; L’inganno della croce; La fabbrica dei santi; Chiesa
    criminale, Dossier Fatima; Il santo plagio; Vittime di Eva.
    Per approfondimenti ecco la lista dei libri di Laura Fezia
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    Noi siamo i "Dormienti di Efeso" e vogliamo solo che tu inizi a fare e farti domande, perché è nella domanda la chiave di tutto, non nella risposta in sé per sé.
    #idormientidiefeso #laurafezia #isavoia #unitaitalia

Комментарии • 41

  • @robertomolinari290
    @robertomolinari290 23 дня назад

    Grande Laura! Da piemontese, hai ragione, ne sapevo ben poco, ma è anche vero che non avevo mai sentito narrare così bene un argomento che pensavo noioso e polveroso.

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  22 дня назад

      Buonasera, siamo lieti che abbia gradito questo evento anche a nome della nostra ospite. La ringraziamo e speriamo di trovarla nei nostri eventi in autunno. 🙂

  • @danielaprincipe3239
    @danielaprincipe3239 Месяц назад +1

    Puntata ricca ed interessante! Grazie a tutti 😊

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  Месяц назад

      Buongiorno, grazie a lei e al tempo che ci dedica anche a nome della nostra ospite. Grazie del commento le auguriamo buone vacanze e speriamo trovarla per i nostri eventi in autunno. 🙂

  • @FinalFantasyInterest
    @FinalFantasyInterest Месяц назад +1

    sentire laura parlare della dinastia savoia fa veramente piacere, perché tratta il tema con leggerezza e anche con una punta di ironia, quando ha detto che la chiesa, nel momento in cui viene toccata nel portafogli, per via delle misure restrittive anticlericali passate sotto il governo di cavour, si comporta come una gentildonna, a cui un bifolco avesse appioppato una mano sul sedere, lì mi sono piegato dal ridere, troppo forte, come lei non c'è nessuno nel raccontare i fatti 😂

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  Месяц назад +1

      Buongiorno, siamo contenti che gradisci il nostro format e come lo portiamo avanti anche a nome della nostra ospite. Grazie del commento e speriamo trovarla nei nostri prossimi eventi in autunno. Buone vancanze.

    • @FinalFantasyInterest
      @FinalFantasyInterest Месяц назад +1

      @@dormientidiefeso Grazie, buone vacanze anche a voi, arrivederci alle prossime live, non appena riprenderanno 😁

  • @candidariva7461
    @candidariva7461 Месяц назад +1

    GRAZIE A TUTTI 👏👏👏👏

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  Месяц назад

      Buongiorno, grazie a lei e al tempo che ci ha dedicato anche a nome della nostra ospite. Ci auguriamo che abbia gradito il nostro format e le auguriamo buone vacanze e le diamo appuntamento in autunno per i nostri prossimi eventi. 🙂

  • @luisamaccioni4093
    @luisamaccioni4093 Месяц назад +2

    Gentile dottoressa Laura parla continuamente del regno di Sardegna ma mi rendo conto che non sento parlare dei sardi,nonostante tutte le razie e non solo, che hanno subito con i Savoia anche se era l' unico vero Regno che potesse essere considerato possibile per formare il regno e l'unione d'Italia.
    Come mai si continua a dimenticare questo Popolo e tutti i soprusi che ha subito?

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  Месяц назад

      Buongiorno, ci scusiamo a nome della nostra ospite, perchè suo malgrado si è attenuta a una scaletta da noi sviluppata.
      Abbiamo la chiara e netta certezza che tutte le regioni italiane che versano in uno stato di crisi o regressione sono state nei secoli passati frutto di violenze e soprattutto depredazioni che ne hanno minato la stabilità, e quello che lei ci dice ce ne da una ulteriore conferma.
      Questa serie è stata suggerita da un nostro ascoltatore, e come nel suo caso noi raccogliamo la sua richiesta e le garantiamo che la terremo in considerazione per fare una puntata che descriva la situazione prima e dopo l'arrivo dei Savoia sull'isola.
      Grazie del commento le auguriamo buone vacanze e speriamo trovarla nei nostri eventi in autunno. 🙂

