Buongiorno Livio e grazie per questo Q&A. Ascoltando la domanda sulla differenza tra sistemi hard magic e soft magic mi sono venuti in mente altri esempi. Romanzi "classici" come quelli di R.A. Salvatore (e derivati, come la serie di romanzi sulla Guerra della Regina Ragno) o della saga di Dragonlance, riproducono quasi pari pari il sistema magico di D&D, quindi un sistema che per quanto (opinione personale) brutto a leggersi in un romanzo, fuori da una sessione di gioco di ruolo, è strettamente codificato e ha regole precise, quindi per il lettore diventa facilmente comprensibile e prevedibile (e diventa anche facile per il lettore individuare eventuali distrazioni o svarioni se a un certo punto l'autore si dimentica delle regole a cui il suo sistema magico è soggetto). Completamente diverso è l'approccio soft adotato ad esempio nei romanzi di M.Z. Bradley, sia nei fantasy storici legati al ciclo arturiano (Avalon e dintorni) sia in romanzi come La Torcia o Luci di Atlantide. Il funzionamento della magia é molto più sfumato e concentrato sui suoi aspetti spirituali e il modo in cui l'impiego della magia ha significati diversi per i personaggi che la usano. Va anche detto che la magia risponde a esigenze diverse, in queste opere, probabilmente la scelta tra un sistema soft magic o hard magic dipende anche dal ruolo che la magia esercita nel mondo di riferimento e, l'importanza che riveste per i personaggi e la loro evoluzione. Nei primi esempi di hard magic la magia è un'arma esattamente come una spada o una balestra e quindi il lettore si aspetta una certa precisione nel suo utilizzo esattamente coem si aspetta di non vedere un arco il cui uso viene descritto come se fosse una mitraglietta Uzi (a meno che non ti chiami Legolas, ovvio...). Nel secondo caso probabilmente il lettore è più concentrato sui risvolti etici, valoriali e sull'effetto della magia sulla personalità dei personaggi, più che sulla coerenza interna del sistema magico.
Nell'ascolto in differita ho colto due affermazioni stuzzicanti e illuminanti. 1. L'incipit dei romanzi. Mi rendo conto che, in tanti anni di insegnamento, ho spiegato male la funzione dell'incipit, o meglio, ne ho dato una definizione incompleta. Ho sempre insistito, con i miei alunni, che l'incipit ha la funzione di presentare l'argomento della storia e di suscitare la curiosità dei lettori, invogliarli a proseguire la lettura. Mi accorgo che è una spiegazione imperfetta: ho sempre trascurato la funzione di "scremare" i lettori non in target. Grazie per questa precisazione che mi ha chiarito le idee, e che sfrutterò nella didattica. 2. In risposta ad una domanda, è stato detto che "tutti i buoni romanzi contemplano la crescita personale"; e sono d'accordo. Uscendo allora dallo specifico del fantasy, mi chiedo allora: la tipica etichetta di "romanzi di formazione", presente in tutte le antologie scolastiche in riferimento ai Classici della letteratura, è ancora valida se applicata alla narrativa attuale? O è ormai un requisito implicito, che si lega alla costruzione di personaggi complessi? Grazie!
1) ottimo! 2) si potrebbe salvare in corner la definizione ricorrendo ai tropi secondari di quel tipo di storie, ma in buona sostanza, sì, è ridondante.
Salve dite sempre che al giorno d'oggi un' opera come il signore degli anelli faticherebbe molto a vendere Quali saghe o libri autoconclusivi concepiti con la scrittura immersiva si possono paragonare al capolavoro di Tolkien
Domanda sciocca sotto una serie di punti di vista. Se parliamo di notorietà, “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” da cui è stato tratto Game of Thrones.
Rifaccio qua la domanda che avevo fatto in live più due quesiti che mi sono venuti in mente dopo la chiusura della live 1- Io avevo partecipato qualche volta ad qualche contest su youtube , che verteva sullo scrivere una storia horror e poi caricarla sul proprio canale scrivendo il tag # concorso ecc Io avevo partecipato ad uno di questi contest con un racconto fatto tanti anni fa Visto che quando hai parlato dei racconti come una serie di allenamenti per migliorare la propria abilità di scrittura ( unendolo alla lettera del libro arco di trasformazione) consiglieresti ,a chi vuol mettersi alla prova partecipado a questi contest con dei racconti brevi o medio-lunghi ? 2-Per citare la domanda che avevo fatto sull inserire l'elemento magico in un un mondo ordinario, avrei dovuto specificare che l'esempio che ho fatto era collegato ad una storia di genere horror molto simile alla costruzione di una storia alla lovercraft ovvero personaggio del mondo moderno che scopre un terribile manoscritto o che il mondo intorno a lui è dominato da creature invisibili Il questito era se è giusto introdurre un elemento magico in una storia che fino al midpoint risulti per lo più psicologica e di carattere sociale specificando in seguito che il motivo per cui la magia non è apparsa prima o non ci sono segni di essa nel resto del mondo è che talmente occulta e difficile da utilizzare ( la si può usare soltanto usando formule corrette o usare fenomeni naturali come le ecclissi che avvengono una volta ogni 10 anni) e che con il passare dei secoli nessuno ha credudo ad essa perché vista come superstizione, e il protagonista la usera per risolvere un determinato problema o per ricercare qualcosa che ambiva ad ottenere da tutta la vita ? 3- Quale sarebbe la differenza tra un dark fantasy e una storia horror generica quando si utilizza come elemento il soprannaturale?
