Io resto sempre meravigliato dalla maestria di Kubrik e dalla sua narrativa, dai suoi concetti... dal suo anarchismo filmografico. la sua narrativa scorre leggera come quella di un romanzirere ma ha moltissime chiavi di lettura acute e finissime, è sviluppata in Kubrik la capacità di sintesi senza omissioni, un verismo esplicitato magistralmente attraverso la finzione... i suoi materiali sono chirurgici nella rappresentazione come l'equazione che scrive un grafico... una relazione artistica che tuttavia non è mai stucchevole o untuosa, non è mai esagerata, esasperata alla maniera teatrale che a volte rompe anche un po' i coglioni agli spettatori scadendo nel grottesco e nel surreale, o iperverista petulante, persa nei riccioli di descrizioni inutili. E' una filmografia in grado di superare con una semplicità geniale la nostra percezione stereotipata e convenzionale del vero dalla sua descrizione... e ad andare su un altro livello. Questo film pone questioni fondamentali senza entrare nelle polemiche patriottarde degli ottusi di destra o le lagnanze umanitarie dei bigotti catto-sinistra. Secondo me è paragonabile, ma superiore per finezza al Uomini Contro di Rosi e al La Grande Guerra di Monicelli. Quelli sono buoni films, questa è un'opera d'arte sublime senza tempo.
Grazie del commento, molto pertinente e sottile. Kubrik, come giustamente affermi nel finale del tuo commento, va oltre le inutili polemiche destra-sinistra e fa un film universale sulla guerra, che verra' apprezzato anche tra le generazioni future.
Direi che in realtà ne costituisce l’introduzione. E se in Orizzonti di gloria la scena finale apre uno spiraglio di speranza perché l’umanità resiste coraggiosamente agli inarrestabili meccanismi della guerra, in Full Metal Jacket il finale chiude il cerchio della disperazione che porta con sé la guerra: l’unica cosa che resta all’uomo è sopravvivere un altro giorno.
Io resto sempre meravigliato dalla maestria di Kubrik e dalla sua narrativa, dai suoi concetti... dal suo anarchismo filmografico.
la sua narrativa scorre leggera come quella di un romanzirere ma ha moltissime chiavi di lettura acute e finissime, è sviluppata in Kubrik la capacità di sintesi senza omissioni, un verismo esplicitato magistralmente attraverso la finzione... i suoi materiali sono chirurgici nella rappresentazione come l'equazione che scrive un grafico... una relazione artistica che tuttavia non è mai stucchevole o untuosa, non è mai esagerata, esasperata alla maniera teatrale che a volte rompe anche un po' i coglioni agli spettatori scadendo nel grottesco e nel surreale, o iperverista petulante, persa nei riccioli di descrizioni inutili.
E' una filmografia in grado di superare con una semplicità geniale la nostra percezione stereotipata e convenzionale del vero dalla sua descrizione... e ad andare su un altro livello.
Questo film pone questioni fondamentali senza entrare nelle polemiche patriottarde degli ottusi di destra o le lagnanze umanitarie dei bigotti catto-sinistra. Secondo me è paragonabile, ma superiore per finezza al Uomini Contro di Rosi e al La Grande Guerra di Monicelli. Quelli sono buoni films, questa è un'opera d'arte sublime senza tempo.
Grazie del commento, molto pertinente e sottile. Kubrik, come giustamente affermi nel finale del tuo commento, va oltre le inutili polemiche destra-sinistra e fa un film universale sulla guerra, che verra' apprezzato anche tra le generazioni future.
è semplicemente il FULL METAL JACKET degli anni '50....
bel film di un grande regista Stanley Kubrick
Direi che in realtà ne costituisce l’introduzione. E se in Orizzonti di gloria la scena finale apre uno spiraglio di speranza perché l’umanità resiste coraggiosamente agli inarrestabili meccanismi della guerra, in Full Metal Jacket il finale chiude il cerchio della disperazione che porta con sé la guerra: l’unica cosa che resta all’uomo è sopravvivere un altro giorno.
grazie dei commenti, veramente grazie!!!!
titolo fuorviante, mettete pollice giù