  • @mirko_010
    @mirko_010 16 дней назад +1

    È sempre un piacere ascoltarvi, tuttavia esprimo un pò di preoccupazione per il vostro avvicinamento in questo video a posizioni neoborboniche ampiamente smentite da molti storici, tra chi annovero uno dei più autorevoli Alessandro Barbero. Del resto andrò ad approfondire le fonti che avete citato per confermare quel che avete detto. Vi chiedo se potreste lasciare per i futuri video religiosi lo stesso meccanismo di fonti alla fine, così certi credenti la piantano di scassare nei commenti 🙂

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  15 дней назад

      Buonasera, Oltre a sentire gli storici e visto libri trattati abbiamo anche intervistato persone che sono da generazioni nel sud che hanno confermato, la forte ingerenza del nord, la nostra non è una posizione come ha definito lei neoborbonica, ci siamo solo limitati a racontare gli eventi per come la storia li ha riportati.
      Per quello che riguarda le fonti per i video riligiosi, diciamo che per la maggior parte non servirebbero, perchè basta che si fa un giro su enciclopedie storiche tipo la Treccani e la Britannica e lo dicono chiaramente.
      Ma noi le diciamo che non servirebbe.
      Vede psicologicamente, un credente ignora le evidenze storiche per mantenere la propria fede perché la religione offre un senso di sicurezza e significato, specialmente riguardo al mistero della morte. La paura dell'ignoto, in particolare del "dopo la morte", spinge molte persone a cercare consolazione nelle credenze religiose, che promettono vita eterna o redenzione. Questo bisogno emotivo spesso supera la razionalità, poiché abbandonare la fede significherebbe affrontare l'ansia esistenziale e l'incertezza del futuro, destabilizzando il loro equilibrio psicologico.
      Su questo abbiamo due evidenze una nostra personale nel video delle reliquie malgrado abbiamo fornito fonti e in certi casi erano evidentemente e palesemente false i credenti hanno comunque commentanto e messo bocca.
      La seconda riguarda quella sociale della sindone che malgrado si sia chiaramente detto che si tratta di un falso medievale le persone a migliaia continuano a venerarla, quindi è inutile.
      Questo non toglie che noi continueremo a metterle proprio per fornire le evidenze storiche.
      GRazie del commento e della sua premura e speriamo trovarla nei nostri eventi in autunno.

  • @atibha
    @atibha 19 дней назад +1

    Non è male, ma mi sarebbe piaciuto se ogni tanto si fosse fermata ed avesse fatto un recap. Cioè meno dettagli e mettere in evidenza il percorso generale e il gioco dei personaggi. E anche la descrizione dei ruoli. Ad esempio, cosa vuol dire essere Cavour? cioè che poteri aveva? come erano distribuiti i poteri nel governo sabaudo? chi comandava di più?

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  18 дней назад

      Buongiorno, grazie per aver gradito l'evento. Per il recap forse si, ma avremmo perso comunque la linearità del tema. Infine per la descrizione dei ruoli sarebbe stato superfluo visto che in qualsiasi enciclopedia online o libro di testo di storia scolastico anche a livello di scuola media superiore si potevano trovare i poteri e la struttura del governo del periodo.
      Infine per chi comandava di più ci sembra ovvio anche per una corenza storica che il re era un figura di rappresentanza e che tutte le manovre erano in mano al primo ministro/capo del governo, come d'altronde è stato chiaramente evidente il secolo successivo dal 31 ottobre 1922 al 25 luglio 1943.
      Comunque la ringraziamo per le osservazioni di cui faremo tesoro e speriamo trovarla nei nostri prossimi eventi in autunno.

  • @eliogaydou7877
    @eliogaydou7877 Месяц назад +1

    Dalla fezia mi sarei aspettato che sarebbe andata più in profondità nel racconto, invece a solo sfiorato la vera storia; peccato, una occasione persa

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  Месяц назад

      Buongiorno, il nostro mood è quello di stimolare la ricerca in coloro che ci guardano e non fare tutto noi il lavoro.
      Noi vogliamo solo che le persone si facciano domande e si mettano in moto, non di fornire noi le risposte.
      Grazie del commento. 🙂

  • @combattere100
    @combattere100 Месяц назад +2

    Tra l'altro plebisciti camuffati: ma tanto ai brogli elettorali siamo abituati.

