Ciao Gennaro, colgo l'occasione per ringraziarti per il tuo lavoro di divulgazione. Non conoscevo lo studio che hai citato, sarebbe molto interessante conoscere l'opinione di Goleman sulle problematiche sollevate rispetto alla rilevazione e alla misurazione del costrutto intelligenza emotiva. Però rispetto alla definizione, Goleman riporta la proposta di Salovey secondo cui l'intelligenza emotiva comprende le seguenti competenze: 1. Comprendere le proprie emozioni 2. Gestire le proprie emozioni 3. Automotivarsi 4. Comprendere le emozioni altrui 5. Gestire le emozioni altrui Sempre Goleman riflette sul fatto che l'intelligenza emotiva si sovrappone alle intelligenze intrapersonale e interpersonale codificate da Gardner. A me, da psicoterapeuta, il costrutto di intelligenza emotiva convince, anche perché mi sembra che per certi versi si sovrapponga e arricchisca modelli terapeutici come la MBT di Fonagy o le funzioni metacognitive riprese dalla TMI di Dimaggio e collaboratori...mi sembra quindi utile anche nella pratica clinica. Tutto questo pippone per dirti cosa a me convince della proposta di Goleman...a te che cosa non convince esattamente della proposta "intelligenza emotiva"? Grazie mille e un caro saluto!
D'accordo sulle soft skills e sui meccanismi emotioned based, sembra però che il problema sia la misurabilità non la sua non esistenza. Capisco il click-bait che putroppo anche voi professionisti dovete usare per navigare nella giungla di yt, però "non esiste" mi sembra molto drastica come descrizione. A metà video appena specifichi che il problema sta nella somministrazione dei questionari e appunto sulla sua misurabilità e che, per ora, possiamo chiamare intelligenza emotiva anche abilità sociali o simili senza dimostrare che non esiste. Quindi riassumendo mi sembra che intelligenza emotiva sia il termine per ora usato come cappello per descrivere queste abilità sociali ed emotive (che i guri mettono però al centro di tutto), che vada associata alle altre intelligenze, come la logico matematica, quindi "esiste" ma che non sappiamo ancora come valutarla oggettivamente. Come la vedi?
Ciao, leggi il libro di Daniel Goleman (“intelligenza emotiva”) nella sua versione aggiornata: spiega quali sono i diversi tipi di intelligenza emotiva finora studiati e come il suo valore sia persino più alto del QI come predittore di successo nella vita. Poi questa cosa della fallacia della sua misurabilità non la sapevo (non parla nello specifico di questo nel libro) e la apprendo con interesse ora, ma resta la sua enorme validità come strumento nella vita in generale, e oggi sappiamo che la si può apprendere attraverso una corretta psicoeducazione. 😊
"Non tutto ciò che conta può essere contato e non tutto ciò che può essere contato conta", pare l'abbia detto Albert Einstein. Ci sono chiaramente problemi di misurabilità essendo qualcosa di squisitamente appartenente alla sfera interiore. Ci sono altrettanti evidenti problemi di consapevolezza e padronanza emotiva, soprattutto in quei contesti ad alto impatto relazionale ed emotivo, ad esempio il contesto medico sanitario dove l'aspetto relazionale, pur essendo essenziale, è ancora ad oggi estremamente marginale - già dalle lacune formative - e ritroviamo professionisti medico sanitari o totalmente contagiati emotivamente o totalmente arroccati dietro spessi muri difensivi. Abbiamo un evidente problema sociale e culturale nei confronti delle emozioni: o le ignoriamo totalmente come "se quelle robe lì fossero un qualcosa che non mi fanno sembrare una persona professionale/a modo quindi le evito" - atteggiamento figlio della società del secolo scorso, oppure rimaniamo invischiati nella dicotomia emozioni positive ed emozioni negative che non fa altro che allontanarci ulteriormente dalle suddette - atteggiamento figlio della corrente New Age che, tendenzialmente, promuove l'only positve vibes. Entrambi gli atteggiamenti colpevoli di inconsapevolezza. Lecito sollevare la questione della misurabilità, fuorviante scrivere "non esiste" nel titolo al video. Essenziale continuare a promuoverla. Grazie per il tuo lavoro.
Nel mondo del lavoro spesso tendono a fare carriera persone con spiccati tratti narcisisti, e carattere estroverso. Questi tipi si presentano molto meglio di quello che sono, per il fatto che la loro arte è la vendita. Al contrario la persona introversa, non avvezza all’arte manipolatoria, tenderà a mostrarsi spesso di livello inferiore rispetto alle sue effettive capacità. Nelle aziende gli estroversi vendono quello che creano gli introversi, non si capisce però il motivo per cui i primi guadagnano sempre molto di più.
Ho conosciuto gente con una spiccata intelligenza,enormi competenze sul calcolo,la programmazione a basso livello che...appena devono gestire una organizzazione in preda ad uno stato di agitazione,o semplicemente un gruppo di lavoro,fanno acqua da tutte le parti!! Ecco perché chi gestisce un gruppo di lavoro al CERN(ad esempio)non è quello più competente ma quello che ha l'intelligenza emotiva più spiccata...potrei parlarti di chi fa politica (altro esempio)
Non a caso quelli nella triade oscura della personalità salgono ai vertici in ogni settore. Esiste la personalità con le sue varie sfumature. Tutto diventa deterministico se si hanno abbastanza dati e conoscenze.
