Accipicchia, il libro comprato 10 anni fa e mai aperto non salta piú fuori. Chissà dov'è finito. La conferenza presuppone che lo si conosca. Una lezione tutt'altro che divulgativa. Ma concettosa: e questa è una rara virtú.
Sconcertante. E anche un tantinello deprimente la riduzione della Darstellung nella Vorrede (e, quindi, in tutto il grandioso libro sul Trauerspiel, che in questa sede non viene mai nominato come tale, ma nella non inevitabile traduzione di "dramma barocco tedesco") a uno solo dei suoi significati, quella "esposizione" che è implicita nel suo concetto così come nella sua traduzione italiana: "rappresentazione" (tra parentesi: seguendo la logica "vinciana", perché non tradurre, per esempio, "Die Wille als Welt und Vorstellung" come "Il mondo come volontà e presentazione"? In fondo, si tratterebbe soltanto di cavalcare il ridicolo). Insomma: la dialettica benjaminiana della Vorrede è esplicitamente fra Idee und Phänomen e del problema (der Frage, "la questione", nella bella traduzione di Enrico Filippini) della rappresentazione-figurazione-(esposizione)-salvazione (ta fainomena sozein, nell'altrettanto esplicito, letterale platonismo o neoplatonismo benjaminiano) di questo in quella. Quanto al riferimento al preteso "hegelismo" di Benjamin... Boh!
W. Benjamin playlist: ruclips.net/p/PL3fgeUuxrfbVCFs_aHJH2LrnhMDkCaP5k
Accipicchia, il libro comprato 10 anni fa e mai aperto non salta piú fuori. Chissà dov'è finito. La conferenza presuppone che lo si conosca. Una lezione tutt'altro che divulgativa. Ma concettosa: e questa è una rara virtú.
Il professor Moroncini prendeva fiato sbadigliando.
Sconcertante. E anche un tantinello deprimente la riduzione della Darstellung nella Vorrede (e, quindi, in tutto il grandioso libro sul Trauerspiel, che in questa sede non viene mai nominato come tale, ma nella non inevitabile traduzione di "dramma barocco tedesco") a uno solo dei suoi significati, quella "esposizione" che è implicita nel suo concetto così come nella sua traduzione italiana: "rappresentazione" (tra parentesi: seguendo la logica "vinciana", perché non tradurre, per esempio, "Die Wille als Welt und Vorstellung" come "Il mondo come volontà e presentazione"? In fondo, si tratterebbe soltanto di cavalcare il ridicolo). Insomma: la dialettica benjaminiana della Vorrede è esplicitamente fra Idee und Phänomen e del problema (der Frage, "la questione", nella bella traduzione di Enrico Filippini) della rappresentazione-figurazione-(esposizione)-salvazione (ta fainomena sozein, nell'altrettanto esplicito, letterale platonismo o neoplatonismo benjaminiano) di questo in quella. Quanto al riferimento al preteso "hegelismo" di Benjamin... Boh!