  • @layalwadi
    @layalwadi Месяц назад

    Finalmente sono riuscita a vederlo tutto, con calma!! Ho atteso prima di esprimere un giudizio sul video! Mi rendo conto che l'argomento è bollente come le temperature di queste settimane!! Perciò riferirò solamente quello che hanno espresso amici e colleghi che sono originari di Salerno, Potenza, Catanzaro e Lecce!! Abbiamo visto insieme, con interesse, queste 2 puntate e alla fine li ho visti perplessi e amaramente divertiti!! Vi riporterò solo le loro conclusioni: " Dai su ragazzi, alla fine del 2 video, ci hanno dato un contentino!! Pochi minuti per riassumere un evento catastrofico che ha, dopo 1000 anni di storia, completamente mutato il volto del Sud Italia!"
    Mi spiace, ma ho preferito riportare le opinioni di chi nelle proprie famiglie, ha vissuto quel periodo, le violenze e le disastrose conseguenze!! Si poteva forse dire qualcosa di più!! Grazie ancora per il vostro impegno!!

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  Месяц назад +1

      Buongiorno come sempre ti ringrazamo specie quando trasmetti queste sensazioni a caldo, che ci danno la percezione chiara se il nostro messaggio arriva o meno, quindi non si esima mai di farlo, anzi il suo ruolo lo esige visto che conta sul nostro lavoro.
      Detto questo loro hanno perfettamente ragione a dire quello che hanno detto, ma ci conceda due attenuante:
      1) Come ha visto il video è durato ben 2 ore e 39 minuti in cui le confermo non abbiamo nemmeno coperto tutti gli argomenti in scaletta.
      2) Al contrario di altri canali storici che trattano lo stesso tema in modo da elevare la spedizione di Garibaldi come una grande opera di liberazione, noi abbiamo nettamente e chiaramente espresso che la spedizione dei mille è stata una vera e propria invasione barbarica, che ha massacrato più che liberato e che le successive operazioni di depredazione sull'industrie del sud per rialzare il nord hanno in modo incontrovertibile messo in ginocchio il meridione che paga ancora oggi tutto questo (la nostra ospite al termine ha letto le stime delle industrie).
      Inoltre siamo certi che le successive bande di briganti e le stesse organizzazioni criminali presenti li hanno sicuramente avuto inizio o massima spinta proprio alla fine del XIX secolo guarda caso il periodo successivo all'unità d'Italia.
      Ci scusiamo con coloro che pensano che l'abbiamo trattato con leggerezza, questo non toglie che potremmo riaffrontare il tema in futuro, in modo diciamo approfondito in un altro speciale, che riguarda il regno delle due sicilie e anche la Sardegna.
      Speriamo che il nostro chiarimento porti a maggiori risvegli e a nuove domande il carburante della nostra evoluzione, la ringraziamo e le auguriamo buone vacanze e le diamo appuntamento in autunno per i nostri prossimi eventi. 🙂

    • @layalwadi
      @layalwadi Месяц назад

      @@dormientidiefeso Certo che capisco, ho solo voluto riportare non la mia opinione, ma quella dei diretti interessati!! Sarebbe molto interessante affrontare di nuovo questo argomento e anche quello spinosissimo della meravigliosa e fiera Sardegna!! Buone vacanze di cuore a tutti voi🏖🏞!!

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  Месяц назад

      @@layalwadi Buongiorno, come detto prima hai fatto non bene ma benissimo a riportarlo, e non ti esimere fai nel farlo. Buone vacanze a te e a prestissimo. 🙂

  • @FinalFantasyInterest
    @FinalFantasyInterest Месяц назад +2

    2:29:40 quindi si può dire che lo stato in cui riversa il mezzogiorno attualmente dal punto di vista produttivo ha radici antiche, perché nel corso del tempo a partire dal 1860 in avanti c'è stato un lento e progressivo smantellamento del tessuto industriale delle regioni meridionali e in questa azione il governo di torino ha anch'esso contribuito

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  Месяц назад +1

      Buongiorno, si per noi si può dire, cioè che il declino del sud c'è stato proprio per risollevare il nord che versava in uno stato di minore forza produttiva rispetto al sud stesso. Grazie del commento.