Ciao Genna ! Scusa il fuori tema, tu credi alla psicoanalisi? Ci sono psicologi che dicono che per rielaborare il trauma del tutto o quasi , bisogna andare all radice con l analisi
Bravo bravo bravo... addirittura qualcuno ha avuto la brillante idea di inventare, coadiuvato da ricerche scientifiche unidirezionali e di parte, un metodo vero e proprio per gestire l'intelligenza emotiva, questo fantomatico metodo si chiama "RULER", proposto e attivato anche in alcuni istituti scolastici italiani. Se ti va, vai a dare un'occhiata e facci sapere la tua opinione. Grazie per i tuoi preziosi contributi.
Pensiero personale.. l’intelligenza emotiva è un’arrampicata politically correct per non chiamare nessuno stupido. Stratagemma di inclusività che però fa perdere completamente il senso della parola intelligenza. Il QI rimane comunque l’unico strumento valido di misurazione per le capacità logico-deduttive o mnemoniche che a loro volta però sono solo 2 delle fasi del ragionamento: fase1- osservazione/curiosità che permette la percezione piu sfaccettata possibile di ciò che si sta guardando, compresa la capacità di cercare attivamente. Fase 2- immagazzinamento, ovvero capacità mnemonica. Fase 3- elaborazione dati, intelligenza propriamente detta, strutturazione della tesi sulle informazioni a disposizione. Fase 4- esposizione, capacità di sintesi e comunicative di ciò che si è capito/scoperto o del concetto che si è articolato in precedenza. Questa è la struttura dell’intelligenza, L’emotività incide solo nel campo di applicazione e nel metodo: posso dire di avere poca memoria quando in realtà ricordo tutte le battute di un film o le note di una canzone perché nella fase 1 sono influenzato dall’emotività.. oppure posso essere incapace ad esprimere un concetto ma so astrarlo con la pittura e comunicare attraverso essa perchè l’ emotività ha influenzato la fase 4. Non so se il mio è un pensiero isolato perché sono molto ignorante in materia 😅 se qualcuno ha delucidazioni o una bibliografia da consigliarmi sono in ascolto
Ciao Gennaro, colgo l'occasione per ringraziarti per il tuo lavoro di divulgazione. Non conoscevo lo studio che hai citato, sarebbe molto interessante conoscere l'opinione di Goleman sulle problematiche sollevate rispetto alla rilevazione e alla misurazione del costrutto intelligenza emotiva. Però rispetto alla definizione, Goleman riporta la proposta di Salovey secondo cui l'intelligenza emotiva comprende le seguenti competenze:
1. Comprendere le proprie emozioni
2. Gestire le proprie emozioni
3. Automotivarsi
4. Comprendere le emozioni altrui
5. Gestire le emozioni altrui
Sempre Goleman riflette sul fatto che l'intelligenza emotiva si sovrappone alle intelligenze intrapersonale e interpersonale codificate da Gardner.
A me, da psicoterapeuta, il costrutto di intelligenza emotiva convince, anche perché mi sembra che per certi versi si sovrapponga e arricchisca modelli terapeutici come la MBT di Fonagy o le funzioni metacognitive riprese dalla TMI di Dimaggio e collaboratori...mi sembra quindi utile anche nella pratica clinica.
Tutto questo pippone per dirti cosa a me convince della proposta di Goleman...a te che cosa non convince esattamente della proposta "intelligenza emotiva"?
Grazie mille e un caro saluto!
D'accordo sulle soft skills e sui meccanismi emotioned based, sembra però che il problema sia la misurabilità non la sua non esistenza. Capisco il click-bait che putroppo anche voi professionisti dovete usare per navigare nella giungla di yt, però "non esiste" mi sembra molto drastica come descrizione. A metà video appena specifichi che il problema sta nella somministrazione dei questionari e appunto sulla sua misurabilità e che, per ora, possiamo chiamare intelligenza emotiva anche abilità sociali o simili senza dimostrare che non esiste. Quindi riassumendo mi sembra che intelligenza emotiva sia il termine per ora usato come cappello per descrivere queste abilità sociali ed emotive (che i guri mettono però al centro di tutto), che vada associata alle altre intelligenze, come la logico matematica, quindi "esiste" ma che non sappiamo ancora come valutarla oggettivamente. Come la vedi?
Ciao, leggi il libro di Daniel Goleman (“intelligenza emotiva”) nella sua versione aggiornata: spiega quali sono i diversi tipi di intelligenza emotiva finora studiati e come il suo valore sia persino più alto del QI come predittore di successo nella vita.
Poi questa cosa della fallacia della sua misurabilità non la sapevo (non parla nello specifico di questo nel libro) e la apprendo con interesse ora, ma resta la sua enorme validità come strumento nella vita in generale, e oggi sappiamo che la si può apprendere attraverso una corretta psicoeducazione. 😊
@@MyssMoon ed è davvero genetico il quoziente emotivo?