1. Sul canale trovi molti video in cui spiego in modo approfondito come mai vi consiglio di scrivere racconti per farvi le ossa. In uno di essi parlo anche dei contest per racconti sul web. 2. Per rispondere nel dettaglio avrei bisogno di farti a mia volta molte domande per comprendere meglio la questione, è più una domanda da consulenza privata. Come consiglio generale ti metto in guardia dal ragionare in termini di "giusto" e "sbagliato". Non c'è una cosa giusta e una sbagliata, c'è la consapevolezza di come impatteranno sull'esperienza di lettura del tuo romanzo le scelte che prendi. Quello che proponi potrebbe essere giusto o sbagliato a seconda di molte variabili che noto che non stai considerando nel tuo discorso. Abbiamo parlato di questo tema in modo chiaro nell'intervista che abbiamo fatto con Francesco Dimitri qualche giorno fa (la trovi in Dentro il Fantasy Mondano). Nel frattempo consiglio anche a te di recuperare o di riguardare il webinar sui sottogeneri, ti darà coordinate più precise su come ragionare la questione (ma non temporeggiare, sarà online solo fino a stasera): ruclips.net/user/liveA05jbCKECz0?feature=share 3. Considera che già in partenza dire "una storia horror generica" non ti mette sulla buona strada per inquadrare la questione. Cercando di darti delle indicazioni di massima per inquadrare la questione puoi cominciare a ragionare sul fatto che il dark fantasy prende in prestito molti elementi e atmosfere della narrazione dell'orrore, ciò che differisce è sempre l'esperienza di lettura che caratterizza queste due tipologie di storie. Una volta qualcuno diceva che nell'horror è il mostro che insegue i protagonisti, mentre nel fantasy sono i protagonisti che inseguono il mostro. Questo non esaurisce il discorso neanche lontanamente, ma è un buon punto di partenza da cui cominciare a diramare il discorso. Comunque l'argomento è rilevante, gli ho dedicato parecchie lezioni nel corso Dentro il Fantasy Dark.
Buongiorno Livio e grazie per questo Q&A. Ascoltando la domanda sulla differenza tra sistemi hard magic e soft magic mi sono venuti in mente altri esempi. Romanzi "classici" come quelli di R.A. Salvatore (e derivati, come la serie di romanzi sulla Guerra della Regina Ragno) o della saga di Dragonlance, riproducono quasi pari pari il sistema magico di D&D, quindi un sistema che per quanto (opinione personale) brutto a leggersi in un romanzo, fuori da una sessione di gioco di ruolo, è strettamente codificato e ha regole precise, quindi per il lettore diventa facilmente comprensibile e prevedibile (e diventa anche facile per il lettore individuare eventuali distrazioni o svarioni se a un certo punto l'autore si dimentica delle regole a cui il suo sistema magico è soggetto).
Completamente diverso è l'approccio soft adotato ad esempio nei romanzi di M.Z. Bradley, sia nei fantasy storici legati al ciclo arturiano (Avalon e dintorni) sia in romanzi come La Torcia o Luci di Atlantide. Il funzionamento della magia é molto più sfumato e concentrato sui suoi aspetti spirituali e il modo in cui l'impiego della magia ha significati diversi per i personaggi che la usano.
Va anche detto che la magia risponde a esigenze diverse, in queste opere, probabilmente la scelta tra un sistema soft magic o hard magic dipende anche dal ruolo che la magia esercita nel mondo di riferimento e, l'importanza che riveste per i personaggi e la loro evoluzione. Nei primi esempi di hard magic la magia è un'arma esattamente come una spada o una balestra e quindi il lettore si aspetta una certa precisione nel suo utilizzo esattamente coem si aspetta di non vedere un arco il cui uso viene descritto come se fosse una mitraglietta Uzi (a meno che non ti chiami Legolas, ovvio...). Nel secondo caso probabilmente il lettore è più concentrato sui risvolti etici, valoriali e sull'effetto della magia sulla personalità dei personaggi, più che sulla coerenza interna del sistema magico.
Nell'ascolto in differita ho colto due affermazioni stuzzicanti e illuminanti.
1. L'incipit dei romanzi. Mi rendo conto che, in tanti anni di insegnamento, ho spiegato male la funzione dell'incipit, o meglio, ne ho dato una definizione incompleta. Ho sempre insistito, con i miei alunni, che l'incipit ha la funzione di presentare l'argomento della storia e di suscitare la curiosità dei lettori, invogliarli a proseguire la lettura. Mi accorgo che è una spiegazione imperfetta: ho sempre trascurato la funzione di "scremare" i lettori non in target. Grazie per questa precisazione che mi ha chiarito le idee, e che sfrutterò nella didattica.