  • @danianascetti923
    @danianascetti923 Месяц назад

    Chi porta il caffè per tutti in parlamento? Offro io😂❤

  • @paolomonaco114
    @paolomonaco114 Месяц назад

    Il dubbio sulla tirata sul povero Meridione defraudato, ma nel 1876 a Castellammare di Stabia non furono impostate le due più moderne corazzate del mondo? Strano Pietrarsa dopo un periodo oscuro in effetti travagliato da speculazioni nel 1877 venne statalizzato e riprese un’attività meccanica durata fino agli anni sessanta del scorso secolo, però i Savoia mi stanno antipatici.

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  Месяц назад

      Buonasera, per darle maggiore contesto purtroppo dopo l'unificazione d'Italia nel 1861, la situazione industriale del Meridione presentava diverse criticità economico-finanziarie. Infatti dopo l'unificazione, il Sud subì un trasferimento di risorse verso il Nord. Le casse del Regno delle Due Sicilie, che erano relativamente ben fornite, furono utilizzate per finanziare la nascente economia nazionale, spesso a beneficio delle aree settentrionali, lasciando indietro quelle meridionali.
      L'unificazione portò ad una migrazione non solo dei capitali e competenze dal Sud al Nord, ma anche di risorse umane molti imprenditori e tecnici meridionali si trasferirono nelle regioni settentrionali, dove le condizioni economiche erano più favorevoli e le opportunità di crescita maggiori, visto che venivano sfruttare le risorse del sud per il potenziamento di quelle del nord.
      Questo portò a una impostazione delle politiche economiche del nuovo Regno d'Italia a favorire lo sviluppo industriale del Nord. Il Sud fu spesso considerato come un mercato di sbocco per i prodotti del Nord, piuttosto che come una regione da sviluppare industrialmente.
      La mancanza di sviluppo industriale portò ad un aumento della disoccupazione e della povertà nel Meridione. L'agricoltura, non sufficientemente modernizzata, non era in grado di assorbire la forza lavoro in eccesso, aggravando ulteriormente la situazione sociale ed economica. A completare l'opera ci pensò anche l'introduzione di un sistema fiscale che era si uniforme a livello nazionale ma per le cause di cui sopra gravò in modo sproporzionato sul Sud, dove i redditi erano più bassi. Questo contribuì a impoverire ulteriormente la popolazione e a ridurre la capacità di investimento delle imprese locali.
      Fu proprio questa situazione economica precaria che spinse molte persone a emigrare, soprattutto verso le Americhe. Questo fenomeno privò il Sud di forza lavoro e competenze, aggravando il declino industriale.
      A supporto di quanto detto portiamo come nostro stile sempre le fonti:
      1 - Francesco Saverio Nitti - "Nord e Sud", (1900) un economista e politico meridionale, fu uno dei primi a trattare sistematicamente il divario economico tra Nord e Sud, attribuendo parte della responsabilità alle politiche economiche del nuovo stato unitario. Nel suo lavoro, evidenzia come il sistema fiscale e le politiche di sviluppo industriale abbiano favorito il Nord a discapito del Sud.
      2 - Antonio Gramsci - "Quaderni del carcere" (1929) nei suoi quaderni, riflette sulla "questione meridionale", criticando l'unità d'Italia come un'operazione che ha beneficiato principalmente le élite del Nord, lasciando il Sud in una posizione subalterna. Egli sottolinea il ruolo delle classi dirigenti settentrionali nell'aggravamento delle disuguaglianze regionali.
      3 - Giustino Fortunato - "Il Mezzogiorno e lo Stato italiano" (1911) storico e politico, è una delle figure più importanti nel dibattito sulla questione meridionale. Nella sua opera, analizza come l'unificazione italiana abbia portato a una marginalizzazione economica del Sud, sottolineando la mancanza di infrastrutture e investimenti pubblici adeguati.
      4 - Pino Aprile - "Terroni" (2010) in questo libro, anche se più recente e di stampo giornalistico, ha riportato alla ribalta il tema del declino del Sud, sostenendo che l'unificazione sia stata una conquista del Nord sul Sud. Aprile descrive dettagliatamente le politiche fiscali, le confische e la repressione che avrebbero impoverito il Meridione.
      Dati statistici e documenti ufficiali post-unitari.
      I censimenti e i rapporti economici del periodo post-unitario, come quelli del Ministero delle Finanze e della Banca d'Italia, mostrano chiaramente il divario crescente tra Nord e Sud in termini di reddito, infrastrutture e sviluppo industriale.
      Industria Tessile - Ricavato stimato: Diminuito.
      Industria Siderurgica - Ricavato stimato: Crollato.
      Cantieristica Navale - Ricavato stimato: Ridotto.
      Industria Alimentare - Ricavato stimato: Stabile, con alcune riduzioni.
      Grazie del commento e buone vacanze