"Non tutto ciò che conta può essere contato e non tutto ciò che può essere contato conta", pare l'abbia detto Albert Einstein.
Ci sono chiaramente problemi di misurabilità essendo qualcosa di squisitamente appartenente alla sfera interiore. Ci sono altrettanti evidenti problemi di consapevolezza e padronanza emotiva, soprattutto in quei contesti ad alto impatto relazionale ed emotivo, ad esempio il contesto medico sanitario dove l'aspetto relazionale, pur essendo essenziale, è ancora ad oggi estremamente marginale - già dalle lacune formative - e ritroviamo professionisti medico sanitari o totalmente contagiati emotivamente o totalmente arroccati dietro spessi muri difensivi.
Abbiamo un evidente problema sociale e culturale nei confronti delle emozioni: o le ignoriamo totalmente come "se quelle robe lì fossero un qualcosa che non mi fanno sembrare una persona professionale/a modo quindi le evito" - atteggiamento figlio della società del secolo scorso, oppure rimaniamo invischiati nella dicotomia emozioni positive ed emozioni negative che non fa altro che allontanarci ulteriormente dalle suddette - atteggiamento figlio della corrente New Age che, tendenzialmente, promuove l'only positve vibes.
Entrambi gli atteggiamenti colpevoli di inconsapevolezza.
Lecito sollevare la questione della misurabilità, fuorviante scrivere "non esiste" nel titolo al video.
Essenziale continuare a promuoverla.
Grazie per il tuo lavoro.
Nel mondo del lavoro spesso tendono a fare carriera persone con spiccati tratti narcisisti, e carattere estroverso. Questi tipi si presentano molto meglio di quello che sono, per il fatto che la loro arte è la vendita. Al contrario la persona introversa, non avvezza all’arte manipolatoria, tenderà a mostrarsi spesso di livello inferiore rispetto alle sue effettive capacità. Nelle aziende gli estroversi vendono quello che creano gli introversi, non si capisce però il motivo per cui i primi guadagnano sempre molto di più.
Mitico!!!😊
😊
😅
Ho conosciuto gente con una spiccata intelligenza,enormi competenze sul calcolo,la programmazione a basso livello che...appena devono gestire una organizzazione in preda ad uno stato di agitazione,o semplicemente un gruppo di lavoro,fanno acqua da tutte le parti!!
Ecco perché chi gestisce un gruppo di lavoro al CERN(ad esempio)non è quello più competente ma quello che ha l'intelligenza emotiva più spiccata...potrei parlarti di chi fa politica (altro esempio)
Non a caso quelli nella triade oscura della personalità salgono ai vertici in ogni settore. Esiste la personalità con le sue varie sfumature. Tutto diventa deterministico se si hanno abbastanza dati e conoscenze.
Ciao Genna ! Scusa il fuori tema, tu credi alla psicoanalisi? Ci sono psicologi che dicono che per rielaborare il trauma del tutto o quasi , bisogna andare all radice con l analisi
✌✌
e chi fa il contrario? cercando di abbassare le aspettative e sminuendosi (non solo in contesti lavorativi, ma anche sociali)?
Bravo bravo bravo... addirittura qualcuno ha avuto la brillante idea di inventare, coadiuvato da ricerche scientifiche unidirezionali e di parte, un metodo vero e proprio per gestire l'intelligenza emotiva, questo fantomatico metodo si chiama "RULER", proposto e attivato anche in alcuni istituti scolastici italiani. Se ti va, vai a dare un'occhiata e facci sapere la tua opinione. Grazie per i tuoi preziosi contributi.
Pensiero personale.. l’intelligenza emotiva è un’arrampicata politically correct per non chiamare nessuno stupido. Stratagemma di inclusività che però fa perdere completamente il senso della parola intelligenza. Il QI rimane comunque l’unico strumento valido di misurazione per le capacità logico-deduttive o mnemoniche che a loro volta però sono solo 2 delle fasi del ragionamento: fase1- osservazione/curiosità che permette la percezione piu sfaccettata possibile di ciò che si sta guardando, compresa la capacità di cercare attivamente. Fase 2- immagazzinamento, ovvero capacità mnemonica. Fase 3- elaborazione dati, intelligenza propriamente detta, strutturazione della tesi sulle informazioni a disposizione. Fase 4- esposizione, capacità di sintesi e comunicative di ciò che si è capito/scoperto o del concetto che si è articolato in precedenza. Questa è la struttura dell’intelligenza, L’emotività incide solo nel campo di applicazione e nel metodo: posso dire di avere poca memoria quando in realtà ricordo tutte le battute di un film o le note di una canzone perché nella fase 1 sono influenzato dall’emotività.. oppure posso essere incapace ad esprimere un concetto ma so astrarlo con la pittura e comunicare attraverso essa perchè l’ emotività ha influenzato la fase 4. Non so se il mio è un pensiero isolato perché sono molto ignorante in materia 😅 se qualcuno ha delucidazioni o una bibliografia da consigliarmi sono in ascolto
Gli psicologi dicono che l'intelligenza emotiva e più importante del qi