2. In risposta ad una domanda, è stato detto che "tutti i buoni romanzi contemplano la crescita personale"; e sono d'accordo. Uscendo allora dallo specifico del fantasy, mi chiedo allora: la tipica etichetta di "romanzi di formazione", presente in tutte le antologie scolastiche in riferimento ai Classici della letteratura, è ancora valida se applicata alla narrativa attuale? O è ormai un requisito implicito, che si lega alla costruzione di personaggi complessi? Grazie!
1) ottimo! 2) si potrebbe salvare in corner la definizione ricorrendo ai tropi secondari di quel tipo di storie, ma in buona sostanza, sì, è ridondante.
Salve dite sempre che al giorno d'oggi un' opera come il signore degli anelli faticherebbe molto a vendere
Quali saghe o libri autoconclusivi concepiti con la scrittura immersiva si possono paragonare al capolavoro di Tolkien
Domanda sciocca sotto una serie di punti di vista. Se parliamo di notorietà, “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” da cui è stato tratto Game of Thrones.
Rifaccio qua la domanda che avevo fatto in live più due quesiti che mi sono venuti in mente dopo la chiusura della live
1- Io avevo partecipato qualche volta ad qualche contest su youtube , che verteva sullo scrivere una storia horror e poi caricarla sul proprio canale scrivendo il tag # concorso ecc
Io avevo partecipato ad uno di questi contest con un racconto fatto tanti anni fa
Visto che quando hai parlato dei racconti come una serie di allenamenti per migliorare la propria abilità di scrittura ( unendolo alla lettera del libro arco di trasformazione) consiglieresti ,a chi vuol mettersi alla prova partecipado a questi contest con dei racconti brevi o medio-lunghi ?
2-Per citare la domanda che avevo fatto sull inserire l'elemento magico in un un mondo ordinario, avrei dovuto specificare che l'esempio che ho fatto era collegato ad una storia di genere horror molto simile alla costruzione di una storia alla lovercraft ovvero personaggio del mondo moderno che scopre un terribile manoscritto o che il mondo intorno a lui è dominato da creature invisibili
Il questito era se è giusto introdurre un elemento magico in una storia che fino al midpoint risulti per lo più psicologica e di carattere sociale specificando in seguito che il motivo per cui la magia non è apparsa prima o non ci sono segni di essa nel resto del mondo è che talmente occulta e difficile da utilizzare ( la si può usare soltanto usando formule corrette o usare fenomeni naturali come le ecclissi che avvengono una volta ogni 10 anni) e che con il passare dei secoli nessuno ha credudo ad essa perché vista come superstizione, e il protagonista la usera per risolvere un determinato problema o per ricercare qualcosa che ambiva ad ottenere da tutta la vita ?
3- Quale sarebbe la differenza tra un dark fantasy e una storia horror generica quando si utilizza come elemento il soprannaturale?
1. Sul canale trovi molti video in cui spiego in modo approfondito come mai vi consiglio di scrivere racconti per farvi le ossa. In uno di essi parlo anche dei contest per racconti sul web.
2. Per rispondere nel dettaglio avrei bisogno di farti a mia volta molte domande per comprendere meglio la questione, è più una domanda da consulenza privata. Come consiglio generale ti metto in guardia dal ragionare in termini di "giusto" e "sbagliato". Non c'è una cosa giusta e una sbagliata, c'è la consapevolezza di come impatteranno sull'esperienza di lettura del tuo romanzo le scelte che prendi. Quello che proponi potrebbe essere giusto o sbagliato a seconda di molte variabili che noto che non stai considerando nel tuo discorso. Abbiamo parlato di questo tema in modo chiaro nell'intervista che abbiamo fatto con Francesco Dimitri qualche giorno fa (la trovi in Dentro il Fantasy Mondano).
Nel frattempo consiglio anche a te di recuperare o di riguardare il webinar sui sottogeneri, ti darà coordinate più precise su come ragionare la questione (ma non temporeggiare, sarà online solo fino a stasera): ruclips.net/user/liveA05jbCKECz0?feature=share
3. Considera che già in partenza dire "una storia horror generica" non ti mette sulla buona strada per inquadrare la questione. Cercando di darti delle indicazioni di massima per inquadrare la questione puoi cominciare a ragionare sul fatto che il dark fantasy prende in prestito molti elementi e atmosfere della narrazione dell'orrore, ciò che differisce è sempre l'esperienza di lettura che caratterizza queste due tipologie di storie. Una volta qualcuno diceva che nell'horror è il mostro che insegue i protagonisti, mentre nel fantasy sono i protagonisti che inseguono il mostro. Questo non esaurisce il discorso neanche lontanamente, ma è un buon punto di partenza da cui cominciare a diramare il discorso. Comunque l'argomento è rilevante, gli ho dedicato parecchie lezioni nel corso Dentro il Fantasy Dark.
@@RotteNarrative
Grazie mille della risposta