    • @paolomonaco114
      @paolomonaco114 Месяц назад +1

      @@dormientidiefeso grazie dei suggerimenti bibliografici, per quanto riguarda i movimenti emigratori nel periodo 1871/1915 i campani emigrati sono stati circa 1,5 milioni, stesso numero di piemontesi idem di lombardi. Anzi in quel periodo circa il 50% degli immigrati era originario di Piemonte, Veneto e Friuli V.G.
      Per quanto riguarda Pino Aprile stendo un velo di silenzio. Gli altri dati interessanti da studiare. Buone vacanze a tutti.

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  Месяц назад

      @@paolomonaco114 Buonasera, grazie a lei per il confronto aperto, ma per correttezza reciproca deve dettagliare in modo più specifico le sue risposte citando le fonti storiche da dove trae i suoi dati, questo almeno per correttezza reciproca e per permettere come nel nostro caso di effettuare delle verifiche incrociate in chi ci legge. Anche perchè se decontestualizza i dati rischiamo di essere alla fine poco chiari.
      Il totale stimato dal 1861 al 1915 è corretto come lei ha detto cioè circa 1,5 - 2 milioni di persone, che si stima abbiano lasciato il Sud per trasferirsi nel Nord Italia. Queste migrazioni furono in parte interne, verso le regioni settentrionali più industrializzate, e in parte verso l'estero (soprattutto Americhe). In tutto questo c'è un ma scendiamo meglio nei dettagli:
      Periodo 1860-1880
      Nei primi due decenni dopo l'unificazione, la migrazione interna dal Sud al Nord fu relativamente contenuta rispetto ai decenni successivi. Tuttavia, si stima che decine di migliaia di persone si siano trasferite verso le regioni settentrionali, specialmente nelle aree industriali di Lombardia, Piemonte e Liguria.
      Periodo 1880-1915
      A partire dagli anni '80 dell'Ottocento, la migrazione dal Sud al Nord aumentò significativamente, in particolare per l’espansione delle industrie nel Nord. Solo negli anni '90 dell'Ottocento, circa 200.000/400.000 persone lasciarono il Sud ogni anno, con una parte consistente diretta verso il Nord Italia.
      Periodo prebellico 1900-1915
      L'industrializzazione accelerata del Nord, in particolare con la crescita di città come Torino, Milano e Genova, attirò un flusso crescente di migranti. In questi anni, il numero di meridionali che si spostarono al Nord potrebbe aver superato le 500.000/600.000 unità.
      Quindi in base a questi dati il flusso più elevato è avvenuto agli inizi del 1900 in poi.
      Come le abbiamo suggerito noi citiamo le fonti da dove traiamo questi numeri grazie alle ricerche bibliografiche che abbiamo eseguito su varie enciclopedie specifiche.
      1 - Storia economica dell'Italia contemporanea di Vera Zamagni (1998)
      Zamagni, una delle più autorevoli storiche economiche italiane, offre un'analisi dettagliata dell'economia italiana dal periodo post-unitario fino al secondo dopoguerra. Nel suo lavoro, tratta ampiamente il tema delle migrazioni interne e delle loro cause economiche.
      2 - Il Mezzogiorno nella storia d'Italia di Francesco Barbagallo (1980)
      Famoso storico del Mezzogiorno, esamina le dinamiche sociali ed economiche del Sud Italia dopo l'unificazione, con particolare attenzione ai fenomeni migratori e alla questione meridionale.
      3 - La questione meridionale di Rosario Villari (1961)
      Villari esplora le cause storiche e socio-economiche della "questione meridionale", con riferimenti specifici alla migrazione interna dal Sud al Nord come parte della risposta alle difficoltà economiche del Meridione.
      4 - L'Italia contadina. Dall'Ottocento a oggi di Piero Bevilacqua (1989)
      Lo storico esplora la trasformazione della società rurale italiana, con particolare attenzione alla migrazione interna come risposta alle crisi agrarie e alla modernizzazione economica del Nord.
      5 - Gli Italiani in movimento. Migrazioni interne e internazionali in Italia 1800-2000 di Michele Colucci (2012)
      Il libro fornisce un'analisi dettagliata dei movimenti migratori interni ed esterni all'Italia, offrendo dati e stime sulle migrazioni dal Sud al Nord, inclusi i flussi migratori del periodo post-unitario.
      Ovviamente le stime che ha sottolineato del nord vanno a riferirisi in stragrande maggioranza per il Veneto poi Lombardia e infine Piemonte, ma non andavano verso il sud ma verso le Americhe.
      Tutto questo avveniva per difficoltà economiche, le crisi agrarie e la ricerca di migliori opportunità spinsero molti italiani a emigrare verso le Americhe.
      Grazie per il confronto aperto e per il commento. 🙂

    • @paolomonaco114
      @paolomonaco114 Месяц назад

      @@dormientidiefeso fra il 1880 e 1915 non mi pare ci sia stata questo enorme flusso immigratorio interno, cosa che avvenne nel secondo dopo guerra; in ogni caso io citavo dati sulla emigrazione non sull’ immigrazione, reperibili con semplici ricerche sul web, ma sono contento di farle anche grazie alle vostre indicazioni bibliografiche. Vorrei in fine sottolineare che quanto avete scritto all’inizio va a cozzare con quello scritto nelle ultime tre righe.

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  Месяц назад

      @@paolomonaco114 Buongiorno, "non mi pare" è una opinione personale e non un dato storico, come precedentemente la invitiamo nuovamente a portare le fonti da dove trae i suoi dati.
      La ricerca web è una cosa molto interessante, ma così definita non significa nulla, se vuole le portiamo una ricerca web che dice che la Sardegna è in realtà Atlantide, la domanda è ma le prove e le fonti da dove nasce questa affermazione?
      Inoltre le chiediamo cortesemente di segnalare il punto in cui ci sconfermiamo?
      Per meglio definire la situazione le esprimiamo il punto su cui noi facciamo logica:
      Dalle nostre ricerche emerge che lo spostamento delle masse era così suddiviso:
      Dal Sud verso il Nord, Europa e Americhe
      Dal Nord verso Europa e Americhe
      Colui che viveva al nord di certo non si spostava verso il sud che non viveva uno stato di benessere da nessun punto di vista.
      Ma adesso come dice lei vediamo che dice l'archivio della Regione Piemonte che cito testualmente:
      [...] L’emigrazione italiana dal 1861 al 1913
      Gli italiani che sono emigrati da dopo l’Unità d’Italia sino al 1970 sono milioni; purtroppo
      non è facile avere dei numeri certi sia perché le registrazioni dei Paesi d’emigrazione, (USA
      esclusi) non sono fedeli, per molti motivi, sia perché non vi sono attendibili “anagrafi
      d’emigrazione” cui riferirsi .
      I dati anagrafici dal 1800 al 1865 erano solo patrimonio delle parrocchie che avevano
      dei libri detti “Stati delle anime” in cui veniva registrato solo il nome del nascituro/a ed il
      nome del padre.
      Un fatto importante, per l’emigrazione dei piemontesi, fu lo spostamento della Capitale da
      Torino a Firenze che coincise con moti insurrezionali repressi dalla Regia Polizia. Infatti, detto spostamento , causò la perdita di molti posti di lavoro per coloro che erano impiegati dell’ex Stato Sabaudo perché il personale non fu trasferito, non era fattibile, e fu reperito a Firenze.
      Riprendendo il nostro discorso sulle anagrafi riportiamo che un Regio Decreto del 1865
      cercò di introdurre una vera e propria anagrafe ma, poiché molti cittadini erano privi di cognome e si indicava solo “fu”,“di” o “quondam” i cognomi divennero un’invenzione, quando non c’erano.
      Solo nel 1871 fu legiferato in merito e ciò portò alla costituzione di un’anagrafe con
      obbligo dell’iscrizione del cognome: coloro che non l’avevano adottarono il patronimico
      oppure indicarono il soprannome o il mestiere praticato.
      Se si aggiunge che i cognomi “di partenza” che avevano i nostri emigrati, vennero
      spesso o storpiati o “integrati” con il Paese d’accoglienza per cui francesizzati,
      americanizzati e via di seguito per evitare processi di ghettizzazione si può immaginare
      quanti i dati, soprattutto relativi all’inizio dei flussi, siano incerti sui numeri effettivi.
      Nel 1861 un primo sommario censimento aveva accertato l’esistenza di Comunità
      italiane sia nei Paesi europei che nel bacino del mediterraneo che nelle “Meriche” confusamente accomunando quella del Nord e quella del Sud.
      Dopo il 1870, anche grazie ad una più precisa registrazione delle partenze, l’emigrazione
      incominciò a diventare un vero fenomeno di considerevoli dimensioni anche se i flussi
      emigratori erano ancora disorganizzati ed intermittenti ma si registrarono circa 135 mila emigrati diretti prevalentemente verso l’Europa ed i Paesi del Mediterraneo. L’emigrazione verso le Americhe fu però di circa 290 mila unità. Ci si riferisce a medie annue: Francia, al primo posto, poi Germania e Svizzera furono le nazioni verso le quali si indirizzò il maggior
      numero di emigrati, e poi spiegheremo anche le motivazioni; L’America del Nord, Stati Uniti
      soprattutto, e poi l’America del Sud, divennero le mete prescelte al di la degli Oceani.
      Nei primi anni post Unità d’Italia, emigrarono soprattutto gli abitanti del Nord del Paese
      che erano più progrediti e con famiglie ancora più numerose di quelli del Sud. Pochi decenni
      bastarono per invertire la caratteristica dei flussi sia perché ci fu un forte incremento
      demografico delle famiglie del sud sia perché si deteriorarono fortemente le condizioni economiche del Meridione.
      Durante gli ultimi anni de XIX secolo si registrarono un numero minore di emigrati
      partenti dal Nord del Paese contemporaneamente ad un forte incremento di quelli che
      emigravano dal Centro e dal Sud. [...]
      Per dare maggiori dettagli il documento si chiama "STORIA_EMIGRAZIONE_PIEMONTESE" e si trova nell'archivio_pinforma del sito della regione Piemonte.
      Ripetiamo nuovamente che lo spostament delle mase era dal sud verso il nord e no viceversa questo perchè il sud era stato fortemente stato danneggiato da dopo l'unità d'Italia. La popolazione del Nord si spostava ma mai verso il sud.
      Grazie del commento.

  • @EnricaDelCorno
    @EnricaDelCorno 7 дней назад

    Beh in realtà tecnicamente il Nord aveva una forza produttiva maggiore rispetto al Mezzogiorno anche in epoca preunitaria, basta leggersi le pagine Treccani (che dite essere vostra fonte) sullo sviluppo economico delle regioni e l'Italia Preunitaria, da cui emerge quanto ho appena detto. Rispetto il vostro lavoro di ricerca però questa puntata è ricca di teorie speculative neoborboniche.

    • @dormientidiefeso
      @dormientidiefeso  7 дней назад

      Buongiorno, purtroppo le dobbiamo dare torto e senza scomodare citazioni di altri storici che può trovare al termine del video lo facciamo con lo strumento che lei stessa ha scelto.
      La Treccani, nella voce dedicata alla "Questione meridionale", descrive come dopo l'Unità d'Italia il meridione subì un peggioramento economico significativo. Il Regno delle Due Sicilie, che in precedenza possedeva industrie, ferrovie e una certa stabilità economica, si trovò progressivamente emarginato rispetto al nord. Le politiche economiche post-unitarie, infatti, favorirono lo sviluppo industriale del settentrione, mentre il sud fu relegato a una condizione agricola arretrata e soggetta a politiche fiscali che penalizzavano ulteriormente la sua economia. Questo processo portò a un divario crescente tra le due aree del paese, con il meridione che divenne sempre più dipendente e povero.
      Inoltre sempre secondo la Treccani, prima dell'Unità d'Italia, il Regno delle Due Sicilie godeva di una situazione economica e industriale relativamente positiva rispetto ad altre aree della penisola. Il Sud vantava infrastrutture avanzate per l'epoca, come le prime linee ferroviarie italiane, industrie siderurgiche a Pietrarsa e Mongiana, una flotta mercantile attiva e importanti poli manifatturieri, soprattutto nel settore tessile e metalmeccanico.
      Tuttavia, queste condizioni positive iniziarono a cambiare drasticamente con l'Unità d'Italia, quando le politiche economiche post-unitarie furono progettate per favorire le regioni settentrionali, portando così a un progressivo declino industriale nel Sud.
      Oltre alla voce "Questione Meridionale" che trova online le citiamo altre voci che abbiamo rintracciato sui testi della Treccani:
      1) "Regno delle Due Sicilie": Questa voce descrive il Sud come una delle regioni più sviluppate economicamente, con industrie tessili, siderurgiche e una delle prime linee ferroviarie d'Italia (la Napoli-Portici). Vengono evidenziate anche le infrastrutture avanzate e le politiche economiche relativamente stabili del periodo preunitario.
      2) "Borboni di Napoli": In questa voce si analizza il regno dei Borbone, che aveva promosso uno sviluppo economico nel Sud, incentivando la costruzione di infrastrutture e il miglioramento della produzione agricola e industriale.
      3) "Industria in Italia": Nella sezione che descrive la storia industriale italiana, la voce fa riferimento alle fabbriche e industrie meridionali preunitarie, come quelle di Pietrarsa e Mongiana, e spiega come queste siano state abbandonate o non supportate dopo l'Unità d'Italia, portando alla deindustrializzazione del Sud.
      4) "Storia economica d'Italia": In questa voce viene analizzata la storia economica del paese nel suo complesso, con un focus su come l'industrializzazione, avviata in diverse parti della penisola, comprese alcune aree del Sud, venne in gran parte interrotta o reindirizzata verso il Nord dopo l'Unità d'Italia.
      5) "Napoli (Regno di Napoli)": Questa voce evidenzia lo sviluppo economico, culturale e industriale del Regno di Napoli prima dell'Unità d'Italia, con particolare attenzione alla modernizzazione delle sue infrastrutture e alla sua importanza nel commercio mediterraneo. Successivamente, si sottolinea come queste risorse siano state trascurate o svantaggiate a favore del Nord.
      6) "Pietrarsa": La voce dedicata al sito industriale di Pietrarsa, un importante polo siderurgico e meccanico del Regno delle Due Sicilie, descrive come fosse uno dei centri industriali più avanzati d'Europa all'epoca. Dopo l'Unità, la concorrenza con il Nord e le politiche economiche sfavorevoli contribuirono alla sua chiusura.
      7) "Mongiana": Questa voce tratta dell'importante polo siderurgico delle Reali Ferriere Borboniche di Mongiana, nel Sud, che rappresentava un'eccellenza tecnologica. Viene descritto come, dopo l'unificazione, sia stato progressivamente abbandonato a causa delle scelte politiche ed economiche che favorirono il Nord.
      8) "Ferrovie (Storia delle ferrovie in Italia)": In questa voce si cita la costruzione della prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici, come simbolo dello sviluppo infrastrutturale del Sud prima dell'Unità. Tuttavia, dopo il 1861, lo sviluppo delle infrastrutture ferroviarie si concentrò nel Nord, mentre il Sud rimase progressivamente indietro.
      Queste voci contribuiscono a delineare il quadro di un meridione con potenzialità economiche significative prima dell'unificazione, ma che vide poi il suo sviluppo arrestarsi e regredire a causa delle politiche centralizzate postunitarie.
      Poi se vuole tiriamo in campo anche storici e addetti ai lavori per delineare con citazioni meglio la situazione. Noi riportiamo la storia per quello che ricerchiamo, e accusarci di fare teorie speculative, verso qualsivoglia direzione è quantomeno indelicato.
      Grazie del commento.